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    Urso-Ferracci: “Italia e Francia insieme per riformare la politica industriale UE”

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Parigi, a margine del Vertice sull’Intelligenza Artificiale, il ministro per l’Industria e l’Energia della Francia, Marc Ferracci. Si tratta del sesto incontro tra i due ministri in pochi mesi, a conferma di una collaborazione sempre più stretta tra Italia e Francia su dossier strategici per il futuro dell’industria europea. Sinergia che troverà conferma anche nella prossima riunione Italia-Francia sui temi industriali nell’ambito del Trattato del Quirinale, che si terrà a Parigi, dopo quella che si tenne a Roma nel marzo del 2023. Al centro dell’incontro i temi di politica industriale europea e la cooperazione tra imprese italiane e francesi nei settori strategici. Urso e Ferracci – fa sapere il Mimit in una nota – hanno raggiunto una piena intesa sulla urgenza di rivedere i meccanismi del CBAM per rendere sostenibile l’industria europea nella sfida della decarbonizzazione, con particolare attenzione ai settori energivori come la siderurgia e la chimica. Italia e Francia presenteranno una richiesta congiunta affinché il tema venga inserito come punto pieno nell’agenda della prossima riunione del Consiglio Competitività del 6 marzo così da trovare adeguata rispondenza nel “Clean industrial deal” e nei documenti di settore che saranno predisposti dalla Conmissione nel mese di marzo.”I nostri Paesi condividono la necessità di rivedere subito il CBAM per garantire la competitività della nostra industria nella sfida della decarbonizzazione – ha affermato Urso –. Non possiamo permettere che settori strategici europei, come la siderurgia e la chimica, che sono fondamentali per la nostra autonomia industriale e per la tenuta economica del continente, vengano penalizzati da un sistema che non tiene conto delle reali condizioni di competitività globale. Il contesto geopolitico impone all’Europa di non dipendere da attori esterni per materiali e tecnologie essenziali. È quindi cruciale correggere il CBAM affinché sia uno strumento realmente efficace, capace di proteggere la produzione industriale europea e al contempo incentivare una transizione sostenibile nei fatti, non solo nei principi”.Nel confronto, ampio spazio è stato dedicato anche al settore automotive. Urso ha ribadito l’importanza che il dialogo strategico avviato dalla Commissione Europea vada nella giusta direzione, con un approccio basato sulla neutralità tecnologica, e quindi la possibilità di utilizzare anche i biocarburanti dopo il 2035. “Occorre rimuovere subito l’ostacolo delle multe – una vera follia! – ma nel contesto di una strategia di riforma complessiva che può prevedere anche tappe diverse, ma tutte necessarie garantire la sostenibilità delle imprese europee. La revisione generale va fatta ora, non bastano misure tampone” ha affermato Urso.Il tema dell’approvvigionamento di materie prime critiche e della costruzione di gigafactory in Europa è stato un altro punto centrale della discussione. “Si tratta di una questione di sicurezza economica e strategica. Se rimandiamo oggi il problema, lo affronteremo più avanti in condizioni ancora peggiori” ha sottolineato Urso.I due ministri hanno affrontato il tema della chimica, settore che entrambi i Paesi vogliono salvaguardare e valorizzare in Europa, a fronte delle sfide della decarbonizzazione.”Abbiamo l’urgenza di chiarire il quadro normativo a livello europeo, con l’obiettivo – ha detto Urso – di rendere più competitivo il settore e preservarne il ruolo strategico”.Nella discussione è stato affrontato infine il tema delle politiche spaziali, con un focus su IRIS2 e sulla necessità che l’Europa acceleri nella sfida competitiva con gli altri grandi attori globali.”L’Europa è in ritardo nello sviluppo delle proprie infrastrutture spaziali, mentre Stati Uniti e Cina stanno avanzando rapidamente – ha sottolineato Urso –. Quando il programma IRIS2 sarà pienamente operativo, l’Europa avrà circa 290 satelliti in orbita bassa, mentre gli Stati Uniti ne avranno già oltre 40mila. Questo gap va colmato con una visione chiara e investimenti adeguati, se vogliamo garantire autonomia strategica e leadership tecnologica nel settore. E in questo contesto la cooperazione tra Italia e Francia è assolutamente fondamentale”. LEGGI TUTTO

