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    Consumi, Coldiretti: “Da primo lockdown persi 130 miliardi”

    (Teleborsa) – L’emergenza Covid taglia di quasi 130 miliardi i consumi degli italiani che crollano dell’11,8% nel 2020 rispetto all’anno precedente e toccano il minimo dall’ultimo decennio per effetto delle restrizioni adottate per combattere la pandemia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat ad un anno dal primo lockdown scattato con il Dpcm dell’8 marzo 2020 per la Lombardia ed alcune province e poi esteso l’11 marzo all’intero territorio nazionale.A far registrare il risultato più negativo – sottolinea la Coldiretti – sono stati gli alberghi e i ristoranti con un calo del 40,2% seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%. In controtendenza – rileva l’analisi – sono solo i consumi alimentari delle famiglie tra le mura domestiche che fanno registrare un segno positivo e aumentano complessivamente del 3,3% che tuttavia non compensa il crollo della spesa fuori casa. La riduzione dei consumi nella ristorazione ha travolto a valanga interi comparti dell’agroalimentare Made in Italy, con vino e cibi invenduti per un valore stimato dalla Coldiretti in 11,5 miliardi dopo un anno di aperture a singhiozzo che hanno messo in ginocchio l’intera filiera dei consumo fuori casa che vale 1/3 della spesa alimentare degli italiani fuori casa.”La drastica riduzione dell’attività – afferma la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”. Sui settori maggiormente colpiti – secondo l’analisi della Coldiretti su dati Bankitalia – pesano le difficoltà del turismo che diventa importante far ripartire per evitare il rischio di una estate senza stranieri in vacanza in Italia che costerebbe 11,2 miliardi per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.”L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con ben 23,3 milioni di viaggiatori stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Italia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio ed occorre ora cogliere le opportunità dell’avanzare della campagna di vaccinazione per arrivare ad un certificato europeo che possa garantire la libertà di spostamento tra Paesi. Turismo e cibo rappresentano le principali leve per la ripartenza del Made in Italy sulle quali investire con il Recovery Plan”. Tra i progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan figurano digitalizzazione delle campagne: foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città; invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua; chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici; e interventi specifici nei settori in difficoltà, dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva. LEGGI TUTTO

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    Agroalimentare, Fondo Italiano d'Investimento lancia “Agritech e Food”

    (Teleborsa) – Rendere la filiera agroalimentare italiana più grande, più tecnologica e più resiliente. Con questo obiettivo il consiglio di amministrazione di Fondo Italiano d’Investimento ha presentato nei giorni scorsi il nuovo fondo “Agritech & Food”, interamente dedicato all’agroalimentare italiano.Il veicolo, con una dimensione target di 700 milioni di euro, ha l’obiettivo di fornire capitale per la crescita in un’ottica di medio-lungo periodo. Nel dettaglio prevede un focus strategico sui segmenti più all’avanguardia e con maggiore potenziale di sviluppo come precision farming, sementi, chimica verde per l’agricoltura, tecnologie per la produzione di bio-energy, prodotti agricoli e relativi processi di trasformazione industriale, e-commerce di prodotti agricoli.Durante il cda sono stati presentati i risultati al 31 dicembre 2020 dell’attività di fondi di fondi, che confermano una buona capacità da parte dei veicoli della SGR di affrontare la crisi in atto. I 4 fondi di fondi sono tutti dedicati a sostenere la crescita delle piccole e medie imprese italiane e hanno realizzato commitment per quasi 1 miliardo, movimentando risorse per l’economia reale italiana superiori a 4,5 miliardi. LEGGI TUTTO

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    Convase, si rafforza sinergia tra mondo agroalimentare e sementiero

