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    Produzione olio extravergine oliva, Grecia supera Italia

    (Teleborsa) – L’Italia perde il secondo gradino del podio della produzione mondiale di olio extravergine d’oliva. Dietro al colosso Spagna, capace di produrre 1,6 milioni di tonnellate, sale la Grecia che, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, dovrebbe chiudere la campagna 2020/2021 intorno alle 265mila tonnellate di olio prodotte.Sempre sul podio, ma medaglia di bronzo l’Italia che si piazza al terzo posto con meno di 250mila tonnellate di olio extravergine d’oliva, a causa del netto calo delle regioni olivicole più importanti come Puglia, Calabria e Sicilia. E l’appello al Governo e al neo ministro delle Politiche Agricole Patuanelli è quello di mettere mano a un piano strategico ulivicolo italiano.Una buona notizia però arriva dai consumi di olio extravergine d’oliva che, in un anno difficile a causa della pandemia, crescono nel nostro Paese di quasi il 6%, positiva anche la bilancia commerciale: si registra un aumento del livello delle esportazioni pari al 3,3% ed una riduzione dell’import del 9,2%. A livello di prezzi, invece, l’olio extravergine d’oliva italiano conserva il primato rispetto ai competitor internazionali, ma anche in questo caso ad influire è la ciclicità del raccolto. LEGGI TUTTO

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    Ue, a rischio 86 milioni dal Psr in Puglia. Von der Leyen: valutiamo una deroga

    (Teleborsa) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha garantito che verrà presa in considerazione la possibilità di concedere all’Italia una deroga delle regole sui tempi di spesa dei fondi Ue per lo Sviluppo rurale a causa delle eccezionali circostanze determinate dalla pandemia. Un rinvio che consentirebbe alla Regione Puglia di non non perdere i finanziamenti che non ha utilizzato in tempo.La rassicurazione da Bruxelles è arrivata in seguito ad una lettera dell’europarlamentare del M5S Mario Furore che ha messo in evidenza il rischio di perdere 86 milioni di euro dal Fondo agricolo europeo (Feasr), relativo al Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 in Puglia.”A gennaio – ha riferisce la presidente della Commissione nella sua risposta – le autorità italiane hanno presentato una dichiarazione di spesa per i pagamenti effettuati ai beneficiari nell’ultimo trimestre del 2020. La dichiarazione, in fase di verifica dai miei servizi, mostra un livello di spesa a carico del bilancio dell’Ue inferiore all’importo necessario per evitare il disimpegno automatico”. Per questo le stesse autorità italiane hanno chiesto a fine gennaio hanno chiesto una deroga su questo punto del regolamento. “I miei servizi – ha spiegato von der Leyen – stanno verificando ora se sono soddisfatte le condizioni stabilite dalla legislazione per la concessione di questa eccezione, e quale importo soggetto al disimpegno automatico potrebbe essere esentato a causa di procedimenti legali con effetto sospensivo e/o essere giustificato dall’impossibilità di erogare i fondi per cause di forza maggiore relativa al Covid-19. Informeranno di conseguenza le autorità italiane”.”A questo proposito – ha concluso la presidente della Commissione von der Leyen – posso assicurarvi che la Commissione prenderà in considerazione l’impatto che la pandemia ha avuto sull’attuazione del programma, sulla base delle informazioni fornite dalle autorità italiane”.”Nelle prossime settimane – ha dichiarato Furore in una nota – insieme alla mia collega pugliese Chiara Gemma a tutti gli europarlamentari pugliesi ci muoveremo insieme per assicurare lo sblocco di queste risorse. Le parole di Ursula Von der Leyen di oggi fanno ben sperare. Uniti possiamo incidere per il bene dei cittadini e dell’Italia”. Gli altri firmatari della lettera alla presidente dell’esecutivo europeo sono gli europarlamentari Isabella Adinolfi, Chiara Gemma, Dino Giarrusso e Daniela Rondinelli. LEGGI TUTTO

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    Bellanova: nessun problema per rifornimenti alimentari, evitate code ai supermercati

