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    Conte: “Forte intesa con Macron, risposta sia ambiziosa”

    (Teleborsa) – Con Emmanuel Macron “c’è forte intesa per raggiungere con rapidità un accordo sulla risposta comune alla crisi del Covid19. Una risposta ambiziosa, responsabile e solidale per ricostruire le nostre economie e rafforzare il progetto europeo”.

    Così ha scritto il premier Giuseppe Conte sulla sua pagina Facebook al termine dell’incontro a Bruxelles, definito “proficuo”, con il presidente francese in vista del Consiglio europeo al via da oggi fino a domani.Il premier italiano ha ribadito la vicinanza tra i due Paesi durante l’iter per il Recovery fund. “Con Macron sin dall’inizio di questo percorso, a partire dalla lettera dei nove, ci siamo trovati fianco a fianco”, ha dichiarato, spiegando che si è trattato di un incontro “per scambiarci i punti di vista, esaminare lo stato dell’arte e anche per affinare le previsioni e le strategie”.
    “Non è partita contabile, la posta in gioco è l’Europa, non solo una pronta ripresa ma la leadership e la competitività dell’Unione europea nel mondo globale. Abbiamo la chiarezza e condividiamo la necessità che tutto sia finalizzato al più presto. È complicato perché siamo in 27″, ha poi aggiunto ai giornalisti.

    In riferimento alla richiesta dell’Olanda di approvare all’unanimità, Conte ha risposto che si tratta di “una richiesta non in linea con le regole europee“. LEGGI TUTTO

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    Intesa, Messina: “Con OPS Gruppo ai vertici europei del settore bancario”

    (Teleborsa) – Il sì (condizionato) da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’OPS lanciata da Intesa Sanpaolo su UBI Banca “garantisce la nascita di un progetto che ha tra i suoi obiettivi la creazione di un gruppo ai vertici europei del settore bancario, rafforzando al contempo il contesto domestico”.

    È quanto dichiarato dall’Ad di Intesa, Carlo Messina, che ha ricordato come la decisione dell’Authority sia “l’ultimo atto autorizzativo in termini di tempo” dopo il via libera ricevuto dalla Banca Centrale Europea, dalla Banca d’Italia, dall’IVASS e dalla Consob.
    “Si tratta – continua Messina – di un passaggio di importanza fondamentale perché garantisce agli azionisti UBI, che aderiranno all’offerta, la totale correttezza dell’operazione dal punto di vista regolamentare”.

    Secondo l’ad, il provvedimento conferma che l’operazione “è pienamente compatibile con la concorrenza, a tutela sia delle dinamiche competitive del mercato bancario italiano sia dei diritti dei consumatori”.
    Messina ha infine espresso “vivo apprezzamento per l’operato dell’Autorità e per i tempi con cui ha concluso l’istruttoria: gli azionisti di UBI, infatti, sono ora in possesso di tutte le informazioni necessarie per poter valutare al meglio la nostra offerta ed effettuare la loro scelta”. LEGGI TUTTO

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    Covid-19, Oxfam: “Il G20 intervenga subito per scongiurare crisi debito globale”

    (Teleborsa) – “La pandemia da coronavirus sta schiacciando sempre più i paesi in via di sviluppo sotto il peso del debito estero, compromettendo la loro capacità di lottare contro la povertà e costringendoli a default multimiliardari, che potrebbero non solo condizionare il presente e il futuro di centinaia di milioni di persone, ma essere devastanti per l’economia globale”. Questo l’allarme lanciato da Oxfam alla vigilia del G20 Finanze in programma il prossimo 18-19 luglio.

