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    Nomisma, la transizione ecologica della Gdo parte dal packaging

    (Teleborsa) – La svolta “green” della Gdo italiana parte dalla sostenibilità del packaging. Un giudizio unanime, confermato dal 100% delle insegne della grande distribuzione con il 78% di queste già impegnato nella riduzione del pack a vantaggio di soluzioni più eco-friendly. È questo uno dei risultati che emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo – realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife – presentato oggi e che ha dedicato un approfondimento al ruolo del packaging nelle strategie di sostenibilità dei retailer italiani.Le 9 insegne che hanno partecipato attivamente all’Osservatorio, infatti, hanno confermato la loro sostenibilità e la loro prontezza a rispondere alla crescente richiesta che arriva da istituzioni e consumatori. Se da un lato infatti l’Europa e l’Italia hanno prontato o stanno approntando il loro piani di ripresa post Covid-19 sulla transizione verde – si pensi agli obiettivi del Green Deal e alla strategia From Farm to Fork di Bruxelles o all’attenzione italiana per la transizione ecologica per il Recovery Plan – c’è dall’altro lato anche una sempre più accentuata sensibilità dei cittadini per il tema dopo l’inizio della pandemia.Secondo quanto rilevato dallo studio di Nomisma, infatti, per il 23% degli italiani è cresciuto l’acquisto di prodotti con pack sicuro e 1 su 5 di essi ha preferito acquistare presso punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Sono 2 italiani su 3 quelli che privilegiano gli acquisti fatti in punti vendita che presentano iniziative a favore della sostenibilità e 7 italiani su 10 sono disposti a cambiare il negozio in cui fanno la spesa alimentare a favore di punti vendita che offrono prodotti con confezioni sostenibili.Una spinta rilevante per gli shopper italiani che hanno appunto individuato nel packaging sostenibile un punto di partenza e nella sua riciclabilità effettiva come elemento più importante. Nei prossimi mesi il 44% delle insegne concentreranno infatti la comunicazione sul tema del pack, per valorizzare le azioni di riduzione del pack in eccesso, utilizzo di plastica vergine e dei materiali provenienti da fonti rinnovabili. Una insegna su tre concentrerà la comunicazione sui temi della filiera e del territorio nonché sull’attenzione alla riduzione degli sprechi.Elevata importanza attribuita anche a confezioni fatte con materiali provenienti da fonti rinnovabili o vegetali e a ridotte emissioni di CO2 (rispettivamente con un giudizio di 8,4 e 8,0 su 10). 6 insegne hanno invece ridotto (o sono intenzionate a farlo) l’imballaggio in eccesso o hanno preferito pack in carta. Infine, il 55% dei retailer ha deciso di adoperare nelle proprie confezioni pack con plastica da fonte vegetale, il 44% ha optato per pack con materiali a ridotte emissioni di CO2.”In questo periodo caratterizzato da forti cambiamenti nelle abitudini di acquisto degli italiani, il tema dell’eco-sostenibilità deve confrontarsi con altre priorità sopraggiunte. È altresì vero che il suo ruolo in ambito di innovazione continuerà ad essere rilevante, bisognerà solo trovare il corretto posizionamento in una scala di valori dei clienti che è cambiata”, ha evidenziato Nicola De Carne, Retailer Client Business Partner Nielsen. Per Alessandro Manzardo, socio fondatore di SPIN LIFE: “L’adozione di modelli di produzione e consumo sostenibili oltre che una necessita’, può essere una forte leva competitiva. LEGGI TUTTO

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    Filiera alimentare, Steriltom con Metro AG per ridurre lo spreco di cibo

