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    Recovery Fund: Anief e Udir chiedono al Premier Conte apertura tavoli presso Ministeri competenti

    (Teleborsa) – L’stituzione di una Commissione parlamentare per discutere di come impiegare le risorse dei Recovery Fund è una “giusta” scelta per i sindacati della scuola Anief e Udir, che accolgono favorevolmente la proposta del governo.

    “E’ un momento in cui tutte le forze parlamentari, come nel secondo dopoguerra, devono contribuire alla rinascita di questo Paese”, afferma il leader sindacale Marcello Pacifico in una intervista rilasciata a Teleborsa, auspicando anche “una maggiore sinergia con le forze sociali”.
    “Chiediamo che il governo attivi dei tavoli specifici, oltre a quelli politici, affinché possano essere ascoltate e valutate tutte le proposte”.

    “Il sindacato – ricorda Pacifico – non governa, vuole fare proposte ed ha il dovere di rappresentare e tutelare i diritti dei lavoratori, che siano dirigenti o dipendenti, ma soprattutto è quello che ha il polso della situazione perché ogni giorno si confronta con quello cheavviene nel mondo del lavoro. Parliamo di scuole, università, enti di ricerca. accademie e conservatori”.
    “E’ importantissimo attivare questi tavoli per poi arrivare anche alla firma del rinnovo dei contratti“, afferma il sindacalista, ricordando il tema del lavoro agile e della digitalizzazione. “Dietro agli uffici pubblici – sottolinea – ci sono delle persone, che devono avere piena coscienza di come contribuire, con il proprio lavoro, a garantire il diritto all’istruzione ed anche comescommettere sul futuro”.
    “Chiediamo quindi dei tavoli urgenti, che valutino le proposte e selezionino le migliori, in vista anche di una seconda pandemia, che è uno scenario che non ci deve più cogliere impreparati”. LEGGI TUTTO

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    ASPI, fondo TCI boccia statalizzazione: “Pronti a ricorrere a Bruxelles”

    (Teleborsa) – La City di Londra boccia ancora l’affare Autostrade, che penalizza gli investitori internazionali e non porterà benefici neanche a CDP, ma soprattutto muove alcuni passi formali per portare la questione all’attenzione di Bruxelles.

    Lo ha detto Sir Christopher Hohn, gestore di TCI, uno dei più grandi fondi internazionali basati a Londra, in una intervista a Il Messaggero, che segue di un paio di giorni le critiche mosse all’operazione dalle pagine del Financial Times.
    Secondo il gestore dell’hedge fund londinese, la scelta del governo di “statalizzare” ASPI, controllata dal Gruppo Atlantia, viola la Costituzione italiana e la normativa comunitaria, contravvenendo ai principi di certezza del diritto e costituendo, di fatto, un esproprio e determinando una fuga degli investitori internazionali dall’Italia. Giudizio negativo soprattutto sul Milleproroghe, che rischia di dissuadere gli investitori esteri, inclusi gli attuali azionisti Silk Road Fund e Allianz, dall’investire ancora in Italia.

    Hohn, ricordando che l’investimento effettuato da Silk Road Fund, Allianz e Edf in ASPI, nel 2017, fu di 15 miliardi di euro, indica un valore “equo” dell’asset di 11-12 miliardi, superiore alla prezzo “coercitivo” risultante dall’aumento di capitale che il governo italiano conta di realizzare. Diversa la questione se l’accordo prevedesse lo spin-off di Autostrade e l’IPO ad un prezzo equo di mercato, perché in questo caso l’operazione garantirebbe trasparenza.
    Il gestore di TCI, nell’intervista a Il Messaggero, definisce anche un “cattivo affare” l’investimento di CDP, se le tariffe autostradali non venissero adeguate per coprire gli investimenti.
    Il giudizio sull’operato del governo italiano? Il parere espresso dal Fondatore di TCI è indubbiamente negativo, in quanto si penalizzano ingiustamente gli investitori, tanto che il miliardario londinese ha deciso di presentare a Bruxelles un “reclamo formale”, che si dice convinto sarà probabilmente sposato da altri gestori esteri. Un atto “doveroso” lo definisce Hohn, ricordando che TCI investe in tutto il mondo e “quanto abbiamo visto in Italia non accade altrove”. LEGGI TUTTO

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    Economy news della settimana: accordo Recovery Fund, assegno unico figli, guida Superbonus 110%

    25 Luglio 2020

    La settimana che sta per concludersi è stata, a livello economico e finanziario, “dominata” dalle notizie e dagli aggiornamenti in arrivo da Bruxelles. Nella capitale belga, infatti, è andato in onda il durissimo confronto che ha poi portato all’accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro (oltre 200, come noto andranno all’Italia). Sul fronte interno, si registra l’approvazione dell’assegno universale per i figli (il primo step del Family Act, per intendersi), la pubblicazione della guida al Superbonus 110% da parte dell’Agenzia delle Entrate e le novità per le pensioni di agosto. Vediamo tutto nel dettaglio. LEGGI TUTTO