    La temporanea sospensione dei pagamenti del servizio dei debiti bilaterali decisa in aprile dal G20 Finanze – sipega Oxfam in una nota – è stato un primo passo importante, che tuttavia appare oggi inadeguato ad evitare che le conseguenze economiche della pandemia siano ancora più gravi. Al momento, infatti, non è prevista alcuna moratoria dei pagamenti nei confronti di creditori privati e banche multilaterali di sviluppo, come la Banca mondiale. Ben 73 tra i paesi più poveri del mondo hanno i requisiti per partecipare all’iniziativa di sospensione del servizio del debito (DSSI) promossa dal G20 e fino ad oggi 41 hanno presentato domanda, aspirando a un congelamento potenziale di pagamenti per 9 miliardi di dollari per il 2020. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato oggi da Oxfam, Christian Aid e Global Justice Now, quegli stessi 73 paesi si troveranno, nel corso di quest’anno, a dover ripagare un debito di 33,7 miliardi di dollari, vale a dire 2,8 miliardi al mese, il doppio di quanto Uganda, Zambia e Malawi insieme spendono annualmente nella sanità.
    Nel 2020, i 73 paesi dovranno versare infatti complessivamente almeno 11,6 miliardi di dollari (31,8 milioni al giorno) a creditori privati, compresi i fondi di investimento e le banche commerciali, e circa 13,8 miliardi di dollari (38 milioni al giorno) a istituzioni multilaterali. La sola Banca mondiale vanta nei loro confronti un credito aggregato di 3,77 miliardi di dollari (10 milioni al giorno).

    “La crisi economica provocata dal coronavirus sta avendo un impatto peggiore di quello previsto ad aprile – ha detto Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia –. È imperativo per il G20 finanze evitare la catastrofe che incombe su centinaia di milioni di persone. L’iniziativa di sospensione del servizio del debito, voluta dai leader del G20, deve diventare uno strumento legalmente vincolante attraverso il quale arrivare alla cancellazione di tutti i pagamenti per debito, tra cui quelli nei confronti delle istituzioni multilaterali, fino alla fine del 2022, includendo anche i paesi a medio reddito. Il G20 deve inoltre insistere per un’analoga presa di posizione da parte dei creditori privati. Solo così si potrà proteggere l’umanità dalla peggiore crisi economica dalla Seconda guerra mondiale”.
    In sostanza, secondo Oxfam, l’attuale congelamento del solo debito bilaterale per 8 mesi non sarà sufficiente a garantire ai paesi poveri tempo e liquidità necessari per far fronte alla pandemia e ai suoi impatti sulla vita di centinaia di milioni di persone. In tale scenario le risorse risparmiate non dovrebbero essere usate a copertura di esposizioni debitorie verso banche private o altri creditori, ma rimanere nella disponibilità dei Governi per garantire servizi sanitari gratuiti e prestiti a fondo perduto alle famiglie più povere. Da qui l’appello dell’Oxfam alla alla Banca Mondiale affinché “conceda da subito almeno una moratoria per i pagamenti sul debito nei suoi confronti”.
    “Il G20 non dovrebbe inoltre trascurare il ruolo delle agenzie di rating che minacciano declassamenti, rendendo più costoso il rifinanziamento del debito – continua Maslennikov –. Paesi come Ghana e Kenya potrebbero risparmiare rispettivamente 354 e 802 milioni di dollari, ma non aderiscono all’iniziativa del G20 per questa ragione. Alcuni paesi a medio reddito, pur sull’orlo del fallimento, sono poi attualmente esclusi dalle misure di riduzione del debito. Le enormi necessità di spesa, a fronte del crollo delle entrate e del mancato accesso al credito potrebbero provocare una serie di default sovrani, come già accaduto in Argentina, Ecuador e Libano, con conseguenze nefaste per l’economia globale, vanificando ogni sforzo compiuto per la ripresa. Nessun paese è immune al dilagare delle crisi finanziarie che non conoscono confini”. LEGGI TUTTO

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    Scuole a settembre, Anief chiede al Governo impegni sugli organici del personale

    (Teleborsa) – In coincidenza dell’avvio del prossimo anno scolastico oggi il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per confrontarsi sulle norme di sicurezza anti-Covid da adottare a settembre. Tra i temi affrontati nel corso dell’incontro – fa sapere l’Anief – “la possibilità di modificare le norme contenute nel famigerato articolo 64 della legge Gelmini 133 del 2008 che ha introdotto la possibilità di creare classi con numeri di alunni anche superiori alle 30 unità; i fondi da stanziare per il rientro; la stabilizzazione del personale; le regole per rispettare il distanziamento fisico nelle aule durante le lezioni; l’organizzazione scolastica in generale”. “

