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    Enpaia, Piazza: “Innovazione e sostenibilità al centro dello sviluppo dell'agricoltura italiana”

    (Teleborsa) – “Il workshop di oggi, per la Fondazione Enpaia, è l’occasione di immaginare e proporre la ripartenza e rappresenta, altresì, un momento utile per cominciare a fare il punto su come cambierà il mondo del lavoro, dal punto di vista imprenditoriale e per i nostri iscritti, avviando una proficua riflessione anche sulle innovazioni del futuro, dalle nano-tecnologie, all’uso dell’intelligenza artificiale. Temi strategici su cui, in questo momento, è assolutamente importante confrontarsi”. Così il presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza a margine del Forum “Economia e società, tendenze nel dopo Covid-19″ organizzato dall’Ente di previdenza del settore agricolo, che conta tra i suoi iscritti oltre 8mila aziende e più di 38mila impiegati. All’incontro che si è tenuto alla Posta Vecchia Hotel di Ladispoli hanno preso parte diversi esponenti del panorama economico e politico italiano per fare il punto sui mutamenti del settore agricolo a causa della pandemia.[embedded content]
    Il Forum Enpaia 2020 si apre in un momento cruciale per il settore agricolo che ha superato la prova della pandemia. Quali le sfide per il futuro?”Sono sfide importanti che riguardano principalmente aspetti legati all’innovazione. L’agricoltura si sta approssimando a grandi passi alla cosiddetta fase 4.0 che, grazie alle nano tecnologie e all’ intelligenza artificiale, aprirà delle grandi possibilità per migliorare la nostra produzione e il nostro lavoro. Uno scenario nel quale anche la previdenza assumerà crescente importanza nella vita delle persone che lavorano e alle quali, al termine del loro ciclo lavorativo, dovrà essere garantita la pensione. È, quindi, essenziale coinvolgere in tale discussione anche coloro che operano in altri settori come le istituzioni, la ricerca, gli investitori. Questo per cercare di dare quelle risposte delle quali poi il mondo del lavoro dell’agroalimentare nel suo insieme avrà bisogno e chiederà ad Enpaia. Quando accadrà Enpaia vuole essere pronta e non farsi trovare impreparata”.Quali le politiche che auspicate per sostenere il settore?”Sono principalmente politiche legate indissolubilmente a un tema fondamentale che sarà il tema del futuro, richiesto a gran voce dai cittadini: la sostenibilità. Politiche e risorse che devono essere messe a disposizione, oltre che per la sicurezza del nostro territorio, che vediamo in questi giorni soffrire nel nord Italia in maniera feroce a causa degli eccessi di pioggia e forse anche alla scarsa manutenzione dei territori, anche per assicurare la qualità del cibo, che vuol dire qualità di vita. L’obiettivo sul quale bisogna investire è quello di tornare a un’agricoltura più legata alla naturalità e quindi allo sviluppo delle coltivazioni biologiche e della qualità del cibo, sia per la produzione che per la trasformazione. Un passo indietro necessario che permetterà di farne molti avanti. Questa è una sfida che l’agricoltura italiana, la prima in Europa per agricoltura sostenibile e bio, può lanciare sicuramente sul mercato e trovare soddisfazione oltre che nella produzione, poi anche nella commercializzazione, dal momento che il cittadino si rivolge sempre di più a questi percorsi. Io credo che Enpaia sia in grado di poter seguire questa evoluzione e, anche attraverso gli investimenti che fa in economia, potrà essere utile e dare una mano a far crescere questa nostra agricoltura che sta andando verso il 20% della superficie italiana coltivata a bio. Non si tratta più di una vicenda marginale, ma importante, e noi siamo qua a discutere anche di questo”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Confagricoltura: “Urge accordo bilaterale tra Ue e Usa per fermare contenzioso”

