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    Syngenta verso appello a veto italiano ad acquisizione Verisem

    (Teleborsa) – Syngenta, una delle aziende leader nel settore dell’agro-industria mondiale, avrebbe fatto appello a un tribunale amministrativo dopo che il governo italiano ha bloccato il suo tentativo di acquistare Verisem, azienda italo-statunitense che è una delle più importanti al mondo nel campo delle sementi. Lo ha scritto Reuters, citando fonti anonime a conoscenza della questione. L’acquisizione era stata bloccata a fine ottobre, tramite la cosiddetta legislazione del “golden power”, dal governo italiano (in particolare dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli).Syngenta è un colosso svizzero del settore dell’agro-industria, specializzata nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi. È stata acquistata nel 2017 per 43 miliardi di dollari da ChemChina, la quale nel frattempo si è unita con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    UE, primo calo dell'export di spumante in 10 anni a causa della pandemia

    (Teleborsa) – Nel 2020 le esportazioni di spumanti dell’UE verso i paesi extra UE sono state pari a 494 milioni di litri, in calo rispetto ai 528 milioni di litri esportati nel 2019, secondo i dati Eurostat. Si tratta della prima diminuzione delle esportazioni di spumanti extra-UE in un decennio (-6% rispetto al 2019), ed è arrivata in un anno in cui la pandemia ha notevolmente smorzato la crescita del commercio di vino poiché molti bar e ristoranti sono stati chiusi, fa notare l’Ufficio statistico dell’Unione europea.Negli anni precedenti le esportazioni erano aumentate a un tasso medio dell’8% annuo, con il maggior incremento registrato nel 2014 (+11% rispetto al 2013). Nel 2020, le tre principali categorie di spumante esportate dagli Stati membri dell’UE verso paesi al di fuori dell’UE sono state prosecco (41%, 205 milioni di litri), champagne (13%, 66 milioni di litri) e cava (12%, 58 milioni di litri).Nello stesso periodo, gli Stati membri hanno importato 9,3 milioni di litri di spumante da paesi extra UE, pari solo al 2% della quantità esportata, evidenzia l’Eurostat. LEGGI TUTTO

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    Accordo latte, Confagricoltura: “Con senso di responsabilità le parti diano rapida attuazione all'intesa”

    (Teleborsa) – “Un’ottima notizia per gli allevatori che, come tutti gli imprenditori agricoli italiani, sono sotto pressione a causa di un aumento senza precedenti dei costi di produzione”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sul parere non sfavorevole formulato dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato sul Protocollo d’intesa della filiera lattiero-casearia, sottoscritto lo scorso 9 novembre, per la salvaguardia degli allevamenti italiani.”Nel parere dell’Autorità – rileva Confagricoltura – si sottolinea che il Protocollo è finalizzato a sostenere transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei prezzi degli input produttivi”.”Serve ora il forte senso di responsabilità di tutte le parti interessate – afferma Giansanti – per dare rapida attuazione all’intesa raggiunta, allo scopo di dare respiro agli allevatori. Ringraziamo il ministero delle Politiche Agricole per la riunione già convocata il 30 dicembre. Per il futuro – prosegue il presidente di Confagricoltura – l’Autorità garante ha auspicato la messa a punto di strumenti di tutela del comparto agricolo e dell’intera filiera che non disincentivino la competizione sull’efficienza e non inibiscano il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori. È un tema da riprendere ed approfondire in tempi brevi al Tavolo permanente del settore lattiero-caseario che, accogliendo una nostra precisa richiesta, è stato costituito con decreto a firma del ministro Patuanelli”.”Il Protocollo d’intesa – ricorda Confagricoltura – riguarda gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt, formaggi freschi e semi stagionati ottenuti per intero da prodotto italiano. Un ‘premio di emergenza’, sino a tre centesimi di euro al litro di latte utilizzato per i prodotti di cui sopra sarà riconosciuto dalle strutture della grande distribuzione alle imprese di trasformazione che lo gireranno integralmente agli allevatori con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla IVA esclusa. Un altro centesimo di euro potrà essere erogato dalle imprese di trasformazione, nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi al litro”. LEGGI TUTTO

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    Natale, regali agroalimentari ancora al top