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    Superbonus al 110%, Gualtieri: “Sostenibilità e sicurezza al centro della nostra azione”

    (Teleborsa) – “Continua l’attuazione delle misure del DLrilancio. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida sul superbonus al 110% per le spese che aumentano l’efficienza energetica e antisismica degli edifici. Sostenibilità e sicurezza al centro della nostra azione”. Lo scrive su Twitter il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

    Sperbonus al 110% finalmente in chiaro con la guida dell’Agenzia delle Entrate che spiega attraverso una ricca carrellata di casi pratici, quel che c’è da sapere sull’agevolazione introdotta dal Dl Rilancio.
    L’incentivo consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi che aumentano l’efficienza energetica degli edifici e per quelli antisismici. La guida fornisce, inoltre, indicazioni sulla possibilità introdotta dal Dl di cedere la detrazione o di richiedere al fornitore uno sconto immediato con la possibilità per quest’ultimo di cederlo ulteriormente.

    Il Superbonus è riconosciuto nella misura del 110% delle spese, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo. Può essere chiesto per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente sostenute, appunto, dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per interventi effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali, sulle unità immobiliari indipendenti e sulle singole unità immobiliari (fino ad un massimo di due). Non può essere fruito, invece, per interventi effettuati su unità immobiliari residenziali appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli).
    Spetta prima di tutto per gli interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici e le misure antisismiche. A queste tipologie di spese, dette “trainanti”, si aggiungono altri interventi, a condizione però che siano eseguiti congiuntamente (“trainati”) ad almeno un intervento trainante: rientrano in questa categoria, per esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica sugli edifici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
    Capitolo beneficiari: possono accedere al Superbonus le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (per esempio proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari), i condomini, gli Istituti autonomi case popolari (IACP), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le Onlus e le associazioni e società sportive dilettantistiche registrate, per i soli lavori dedicati agli spogliatoi. La guida chiarisce che i soggetti Ires (e, in generale i titolari di reddito d’impresa o professionale) possono accedere al Superbonus solo per la partecipazione alle spese per interventi trainanti, effettuati sulle parti comuni di edifici.
    Il Dl Rilancio ha anche introdotto la possibilità per i contribuenti di scegliere, in alternativa alla fruizione diretta della detrazione prevista, di ottenere uno sconto dai fornitori dei beni o servizi (cosiddetto sconto in fattura) o di cedere il credito corrispondente alla detrazione spettante. LEGGI TUTTO

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    Mediaset: Olanda “congela” progetto MFE fino a 1 settembre

    (Teleborsa) – Nella complessa contesa fra Mediaset e Vivendi è il fronte olandese (anzichè quello spagnolo) a scompaginare le carte sul tavolo del progetto MFE, la superholding di Mediaset, che resta “congelata” almeno fino all’1 settembre.

    Nell’udienza di oggi venerdì 24 luglio – derivante dal reclamo di Vivendi contro la decisione del tribunale di Amsterdam che a febbraio ha rigettato le richieste di Vivendi di sospensiva dell’operazione che porta alla holding di Mfe – i giudici olandesi, infatti, hanno sospeso l’operazione fino alla sentenza, prevista l’1 settembre.
    Questo significa che l’Olanda per il momento prevarrà sulla sentenza di Madrid, attesa da giorni che, dunque, non avrà risvolti pratici in attesa della sentenza del Tribunale di Amsterdam. LEGGI TUTTO

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    Recovery Fund, Ferretti: “Compromesso accettabile con i Frugavidi. Ma per un secondo miracolo serve Draghi”

    (Teleborsa) – “Direi che Conte e Gualtieri hanno ottenuto per l’Italia un ottimo accordo e dunque un primo miracolo è già avvenuto. Purtroppo nelle cause di beatificazione i miracoli devono essere almeno due. Il secondo miracolo riguarderà la fase della ricostruzione. Personalmente ritengo che se, in tale fase, scendesse in campo Mario Draghi anche il secondo miracolo sarebbe molto più probabile”. Questo il commento dell’economista e docente Innovation Academy Trentino Sviluppo, Andrea Ferretti, in seguito all’accordo sul Recovery Fund raggiunto nel Gran Consiglio dello scorso 21 luglio. Un accordo che, come emerge dall’analisi di Ferretti, mostra diversi punti di forza ma anche qualche falla.

