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    Green Pass, Coldiretti: “Obbligo mette a rischio forniture cibo”

    (Teleborsa) – “L’obbligo del Green Pass sul lavoro mette a rischio le forniture alimentari del Paese”. Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alle recenti decisioni sull’utilizzo del Green Pass. Attualmente – rileva l’associazione – “solo la metà della popolazione è completamente vaccinata e grandi difficoltà ci sono per l’arrivo di stagionali dall’estero dai quali dipende 1/4 dei raccolti Made in Italy”. “Nelle campagne – ricorda Coldiretti – si è in piena attività per la raccolta di frutta e verdura e tra poche settimane inizierà la vendemmia.Si tratta di appuntamenti non rinviabili che riguardano prodotti altamente deperibili già colpiti duramente dagli effetti del maltempo che ha drammaticamente ridotto le produzioni nazionali con cali che vanno dal 30% per le ciliegie al 40% per le pesche e nettarine fino 50% per le albicocche, rispetto ad una annata normale. A breve scatterà la vendemmia che necessita di almeno 200mila persone solo per la raccolta”.A preoccupare l’associazione sono le difficoltà per l’arrivo in Italia di molti lavoratori dall’estero in una situazione in cui a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – “viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore”. Secondo l’associazione l’introduzione del Green pass rappresenta una misura troppo restrittiva dal momento che – stando ai dati forniti da Coldiretti – “il lavoro in campagna con appena lo 0,3% degli infortuni da Covid 19 che hanno interessato il settore dell’agricoltura, è il più sicuro grazie all’attività all’aperto e alla possibilità di mantenere le distanze anti contagio”. Numeri confermati dai dati Inail sulle denunce complessive di infortunio da Covid al 31 maggio 2021 che evidenziano come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura dove peraltro non si è mai smesso di lavorare durante l’anno per garantire le forniture alimentari degli italiani.Complessivamente a garantire le forniture alimentari alla popolazione – conclude Coldiretti ricordando il suo impegno nel sostenere l’accelerazione della campagna di vaccinazione – sono 3,6 milioni di lavoratori impegnati in oltre un milione di realtà divise tra 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita, tra ipermercati (911) supermercati (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). LEGGI TUTTO

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    Valsoia acquisisce il 100% di Swedish Green Food Company AB

    (Teleborsa) – Valsoia, società attiva nel mercato dei prodotti per l’alimentazione salutistica e quotata sul Mercato MTA di Borsa Italiana, ha sottoscritto un accordo preliminare con Green Pro International B.V., società olandese che detiene il 100% di Swedish Green Food Company AB, società svedese, per l’acquisto del 100% della partecipazione sociale di quest’ultima.L’operazione prevede un controvalore di 250.000 euro e il closing dovrebbe avvenire entro il 30 settembre 2021. Swedish Green Food Company ha accordi commerciali con i principali retailers svedesi attraverso i quali distribuisce da alcuni anni la marca Valsoia. La società ha raggiunto nel 2020 un fatturato di 2.500.000 SEK (circa 245 mila euro) con una previsione per l’anno in corso pari a 3.000.000 di SEK”Qesta acquisizione, in un paese ad alto potenziale per i mercati delle alternative vegetali, rappresenta per Valsoia un ulteriore avanzamento nel percorso di internazionalizzazione della società – ha commentato il presidente Lorenzo Sassoli – Vediamo infatti nella presenza diretta, in mercati esteri di interesse, un fattore chiave della nostra strategia a medio lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    Confagricoltura, Giansanti: agricoltura motore della ripresa post pandemia

    (Teleborsa) – “Noi di Confagricoltura abbiamo presentato ai ministri Patuanelli e Cingolani una serie di soluzioni, noi vogliamo essere il motore della ripartenza del paese, da una parte producendo beni essenziali e dall’altra beni per l’ecosistema”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine dell’assemblea annuale dell’associazione a Palazzo della Valle a Roma. “Pensiamo – ha aggiunto Giansanti – a quello che può essere il contributo dell’agricoltura per lo sviluppo delle energie rinnovabili sia in campo elettrico sia del bio metano e a quello che può essere il nostro contributo sui grandi temi dello sviluppo e della mobilità sostenibile fino ad arrivare ai grandi temi del futuro delle città e delle smart cities. Gli agricoltori sono protagonisti del cambiamento”. Giansanti ha sottolineato come l’agricoltura non si sia mai fermata, neanche in tempo di pandemia. “È l’anno della ripartenza dopo il centenario – ha detto – e oggi vogliamo parlare sempre di più del protagonismo dell’agricoltura italiana, che non si è mai fermata neanche durante il Covid”. “Ora – ha concluso – ci attendono sfide importanti: da un lato abbiamo appena concluso l’accordo sulla nuova PAC e ci aspetta la sfida del Green deal europeo. Il compito degli agricoltori sarà sempre di più quello di continuare a produrre cibi sicuri in quantità e qualità, ma soprattutto di preservare le risorse naturali”. LEGGI TUTTO

