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    Produzione industriale, Pizzoli (ING): contesto macro non favorevole a imminente ripresa

    (Teleborsa) – “Chi cercava segnali di una potenziale ripresa o almeno di una stabilità della produzione industriale italiana entro la fine del 2024 rimarrà deluso dai dati di dicembre”. Così PaoloPizzoli, Senior Economist di ING, ha commentato i dati pubblicati questa mattina dall’Istat.”La produzione era rimasta pressoché stabile da luglio 2024, ma dicembre ha segnato una svolta al ribasso – ha sottolineato l’economista –. La contrazione mensile del 3,1% in termini destagionalizzati (contro il +0,3% di novembre) è stata nettamente peggiore delle aspettative. Su base annua, la produzione industriale aggiustata per i giorni lavorativi è diminuita del 7,1%, la contrazione più forte dal periodo Covid-19. La produzione si è contratta su base trimestrale in ogni trimestre del 2024 e la contrazione media annua per il 2024 è stata di un pesante 3,5%. Questo segna il secondo anno consecutivo di profonda recessione industriale”.”Un rapido sguardo alla ripartizione settoriale mostra che dicembre ha comportato un ampio deterioramento delle performance annuali: i mezzi di trasporto, il tessile e i prodotti in metallo sono stati quelli con contrazioni più marcate, mentre l’energia e l’estrazione di minerali sono stati gli unici grandi settori a registrare una crescita annuale positiva”, ha sottolineato Pizzoli.”In prospettiva, il contesto macro non è favorevole a un’imminente ripresa dell’attività industriale – ha fatto notare –. I dati sugli ordini riportati dalle indagini congiunturali sulle imprese sono stati modesti negli ultimi mesi e quello di gennaio ha registrato solo un lieve aumento in una tendenza al ribasso. Ciò sembra coerente con un livello di scorte di prodotti finiti che non è diminuito abbastanza da stimolare un ciclo di ricostituzione delle scorte. Se a questo si aggiungono le crescenti preoccupazioni per un possibile nuovo ciclo di dazi statunitensi sulle esportazioni dell’UE, si ottiene il mix perfetto per una continuazione delle difficoltà del settore manifatturiero nei prossimi mesi. Anche la recente accelerazione dei prezzi del gas non aiuta; se protratta nel tempo, potrebbe attenuare i timidi impulsi di spinta dal lato dell’offerta che avevamo notato in alcuni settori ad alta intensità energetica nella seconda metà del 2024″.”Se i dati di oggi riflettono in parte la decisione delle imprese di iniziare in anticipo le vacanze natalizie a causa della debolezza della domanda, non si può escludere un rimbalzo tecnico a gennaio. Ciò non modificherebbe il quadro generale, che rimane cupo nel breve termine. Per il momento, l’industria non appare destinata a diventare un motore di crescita e l’onere della crescita ricadrà probabilmente sui servizi e su parte del settore delle costruzioni. Attualmente prevediamo una crescita media del PIL dello 0,7% nel 2025; il dato di oggi aggiunge rischi al ribasso”, ha concluso l’economista di ING. LEGGI TUTTO

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    In calo la Borsa di New York. L’inflazione frena la Fed

    (Teleborsa) – Partenza in calo per la borsa di Wall Street dopo che l’inflazione negli Stati Uniti ha segnato un aumento superiore al previsto, nel mese di gennaio, portandosi al 3%, livello al di sopra dell’obiettivo della Federal Reserve. Il dato ha alimentato le ipotesi tra gli addetti ai lavori di uno slittamento del taglio dei tassi da parte della banca centrale americana, a dicembre e, non più a settembre come previsto. Dopo l’audizione del presidente della Fed, Jerome Powell al Congresso, è apparsa evidente la preoccupazione della Fed per i potenziali rischi di rialzo dell’inflazione nel breve periodo, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, che “riflettono in parte l’incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti e il suo potenziale impatto sui prezzi al consumo”. La banca centrale non sembra avere fretta di abbassare ulteriormente i tassi di interesse, e “gli operatori del mercato monetario hanno già ridimensionato le scommesse sui tagli dei tassi quest’anno”, aggiunge l’esperto.Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones è in calo (-0,98%) e si attesta su 44.155 punti; sulla stessa linea, giornata negativa per l’S&P-500, che continua la seduta a 6.017 punti, in calo dello 0,85%. Negativo il Nasdaq 100 (-0,8%); sulla stessa tendenza, leggermente negativo l’S&P 100 (-0,7%). LEGGI TUTTO

