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    Ferrero entra nel settore dei gelati confezionati: da aprile in Italia e 4 Paesi europei

    (Teleborsa) – Il Gruppo Ferrero è entrato nel mercato dei gelati confezionati con il lancio lancia degli stecchi Ferrero Rocher – nelle versioni Classic, Dark e Raffaello – e i ghiaccioli Estathé Ice, nei gusti limone e pesca. Le cinque ricette nel corso del mese di aprile saranno presenti in tutti i canali della grande distribuzione. Oltre che in Italia – dove il settore vale 1,9 miliardi di euro – gli stecchi verranno lanciati in altri quattro Paesi europei: Francia, Germania, Austria e Spagna. LEGGI TUTTO

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    Maltempo, CIA: “Subito piano emergenza per ristoro danni da gelate nei campi”

    (Teleborsa) – Le gelate della scorsa settimana hanno colpito il 60% dell’agricoltura italiana con gravi danni riscontrati in tutto il Paese da nord a sud, fino in Sardegna. Ne deriva, secondo le stime di Cia-Agricoltori Italiani, un taglio della produzione anche totale e per diversi milioni che richiede – questo l’appello lanciato oggi dalla Confederazione – un piano d’emergenza con risorse ancora più straordinarie e nuove strategie contro i cambiamenti climatici. “Servono – sottolinea Cia – migliori strumenti di gestione del rischio e incentivi, attraverso il PNRR, allo sviluppo di sistemi tecnologici di protezione delle colture. La straordinarietà delle forti e brusche variazioni meteorologiche nel momento di piena fioritura delle piante, fa evidenziare, ora, l’urgenza di un nuovo approccio al problema delle calamità naturali da affrontare anche in Europa e in chiave Green Deal”. Dal Veneto al Piemonte, dall’Emilia-Romagna alla Toscana, ma anche in Umbria, Lazio e Sardegna, fino in Campania, Basilicata e Puglia, – spiega la Confederazione – si è trattato di gelate che non si vedevano da 20 o 30 anni, ma che oggi si possono affrontare con consapevolezza e strumenti diversi e più innovativi, anche in piena crisi economica da pandemia.”La rapidità del confronto sui territori perché si attivino le istituzioni a livello regionale è ora nelle ore decisive – ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino –. Sul piano nazionale va fatta con urgenza una ricognizione degli strumenti vigenti e un’analisi del problema nell’ambito del PNRR e del Next Generation Eu per ragionare sul lungo periodo, ma dare anche, subito, risposte concrete”. Diversi gli esempi riportati da Cia. In Puglia, un intero campo di tulipani a Foggia, il primo e l’unico in tutta la regione, è andato completamente distrutto. Nella regione, vigneti, frutteti, ortaggi, seminativi, mandorleti e fiori sono stati pesantemente danneggiati e, in molti casi, – sottolineano gli agricoltori italiani – i prossimi raccolti potrebbero essere in parte o del tutto compromessi. Le gelate hanno colpito duro anche nel Barese, nella Bat, in provincia di Taranto, nel Brindisino e nel Leccese. Un disastro che porta – prosegue Cia – a chiedere lo stato di calamità, ma anche un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale e in parte dai fondi del Psr, per svincolare gli agricoltori sui rischi da assicurare e ridurre le franchigie. In Umbria, – si legge nella nota della Confedrazione – sono ore critiche per le verifiche sull’olio, ma è certo che i -8 gradi hanno lasciato il segno sul territorio. Colpito il settore ortofrutticolo e quello vitivinicolo, con il Sangiovese e il Grechetto che registrano un danno di produzione notevole, ma non ancora quantificabile. Le due varietà della vite sono, infatti, – spiega Cia – le più precoci, oltre a essere quelle maggiormente coltivate in Umbria. Nel corso delle passate settimane, con punte di 27 gradi ad anticipare l’estate, si sono visti i primi germogli. Ora, la gelata ha bloccato lo sviluppo delle viti nel momento più importante. Con un clima ottimale da adesso fino alla vendemmia, si avrà una pianta ancora in salute, forse, ma con ben pochi frutti. LEGGI TUTTO

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    Export ortofrutta, nel 2020 volume in calo ma crescita in valore

