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Credemholding, utile a 399 milioni di euro nei nove mesi (+3,9%)
(Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Credemholding, società che controlla il 79,82% del capitale di Credito Emiliano S.p.A., ha approvato in data odierna sotto la presidenza di Lucio Igino Zanon di Valgiurata, i risultati al 30 settembre 2025. La Società, in particolare, ha registrato un utile netto consolidato pari a 399 milioni di euro, in crescita del 3,9% rispetto a 384,1 milioni di euro a fine settembre 2024. LEGGI TUTTO






Banco BPM, Castagna: “In grado di centrare Guidance. Guardiamo opportunità M&A”
(Teleborsa) – “Penso che quest’anno abbiamo dimostrato di essere in grado di rispettare la nostra guidance anche a dispetto degli imprevisti, riuscendo a portare avanti l’acquisizione di Anima e resistere ad un’OPS ostile per nove mesi”, ha detto l’Ad di Banco BPM Giuseppe Castagna, rispondendo ad una domanda sull’M&A. “Continuiamo a considerare tutte le opportunità di M&A – ha chiarito – ma sappiamo che in ottica standalone siamo in grado di raggiungere i nostri target per il 2026”. “Non è lo scenario in cui ci troviamo ora, non stiamo prendendo in considerazione alcuna azione – ha precisato il manager – ma sappiamo ci sono ancora diverse opportunità in questo mercato”. Parlando del contributo fiscale richiesto dal governo alle banche, il numero uno di Banco BPM ha ribadito “centreremo la guidance qualunque sia il principio contabile definitivo” adottato dall’esecutivo e questo è il motivo per cui la Banca ha delineato una guidance “un po’ prudente”. Banco BPM punta infatti a raggiungere un utile netto di 1,95 miliardi di euro a fine 2025, ma al termine dei primi nove mesi ha già raggiunto l’85% del target, avendo riportato un utile di 1,665 miliardi di euro. Parlando del dividendo, Castagna ha confermato la validità di un dividend payout all’80% ed ha spiegato che il management ha valutato l’ipotesi di aumentare la distribuzione agli azionisti, avendo generato molto capitale, ma con un CET 1 “ancora al di sotto dei competitor” si preferisce aspettare la fine dell’anno per capire quale sarà il capitale generato e poi “si potrà discutere di un aumento del payout”.Nel presentare i risultati, Castagna ha sottolineato che la banca ha realizzato la sua view, con un solido modello di business integrato, una crescita sostenibile e la generazione di valore. IL manager si è detto soddisfatto dell’utile netto del 3° trimestre a 450 milioni di euro, che rappresenta il “miglior terzo trimestre” della storia del Banco BPM. LEGGI TUTTO






Start-up europee: EDHEC, ESMT Berlin e POLIMI lanciano il primo barometer su pratiche responsabili
(Teleborsa) – POLIMI Graduate School of Management presenta i risultati del primo European Responsible Start-up Practice Barometer, realizzato in collaborazione con INNOVA Europe. Fondata nel 2022 da EDHEC, ESMT Berlin e POLIMI Graduate School of Management, INNOVA Europe è una coalizione di dieci università europee impegnate nella creazione di un ecosistema di imprenditoria sostenibile in Europa, a supporto della transizione sociale e ambientale. Oggi più che mai, le start-up rivestono un ruolo chiave come catalizzatori di innovazione e trasformazione. POLIMI Graduate School of Management si è avvalsa dell’esperienza degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e, in collaborazione con INNOVA, ha condotto un’indagine su 433 start-up europee per comprendere atteggiamenti, ostacoli e leve legate all’adozione di pratiche responsabili.Il barometer mira a fornire una valutazione concreta della volontà di implementare tali pratiche, dei metodi di attuazione e delle modalità di monitoraggio all’interno dell’ecosistema imprenditoriale europeo. Intende inoltre offrire a stakeholder come scuole, incubatori e fondi di investimento le informazioni necessarie per supportare meglio le start-up nell’affrontare le sfide della responsabilità d’impresa.Pratiche responsabili: un obiettivo di valore, ma non ancora una prioritàSebbene il 93% delle start-up intervistate dichiari di integrare pratiche responsabili nelle proprie operazioni, solo l’81% ha effettivamente intrapreso azioni in almeno uno dei quattro ambiti individuati: Ambiente, Sociale, Governance e Civico. A complemento dei tre tradizionali pilastri ESG, il barometer introduce il pilastro civico, che include iniziative che vanno oltre gli obiettivi strettamente aziendali, come investimenti nella comunità, sostegno a progetti educativi o sociali, partecipazione a iniziative di rigenerazione locale o innovazione sociale, e molto altro. Sociale: quasi 4 start-up su 5 hanno