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    illimity, BNP Paribas conferma fair value 2,8-4,2 euro

    (Teleborsa) – Gli analisti di BNP Paribas confermano le stime di fair value sul titolo illimity nel range 2,8-4,2 euro, dopo che la banca fondata da Corrado Passera ha alzato il velo sui conti del 2024. L’esercizio ha mostrato una redditività operativa in crescita nonostante la riduzione del contributo del business degli investimenti diretti in NPE. I numeri deboli del quarto trimestre, sottolineano gli esperti, hanno mostrato un utile netto di 9,2 milioni di euro, escluse le voci non ricorrenti, più o meno in linea con la nostra stima di 8 milioni di euro, nonostante i costi del personale siano a livelli record (9,3 milioni). Sempre nel trimestre, illimity ha effettuato accantonamenti per perdite su prestiti per circa 59 milioni “parte che dovrebbe essere considerata ricorrente a nostro avviso”, si legge nella nota dell’ufficio studi.L’impatto, spiegano gli analisti, è correlato principalmente alle obbligazioni senior che hanno fatto salire il costo del rischio a 192 bps nel 2024 (mentre il costo ordinario del rischio si attestava a 78 bps). Il rapporto CET1 ha raggiunto il 13,9% (14,3% solo gradualmente) e il TCR al 17,7% a pieno carico (18,2% solo gradualmente), pertanto non è stato proposto alcun dividendo da pagare. Una decisione sull’offerta pubblica di acquisto di Banca IFIS, aggiunge BNP Paribas nella nota, verrà presa solo dopo la pubblicazione del prospetto. LEGGI TUTTO

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    Filiera agroalimentare, da Mcc e Finlombarda fino a 75 milioni di euro per le Pmi

    (Teleborsa) – Favorire la competitività, la crescita e lo sviluppo delle PMI della filiera dell’agro-alimentare in Lombardia: è questo l’obiettivo del programma “Agrifood Basket Bond”, che stanzia fino a un massimo di 75 milioni di euro di Finlombarda, società finanziaria di Regione Lombardia, e Mediocredito Centrale – in qualità di investitori – a favore dei programmi di sviluppo delle imprese lombarde dell’agrifood. Il programma si avvarrà della garanzia pubblica del Fondo di garanzia per le PMI che si tradurrà per le imprese emittenti in condizioni finanziarie più vantaggiose. Modalità e termini di partecipazione saranno definiti successivamente nell’Avviso alle imprese.”L’accesso al credito è una leva fondamentale per permettere alle imprese agroalimentari lombarde di crescere, innovare e affrontare con solidità le sfide del mercato. Con Agrifood Basket Bond introduciamo uno strumento concreto per sostenere il settore agroalimentare, rendendo più agevole l’ottenimento di risorse per investire, a condizioni vantaggiose. È un’iniziativa che guarda al futuro, perché sostenere le nostre aziende significa rafforzare un comparto strategico per l’economia regionale, per la stabilità sociale dei territori e per la sicurezza alimentare del Paese”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi.”Finlombarda conferma il suo impegno al fianco di Regione Lombardia a favore del sistema agroalimentare lombardo, che sebbene sia primo a livello nazionale e tra i più rilevanti in Europa per dimensione, performance produttive e professionalità, non è esente da elementi di vulnerabilità dovuti alle oscillazioni dei prezzi di vendita e acquisto dei fattori produttivi, ai vincoli più stringenti della politica agricola comune europea e ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Andrea Mascetti, presidente di Finlombarda.”Con questo accordo, Mediocredito Centrale conferma il suo impegno per favorire l’accesso al credito alle PMI attraverso strumenti di finanza innovativa. Grazie alla collaborazione con Regione Lombardia e Finlombarda mettiamo a disposizione la nostra consolidata esperienza nel settore dei Basket Bond in modo che anche le aziende lombarde dell’agroalimentare possano usufruire di canali alternativi al tradizionale credito bancario per innovarsi e contribuire al rafforzamento di un settore strategico per la regione e per il Paese”, ha dichiarato Francesco Minotti, amministratore delegato di Mediocredito Centrale. LEGGI TUTTO

