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Dazi, intesa Ue-Usa al 15%: tutti i dettagli
(Teleborsa) – Dopo settimane di trattative – come annunciato ieri sera dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo un bilaterale di circa un’ora – Bruxelles e Washington hanno trovato l’intesa su una tariffa del 15% per le importazioni europee oltreoceano, un interscambio che vale 1.400 miliardi di euro l’anno. Con gli Usa “ci siamo stabilizzati su un’unica aliquota tariffaria del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’Ue. Questa aliquota – ha spiegato von der Leyen prima di ripartire dalla Scozia – si applica alla maggior parte dei settori, tra cui auto, semiconduttori e prodotti farmaceutici. Questo 15% rappresenta un limite massimo ed è tutto compreso. Ciò garantisce la necessaria chiarezza ai nostri cittadini e alle nostre imprese, un aspetto assolutamente cruciale”. Un’intesa siglata con il patto di Turnberry dal commissario Ue Maros Sefcovic e, per gli Usa, da Howard Lutnick e Jamieson Greer che basta all’Europa per accantonare – con un voto dei 27 previsto nei prossimi giorni – i due pacchetti di contromisure da 92 miliardi di euro pronti a scattare il 7 agosto.”Il Governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’Occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili – hanno dichiarato in una nota congiunta – la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini –. La soluzione negoziata è un risultato a cui le istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico. L’accordo garantisce stabilità, aspetto fondamentale per i rapporti tra due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro come sono quelli dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Nelle more di valutare i dettagli dell’intesa, giudichiamo sostenibile la base dell’accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente. Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a Bruxelles per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. Infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi. Il Governo italiano – concludono Meloni, Tajani e Salvini – continuerà a perseguire l’obiettivo di mantenere salda l’unità dell’Occidente, con la consapevolezza che ogni divisione ci renderebbe tutti più deboli ed esposti alle sfide globali”.”Bisogna studiare i dettagli dell’accordo e lavorare ancora sull’accordo perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo non vincolante, di massima e quindi sui dettagli c’è ancora da battersi” ha poi aggiunto Meloni, parlando con i giornalisti ad Addis Abeba. TASSO DI RIFERIMENTO – Il cuore dell’intesa è l’aliquota doganale del 15%. Lo schema include la clausola della “nazione più favorita” (Mfn) – garanzia di parità e non discriminazione nel quadro della World Trade Organization – che stabilisce la tariffa media reciproca del 4,8% nel commercio transatlantico, valida nel pre-Trump. ACCIAIO E ALLUMINIO – Sui metalli industriali i dazi Usa del 50% restano in vigore. AUTO – Il settore automotive, inclusa la filiera della componentistica, vede un allentamento del dazio al 27,5%, con l’armonizzazione alla soglia del 15%. AGROALIMENTARE – L’aliquota flat si estende anche alla filiera agricola assorbendo i dazi preesistenti: in alcuni casi – come per i prodotti lattiero-caseari e l’olio extravergine d’oliva tricolore – si arriva a un impatto nullo. Il vino, salvo un’esenzione ancora da confermare, rischia un incremento dei dazi rispetto all’attuale soglia del 2,5%. FARMACI E CHIP – Anche il comparto sanitario – farmaci, vaccini e dispositivi essenziali – e dei semiconduttori si ferma a quota 15. Ma Trump si è già detto intenzionato a introdurre dazi progressivi sui due settori a partire da agosto e, per i pharma, non ha escluso l’ipotesi di arrivare alla cifra monstre del 200%. ESENZIONI – Dazi zero per alcuni dei settori più sensibili e ad alta intensità tecnologica: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali. In particolare, l’industria aerospaziale – storicamente segnata dal contenzioso tra il colosso franco-europeo Airbus e l’americana Boeing – beneficia di un tacito accordo di non belligeranza. Anche liquori e alcool potrebbero essere risparmiati. CONTROPARTITE UE – Bruxelles riconoscerà alcuni standard tecnici statunitensi nell’automotive. Spazi di flessibilità, seppur calibrati, si estenderanno a tech, IA e criptovalute. Sul piatto Usa anche il rafforzamento dell’impegno europeo negli acquisti di armamenti a stelle e strisce – già delineato nell’intesa sul 5% in ambito Nato –, accompagnato da 600 miliardi di dollari di investimenti oltreoceano e 750 miliardi in forniture energetiche americane, gnl in testa, nei prossimi tre anni.(Foto: © Jan Mikš / 123RF) LEGGI TUTTO
Cina, calano gli utili industriali nei primi sei mesi
(Teleborsa) – Deflazione, consumi deboli e incertezze sul commercio globale continuano a pesare sui profitti delle industrie cinesi. Nel mese di giugno, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, gli utili delle aziende sono scesi del 4,3% a giugno su base annua dopo il -9,1% registrato a maggio. Scivolano anche i profitti industriali nel primo semestre dell’anno: -1,8% contro il -1,1% registrato a maggio. In particolare, le aziende statali hanno registrato un calo dei profitti del 7,6% nel primo semestre, mentre quelle del settore privato hanno riportato un aumento dell’1,7%. (Foto: Yinan Chen) LEGGI TUTTO
