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 - Trump: “Gli Usa inizieranno a testare le armi nucleari”- (Teleborsa) – “Ho dato istruzioni al dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari. Questo processo inizierà immediatamente”. È quanto ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Truth riaccendendo la sfida dei test nucleari con Russia e Cina. “Gli Stati Uniti – ha detto Trump – possiedono più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. Questo obiettivo è stato raggiunto, incluso un completo ammodernamento e rinnovamento delle armi esistenti, durante il mio primo mandato. A causa dell’enorme potere distruttivo, odiavo farlo, ma non avevo scelta! La Russia è seconda e la Cina è terza, a distanza ma sarà come noi entro 5 anni. Visti i test di altri Paesi, ho incaricato il dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria. Questo processo inizierà immediatamente”.Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non ritenere che l’annuncio della ripresa dei test nucleari da parte di Trump inneschi una nuova corsa agli armamenti. “In fin dei conti no” ha commentato Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti, aggiungendo che Mosca non è stata informata da Washington sulla ripresa dei test, e che si riserva di agire “in base alla situazione”.Il ritorno dei test sulle armi nucleari negli Stati Uniti, annunciato da Trump, apre una nuova fase a ottant’anni dall’esplosione della bomba di Hiroshima e fa vacillare il Trattato per la messa al bando completa degli esperimenti, firmato da Clinton nel 1996 ma mai approvato dal Senato Usa. Il Trattato Ctbt (Comprehensive nuclear-test-ban treaty) è stato adottato dall’assemblea generale delle Nazioni unite nel 1996. Non è mai entrato in vigore perché non è stato ratificato da 9 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, e la Russia ha ritirato la propria adesione nel 2023. È stato tuttavia rispettato da Washington e ha funzionato, almeno in parte, come deterrente internazionale. Il Ctbt vieta tutte le esplosioni di prova nucleari, sia a scopo militare sia a scopo civile, e prevede un sistema di monitoraggio di cui si occupa un segretariato tecnico provvisorio che ha sede a Vienna e conta 300 dipendenti da 93 Paesi. L’ultimo test degli Stati Uniti risale al 23 settembre 1992, in Nevada, ed è stato il numero 1054 dall’inizio degli esperimenti, avviati nel 1945. Nonostante il rafforzamento dei loro arsenali, Cina e Russia finora sembrano aver rispettato il divieto di test previsto dal Ctbt: l’ultimo esperimento di Pechino risalirebbe al 1996 e quello di Mosca al 1990, ancora prima della caduta dell’Unione Sovietica. I casi più recenti riguarderebbero, invece, non le testate nucleari in sé ma i sistemi di lancio. LEGGI TUTTO 
      - Wall Street prosegue perlopiù in calo, tiene il Dow Jones- (Teleborsa) – Prosegue perlopiù in calo la seduta di Wall Street, con solo il Dow Jones che mostra un timido guadagno mettendo a segno un +0,32%, mentre, al contrario, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 6.865 punti. Variazioni negative per il Nasdaq 100 (-0,74%); sulla stessa linea, sotto la parità l’S&P 100, che mostra un calo dello 0,58%.Risultato positivo nel paniere S&P 500 per i settori finanziario (+0,87%) e sanitario (+0,57%). Nel listino, i settori beni di consumo secondari (-1,57%), telecomunicazioni (-1,18%) e informatica (-0,84%) sono tra i più venduti.Protagonisti i report dei giganti tech, con le trimestrali di Meta e Alphabet la Fed e Jerome Powell e l’accordo commerciale sulle terre rare tra Cina e Stati Uniti dopo l’incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping.Il presidente della Fed, Jerome Powell, dopo l’annuncio di un taglio di 25 punti base ai tassi di interesse ha dichiarato che un’altra riduzione dei tassi al direttorio della Federal Reserve del 9 e 10 dicembre “non è scontata”. LEGGI TUTTO 
      - Controllo sui contributi pubblici, Ungdcec: “Maggiore chiarezza su responsabilità e compensi di sindaci e revisori”- (Teleborsa) – “L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili esprime perplessità sul DPCM in corso di pubblicazione che attua l’articolo 1, comma 857, della legge 207/2024 e che disciplina i controlli sull’utilizzo dei contributi statali di importo rilevante, ossia superiori a 1 milione di euro annuo o, se minori, pari almeno al 50 per cento delle entrate o del valore della produzione quando destinati a progetti di interesse pubblico”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione, chiedendo che “nel testo definitivo del DPCM venga precisato che i controlli dei sindaci e dei revisori debbano restare nel perimetro previsto dalla legge e che venga introdotto l’obbligo di adeguare i compensi”.Il decreto affida infatti a sindaci e revisori il compito di verificare che le somme siano utilizzate secondo le finalità previste e che i progetti siano realizzati, con obbligo di trasmissione al Ministero dell’Economia e delle Finanze di una