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    Confagricoltura: calo della produzione di olio d'oliva endemico, occorre risolverlo presto

    (Teleborsa) – Secondo anno di “bassa” per la produzione nazionale di olio d’oliva, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Il forte calo, secondo i dati provvisori diffusi dal COI (Consiglio oleicolo internazionale), ha sottolineato Confagricoltura, non è esclusivamente italiano, perché a perdere terreno sono anche il Portogallo (-28,8%) e la Grecia (meno 1,8%). La Spagna, invece, continua anche quest’anno a rafforzare la sua leadership segnando, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, una crescita del 24,4%. “La forte riduzione della nostra produzione – ha affermato Walter Placida, presidente della Federazione (FNP) olivicola nazionale di Confagricoltura – è ormai diventata endemica. Occorre risolverla presto con un approccio pragmatico e fattivo. Siamo diventati il terzo Paese produttore dopo Spagna e Grecia, rimanendo primi importatori e consumatori. La nostra olivicoltura è un patrimonio inimitabile che vive difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità dei prodotti. Siamo primi al mondo per biodiversità, con oltre 500 cultivar che danno vita ad oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale, senza contare la cultura, la qualita’ delle produzioni, la salvaguardia ambientale e paesaggistica, lo sviluppo e la ricerca tecnologica”. “È necessario – ha aggiunta Placida – un Piano olivicolo nazionale che consenta di impiantare nuovi oliveti e recuperare quelli abbandonati. Serve garantire, su tutto il territorio nazionale, valore al lavoro dei nostri agricoltori, riconoscendo un giusto sostegno alla filiera agricola impegnata nella produzione di un olio extravergine di oliva di qualità, garantendo un prezzo equo, adeguato e remunerativo. La discussione in ambito COI per la modifica dei parametri qualitativi con la riduzione dei parametri di acidità, infine, potrebbe comportare la rimozione dal mercato di una fetta consistente pari al 50% della produzione italiana di extravergine. Ma non solo. Se non si valorizza l’esito del Panel test, si corre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli con caratteristiche organolettiche ottime e continuare ad ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili”. LEGGI TUTTO

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    Semplificazioni, Patuanelli: consapevoli che abbiamo risorse da investire in tempi certi

    (Teleborsa) – “È difficile per il decisore politico avere la velocità e il dinamismo del mondo delle imprese, per questo l’imprenditore vede lo Stato come un ostacolo, perché riesce a complicare le cose che un imprenditore fa in modo semplice e sviluppa le risposte con grave ritardo e sempre nel tempo sbagliato”. È quanto ha dichiarato il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo all’assemblea annuale di Uiv, Unione italiana vini. “Su semplificazione e sburocratizzazione non sono ottimista – ha detto – sono realista. Vedo un paese che in 25 anni non ha mia fatto nulla e quando l’ha fatto lo ha fatto aggiungendo norme su norme. Vedo però una piccola luce in fondo al tunnel, perché siamo tutti consapevoli che abbiamo risorse da investire e in tempi certi, perché il treno passa questa volta e non ne passano altri. Se sbagliamo adesso siamo morti: il monte del debito che abbiamo riusciamo a renderlo sostenibile solo con la crescita. Solo in questo modo potremo dare una prospettiva al Paese e quando gli italiani sono in difficoltà danno il meglio di sé”, ha concluso Patuanelli. LEGGI TUTTO

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    OCSE-FAO, prezzi commodity agricole in calo nei prossimi anni

