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MEF, entrate tributarie erariali in aumento del 2% nei primi nove mesi del 2025
(Teleborsa) – Secondo l’ultimo Bollettino del Dipartimento Finanze del Mef, nel periodo gennaio-settembre 2025, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 426.951 milioni di euro, con un aumento di 8.396 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,0%). Le entrate totali ammontano a 426.951 milioni di euro (+8.396 milioni di euro, pari a +2,0%). Le imposte dirette si attestano a 241.969 milioni di euro (+807 milioni di euro, pari a 0,3%) e le imposte indirette risultano pari a 184.982 milioni di euro (+7.589 milioni di euro, pari a +4,3%). LEGGI TUTTO






Cybersecurity: in Italia il 10% degli attacchi mondiali. In ambito governativo-militare +600%
(Teleborsa) – Nel primo semestre del 2025 si è verificato in Italia il 10,2% dei cyber attacchi a livello mondiale contro il 9,9% del 2024, confermando una escalation dal 3,4% del 2021. L’ambito governativo-militare è il più colpito (38% del totale), con una crescita del 600% su anno. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica. Secondo i ricercatori nel nostro paese l’hacktivism, azioni dimostrative di matrice politica o sociale “probabilmente sabotatori coordinati da strutture governative russe” si attesta al 54%, superando il tradizionale cybercrime (46%) finalizzato al furto di dati o denaro. “In proporzione al dato globale la percentuale di incidenti realizzati verso l’Italia risulta anomala sia rispetto alla dimensione della popolazione che a quella del Pil nazionale, il che rappresenta uno svantaggio competitivo per il Paese”, afferma Luca Bechelli, del Comitato Direttivo Clusit. Secondo il rapporto Clusit in Italia al secondo posto degli ambiti più colpiti dagli attacchi cyber, ci sono i trasporti-logistica (17% del totale) che hanno realizzato in sei mesi oltre una volta e mezzo il numero degli incidenti di tutto il 2024. “Sembrano riconducibili alla volontà degli attaccanti di mettere in crisi interi comparti dipendenti dalle filiere dei fornitori limitando la capacità di garantire approvvigionamento e distribuzione – spiega Becchelli –. Anche in questo caso c’è un aumento degli attacchi di matrice attivista tramite tecniche Ddos”, quelle che mettono ko un sistema. Nel settore manifatturiero è avvenuto il 13% degli incidenti nel primo semestre dell’anno, in Italia c’è una quota più significativa di incidenti rispetto al resto del mondo (8%); il commercio al dettaglio-ingrosso si è attesta nel semestre su un numero di eventi pari al 70% dei 12 mesi precedenti. A confronto con i dati del 2024, si segnala una diminuzione degli incidenti nel settore della Sanità. A livello mondiale, secondo il Clusit, nei primi sei mesi del 2025 sono stati 2.755 gli incidenti cyber rilevati nel mondo, in crescita del 36% rispetto al secondo semestre del 2024. Ogni giorno in media ci sono 15 incidenti gravi, contro i 9 dell’ultimo semestre 2024. In crescita anche la gravità degli incidenti: l’impatto medio stimato a livello globale è stato “critico” o “elevato” nell’82% dei casi, nel 2020 si assestava al 50%. Un quarto degli incidenti registrati nel campione di Clusit nel primo semestre 2025 è stato causato da malware.”La difficoltà crescente nel difendersi porta a un aumento significativo dei rischi e, se questa tendenza dovesse consolidarsi, il problema rischia di espandersi coinvolgendo tutto il sistema organizzativo, industriale e sociale”, commenta Anna Vaccarelli, presidente di Clusit. LEGGI TUTTO






NewPrinces continua il buyback e acquista azioni per oltre 3,39 milioni di euro
(Teleborsa) – NewPrinces, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto e alla disposizione di azioni proprie, ha comunicato che dall’1 al 31 ottobre 2025, ha acquistato 163.017 azioni ordinarie al prezzo medio di 21,77 euro per un controvalore complessivo di 3.393.227,62 euro.A seguito degli acquisti e disposizioni finora effettuati, l’azienda agroalimentare italiana detiene 690.929 azioni proprie pari all’1,57% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, frazionale ribasso per NewPrinces, che chiude gli scambi con una perdita dello 0,65%. LEGGI TUTTO






