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Brunello Cucinelli, Pertento Partners riduce leggermente lo short
(Teleborsa) – Nuovi movimenti nelle posizioni nette corte (PNC) rilevanti su Brunello Cucinelli, casa di moda quotata su Euronext Milan.Secondo l’aggiornamento CONSOB, risultano sopra la soglia dello 0,5% del capitale JP Morgan Asset Management UK Limited (con lo 0,78%), AQR Capital Management (0,81%), Kintbury Capital (0,71%), Pertento Partners (0,67%) e Helikon Long Short Equity Fund Master ICAV (0,61%).Per Pertento Partners si tratta di un leggero decremento dall’ultimo aggiornamento (0,67% da 0,72%). L’operazione è datata 29 settembre.La percentuale fornita dalla CONSOB è il rapporto percentuale fra il numero di azioni che compongono la PNC e il capitale sociale dell’emittente. Bisogna ricordare che sono oggetto di pubblicazione da parte di CONSOB le posizioni nette corte che: sono di entità pari o superiore allo 0,5% del capitale sociale della società quotata considerata; oppure hanno raggiunto la soglia dello 0,5% e sono state quindi pubblicate, ma successivamente sono diminuite al di sotto della soglia dello 0,5% (queste PNC sono pubblicate un’ultima volta con l’indicazione dell’ultimo valore disponibile sotto lo 0,5%).(Foto: © TEA / 123RF) LEGGI TUTTO
Lottomatica, JPMorgan riduce partecipazione al 2,87%
(Teleborsa) – JP Morgan Chase & Co ha una partecipazione pari al 2,866% in Lottomatica, gruppo quotato su Euronext Milan e il maggiore operatore del mercato italiano dei giochi. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 25 settembre 2025. In precedenza, al 23 settembre 2025, la quota era del 3,231%. LEGGI TUTTO
Var Energi acquista la quota di TotalEnergies nel giacimento norvegese Ekofisk PPF
(Teleborsa) – Var Energi, società energetica quotata a Oslo e controllata da Eni, ha acquisito la quota di partecipazione di TotalEnergies nel giacimento petrolifero norvegese Ekofisk PPF nella licenza PL018F. Il progetto Ekofisk PPF si trova nella Greater Ekofisk Area della Norwegian Continental Shelf (NCS). Il progetto estenderà la vita produttiva dell’area di Ekofisk. La riqualificazione consentirà una migliore esposizione del giacimento e tassi di produzione, con conseguente aumento significativo delle risorse recuperabili, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie di completamento e di pozzi orizzontali.L’operazione aumenterà la quota di partecipazione di Var Energi nel progetto PPF nella licenza PL018F dal 12,388% al 52,284%, rafforzando la sua posizione nella Greater Ekofisk Area. L’operazione aggiungerà riserve nette certe e probabili stimate di 38 milioni di barili di petrolio equivalente (mmboe), con bassi costi operativi per barile e potenziale di ulteriore crescita. La decisione finale di investimento dovrebbe essere presa nel quarto trimestre di quest’anno, con l’avvio della produzione del progetto previsto per la fine del 2028.”Il progetto Ekofisk PPF è uno sviluppo strategico che supporta le nostre ambizioni di mantenere un livello di produzione compreso tra 350 e 400.000 barili di petrolio equivalente (kboepd) entro il 2030 e oltre – ha detto il CEO Nick Walker – L’operazione supporta anche la nostra strategia di hub, aumentando la nostra presenza in un’area in cui siamo già presenti e aggiungendo riserve a basso costo con un significativo potenziale di crescita”.A seguito dell’operazione, i titolari della licenza PL018F sono ConocoPhillips (35,112%, operatore), con Var Energi ASA (52,284%), DNO (7,604%) e Petoro (5%) come partner. LEGGI TUTTO
Moncler, Capital Group ha una partecipazione del 5,208%
(Teleborsa) – Capital Research and Management Company ha una partecipazione pari al 5,208% in Moncler, gruppo del lusso italiano quotato su Euronext Milan. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 24 settembre 2025. La quota è classificata come “gestione discrezionale del risparmio”. LEGGI TUTTO
Negli Stati Uniti scatta lo shutdown: 800 mila in congedo e miliardi di dollari bruciati
