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    L’Impatto della guerra in Ucraina sui contribuenti italiani: spese, inflazione e rallentamento economico

    (Teleborsa) – “Il conflitto in Ucraina ha avuto un impatto significativo sui contribuenti italiani, sia attraverso il sostegno diretto all’Ucraina, sia per le spese interne legate non solo all’energia, ma anche alla difesa e all’accoglienza dei rifugiati. Sebbene l’Italia abbia beneficiato di aiuti europei e globali, l’impegno economico del Paese è stato comunque rilevante, con un costo che varia di giorno in giorno in base all’evoluzione della guerra e delle politiche adottate come la decisione di Kiev di bloccare il gas russo verso l’Europa”. E’ quanto si legge in un report di fine anno del Comitato Tecnico Scientifico di Federcontribuenti.In sintesi, scrive Federcontribuenti, sebbene non esista una cifra ufficiale completa e facilmente reperibile, “le stime indicano che l’Italia, e dunque soldi pubblici, abbia speso tra 4 e 6 miliardi di euro tra spese militari, umanitarie, Energetiche e altri costi indiretti per la guerra tra Kiev e Mosca tra il 2022 e il 2023″. Questa cifra potrebbe aumentare in futuro, a seconda delle decisioni politiche e delle necessità legate all’evolversi del conflitto. Nel 2022, la spesa per il sostegno alle famiglie e alle imprese a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, si legge nel report del CTS di Federcontribuenti, ha superato i 30 miliardi di euro. Anche nel 2023, il governo italiano ha continuato a destinare risorse per alleggerire l’impatto dei costi energetici, sebbene l’entità di questi sussidi sia diminuita a causa del calo dei prezzi energetici globali.”La guerra in Ucraina ha contribuito anche all’inflazione, che ha colpito il potere d’acquisto delle famiglie italiane e ha avuto – rimarca l’associazione dei contribuenti italiani – un impatto negativo sulla crescita economica. L’Italia ha dovuto far fronte a un rallentamento economico, con una previsione di crescita inferiore rispetto a quella che si sarebbe verificata senza il conflitto. L’andamento dell’economia italiana è stato influenzato anche dalla catena di approvvigionamento, con difficoltà nelle forniture di materie prime e – conclude Federcontribuenti – una maggiore incertezza economica”. LEGGI TUTTO

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    Conti pubblici, Unimpresa: “Italia modello virtuoso in Europa, meglio di Francia su deficit”

    (Teleborsa) – “Il dato sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche italiane, che scende, nel terzo trimestre dello scorso anno, al -2,3% del pil rispetto al -6,3% dello stesso trimestre del 2023, rappresenta un risultato straordinario, frutto di politiche economiche responsabili e di un’efficace gestione delle risorse pubbliche. Il miglioramento è la testimonianza concreta di come il nostro Paese sia sulla giusta strada per un consolidamento strutturale dei conti pubblici, mantenendo, al contempo, un equilibrio tra rigore finanziario e sostegno alla crescita economica. Il saldo primario positivo, pari all’1,7% del pil, è un ulteriore elemento che rafforza il quadro positivo. La capacità di generare un avanzo primario – ossia il risultato al netto degli interessi sul debito – dimostra la solidità della strategia economica adottata, che ha permesso di ridurre il peso del deficit senza gravare eccessivamente su famiglie e imprese. Si tratta di un risultato cruciale per consolidare la fiducia degli investitori internazionali e per rafforzare la stabilità complessiva del sistema economico italiano”. È quanto dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. “Anche il saldo corrente, che segna un’incidenza positiva dell’1,9% sul pil, conferma la bontà delle misure intraprese. Il, dato, in crescita rispetto all’1,6% del terzo trimestre del 2023, ci dice che l’Italia è riuscita a migliorare la propria capacità di gestione delle spese correnti e di utilizzo delle risorse disponibili, creando le condizioni per un ulteriore rafforzamento della sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio-lungo termine – sottolinea il vicepresidente di Unimpresa –. Un confronto fra la situazione italiana e quella di altri Paesi europei fa emergere con evidenza il progresso compiuto dal nostro Paese. Se guardiamo alla Francia, dove il deficit per il 2024 è stimato al 6,1% del pil e per il 2025 è previsto attorno al 5,4%, è chiaro che l’Italia si trova in una fase molto più favorevole. Il nostro Paese è riuscito, anche in un contesto economico globale difficile, a intraprendere un percorso virtuoso che non solo ci allontana da situazioni di squilibrio finanziario, ma ci pone come esempio positivo di gestione delle risorse pubbliche. Mentre la Francia si trova ancora nella necessità di contenere un deficit significativo e si confronta con l’ipotesi di misure potenzialmente impopolari, come l’aumento dell’Iva, l’Italia dimostra che è possibile ottenere risultati concreti senza gravare ulteriormente sui cittadini. Questo rafforza la nostra competitività a livello europeo e conferma la solidità delle nostre politiche fiscali. È fondamentale – conclude Spadafora – che questo trend positivo non si interrompa. Per fare ciò, occorre continuare a investire in settori chiave, supportare le imprese, in particolare le pmi, e mantenere un focus costante sull’efficienza della spesa pubblica. Solo così sarà possibile garantire una crescita sostenibile e una riduzione ulteriore del peso del debito pubblico”. LEGGI TUTTO