    Sarà fondamentale – ha commentato il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico – aprire i tavoli tecnici su organici, reclutamento e dimensionamento scolastico, al fine di assegnare alla scuola almeno 17 miliardi utili dal Recovery Fund, come indicato dall’Anief, pure per il rinnovo dei contratti e definire i profili professionali, oltre alla necessità di un nuovo provvedimento legislativo urgente per il settore dell’istruzione, anche in vista della Legge di Bilancio. Occorre assolutamente reclutare tutto il personale precario – spiega il leader del sindacato – semplificandone le procedure di assunzione, anche alla luce del record prossimo di 250mila supplenze annuali, ma anche ripristinare gli organici utilizzati prima di 15 anni fa. Sono infatti più di 200mila i posti tagliati per il personale docente, 50mila per il personale Ata, 4mila quelli della dirigenza scolastica non più esistenti, 15mila i plessi dismessi: questi ultimi, tra l’altro, sarebbero utilissimi per individuare gli spazi necessari ad accogliere gli alunni in soprannumero per via del rispetto del distanziamento minimo statico di un metro tra ogni alunno. Bisogna realizzare un decisivo cambio di rotta, costruendo insieme la prossima legge finanziaria di fine anno”
    Per Pacifico “se la scuola oggi ha un problema è quello delle classi pollaio. È evidente – ha aggiunto – che con tutti gli interventi legislativi si fa una deroga al Dpr sul dimensionamento scolastico, quindi dando la facoltà agli uffici scolastici regionali di ridefinire gli organici, ma questi organici devono avere delle classi, dei luoghi fisici dove poter andare. Devono, quindi, essere ripristinate le classi nei plessi che sono stati dismessi. Servono, poi, gli insegnanti e personale Ata. Stiamo parlando di un’operazione complessiva che a nostro avviso va legata. Come Anief siamo disponibili per quanto riguarda il protocollo sulla sicurezza a dare il nostro contributo anche tecnico per garantire il più possibile la salute di chi lavora nella scuola e la salute dei nostri studenti e delle loro famiglie. Dobbiamo, però, essere chiari: per avere scuole in sicurezza settembre, per far diventare la didattica a distanza una didattica di emergenza e non una didattica normale rassicurando le famiglie sul fatto che dal prossimo anno scolastico si entra tutti in classe e si sarà sicuri, abbiamo bisogno di incontri specifici e di linee comuni sul precariato e sugli organici. Ci vuole, quindi, un nuovo provvedimento sulla scuola legato ai soldi che verranno dal Recovery Fund. Tale provvedimento dovrà, però, essere oggetto di confronto prima e non dopo che diventi un provvedimento legislativo perché altrimenti succede quello che sta avvenendo con le attuali graduatorie provinciali che sono state trasformate in provinciali ma con tabelle di valutazioni che stravolgono i titoli e che stanno portando tanta confusione al punto tale – ha concluso Pacifico – da farci annunciare già dei ricorsi per far valutare i diritti acquisiti e quindi per rispettare il principio di affidamento”. LEGGI TUTTO

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    UBI, Moratti: “Impatto forte da cessioni filiali”

    (Teleborsa) – L’OPS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca con la conseguente cessione di oltre 500 filiali, come chiesto dall’Antitrust, avrebbe un impatto “forte” e metterebbe a rischio il rapporto con il territorio di cui BPER ha poca dimestichezza.

    Sono le preoccupazioni espresse dalla presidente di UBI Banca, Letizia Moratti, e il consigliere delegato, Victor Massiah, in occasione di una conferenza stampa.
    In caso di successo dell’OPS aree come Cuneo, Pavia, Bergamo, Brescia e Varese, dove UBI è particolarmente radicata, diventerebbero zone di presenza dominante di BPER.

    “Intesa ha negoziato con BPER la cessione di 500 filiali e un accordo che prevede la consegna a BPER di 6 miliardi di impieghi UBI al netto di 1,2 miliardi di impieghi Intesa e 29 miliardi di raccolta al netto di 2,2 miliardi di raccolta Intesa”, ha ricordato Moratti.
    “Questo significa consegnare a BPER una parte importante dei nostri clienti”, quantificata dalla presidente in “un 50% dei nostri clienti e dei nostri dipendenti. L’impatto è ovviamente forte tenuto conto che naturalmente BPER ha una minore conoscenza del territorio”, ha aggiunto Moratti.
    Stessa preoccupazione è stata espressa da Massiah che ha sottolineato come BPER sia una “banca che storicamente è molto meno presente nei nostri territori”.
    Ciò porterà a “tempi di conoscenza con i clienti, di adattamento e di comprensione delle loro esigenze. Nel caso di successo dell’OPS – ha concluso Massiah – sarà il problema di Bper”. LEGGI TUTTO

