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    Legacoop Agroalimentare al Sana: biologico segmento determinante per la cooperazione

    (Teleborsa) – Il biologico è un segmento determinante per la cooperazione agroalimentare. Lo dimostra la partecipazione di Legacoop Agroalimentare al Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale (Bologna Fiere 23-25 febbraio), dove saranno presenti le cooperative associate e dove il presidente Cristian Maretti interverrà al seminario convegno “Una Ocm per il comparto biologico” organizzato da Anaprobio, in programma il 24 febbraio (ore 14,30 Pad 18 Sala Lab Academy).Come sottolinea Maretti “il settore bio rappresenta una importante realtà per le nostre cooperative che riescono a imporsi sui mercati, anche quelli stranieri, con prodotti di eccellenza. Il biologico è un modo di fare agricoltura che fa parte del dna della cooperazione, sempre attenta al rispetto della natura, alla sostenibilità a alla biodiversità. Siamo da sempre in prima linea per la tutela dell’ambiente”.L’importanza del biologico per Legacoop Agroalimentare è testimoniata anche dalla partecipazione a Foodex (Tokyo 11-14 marzo), la più storica e importante fiera internazionale di Food&Beverage in Asia, giunta quest’anno alla 50esima edizione. Presente con Legacoop e Legacoop Emilia Romagna, e alcune cooperative rappresentative del food made in Italy (Consorzio Il Biologico, Conapi, Terre Cevico, Granterre e Alce Nero), Legacoop Agroalimentare ha anche organizzato un side-event seminario e showcooking dedicato a biologico e Dieta Mediterranea che si terrà il 12 marzo con il supporto e il co-finanziamento di Ice.La cooperazione e il biologico – Da una recente indagine di Ismea e Rete Rurale Nazionale, pubblicata sul sito della stessa Rete Rurale, risulta che le cooperative del settore agroalimentare italiano rappresentate da Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital e Confcooperative Fedagripesca sono circa 5.100, con un fatturato di circa 45 miliardi di euro nel 2023. Le cooperative con certificazione biologica sono oltre 1.900. Emerge pertanto una forte propensione delle cooperative agricole verso la produzione certificata con metodo biologico. L’85% delle coop bio svolge attività di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti dei soci. I prodotti più venduti: il vino – Per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti agricoli, quelli più diffusi sono gli ortofrutticoli che interessano il 38,8% delle cooperative rispondenti, seguono i seminativi (13,4%) e i lattiero-caseari (11,9%). Tuttavia, se si considera la commercializzazione dei soli prodotti trasformati, il prodotto agroalimentare più venduto risulta essere il vino (29,2%) seguito dai derivati dell’ortofrutta e dagli oli vegetali che valgono rispettivamente il 20,8% e il 18,8%.Fatturato in crescita: +100% in dieci anni – In termini di fatturato 2023, il 53,6% delle cooperative ha visto un aumento su base annua. Da un confronto con i dati di bilancio riferiti al 2013 emerge che il 75% delle cooperative ha visto un aumento del proprio fatturato, in alcuni casi (per la metà delle cooperative) pari o superiore al 100%.Non solo Italia, l’importanza dell’export – Sul fronte delle esportazioni, il 46,7% delle cooperative effettua anche vendite di prodotti biologici al di fuori dei confini nazionali. Il 52,6% delle cooperative effettua il 75% delle vendite nell’Ue che rimane il principale mercato di sbocco. Per il mercato extra UE, le cooperative esportano per il 30,4% in Svizzera, seguita da Regno Unito (21,7%), Stati Uniti (21,7%) e Giappone (17,4%). Altri mercati rilevanti sono la Cina e gli Emirati Arabi (4,3%).Il peso della cooperazione – Le cooperative biologiche svolgono un ruolo rilevante nell’ambito delle politiche europee di aggregazione della componente agricola delle filiere agroalimentari, considerando che il 40,0% aderisce ad un’Organizzazione di Produttori riconosciuta. LEGGI TUTTO