avviato iniziative sociali, in particolare a favore del benessere dei dipendenti (61%) e del marketing responsabile (63%). Governance: il 78% delle start-up adotta pratiche di buona governance. Ambiente: il 67% mette in atto pratiche ambientali responsabili. È l’ambito più frequentemente scelto come punto di partenza: tra le start-up impegnate in un solo pilastro, il 39% sceglie quello ambientale. Civico: solo il 51% delle start-up considera prioritario questo pilastro, e quasi un quarto afferma che non lo sarà nemmeno nel prossimo anno.La mancanza di risorse finanziarie (69%) e di tempo sufficiente (58%) rappresentano i principali ostacoli che impediscono alle start-up di intraprendere azioni responsabili, anche se le difficoltà variano da Paese a Paese. In Francia, la mancanza di tempo è citata più spesso (66%) rispetto a Germania (42%)e Italia (36%). In Italia, il 64% delle start-up afferma che le pratiche responsabili competono con altre priorità aziendali (contro il 25% in Francia e il 37% in Germania). In Germania, prevalgono i vincoli finanziari: il 79% cita risorse limitate come principale ostacolo, contro il 69% in Francia e il 43% in Italia.La maggior parte delle start-up ritiene che le pratiche responsabili siano utili, ma non ancora strategiche: il 42% riconosce un reale valore aggiunto, il 40% alcuni benefici, mentre il 18% non ne vede alcuno. Le pratiche responsabili, dunque, non vengono accantonate per mancanza di convinzione, ma perché considerate meno strategiche rispetto ad altre priorità in un contesto di risorse limitate.Misurare l’impatto: il punto deboleSebbene l’81% delle start-up abbia agito in almeno uno dei quattro ambiti della responsabilità d’impresa, solo il 28% utilizza indicatori di performance (KPI) per misurare l’impatto delle proprie azioni. Tuttavia, senza un sistema di monitoraggio, risulta difficile valutare i progressi, comunicare in modo trasparente o adeguare la strategia nel tempo. Il livello di monitoraggio varia in base alla maturità, al settore e ai pilastri considerati: il 64% delle start-up in fase di espansione monitora i propri KPI, contro il 27% di quelle in fase di prototipazione; il 46% delle start-up attive nel settore energia e ambiente e il 47% di quelle attive nell’ambito inclusione e impatto sociale monitorano gli indicatori – percentuali superiori alla media, ma ancora modeste per settori naturalmente orientati all’impatto; le categorie più monitorate sono impatto sociale e ambiente.Le principali difficoltà nel monitoraggio riguardano la mancanza di risorse finanziarie (27%), di tempo (25%), problemi di supporto interno (19%) e carenza di competenze specifiche (18%).La pressione degli stakeholder: un vero motore di cambiamentoIl numero di start-up che monitorano l’impatto delle proprie pratiche ESG raddoppia (40% contro 17%) quando subiscono la pressione del proprio ecosistema – clienti, investitori, incubatori, ecc. Tuttavia, questa pressione è ancora molto disomogenea: una start-up su due non è mai stata interrogata sulle proprie pratiche responsabili, segno di una dinamica ancora in fase di sviluppo più che di una tendenza ormai consolidata. Tra le start-up autofinanziate, il 38% ha ricevuto domande in merito, principalmente da clienti (17%), incubatori (14%) e partner commerciali (11%). Durante i round di finanziamento Series A, la pressione diventa la norma: l’83% delle start-up riceve domande sul tema, soprattutto da investitori a impatto (41%), investitori tradizionali (31%) e clienti (28%), che restano una forza trainante costante. Incubatori e investitori svolgono quindi un ruolo centrale nell’integrare sistematicamente il monitoraggio dell’impatto delle pratiche responsabili nei propri criteri di selezione, supporto e valutazione. Se questo approccio diventasse strutturale, avrebbe un effetto moltiplicatore sull’intero ecosistema, favorendo la trasparenza e l’allineamento dei team aziendali intorno a obiettivi condivisi e responsabili.”Questo studio evidenzia sia il potenziale che le attuali lacune nell’approccio delle start-up europee alla responsabilità. Molte mostrano un impegno autentico, ma tradurre le intenzioni in impatti misurabili resta una sfida importante. Come business school, ricopriamo un ruolo fondamentale nel fornire ai futuri imprenditori mentalità, competenze e strumenti per rendere la responsabilità un motore di innovazione e competitività a lungo termine” ha dichiarato Tommaso Agasisti, co-founder di INNOVA e associate dean for Institution and Public Administration di POLIMI Graduate School of Management.È proprio questo l’obiettivo della coalizione INNOVA Europe, che lavora per accelerare la trasformazione mobilitando l’intero ecosistema accademico dei partner. Le sue principali leve d’azione includono: il concorso INNOVA Europe, trampolino di lancio europeo che valorizza e sostiene i fondatori impegnati; il barometer, che ogni anno misura la dinamica dell’imprenditoria responsabile e mette in luce le tendenze su scala europea; la creazione di programmi di scambio e networking tra hub dell’innovazione per diffondere le migliori pratiche e incoraggiare la collaborazione europea. LEGGI TUTTO