UE, consumo di energia nel settore industriale è diminuito del 5% nel 2023
(Teleborsa) – Nel 2023, il consumo finale di energia nel settore industriale nell’UE è stato di 8990 petajoule (PJ), in calo del 5,3% rispetto al 2022 (9489 PJ). Il settore industriale ha registrato un calo a lungo termine del consumo di energia, con una diminuzione di quasi un terzo dal 1990. Lo dice l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat).Elettricità e gas naturale hanno rappresentato quasi i due terzi del consumo finale di energia nel settore industriale dell’UE (rispettivamente il 32,6% e il 31,3%). Petrolio e prodotti petroliferi hanno rappresentato l’11,4%, seguiti da fonti rinnovabili e biocarburanti (11,2%). I combustibili fossili solidi hanno rappresentato una quota del 6,0% nel mix, il calore derivato il 5,3%, mentre i rifiuti non rinnovabili hanno rappresentato il 2,1%.In uno dei sotto-settori, l’industria della carta, della cellulosa e della stampa, le energie rinnovabili e i biocarburanti rappresentano di gran lunga il gruppo di combustibili più importante (302,5 PJ, pari al 70,3%) per il consumo energetico.Per la prima volta, le energie rinnovabili e i biocarburanti (246,8 PJ, pari al 33,9%) hanno registrato la quota di consumo energetico più elevata nella produzione di carta e altri prodotti cartacei (cellulosa esclusa), davanti all’elettricità (236,9 PJ, pari al 32,6%) e al gas naturale (147,3 PJ, pari al 20,3%).(Foto: Marek Piwnicki on Unsplash) LEGGI TUTTO
Maersk avvia le operazioni al porto di Milazzo in Sicilia
(Teleborsa) – Maersk, colosso danese del trasporto marittimo, ha ufficialmente avviato le operazioni al porto di Milazzo, rafforzando ulteriormente la sua connettività di rete nel Sud Italia. Strategicamente situato vicino allo Stretto di Messina, Milazzo offre un accesso migliorato sia alla Sicilia che alla Calabria, rendendolo un’aggiunta competitiva alla rete Maersk.Il nuovo servizio è stato inaugurato con la maiden call della m/n Sider London il 17 luglio 2025, in arrivo tramite l’hub di Cagliari. Le navi saranno movimentate presso il Duferco Terminal Mediterraneo (DTM), il primo terminal container privato e multipurpose della Sicilia, situato nella zona industriale di Giammoro.Il servizio supporta container dry standard, refrigerati, IMO (escluse le classi 1 e 7) e fuori sagoma, e “si integra perfettamente” con le soluzioni di trasporto interno di Maersk per un’efficienza end-to-end, si legge in una nota. LEGGI TUTTO
Crisi agricola nel Calatino, Catania (Cia): “Servono interventi straordinari, siamo fuori tempo massimo”
(Teleborsa) – Una lettera al Prefetto di Catania con la richiesta di un incontro urgente perchè “in vaste aree del nostro territorio la produzione agricola è cronicamente compromessa e tante, troppe aziende in sofferenza economica rischiano di mollare e abbandonare il lavoro di una lunga vita. Le ripercussioni sul tessuto economico e sociale delle comunità che vivono principalmente di agricoltura sarebbero devastanti”. A scrivere la lettera è Giosuè Catania, presidente Cia Sicilia Orientale, che stamattina ha inviato una lettera al prefetto di Catania, Pietro Signoriello, per convocare un incontro urgente, così come sollecitato anche dal sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, riunendo attorno ad un tavolo i sindaci dei comuni che ricadono nel comprensorio calatino e i rappresentanti delle organizzazioni produttive, rappresentanti di regione e del Consorzio di Bonifica. “Servono interventi straordinari non piu’ procrastinabili- avverte il presidente Cia Sicilia Orientale – siamo fuori tempo massimo e bisogna reagire a questo stato di cose che non sono frutto nè del caso nè degli effetti dei cambiamenti climatici e neppure della riforma dei Consorzi di Bonifica che puntualmente da 30 anni e in ogni legislatura viene affossata all’ARS”. “Gli agricoltori si ritrovano per il terzo anno consecutivo a vivere una stagione da incubo. I danni sono già incalcolabili e nonostante le rassicurazioni che ci vengono fornite, l’intero sistema non regge più, crollato sotto i colpi di una responsabilità politica che negli anni non ha saputo investire e programmare, mantenendo in vita carrozzoni che hanno accumulato debiti e cattiva gestione”, aggiunge.”Rispetto agli altri anni – spiega – in cui l’assenza di piogge invernali negli invasi aveva posto in secondo piano la fatiscenza delle condotte, in questi giorni in cui il caldo torrido fa la sua parte, emerge in tutta la sua drammaticità la questione della inadeguatezza della rete di distribuzione, dei ritardi nell’espletamento dei lavori infrastrutturali e di ammodernamento degli impianti, in riferimento ai quali la beffa della diga Ogliastro, piena di acqua ma inaccessibile, è solo la punta dell’iceberg”. “Quest’anno gli invasi hanno avuto una disponibilità a sufficienza ma non si riesce a irrigare ugualmente perchè saltano le tubazioni, non si fa in tempo a riparare un punto che se ne rompono altri”. “Sulla questione della gestione dell’acqua, ricordo solo che – sottolinea Catania – il normale turno di irrigazione avviene ogni 21 giorni, se per ipotesi già da domani fosse disponibile l’acqua, comunque l’ultima azienda agricola del comprensorio avrebbe la disponibilità ad irrigare il proprio fondo solo a metà agosto: e tutto ciò è assurdo, anche in ragione del fatto che il ruolo irriguo viene pagato in anticipo”. LEGGI TUTTO
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