    PUNTI DI FORZA – Tra i punti di forza dell’accordo l’economista cita, innanzitutto, la questione degli importi in ballo. “Il rischio era – spiega Ferretti – che gli importi proposti dalla Commissione, ovvero aiuti per 750 miliardi, venissero falcidiati dai veti dei Paesi che io definisco ‘Frugavidi’: Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia. In realtà la rimodulazione che c’è stata può definirsi accettabile. L’importo complessivo di 750 miliardi è rimasto anche se, effettivamente, la quota di contributi a fondo perduto è stata ridotta a 390 miliardi con un parallelo aumento della quota relativa ai prestiti. La buona notizia è per l’Italia. Si riteneva che al nostro Paese spettassero circa 173 miliardi di aiuti, Conte e Gualtieri ne hanno, invece, ottenuti 209 con la stessa quota di contributi a fondo perduto pari a 82 miliardi e con la quota prestiti aumentata di 36 miliardi”. Il secondo punto riguarda il “diritto di veto”. “L’altro grosso rischio – sottolinea Ferretti – era che i Paesi Frugavidi ottenessero che i Piani nazionali dei diversi Paesi fossero approvati all’unanimità dal Consiglio. Si sarebbe trattato, di fatto, di un diritto di veto con l’Italia sorvegliata speciale in ostaggio dei popoli del nord. In realtà nell’accordo si è ottenuto, invece, che i Piani nazionali saranno approvati a maggioranza dai 27 Paesi. E non è la stessa cosa. In conclusione “l’accordo raggiunto – continua l’economista – farà, sicuramente, molto bene al nostro debito pubblico. Il nostro Governo potrà fare minori emissioni e, soprattutto, potrà farle in maniera pianificata, non sotto la pressione dei mercati”.

    PUNTI DI DEBOLEZZA – Se è vero che i “Paesi Frugavidi” non hanno ottenuto il diritto di veto hanno, tuttavia, ottenuto – spiega Ferretti – quello che possiamo definire un “freno di emergenza”. L’accordo – continua l’economista – “prevede, infatti, che qualora un Paese si discostasse in maniera significativa dagli obiettivi prefissati gli altri Paesi potranno chiedere l’intervento del Consiglio europeo. A questo punto la Commissione sospenderà l’approvazione dei pagamenti in attesa che il Consiglio, nella successiva sessione, esamini in maniera esauriente la situazione. Non si tratta, tuttavia, di un potere di blocco in quanto si ritiene che l’ultima parola in materia di pagamenti spetti comunque alla Commissione. Si tratta però di un punto delicato sul quale bisognerà vigilare con grande attenzione”. Tra gli aspetti negativi Ferretti cita anche il taglio delle risorse del Piano programmatico 2021-2027 .“Gran parte delle risorse del Piano programmatico 2021-2027 – afferma l’economista – sono state assorbite dai fondi del Recovery Fund. E poiché i Paesi Frugavidi non hanno ritenuto di concedere l’ampliamento al bilancio comunitario fissato a 1.074 miliardi è stato necessario apportare dei tagli a spese anche importanti in materia di sostegno alle imprese, digitalizzazione, e ricerca. E di questo bisognerà tenerne conto sicuramente”. LEGGI TUTTO

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    P.A. firmato il protocollo per la riapertura in sicurezza degli uffici pubblici

    (Teleborsa) – E’ stato siglato il Protocollo sicurezza il Ministro Dadone per la riapertura degli uffici pubblici, che contiene regole concordate con i sindacati. “Seguiranno però altri tavoli sugli aspetti più problematici, fra cui un tavolo specifico sullo smart working”, spiega Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal, in una intervista a Teleborsa.

    “L’intenzione del Ministro Dadone – sottolinea – è arrivare al 70-80% di smart working, con una serie di servizi ai cittadini digitalizzati, che favoriscano una maggiore efficienza della PA. Al di là del Covid, l’idea è quella di continuare con il lavoro agile, in via straordinaria fino al mese di dicembre e, con il nuovo anno, rendere lo smart working una forma di lavoro ordinaria nell’ambito della PA. E’ una sfida difficile, ma al passo con i tempi, e può essere realizzata”.
    “Non si può parlare invece di lavoro agile nella scuola nella scuola”, afferma il sindacalista, ricordando che il sistema scolastico conta 8 milioni di studenti e 1 milione e 300 mila fra docenti, amministrativi e dirigenti scolastici.