    (Teleborsa) – “Rischia di aggravarsi il contenzioso commerciale tra Unione europea e Stati Uniti ed è necessario ogni sforzo per raggiungere un’intesa bilaterale”. A lanciare l’allarme è Confagricoltura dopo che l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha deciso di autorizzare l’Unione europea a imporre dazi aggiuntivi sui prodotti importati dagli Usa per un controvalore di 4 miliardi di dollari. La decisione – fa sapere Confagricoltura – sarà formalizzata nei prossimi giorni.”Si tratta di un ulteriore e preoccupante passaggio nell’ambito del contenzioso ultradecennale tra la Ue e gli Stati Uniti sugli aiuti pubblici erogati ai gruppi Airbus e Boeing – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Va fatto ogni sforzo per raggiungere un’intesa bilaterale. I dazi e le misure di ritorsione sono sempre dannose, tanto più nell’attuale situazione di crisi economica e di rallentamento del commercio internazionale per effetto della pandemia”.Nell’ambito della disputa relativa agli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, gli Stati Uniti sono stati autorizzati nell’ottobre 2019 ad applicare dazi aggiuntivi sulle importazioni dalla Ue per un controvalore di 7,5 miliardi di dollari. Secondo i dati della Commissione europea, a seguito dei dazi, – rileva Confagricoltura – l’export agroalimentare degli Stati membri verso gli Usa è diminuito di oltre 400 milioni di euro nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019.Nonostante l’Italia non faccia parte del consorzio Airbus, anche i nostri prodotti agroalimentari sono stati colpiti dai dazi Usa. Le tariffe doganali, pari al 25% del valore, si applicano sulle importazioni dall’Italia di formaggi, salumi, agrumi e liquori per un valore di circa 500 milioni di euro. “Con l’inasprimento del contenzioso – evidenzia Giansanti – sarebbero a rischio, in particolare, le esportazioni di vini, pasta e olio d’oliva destinate al mercato statunitense. Chiediamo alla Commissione europea e al nostro governo un’iniziativa urgente per un negoziato che consenta di chiudere, una volta per tutte, una partita da cui la filiera agroalimentare italiana ha molto da perdere”.Con circa 4,7 miliardi di euro, le esportazioni agroalimentari italiane verso gli Usa rappresentano il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue. LEGGI TUTTO

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    Centenario Confagricoltura, Conte: “Piano economico per aiutare filiere agricole”

    (Teleborsa) – “Vi auguro che possiate contribuire ancora nel futuro alla crescita del Paese e vi ringrazio per quello che avete fatto per i cittadini in tutti i questi mesi difficili: grazie al vostro impegno e ai vostri sacrifici i generi alimentari non sono mai mancati”. È quanto ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenendo alla celebrazione del centenario di Confagricoltura.”Fra le ombre – ha sottolineato Conte – intravediamo qualche luce, e una di queste è l’agricoltura italiana, c’è crescita in controtendenza. L’agricoltura italiana si pone in una posizione molto performante: c’è una percentuale altissima di prodotti privi di residui rispetto ad altri Paesi. Si tratta di primati di cui essere orgogliosi”.Nel corso del suo intervento il premier ha annunciato un piano di resilienza che si pone come “motore di sviluppo, soprattutto nel mezzogiorno, per ridurre il divario tecnologico e per dare contributi ad aree interne che più di altre stanno pagando i contraccolpi di questa fase”. Un piano che prevede anche “aiuti alle filiere agricole perché divengano protagoniste”. L’agricoltura – ha aggiunto Conte – “rappresenta un sodalizio tra tradizione e innovazione, che è poi lo spirito del nostro Paese”.Sul Recovery Fund il presidente del Consiglio rassicura. “Nella stampa c’è un dibattito fuorviante, delle preoccupazioni infondate. Non siamo in ritardo con i tempi di presentazione del nostro piano. Il governo – ha assicurato – sta già lavorando all’esame dei progetti, a partire dal settore agricolo”.Durante la celebrazione è intervenuta anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi sottolineando il ruolo del Centro Agroalimentare Roma (CAR) che “ha supportato la filiera senza far mai mancare gli alimenti necessari”, e quello dei mercati rionali che “con tutte le dovute misure di sicurezza hanno esercitato la funzione di punto riferimento collettivo”. LEGGI TUTTO