In rosso Wall Street, il raffreddamento del mercato del lavoro frena gli investitori
(Teleborsa) – Giornata “no” per la Borsa USA, in flessione dell’1,10% sul Dow Jones; sulla stessa linea, si muove in retromarcia l’S&P-500, che scivola a 6.712 punti.In forte calo il Nasdaq 100 (-2,02%); con analoga direzione, in discesa l’S&P 100 (-1,39%).In luce sul listino nordamericano S&P 500 il comparto energia. Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori beni di consumo secondari (-2,94%), informatica (-1,97%) e telecomunicazioni (-0,86%).In assenza di dati pubblici a causa dello shutdown – giunto al 37esimo giorno – il focus degli investitori si è spostato sui risultati degli studi privati che segnalano un netto raffreddamento del mercato del lavoro Usa. Secondo un rapporto pubblicato dalla società globale di outplacement e coaching dirigenziale Challenger, Gray & Christmas, i datori di lavoro statunitensi hanno annunciato 153.074 tagli di posti di lavoro a ottobre, con un aumento del 175% rispetto ai 55.597 tagli annunciati nell’ottobre 2024. Si tratta di un aumento del 183% rispetto ai 54.064 tagli di posti di lavoro annunciati un mese prima.Si tratta del maggior numero di tagli di posti di lavoro in qualsiasi mese di ottobre degli ultimi 20 anni, un fattore che sembra aver raffreddamento l’entusiasmo per i titoli tech – influenzati anche dalle prese di profitto – e aumentato quindi le probabilità di una nuova riduzione dei tassi di interesse a dicembre. LEGGI TUTTO






Borse UE in rosso. A Milano vola Azimut, crolla Diasorin
(Teleborsa) – Seduta negativa per il listino milanese, in sintonia con il resto delle Borse europee e con l’attenzione degli investitori rivolta alle banche centrali, nel giorno in cui la Bank of England ha deciso di lasciare i tassi invariati. A Wall Street, l’S&P-500 prosegue le contrattazioni in calo, trascinata giù dai titoli tech. Sul fronte societario, va giù Diasorin che ha annunciato ricavi in crescita, mentre l’utile netto ha accusato un lieve calo. Rivista al ribasso la guidance 2025. Tra i pochi titoli positivi di Milano, svetta Azimut forte dei risultati societari. L’Euro / dollaro USA mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,43%. Nessuna variazione significativa per l’oro, che scambia sui valori della vigilia a 3.976,8 dollari l’oncia. Perde terreno il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scambia a 59,03 dollari per barile, con un calo dello 0,95%.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +81 punti base, mostrando un piccolo calo di 1 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,40%.Tra gli indici di Eurolandia in rosso Francoforte, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,31%, tentenna Londra, con un modesto ribasso dello 0,42%, e spicca la prestazione negativa di Parigi, che scende dell’1,36%. Giornata “no” per la Borsa italiana, in flessione dello 0,85% sul FTSE MIB, interrompendo la serie di tre rialzi consecutivi, iniziata lunedì scorso, mentre, al contrario, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 46.021 punti.Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, in evidenza Azimut, che mostra un forte incremento del 4,99%.Tonica Banca Mediolanum che evidenzia un bel vantaggio del 2,29%.Resistente Inwit, che segna un piccolo aumento dell’1,17%.A2A avanza dello 0,55%.Le peggiori performance, invece, si sono registrate su DiaSorin, che ha chiuso a -18,77%.Sensibili perdite per Lottomatica, in calo del 6,08%.In apnea Campari, che arretra del 5,36%.Buzzi scende del 3,61%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Brembo (+9,22%), D’Amico (+7,51%), Ariston Holding (+6,58%) e Zignago Vetro (+1,47%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Cementir, che ha terminato le contrattazioni a -5,94%.Tonfo di Webuild, che mostra una caduta del 3,85%.Calo deciso per Moltiply Group, che segna un -3,39%. LEGGI TUTTO
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Decreto Rilancio, ampliati gli incentivi per le startup innovative
PMI & startup sempre più attrattive: raddoppia flusso investimenti
Partite Iva, contributi a fondo perduto al via: pagamenti e tempistiche




