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    MPS: a Marsala apre un nuovo centro specialistico nell’Agridop

    (Teleborsa) – Banca Monte dei Paschi di Siena prosegue il proprio impegno nel settore agroalimentare a sostegno dei distretti DOP e IGP italiani, in linea con quanto previsto dal Piano Industriale 2024-2028. La Banca apre a Marsala un nuovo centro MPS Agridop dedicato ad accompagnare lo sviluppo delle aziende della Piana di Trapani e della Sicilia occidentale.Il centro di Marsala, situato in via Roma 64, – fa sapere MPS in una nota – si unisce a quello di Pachino (SR), già operativo in Sicilia da tre anni, e agli altri 14 centri dislocati nel Paese in corrispondenza delle principali Denominazioni italiane.Banca Mps ha individuato Marsala quale territorio strategico per servire le imprese attive nella produzione dell’omonimo vino e, più in generale, per le attività delle filiere vitivinicole che rappresentano un vero e proprio motore per lo sviluppo del territorio siciliano.L’iniziativa si inserisce all’interno della linea di business MPS Agridop e rappresenta la prima di una serie di aperture che, entro la fine del 2026, porteranno a 40 i centri specialistici presenti in tutta Italia.”L’apertura di un secondo centro MPS Agridop in Sicilia testimonia la strategicità del comparto agroalimentare per la nostra Banca e il forte impegno per i distretti e per tutte le nostre imprese, anche quelle piccole e piccolissime, che costituiscono la filiera agrifood – ha dichiarato Maurizio Giovanni Coppola, direttore Territoriale Imprese e Private Sicilia e Calabria di Banca Mps –. Grazie al nuovo centro di Marsala possiamo offrire agli imprenditori agricoli siciliani un ulteriore supporto per far crescere le loro aziende in modo sostenibile e per affermarsi quali vere e proprie eccellenze del territorio”. LEGGI TUTTO

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    HQF, accordo con ISMEA per prestito obbligazionario convertibile da 2 milioni di euro

    (Teleborsa) – Il CdA di High Quality Food (HQF), gruppo quotato su Euronext Growth Milan e attivo nel settore agro-industriale di alta qualità, ha approvato la conclusione di un accordo di investimento con Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) per la sottoscrizione da parte di quest’ultima di un prestito obbligazionario convertibile (POC) di importo pari a 2 milioni di euro.Il prestito ha una durata di 8 anni, con rimborso graduale a partire dal quinto anno. Il tasso di interesse è variabile e calcolato applicando al tasso base UE una maggiorazione pari a 420 punti base, fermo restando che lo stesso, in ogni caso, non potrà essere: a) inferiore al 5,20% lordo annuo, e b) superiore al 9,20% lordo annuo.Il CdA ritiene che l’operazione di emissione del prestitoo obbligazionario riservato a ISMEA risponda all’interesse della società, in quanto fornisce la possibilità di attingere, a tassi più convenienti rispetto a quelli che sarebbero previsti da finanziamenti bancari, alle risorse necessarie a supportare gli investimenti della società a beneficio degli azionisti ed eventualmente a rafforzare patrimonialmente la Società nell’ipotesi in cui i titoli siano convertiti.Il progetto sottostante all’intervento di ISMEA in favore di HQF è finalizzato a supportare la realizzazione, l’espansione e sviluppo della società, secondo le seguenti linee operative consistenti: (i) nell’avviare una nuova linea di trasformazione delle materie prime agricole mediante l’apertura di un nuovo centro produttivo a Milano; (ii) nell’internalizzare la produzione di patatine chips e stick prefritte; (iii) nell’aprire nuovi punti vendita; (iv) nel promuovere il posizionamento e la riconoscibilità dei prodotti a marchio HQF; (v) nel modernizzare attrezzature e processi, essendo, in particolare, previsto un incremento della capacità produttiva a regime del prodotto principale, costituito dalla carne, da circa 53 mila kg a circa 62 mila kg.La società evidenzia che l’esecuzione dell’operazione potrebbe comportare un effetto diluitivo, ad oggi, tuttavia, non ipotizzabile nell’entità e nei tempi di eventuale manifestazione, sulle partecipazioni possedute dagli attuali azionisti, che dipenderà in particolare dalla eventuale conversione delle obbligazioni e quindi dalla quota di capitale della società effettivamente sottoscritta da ISMEA a esito della conversione delle obbligazioni. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE, Lollobrigida: “Su accordi commerciali cambio di passo”