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    Istat, nel 2024 torna a crescere l’agricoltura. Italia prima nell’Ue27 per valore aggiunto

    (Teleborsa) – Nel 2024 aumentano la produzione e il valore aggiunto dell’agricoltura (in volume, rispettivamente, +1,4% e +3,5%). I volumi prodotti aumentano soprattutto nelle coltivazioni (+1,5%) e nel comparto zootecnico (+0,6%), in calo invece le attività dei servizi agricoli (-1,5%).Prosegue il trend positivo delle attività secondarie (+5,2%). Annata favorevole per frutta (+5,4%), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%); in flessione cereali (-7,1%), olio d’oliva (-5%) e foraggi (-2,5%). In aumento i prezzi dei prodotti delle coltivazioni (+2,9%), mentre sono calati quelli del comparto zootecnico (-2,2%). Significativa anche la diminuzione dei prezzi dei beni e servizi impiegati nel settore (-4,5%). Il calo dell’input di lavoro impiegato nel settore agricolo (-2,6%) è risultato più significativo rispetto alla media (-0,9%) degli altri Paesi Ue27. Nella Ue27 lieve aumento del volume della produzione (+0,5%) e del valore aggiunto (+0,2%): l’Italia è il Paese con il più alto valore aggiunto agricolo. È quanto rileva l’Istat nella stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per il 2024.Cresce la produzione in valore e in volume, costi intermedi in caloLe stime per il 2024 hanno evidenziato un incremento dell’1,4% dei volumi dei beni prodotti dal settore agricolo e una crescita dello 0,8% dei relativi prezzi di vendita. Pertanto, il valore a prezzi correnti della produzione complessiva del settore è aumentato del 2,2%, raggiungendo 74,6 miliardi di euro (era 73,0 miliardi di euro nel 2023). Il ridimensionamento dei costi intermedi (-1,0% in volume), associato ad una significativa contrazione dei prezzi dei beni e servizi impiegati (-4,5%), ha rafforzato l’andamento positivo del valore aggiunto aiprezzi base del settore, che è aumentato del 3,5% in volume e del 9,0% in valore, portandosi nel 2024 a42,4 miliardi di euro, dai 38,9 miliardi dell’anno precedente. Le unità di lavoro occupate in agricoltura si sono ridotte del 2,6% a causa di una marcata flessione (-4,4%) dei lavoratori indipendenti non compensata dal lieve aumento di quelli dipendenti (+0,9%). Con l’aumento dei contributi alla produzione ricevuti dal settore (+2,5%) e la sostanziale stabilità degli ammortamenti (-0,1%), il reddito dei fattori in valore ha mostrato nel 2024 un incremento dell’11,3% e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha registrato un notevole incremento (+12,5%).Coltivazioni: annata favorevole per frutta, ortaggi e vinoLe stime del 2024 delineano un’annata positiva per il complesso delle coltivazioni (+1,5% in volume). In aumento sono risultati i volumi prodotti di patate (+13,0%), frutta (+5,4%; in particolare, +11,5% la frutta fresca), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%); in forte contrazione i quantitativi prodotti di cereali (-7,1%) e olio d’oliva (-5,0%), più modesto il calo di foraggi (-2,5%). I prezzi dei prodotti delle coltivazioni hanno evidenziato un incremento medio del 2,9%. Consistenti rialzisi sono registrati per patate, olio d’oliva e vino, mentre in notevole contrazione sono stati i prezzi di cereali e foraggi.Comparto zootecnico: lieve crescita della produzione con prezzi in diminuzioneSostanzialmente stabile è stata l’attività nel settore zootecnico che nel 2024 ha registrato un lieve incremento dei volumi complessivamente prodotti (+0,6% rispetto all’anno precedente). In particolare, risultati positivi hanno interessato le carni bovine (+1,5% in volume) e, tra i prodotti zootecnici derivati, il latte (+1,1%) e le uova (+0,5%). Con i prezzi del comparto in flessione (-2,2%), la produzione in valore del comparto si è ridotta dell’1,6%.Ancora in crescita le attività secondarie mentre rallentano i servizi agricoliLe stime