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    Nomisma, la transizione ecologica della Gdo parte dal packaging

    (Teleborsa) – La svolta “green” della Gdo italiana parte dalla sostenibilità del packaging. Un giudizio unanime, confermato dal 100% delle insegne della grande distribuzione con il 78% di queste già impegnato nella riduzione del pack a vantaggio di soluzioni più eco-friendly. È questo uno dei risultati che emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo – realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife – presentato oggi e che ha dedicato un approfondimento al ruolo del packaging nelle strategie di sostenibilità dei retailer italiani.Le 9 insegne che hanno partecipato attivamente all’Osservatorio, infatti, hanno confermato la loro sostenibilità e la loro prontezza a rispondere alla crescente richiesta che arriva da istituzioni e consumatori. Se da un lato infatti l’Europa e l’Italia hanno prontato o stanno approntando il loro piani di ripresa post Covid-19 sulla transizione verde – si pensi agli obiettivi del Green Deal e alla strategia From Farm to Fork di Bruxelles o all’attenzione italiana per la transizione ecologica per il Recovery Plan – c’è dall’altro lato anche una sempre più accentuata sensibilità dei cittadini per il tema dopo l’inizio della pandemia.Secondo quanto rilevato dallo studio di Nomisma, infatti, per il 23% degli italiani è cresciuto l’acquisto di prodotti con pack sicuro e 1 su 5 di essi ha preferito acquistare presso punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Sono 2 italiani su 3 quelli che privilegiano gli acquisti fatti in punti vendita che presentano iniziative a favore della sostenibilità e 7 italiani su 10 sono disposti a cambiare il negozio in cui fanno la spesa alimentare a favore di punti vendita che offrono prodotti con confezioni sostenibili.Una spinta rilevante per gli shopper italiani che hanno appunto individuato nel packaging sostenibile un punto di partenza e nella sua riciclabilità effettiva come elemento più importante. Nei prossimi mesi il 44% delle insegne concentreranno infatti la comunicazione sul tema del pack, per valorizzare le azioni di riduzione del pack in eccesso, utilizzo di plastica vergine e dei materiali provenienti da fonti rinnovabili. Una insegna su tre concentrerà la comunicazione sui temi della filiera e del territorio nonché sull’attenzione alla riduzione degli sprechi.Elevata importanza attribuita anche a confezioni fatte con materiali provenienti da fonti rinnovabili o vegetali e a ridotte emissioni di CO2 (rispettivamente con un giudizio di 8,4 e 8,0 su 10). 6 insegne hanno invece ridotto (o sono intenzionate a farlo) l’imballaggio in eccesso o hanno preferito pack in carta. Infine, il 55% dei retailer ha deciso di adoperare nelle proprie confezioni pack con plastica da fonte vegetale, il 44% ha optato per pack con materiali a ridotte emissioni di CO2.”In questo periodo caratterizzato da forti cambiamenti nelle abitudini di acquisto degli italiani, il tema dell’eco-sostenibilità deve confrontarsi con altre priorità sopraggiunte. È altresì vero che il suo ruolo in ambito di innovazione continuerà ad essere rilevante, bisognerà solo trovare il corretto posizionamento in una scala di valori dei clienti che è cambiata”, ha evidenziato Nicola De Carne, Retailer Client Business Partner Nielsen. Per Alessandro Manzardo, socio fondatore di SPIN LIFE: “L’adozione di modelli di produzione e consumo sostenibili oltre che una necessita’, può essere una forte leva competitiva. LEGGI TUTTO

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    Filiera alimentare, Steriltom con Metro AG per ridurre lo spreco di cibo