    (Teleborsa) – Valorizzare la qualità delle produzioni in un’ottica interprofessionale e stimolare un dialogo costruttivo capace di anticipare le esigenze del settore e qualificare l’intera filiera. Con questo obiettivo Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Assosementi aderiscono formalmente al Consorzio per la valorizzazione delle sementi Convase, che riunisce 23 aziende rappresentanti il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia, rafforzando così la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare. L’intesa – si legge in una nota congiunta – è stata annunciata oggi durante l’incontro “Il settore sementiero e agricolo: sfide e opportunità nello scenario post-Covid”.L’accordo raggiunto permette, inoltre, – sottolineano le associazioni – di dare gambe alla creazione del disciplinare “Seme di Qualità”, presentato un anno fa ed elaborato dal Convase, con il supporto Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, per dare agli agricoltori la possibilità di conoscere le informazioni sulla tracciabilità delle sementi, offrendo garanzie sulla qualità del seme acquistato e indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilità di ottenere produzioni elevate e di qualità.”La filiera agroalimentare – hanno sottolineato i rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – parte dal seme. Non a caso gli agricoltori operano in stretto e costante contatto con i produttori di sementi, testando direttamente in campo i risultati del loro lavoro e indicando le richieste e le esigenze che arrivano dal mercato, con particolare riferimento alle problematiche agronomiche, fitosanitarie, di resa e di carattere qualitativo. Proprio per tali ragioni – aggiungono le sigle – è fondamentale poter disporre di uno strumento in grado di assicurare la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo sin dall’inizio del ciclo, partendo dalla semente”. Una tracciabilità che – come ribadito durante l’odierno confronto – ha inizio dal seme, primo e fondamentale elemento per assicurare la qualità del prodotto al consumatore finale. Nel 2020, a fronte di un calo su base annua del 2% circa delle superfici produttive destinate alla coltivazione di grano duro, grano tenero e orzo, cresce sempre di più l’impiego di seme non certificato, che secondo un’elaborazione di Assosementi ha superato anche nel 2020 il 50% delle superfici coltivate a grano duro. In tale contesto, l’intesa raggiunta servirà a rafforzare e confermare la volontà dei principali attori di vincere le sfide comuni che il settore è chiamato ad affrontare. Secondo le associazioni, inoltre, la riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo governo potrà certamente contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non è mai stato rivisto e adeguato. LEGGI TUTTO

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    Patuanelli: a lavoro con il Cts su un protocollo per la ripartenza della ristorazione

    (Teleborsa) – Si lavora a un protocollo per la ripartenza in sicurezza del settore della ristorazione elaborato dal Ministero dell’Agricoltura in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico. È quanto ha annunciato il ministro Stefano Patuanelli nel suo intervento in streaming al Consiglio nazionale della Coldiretti, la sua prima uscita pubblica da quando ha assunto la direzione del dicastero.”Il Fondo pensato a inizio anno è stato utile, ma ora dobbiamo avere la forza di garantire alle persone di poter tornare al ristorante. Anche perché ci sono comparti fornitori, come quello del vino in grande sofferenza”, ha aggiunto. Il ministro ha poi delineato gli obiettivi del suo Ministero: “dobbiamo avere la capacità di vedere lontano ma di non dimenticare ciò che è vicino, facendo un passo alla volta nella giusta direzione. Tra i nostri primi obiettivi la lotta alle pratiche sleali, risolvere il problema di cumulabilità dei crediti di imposta proseguendo nel lavoro di Agricoltura 4.0. E ancora impegnarci sul tema della innovazione: non dobbiamo accontentarci della banda larga nelle aree interne ma dobbiamo pensarla in termini di agricoltura di precisione, monitoraggio satellitare, sensoristica per migliorare la qualità e eliminare costi per chi produce. E pensare alla blockchain anche sull’etichettatura per ridurre i costi garantendo tutte le informazioni al consumatore”.Decisa la posizione di Patuanelli anche in merito al sistema di etichettatura Nutriscore: “finché sarò ministro mi batterò con tutte le forze affinché il Nutriscore venga abbandonato, è un danno enorme per il nostro paese”. LEGGI TUTTO