    (Teleborsa) – Il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio è tra i doni preferiti da trovare sotto l’albero per più di 12 milioni di famiglie, praticamente una su due. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, confermando che il cibo resta al top della classifica come idea regalo per le festività alle porte.Nel secondo Natale segnato, purtroppo, dal Covid, con le tredicesime impegnate prima di tutto a coprire mutui, tasse e bollette in aumento, l’83% degli italiani opta per regali utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola” a parenti, amici e colleghi, sottolinea Cia. E vanno bene proprio i cesti di Natale, anche se in taglia ridotta rispetto al pre-pandemia, che il 41% degli italiani riempirà con prodotti tipici e locali. Messe da parte le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva – stima Cia – compresa tra i 650 e i 700 milioni di euro. Cambia anche la modalità di acquisto, molto più spinta verso il web, con l’aumento delle compere online, anche enogastronomiche, sui vari portali. Cresce anche lo shopping nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+7%). LEGGI TUTTO

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    Prosek, Patuanelli: UE tuteli DOP non solo a parole

    (Teleborsa) – Dal Prosecco all’aceto balsamico e fino al miele. “L’attacco alle nostre produzioni tradizionali va inquadrato in un percorso di tutela delle DOP, delle indicazioni geografiche, che a parole l’Unione europea continua a voler promuovere, ma che invece nei fatti mette in discussione con alcuni atteggiamenti che sono oggettivamente incomprensibili”. Lo ha detto il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in Audizione davanti alle Commissioni riunite Agricoltura di Senato e Camera in merito al percorso di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e alla definizione del Piano Strategico Nazionale (PSN) nell’ambito della nuova politica agricola comune (PAC).”Credo he anche la riforma delle indicazioni geografiche sia da valutare con grande attenzione – ha aggiunto – perchè noi vorremmo sempre più strumenti di tutela delle Ig e non sempre meno. Non credo che nessuno possa preoccuparsi di una produzione come il Prosek che è limitatissima e che non intaccherà mai il valore enorme del Prosecco, ma riteniamo che possa essere un grimaldello, una chiave di entrata nell’istituzionalizzazione dell’Italian sounding, che francamente non e’ accettabile”. Nello specifico, sul caso Prosek, Patuanelli ha ribadito che l’Italia è pronta anche a presentare ricorso alla Corte Europea di Giustizia qualora la Commissione Ue non dia ragione all’Italia sulla vicenda.”Quando sono arrivato al Ministero la battaglia sul Nutriscore la ritenevo una battaglia persa, era evidente che l’accordo tra Francia e Germania con il sostegno della Spagna fosse intangibile. A oggi invece la Spagna ha comunicato di avere cambiato completamente posizione e oggi è contraria e la Francia sta avendo grossi problemi interni”, dice Patuanelli. “Avrete sentito come è stato affrontato il tema nel bilaterale tra il Presidente Draghi e il Presidente Macron – ha concluso il ministro – che ha confermato che stanno facendo delle valutazioni perchè molti produttori francesi si sono accorti di quanto possa incidere sulle produzioni francesi l’ipotesi di attribuire dei colori al cibo”. LEGGI TUTTO

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    Coldiretti: inflazione strozza le imprese agricole

    (Teleborsa) – Il balzo dei beni energetici oltre a spingere l’inflazione si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi a novembre 2021 che su base annuale evidenziano un aumento dei prezzi alimentari pari all’1,7%, meno della metà dell’inflazione che è salita al 3,8%.Molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. “All’aumento del costo del gasolio si sommano quelli legati alle sementi – spiega Severino Maianti, agricoltore di Scandolara Ripa d’Oglio (Cremona) – Ad esempio quello del frumento è cresciuto di almeno 10 euro al quintale. C’è poi l’aumento dei concimi il cui prezzo è praticamente triplicato. Si tratta di rincari veramente importanti, che rischiano di essere davvero insostenibili per le nostre aziende”. Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi. Gli allevamenti – continua Coldiretti – sono alle prese anche con l’esplosione dei prezzi dei mangimi. “Siamo in grossissime difficoltà – dichiara Davide Nava, allevatore di suini di Roncello, in provincia di Monza Brianza -. A cominciare dai prezzi delle materie prime per l’alimentazione degli animali: da marzo ad oggi la soia è aumentata di oltre il 50 per cento e il mais addirittura del 60, con il boom del prezzo di quest’ultimo nel periodo di raccolta, cosa mai accaduta prima. Per ogni capo abbiamo ormai una perdita secca di quasi 60 euro tra il prezzo che ci viene riconosciuto e i costi che dobbiamo sopportare, da quelli alimentari a quelli energetici. Non si può andare avanti cosi'”. Ad aumentare – spiega la Coldiretti nazionale – sono pure i costi dell’essicazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Serve – conclude Coldiretti – responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una piu’ equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle.(Foto: Stijn Te Strake on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Agroalimentare, export europeo in costante crescita: +7%

