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    Vendemmia 2021, Confagricoltura: “Uve sane, volumi in lieve calo. Preoccupano gli eventi climatici”

    (Teleborsa) – Ottima qualità delle uve, una produzione quantitativa in lieve calo rispetto allo scorso anno, ritardo della maturazione di circa una decina di giorni rispetto al 2020 e al 2019, in cui però si era anticipato molto rispetto alla media. Ad esclusione di alcune zone della Sicilia – dove ora si inizia a raccogliere oggi lo Chardonnay per il forte aumento della temperatura con lo Scirocco che ha accelerato la maturazione dei grappoli in pochi giorni – l’avvio vero e proprio della vendemmia è previsto tra una decina di giorni. Questo il quadro presentato da Confagricoltura in vista della vendemmia 2021.”La grande variabile – spiega Confagricoltura – è il meteo: è sotto gli occhi di tutti come gli episodi di grandine, raffiche di vento e nubifragi si siano intensificati andando a colpire in maniera devastante alcuni territori, sebbene circoscritti. In altre zone è invece la siccità a creare problemi”.”La situazione è in continua evoluzione e l’uva, che nella maggior parte delle regioni è in fase di invaiatura, è nel momento cruciale della sua maturazione – commenta Federico Castellucci, presidente della Federazione Vino di Confagricoltura –. In pochi giorni può cambiare completamente il quadro: l’innalzamento delle temperature accelera lo sviluppo e alza la gradazione zuccherina degli acini, andando quindi a modificare lo stato dell’arte e i tempi della vendemmia. Certamente i cambiamenti climatici influiscono sempre di più sulla viticoltura e comportano anche un approccio agronomico adeguato alle nuove esigenze. Su questo si deve lavorare, non solo in Italia, dato che la questione è globale e riguarda da vicino anche i nostri principali competitor enologici. Come spesso Confagricoltura ha ricordato, – conclude Castellucci – serve uno sforzo comune per il bene del pianeta e anche per le sue economie”.IL QUADRO REGIONALE – A livello regionale la Lombardia – fa sapere l’associazione – fa i conti con il gelo primaverile e le recenti grandinate, oltre che con la siccità in alcune aree. Confagricoltura stima un 10% di volumi in meno rispetto al 2020, sperando che non ci siano ulteriori colpi di scena a livello meteorologico. In Franciacorta, dopo alcuni anni di vendemmie anticipate, si dovrebbe iniziare a raccogliere tra una decina di giorni con le basi per lo spumante. In Piemonte la qualità si presenta elevata e la quantità in leggero calo rispetto allo scorso anno. Hanno sofferto alcune zone per la grandine, che ha colpito a macchia di leopardo e che continua a preoccupare in questi giorni. Nel Roero sono ancora evidenti i segni delle grandinate che hanno distrutto duemila ettari di vigne poche settimane fa.Il Veneto sembra in controtendenza rispetto ai quantitativi del resto d’Italia. La produzione è maggiore di circa il 2%, grazie anche ai nuovi impianti. Si inizierà la vendemmia con il Pinot Grigio tra circa 2 settimane, quindi toccherà al Glera per la produzione di Prosecco.In Trentino la primavera più fredda rispetto al 2020 ha procurato un ritardo nella maturazione dei grappoli di circa 15 giorni. Ottima – sottolinea Confagricoltura – la situazione fitosanitaria. Si inizierà a vendemmiare intorno al 28 agosto. Anche in questa regione la grandine ha colpito, sebbene su una fascia limitata, ma andando a distruggere la quasi totalità delle vigne in alcuni areali. In Friuli Venezia Giulia il meteo ha alternato piogge e siccità. La Regione ha attivato un imponente sistema di monitoraggio contro la Flavescenza Dorata, che è in aumento e che arriva anche dalla vicina Slovenia. Si conta di iniziare a raccogliere la prima settimana di settembre. In Liguria Confagricoltura calcola il 15% in meno di volumi, dopo annate molto abbondanti. Preoccupa la grandine, ma anche la presenza sempre più frequente di ungulati che procurano evidenti danni alle vigne. La Toscana registra circa il 10 – 15% in meno di produzione per le gelate primaverili che hanno colpito alcune zone collinari. In linea la fase di maturazione, ma anche in queste zone i vignaioli devono lottare contro la presenza massiccia di cinghiali. La Sardegna viticola ha subito danni importanti in Gallura, dove le gelate primaverili hanno provocato una riduzione che supera in alcune zone il 40% dei tradizionali volumi. Nelle Marche la situazione si presenta buona, con uve sane che hanno permesso di effettuare pochissimi trattamenti in vigna. In alcune zone il problema è la siccità. L’Umbria ha patito le gelate di aprile e ora il problema è la mancanza di piogge in alcune zone. Allo stato attuale, il 2021 sembra registrare un recupero di volumi produttivi rispetto allo scorso anno. Analoga la fotografia dell’Abruzzo, che oggi presenta la prospettiva di un calo di volumi intorno al 12% e qualche problema di siccità, al momento non preoccupante. La Puglia deve fare i conti con la mancanza di piogge che ha rallentato la maturazione. I volumi sono in linea con il 2020. Confagricoltura prospetta la vendemmia intorno a Ferragosto per le basi spumanti e a fine mese per il Primitivo. In Campania la zona del Casertano ha sofferto maggiormente la siccità, ma per ora le prospettive sono buone sia in termini quantitativi, sia qualitativi. Anche in Calabria si prospetta una buona vendemmia, con volumi superiori rispetto a un magro 2020. LEGGI TUTTO