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    Assicurazioni, Zurich Italia lancia la protezione completa per il settore agricolo

    (Teleborsa) – Grazie alla diffusa presenza territoriale e all’ampia varietà e qualità delle produzioni, il settore agricolo, coprendo circa il 15% del PIL nazionale, continua a rappresentare una componente fondamentale dell’economia del nostro Paese nonché un settore chiave per il commercio estero e per la ripresa post-pandemia. Dalle stime Istat emerge come agricoltura e industria alimentare siano tra i settori più resilienti di fronte alla crisi in corso rispetto alla media generale dell’economia. Nonostante questo, sottolinea Elena Rasa, chief underwriting officer di Zurich Italia, “i rischi a cui sono esposte le aziende agricole sono molti e diversificati e ad oggi solo una ridotta percentuale delle aziende agricole italiane è assicurata”. Per tale ragione, – spiega Zurich in una nota – dal confronto diretto con le aziende agricole e i consorzi è nata la nuova soluzione assicurativa multirischio di Zurich specifica per le aziende agricole.”Dopo il lancio di Zurich Gusto, dedicata alle PMI del comparto alimentare, – afferma Rasa – questa nuova soluzione completa la nostra offerta a supporto della filiera agroalimentare, un’eccellenza italiana nonché una industry strategica per il nostro Paese. Allo stesso tempo, riconferma il nostro impegno per lo sviluppo di una cultura del rischio specifica”.Nel dettaglio “Zurich Azienda Agricola” assicura i rischi connessi alla attività agricola, agrituristica e zootecnica e protegge le aziende dagli imprevisti che caratterizzano il mondo agricolo. Tutela inoltre –evidenzia la nota – le attività agricole con una protezione multirischio, che prevede cinque differenti sezioni di garanzie combinabili tra loro (incendio e danni ai beni, furto, tutela del reddito, danni a terzi e tutela legale) e la possibilità di personalizzare ulteriormente la copertura. La nuova soluzione offre inoltre garanzie specifiche come la “multi-location”, che permette di assicurare in unico contratto tutti i luoghi in cui l’azienda svolge la propria attività, e la protezione aggiuntiva degli impianti fotovoltaici, anche per i danni derivanti da incendio e furto.La nuova copertura è studiata, infine, per le aziende produttrici di prodotti certificati Bio, che beneficiano di una indennità speciale aggiuntiva pari al 20% dell’importo indennizzabile, e protegge i lavoratori impegnati in progetti di agricoltura sociale, come ad esempio progetti finalizzati all’inserimento socio-lavorativo di soggetti con disabilità, al supporto riabilitativo con l’ausilio di animali e alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche. LEGGI TUTTO

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    FPT Industrial e Fontanafredda insieme per il vino a “emissioni zero”