    (Teleborsa) – I prezzi delle principali commodity agricole diminuiranno nel corso del prossimo decennio, nonostante l’impennata registrata nell’ultimo anno. A favorire una normalizzazione dei prezzi dei prodotti alimentari saranno l’aumento della produttività agricola e il rallentamento della domanda dalla Cina. È quanto emerge dall’OECD-FAO Agricultural Outlook 2021-2030, rapporto che fornisce prospettive decennali per 40 dei principali prodotti agricoli e ittici a livello globale.Il rapporto mette in evidenza l’importante ruolo che gli investimenti pubblici e privati ??hanno nel miglioramento della produttività. Nel prossimo decennio, si prevede che la produzione agricola globale aumenterà dell’1,4% annuo, con la produzione aggiuntiva che sarà prodotta prevalentemente nelle economie emergenti e nei paesi a basso reddito. A incidere saranno un accesso più ampio agli input, investimenti volti a migliorare la produttività grazie alla tecnologia, infrastrutture e maggiore formazione.Gli investimenti nel miglioramento dei raccolti e nella migliore gestione delle aziende agricole guideranno la crescita della produzione agricola globale. Ipotizzando una transizione continua verso sistemi di produzione più intensivi nel prossimo decennio, OCSE e FAO prevedono che l’87% della crescita della produzione agricola globale prevista proverrà da miglioramenti della resa, il 7% dall’aumento dell’intensità delle colture e solo il 6% dall’espansione delle terre coltivate. Secondo l’Outlook, i divari regionali di resa si ridurranno nel prossimo decennio, poiché i raccolti delle principali colture aumenteranno in India e nell’Africa subsahariana attraverso sementi più adattate e una migliore gestione delle colture.Analogamente alle tendenze nella produzione agricola, una grande quota della prevista crescita della produzione del 14% nella produzione di bestiame e pesce proverrà da miglioramenti della produttività. Tuttavia, si prevede che anche l’allargamento del numero di animali allevati contribuirà in modo significativo alla crescita della produzione nelle economie emergenti e nei paesi a basso reddito. I miglioramenti della produttività nel settore zootecnico saranno ottenuti principalmente attraverso metodi di alimentazione più intensivi, una migliore genetica e migliori pratiche di gestione del bestiame. L’acquacoltura supererà la produzione della pesca di cattura nel 2027 e rappresenterà il 52% di tutta la produzione ittica entro il 2030.”I prezzi internazionali della maggior parte delle materie prime sono aumentati nella seconda metà del 2020, alimentati dalla forte domanda di mangimi in Cina e dai vincoli alla crescita della produzione globale – si legge nel rapporto – Di conseguenza, si ipotizza un aggiustamento nei primi anni del periodo di analisi. Successivamente, i fondamentali del mercato dovrebbero portare a un lieve calo dei prezzi reali trainato da miglioramenti della produttività e dal rallentamento della crescita della domanda”. Il calo dei prezzi potrebbe però mettere sotto pressione il reddito degli agricoltori, in particolare i piccoli proprietari terrieri e gli agricoltori familiari, che non sono in grado di abbassare sufficientemente i loro costi grazie alla migliore produttività.(Foto: Joao Marcelo on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Syngenta punta a raccogliere 10 miliardi di dollari in IPO a Shanghai

    (Teleborsa) – Syngenta, una delle aziende leader nel settore dell’agro-industria mondiale, punta a raccogliere 10 miliardi di dollari nella sua IPO sulla Borsa di Shanghai, in quella che potrebbe essere la più grande quotazione al mondo del 2021 finora. Lo ha confermato la sua controllante ChemChina, impresa pubblica cinese che opera nel settore dell’industria chimica, nel prospetto depositato presso lo Shanghai Stock Exchange.La società ha dichiarato che la sua domanda di quotazione sul mercato STAR è stata approvata e che emetterà fino a 2,79 miliardi di azioni. “Il gruppo Syngenta amplierà e rinnoverà i suoi impianti di produzione e implementerà acquisizioni strategiche per soddisfare le crescenti esigenze del mercato”, si legge nel documento. I proventi finanzieranno anche le acquisizioni già annunciate di Yangnong Agrochemical e Valagro.Syngenta è un colosso svizzero del settore dell’agro-industria, specializzata nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi. È stata acquistata nel 2017 per 43 miliardi di dollari da ChemChina, la quale nel frattempo si è unita con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    General Mills, diminuiscono le vendite su calo consumo di cibo in casa

    (Teleborsa) – General Mills, una delle più importanti multinazionali statunitensi attive nella produzione di alimenti, ha registrato risultati sopra le attese nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2021, terminato il 30 maggio. Le vendite nette organiche sono diminuite del 6%, su cui pesa l’aumento della domanda di cibo da consumare in casa all’inizio della pandemia (cioè nello scorso anno). In quanto all’utile per azione, la società ha battuto le stime degli analisti di 6 centesimi per azione, con guadagni trimestrali di 91 centesimi per azione, in calo del 19% rispetto allo stesso periodo del 2020.”Entriamo nell’anno fiscale 2022 pronti a competere e vincere in un ambiente di consumo altamente dinamico – ha commentato Jeff Harmening, presidente e amministratore delegato – Stiamo intraprendendo azioni per affrontare le pressioni sui costi a breve termine rimanendo concentrati sulle opportunità di crescita a lungo termine che coglieremo attraverso la nostra strategia”. LEGGI TUTTO