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    FUM, ricavi 2024 salgono a 79,8 milioni di euro grazie a Nord America e Australia

    (Teleborsa) – Franchi Umberto Marmi (FUM), azienda attiva nella lavorazione e della commercializzazione del marmo di Carrara e quotata su Euronext Growth Milan, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati pari a 79,8 milioni di euro, rispetto a 73,9 milioni di euro al 31 dicembre 2023 (+8%); un incremento pari a circa 5,9 milioni di euro grazie principalmente alle vendite in Nord America e in Australia.In particolare, al 31 dicembre 2024 i ricavi preconsuntivi consolidati realizzati in EMEA hanno raggiunto 42,8 milioni di euro, in flessione del 6% rispetto allo stesso periodo del 2023, rappresentando il 54% del totale ricavi dell’esercizio 2024. L’Italia ha realizzato ricavi per 30 milioni di euro, in leggera crescita rispetto ai 29,5 milioni di euro al 31 dicembre 2023 e si conferma la prima destinazione geografica di sbocco, contribuendo al 38% dei ricavi dell’esercizio. I ricavi totali in Nord America al 31 dicembre 2024 hanno toccato 15,3 milioni di euro, in significativo aumento (+64%) rispetto ai 9,3 milioni di euro registrati nello stesso periodo del 2023 (19% del totale ricavi dell’esercizio 2024). I ricavi totali conseguiti in Asia nell’esercizio 2024 sono stati pari a 14,9 milioni di euro, in flessione rispetto ai 16,2 milioni di euro nello stesso periodo del 2023. In Australia i ricavi consolidati realizzati sono stati in crescita del 223% rispetto allo stesso periodo del 2023 ed hanno raggiunto 5,5 milioni di euro al 31 dicembre 2024, rispetto a 1,7 milioni di euro registrati al 31 dicembre 2023. La regione contribuisce al 7% del totale ricavi dell’esercizio, rappresentando la quarta destinazione più rilevante.”Il 2024 è stato un anno di crescita significativa per Franchi Umberto Marmi, record storico in termini di fatturato, un traguardo frutto di strategie mirate e della capacità del nostro team di cogliere valide opportunità nei mercati internazionali – ha commentato l’AD Alberto Franchi – Siamo particolarmente soddisfatti delle performance eccezionali registrate in Nord America ed in Australia, mercati che rappresentano oggi una parte sempre più rilevante del nostro portafoglio, dimostrando la validità del nostro approccio di espansione globale che passa anche attraverso una strategia di crescita per linee esterne. In EMEA e in Asia abbiamo mantenuto posizioni di leadership; ci tengo a sottolineare che sono aree in cui stiamo lavorando per rafforzare la nostra presenza, adattandoci alle dinamiche di mercato e alle esigenze dei clienti”.”Ci aspettiamo di continuare ad avere soddisfazioni dalla crescita nei mercati nordamericano e australiano. Parallelamente, continuiamo a monitorare con attenzione i significativi progetti di sviluppo nei paesi del Golfo, in particolare in Arabia Saudita, che costituiscono per noi un’opportunità di rilevanza strategica. Guardiamo quindi al futuro con ottimismo, consapevoli che la nostra abilità nel cogliere nuove sfide, la qualità dei nostri prodotti e l’attenzione alla sostenibilità, che nel corso degli anni abbiamo reso un vero e proprio modello imprenditoriale, ci permetteranno di rafforzare e consolidare ulteriormente la nostra posizione a livello globale”. LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari maglia rosa in Europa grazie a rialzi Ferrari e Prysmian