relative al 2024 indicano un incremento della produzione in volume per le attività secondarienon agricole del 5,2% (+2,6% in valore, in presenza di una riduzione dei prezzi del 2,5%). Il settore è stato trainato principalmente dalle attività di agriturismo e dalla produzione di energia rinnovabile. Si osserva, invece, un andamento negativo per le attività dei servizi agricoli, la cui produzione in volume si è ridotta dell’1,5%, mentre quella in valore è aumentata dell’1,0%, in conseguenza di un aumento del 2,5% dei prezzi dei servizi prodotti.Consumi intermedi: diminuiscono le quantità e i prezzi degli inputNel 2024 le stime hanno evidenziato una diminuzione delle quantità dei beni e servizi utilizzati nelsettore agricolo (-1,0%) e, grazie a una contrazione del 4,5% dei prezzi dei beni e servizi acquistati, una significativa riduzione della spesa sostenuta per i consumi intermedi (-5,5%), che è scesa a 32,2 miliardi di euro, dai 34,0 dell’anno precedente. I maggiori risparmi si sono registrati nelle spese sostenute per mangimi e prodotti energetici. L’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) ha determinato per il settore agricolo un miglioramento della ragione di scambio, definita dal rapporto tra l’indice di prezzo dell’output (+0,8%) e quello dell’input (-4,5%).L’Italia conquista la leadership europea del valore aggiunto agricoloIn base alle stime preliminari, nel 2024 la produzione del comparto agricolo dei paesi Ue27 ha mostrato un incremento in volume dello 0,5% ma, per la diminuzione dei prezzi dei prodotti venduti, si è registratauna riduzione in valore dell’1,5%, scendendo a 529 miliardi di euro rispetto ai 536,9 miliardi raggiunti nell’anno precedente. Dopo i rialzi degli ultimi tre anni, nel 2024 si stima a livello europeo una diminuzione del 2,0% dei prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base) e una flessione più marcata dei prezzi dei beni e servizi acquistati (-6.4%). I consumi intermedi sono diminuiti in valore del 5,7%, mentre si è osservato un modesto incremento dello 0,8% in volume. Di conseguenza, il valore aggiunto lordo è aumentato rispetto all’anno precedente dello 0,2% in volume e del 4,4% in valore, passando da 223,7 miliardi di euro del 2023 a 233,6 miliardi nel 2024. Nella crescita dei volumi prodotti nell’Ue nel 2024, spiccano le performance positive di Spagna (+10,6%), Portogallo (+4,4%), Polonia (+1,6%) e Italia (+1,4%); i risultati peggiori si registrano, invece, inUngheria (-4,4%), Romania (-4,3%) e Francia (-3,5%). La graduatoria 2024 del valore della produzione a prezzi correnti conferma la Francia in prima posizione (88,4 miliardi di euro, -7,7% rispetto al 2023), seguita da Germania (75,4 miliardi di euro, -0,9%), Italia (74,6 miliardi di euro, +2,2%) e Spagna (68,4 miliardi di euro, +4,3%). In termini di valore aggiunto, invece, l’Italia conquista nel 2024 la leadership europea (42,4 miliardi di euro, +9,0% rispetto al 2023), seguita da Spagna (39,5 miliardi di euro, +16,2%) e Francia (35,1 miliardi di euro, -7,2%), che nel 2023 deteneva il primato.Riguardo ai principali comparti, le stime indicano per il 2024 un’annata positiva nella Ue27 per l’olio d’oliva (+9,1% in volume), con una produzione in forte espansione in Spagna (+22,6%) e Grecia (+5,9%). Buone performance si sono registrate anche per patate (+7,8%), foraggi (+7,2%), frutta (+4,5%) e ortaggi freschi (+2,1). In sensibile riduzione, invece, sono stati i volumi prodotti di vino (-10,2%), principalmente a causa del crollo registrato in Francia (-22,8%). Andamenti negativi si osservano anche per il comparto florovivaistico (-4,2%) e per i cereali (-3,1%). Risultati soddisfacenti si hanno nelle produzioni zootecniche (+0,9% in volume) e, in particolare, per le carni (+1,4%). Le attività secondarie e quelle dei servizi hanno invece subìto una leggera flessione della produzione (-0,5%).I maggiori decrementi nei prezzi alla produzione si sono registrati