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PNRR, Ragioneria ad amministrazioni: “Sprint per rata finale”
(Teleborsa) – La Ragioneria centrale dello Stato invita tutte le amministrazioni a uno sprint per la rata finale del Pnrr, caricando tempestivamente sul sistema Regis la documentazione di corredo alla rendicontazione degli obiettivi finali. “Per rispettare le tempistiche stringenti fissate dalla Commissione europea per la presentazione della richiesta di pagamento relativa all’ultima rata del Pnrr, – chiede il ministero dell’Economia alle amministrazioni in vista delle ultime scadenze del Piano – si invitano le amministrazioni titolari delle misure a caricare tempestivamente sul sistema Regis la documentazione di corredo alla rendicontazione degli obiettivi finali, in modo da poter avviare quanto prima le interlocuzioni con Bruxelles”. La sollecitazione è contenuta in una circolare della Ragioneria in cui si ricorda che sul completamento degli obiettivi entro il 31 agosto 2026 “la Commissione ha chiarito che è fondamentale assicurare entro tale data il conseguimento dei risultati (performance)”, mentre “non è strettamente necessario che tutte le spese siano state sostenute entro tale data, tranne il caso in cui l’indicatore di spesa rappresenti un obiettivo specifico da perseguire”. Nella circolare si ricorda inoltre che le amministrazioni titolari delle misure del Pnrr possono chiedere al Mef l’anticipo delle risorse occorrenti per i successivi trasferimenti (che il Tesoro provvede ad anticipare entro 15 giorni) anche senza aver già ricevuto le corrispondenti richieste di pagamento da parte dei soggetti attuatori. Per quanto riguarda l’ultima rata del Pnrr, la scadenza per presentare la richiesta di pagamento è fissata al 30 settembre 2026 e – ricorda la circolare – la Commissione “ha indicato nel 30 novembre 2026 la data di completamento della sua valutazione relativa all’ultima domanda di pagamento, in modo da consentire il rispetto della successiva scadenza del 31 dicembre 2026 prevista per il versamento delle risorse dell’ultima rata”. Sul fronte degli adempimenti del monitoraggio, la Ragioneria ricorda che, “contestualmente all’aggiornamento dei dati di avanzamento del Pnrr, le amministrazioni titolari delle misure dovranno provvedere ad aggiornare i dati relativi alle previsioni di spesa per il 2025 e 2026 e oltre per le misure che, per loro natura, hanno un profilo di spesa successivo al 2026”. Intanto la produzione delle costruzioni cresce spinta dalle opere legate al Pnrr, ma anche degli effetti del sostegno fiscale alle ristrutturazioni e all’onda lunga del superbonus. A luglio l’Istat segnala il settimo incremento consecutivo dell’indice corretto dagli effetti di calendario, segnando il livello più alto dal 2008. “Il ritorno del segno positivo nei dati Istat sull’attività edilizia è confortante, ma crediamo sia determinato più dall’impatto dei lavori pubblici legati al Pnrr che da quello degli interventi sul settore residenziale – afferma il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa –. Occorre che il Governo rimetta mano al sistema degli incentivi, a partire dalla già preannunciata proroga della detrazione del 50% per i lavori sulle prime case”. Sulla stessa linea l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) che apprezzando il volano creato dal Pnrr ricorda però che “il comparto della riqualificazione vive un calo di circa il 20% del giro d’affari legato ai bonus ordinari nel secondo trimestre dell’anno”. È favorevole alla proroga del bonus per le ristrutturazioni del 50% sulle prime case e del 36% sulle seconde case con l’ulteriore vantaggio di una rateizzazione in 5 anni e non più in dieci, anche il sindacato di categoria Filc-Cisl. I dati diffusi dall’Istat – afferma il segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale, Ottavio De Luca – “confermano il buono stato di salute del settore. La crescita però sta rallentando sempre di più, come dimostrano i dati delle Casse edili. Gli effetti del Pnrr non dureranno ancora a lungo, e per questo motivo è opportuno mettere in campo misure strutturali ed efficaci, a partire dal potenziamento della rete infrastrutturale del Paese e dagli incentivi per il rilancio dell’edilizia privata”. LEGGI TUTTO
USA, Nyt: “Il ritiro di Trump dall’Onu apre spazio agli autocrati”
(Teleborsa) – “Il ritiro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump da alcune agenzie delle Nazioni Unite ha aperto spazi a governi e regimi autoritari intenzionati a influenzare i lavori dell’Onu”. È quanto scrive il New York Times sulla base di interviste con una ventina di diplomatici e funzionari e sull’esame di documenti interni al Palazzo di Vetro, a pochi giorni dall’avvio dei lavori ad alto livello dell’Assemblea Generale davanti alla quale Trump, come leader del paese ospite, parlerà in apertura martedì prossimo.Tra le nazioni che più di recente si sono mosse per occupare il vuoto lasciato dagli americani – scrive il Nyt – figurano Cina, Russia e Qatar. “Chi difende le Nazioni Unite come una delle poche organizzazioni in grado di puntare i riflettori sulle ingiustizie nel mondo afferma che il ritiro degli Usa sta incoraggiando nazioni autoritarie a rimodellare l’Onu a proprio vantaggio” evidenzia il Nyt.I tagli al bilancio Onu del governo Trump (un miliardo di dollari più un altro miliardo all’esame del Congresso, più