    (Teleborsa) – “Oggi è in programma a Bruxelles l’Agrifish che tra i vari punti all’ordine del giorno tratterà della nuova Pac. Ribadiremo ancora una volta che quella che vogliamo per i nostri agricoltori e pescatori è una politica che incentivi le produzioni agroalimentari. Non si devono pagare gli agricoltori per non coltivare o i pescatori per non pescare. Con il nuovo commissario Christophe Hansen porteremo avanti gli obiettivi che ci siamo prefissi come la revisione della Pac post 2027”. È quanto ha affermato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida commentando, in un’intervista a Il Mattino, il rapporto con la “nuova” Commissione Europa.Proprio oggi – come annunciato in una nota dal ministro dell’Agricoltura – “la Commissione europea ha accolto la richiesta di opposizione formulata dall’Italia contro l’istanza presentata dal Pakistan per registrare in Europa il riso Basmati come Indicazione geografica protetta”. Si tratta – ha sottolineato Lollobrigida – di “una buona notizia per la nostra Nazione e per i nostri produttori. Il Governo è in prima linea per proteggere la risicoltura italiana e il reddito delle nostre imprese. Ora procederemo ad avviare le consultazioni previste dalle norme comunitarie per cercare soluzioni condivise. Non permetteremo di danneggiare le nostre produzioni che rappresentano le nostre tradizioni e la nostra identità”.Guardando al G7 Agricoltura in Sicilia i temi portanti – ha detto Lollobrigida – saranno la tutela del sistema agroalimentare italiano, la sostenibilità economica delle imprese e l’imprenditoria giovanile e il Piano Mattei in Africa. “Nel documento finale è stato richiesto di inserire un passaggio dedicato alla formazione e a un’agricoltura più sostenibile e che possa garantire il giusto reddito agli agricoltori e ai pescatori. Saranno presenti – ha detto il ministro a Il Mattino – anche undici nazioni africane che si confronteranno sulle grandi questioni del nostro tempo: dagli effetti dei cambiamenti climatico, alla sicurezza alimentare, al giusto valore delle produzioni agricole”. LEGGI TUTTO

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    Pesticidi, Parlamento UE respinge decisioni Commissioni su alimenti importati

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha respinto due decisioni della Commissione che consentono tolleranze all’importazione (note anche come livelli massimi di residui) per ciproconazolo e spirodiclofen in o su una grande quantità di prodotti come cereali, semi, carne, fegato e reni, nonché per benomil, carbendazim e tiofanato-metile in o su determinati prodotti come limoni, lime, mandarini. L’uso di tutti questi pesticidi è già vietato nell’UE.Le risoluzioni di accompagnamento sottolineano che i prodotti agricoli importati da paesi extra-UE devono seguire gli stessi standard dei prodotti realizzati nell’UE per garantire parità di condizioni. Consentire livelli massimi di residui più elevati per le importazioni metterebbe inoltre a repentaglio la salute dei cittadini in Europa e nei paesi produttori.522 deputati hanno votato a favore dell’obiezione alla decisione della Commissione riguardante ciproconazolo e spirodiclofen, 127 contrari e 28 astenuti. Per benomil, carbendazim e tiofanato-metile, 516 deputati hanno votato a favore dell’obiezione, 129 contrari e 27 astenuti. Per respingere le decisioni della Commissione era necessaria una maggioranza assoluta di almeno 359 deputati.La Commissione deve ora ritirare le sue proposte. I deputati chiedono alla Commissione di presentare una nuova bozza che abbassi tutti i livelli massimi di residui al limite di determinazione (la quantità minima a cui può essere rilevato) o al valore predefinito di 0,01 mg/kg per tutti gli usi e di rifiutare qualsiasi richiesta di tolleranza all’importazione.(Foto: Arjun MJ su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Newlat Food, ricavi semestrali scendono a 370 milioni di euro. Migliora la marginalità