in Spagna (-5,7%), Danimarca (-5,3%), Portogallo (-4,7%), Polonia (-4,3%) e Francia (-4,3%), mentre sono risultati in aumento in Grecia (+7,8%), Irlanda (+4,9%) e Italia (+0,8%).Nel 2024, la riduzione della spesa per consumi intermedi per il complesso Ue27 (-5,7% in valore rispetto all’anno precedente) è stata generalizzata, ma più consistente in Spagna (-8,5%), Francia (-8,0%), Romania (-7,7%) e Danimarca (-7,2%). I prezzi dei beni e servizi impiegati si sono ridotti mediamente per l’Ue27 del 6,4%, con le diminuzioni più consistenti in Spagna e Francia.Si è ridotta nell’anno l’incidenza dei consumi intermedi sul valore della produzione che, per il complesso Ue27, è scesa al 55,8% dal 58,3% nel 2023 (-2,5 punti percentuali). Le maggiori incidenze sono state rilevate in Danimarca, Ungheria, Polonia, Portogallo e Francia, mentre si sono poste al di sotto della media Ue27 per Italia, Spagna, Grecia e Romania.L’andamento dell’indicatore di reddito agricolo, che misura la produttività del lavoro in agricoltura, evidenzia per il 2024 un incremento positivo per l’Ue27 (+1,6%). Un andamento particolarmente positivo si osserva in Portogallo (+14,7%), Italia (+12,5%), Grecia (+11%) e Spagna (+9,2%) mentre le diminuzioni più significative si sono registrate in Romania (-16,8%), Polonia (-12,5%), Francia (-8,9%). LEGGI TUTTO

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    FAO, prezzi medi commodities alimentari in calo nel 2024 guidati da cereali e zucchero

    (Teleborsa) – I prezzi delle materie prime alimentari sono scesi a dicembre rispetto al mese precedente, guidati da un calo delle quotazioni internazionali dello zucchero, secondo quanto emerge dall’indice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).L’indice dei prezzi alimentari della FAO, che traccia le variazioni mensili dei prezzi internazionali di una serie di materie prime alimentari scambiate a livello globale, ha registrato una media di 127,0 punti a dicembre, in calo dello 0,5 percento rispetto a novembre e in aumento del 6,7 percento rispetto a dicembre 2023.Per il 2024 nel suo complesso, l’indice ha registrato 122,0 punti, il 2,1 percento in meno rispetto al valore medio del 2023, compensando cali significativi delle quotazioni di cereali e zucchero con aumenti minori ma non insignificanti dei prezzi di oli vegetali, latticini e carni.L’indice dei prezzi dei cereali della FAO a dicembre è rimasto relativamente invariato rispetto a novembre e del 9,3 percento al di sotto del livello dell’anno precedente, poiché un aumento marginale delle quotazioni del mais ha compensato un calo di quelle del grano. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dei cereali della FAO ha registrato una media di 113,5 punti, in calo del 13,3 percento rispetto al livello del 2023, segnando un secondo calo annuale rispetto al livello record del 2022. L’indice dei prezzi di tutto il riso della FAO è aumentato dello 0,8 percento rispetto al livello medio del 2023, rappresentando un massimo di 16 anni in termini nominali.L’indice dei prezzi degli oli vegetali della FAO a dicembre è sceso dello 0,5 percento rispetto a novembre, sebbene ancora del 33,5 percento in più rispetto al livello dell’anno precedente. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi degli oli vegetali della FAO ha registrato una media del 9,4 percento in più rispetto al 2023, in un contesto di riduzione delle forniture globali.L’indice dei prezzi della carne della FAO, a differenza di altri sottoindici, è aumentato dello 0,4 percento a dicembre rispetto a novembre, ponendo fine a un trend in calo durato tre mesi, e si è attestato al 7,1 percento in più rispetto al valore di dicembre 2023. Nel 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi della carne della FAO è stato del 2,7 percento superiore alla media del 2023, con quotazioni più elevate per le carni bovine, ovine e di pollame che hanno compensato il calo dei prezzi internazionali per la carne suina.L’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari della FAO è sceso dopo sette mesi consecutivi di aumenti, scendendo dello 0,7 percento rispetto a novembre, sebbene ancora del 17,0 percento in più rispetto al valore di dicembre 2023. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari della FAO è stato in media del 4,7 percento in più rispetto al 2023, dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del burro.L’indice dei prezzi dello zucchero della FAO ha guidato il calo mensile, scendendo del 5,1 percento da novembre, in mezzo al miglioramento delle prospettive del raccolto di canna da zucchero nei principali paesi produttori, attestandosi al 10,6 percento in meno rispetto al livello di dicembre 2023. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dello zucchero della FAO è stato in media inferiore del 13,2 percento rispetto al 2023. LEGGI TUTTO

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    Indagine CNA: “Sale a sei miliardi la spesa eno-gastronomica nei giorni clou delle festività”

    (Teleborsa) – Sei miliardi di euro. A tanto ammonta il “fatturato” della tavola italiana nelle prossime festività tra convivialità casalinghe e non. Un dato finalmente salito ben sopra il giro d’affari eno-gastronomico pre Covid, complice anche l’inflazione. A rilevarlo è un’indagine della CNA. L’indagine è stata focalizzata sulle giornate festive delle due settimane (Vigilia di Natale, Natale, Santo Stefano, San Silvestro, Capodanno ed Epifania) che cadono tra martedì 24 dicembre 2024 e lunedì 6 gennaio 2025.Costi a parte, dove e che cosa mangeranno gli italiani nelle festività? Di sicuro è previsto un incremento nelle scelte del fuori casa: ristoranti, circoli, agriturismi. Con un picco a Natale, San Silvestro, Capodanno per i ristoranti. E in strutture più rustiche, come agriturismi e rifugi montani, all’Epifania.La maggioranza degli italiani sceglierà i piatti della tradizione e il “comfort food” tricolore con cenone di magro alla Vigilia di Natale e prodotti a base di carne soprattutto a Natale, a Capodanno e all’Epifania. Si fanno però strada, non solo per chi è costretto a causa di intolleranza e allergie, le opzioni vegetariane (declinate in modalità anche gourmet) che nei giorni di vigilia si coniugheranno con le scelte dei cattolici osservanti.Il ritorno alla tradizione va a braccetto con materie prime di territorio e di pregio. La qualità la fa da padrona e la sostanza mette ko l’apparenza con l’aiuto di artigiani e piccole aziende. Proprio le produzioni artigianali fanno la differenza rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria e anche la pandemia. Spesso la ricerca di prodotti tipici di qualità traina anche il turismo del gusto ormai ampliatosi a tutte le gamme agro-alimentari e non solo a vino e olio. E se i prezzi sono saliti la qualità vince anche sulla quantità evitando, o perlomeno riducendo, gli sprechi alimentari. Incomprensibili soprattutto in giorni in cui tante persone non festeggiano, una libera scelta talvolta, ma perlopiù una scelta obbligata. Per fortuna, però, quest’anno si vanno moltiplicando le iniziative benefiche e cresce la solidarietà. LEGGI TUTTO

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    Ferrero, le novità trainano l’esercizio 2023-2024. Utile della holding a 169 milioni