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    SACBO, Bellingardi: “abbiamo una squadra motivata, coraggiosa. Insieme non tradiremo vostre aspettative”

    (Teleborsa) – “Questa volta il mio saluto sarà un po’ diverso – così Emilio Bellingardi, Direttore Generale di SACBO in un messaggio in occasione dell’anniversario dei 50 anni dalla fondazione – di solito colgo l’occasione, quando parlo con la gente, per ricordare i grandi numeri, i risultati che soprattutto a mezza estate si profilano e che quindi determineranno il risultato di fine d’anno”.

    “Questa volta tra l’altro cade proprio in un anniversario molto importante nella storia dell’azienda, sono 50 anni che vengono celebrati il 16 luglio, che è anche il giorno del mio compleanno, e questa volta dopo aver assistito, purtroppo a un’interruzione improvvisa, drammatica, che ha visto fermare la macchina come mai avremmo voluto, pur mantenendola ai minimi regimi, ci troviamo di fronte alla grande sfida di dover ricominciare a ricostruire tutto da capo. E’ una sfida difficile, credetemi, ancora piena di alcune incertezze” prosegue Bellingardi.
    “Le uniche certezze che ho sono queste, so di avere a disposizione una squadra che mi ha aiutato, mi ha accompagnato in questi anni. Una squadra motivata, coraggiosa, capace ed insieme a loro sono certo che riusciremo a non tradire le vostre aspettative e a riportare la città all’Italia, all’Europa, le possibilità che questo aeroporto ha dato di tenere collegato un territorio che ha così bisogno, particolarmente in questo momento di essere un confine aperto per tutti. Auguri a SACBO, e auguri alla mia gente” ha concluso il Direttore Generale. LEGGI TUTTO

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    SACBO, Sanga: “Per il futuro puntiamo sulla componente intermodale”

    (Teleborsa) – “Mezzo secolo fa, mentre maturavano le condizioni di crescita socioeconomica del tessuto produttivo, i principali attori della comunità bergamasca pensarono a una infrastruttura di servizio che potesse moltiplicare le opportunità favorendo la connessione con il centro-sud Italia e con i Paesi frontalieri. Un aeroporto che potesse rispondere in primo luogo alle esigenze dei viaggi d’affari e di lavoro, al trasferimento delle merci, ma che alla lunga avrebbe potuto sviluppare anche un filone turistico. Si può affermare che gli anni ’80 e ’90 siano stati quelli certosini, serviti a preparare le condizioni per accreditare l’aeroporto di Orio al Serio nel panorama del trasporto aereo nazionale, rendendolo gradualmente adeguato in termini di dimensioni, spazi e servizi”. Con queste parole il presidente di Sacbo, Giovanni Sanga, in occasione del cinquantesimo anniversario, ricorda la fondazione della Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo-Orio al Serio.“La svolta – ha sottolineato Sanga – è avvenuta trent’anni dopo la costituzione di Sacbo, dalla coraggiosa scommessa sul trasporto aereo low cost. Ci ha creduto fermamente l’allora presidente Ilario Testa, artefice con i suoi diretti collaboratori dell’accordo con Ryanair, il vettore che sarebbe diventato il primo carrier europeo. Non tutti, tra i soci Sacbo, erano allineati con questa scelta, temendo un calo di qualità della clientela, attratta, si diceva, solo dalle tariffe basse”. A ciò – ha proseguito Sanga – si è aggiunta la concessione quarantennale a tutto il 2042, “condizione indispensabile per pianificare la serie di investimenti che hanno avuto una accelerazione nel 2008”.