    (Teleborsa) – La ministra all’agricoltura Teresa Bellanova interviene per tranquillizzare chi si dice preoccupato della tenuta del sistema italiano dei rifornimenti alimentari.”Sto ricevendo – ha scritto oggi Bellanova sulla sua pagina Facebook – in questi giorni e anche in queste ore notizie di code e assembramenti nei negozi di alimentare per timore di un nuovo lockdown e di problemi negli approvvigionamenti di cibo”.”Voglio tranquillizzare tutti – ha aggiunto la ministra – La filiera agroalimentare è assolutamente in grado di garantire, come in tutti questi mesi, cibo sano e sicuro al Paese”.Infine un invito a comprare “il necessario”, affinché, conclude la ministra, “non ci siano code e assembramenti che rappresentano un rischio per lavoratori e consumatori, e perché non si sprechi cibo”. LEGGI TUTTO

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    Fipe-Confcommercio: a settembre a casa metà dei dipendenti di bar e ristoranti

    (Teleborsa) – A settembre a casa senza lavorare più di 400mila dipendenti di bar e ristoranti. È la stima realizzata dall’Ufficio Studi della Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, sulla base dei dati relativi alle ore di cassa integrazione in deroga diffusi oggi dall’Inps ed ai contratti di lavoro a tempo determinato.Secondo l’Istituto nazionale di previdenza, infatti, nel corso del mese di settembre sono stati autorizzate oltre 8,7 milioni di ore di cig in deroga per i lavoratori di alloggio e ristorazione. Partendo da questo dato, l’Ufficio Studi Fipe-Confcommercio ha calcolato che tra lavoratori in cassa integrazione, circa 50 mila persone, e contratti a tempo determinato non attivati, circa 350mila, la metà degli 850mila dipendenti di bar e ristoranti non è stato impiegato nel corso dell’ultimo mese.”Questo dato è drammatico – commenta la federazione – e dimostra non solo che il settore dei Pubblici esercizi è tra i più colpiti a causa della pandemia e delle misure di contrasto alla diffusione del virus, ma anche che, subito dopo l’estate, moltissime attività di ristorazione hanno chiuso i battenti o lavorano al minimo lasciando a casa i dipendenti. Le previsioni per i prossimi mesi sono ancor più negative se si pensa alle misure restrittive adottate da governo e Regioni nell’ultima settimana. A questo punto, non possiamo più aspettare oltre: serve un intervento immediato con contributi a fondo perduto per compensare le perdite di fatturato dei pubblici esercizi. Centinaia di migliaia di posti di lavoro rischiano di essere cancellati definitivamente”. LEGGI TUTTO

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    PAC post 2020, MIPAAF: raggiunta intesa politica in Consiglio

    (Teleborsa) – “Dopo oltre 2 anni di negoziati, al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura svoltosi in Lussemburgo gli Stati Membri europei hanno raggiunto ieri a tarda notte un accordo generale sulla Politica Agricola Comune post 2020, che andrà ora negoziato in trilogo con la Commissione e il Parlamento europeo. L’intesa – sottolinea in una nota il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – “segna un’evoluzione storica dell’impianto tradizionale della politica agricola”.Per la prima volta, infatti, i fondi della PAC saranno assegnati in base ai risultati raggiunti anziché al mero rispetto delle norme di conformità. L’accordo prevede che ogni Stato Membro presenti un Piano strategico nazionale per la definizione e attuazione di tutti gli interventi, a seguito di un’analisi dei fabbisogni. Le Regioni, attraverso le proprie Autorità di Gestione, potranno continuare ad attuare gli interventi inerenti lo sviluppo rurale.”Siamo molto soddisfatti dei compromessi raggiunti in merito alle nostre produzioni bandiera”, ha commentato la Ministra Bellanova che aggiunge: “Saremo finalmente in grado di attuare interventi di investimento e ristrutturazione nel settore dell’olio di oliva, a beneficio anche dei produttori danneggiati dalla xylella, così come di continuare a sostenere il settore vitivinicolo, ad esempio finanziando l’impianto di nuovi vigneti”.La riforma, che entrerà in vigore il primo gennaio 2023 al termine dei due anni di transizione, presenta novità importanti. Tra queste le ambiziose disposizioni volte ad allineare la politica agricola europea alla sfida dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.Una percentuale minima del 30% delle spese del II pilastro (Sviluppo Rurale) dovrà essere destinata a misure agro-ambientali, ed almeno il 20% delle risorse del I pilastro (pagamenti diretti) dovranno essere allocate a schemi ecologici, ovvero a misure come l’inerbimento dei frutteti, la riduzione dei fitofarmaci e fertilizzanti, i metodi di agricoltura biologica e ulteriori pratiche agricole benefiche per l’ambiente.Particolare attenzione, dedicata ai giovani agricoltori e ai piccoli agricoltori. I primi potranno ad esempio beneficiare di un contributo per iniziare l’attività fino a 100.000 euro, mentre per i secondi è prevista maggiore semplificazione e l’esonero da eventuali tagli dei pagamenti diretti necessari per costituire una riserva anticrisi. Su richiesta italiana si prevede, inoltre, la possibilità di destinare una piccola percentuale dei pagamenti agli agricoltori per costituire un fondo con funzioni assicurative nel caso di eventi avversi. LEGGI TUTTO