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    Italian Wine Brands, closing dell'acquisizione di Enoitalia

    (Teleborsa) – Italian Wine Brands, gruppo vinicolo quotato su AIM Italia, ha perfezionato il closing dell’acquisizione del 100% del capitale di Enoitalia, operazione annunciata lo scorso 17 giugno. Nel perfezionamento dell’operazione è stato portato a termine il reinvestimento di Gruppo Pizzolo, ex socio di maggioranza di Enoitalia, nel capitale di IWB mediante la sottoscrizione e liberazione dell’aumento di capitale riservato approvato dall’assemblea degli azionisti il 26 luglio.Alessandro Mutinelli (presidente e amministratore delegato del gruppo), tramite Provinco S.r.l., società dallo stesso interamente detenuta, e Gruppo Pizzolo, hanno sottoscritto un patto parasociale della durata di 5 anni che raggruppa il 23,55% del capitale sociale IWB. Tra le intese raggiunte ci sono: la maggioranza dei membri del CdA sarà nominata su indicazione di Provinco; nel caso in cui sia proposto che il CdA sia composto da 7 membri, 2 consiglieri saranno designati da Gruppo Pizzolo (se composto da 9 membri, 3 consiglieri saranno designati da Gruppo Pizzolo); le 1.400.000 nuove azioni ordinarie IWB rivenienti dall’aumento di capitale riservato e sottoscritte da Gruppo Pizzolo sono soggette a un vincolo di lock-up per un periodo di 36 mesi.”Abbiamo sempre immaginato che si potesse creare in Italia un gruppo di rilevanza internazionale nel settore del vino – ha commentato Alessandro Mutinelli – In IWB non abbiamo mai smesso di crederci, investendo tutte le nostre energie e le nostre competenze”. “Le sfide internazionali e la crescente competizione del settore vitivinicolo richiedono la forza di un grande gruppo come IWB capace di affrontare mercati sempre più globali e di portare in tutto il mondo il valore del vino italiano”, ha invece commentato Giorgio Pizzolo, nuovo Vice Presidente del gruppo.(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO

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    Agroalimentare, procedura infrazione UE contro Italia e altri Paesi

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha avviato procedure di infrazione contro 12 Stati membri, tra cui l’Italia, per non aver recepito le norme dell’Ue che vietano le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare.Lo rende noto l’esecutivo comunitario, precisando che la direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, adottata il 17 aprile 2019, garantisce la protezione di tutti gli agricoltori europei, nonché dei fornitori di piccole e medie dimensioni, contro 16 pratiche commerciali sleali da parte di grandi acquirenti nella filiera della catena alimentare.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Zootecnia, OICB: “Settore sia protagonista nel Pnrr. Filiera vale 40 miliardi”