Manifattura italiana: settore in moderata ripresa nel biennio 2026-27. Dazi frenano export
(Teleborsa) – Il 2025 si conferma un anno di transizione per la manifattura italiana. In un contesto internazionale molto incerto, i segnali di miglioramento che stanno emergendo sul fronte della domanda interna non saranno sufficienti ad impedire una ulteriore caduta del fatturato deflazionato, che chiuderà in calo dell’1%. Il tasso di contrazione sarà comunque meno intenso di quello osservato nel biennio 2023-24, che era stato del 2,6% medio annuo. Il fatturato a valori correnti si manterrà invece su livelli elevati, attestandosi sui 1120 miliardi di euro (+209 miliardi rispetto al 2019). È quanto emerge dal Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre 2025 di Prometeia e Intesa Sanpaolo.La fase di debolezza che caratterizza l’industria italiana – rileva il rapporto – trova riscontro anche nelle altre principali manifatture europee, dove la produzione industriale ha continuato a mostrare andamenti nel complesso negativi, pur con intensità differenti tra paesi. La Germania resta l’anello debole, con un calo tendenziale del 3% nei primi otto mesi del 2025, che mantiene la produzione industriale su livelli particolarmente ridotti. Italia e Francia mostrano invece segnali di attenuazione del ritmo di caduta della produzione, dopo i minimi toccati nel 2024.La spesa per consumi resta ancora frenata da una elevata propensione al risparmio, di fronte a un contesto ampiamente incerto, ma emergono segnali di miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, che si sommano al recupero del potere d’acquisto e alla buona dinamica occupazionale. Nel paniere di spesa si mantengono in crescita i beni digitali e quelli legati alla salute e benessere e si registrano segnali di stabilizzazione dei consumi di beni durevoli per la casa.Gli investimenti in beni strumentali sono tornati a crescere dopo la contrazione del 2024, grazie al calo dei tassi e alla revisione del programma Transizione 5.0, sebbene una parte considerevole degli stanziamenti risulti ancora inutilizzata. Gli investimenti in costruzioni proseguono invece nella fase di correzione del comparto ristrutturazioni, avviata nel 2024, solo in parte compensata dalla tenuta del genio civile, che riflette il dinamismo dei progetti di infrastrutturazione attivati dal PNRR.Le esportazioni iniziano a risentire dell’incertezza dello scenario internazionale, che si somma alla fragilità della domanda in Europa, principale mercato di sbocco per i beni italiani. Dopo una prima parte dell’anno più dinamica (+2,4% la crescita dell’export a prezzi costanti tra gennaio e luglio), frutto anche dell’anticipo delle vendite sul mercato americano, di fronte alla minaccia dei dazi, i dati relativi al mese di agosto evidenziano una brusca contrazione, in particolare sui mercati non UE (Stati Uniti e Cina innanzitutto), che prelude a una chiusura d’anno poco sopra i livelli di export 2024 (+0,9%, sempre a prezzi costanti).Si osserva un contestuale aumento delle importazioni, che è stato particolarmente marcato nei primi sette mesi del 2025, con una dinamica più vivace per i flussi provenienti dai Paesi extra-UE. Tale andamento riflette non solo il riavvio della domanda interna e il rafforzamento del ciclo degli investimenti, ma anche l’aumento degli acquisti dall’estero lungo alcune filiere orientate all’export, come la Farmaceutica, dove l’anticipazione delle spedizioni verso gli Stati Uniti ha richiesto un rapido rifornimento di input produttivi.Nel biennio 2026-27 l’industria manifatturiera italiana potrà tornare a crescere a ritmi moderati, dell’1% medio annuo a prezzi costanti, all’interno di