    (Teleborsa) – Una partnership fra la rinomata azienda vinicola Fontanafredda e FPT Industrial, brand del Gruppo CNH Industrial, per la sostenibilità della produzione vinicola italiana e per un progetto che si candida ad essere il primo esempio di produzione di vino a “zero emissioni”. E’ questo il senso dell’iniziativa “Un’annata mai così sostenibile”, presentata oggi dalle due aziende, che hanno avviato una partnership dal 2019.”La storia di cui parliamo è ambientata in un luogo che ci piacerebbe visitare. Le Langhe piemontesi sono uno dei luoghi più affascinanti del nostro paese, una terra che produce vino, ma anche una terra di sperimentazione e innovazione, dove presto nascerà il vino più ecologico del mondo”, ha esordito Annalisa Stupenengo, CEO di FPT Industrial, spiegando che protagonisti sono il vino Barolo ed un motore FPT a metano.”Il vino è uno dei prodotti migliori della nostra tradizione, la tecnologia è entrata in modo importante nei vigneti, per realizzare un prodotto migliore, perché non c’è contraddizione fra la tutela dell’ambiente e l’uso della tecnologia”, ha sottolineato la manager, presentando questo progetto di produzione di vino biologico ed a “zero emissioni” di CO2 da parte della rinomata cantina piemontese, conosciuta in ben cinque continenti per il suo Barolo.”Il motore è un motore di FPT Industrial montato su un trattore cingolato”, ha proseguito la Stupenengo, ricordando che l’azienda ha introdotto i primi motori a gas naturale venticinque anni fa ed oggi vi sono oltre 25mila motori a gas in esercizio, fra camion, trattori ed autobus. “Il gas naturale – ha aggiunto – è la fonte che ci consentirà di affrontare le sfide future e ci consente oggi di entrare nel mondo fantastico della transizione energetica e dell’economia circolare”.FPT Industrial ha l’obiettivo di ridurre l’impatto di tutte le attività industriali e per questo ha siglato una serie di partnership, come quelle con Fontanafredda e con Green Pea, e presentato il concept Cursor X, che rappresenta più di un’idea, piuttosto un prototipo che oggi è esposto al museo dell’energia pulita di Torino.”L’evoluzione tecnologica, la sperimentazione e l’innovazione sono sempre state parte DNA di Fontanafredda, la cantina fondata dal figlio di Vittorio Emanuele nel 1878″, ha affermato Andrea Farinetti, proprietario delle cantine Fontanafredda e figlio del re del food Oscar Farinetti, che ha definito questa operazione “galattica”.”Per noi è fondamentale ragionare a 360 gradi su tutta la filiera”, ha spiegato Andrea Farinetti, ricordando il senso di questa partnership, che coinvolge tutte aziende piemontesi, ai vari stadi della catena del valore.Il risultato di questa collaborazione – ha sottolineato Oscar Farinetti – sarà evidente alla “prima vendemmia a impatto zero”, con un vino che “migliora il benessere e rispetta il pianta”. Fontanafredda è “un grande esempio italiano” e grazie ad FPT “può agire mantenendo intatte e migliorando le performance agricole e di coltivazione della terra, avendo rispetto per la terra e la natura”.Il vino a “emissioni zero” di FontanafreddaIl progetto consente ad un’azienda come Fontanafredda di usare il biometano ottenuto da sottoprodotti naturali, quali rami, foglie ed altri prodotti agricoli di scarto, per alimentare un trattore cingolato New Holland con motore FPT Industrial F28 Natural gas alimentato a bio-metano, per ottenere un vino migliore, biologico, e ad emissioni zero, che rispetta l’ambiente ed utilizza energia rinnovabile. Un impegno di filiera, che coinvolge molte aziende piemontesi, di cui FPT è capofila con i suoi motori all’avanguardia e “green”.Il prototipo di trattore per Fontanafredda – ha spiegato Pierpaolo Biffali, Vice President Product Engineering di FPT Industrial – è una macchina agricola complessa, adatta per essere utilizzata su terreni impervi, ma garantisce autonomia sufficiente ad effettuare il fare lavoro ed è equivalente ad una macchina tradizionale. Il propulsore è il cuore del mezzo agricolo, può usare sia gas fossile che biometano, è modulare e presto arriverà anche in versione ibrida.All’evento è intervenuto anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, congratulandosi con le due aziende. “Questo è un momento significativo sotto il profilo simbolico, che mi auguro che faccia da esempio a tanti agricoltori”, ha affermato il governatore, sottolineando che si tratta di “un passaggio fondamentale” a livello internazionale e che oggi i tradizionali marchi IGP “da soli non bastano”, ma “occorre andare oltre”, garantendo sia l’origine di un prodotto che il rispetto del territorio ed offrire un “valore distintivo ai prodotti del futuro”. LEGGI TUTTO

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    Produzione olio extravergine oliva, Grecia supera Italia