    (Teleborsa) – Newlat Food, gruppo italiano multi-brand del settore agro-alimentare e quotato su Euronext STAR Milan, ha chiuso il primo semestre del 2024 con ricavi consolidati pari a 370,1 milioni di euro, in diminuzione del 10,4% rispetto a 413,3 milioni nel primo semestre del 2023; il risultato è impattato dalla diminuzione del prezzo medio di cessione e dalla difficile base comparativa (ricavi 1H 2023: crescita organica +19,3%).L’EBITDA consolidato è pari a 39,3 milioni di euro, in crescita del 2% rispetto a 38,5 milioni, con un margine del 10,6% rispetto a 9,3% nel primo semestre 2023; l’EBITDA normalizzato è pari a 39,8 milioni di euro, in linea con il primo semestre 2023.L’utile netto consolidato è pari a 10 milioni di euro, rispetto a 10,7 milioni del primo semestre 2023; senza considerare gli effetti da business combination, l’utile netto sarebbe stato in aumento dell’11,1% rispetto al periodo precedente.”Nonostante le sfide poste da un mercato altamente competitivo e un confronto con un primo semestre 2023 caratterizzato da una crescita straordinaria del 19,3%, trainata da un contesto inflazionistico senza precedenti, Newlat Food ha dimostrato un’elevata resilienza nel primo semestre del 2024″, ha commentato il presidente Angelo Mastrolia.”L’acquisizione di Princes Limited, completata il 30 luglio, segna l’inizio di una fase di forte espansione – ha aggiunto – Siamo determinati a massimizzare i benefici di questa integrazione attraverso un piano strategico ambizioso che, entro la fine dell’anno, punta a rafforzare ulteriormente i nostri margini e migliorare la posizione finanziaria netta, sostenuti da una solida generazione di cassa derivante dalle strategie implementate fin dall’inizio dell’anno. Confidiamo che le azioni intraprese continuino a rafforzare la nostra posizione competitiva, consentendoci di perseguire i nostri obiettivi di crescita e di valorizzazione”.Il debito finanziario netto al 30 giugno 2024 è pari a 42,6 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto a 74,3 milioni al 31 dicembre 2023, grazie alla capacità del Gruppo Newlat di generare flussi di cassa dall’attività operativa. Al netto degli effetti contabili IFRS 16 di leasing, la posizione finanziaria netta è pari a 1,5 milioni, rispetto a 29,5 milioni del 31 dicembre 2023. Net debt/EBITDA ratio in miglioramento e pari a 0,59 rispetto a 1,03 a fine dicembre 2023.(Foto: Newlat) LEGGI TUTTO

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    Centrale del Latte d’Italia, utile semestrale sale a 4,8 milioni di euro. Ricavi in calo

    (Teleborsa) – Centrale del Latte d’Italia, terzo operatore italiano del mercato del latte fresco e a lunga durata e società quotata su Euronext STAR Milan, ha chiuso il primo semestre del 2024 con un fatturato di 165,7 milioni di euro, rispetto ai 169,8 milioni di euro al 30/06/2023, con un decremento del 2,4%.L’EBITDA si attesta a 16 milioni di euro, contro i 15,6 milioni di euro al 30/06/2023 e con un Ebitda margin del 9,6%, in aumento rispetto al 9,2% riportato nel primo semestre 2023. L’utile netto è pari a 4,8 milioni di euro, contro i 3,6 milioni di euro al 30/06/2023.La posizione finanziaria netta rimane sostanzialmente in linea, passando da -41,5 milioni di euro del 31/12/2023 a -42,4 milioni di euro del 30/06/2024.”I risultati ottenuti nel corso del primo semestre 2024 – in linea a quanto registrato nel pari periodo del precedente esercizio – evidenziano ancora una volta la capacità della società di generare un’elevata marginalità nonostante un contesto di mercato particolarmente difficile”, si legge nella nota sui conti. LEGGI TUTTO

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    Agroalimentare, Istat: “Confermato il primato italiano per riconoscimenti Dop, Igp e Stg”