    (Teleborsa) – In territorio positivo i principali mercati di Eurolandia. Fa meglio di tutti Piazza Affari, che termina con un aumento dello 0,91% sul FTSE MIB. “L’economia è complessivamente forte e ha fatto progressi significativi verso i nostri obiettivi negli ultimi due anni”, ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, davanti alla Commissione economica congiunta del Senato americano, sottolineando che “non dobbiamo avere fretta di modificare la nostra posizione politica”. Prosegue intanto l’incertezza sulla politica commerciale americana, con il presidente Donald Trump che ieri sera ha firmato un ordine esecutivo per imporre un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio e aumentare quello sull’alluminio dal 10% al 25%.Seduta in lieve rialzo per l’Euro / Dollaro USA, che avanza a quota 1,035. Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 2.903,7 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua gli scambi, con un aumento dello 0,92%, a 72,99 dollari per barile.Invariato lo spread, che si posiziona a +112 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 3,53%.Tra i listini europei bilancio positivo per Francoforte, che vanta un progresso dello 0,58%, senza spunti Londra, che non evidenzia significative variazioni sui prezzi, e ferma Parigi, che segna un quasi nulla di fatto (+0,28%).Piazza Affari termina la sessione in rialzo, con il FTSE MIB che avanza a 37.582 punti (+0,91%); sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share guadagna lo 0,89% rispetto alla seduta precedente, chiudendo a 39.855 punti. In frazionale progresso il FTSE Italia Mid Cap (+0,62%); con analoga direzione, poco sopra la parità il FTSE Italia Star (+0,38%).A Piazza Affari risulta che il controvalore degli scambi nell’ultima è stato pari a 3,66 miliardi di euro, con un incremento di ben 416,6 milioni di euro, pari al 12,85% rispetto ai precedenti 3,24 miliardi; mentre i volumi scambiati sono passati da 1,09 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,84 miliardi di azioni dell’11/02/2025.Tra i best performers di Milano, in evidenza Ferrari (+3,40%), Prysmian (+3,27%), Azimut (+2,72%) e Mediobanca (+2,66%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Terna, che ha chiuso a -1,09%. Tentenna Tenaris, con un modesto ribasso dell’1,09%. Giornata fiacca per Buzzi, che segna un calo dell’1,04%. Piccola perdita per Inwit, che scambia con un -0,86%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, LU-VE Group (+5,29%), Banca Generali (+4,11%), BFF Bank (+2,85%) e Sesa (+2,60%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Garofalo Health Care, che ha archiviato la seduta a -2,27%. Acea scende dell’1,71%. Calo deciso per Ascopiave, che segna un -1,58%. Tentenna GVS, che cede l’1,19%. LEGGI TUTTO

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    OPA Mittel, adesioni oltre il 33,8%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Lake Bidco sulle azioni ordinarie di Mittel, risulta che oggi 11 febbraio 2025 sono state presentate 1.754.995 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 3.862.143, pari al 33,8215% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 30 gennaio 2025 e terminerà il 27 febbraio 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mittel acquistate sul mercato nei giorni 26 e 27 febbraio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Fed, Powell: penso che tasso neutrale sia aumentato in modo significativo

    (Teleborsa) – “Il tasso di interesse neutrale era molto molto basso prima della pandemia, ma ora penso che sia aumentato in modo significativo”. Lo ha affermato Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, rispondendo alle domande dei senatori in audizione al Banking committee del Senato.Il tasso di interesse neutrale è un tasso che non è né espansivo né restrittivo. Pochi giorni fa la Banca centrale europea (BCE) ha affermato che il tasso di interesse neutrale dell’Eurozona resta nella forchetta compresa fra l’1,75% e il 2,25%. LEGGI TUTTO

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    Trenord, Andrea Severini nuovo amministratore delegato

    (Teleborsa) – L’assemblea dei soci di Trenord, FNM e Trenitalia, ha nominato oggi il nuovo Consiglio di Amministrazione, composto da Maria Luisa Grilletta, Federica Santini, Andrea Severini, Armando Vagliati, Valentina Zanetto, Alessandro Zoratti.L’assemblea ha confermato Presidente Federica Santini, responsabile dello sviluppo del business internazionale del Gruppo Ferrovie dello Stato, Vice Presidente di Agens e Presidente di Netinera, seconda società tedesca di trasporto pubblico locale.Il Consiglio di Amministrazione ha affidato ad Andrea Severini l’incarico di Amministratore Delegato.Andrea Severini, 50 anni, è manager con oltre 18 anni di esperienza in ruoli apicali di aziende attive nel settore della consulenza, delle infrastrutture, dei servizi digitali e dell’entertainment, tra cui Gruppo PSC, Italtel, Acotel e Rainbow. Ha acquisito una solida expertise nella gestione di trasformazioni aziendali, operazioni di M&A e nel coordinamento di processi di ristrutturazione. È tra i fondatori di A2MX Monitor, una start up innovativa che opera per il monitoraggio e l’analisi di infrastrutture e costruzioni.”Nel ringraziare gli azionisti di Trenord per la fiducia – ha dichiarato Andrea Severini – raccolgo questa sfida con grande entusiasmo e con la certezza di poter contribuire alla crescita di questa grande azienda chiamata ogni giorno a servire la mobilità in Lombardia di centinaia di migliaia di persone, consapevole delle loro aspettative in termini di sicurezza, certezza e qualità del servizio”. LEGGI TUTTO