relazione annuale entro il 30 aprile dell’anno successivo. La disciplina si applicherà ai contributi percepiti dal 1° gennaio 2025. Gli enti privi di organo di controllo dovranno nominarlo, anche monocratico, eventualmente modificando lo statuto, oppure rinunciare al contributo.”Crediamo che il provvedimento trasferisca su professionisti un’attività che dovrebbe restare in capo all’amministrazione erogante o a organismi pubblici di vigilanza – sottolineano Michela Boidi, consigliera di Giunta Ungdcec, e Serena Giannuzzi, probovira Ungdcec –. A sindaci e revisori verrebbe richiesto di andare oltre il controllo di legalità previsto dall’articolo 2403 c.c. e quello contabile di cui al D.Lgs. 39/2010, fino a una valutazione di merito sull’efficacia dei progetti. Ciò comporterebbe una evidente estensione delle responsabilità, peraltro dopo il recente intervento sull’articolo 2407 c.c., con inevitabili riflessi sui costi assicurativi”. Resta inoltre non affrontato, secondo il presidente dei Giovani commercialisti, il tema dei compensi. “L’Unione – ha detto Cataldi – aveva già chiesto una disposizione che consentisse all’assemblea di adeguare i compensi degli organi di controllo in presenza di nuovi obblighi e maggiori rischi, così da mantenere coerenza tra incarico, attività svolta e responsabilità assunte”. LEGGI TUTTO 
      - Risparmio postale, Cdp e Poste celebrano i 150 anni: 27 milioni di sottoscrittori e stock di 320 miliardi di euro- (Teleborsa) – Il risparmio postale compie 150 anni, un secolo e mezzo in cui le risorse raccolte hanno permesso di realizzare opere infrastrutturali strategiche, finanziare gli Enti locali e contribuire a rendere l’Italia un Paese economicamente e socialmente avanzato. La ricorrenza è stata celebrata oggi a Roma da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Poste Italiane che, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno festeggiato i 150 anni dal lancio dei Libretti postali e i 100 anni dall’istituzione dei Buoni fruttiferi postali: strumenti finanziari garantiti dallo Stato che uniscono modernità, sicurezza e rendimento, emessi da CDP e distribuiti da Poste Italiane e che sono diventati autentici simboli della fiducia riposta dai cittadini nello Stato e motori di progresso sociale. Libretti e Buoni fruttiferi postali hanno contribuito a formare una vera e propria cultura del risparmio, che rappresenta uno dei punti di forza del sistema-Italia. All’evento hanno partecipato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti; il ministro delle Imprese e del Made in Italy Aldolfo Urso; i presidenti di Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane, Giovanni Gorno Tempini e Silvia Maria Rovere; l’amministratore delegato di CDP, Dario Scannapieco; l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante; il direttore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco; rappresentanti delle istituzioni politiche, finanziarie italiane, ecclesiastiche e oltre 200 sindaci.La storia inizia nel 1875: il Libretto postale diventa lo strumento con cui milioni di italiani iniziano a depositare i risparmi in prodotti sicuri, accessibili e garantiti dallo Stato. Le Poste diventano l’alternativa alle banche, soprattutto per i piccoli risparmiatori, grazie a una rete capillare di uffici collocati anche in Comuni in cui l’accesso ai servizi finanziari era più limitato. Cinquant’anni dopo il debutto dei Libretti nascono i Buoni fruttiferi postali, accolti con grande favore perché un investimento conveniente e che poteva essere rimborsato in ogni momento. La tutela del risparmio postale diventa il legame più significativo tra Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane. Un successo certificato dai numeri: oggi si contano circa 27 milioni di sottoscrittori di Buoni e Libretti postali per un ammontare complessivo che, al 30 giugno 2025, ha raggiunto i 320 miliardi di euro.”Oggi celebriamo una partnership storica, tra Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane, tra le istituzioni e i cittadini italiani che negli anni hanno affidato a CDP il proprio risparmio perché fosse salvaguardato, ma anche perché si trasformasse in crescita tangibile per le persone, le comunità, i territori. Queste risorse – ha evidenziato Gorno Tempini – hanno contribuito a costruire, sviluppare e ammodernare le grandi reti infrastrutturali creando basi per il progresso del Paese. È una storia che dimostra che non serve clamore per lasciare un segno profondo. Che il valore del pubblico si costruisce ogni giorno, nella concretezza delle scelte e nel rispetto della fiducia ricevuta”.”Siamo molto orgogliosi di celebrare i 150 anni dei Libretti postali e il centenario dei Buoni fruttiferi che, nel corso di questi anni, hanno accompagnato la storia del nostro Paese e degli italiani che, in ogni epoca, hanno dato e continuano a darci fiducia, investendo i loro piccoli e grandi risparmi in prodotti affidabili, sicuri, redditizi e garantiti – ha dichiarato Rovere –. Il risparmio