    Per il presidente di Sacbo “il successo dell’aeroporto va ricondotto certamente alla capacità di impiego di risorse economiche proprie, frutto di reinvestimento dei profitti di gestione registrati senza soluzione di continuità dal 1996 ma un accento particolare va posto sul contributo delle risorse umane che, dai livelli dirigenziali alle mansioni operative di base, hanno rappresentato, attraverso le singole competenze professionali, il valore aggiunto per la crescita dell’intero sistema. Un lavoro di squadra che si è articolato da un lato nella sfida a garantire tempi ridotti turn-around, e dunque puntualità ed efficienza operativa, e dall’altro nell’impegno a rendere funzionali e confortevoli gli spazi aeroportuali, comodo l’accesso e quanto meglio fruibili i servizi. Un impegno che ha permesso di attribuire all’aeroporto di Bergamo la patente ‘user’s friendly’ e farne un positivo caso di studio”.Attualmente – stando ai dati forniti da Sanga – l’aeroporto di Bergamo genera 10.189 posti di lavoro diretti, a cui se ne aggiungono 15.996 posti indiretti e indotti, per un totale di 18.500, a cui si sommano i 32.645 catalitici che operano nell’area di influenza dell’aeroporto al di fuori della provincia di Bergamo. L’occupazione generata dall’impatto economico catalitico genera 31mila posti di lavoro, di cui una buona fetta nelle attività turistiche e nei servizi annessi. “La crescita del movimento passeggeri, fortemente legato al successo dei vettori low cost, – ha spiegato Sanga – ha profondamente trasformato la città e il territorio dal punto di vista della ricettività e dell’offerta turistica, con forte incremento delle attività e delle occupazioni legate all’ospitalità, la nascita di alberghi a 4 stelle e superiori e nel contempo indotto la creazione di centinaia di B&B, la valorizzazione dell’enogastronomia con punte di assoluta eccellenza, che nel loro insieme rispondono alla domanda di un turismo di qualità. All’aeroporto è legata la mobilità della gente che viaggia e di chi si muove per lavoro, anche per conto delle imprese. La componente business, infatti, pareggia quella legata ad altre motivazioni di viaggio (turismo, studio, familiari). Nel contempo, si è notevolmente sviluppato il movimento studentesco contribuendo ad accrescere il numero delle matricole straniere dell’Università di Bergamo. Prima del lockdown siamo arrivati a contare 140 destinazioni in 40 Paesi e ulteriori possibilità di connessioni con i network intercontinentali attraverso aeroporti hub con noi collegati”.
    Il prossimo passo nel percorso di sviluppo dello scalo bergamasco è il potenziamento della componente intermodale “destinata – ha affermato Sanga – a fare marcatamente la differenza nella scelta del binomio vettore-aeroporto. È il motivo – ha spiegato – per cui stiamo spingendo la soluzione del collegamento ferroviario, che sulla base delle proiezioni e degli studi di valutazione dovrebbe trasportare, una volta disponibile, il 30% dell’utenza di questo aeroporto. Una percentuale forse destinata a crescere. Investire nell’infrastruttura – ha concluso il presidente di Sacbo – è la conditio sine qua non per realizzare le condizioni necessarie a garantire lo sviluppo funzionale degli spazi e la già richiamata efficienza nelle operazioni di assistenza a passeggeri e compagnie aeree. Significa avere la capacità di una visione di medio e lungo termine, prevedendo per quanto possibile gli scenari a venire”. LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Forex 16 luglio 2020

    (Teleborsa) – EUR/USD L’euro sale ancora nei confronti del biglietto verde. Il cross euro dollaro USA quota 1,1416 dollari, con la nuova area di resistenza vista a 1,1435. Recupera la produzione industriale dell’Eurozona a maggio dopo il calo di aprile, con l’output che ha registrato un incremento mensile del 12,4%.

    USD/YENIl biglietto verde consolida il recupero nei confronti dello yen. Il cambio dollaro USA Yen quota 107,10, con un miglioramento verso la resistenza stimata a 107,26. Confermata in calo la produzione delle fabbriche giapponesi a maggio, con l’indice che è sceso dell’8,9%.GBP/USDLa sterlina consolida il rialzo nei confronti del biglietto verde e scambia a quota 1,2567 dollari. Un peggioramento del cable potrebbe aprire al supporto visto a 1,2484 dollari. Il commercio estero della Gran Bretagna evidenzia a maggio un deficit di 2,8 miliardi di sterline.GBP/USDL’euro è ancora in rialzo nei confronti dello yen. La coppia scambia a 122,29, con la nuova area di resistenza vista a 122,53. La BCE ha deciso di mantenere la linea attuale, confermando a 1.350 miliardi di euro l’ammontare del programma di acquisto di titoli. LEGGI TUTTO