    (Teleborsa) – Ferrero, colosso italiano dei prodotti dolciari, ha chiuso l’esercizio 2023-2024 in crescita, spiegando che è stata l’innovazione di prodotto a trainare i risultati. La holding delle attività italiane, Ferrero SpA, ha generato un utile di 168,7 milioni di euro dai 139,6 milioni ad agosto 2023. Tale risultato è determinato da un sensibile incremento sia dei ricavi netti, pari a 235,6 milioni di euro, in aumento di 13,4 milioni rispetto all’esercizio precedente (222,2 milioni al 31 agosto 2023), che del risultato della gestione finanziaria. Il fatturato di Ferrero Commerciale Italia, la società che, tra le altre cose, si occupa della distribuzione e della vendita di prodotti dolciari ed affini sul mercato italiano, ha raggiunto gli 1,817 miliardi di euro di fatturato, in crescita del 3,5% rispetto agli 1,757 miliardi al 31 agosto 2023 e un utile di esercizio di 57 milioni di euro, in crescita del 7,1% dai 53,2 al 31 agosto 2023. La performance delle vendite (sell-out) sul mercato nazionale (distribuzione moderna, negozi tradizionali e discount) dell’insieme dei prodotti Ferrero è stata caratterizzata da crescita a valore. Per il conseguimento di questo risultato, spiega il gruppo di Alba, sono stati decisivi i contributi delle innovazioni grazie ai lanci dei biscotti Kinder Kinderini, di Nutella gelato e di Nutella croissant. È stato rilevante anche il contributo del lancio di Fulfil e delle vendite realizzate nell’ambito delle occasioni per il segmento Chocolate, in continuità con quanto consuntivato negli esercizi precedenti. Per quanto riguarda Ferrero Industriale Italia, attiva nella lavorazione e trasformazione di materie prime in prodotti finiti nonché nella gestione dei rapporti con i terzisti e dei controlli inerenti la qualità attraverso i quattro stabilimenti di Alba, Pozzuolo Martesana, Balvano e Sant’Angelo dei Lombardi ha realizzato un fatturato al 31 agosto 2024 pari a 860,7 milioni di euro (+6,8% vs. 805,7 milioni al 31 agosto 2023) e un utile di 59,6 milioni di euro (in aumento rispetto ai 56,5 milioni al 31 agosto 2023). In materia di investimenti produttivi, l’azienda di Alba ha confermato il proprio impegno nel contesto italiano investendo nei 4 poli produttivi (Alba, Pozzuolo Martesana, Sant’Angelo dei Lombardi eBalvano) tramite Ferrero Industriale Italia 98 milioni di euro in beni materiali. Negli ultimi 10 anni di attività e nel solo perimetro nazionale gli investimenti industriali realizzati dal gruppo Ferrero sul territorio hanno raggiunto 1,4 miliardi di euro. Sul fronte del lavoro, in particolare, l’organico medio dell’esercizio 2023-2024, aggregando il dato della holding e quello delle quattro società controllate, risulta pari a 7.004 unità, in incremento rispetto all’esercizio precedente di 77 unità. L’organico puntuale al 31 agosto 2024 risulta pari a 7.776 unità.Ferrero SpA ha nominato il Consiglio di Amministrazione. Bartolomeo Salomone viene confermato presidente e il CdA, oltre allo stesso, risulta composto da: Fabrizio Gavelli, Massimo Micieli, Gian Mauro Perrone, Gian Luca Bassi e Matteo Ravera. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura, UE approva piano aiuti a imprese colpite da alluvioni maggio 2023

    (Teleborsa) – La Commissione Europea ha approvato un piano di aiuti all’Italia per un valore di 167 milioni di euro, per sostenere il la produzione agricola di alcune regioni colpite da eventi atmosferici estremi. Il regime, che si inserisce nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina, è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato adottato dalla Commissione europea nle 2023.Secondo il regime, l’aiuto verrà erogato sotto forma di riduzioni dei contributi sociali. Alla misura potranno accedere le imprese agricole di Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dalle alluvioni del maggio 2023 e che già rischiano una crisi di liquidità in relazione alle difficoltà provocate dalla guerra Russia-Ucraina.La Commissione ha ritenuto il regime italiano in linea con le condizioni stabilite nel quadro degli aiuti temporaneo. In particolare, gli aiuti non supereranno i 280.000 euro per beneficiario e saranno concessi entro il 31 dicembre 2024. Su questa base, la Commissione ha approvato il regime ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di I.D.C. da parte di Valeo Foods