altre sforbiciate ai fondi concessi a varie agenzie e al peacekeeping) hanno aggravato gli ammanchi, inducendo il Palazzo di Vetro a ipotizzare trasferimenti di personale e interi uffici in località meno care di New York o Ginevra. Alcune agenzie Onu con sede nella città svizzera rischiano di perdere il 40% dei loro fondi. In tale scenario il Qatar, con un passato di abusi nei confronti dei lavoratori migranti, si offre di ospitare uffici dell’Ilo, l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dei lavoratori, mentre la Russia propone di ridurre i tempi di intervento dei gruppi di advocacy per risparmiare sui costi delle riunioni e il Ruanda, il cui governo è stato criticato per l’appoggio dato ai ribelli nella Repubblica Democratica del Congo, ha mostrato interesse a ospitare “un campus Onu a lungo termine”, secondo una lettera del primo ministro Justin Nsengiyumva ottenuta dal Times. La Cina, che da tempo aspira a potenziare il suo ruolo all’Onu, ha mandato in maggio un vicepremier all’Assemblea dell’Oms con la promessa di mezzo miliardo di dollari in finanziamenti quinquennali. “I Paesi stanno sfruttando ogni opportunità, compresa quella offerta dalla crisi di liquidità e dagli incontri di alto livello, per cercare di far avanzare la propria agenda – ha dichiarato Phil Lynch, direttore esecutivo dell’International Service for Human Rights, un’ong con sede a Ginevra –. I tagli sono sul tavolo e questo apre una finestra di opportunità”. LEGGI TUTTO
Titoli di Stato, Tesoro: in asta mercoledì 5 miliardi di BTP short term e indicizzati
(Teleborsa) – Il Tesoro offrirà in asta, mercoledì 24 settembre, fino a 5 miliardi di euro di BTP Short term e BTO indicizzati con scadenze a 5 e 15 anni.Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). In particolare, andranno in asta 2,5 miliardi di BTP short term, con scadenza agosto 2027 e cedola 2,10%. Poi, 1,25 miliardi ciascuno dei BTP indicizzati all’inflazione dell’area euro, con scadenza agosto 2031 e maggio 2039.Per tutte le emissioni il regolamento è previsto il 29 settembre. LEGGI TUTTO
OPAS MPS su Mediobanca, adesioni al 70,5%
(Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 19 settembre 2025 – quarto giorno di riapertura dei termini – sono state presentate 47.150.272 richieste di adesione.Pertanto, la percentuale delle azioni apportate durante la riapertura dei termini e delle azioni apportate durante il periodo di offerta sulle azioni oggetto di offerta è pari al 70,4845% (o del 69,1097% sulle massime 829.458.551 azioni oggetto di offerta emesse a favore dei beneficiari dei piani di incentivazione).La riapertura dei termini si svolge il 16, 17, 18, 19 e 22 settembre.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 19 e 22 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione. LEGGI TUTTO
Milano cauta insieme al resto d’Europa. Attesa per voto Fitch sull’Italia
(Teleborsa) – Ultima seduta della settimana all’insegna della debolezza per le borse del Vecchio Continente. Stesso andamento per Piazza Affari in attesa del verdetto di Fitch sul debito sovrano italiano. Nel frattempo resta senza direzione, negli USA, l’S&P-500, dopo i nuovi massimi toccati la vigilia, sulla scia del taglio ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato di sostenere la decisione sui tassi di questa settimana e ha previsto altri due tagli, quest’anno. Restando in tema di banche centrali, oggi, la Bank of Japan che chiude la tornata di banche centrali questa settimana, ha lasciato fermi i tassi di interesse, ma ha deciso di avviare la vendita di asset acquisitati negli anni per sostenere l’economia.L’Euro / Dollaro USA continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,35%. Lieve aumento dell’oro, che sale a 3.669 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) in calo (-1,12%) si attesta su 62,86 dollari per barile.Scende lo spread, attestandosi a +86 punti base, con un calo di 2 punti base, mentre il BTP decennale riporta un rendimento del 3,53%.Tra gli indici di Eurolandia Francoforte è stabile, riportando un moderato -0,15%, andamento cauto per Londra, che mostra una performance pari a -0,12%, e poco mosso Parigi, che mostra un -0,01%. Sostanzialmente stabile Piazza Affari, che archivia la sessione sui livelli della vigilia con il FTSE MIB che si ferma a 42.312 punti; sulla stessa linea, chiude la giornata senza infamia e senza lode il FTSE Italia All-Share, che rimane a 44.934 punti.Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, tonica Unipol che evidenzia un bel vantaggio del 2,90%.In luce Italgas, con un ampio progresso dell’1,68%.Resistente BPER, che segna un piccolo aumento dell’1,44%.Banca Popolare di Sondrio avanza dell’1,41%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su STMicroelectronics, che ha archiviato la seduta a -2,83%.In rosso Mediobanca, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,79%.Spicca la prestazione negativa di Brunello Cucinelli, che scende dell’1,75%.Nexi scende dell’1,70%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Ferragamo (+7,96%), Avio (+7,69%), El.En (+2,65%) e RCS (+2,07%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su MFE A, che ha terminato le contrattazioni a -3,14%.Calo deciso per Garofalo Health Care, che segna un -2,48%.Sotto pressione MFE B, con un forte ribasso del 2,40%. LEGGI TUTTO
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