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    Un terzo delle banche centrali ritarda i piani per emettere CBDC

    (Teleborsa) – Le banche centrali stanno esplorando la possibilità di emettere una valuta digitale della banca centrale (in inglese central bank digital currency, CBDC) al dettaglio da molti anni, ma finora sono state pochissime ad averne implementata una. Lo afferma un nuovo rapporto del think tank OMFIF, in collaborazione con Giesecke+Devrient.Mentre molte banche centrali ritengono che saranno presto pronte per l’emissione, alcune forse non sono sufficientemente preoccupate per il ritmo del cambiamento nell’ecosistema dei pagamenti, viene sottolineato. Tre quarti degli intervistati del sondaggio delle banche centrali prevedono di emettere una CBDC. Mentre il 34% prevede di emetterne una in 3-5 anni, il 91% ha effettuato o condurrà studi di fattibilità.Un terzo delle banche centrali ha ritardato le tempistiche di emissione e ciò è dovuto a una serie di ragioni, tra cui situazioni economiche e volontà politica.Le CBDC sono ritornate al centro dell’attenzione dopo che, il 23 gennaio, il nuovo presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per istituire un gruppo di lavoro sui mercati delle attività digitali, comprese le criptovalute, all’interno del National Economic Council, vietando al contempo alle istituzioni americane di sviluppare, emettere o utilizzare CBDC. L’ordine sostiene che una CBDC minaccerebbe la stabilità finanziaria, la privacy individuale e la sovranità degli Stati Uniti.Il rapporto, con l’indagine sottostante che è stata completata prima di tale annuncio, evidenzia che l’inclusione finanziaria e la salvaguardia della sovranità monetaria delle banche centrali sono le principali motivazioni per le banche centrali dei mercati emergenti (44%) e per le banche centrali dei mercati sviluppati (50%), rispettivamente.Inoltre, viene evidenziato che le banche centrali hanno compiuto notevoli progressi nell’affrontare i principali requisiti tecnici per l’emissione di una CBDC. I maggiori balzi sono stati nell’interoperabilità, nella sicurezza informatica e nei pagamenti offline.In precedenza classificata come la caratteristica più difficile da realizzare, il 20% delle banche centrali intervistate segnala un miglioramento della soddisfazione per i progressi nei pagamenti offline, rispetto allo 0% del 2023. L’attenzione delle banche centrali si sta spostando sull’ottimizzazione dell’esperienza utente. La quota di intervistati che l’ha identificata come l’area più difficile è più che raddoppiata, arrivando al 27%.(Foto: Kanchanara su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Sugar Tax, Mascarino (Federalimentare): “Tassa di scopo per fiscalità non per salute cittadini. Fiducia nel Governo”