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo esclusivo di I.D.C. Holding della Slovacchia da parte di Valeo Foods dell’Irlanda. La transazione riguarda principalmente la produzione e la fornitura di prodotti alimentari.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato il suo impatto limitato sulla concorrenza nei mercati in cui le società sono attive. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della normale procedura di revisione delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Crédit Agricole Italia: tre miliardi per la transizione sostenibile delle aziende agricole e agroalimentari

    (Teleborsa) – È un settore primario in grande trasformazione quello che emerge dal secondo Rapporto “Agricoltura tra innovazione e sostenibilità” realizzato dall’Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi School of Management in partnership con Crédit Agricole Italia e presentato lunedì 9 dicembre al Crédit Agricole Green Life di Parma. Se nel primo volume della ricerca sono state prese in considerazione le dimensioni finanziarie e organizzative delle aziende agricole, con la tutela della biodiversità che è risultata imprescindibile non solo per ragioni di ordine ambientale ma per una ottimizzazione delle rese e della qualità del prodotto, nel secondo volume l’analisiprogredisce focalizzandosi su Biologico, sostenibilità, transizione energetica, Dop Economy, innovazione e coinvolgimento dei giovani imprenditori nella governance.La fotografia è quella di un mondo proiettato verso un orizzonte di sostenibilità a 360 gradi, nel quale la finanza può agire da innesco e volano per attivare pratiche virtuose nelle attività agricole tradizionali, favorendo gli investimenti sulle energie rinnovabili e la diversificazione delle fonti di reddito.Crédit Agricole Italia mette oggi a disposizione degli operatori di questo comparto un nuovo plafond di tre miliardi di euro per finanziamenti finalizzati a sostenere i progetti di sviluppo sostenibile. La Banca è in grado di accompagnare le aziende del settore grazie ad una rete di gestori e specialisti, costituita da oltre 250 professionisti su tutto il territorio nazionale, 22 Poli Affari Verdi e una filiera creditizia dedicata. Nell’ultimo anno le nuove erogazioni di Crédit Agricole Italia verso il comparto Agri-Agro ammontano a circa un miliardo.”Siamo partiti tre anni fa con l’obiettivo di assistere il comparto attraverso un’analisi puntuale che potesse aiutare gli imprenditori nel loro continuo processo rafforzamento e di transizione – ha dichiarato Vittorio Ratto, vicedirettore generale di Crédit Agricole Italia –. Dal 2021 il mondo imprenditoriale è stato esposto ad una serie, continuativa e ancora non conclusa, di eventi inattesi, come il Covid-19, l’aumento del costo delle materie prime, la guerra in Ucraina, alluvioni e siccità. A fronte di questi eventi esterni, abbiamo visto sul campo una grande vivacità imprenditoriale da parte di tanti operatori che hanno saputo scommettere ed investire sulle produzioni di qualità, sull’innovazione, sulla produzione di energia pulita. E proprio questo processo di trasformazione che Crédit Agricole Italia intende sostenere anche attraverso l’attivazione di un plafond di 3 miliardi di euro per promuovere la transizione sostenibile con la leva della finanza”.”Il secondo rapporto continua il lavoro che, insieme a Crédit Agricole Italia, ci ha permesso di esaminare dinamiche fino ad oggi inesplorate del settore primario, dove l’assenza dell’obbligo di pubblicare un bilancio si è tradotta nella maggior parte dei casi in un’assenza di bilancio – ha dichiarato Vitaliano Fiorillo, direttore Invernizzi AGRI Lab SDA Bocconi School of Management –. Il delinearsi del quadro è utile sia agli operatori per conoscere meglio il mondo in cui muovono e pianificare le strategie aziendali sia per i decisori istituzionali e il mondo della finanza che possono intervenire con politiche ed iniziative mirate volte a sostenere la crescita sostenibile, oggi strada maestraper il futuro del settore agricolo”.(Foto: Teodororoianu | Dreamstime) LEGGI TUTTO