    “E’ in corso un tavolo permanente presso il Ministero dell’Istruzione – dice – finalizzato alla firma di un nuovo Protocollo che permetta di avere delle regole più chiare rispetto alle corpose linee guida su cui si stanno già confrontando collegi docent, dirigenti scolastici e consigli d’istituto. E’ opportuno farlo nel più breve tempo possibile perché fra un mese inizia la scuola, il primo settembre inizierà il recupero degli apprendimenti e poi dal 10 settembre ci sarà la riapertura di tutte le scuole d’Italia”.
    “Tutto ciò ovviamente in attesa dei soldi che arriveranno dal Recovery Fund“, ricorda il segretario della Cisal, spiegando che il sindacato ha chiesto al Ministro Dadone si porre all’attenzione di tutto il governo la necessità di attivare dei tavoli per esaminare i vari capitoli di spesa e quindi migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione ed eliminare la precarietà”. LEGGI TUTTO

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    De Lise (commercialisti): “Coraggio e unità per affrontare prossime sfide”

    (Teleborsa) – Un ruolo centrale e strategico quello dei commercialisti nei mesi più critici dell’emergenza che lo sarà ancora di più nella fase della ricostruzione, ancora una volta in prima linea per affrontare, con responsabilità professionale e personale, le prossime sfide e disegnare una “nuova” Italia.

    “È molto emozionante ritrovarsi dal vivo dopo così tanto tempo. In questi mesi abbiamo provato ad agevolare il lavoro dei colleghi, dimostrando coraggio. Coraggio di trovare un’interlocuzione con la politica per dare ai commercialisti il ruolo che meritano; di lavorare insieme alle altre Associazioni di categoria, nove sigle sindacali che svolgono un ruolo fondamentale per i commercialisti. Coraggio di portare avanti le nostre proposte, tutte venute fuori dalla Giunta semplicemente ascoltando le esigenze dei colleghi”.
    Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, aprendo il convegno “Il coraggio della competenza ai tempi della discontinuità”, primo evento in presenza post pandemia organizzato dall’Unione con Fondazione Centro Studi Ungdcec.

    “Proprio questa mattina – ha detto – ho incontrato il viceministro dell’Economia Antonio Misiani: ci ha garantito che potremo discutere per avere una proroga delle scadenze a fine settembre. Sarebbe importante non soltanto per i nostri studi ma anche, e soprattutto, per i nostri clienti. I commercialisti, però, dovranno fare la loro parte restando uniti. Serve unità per tutto il Consiglio nazionale, occorre mettere da parte i personalismi e raggiungere una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze. Il nostro è un richiamo alla responsabilità e al rispetto”.
    “Ci troviamo in un momento storico molto particolare – ha evidenziato ancora De Lise –. A settembre i commercialisti sciopereranno sui modelli dichiarativi: con il loro mancato invio, vogliamo dimostrare al governo che siamo parte integrante del processo produttivo all’interno della società, perché senza di noi tutto si ferma”.
    Per Massimo Miani, Presidente Cndcec: “Nei momenti di difficoltà si riesce a fare squadra al meglio per raggiungere un unico obiettivo, che in questo momento è quello di contrastare un governo non molto vicino alle professioni. Ad oggi l’ascolto della politica alle nostre richieste è stato tendente allo zero, servono fatti perché la situazione è davvero critica”.
    “Il coraggio che serve oggi è quello di pianificare e anche rischiare, puntando sulle proprie competenze. Occorre anche rivolgere lo sguardo sui giovani, che sono gli unici che ancora, e per fortuna, coniugano i verbi al futuro. Giusto dunque avere coraggio e lavorare in maniera sinergica”, dice Walter Anedda, Presidente Cnpadc.
    Antonio De Angelis, Presidente di Aiga, ha evidenziato come “anche noi avvocati abbiamo percepito una ostilità ideologica da parte del governo. Ci sono stati tanti colloqui con la politica ma il risultato rispetto ai dottori commercialisti non è stato molto diverso. Sarebbe bello in questo senso mettere in piedi una sorta di alleanza tra avvocati e dottori commercialisti”.
    “Noi commercialisti abbiamo una grande importanza come professionisti al fianco delle imprese. Siamo stati chiamati a scegliere insieme agli imprenditori in merito al loro futuro, scelte da fare in breve tempo e che mettevano in gioco il lavoro di tantissime persone”, sottolinea Raffaella Messina, numero uno della Fondazione Centro Studi Ungdcec.
    Maria Pia Nucera, Presidente Associazione Dottori Commercialisti, ha infine rimarcato come “i commercialisti abbiano la competenza e i numeri per aiutare la politica ad attuare la proroga dei versamenti. Il viceministro Misiani nell’incontro odierno ha garantito a me e al presidente De Lise che potremo lavorare insieme per raggiungere ognuno i propri obiettivi”.
    A seguire, spazio agli interventi tecnici di Marco Anesa, componente Cda Fondazione Centro Studi Ungdcec; Paolo Florio, tesoriere Fondazione Centro Studi Ungdcec; Francesco Puccio, presidente Commissione Diritto Della Crisi Ungdcec; Fabio Sansalvadore, componente Cda Fondazione Centro Studi Ungdcec; Camilla Zanichelli, componente Giunta Nazionale Ungdcec e Gaetano Stella, presidente Confprofessioni. LEGGI TUTTO