un contesto mondiale che resta denso di fattori di incertezza. Determinante sarà il miglioramento della domanda europea, guidata dal rientro dell’inflazione e dall’attesa ripartenza della Germania, un mercato rilevante per tutti i settori manifatturieri italiani. La riattivazione del commercio intra-UE potrà infatti compensare la debolezza degli scambi mondiali, spingendo verso un graduale miglioramento del saldo commerciale manifatturiero italiano che, nonostante l’elevata import penetration, si assesterà sui 113 miliardi di euro nel 2027, vicino ai massimi del 2023. Anche il mercato interno darà un contributo alla crescita, sia dal lato dei consumi che degli investimenti. La fase di normalizzazione del ciclo delle costruzioni sarà in parte compensata dalla tenuta del genio civile e da un’accelerazione degli investimenti in beni strumentali, favorita dalle buone condizioni reddituali delle imprese.La competitività continuerà a basarsi sulla leva degli investimenti, volti a rafforzare i processi di digitalizzazione, efficientamento energetico e sostenibilità dell’offerta, nell’ottica di aggredire i mercati che offriranno le maggiori opportunità di crescita. L’analisi di un campione di imprese che ha investito in tecnologie 4.0, in particolare negli anni post-pandemici, mostra una progressione sul fronte dei percorsi di innovazione, con una crescente diffusione degli strumenti di data processing, cyber-security e delle tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale, che si affiancano alle tecnologie per l’efficientamento dei processi produttivi come la robotica. I guadagni di produttività, sia di produttività del lavoro che di produttività totale dei fattori, sono particolarmente intensi per le imprese di dimensioni minori, che intraprendono le prime fasi del percorso 4.0.Margini e redditività delle imprese, per quanto in ridimensionamento dai picchi del triennio 2021-23, che hanno interessato tutte le classi dimensionali d’impresa, si manterranno superiori ai livelli del 2019, confermando il buono stato di salute del tessuto imprenditoriale manifatturiero. Secondo le elaborazioni dei bilanci effettivi del 2024, infatti, la quota di imprese con Roi superiore al 10% si è mantenuta molto elevata, pari al 44%, (nettamente superiore al 35% del 2019). Nell’orizzonte al 2027, il MOL in percentuale del fatturato potrà assestarsi su livelli di poco inferiori al 10% e il ROI, che stimiamo all’8,2%, potrà contare su una buona rotazione del capitale investito grazie al ritorno alla crescita del giro d’affari. Tali fattori potranno favorire la ripresa degli investimenti, unitamente al rientro del costo del debito.In questo scenario, le maggiori opportunità di crescita al 2027 si riscontrano per i settori legati alla doppia transizione, iniziando dall’Elettronica, con un fatturato deflazionato in aumento a ritmi del +2,2% medio annuo nel biennio 2026-27; il settore presenta buone prospettive di sviluppo legate alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale, pur risentendo della debolezza che caratterizza il comparto dei semiconduttori. Seguono Meccanica (+2,2%), sostenuta dal riavvio del ciclo degli investimenti in macchinari e attrezzature e dal contributo dei progetti legati al PNRR, e Autoveicoli e moto (+2%). Il settore è atteso recuperare terreno dopo la fase di difficoltà del 2025 (-9%, sempre in termini di fatturato deflazionato), ma continuerà a scontare una difficile transizione all’elettrico, in un contesto di domanda europea poco dinamica e di incertezza in termini di impatto delle nuove politiche tariffarie statunitensi sul funzionamento delle catene del valore automotive. Sopra la media manifatturiera anche l’Elettrotecnica (+1,9%), che proseguirà la sua fase espansiva legata alla transizione digitale ed energetica. Seguono nel ranking due settori caratterizzati da prospettive di domanda interna ed estera più brillante, quali Largo consumo (+1,7%), che include un comparto