postale rappresenta da sempre una voce molto importante dell’economia nazionale, un volano fondamentale per lo sviluppo del Paese che ha creato e continuerà a creare benessere per la collettività”.”Da quasi due secoli il risparmio postale rappresenta una leva fondamentale per lo sviluppo del Paese, grazie alla fiducia di 27 milioni di cittadini che scelgono Buoni e Libretti postali. Cassa Depositi e Prestiti – ha sottolineato Scannapieco – impiega queste risorse con responsabilità, sostenendo investimenti ad alto impatto economico, sociale e ambientale con un approccio che ha come obiettivo primario i benefici generati per la collettività. Questo è il significato più profondo della missione di tutte le donne e gli uomini che lavorano in CDP: trasformare il risparmio in futuro, con la consapevolezza che lavorando con impegno possiamo rendere più forte l’economia e la società italiana”.”Il risparmio postale è stato il potente motore che in 150 anni ha dato all’Italia la forza e la velocità per trasformarsi da Paese essenzialmente agricolo a potenza industriale – ha commentato Del Fante –. Sin da allora si è creato l’indissolubile legame tra Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane, un binomio che si è rivelato sinonimo di sviluppo. Il sentimento profondo che unisce l’attitudine al risparmio dei cittadini, le risorse custodite nei prodotti di risparmio postale e gli investimenti che Cassa Depositi e Prestiti compie a beneficio dei territori, rappresentano un vero e proprio patto sociale che rimane saldissimo anche dopo un secolo e mezzo di storia”.Grazie al risparmio postale milioni di italiani hanno potuto portare a termine i propri progetti di vita e quelli dei loro familiari. Il denaro raccolto è stato utilizzato da Cassa Depositi e Prestiti per finanziare la crescita del Paese contribuendo a realizzare infrastrutture di trasporto come strade, ferrovie, porti, e le reti energetiche e di telecomunicazione, così come i principali luoghi del vivere e dell’abitare sociale, come scuole, ospedali e altre opere orientate a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Nel corso degli anni a queste attività si è aggiunta anche quella di sostegno alle imprese di piccole, medie e grandi dimensioni e l’impegno per promuovere lo sviluppo sostenibile all’estero, in particolare nelle economie emergenti. Con la raccolta del risparmio postale Cassa Depositi e Prestiti ha potuto finanziare – solo per fare alcuni esempi – la bonifica delle campagne alla fine del diciannovesimo secolo; la ricostruzione di Messina e Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908; la costruzione della Ferrovia Maremmana; l’ampliamento della rete telefonica, ferroviaria e la costruzione di autostrade; la ricostruzione del Palazzo delle Esposizioni a Roma; contribuire alla ricostruzione dopo le grandi emergenze, come ad esempio il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze del 1966 e il terremoto del Belice nel 1968.Il 31 ottobre sarà possibile sottoscrivere il “Buono Premium 4 anni”, riservato ai titolari di un Libretto di risparmio postale e dedicato alla raccolta di “Nuova Liquidità”. Il Buono ha una durata di quattro anni e riconosce un rendimento fisso, pari al 2,50% annuo lordo, corrisposto al momento del rimborso e non prima della scadenza, al compimento del quarto anno dalla data di sottoscrizione. 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      - Eli Lilly rivede al rialzo guidance. Probabile OK a pillola dimagrante- (Teleborsa) – La big farmaceutica statunitense Eli Lilly ha annunciato una revisione al rialzo della guidance, dopo aver presentato risultati trimestrali positivi ed in vista della probabile approvazione da parte della FDA della pillola contro la perdita dii peso, che l’organo di vigilanza statunitense conferma aver centrato gran parte dei target. Questo ha alimentato gli acquisto sulle azioni della casa farmaceutica, che sono balzate del 3,56% al Nyse.Eli Lilly ha rivisto al rialzo le previsioni dell’anno, indicando un EPS adjusted di 23-23,70 dollari per azione, rispetto ai 21,75-23 dollari per azione precedentemente indicati. Il risultato sarebbe dunque superiore alle attese degli analisti che stimavano un EPS di 22,18 USD. Il fatturato annuale è atteso a 63-63,5 miliardi di dollari, in rialzo rispetto alla precedente guidance di 60-62 miliardi. Nel terzo trimestre, Eli Lilly ha riportato un utile netto di 5,58 miliardi di dollari, pari a 6,21 USD per azione, che si raffronta ai 970,3 milioni o 1,07 USD per azione dell’anno prima. L’EPS che esclude poste straordinarie si è attestato a 7,02 dollari, superando di gran lunga il consensus di 5,69 dollari. I ricavi del trimestre sono stati pari a 17,6 miliardi di dollari, rispetto alla stima degli analisti di 16,07 miliardi di dollari, grazier all’ottimo andamento delle vendite della pillola contro la perdita di peso Zepbound e del farmaco contro il diabete Mounjaro. LEGGI TUTTO 
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