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    World Food Day 2020, FAO: “Oltre 2 miliardi di persone non hanno cibo sufficiente”

    (Teleborsa) – “Oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare a sufficiente cibo sano e nutriente. Negli ultimi 75 anni il mondo ha fatto grandi passi in avanti nella lotta contro la povertà, la fame e la malnutrizione e anche la produttività agricola e i sistemi alimentari hanno fatto molta strada. Ciononostante troppe persone sono ancora vulnerabili”. Questo l’allarme lanciato dalla Fao in occasione del “World Food Day 2020”. In tale scenario, aggravato ora dalla pandemia Covid-19 che minaccia di invertire importanti traguardi raggiunti nell’ambito della sicurezza alimentare, della nutrizione e dei mezzi di sussistenza, il tema della Giornata dell’alimentazione di quest’anno “Coltivare, nutrire, preservare. Insieme” sta ad evidenziare la stretta interconnessione tra produzione alimentare, nutrizione e salute.”I paradossi dell’accesso al cibo sono evidenti. Da un lato 690 milioni di individui sulla Terra che ancora oggi soffrono la fame e 2 miliardi malnutriti, dall’altro una persona su 8 nella nostra civiltà occidentale soffre di obesità o di malattie connesse alla cattiva o eccessiva alimentazione” rileva Confagricoltura. Per l’Organizzazione agricola l’obiettivo non deve essere solo quello di dare accesso al cibo a tutti (Fame Zero), ma “permettere a tutti di fruire di un’agricoltura produttiva e non di sussistenza” attraverso “uno sforzo collegiale dei governi per superare le tensioni e le guerre, anche commerciali”.Una sfida resa più difficile dall’emergenza coronavirus. Coldiretti sottolinea, infatti, l’impatto del balzo dei prezzi mondiali dei prodotti alimentari che hanno raggiunto il valore massimo da inizio pandemia per effetto di quattro rincari mensili consecutivi che riducono le possibilità di acquisto e fanno sprofondare nella fame nuove fasce della popolazione. Da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Fao – pubblicata in occasione di questa Giornata – emerge, infatti, un rincaro del 5% del prezzo del cibo nel mondo a settembre 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La “bolletta alimentare globale” ha raggiunto il valore record degli ultimi sette mesi per effetto soprattutto – spiega Coldiretti – dei prezzi dei cereali come grano e mais che hanno fatto segnare aumenti del 13,6% nell’ultimo anno. Anche le quotazioni internazionali del mais rincarano ma sotto pressione al rialzo sono anche i prezzi mondiali del burro e dei formaggi e anche le quotazioni della carne di pollo. LEGGI TUTTO

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    Vino e “semestre Covid”: quali effetti su commercio mondiale?

    (Teleborsa) – Il “semestre Covid-19” (marzo-agosto) pesa anche sul commercio mondiale di vino, con una contrazione senza precedenti. Nei Paesi extra-Ue – secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane – gli scambi complessivi di vino nel semestre considerato hanno subito un calo a valore del 15,2%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.Il decremento più significativo è relativo alle bollicine (-28,8%), che “sgasate'”dal lockdown perdono quota in tutti i 10 top importer, che rappresentano il 92% del mercato extra-Ue.In tutto ciò il vino italiano, pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent’anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno. Nel primo bimestre il trend segnava infatti +14,5%.Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, “in un altro periodo l’export in calo di quasi il 9% significava crisi, oggi è una mezza vittoria se si guardano i competitor, ma il bicchiere rimane comunque mezzo vuoto e la congiuntura non aiuta. Il nostro osservatorio evidenzia uno scenario sempre più asimmetrico all’interno del comparto, e a pagare sono soprattutto le piccole e medie imprese di qualità, asse portante del Made in Italy. LEGGI TUTTO