    (Teleborsa) – Combattere lo spreco di cibo nella filiera alimentare dimezzando le perdite e gli sprechi entro il 2030. Questo l’obiettivo dell’iniziativa “10x20x30” che vede oggi la partecipazione di Steriltom, uno dei principali fornitori di Metro AG per la polpa di pomodoro e pizza sauce in formato “bag in box” e barattoli per il canale food service.Lanciata in occasione del vertice annuale 2019 sullo spreco alimentare ospitato da Champions 12.3 – un gruppo composto da dirigenti di imprese, membri del governo e della società civile impegnati a raggiungere l’Obiettivo 12.3 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), ovvero ridurre del 50% lo spreco di cibo nel mondo entro il 2030 – l’iniziativa è guidata da Metro AG e da oltre 10 dei più grandi supermercati e catene distributive di prodotti alimentari nel mondo, ognuno dei quali si è impegnato a coinvolgere almeno 20 fornitori della filiera per dimezzare le perdite e gli sprechi entro il 2030. Si stima che un miliardo di tonnellate di cibo viene perso o sprecato ogni anno, il che equivale a 940 miliardi di dollari di perdite economiche ed è causa dell’8% delle emissioni globali di gas serra.L’obiettivo di Steriltom – spiega la società in una nota – è quello di mettere in campo strategie attuabili durante le proprie attività produttive per ridurre lo spreco alimentare, misurare le giacenze di cibo e dei rifiuti. “Questo progetto – fa sapere Steriltom – non è un unicum, ma fa parte di una serie di attività che l’azienda sta portando avanti negli anni in termini di sostenibilità dei prodotti, dal campo alla fabbrica. Tra le collaborazioni importanti sul tema troviamo l’iniziativa per la biodiversità, sviluppata con Nestlé, attraverso l’applicazione di protocolli di coltivazione integrata e sostenibile, l’incremento di coltura biologica e la scelta di fornirsi principalmente da agricoltori locali a km 0”.Tra i supermercati e i fornitori che aderiscono a “10x20x30″ vi sono AEON, Ahold Delhaize, Carrefour, IKEA Food, Kroger, METRO AG, Migros (Turchia), Pick n Pay, The Savola Group, Sodexo, Tesco e Walmart. Tra questi vi sono sei delle più grandi catene di supermercati al mondo e i principali rivenditori di generi alimentari in regioni come l’Africa meridionale, il Medio Oriente e il Giappone.”L’attenzione al prodotto e a evitare gli sprechi è sempre stata nel DNA della nostra azienda familiare fin dai tempi del nonno – ha dichiarato Alessandro Squeri, direttore commerciale e membro della famiglia proprietaria di Steriltom –. Grazie al supporto di Metro AG potremo migliorare ancora di più i nostri risultati, con tecniche di monitoraggio e modalità di produzione innovative. La pandemia Covid-19 ha aumentato l’urgenza di combattere lo spreco di cibo e, in tal senso, affrontare questo tema è una strategia chiave per garantire un business sostenibile in ambito alimentare”. LEGGI TUTTO

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    Turismo, Coldiretti: pesa agosto senza 8 milioni di stranieri

    (Teleborsa) – Il mese di agosto si è chiuso praticamente senza gli 8 milioni di viaggiatori stranieri che lo scorso anno avevano pernottato in Italia, con un pesante impatto economico ed occupazionale sul settore turistico nazionale.È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti a commento dei dati Istat sulle preoccuoazioni degli operatoti anche per l’impatto della chiusura delle frontiere e dei vincoli posti al turismo dall’estero resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus.L’assenza di stranieri in vacanza in Italia pesa sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea la Coldiretti – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti e la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne.Una situazione che ha avuto dunque un impatto rilevante sulle attività di ristorazione, dalle pizzerie alle gelaterie fino a quelle piu’ tradizionali, oltre che sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari da acquistare come souvenir. Le conseguenze si faranno sentire – precisa la Coldiretti – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio.Un vuoto che non è peraltro stato compensato da ben 21,1 milioni gli italiani che hanno scelto il mese di agosto per le vacanze che è di gran lunga il più gettonato dell’estate ma anche quello che ha fatto segnare il calo minore (-11%) delle presenze dopo i crolli di giugno (-54%) e luglio (-23%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. In altre parole – continua la Coldiretti – anche 2,7 milioni di italiani hanno rinunciato a prendere le ferie ad agosto per le incertezze, le preoccupazioni e le difficoltà economiche generate dal coronavirus. LEGGI TUTTO