    (Teleborsa) – L’Italia perde il secondo gradino del podio della produzione mondiale di olio extravergine d’oliva. Dietro al colosso Spagna, capace di produrre 1,6 milioni di tonnellate, sale la Grecia che, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, dovrebbe chiudere la campagna 2020/2021 intorno alle 265mila tonnellate di olio prodotte.Sempre sul podio, ma medaglia di bronzo l’Italia che si piazza al terzo posto con meno di 250mila tonnellate di olio extravergine d’oliva, a causa del netto calo delle regioni olivicole più importanti come Puglia, Calabria e Sicilia. E l’appello al Governo e al neo ministro delle Politiche Agricole Patuanelli è quello di mettere mano a un piano strategico ulivicolo italiano.Una buona notizia però arriva dai consumi di olio extravergine d’oliva che, in un anno difficile a causa della pandemia, crescono nel nostro Paese di quasi il 6%, positiva anche la bilancia commerciale: si registra un aumento del livello delle esportazioni pari al 3,3% ed una riduzione dell’import del 9,2%. A livello di prezzi, invece, l’olio extravergine d’oliva italiano conserva il primato rispetto ai competitor internazionali, ma anche in questo caso ad influire è la ciclicità del raccolto. LEGGI TUTTO

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    Ue, a rischio 86 milioni dal Psr in Puglia. Von der Leyen: valutiamo una deroga

    (Teleborsa) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha garantito che verrà presa in considerazione la possibilità di concedere all’Italia una deroga delle regole sui tempi di spesa dei fondi Ue per lo Sviluppo rurale a causa delle eccezionali circostanze determinate dalla pandemia. Un rinvio che consentirebbe alla Regione Puglia di non non perdere i finanziamenti che non ha utilizzato in tempo.La rassicurazione da Bruxelles è arrivata in seguito ad una lettera dell’europarlamentare del M5S Mario Furore che ha messo in evidenza il rischio di perdere 86 milioni di euro dal Fondo agricolo europeo (Feasr), relativo al Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 in Puglia.”A gennaio – ha riferisce la presidente della Commissione nella sua risposta – le autorità italiane hanno presentato una dichiarazione di spesa per i pagamenti effettuati ai beneficiari nell’ultimo trimestre del 2020. La dichiarazione, in fase di verifica dai miei servizi, mostra un livello di spesa a carico del bilancio dell’Ue inferiore all’importo necessario per evitare il disimpegno automatico”. Per questo le stesse autorità italiane hanno chiesto a fine gennaio hanno chiesto una deroga su questo punto del regolamento. “I miei servizi – ha spiegato von der Leyen – stanno verificando ora se sono soddisfatte le condizioni stabilite dalla legislazione per la concessione di questa eccezione, e quale importo soggetto al disimpegno automatico potrebbe essere esentato a causa di procedimenti legali con effetto sospensivo e/o essere giustificato dall’impossibilità di erogare i fondi per cause di forza maggiore relativa al Covid-19. Informeranno di conseguenza le autorità italiane”.”A questo proposito – ha concluso la presidente della Commissione von der Leyen – posso assicurarvi che la Commissione prenderà in considerazione l’impatto che la pandemia ha avuto sull’attuazione del programma, sulla base delle informazioni fornite dalle autorità italiane”.”Nelle prossime settimane – ha dichiarato Furore in una nota – insieme alla mia collega pugliese Chiara Gemma a tutti gli europarlamentari pugliesi ci muoveremo insieme per assicurare lo sblocco di queste risorse. Le parole di Ursula Von der Leyen di oggi fanno ben sperare. Uniti possiamo incidere per il bene dei cittadini e dell’Italia”. Gli altri firmatari della lettera alla presidente dell’esecutivo europeo sono gli europarlamentari Isabella Adinolfi, Chiara Gemma, Dino Giarrusso e Daniela Rondinelli. LEGGI TUTTO