a forte vocazione all’export come la cosmesi, e Farmaceutica (+1,5%), che si inquadra, tra l’altro, come il settore più dinamico del 2025 (+3%), sostenuto dalla tenuta della domanda europea e dall’anticipazione delle vendite negli Stati Uniti nella prima parte dell’anno, di fronte alla minaccia dei dazi. Il mix più favorevole di domanda interna ed estera impatterà positivamente anche sui produttori di durevoli per la casa, Elettrodomestici (+1%) e Mobili (+0,4%). Gli Stati Uniti continueranno a giocare un ruolo chiave per la domanda di arredi Made in Italy di alta gamma, ma i rischi geopolitici spingeranno verso una maggiore diversificazione delle esportazioni. Nel caso degli Elettrodomestici, si tratta di una risalita da livelli molto deteriorati, sui quali impattano anche le pressioni competitive asiatiche. Si conferma positivo l’oulook per Alimentare e bevande (+0.7%) e una ripresa modesta interesserà anche il Sistema moda (+0,4%), che allo stato attuale risente della debolezza della domanda europea e della crisi di alcune filiere del lusso, con livelli produttivi ancora ben al di sotto del pre-Covid.L’evoluzione dei produttori di beni intermedi rimarrà debole, pur beneficiando della graduale ripartenza del ciclo manifatturiero europeo, scontando la fase di normalizzazione del ciclo delle costruzioni e il permanere di elevate pressioni competitive. Il quadro è eterogeneo, con qualche spunto di maggiore crescita per i Prodotti in metallo (+0,7) e un minor dinamismo per Metallurgia (+0,4%) e Altri intermedi (+0,3%). Chiudono la classifica gli Intermedi chimici (-0,5%) e i Prodotti e materiali da costruzione (-2%), che risentiranno maggiormente della frenata dell’edilizia residenziale, solo in parte compensata dal dinamismo dei progetti di infrastrutturazione del paese sostenuti dal PNRR. 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Usa, scorte petrolio settimanali salgono di 5,2 milioni di barili
(Teleborsa) – Nella settimana conclusasi il 31 ottobre 2025, le scorte di petrolio greggio commerciale statunitense (escluse quelle nella Riserva Petrolifera Strategica) sono aumentate di 5,2 milioni di barili rispetto alla settimana precedente, a fronte del precedente calo di 6,8 milioni e dei -2,5 milioni attesi dagli analisti. Con 421,2 milioni di barili, le scorte di petrolio greggio statunitensi sono circa il 4% al di sotto della media quinquennale per questo periodo dell’anno.Le scorte totali di benzina per autotrazione sono diminuite di 4,7 milioni di barili rispetto alla scorsa settimana e sono circa il 5% al ??di sotto della media quinquennale per questo periodo dell’anno. Sia le scorte di benzina finita che quelle di componenti per la miscelazione sono diminuite la scorsa settimana. Le scorte di carburante distillato sono diminuite di 0,6 milioni di barili la scorsa settimana e sono circa il 9% al di sotto della media quinquennale per questo periodo dell’anno. Le scorte di propano/propilene sono aumentate di 0,4 milioni di barili rispetto alla scorsa settimana e sono del 15% al ??di sopra della media quinquennale per questo periodo dell’anno. Le scorte totali di petrolio commerciale sono aumentate di 0,6 milioni di barili la scorsa settimana.I prodotti totali forniti nelle ultime quattro settimane sono stati in media di 20,3 milioni di barili al giorno, in calo dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nelle ultime quattro settimane, la fornitura di benzina per autotrazione è stata in media di 8,7 milioni di barili al giorno, in calo del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.I prodotti distillati forniti sono stati in media di 3,8 milioni di barili al giorno nelle ultime quattro settimane, in calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il carburante per aerei fornito è aumentato del 6,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.(Foto: Carlee Dittemore / Unsplash) LEGGI TUTTO
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