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    ManpowerGroup, Talent Shortage: il 78% delle aziende italiane non trova le competenze necessarie

    (Teleborsa) – In Italia il 78% delle aziende vorrebbe assumere nuove risorse ma non trova candidati con le necessarie competenze: è il dato più alto di sempre per il nostro Paese. Il tema è rilevato soprattutto nei settori “trasporti, logistica e automotive”, “sanità e life sciences” e “industria e materiali” e dalle imprese di medio-grandi dimensioni. In particolare c’è una grande domanda per le competenze digitali. È quanto emerge dal nuovo rapporto “Talent Shortage” di ManpowerGroup, multinazionale leader mondiale nelle innovative workforce solutions, che ha intervistato oltre 40mila datori di lavoro in 42 paesi del mondo.Nel confronto globale, il dato italiano appare superiore alla media, dove il 74% delle organizzazioni mondiali riferisce difficoltà a trovare personale. Restringendo l’analisi all’Europa, la condizione italiana risulta decisamente migliore di quella della Germania – dove il talent shortage raggiunge l’86%, valore più alto al mondo – e in linea con Paesi paragonabili come Francia e Regno Unito, entrambi al 76%. Nel continente spicca il dato della Polonia (59%), tra i Paesi al mondo con le minori difficoltà di reperimento.”Lo sviluppo tecnologico, l’introduzione di nuove tecnologie come l’IA e la transizione ecologica stanno favorendo un rapido cambiamento del mondo del lavoro. Per ricoprire posizioni nuove o profondamente trasformate serve un rinnovato bagaglio di competenze in costante aggiornamento. Come emerge dal nostro report, allo stato attuale questo ha portato a un distacco tra le richieste delle aziende e le competenze in possesso dei candidati – afferma Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia –. Emerge quindi con forza l’importanza della formazione e dell’upskilling e reskilling delle competenze. Rimane fondamentale la sinergia tra istituzioni, aziende, scuola e università. Nel breve periodo le aziende hanno la possibilità di aggiornare le competenze di collaboratori e candidati con una formazione mirata e concentrata anche grazie ad Academy come quelle di Manpower ed Experis. Più a lungo termine, gli studi predittivi ci aiutano a individuare le competenze che saranno richieste nei prossimi anni, su cui costruire programmi di formazione di medio periodo – come gli ITS – e impostare gli indirizzi formativi di scuola e università”.A livello di settore, in Italia la questione è sentita soprattutto dalle organizzazioni del settore “Trasporti, logistica e automotive” (l’84% afferma di avere difficoltà di reperire talenti, +10% rispetto a media globale), da quello “Sanità e life sciences” (83%, +6% media mondo) e “Industria e materiali” (82%, +9%). Il talent shortage è poi segnalato dal 77% del settore “Beni di consumo e servizi”, dal 75% del settore “IT” e “Finanza e immobiliare”, dal 71% di “Energia e utilities” e dal 70% delle “Telecomunicazioni”. La tematica è marcata in particolare nelle imprese di dimensioni medie (50-249 persone) e medio-grandi (250-999), rispettivamente con valori dell’82% e del 79%, mentre è meno sentita in quelle grandi (1000-4999) col 70% e grandissime (oltre 5000 persone) con il 74%.Le competenze più difficili da trovare si confermano essere quelle informatiche, come indica un datore di lavoro su quattro (24%). Quasi uno su cinque segnala la mancanza di skill nell’amministrazione (18%), mentre per il 17% c’è richiesta di competenze relative alla manifattura, alla logistica, al front-office e alla relazione coi consumatori.Tra le strategie su cui i datori di lavoro puntano per risolvere la carenza di talenti, quella a cui si affidano più aziende è l’upskilling e reskilling del personale già in azienda, come afferma il 22% delle organizzazioni intervistate. È ritenuto molto importante anche offrire maggiore flessibilità su luoghi e tempi di lavoro (dal 17%) e aumentare i salari (16%). Il 15% delle imprese intende puntare su nuovi talenti esterni e la stessa percentuale agisce con un incremento del personale temporaneo. Per il 14% la soluzione può venire da un aumento dell’automazione e dell’uso di IA, mentre solo il 9% pensa di poter ridurre le competenze richieste ai candidati.