    (Teleborsa) – Combattere lo spreco di cibo nella filiera alimentare dimezzando le perdite e gli sprechi entro il 2030. Questo l’obiettivo dell’iniziativa “10x20x30” che vede oggi la partecipazione di Steriltom, uno dei principali fornitori di Metro AG per la polpa di pomodoro e pizza sauce in formato “bag in box” e barattoli per il canale food service.Lanciata in occasione del vertice annuale 2019 sullo spreco alimentare ospitato da Champions 12.3 – un gruppo composto da dirigenti di imprese, membri del governo e della società civile impegnati a raggiungere l’Obiettivo 12.3 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), ovvero ridurre del 50% lo spreco di cibo nel mondo entro il 2030 – l’iniziativa è guidata da Metro AG e da oltre 10 dei più grandi supermercati e catene distributive di prodotti alimentari nel mondo, ognuno dei quali si è impegnato a coinvolgere almeno 20 fornitori della filiera per dimezzare le perdite e gli sprechi entro il 2030. Si stima che un miliardo di tonnellate di cibo viene perso o sprecato ogni anno, il che equivale a 940 miliardi di dollari di perdite economiche ed è causa dell’8% delle emissioni globali di gas serra.L’obiettivo di Steriltom – spiega la società in una nota – è quello di mettere in campo strategie attuabili durante le proprie attività produttive per ridurre lo spreco alimentare, misurare le giacenze di cibo e dei rifiuti. “Questo progetto – fa sapere Steriltom – non è un unicum, ma fa parte di una serie di attività che l’azienda sta portando avanti negli anni in termini di sostenibilità dei prodotti, dal campo alla fabbrica. Tra le collaborazioni importanti sul tema troviamo l’iniziativa per la biodiversità, sviluppata con Nestlé, attraverso l’applicazione di protocolli di coltivazione integrata e sostenibile, l’incremento di coltura biologica e la scelta di fornirsi principalmente da agricoltori locali a km 0”.Tra i supermercati e i fornitori che aderiscono a “10x20x30″ vi sono AEON, Ahold Delhaize, Carrefour, IKEA Food, Kroger, METRO AG, Migros (Turchia), Pick n Pay, The Savola Group, Sodexo, Tesco e Walmart. Tra questi vi sono sei delle più grandi catene di supermercati al mondo e i principali rivenditori di generi alimentari in regioni come l’Africa meridionale, il Medio Oriente e il Giappone.”L’attenzione al prodotto e a evitare gli sprechi è sempre stata nel DNA della nostra azienda familiare fin dai tempi del nonno – ha dichiarato Alessandro Squeri, direttore commerciale e membro della famiglia proprietaria di Steriltom –. Grazie al supporto di Metro AG potremo migliorare ancora di più i nostri risultati, con tecniche di monitoraggio e modalità di produzione innovative. La pandemia Covid-19 ha aumentato l’urgenza di combattere lo spreco di cibo e, in tal senso, affrontare questo tema è una strategia chiave per garantire un business sostenibile in ambito alimentare”. LEGGI TUTTO

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    Turismo, Coldiretti: pesa agosto senza 8 milioni di stranieri

    (Teleborsa) – Il mese di agosto si è chiuso praticamente senza gli 8 milioni di viaggiatori stranieri che lo scorso anno avevano pernottato in Italia, con un pesante impatto economico ed occupazionale sul settore turistico nazionale.È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti a commento dei dati Istat sulle preoccuoazioni degli operatoti anche per l’impatto della chiusura delle frontiere e dei vincoli posti al turismo dall’estero resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus.L’assenza di stranieri in vacanza in Italia pesa sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea la Coldiretti – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti e la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne.Una situazione che ha avuto dunque un impatto rilevante sulle attività di ristorazione, dalle pizzerie alle gelaterie fino a quelle piu’ tradizionali, oltre che sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari da acquistare come souvenir. Le conseguenze si faranno sentire – precisa la Coldiretti – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio.Un vuoto che non è peraltro stato compensato da ben 21,1 milioni gli italiani che hanno scelto il mese di agosto per le vacanze che è di gran lunga il più gettonato dell’estate ma anche quello che ha fatto segnare il calo minore (-11%) delle presenze dopo i crolli di giugno (-54%) e luglio (-23%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. In altre parole – continua la Coldiretti – anche 2,7 milioni di italiani hanno rinunciato a prendere le ferie ad agosto per le incertezze, le preoccupazioni e le difficoltà economiche generate dal coronavirus. LEGGI TUTTO

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    CIBUS, Giansanti: “Istituire Forum permanente sull'agroalimentare”