    (Teleborsa) – Cambiano le abitudini di consumo di ortofrutta in Italia. Nel 2020, con l’arrivo della pandemia, gli acquisti al dettaglio siano rimasti sostanzialmente stabili (-1% in quantità rispetto al 2019), ma sono cambiati i comportamenti di acquisto e consumo, con effetti che si risentiranno anche nel post-Covid 19. Parallelamente l’export di ortofrutta, pur con un calo in termini di volumi del 4% nel 2020, ha registrato una crescita in valore del 5%. Il comparto ha quindi tenuto nello scenario dell’emergenza pandemica. Questo il quadro emerso nel corso dell’evento online “L’ortofrutta nello scenario post Covid: come sono cambiati imprese, mercati e consumatori dopo un anno di pandemia” promosso e organizzato da CSO Italy e Nomisma, nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite all’ortofrutta.Per quanto riguarda l’export – come ha spiegato Barbara Brunello di CSO Italy – la diminuzione dei volumi è in alcuni casi una diretta conseguenza della minore offerta disponibile per alcune referenze, mentre in altri casi è un calo imputabile allo scoppio della pandemia, come mostrano le analisi temporali dei volumi spediti (nei mesi di marzo e aprile 2020 l’export di frutta e ortaggi è diminuito rispettivamente del 12% e del 10% rispetto allo stesso periodo del 2019). A fronte di una stabilità delle spedizioni verso il mercato intra Ue e una crescita di quello verso i Paesi europei extra Ue (+6% sul 2019), si registra invece un crollo delle esportazioni frutticole nei più lontani mercati degli altri continenti (-24% sul 2019). Sul fronte delle abitudini di consumo – rileva Nomisma – si è registrata una maggiore attenzione alla stagionalità, all’origine italiana dell’alimento, alla sua conservabilità e al prodotto ‘locale’. È cambiato, in sostanza, il profilo del consumatore di ortofrutta, che ora guarda a questi prodotti soprattutto alla ricerca di una vita sana ed equilibrata. Si moltiplicano le occasioni di consumo (un italiano su 3 mangia frutta anche fuori dai pasti, per merenda o per uno spuntino), si diversificano i canali di vendita (nel 2020 il 22% dei consumatori ha acquistato frutta o verdura online o tramite ordini telefonici), c’è grande attenzione alla varietà. Fra i criteri di scelta la stagionalità è citata dal 43% degli italiani, ma fondamentali per il 56 % dei consumatori sono origine e caratteristiche del processo produttivo (origine italiana, locale, biologico, tracciabilità, ecc.). mentre stenta ancora ad affermarsi la marca. Nel periodo del lockdown si è verificato un incremento importante degli acquisti (+13%), grazie alle ottime performance di prodotti come mele, arance, kiwi, patate, carote, solo per fare alcuni esempi, che grazie alle loro caratteristiche di elevata conservabilità, sono risultati i preferiti dai consumatori. La pandemia ha inoltre rimescolato le carte sul fronte dei canali di acquisto. I supermercati, il dettaglio specializzato, le superette e i discount proprio nel periodo di lockdown hanno aumentato la loro quota di mercato, mentre gli ipermercati, i mercati rionali e gli ambulanti hanno vissuto una importante contrazione. È cresciuta in modo significativo anche la vendita del prodotto confezionato che nel 2020 rappresenta il 23% del totale per la frutta e il 31% per gli ortaggi recuperando in entrambi i casi due punti percentuali rispetto al 2019. Cambia, inoltre, anche la mappa dei valori e nello scenario post Covid acquisteranno sempre maggiore importanza rispetto al passato: la preferenza per l’ortofrutta di origine italiana (sarà più rilevante per il 45% degli italiani), con una forte impronta “local” (35%); l’attenzione alla qualità, intesa come prodotto di stagione (42%), fresco (33%) e con garanzie di tracciabilità (34%); la spinta al “green”, sia in termini di packaging riciclabileecosostenibile (36%) che di produzioni biologiche (23%). Crescerà anche l’attenzione al prezzo, ma in maniera meno marcata (27%). Anche il packaging è un driver attivo nella scelta di un prodotto alimentare (il 25% dei consumatori considera anche le caratteristiche dei materiali della confezione tra i criteri di acquisto): è importante il ruolo di protezione del prodotto (citata dal 66% dei consumatori), ma anche il contributo attivo alla sostenibilità del prodotto (47%) e come “strumento” di comunicazione dei valori del prodotto (35%). In questo contesto anche il packaging dei prodotti ortofrutticoli ha un ruolo determinante: nel 2020 sono state vendute 2,6 miliardi di confezioni (+80 milioni rispetto al 2019), effetto legato alle nuove esigenze di sicurezza del consumatore che hanno spinto la ricerca di prodotto confezionato. Infine, l’indagine Nomisma sulle imprese ortofrutticole, che ha coinvolto una campione di 40 aziende, evidenzia la capacità di resilienza del settore ortofrutticolo in un contesto di eccezionale gravità, sia per effetto della pandemia che degli impatti negativi sulla produzione dovuti ad eventi climatici e avversità fitopatologiche (che hanno coinvolto oltre il 70% delle aziende). Le imprese sono state sempre attive, anche durante il lockdown, ed hanno prontamente adottato tutte le misure necessarie per evitare il contagio, nonostante le maggiori complessità organizzative (registrate dal 70% delle imprese del campione), la dilatazione dei tempi (55%), la minore efficienza del lavoro (60%) e conseguentemente l’incremento dei costi (65%). Le imprese si preparano ad affrontare un nuovo scenario post-Covid intercettando le nuove esigenze del consumo e pianificando il rilancio nei prossimi due anni, con attenzione soprattutto all’ampliamento e alla diversificazione dei mercati esteri (azioni pianificate nel 38% delle imprese), alla transizione ecologica nei sistemi produttivi e nel packaging (33% rispettivamente per confezioni più ecosostenibili o riciclabili e adozione di pratiche a maggiore sostenibilità ambientale), al confezionamento del prodotto fresco (31%) ed alla transizione digitale dell’industria 4.0 (23%). LEGGI TUTTO