    (Teleborsa) – Nel 2022 i produttori certificati nel settore agroalimentare di qualità sono circa 81.400, in lieve aumento rispetto al 2021 (+0,4%). Tra i settori in crescita per numero di produttori figura, in particolare, quello delle carni fresche. L’Italia mantiene il suo primato tra i Paesi UE per riconoscimenti nel comparto del cibo. In crescita i produttori nel Mezzogiorno. Questo il quadro tracciato dall’Istat nel Report 2022 su “Prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg”. Cresce la presenza italiana nel panorama internazionale dei prodotti di qualitàNel 2022 il prestigio e la qualità italiane nel comparto agroalimentare del cibo certificato mantengono costante il primato per numero di riconoscimenti, con 319 eccellenze riconosciute dall’Unione Europea (UE); seguono Francia (262) e Spagna (205). Nell’intera UE i prodotti di qualità nel comparto agroalimentare del cibo erano 1.466(1); nel 2012 (ad esclusione del Regno Unito) erano 1.079. Le denominazioni agroalimentari di qualità italiane si rafforzano crescendo di dimensione nel panorama internazionale. Tra il 2012 e il 2022 il numero dei riconoscimenti segna, infatti, una crescita del 28,6% (da 248 a 319). In particolare, cresce il settore degli ortofrutticoli e cereali con un incremento, in termini assoluti, di 23 nuove denominazioni e quelli dei formaggi e degli olii extravergine di oliva, con l’ingresso, rispettivamente, di 11 e 6 nuovi marchi di qualità. Nel decennio 2012-2022 i produttori aumentano dell’8,3% (da 75.148 del 2012 a 81.403 del 2022); i trasformatori crescono, invece, del 6,8% (da 7.015 a 7.492). La lettura congiunta della variazione per ripartizione e per settore evidenzia come nel Nord siano in flessione i produttori del settore lattiero-caseario, della preparazione di carni e degli olii extravergine di oliva. Nel Mezzogiorno si registrano segni positivi in tutti i settori, mentre nel Centro la variazione è negativa per la preparazione di carni e per gli oli extravergine di oliva.La vocazione territoriale, definita oltre che dalle caratteristiche del territorio stesso anche dai vincoli imposti dai disciplinari di produzione, si traduce in una forte localizzazione dei produttori, che nel 2022 per il 41,5% si trovano tra il Sud (14,4%) e le Isole (27,1%), il 19,4% nella sola Sardegna (seguita dal Trentino-Alto Adige con il 13,9% e dalla Toscana con il 13,8%). Il 40,4% dei trasformatori opera invece nel Nord del Paese. Nel 2012 le quote per i produttori erano, rispettivamente, dell’8,4% per il Sud e del 20,8% per le Isole, mentre nel Nord era presente il 46,6% dei trasformatori. Nel tempo si sta quindi assistendo a una crescita di produttori operanti nella filiera di qualità nelle aree meridionali del Paese e, in misura minore, di trasformatori.Cresce il peso dei produttori tra il 2012 e il 2022 nel MezzogiornoIl confronto regionale nella composizione percentuale deiproduttori nei vari settori tra il 2012 e il 2022 mostra come l’ingresso di nuovi prodotti, peculiari di determinati territori, unito alle dinamiche del mercato, abbia parzialmente ridefinito la geografia dei settori. È il caso dei formaggi, dove i produttori erano territorialmente meno polarizzati nel 2012 rispetto al 2022. Nell’arco temporale di riferimento, infatti, la quota della Sardegna aumenta di oltre dieci punti percentuali (salendo dal 34,7% del 2012 al 44,8% del 2022), mentre, parallelamente, perdono peso alcune regioni del Nord: in particolare la Lombardia (-4,5 punti percentuali) e il Veneto (-3,4 punti).Nello stesso periodo anche le carni fresche vedono aumentare la propria quota di produttori in Sardegna (che sale dal 46,4% al 55,3%).Al Nord, i produttori del settore preparazione di carni aumentano la loro quota relativa in Piemonte, anche se in termini assoluti il saldo della regione è negativo. Perdono peso relativo la Lombardia (che scende dal 42,1% al 40,9% del 2022) e l’Emilia-Romagna. Sono invece sostanzialmente stabili le altre ripartizioni geografiche.In direzione opposta si muove il settore ortofrutticolo e cerealicolo che, tra il 2012 ed il 2022, vede crescere la quota relativa di produttori, in particolare, in Piemonte, in Sicilia ed Emilia-Romagna e, parallelamente, registra una flessione del suo peso in Trentino-Alto Adige (dal 64,5% del 2012 al 49,7% del 2022).Il settore olivicolo oleario si contrae in Toscana (tra il 2012 e il 2022 perde 17 punti percentuali, passando dal 58,5% al 41,5%) e, contemporaneamente, cresce soprattutto in Puglia e in Sicilia. Nel complesso, – rileva l’Istat – le suddette dinamiche dei produttori delineano, ad esclusione del Piemonte, tendenze opposte tra Nord e Sud, mentre il Centro si divide, da un lato, tra l’Umbria e la Toscana, che registrano una flessione del loro peso percentuale tra il 2012 e il 2022 e, dall’altro lato, il Lazio. Nelle Marche la situazione appare, invece, pressoché invariata.Nel Centro oltre due terzi dei produttori è nel settore olivicolo oleario Tra il 2021 e il 2022 si assiste a un lieve aumento dei produttori (+0,4%) e a una parallela flessione dei trasformatori (-0,9%). Nel complesso, questi operatori segnano una variazione del +0,3%. L’aumento dei produttori interessa le regioni del Sud (+2,8%) e delle Isole (+3,1%), mentre la flessione dei trasformatori non è compensata dalla loro lieve crescita nelle zone settentrionali del Paese (+0,4%). Nel 2022 oltre l’80% dei produttori si ripartisce tra i formaggi (28,9%), gli olii extravergine di oliva (28,6%) e il settore degli ortofrutticoli e cereali (25,1%). La lettura per settore mostra come, sempre nel 2022, il 44,8% delle aziende agricole operanti nel settore lattiero-caseario sia localizzato in Sardegna. Nella stessa regione è presente oltre la metà dei produttori delle carni fresche. Nella preparazione di carni spiccano regioni del Nord-ovest (Lombardia in testa seguita dal Piemonte con il 24,4% dei produttori del settore). Il settore ortofrutticolo si concentra prevalentemente in Trentino-Alto Adige (49,7%), mentre in Toscana è presente soprattutto una tradizione legata all’olivicoltura.Nel dettaglio territoriale, il 43,8% dei produttori presenti nel Nord-ovest è nel settore dei formaggi, nel Nord-est il 61,2% è legato al settore ortofrutticolo e cerealicolo. Nel Centro, il 66,4% delle aziende è nell’olivicoltura. Sempre con riferimento all’olivicoltura, circa la metà dei produttori presenti nel Sud è legato a questa attività, mentre nelle Isole il 48,1% nel settore dei formaggi. LEGGI TUTTO