    (Teleborsa) – Rilanciare l’agroalimentare italiano attraverso un forum permanente di confronto di tutta la filiera, dalle aziende agricole, alla trasformazione, fino alla logistica ed al commercio. Questa la proposta lanciata oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano, Giansanti, nel suo intervento al Cibus Forum.”La pandemia – ha detto il presidente di Confagricoltura – avrà conseguenze di ordine strutturale sui consumi e, di conseguenza, sulle modalità di produzione dei nostri prodotti. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, ma anche grandi opportunità. Oggi produciamo il 75% del nostro fabbisogno; dobbiamo arrivare al 100%. Produrre di più in modo più competitivo deve essere il nostro obiettivo, l’obiettivo di tutta la filiera. Ci sono ampi spazi di crescita sul mercato globale. C’è grande voglia di made in Italy, come dimostra la domanda di prodotto fake”. Un percorso nel quale, secondo Confagricoltura, “avranno un ruolo determinante ricerca e innovazione”.”Dobbiamo rafforzare il concetto di cibo strettamente legato all’agricoltura e opporci a quello fatto in laboratorio – ha continuato Giansanti -. Ciò non significa non utilizzare tutte le opportunità che le nuove tecnologie, anche genetiche, offrono. Dobbiamo produrre bene, ma dobbiamo anche farlo al minor costo possibile”.In merito alle discussioni in corso sulla riforma della PAC e sulle comunicazioni della Commissione “Farm to Fork” e “Biodiversity” Giansanti ha affermato che “in termini generali le proposte in discussione tendono a sottovalutare l’importanza della produttività aziendale e della competitività delle imprese. Basti pensare – ha aggiunto – alla limitazione dei pagamenti diretti per le imprese maggiori e alla cosiddetta convergenza esterna che ignora la diversità dei costi di produzione negli Stati membri. O alle rigide riduzioni quantitative nell’uso delle sostanze chimiche imposte all’agricoltura entro il 2030, senza aver valutato l’impatto in termini di possibili perdite di produzione. In sostanza, non si è posta sufficiente attenzione alla necessità di coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, sottovalutando il ruolo che possono svolgere ricerca e innovazione”.La richiesta di Confagricoltura è che nei progetti che saranno finanziati con le risorse del “Next Generation Ue” ci sia adeguato spazio per la diffusione in agricoltura delle più moderne tecnologie, per meglio tutelare le risorse naturali senza perdite di produzione. LEGGI TUTTO

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    Coldiretti, in calo vendite vino italiano nel mondo (-4%)

    (Teleborsa) – Le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus.È quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno in occasione del Cibus Forum, dalla quale si evidenzia che il vino resta tuttavia la voce principale dell’export agroalimentare Made in Italy.Un dato comunque preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy con la vendemmia 2020 che – sottolinea la Coldiretti – è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna che è stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo.A infondere ottimismo è una vendemmia di buona/ottima qualità e anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dalle prossime settimane. La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt – sottolinea la Coldiretti – con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.Ma la vendemmia 2020 in Italia è influenzata anche dalle misure di sicurezza anti contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri che – spiega la Coldiretti – in passato contribuivano in modo significativo alla raccolta delle uve. Per questo è necessario estendere a tutte le Regioni i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta.“In questo contesto almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili per la vendemmia con una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che era stato introdotto per la prima volta in Italia proprio per la vendemmia e poi successivamente ingiustamente abrogato” conclude il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa per in cittadini in questo periodo di crisi”. LEGGI TUTTO

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    Ferrarini, la risposta della cordata Bonterre alla proposta Pini-Amco

    (Teleborsa) – È arrivata la risposta della cordata Gruppo Bonterre-OPAS-HP sostenuta da Intesa Sanpaolo e Unicredit alla proposta di concordato concorrente presentata dalla Famiglia Pini e da Amco per la Ferrarini.Come si legge in una nota diffusa da Intesa Sanpaolo, ai concorrenti – oltre “la mancanza di pagamenti immediati o nel breve del passivo concordatario, con lo spostamento del soddisfo dal 3° anno di piano industriale in poi, con tutti i rischi connessi al pagamento attraverso le risorse della continuità aziendale, non garantite” – si imputa l’unilateralità dell’affermazione secondo la quale la percentuale di soddisfo al 33% renderebbe vana la presentazione di proposte concorrenti “che non risponde alle rigorose verifiche di carattere giuridico ed economico cui è e dovrà essere sottoposta la proposta principale, affermazione per di più unicamente tesa ad ostacolare l’instaurarsi della leale procedura competitiva prevista dalla legge nell’interesse dei creditori e degli altri stakeholders”.La cordata sottolinea anche che non potrà essere garantita la continuità produttiva ed industriale in Italia, “mancando in capo alla famiglia Pini l’expertise nel settore dei salumi di carne suina e nella commercializzazione sui mercati internazionali del food ‘made in Italy'”.A mancare, inoltre, è “un progetto dettagliato o anche di semplice fattibilità del nuovo Stabilimento, con forte pericolo di delocalizzazione negli stabilimenti spagnoli della famiglia Pini”.Nel comunicato si ribadisce l’impegno dei Partner Industriali “a mantenere l’offerta presentata e, se del caso, ad arricchirne ancor più i contenuti, qualora si instaurasse finalmente la leale procedura competitiva imposta dalla legge”.Confermati anche il carattere garantito della proposta concorrente – inclusi gli oltre 50 milioni, al servizio del ripagamento dei creditori – e l’intenzione di costruire “un processo di filiera tutto italiano, dall’allevatore al consumatore, la fruibilità certa e immediata da parte di tutte le maestranze dei vicini impianti e stabilimenti del Gruppo Bonterre e di Opas, in caso di spegnimento dello stabilimento di Rivaltella e la garanzia dei livelli occupazionali già individuati”.Nel comunicato si ribadisce, infine, “la disponibilità verso le Organizzazioni , per rappresentare loro la struttura e i contenuti della proposta Bonterre, le relative prospettive dal punto di vista industriale e occupazionale e approfondire i punti toccati dal presente comunicato”. LEGGI TUTTO