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    CIBUS, Giansanti: “Istituire Forum permanente sull'agroalimentare”

    (Teleborsa) – Rilanciare l’agroalimentare italiano attraverso un forum permanente di confronto di tutta la filiera, dalle aziende agricole, alla trasformazione, fino alla logistica ed al commercio. Questa la proposta lanciata oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano, Giansanti, nel suo intervento al Cibus Forum.”La pandemia – ha detto il presidente di Confagricoltura – avrà conseguenze di ordine strutturale sui consumi e, di conseguenza, sulle modalità di produzione dei nostri prodotti. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, ma anche grandi opportunità. Oggi produciamo il 75% del nostro fabbisogno; dobbiamo arrivare al 100%. Produrre di più in modo più competitivo deve essere il nostro obiettivo, l’obiettivo di tutta la filiera. Ci sono ampi spazi di crescita sul mercato globale. C’è grande voglia di made in Italy, come dimostra la domanda di prodotto fake”. Un percorso nel quale, secondo Confagricoltura, “avranno un ruolo determinante ricerca e innovazione”.”Dobbiamo rafforzare il concetto di cibo strettamente legato all’agricoltura e opporci a quello fatto in laboratorio – ha continuato Giansanti -. Ciò non significa non utilizzare tutte le opportunità che le nuove tecnologie, anche genetiche, offrono. Dobbiamo produrre bene, ma dobbiamo anche farlo al minor costo possibile”.In merito alle discussioni in corso sulla riforma della PAC e sulle comunicazioni della Commissione “Farm to Fork” e “Biodiversity” Giansanti ha affermato che “in termini generali le proposte in discussione tendono a sottovalutare l’importanza della produttività aziendale e della competitività delle imprese. Basti pensare – ha aggiunto – alla limitazione dei pagamenti diretti per le imprese maggiori e alla cosiddetta convergenza esterna che ignora la diversità dei costi di produzione negli Stati membri. O alle rigide riduzioni quantitative nell’uso delle sostanze chimiche imposte all’agricoltura entro il 2030, senza aver valutato l’impatto in termini di possibili perdite di produzione. In sostanza, non si è posta sufficiente attenzione alla necessità di coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, sottovalutando il ruolo che possono svolgere ricerca e innovazione”.La richiesta di Confagricoltura è che nei progetti che saranno finanziati con le risorse del “Next Generation Ue” ci sia adeguato spazio per la diffusione in agricoltura delle più moderne tecnologie, per meglio tutelare le risorse naturali senza perdite di produzione. LEGGI TUTTO

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    Coldiretti, in calo vendite vino italiano nel mondo (-4%)

    (Teleborsa) – Le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus.È quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno in occasione del Cibus Forum, dalla quale si evidenzia che il vino resta tuttavia la voce principale dell’export agroalimentare Made in Italy.Un dato comunque preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy con la vendemmia 2020 che – sottolinea la Coldiretti – è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna che è stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo.A infondere ottimismo è una vendemmia di buona/ottima qualità e anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dalle prossime settimane. La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt – sottolinea la Coldiretti – con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.Ma la vendemmia 2020 in Italia è influenzata anche dalle misure di sicurezza anti contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri che – spiega la Coldiretti – in passato contribuivano in modo significativo alla raccolta delle uve. Per questo è necessario estendere a tutte le Regioni i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta.“In questo contesto almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili per la vendemmia con una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che era stato introdotto per la prima volta in Italia proprio per la vendemmia e poi successivamente ingiustamente abrogato” conclude il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa per in cittadini in questo periodo di crisi”. LEGGI TUTTO