(Foto: Glenn Carstens-Peters su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Allianz Bank, nel 2024 entrati 149 nuovi consulenti finanziari. Raccolta da 5,4 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Allianz Bank Financial Advisors, la banca rete del Gruppo Allianz in Italia, ha visto nel corso del 2024 l’ingresso di 149 nuovi consulenti finanziari, di cui circa un terzo è rappresentata da professioniste donne (47) e da consulenti under 40 (51). I nuovi ingressi sono stati registrati in tutte le aree commerciali. “Nel 2024 abbiamo sviluppato ulteriormente il trend di crescita registrato negli ultimi anni sul fronte dei nuovi ingressi – ha detto Mario Ruta, Vice Direttore Generale e Responsabile della Direzione Commerciale di Allianz Bank FA – Un risultato accompagnato dal continuo miglioramento di percorsi strutturati e innovativi che abbiamo avviato per sostenere la professionalità dei nostri consulenti finanziari al fine di offrire ai nostri clienti un servizio di consulenza integrata capace di interpretare ogni tipo di esigenza e di individuare le migliori soluzioni di risparmio e di investimento”.I dati Assoreti a fine dicembre 2024 evidenziano che Allianz Bank FA ha chiuso l’anno scorso con una raccolta netta totale pari a 5,39 miliardi di euro, risultando tra i top nella raccolta di Gestito e Vita con 4,08 miliardi di euro.In particolare, l’area capitanata da Giuseppe Ghisleni, Area Manager Nord Ovest (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia: Monza e Brianza, Como, Lecco, Bergamo, Sondrio, Saronno) ha visto l’inserimento di 29 nuovi consulenti finanziari, tra i quali: Gabriele Aresi, Paolo Borella, Stefano Bruna, Sandro Gatti, Giorgio Migliore, Chiara Pirovano, Guido Oscar Pozzi, Ivo Ruscelli. Nell’area Milano e Nord Ovest Lombardia (Lodi, Pavia, Varese, Rho, Abbiategrasso, Legnano, Busto Arsizio), guidata dall’Area Manager Silvio Migliori, sono stati 21 i nuovi ingressi, tra cui: Elisabeth Ambrosio, Stefano Caporilli, Marco Cattaneo, Daniele Delmonte, Angela Di Meo, Mauro Giordano, Anna Guglielmetti, Alessandro Mentasti e Fabio Provenzano. L’area del Nord Est (Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), sotto la guida dell’Area Manager Elisa Collazuol, ha registrato l’inserimento di 22 nuovi consulenti, tra cui: Edoardo Calderaro, Enrico Mantovanelli, Giuseppe Grisi, Alberto Piana, Davide Stipcovich, Barbara Aguiari, Ylenia Pellizzari e Mirco Molinari. L’area di Emilia e Lombardia (Cremona, Mantova, Brescia), sotto la guida dell’Area Manager Rossano Guerri, ha dato il benvenuto a 22 nuovi professionisti. Tra questi spiccano: Enrico Do, Silvia Franciosi, Francesco Giori, Marco Franchi, Stefano Bonora e Barbara Meneghetti.L’area Centro-Sud ha contato un totale di 53 reclutamenti. In particolare: 16 ingressi per l’Area Manager Alessandro Baldi in Romagna, Marche, Toscana e Umbria (tra questi, Marco Alaimo, Simone Castaldi, Luana Corsetti, Marcello Fariselli, Marco Giordano, Duccio Guidi, Jessica Pirazzoli, Andrea Vezzani) e 13 nuovi professionisti coordinati dall’Area Manager Domenico Lella in Lazio e Abruzzo (tra i quali Enrico Di Nuzzo, Michela Mattonelli, Matteo Moreschini, Luciano Sacco, Paola Serpa ed Enrica Sola). L’area Sud e Isole guidata dall’Area Manager Francesco Camaiani ha reclutato 24 nuovi consulenti finanziari, tra questi, Maria Laura Amaddeo, Floria Bolignano, Aurora Calabrò, Maria Giovanna D’Ambrosio, Serena Idotta, Tancredi Mesiani, Elisabetta Orrù e Riccardo Valerio Santacroce. LEGGI TUTTO