    (Teleborsa) – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta un’occasione unica anche per il sistema zootecnico nazionale e può consentirgli, con interventi mirati, di contribuire in modo significativo al rilancio economico del Paese nella sua transizione verde e digitale. Serve però un piano condiviso, tra istituzioni e operatori della filiera, con azioni e strumenti, anticrisi e di lungo periodo per il post pandemia. È quanto è emerso dal convegno “PNRR: quali opportunità per le aziende zootecniche?” promosso dall’Oicb, l’Organizzazione Interprofessionale Carne Bovina, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Copagri, Confagricoltura, Uniceb, Assograssi, Fiesa-Confesercenti e Assalzoo. All’evento sono intervenuti, il consigliere del Mipaaf, Elio Catania; Matteo Boso, presidente nazionale Oicb; Gianmichele Passarini, responsabile filiere Cia-Agricoltori Italiani; Matteo Lasagna, vicepresidente Confagricoltura; Carlo Giulietti, presidente Copagri Veneto; Mario Grosso, consigliere Assograssi; Fulvio Fortunati, vicepresidente Uniceb; Gianpaolo Angelotti, presidente Fiesa Confesercenti; Marcello Veronesi, presidente Assalzoo.”Il settore zootecnico – ha ricordato l’Oicb – è fondamentale per l’agroalimentare italiano. Il solo comparto della carne (bovina, suina e avicola) genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro (10 miliardi alla produzione e 20 nell’industria di trasformazione), che arriva a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto. La filiera zootecnica italiana è ai primi posti nel mondo per qualità e, da tempo, gli allevatori hanno avviato un percorso improntato alla sostenibilità”.Garantire alle aziende zootecniche il giusto equilibrio tra competitività e produzioni compatibili con gli obiettivi green Ue è, dunque, per l’Oicb, la grande sfida sempre più stringente del post pandemia. Una sfida che le aziende del comparto potranno sostenere se adeguatamente guidate nel metodo e supportate negli investimenti con strumenti e incentivi, i cui fondi possono arrivare sia dal Pnrr che dalla Pac. Bene, quindi – sottolinea l’Organizzazione – la disponibilità, annunciata dal Mipaaf, di 6,8 miliardi a beneficio del settore primario e per interventi nel parco agrisolare, in logistica agroalimentare, irrigazione, innovazione della meccanizzazione, contratti di filiera e di distretto, biogas e biometano, banda larga e 5G.”Occorre – spiega l’Oicb in una nota – coinvolgere sempre di più il sistema allevatoriale e zootecnico nel processo di modernizzazione delle imprese e puntare sul rapporto con i cittadini-consumatori, attraverso il pieno coinvolgimento della distribuzione, per maggiore trasparenza e tutela della qualità, prendendo in carico il compito di informare su questioni come il benessere animale, i processi allevatoriali virtuosi, e la logistica all’ingrosso improntata a criteri sostenibili, l’equa distribuzione del valore lungo la catena di approvvigionamento e la creazione di valore dai sottoprodotti, all’insegna dell’economia circolare”.In questo contesto, segnato pesantemente dagli effetti della pandemia, come dalle fake news sul settore, l’Oicb rinnova il suo impegno al dialogo e al confronto nei tavoli istituzionali affinché vengano riconosciute al settore del bovino da carne, dalla filiera produttiva a quella mangimistica e della distribuzione, le giuste risorse, utili a innovazione e ricerca, in grado di salvaguardarne il reddito e lo sviluppo sul mercato interno ed estero. LEGGI TUTTO

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    Green Pass, Coldiretti: “Obbligo mette a rischio forniture cibo”

    (Teleborsa) – “L’obbligo del Green Pass sul lavoro mette a rischio le forniture alimentari del Paese”. Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alle recenti decisioni sull’utilizzo del Green Pass. Attualmente – rileva l’associazione – “solo la metà della popolazione è completamente vaccinata e grandi difficoltà ci sono per l’arrivo di stagionali dall’estero dai quali dipende 1/4 dei raccolti Made in Italy”. “Nelle campagne – ricorda Coldiretti – si è in piena attività per la raccolta di frutta e verdura e tra poche settimane inizierà la vendemmia.Si tratta di appuntamenti non rinviabili che riguardano prodotti altamente deperibili già colpiti duramente dagli effetti del maltempo che ha drammaticamente ridotto le produzioni nazionali con cali che vanno dal 30% per le ciliegie al 40% per le pesche e nettarine fino 50% per le albicocche, rispetto ad una annata normale. A breve scatterà la vendemmia che necessita di almeno 200mila persone solo per la raccolta”.A preoccupare l’associazione sono le difficoltà per l’arrivo in Italia di molti lavoratori dall’estero in una situazione in cui a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – “viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore”. Secondo l’associazione l’introduzione del Green pass rappresenta una misura troppo restrittiva dal momento che – stando ai dati forniti da Coldiretti – “il lavoro in campagna con appena lo 0,3% degli infortuni da Covid 19 che hanno interessato il settore dell’agricoltura, è il più sicuro grazie all’attività all’aperto e alla possibilità di mantenere le distanze anti contagio”. Numeri confermati dai dati Inail sulle denunce complessive di infortunio da Covid al 31 maggio 2021 che evidenziano come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura dove peraltro non si è mai smesso di lavorare durante l’anno per garantire le forniture alimentari degli italiani.Complessivamente a garantire le forniture alimentari alla popolazione – conclude Coldiretti ricordando il suo impegno nel sostenere l’accelerazione della campagna di vaccinazione – sono 3,6 milioni di lavoratori impegnati in oltre un milione di realtà divise tra 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita, tra ipermercati (911) supermercati (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). LEGGI TUTTO

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    Valsoia acquisisce il 100% di Swedish Green Food Company AB