(Teleborsa) – Dalla mezzanotte è formalmente scattato lo shutdown (serrata) negli Stati Uniti. Il precedente risale al 2019, durante la precedente presidenza Trump. Dal 1° ottobre, gli uffici federali chiuderanno, mandando a casa in congedo non retribuito circa 800mila lavoratori federali e chiudendo tutti i servizi non essenziali: dalla sanità, alla sicurezza e perfino i trasporti, incluso il trasporto aereo. Sarà il caos. E la chiusura degli uffici federali avrà un costo stimato fra 10 e 20 miliardi di dollari in termini di PIL. La mancata approvazione del Bilancio Lo shutdown, provocato dalla mancata approvazione della legge di bilancio, è scattato a seguito del fallimento delle trattative in extremis del Presidente Trump e dei leader dei due schieramenti, Democratici e Repubblicani. La riunione tenutasi alla Casa Bianca lunedì è stata un fallimento ed il leader statunitense ha addirittura deriso i leader Democratici – il Senatore Chuck Schumer e lo speaker della camera Hakeem Jeffries – intervenuti assieme ai portavoce Repubblicani ad una riunione che non ha portato a risultati concreti. Il Senato USA ha dunque bocciato con 55 voti a favore e 45 contrari la proposta dei Repubblicani, che puntava su un finanziamento a breve termine per spostare avanti la scadenza al 21 novembre- La propsta infatti non ha raggiunto la soglia dei 60 voti sufficiente all’approvazione (il piano era stato già bocciato alla Camera a maggioranza democratica), mentre il piano dei Democratici chiedeva innanzitutto il rifinanziamento per 1.000 miliardi dell’Obamacare, la sanità pubblica per le famiglie a basso reddito istituita dal Presidente Obama. Le accuse reciprocheAllo scattare della mezzanotte, sono state lanciate accuse reciproche fra i due schieramenti. “I Democratici hanno bloccato il governo”, informa una nota sul sito della Casa Bianca, mostrando un orologio che conta il tempo trascorso dall’inizio dello shutdown. “Donald Trump ha appena bloccato il governo”, replica su X il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, cui fa eco l’ex vice Presidente Kamala Harris, affermando che Trump ed i Repubblicani “si sono rifiutati di bloccare l’aumento dei costi sanitari”.Gli effetti dello shutdown Secondo le stime del Congressional Budget Office, lo shutdown metterà in congedo non retribuito circa 750mila impiegati federali (il precedente shutdown totale del 2013 mise a casa 850 mila persone), per un costo stimato di circa 400 milioni al giorno, che potrebbe variare di giorno in giorno a seconda dei servizi che vengono chiusi e/o riaperti. I dipendenti in congedo riceveranno gli arretrati solo al loro rientro, ma il Presidente Trump ha minacciato licenziamenti di massa dei dipendenti federali che operano nell’ambito di programmi non più autorizzati a proseguire. Da gennaio si sono già registrati 100mila esodi incentivati. Gli Stati Uniti ora rischiano di entrare in una delle fasi più critiche della storia recente, poiché sono a rischio di stop o rallentamento servizi essenziali: istituzioni sanitarie, servizi di sicurezza ed addirittura i trasporti. Persino i mille generali dell’esercito convocati dal capo del Pentagono Pete Hegseth per fare il punto sulla strategia militare potrebbero avere problemi a tornare alle loro basi all’estero. Questo blocco costerà parecchi miliardi di dollari agli Stati Uniti (si stima un costo fra 10 e 20 miliardi di dollari in termini di PIL) in un momento cruciale in cui arrivano segnali di rallentamento del mercato del lavoro, che lo scorso mese hanno addirittura rimosso le resistenze del Presidente della Fed Jerome Powell, costringendolo ad un taglio dei tassi di 25 punti base. Poi, il dato del PIL migliore delle attese (+3,8%), uscito la scorsa settimana, ha attenuato l’allarmismo, ma si attendono dati freschi sul mercato del lavoro questa settimana. Dati che andranno letti in prospettiva, non ignorando quel che sta accadendo ora con lo shutdown.Wall Street sta da giorni scontando il rischio shutdown ed anche ieri è apparsa incerta, guardando con preoccupazione ai dati in arrivo questa settimana. LEGGI TUTTO
NORME E TRIBUTI
FINANZA E MERCATI
MANAGEMENT
PMI, in arrivo altri 5 miliardi di aiuti dal Fondo di garanzia: come fare domanda
Il Covid blocca i fallimenti: numeri dimezzati da inizio anno
Moratoria prestiti Pmi, proroga fino al 31 gennaio 2021
Decreto Rilancio, ampliati gli incentivi per le startup innovative
PMI & startup sempre più attrattive: raddoppia flusso investimenti
Partite Iva, contributi a fondo perduto al via: pagamenti e tempistiche
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