    (Teleborsa) – Segnali positivi per l’agroalimentare europeo che registra una crescita costante. Gli ultimi dati mostrano un incremento del 7% dell’export rispetto ai primi 8 mesi del 2020. Il valore totale del settore in Europa (esportazioni e importazioni) tra gennaio e agosto 2021 ha raggiunto i 210.5 miliardi di euro segando un +5.1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio le esportazioni sono aumentate del 7%, a 127.5 miliardi, mentre le importazioni sono cresciute del 2.3%, a 85 miliardi, regalando, nei primi 8 mesi dell’anno, un surplus di 44 miliardi al commercio agroalimentare. Il settore ha registrato complessivamente un +17% rispetto al 2020. Particolarmente positivi i dati relativi all’esportazioni verso gli Stati Uniti, cresciute di 2 miliardi, pari al 15%. Un incremento che vede alla base le forti performance dei comparti del vino, distillati e liquori. A ciò si aggiunge un aumento di 812 milioni di euro delle esportazioni verso la Cina. Positivi anche i dati di Svizzera (+531 milioni di euro); Corea del Sud (+464 milioni); Norvegia (+393 million); e Israele (+288 milioni). Pressoché stabili, le esportazioni verso il Regno Unito (115 milioni di euro). In diminuzione, invece, rispetto al 2020, le esportazioni verso l’Arabia Saudita scese di 399 milioni di euro (-16%). Segno meno anche per l’export agroalimentare europeo verso Hong Kong (-103 milioni di euro) e il Kuwait (-101 milioni).I primi 8 mesi del 2021 hanno visto una maggiore crescita del valore delle esportazioni di vino (2,5 miliardi di euro; +31%) e distillati e liquori (1.3 miliardi, +32%). In calo le esportazioni di grano (-892 milioni) e alimenti per bambini (-736 milioni). Sul fronte delle importazioni è da segnalare l’aumento dell’import di oilcakes (+1.1 miliardi); semi di soya (+1.1 miliardi), acidi grassi e paraffine (+500 milioni), olio di palma (+479 milioni), e semi di cacao (+291 milioni). In diminuzione le importazioni di frutta tropicale, noci e spezie (-669 milioni); succhi di frutta (-194 milioni); agrumi (-159 milioni); tabacco greggio (-159 milioni); e riso (-140 milioni). LEGGI TUTTO

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    “Gluten safe”, ENEA brevetta glutine detossificato per alimenti adatti a celiaci e intolleranti

    (Teleborsa) – Un processo per produrre glutine “detossificato” adatto ad alimenti per celiaci e intolleranti al glutine con proprietà nutrizionali e organolettiche superiori a quelle dei prodotti gluten free attualmente sul mercato. Lo ha brevettato un team di ricercatori del Laboratorio Biotecnologie dell’Enea grazie al fondo Proof of Concept (PoC) e all’integrazione di competenze che vanno dall’immunologia all’ingegneria proteica e dalle biotecnologie alla biochimica.La proteina “detossificata” – spiega Enea in una nota – viene prodotta utilizzando cellule batteriche o vegetali che, adeguatamente istruite con i metodi della biologia molecolare, diventano delle vere e proprie “biofabbriche”.”Pur restando strutturalmente molto simile a quella naturale, per poterne mantenere le caratteristiche più interessanti durante la panificazione o la produzione di altri prodotti da forno, – sottolinea Selene Baschieri, ricercatrice e inventrice del brevetto insieme ai colleghi Marcello Donini, Chiara Lico, Carla Marusic e Silvia Massa – questa nuova proteina non viene riconosciuta da parte degli anticorpi presenti nel siero dei pazienti celiaci. La nostra invenzione permetterà di realizzare alimenti di nuova generazione definibili come gluten safe che andrebbero ad interessare tutti i soggetti affetti da celiachia, una malattia immuno-mediata che colpisce in Europa circa l’1% della popolazione”.Ad oggi la maggior parte degli alimenti per celiaci vengono formulati utilizzando la farina di cereali che non contengono le proteine del glutine, a cui è però necessario aggiungere additivi per migliorare la consistenza e l’appetibilità del prodotto finito (ad esempio la gomma di guar). Altre metodologie prevedono la rimozione/scomposizione del glutine con metodi chimico-fisici, con risultati che però non garantiscono l’ottenimento di un prodotto del tutto innocuo. LEGGI TUTTO