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    AB InBev, Hanset nuovo Country Director per l'Italia

    (Teleborsa) – AB InBev, prima azienda di birra al mondo con oltre 500 marchi distribuiti al livello globale, fra cui Stella Artois, Corona, Beck’s, Bud, Tennent’s Super, Leffe, Hoegaarden, Spaten e Franziskaner, ha annunciato la nomina di Arnaud Hanset, attuale Direttore Expansion Markets in Europa, a nuovo Country Director per l’Italia con decorrenza a partire da settembre 2020.L’azienda conta in Italia 240 dipendenti. Arnaud, che succede a Benoit Bronckart – che ricopre il ruolo di South Europe President e AD Italia dal gennaio 2019 – vanta oltre 10 anni in azienda, che lo hanno portato a ricoprire diversi ruoli in Europa. 36 anni, laureato in Ingegneria a Bruxelles, Arnaud vive a Madrid, e si trasferirà a Milano con la sua famiglia nel corso di quest’anno.In scia ai cambiamenti organizzativi che la società ha presentato a chiusura del primo semestre, Benoit Bronckart diventerà Presidente della Business Unit Europa Centrale che comprende Germania, Italia, Scandinavia, Svizzera, Austria, Polonia, Grecia, Portogallo, Europa centro-orientale, Medio Oriente e Global Travel Retail.Benoit Bronckart ha commentato così la nomina: “Avendo lavorato con Arnaud, non riesco a pensare a una persona migliore per portare l’Italia al livello successivo. Arnaud ha contribuito enormemente al nostro business europeo, adottando una strategia di successo nei mercati in espansione. La sua visione creativa e piena di energia sono fattori indispensabili per lo sviluppo del mercato italiano. Milano non è solo la sede centrale delle nostre attività in Italia, ma anche l’headquarter della Business Unit Central Europe e questo è un segnale molto forte della nostra presenza in Italia e della nostra volontà di accelerare ulteriormente la crescita in questo Paese”.Arnaud Hanset ha aggiunto: “Sono entusiasta di aver accettato con orgoglio questo ruolo. Il mercato italiano è affascinante, e la forte spinta verso il settore delle premium rappresenta per me una bellissima sfida. Il nostro portafoglio non è mai stato così forte e diversificato; con già due dei nostri tre marchi globali presenti sul mercato – Stella Artois e Corona, Leffe (la prima tra le nostre birre speciali) e il nostro fiore all’occhiello locale, Birra del Borgo. Non vedo l’ora di lavorare a fianco di questo team ricco di talenti e dei molti clienti italiani, per far crescere ulteriormente il segmento della birra”. LEGGI TUTTO

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    Confagricoltura, slitta al 15 settembre termine per domande ristrutturazione e riconversione vigneti

    (Teleborsa) – Slitta al 15 settembre il termine ultimo per la presentazione delle domande di ristrutturazione e riconversione dei vigneti che producono vini a denominazione di origine ed a denominazione di origine controllata e garantita precedentemente previsto per il 30 agosto.A stabilirlo un decreto del ministero per le Politiche agricole che ha fissato invece al 15 febbraio 2021 la data per la definizione della graduatoria di ammissibilità delle domande di aiuto.Confagricoltura in una nota ha valutato positivamente il provvedimento ministeriale “che ha pienamente recepito le sollecitazioni dell’Organizzazione nazionale e delle proprie sedi territoriali, rivolte al Mipaaf ed alle Regioni, affinché si spostasse di 15 giorni il termine ultimo, consentendo una più agevole gestione delle domande da parte delle imprese”.Le aziende viticole – informa Confagricoltura – possono chiedere un aiuto economico per gli interventi finalizzati a riconversione varietale, ristrutturazione di vigneti, modifiche delle forme di allevamento e sostituzione di pali e fili. LEGGI TUTTO