    (Teleborsa) – “La tassa sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti la cosiddetta Sugar Tax, introdotta nell’ordinamento italiano con la Legge di Bilancio 2020, più volte rinviata e ora prevista per luglio 2025 è una tassa di scopo, un tributo aggiuntivo in capo alle imprese e ai consumatori che solo apparentemente andrà a sostenere la fiscalità generale dello Stato, ma in effetti creerà un danno alle industrie e certamente non gioverà alla salute dei cittadini”. Lo dichiara in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.”Come tassa di scopo la Sugar Tax, sulla base del nostro Ordinamento, deve essere introdotta con una legge ad hoc la quale, volendo rispettare il principio di trasparenza e piena responsabilità della pubblica amministrazione, richiede non solo chiare motivazioni, ma che siano forniti tutti gli elementi in grado di farne comprendere la logica sottostante, in modo da garantire il controllo esterno dell’efficacia ed efficienza dei processi innescati dal provvedimento fiscale in questione. Purtroppo, – aggiunge Mascarino – l’unico riferimento presente nella relazione illustrativa al disegno di legge è un sintetico richiamo alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Le raccomandazioni dell’OMS – prosegue – sono ovviamente generiche, in quanto rivolte ai quasi 200 Stati del Mondo, segnalano un problema sanitario legato a stili alimentari non salutari e solo suggeriscono, fra le possibili soluzioni, l’adozione di interventi di politica fiscale. Come tali, le raccomandazioni dell’OMS non possono certo essere prese a riferimento sic et simpliciter”.”In più – continua il presidente di Federalimentare – le analisi mediche sulla relazione tra alcune patologie e consumo di bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti ne rappresentano in maniera inequivocabile la natura multifattoriale, per cui l’OMS stessa non ritiene di sostenere alcuna forma di proibizione, ma si limita a richiamare l’opportunità di ridurne il consumo eccessivo, in modo da contribuire alla diminuzione delle malattie non trasmissibili legate alla dieta. Come rilevato poi nell’Analisi dell’imposta sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti (sugar tax) condotta dal Prof. Cesare Pozzi dall’Università Luiss Guido Carli l’Italia, in una ipotetica graduatoria del consumo medio pro-capite di bevande con edulcoranti aggiunti si colloca non solo all’ultimo posto fra gli Stati europei, ma con un valore nel 2022 di 54 litri/anno che è circa il 45% inferiore rispetto ai 98 litri/anno della media europea. La raccomandazione dell’OMS relativa all’introduzione di una sugar tax non può rappresentare, pertanto, il fondamento economico-sanitario per la sua applicazione in Italia”.”Peraltro, – continua Mascarino – a oggi si fa ancora richiamo alla Relazione tecnica della Legge Bilancio con cui il Governo Conte approvò la Sugar Tax che stima il gettito fiscale derivante dall’introduzione dell’imposta nell’ipotesi non ci sia contrazione dei consumi per effetto della tassazione, aspetto molto grave da un lato perché dichiaratamente in palese contraddizione con il richiamo alla raccomandazione dell’OMS, che giustificherebbe la tassa solo nel caso riducesse effettivamente i consumi, e, dall’altro, in quanto non considera l’impatto negativo che si produrrà sull’intera filiera industriale coinvolta”.”Alla luce di questa grande incertezza e senza una precisa indicazione da parte dell’OMS che ponga in essere una correlazione convincente e reale fra i consumi di bevande analcoliche con edulcorati e malattie non trasmissibili come l’obesità o di altre legate alle diete, come Federazione siamo convinti che l’introduzione della Sugar Tax dovrebbe essere cancellata. In più – sottolinea ancora Mascarino – l’adozione della Sugar Tax da parte dell’Italia nel luglio 2025 indebolirebbe il nostro Paese sui temi nutrizionali in ambito europeo e internazionale. Basti pensare, infatti, agli effetti negativi che, un mancato rinvio e una conferma della tassazione, sortirebbero nel negoziato previsto per il Vertice ONU sulle malattie non trasmissibili del prossimo 24 settembre 2025 dove verranno discusse proposte che riteniamo aggressive per il nostro export agroalimentare, tra cui la tassazione di cibi ricchi di sale, grassi saturi o propriamente di zuccheri. L’adozione in Italia di una tassa di scopo come la Sugar Tax su un singolo nutriente, proprio a luglio 2025 quando il negoziato intergovernativo all’ONU sarà nelle fasi decisive, priverebbe di forza le nostre argomentazioni e l’Italia e i suoi comparti produttivi non potrebbero difendere efficacemente alcuni settori strategici dell’agroalimentare (formaggi, salumi, olio d’oliva) dal rischio di analoghe tasse in altre nazioni, per una manifesta incoerenza rispetto a quanto legislativamente deciso nel nostro Paese. In tale contesto, – conclude Mascarino – rinnovando la nostra piena fiducia nell’Esecutivo, auspichiamo una interlocuzione con il Governo Meloni e, in particolare, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Interlocuzione fondamentale per entrambe le parti affinché venga eliminato un indebito ulteriore elemento di incertezza nel tutt’altro che facile quadro di orizzonte che ci aspetta, così da permettere alle imprese di programmare i loro investimenti e al settore nel suo complesso di offrire il proprio contributo alla crescita del nostro Paese, senza la zavorra di quello che è, a tutti gli effetti, un balzello”. LEGGI TUTTO