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    Com.Tel, la quotazione su EGM slitta di qualche giorno

    (Teleborsa) – Lo sbarco a Piazza Affari di Com.Tel slitta di qualche giorno. L’ammissione è ora prevista per il 17 febbraio 2025 (rispetto al 12 febbraio 2025 previsto in precedenza), con il debutto su Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita, nei giorni successivi. MIT SIM è Euronext Growth Advisor, Global Coordinator e Specialist.Si tratta di una società che opera dal 1992 nel settore della trasformazione digitale e dell’evoluzione tecnologica, in particolare nella progettazione di soluzioni ICT adattate alle esigenze dei clienti (grandi aziende o piccole e medie imprese, Pubblica Amministrazione, centrale o locale, operanti in diversi settori), nell’installazione di sistemi tecnologici e nella fornitura di assistenza professionale specializzata e servizi di manutenzione.La quotazione in Borsa dovrebbe avvenire attraverso un aumento di capitale fino a un massimo di 6 milioni di euro, con un prezzo fissato a 2,40 euro per azione e un valore pre-money di circa 39,4 milioni di euro.Il consiglio di amministrazione (subordinato all’ammissione alle negoziazioni da parte di Borsa Italiana) è composto da: Davide Cilli (Presidente del Consiglio di Amministrazione), Fabio Maria Lazzerini (Amministratore Delegato), Carlo Nardello (Vice Presidente), Mattia Simone Aldo Conti (Direttore Generale), Mario Costanzo (Consigliere non esecutivo), Giuseppe Roberto Ciro Bruno Marseglia (Consigliere non esecutivo), Flavia Sparacino (Consigliere non esecutivo), Giuseppe Livigni (Amministratore Indipendente), Valeria Conti (Amministratore Indipendente).L’azionariato prima dell’ammissione è composto da: Nextaly S.r.l. (riconducibile a Davide Cilli) al 64,00%, Maddalena Bellante (coniuge di Davide Cilli) al 10,00%, Tanlo S.r.l. (riconducibile a Beatrice Francesca Borri coniuge di Carlo Nardello) al 5,00%, Khoty Holding S.r.l (riconducibile a Fabio Maria Lazzerini) al 5,00%, Marco Bariletti all’1,00%, Sauro Bellante all’1,00%, Paolo Rastelli all’1,00%, Mario Costanzo all’1,00%, Emiliano Pisani all’1,00%. Altri azionisti con percentuali inferiori al 5% contano per l’11%. LEGGI TUTTO

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    USA, l’inflazione accelera a gennaio. Fed verso taglio tassi a dicembre

    (Teleborsa) – L’inflazione accelera negli Stati Uniti, nel mese di gennaio, alimentando le ipotesi tra gli addetti ai lavori di uno slittamento del taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, a dicembre e, dunque, non più a settembre come precedentemente prospettato. Nel dettaglio, secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS), i prezzi al consumo hanno registrato un aumento dello 0,5% su base mensile, dopo il +0,4% del mese precedente e superiore al +0,3% atteso dagli analisti. Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 3%, in aumento rispetto al 2,9% del mese precedente e attesa dal consensus. Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile, (+0,3% stimato dal mercato), dopo il +0,2% del mese precedente. La crescita tendenziale si attesta al +3,3%, sopra il 3,1% del consensus e il +3,2% rilevato a dicembre.(Foto: Maklay62 / Pixabay) LEGGI TUTTO