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    Mimit, Urso approva Accordo di sviluppo di oltre 27 milioni con Tino Prosciutti

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha approvato la stipula di un Accordo di sviluppo relativo a un investimento di oltre 27 milioni di euro con Tino Prosciutti, prosciuttificio del Parmense presieduto dall’attuale presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ne ha preso la guida dopo la morte del suocero, il fondatore, Lanfranco Fiandri. L’accordo – fa sapere il Mimit in una nota – prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale a Calestano (PR) dotato di impianti all’avanguardia per la lavorazione della carne e di tutti i criteri necessari per ottenere l’ammissione al Consorzio dei produttori di Prosciutto di Parma DOP.Il programma di sviluppo, presentato il 15 aprile 2022 dall’azienda – specializzata nel settore della lavorazione e della produzione del prosciutto crudo destinato principalmente ai grossisti e al canale HO.RE.CA. e in nuovi prodotti per l’industria dei salumi – prevede un incremento occupazionale di circa 70 lavoratori a tempo pieno o con contratto di somministrazione, e avrà un effetto positivo sulla filiera di riferimento, anche in considerazione degli oltre 360 fornitori dell’azienda localizzati prevalentemente in Italia.Grazie ai criteri strutturali tecnologicamente avanzati, il nuovo stabilimento, che andrà ad affiancarsi agli altri tre dell’azienda, potrà ottenere le certificazioni rispondenti alle normative per l’export negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone, con un potenziale di crescita del fatturato derivante dai mercati esteri del +23%.Il Ministero, in considerazione dello sviluppo tecnologico del processo produttivo proposto dall’azienda, in linea con il modello “Industria 4.0” e dell’efficientamento energetico del ciclo produttivo, al fine di favorire la competitività dell’impresa e dell’intera filiera, nonché di rafforzare la struttura produttiva del territorio di riferimento, – spiega la nota – sosterrà l’investimento con la concessione di 9.984.650 euro di agevolazioni nella forma del contributo a fondo perduto.L’accordo sarà gestito da Invitalia che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’eventuale l’ammissione alle agevolazioni. LEGGI TUTTO