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    Valsoia, nel 2020 utile sale del 6% a 7,7 milioni. Obiettivo nuove acquisizioni

    (Teleborsa) – Valsoia, azienda attiva nel settore alimentare e quotata sul MTA di Borsa Italiana, ha chiuso il 2020 con ricavi in crescita dell’11,6% a 83,5 milioni di euro, in particolare accelerazione sui mercati esteri (+26,9%). L’EBITDA è cresciuto del 7,6% a 11,97 milioni di euro, mentre l’utile netto è stato di 7,7 milioni di euro, registrando un +6,2% sull’esercizio precedente.Al 31 dicembre 2020 la posizione finanziaria netta complessiva della società risulta positiva per 21,5 milioni di euro rispetto ai 25,4 milioni al 31 dicembre 2019; pesa, sottolinea Valsoia, l’esborso effettuato a dicembre 2020, per circa 13 milioni di euro, per l’acquisizione del ramo di azienda Piadina Loriana. Il CdA ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti un dividendo di 0,38 euro per azione (stabile rispetto allo scorso anno), per complessivi 4 milioni di euro.”I risultati raggiunti da Valsoia nel 2020 mostrano una crescita significativa in entrambi i segmenti in cui operiamo, quello food e quello salutistico, grazie ad un portafoglio prodotti ben diversificato”, ha commentato il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi. “La società rimane anche post operazioni straordinarie concluse nel corso del 2020 con una ottima posizione finanziaria netta positiva per oltre 21 milioni di euro in grado, pertanto, di consentirci ulteriori operazioni straordinarie di crescita sia in Italia che all’estero”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Italian Wine Brands, ricavi 2020 in crescita del 30%. Dividendo di 0,25 euro

    (Teleborsa) – Italian Wine Brands, società quotata su AIM Italia e attiva nella produzione e vendita diretta di vini, ha chiuso il 2020 con ricavi in crescita del 29,7% a 204,3 milioni di euro, supportata sia da un aumento delle vendite dei marchi proprietari che dall’ingresso in portafoglio di nuovi. Il contributo dei mercati esteri è cresciuto del 32,8% e ormai rappresenta oltre l’80% delle entrate.L’EBITDA Restated del 2020 ha raggiunto i 25,6 milioni di euro (12,5% sui ricavi), contro i 18,1 milioni del 2019. Il risultato netto è cresciuto a 14,2 milioni, dai 7,9 milioni del 2019 (+79,7%). Al 31 dicembre 2020 il gruppo presenta una situazione di liquidità attiva pari a 1,4 milioni di euro, in miglioramento rispetto agli 0,6 milioni al 31 dicembre 2019.La società ha affermato che sono allo studio possibili operazioni di acquisizione di aziende riconosciute sul mercato e operanti nella produzione e distribuzione di vino italiano nel mondo. Perciò il CdA ha deciso di procedere alla distribuzione di un dividendo pari a 0,25 euro per azione, in modo da “mantenere adeguate risorse di cassa per essere pronta a cogliere eventuali opportunità di crescita”.”L’obiettivo che ci poniamo – ha affermato Alessandro Mutinelli, presidente e AD del gruppo – è quello di diventare il primo gruppo vinicolo italiano per dimensione, sia attraverso lo sviluppo organico delle attività sia attraverso operazioni di acquisizione di altre realtà vinicole che condividano la nostra stessa vision, i valori e gli obiettivi ambiziosi che ci poniamo”. LEGGI TUTTO