    (Teleborsa) – Valsoia, società attiva nel mercato dei prodotti per l’alimentazione salutistica e quotata sul Mercato MTA di Borsa Italiana, ha sottoscritto un accordo preliminare con Green Pro International B.V., società olandese che detiene il 100% di Swedish Green Food Company AB, società svedese, per l’acquisto del 100% della partecipazione sociale di quest’ultima.L’operazione prevede un controvalore di 250.000 euro e il closing dovrebbe avvenire entro il 30 settembre 2021. Swedish Green Food Company ha accordi commerciali con i principali retailers svedesi attraverso i quali distribuisce da alcuni anni la marca Valsoia. La società ha raggiunto nel 2020 un fatturato di 2.500.000 SEK (circa 245 mila euro) con una previsione per l’anno in corso pari a 3.000.000 di SEK”Qesta acquisizione, in un paese ad alto potenziale per i mercati delle alternative vegetali, rappresenta per Valsoia un ulteriore avanzamento nel percorso di internazionalizzazione della società – ha commentato il presidente Lorenzo Sassoli – Vediamo infatti nella presenza diretta, in mercati esteri di interesse, un fattore chiave della nostra strategia a medio lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    Confagricoltura, Giansanti: agricoltura motore della ripresa post pandemia

    (Teleborsa) – “Noi di Confagricoltura abbiamo presentato ai ministri Patuanelli e Cingolani una serie di soluzioni, noi vogliamo essere il motore della ripartenza del paese, da una parte producendo beni essenziali e dall’altra beni per l’ecosistema”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine dell’assemblea annuale dell’associazione a Palazzo della Valle a Roma. “Pensiamo – ha aggiunto Giansanti – a quello che può essere il contributo dell’agricoltura per lo sviluppo delle energie rinnovabili sia in campo elettrico sia del bio metano e a quello che può essere il nostro contributo sui grandi temi dello sviluppo e della mobilità sostenibile fino ad arrivare ai grandi temi del futuro delle città e delle smart cities. Gli agricoltori sono protagonisti del cambiamento”. Giansanti ha sottolineato come l’agricoltura non si sia mai fermata, neanche in tempo di pandemia. “È l’anno della ripartenza dopo il centenario – ha detto – e oggi vogliamo parlare sempre di più del protagonismo dell’agricoltura italiana, che non si è mai fermata neanche durante il Covid”. “Ora – ha concluso – ci attendono sfide importanti: da un lato abbiamo appena concluso l’accordo sulla nuova PAC e ci aspetta la sfida del Green deal europeo. Il compito degli agricoltori sarà sempre di più quello di continuare a produrre cibi sicuri in quantità e qualità, ma soprattutto di preservare le risorse naturali”. LEGGI TUTTO

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    Confagricoltura: calo della produzione di olio d'oliva endemico, occorre risolverlo presto

    (Teleborsa) – Secondo anno di “bassa” per la produzione nazionale di olio d’oliva, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Il forte calo, secondo i dati provvisori diffusi dal COI (Consiglio oleicolo internazionale), ha sottolineato Confagricoltura, non è esclusivamente italiano, perché a perdere terreno sono anche il Portogallo (-28,8%) e la Grecia (meno 1,8%). La Spagna, invece, continua anche quest’anno a rafforzare la sua leadership segnando, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, una crescita del 24,4%. “La forte riduzione della nostra produzione – ha affermato Walter Placida, presidente della Federazione (FNP) olivicola nazionale di Confagricoltura – è ormai diventata endemica. Occorre risolverla presto con un approccio pragmatico e fattivo. Siamo diventati il terzo Paese produttore dopo Spagna e Grecia, rimanendo primi importatori e consumatori. La nostra olivicoltura è un patrimonio inimitabile che vive difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità dei prodotti. Siamo primi al mondo per biodiversità, con oltre 500 cultivar che danno vita ad oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale, senza contare la cultura, la qualita’ delle produzioni, la salvaguardia ambientale e paesaggistica, lo sviluppo e la ricerca tecnologica”. “È necessario – ha aggiunta Placida – un Piano olivicolo nazionale che consenta di impiantare nuovi oliveti e recuperare quelli abbandonati. Serve garantire, su tutto il territorio nazionale, valore al lavoro dei nostri agricoltori, riconoscendo un giusto sostegno alla filiera agricola impegnata nella produzione di un olio extravergine di oliva di qualità, garantendo un prezzo equo, adeguato e remunerativo. La discussione in ambito COI per la modifica dei parametri qualitativi con la riduzione dei parametri di acidità, infine, potrebbe comportare la rimozione dal mercato di una fetta consistente pari al 50% della produzione italiana di extravergine. Ma non solo. Se non si valorizza l’esito del Panel test, si corre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli con caratteristiche organolettiche ottime e continuare ad ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili”. LEGGI TUTTO