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    Restrizioni Pasqua, Confagricoltura: “Includere settore agricolo nel decreto Sostegno”

    (Teleborsa) – “L’impatto economico delle nuove e indispensabili misure restrittive per limitare i contagi da coronavirus si estenderà anche al settore agricolo che va, quindi, incluso nel Decreto Sostegno all’esame del governo”. È quanto ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commentando i provvedimenti che l’esecutivo si accinge ad assumere di fronte all’aggravamento della situazione sanitaria sul territorio nazionale.”Ancora una volta – prosegue Giansanti – sono più esposte le imprese e i settori produttivi più collegati con il canale HoReCa sul mercato interno e a livello internazionale. Per alcune produzioni – aggiunge il presidente di Confagricoltura – i tradizionali pranzi delle festività pasquali hanno un’elevata incidenza sul fatturato annuale. Le nostre strutture territoriali, inoltre, segnalano un crollo delle prenotazioni negli agriturismi”. Per il settore vino, ad esempio, segnala Confagricoltura, già si registrano elevate giacenze, oltre 61 milioni di ettolitri a fine gennaio, secondo i dati del Mipaaf.Il comparto, con 24mila aziende, quasi 14 milioni di presenze e 100mila addetti è in forte sofferenza: nell’ultimo anno le perdite superano 1,2 miliardi di euro, senza contare le vendite dirette. “Il mancato reddito deve essere compensato, in linea con le decisioni già prese in ambito europeo”, sottolinea Giansanti. L’esempio è quello del governo francese che – evidenzia Confagricoltura – nei giorni scorsi ha varato un aiuto pubblico a fondo perduto con una dotazione di 60 milioni di euro, per compensare le perdite di reddito degli allevatori di capi bovini. LEGGI TUTTO

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    Sigep, la fiera del “dolce” torna in versione full digital dal 15 marzo

    (Teleborsa) – Countdown iniziato per Sigep Exp 2021, la tradizionale fiera della pasticceria, gelateria artigianale, panificazione e caffé organizzata da Italian Exhibition Group, la società che gestisce la fiera di Rimini. L’evento torna quest’anno in versione completamente digitale dal 15 al 17 Marzo 2021.Internazionalità, competenze, tecnologia, mercato sono le coordinate su cui si svilupperà il palinsesto, grazie ad una piattaforma progettata per sviluppare business per gli espositori e buyers, condividere competenze e professionalità con due format di eventi live da studio televisivo, muovere un primo passo verso l’edizione in presenza di gennaio 2022.Il sentiment delle Associazioni che rappresentano le filiere ospiti sta in equilibrio tra un contesto internazionale tutt´ora incerto e la spinta a cogliere le opportunità che gli artigiani e la filiera tecnologica italiane possono dispiegare sui mercati esteri.”I gelatieri ci stanno mettendo tutta la loro passione, certi che le vaccinazioni renderanno l’estate 2021 migliore della precedente”, afferma Claudio Pica, Segretario generale AIG – Associazione Italiana Gelatieri, aggiungendo che sono due le strade da percorrere: l’internazionalizzazione verso mercati come Israele, Ecuador, Asia e Nord America e la valorizzazione del know-how professionale del gelatiere, con la creazione dell’Accademia Gelato Artigianale Alberto Pica che verrà presentata in questa edizione digitale».Roberto Leardini, Presidente UIF, Unione Italiana Food parla di Sigep come di una “opportunità per sperimentare nuovi strumenti di marketing e di comunicazione, auspicando che l’evento in digitale porti “risultati significativi”Per Marco Cavedagni, Presidente ACOMAG, Associazione Costruttori Macchine Arredamenti Attrezzature per Gelato “è necessario tenere vivo il collegamento tra gelatieri ed aziende, mentre Gino Fabbri, Presidente Accademia Maestri Pasticceri Italiani, vede in Sigep Exp “un’opportunità da cogliere al volo” e per presentare alcune novità, come le nuove tecniche di cottura sottovuoto.Giovanni Bizzarri, Presidente AIBI, Associazione Italiana Bakery Ingredients, vuole “credere in questa grande manifestazione internazionale, anche in un momento così complesso”, mentre Alberto Polojac, Presidente SCA, Specialty Coffee Association Italia, afferma che “la caffeina ci aiuta a reagire all’incertezza in un quadro economico che rimane comunque preoccupante per la caffetteria e la ristorazione in generale”.Roberto Perotti, Presidente Richemont Club Italia anticipa che i panificatori lavoreranno nel “Sigep Lab” allestito in CAST Alimenti, con una prospettiva molto internazionale e con slot molto coinvolgenti. LEGGI TUTTO