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    USA, ISM manifatturiero dicembre sale a 49,3 punti e batte le attese

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera negli Stati Uniti a dicembre 2024, pur mantenendosi in fase di contrazione. Lo segnala l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile.L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 49,3 punti, rispetto ai 48,4 punti del mese precedente, risultando superiore alle attese degli analisti che stimavano un calo fino a 48,2 punti. L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, si mantiene dunque sotto la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini sale a 52,5 punti da 50,4, mentre quella sull’occupazione cala a 45,3 da 48,1 e la componente relativa ai prezzi migliora a 52,5 da 50,3 punti.(Foto: by Lucas Sankey on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Apertura positiva per Wall Street

    (Teleborsa) – Lieve aumento per la Borsa di New York, che mostra sul Dow Jones un rialzo dello 0,31%, bloccando così la scia ribassista sostenuta da quattro cali consecutivi, che ha preso il via venerdì scorso; sulla stessa linea, l’S&P-500 procede a piccoli passi, avanzando a 5.899 punti.In denaro il Nasdaq 100 (+0,85%); sulla stessa tendenza, guadagni frazionali per l’S&P 100 (+0,65%).Apprezzabile rialzo nell’S&P 500 per i comparti informatica (+0,89%), beni di consumo secondari (+0,84%) e telecomunicazioni (+0,75%). LEGGI TUTTO

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    Gas, Pichetto tranquillizza: non abbiamo problemi

    (Teleborsa) – Nessun effetto sulla disponibilità di gas per l’Italia dopo lo stop al transito di gas russo in Europa via Ucraina, per il mancato rinnovo del contratto tra Gazprom e Naftogaz. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in una intervista a Radio Radicale. “Il peso della pipeline che attraversa l’Ucraina è notevole per l’Europa e per alcuni paesi dell’Europa in particoalre, Ungheria, Slovacchia. Per quanto riguarda l’italia la valutazione è diversa. Noi abbiamo preso gas dalla Gazprom nel 2024 anche più dell’anno precedente ma da gestione ordinaria e a seconda dei momenti il tiraggio è diverso. Per la quantità a livello nazionale tranquillizzo tutti, non abbiamo problemi. Abbiamo in questo momento uno stoccaggio che è all’80% di quello che è la quota di dosaggio, pertanto riusciamo a fare fronte al passaggio invernale dei prossimi due mesi, sotto l’aspetto quantitativo”. “Teniamo presente che Italia ha fornito l’Austria utilizzando proprio Tarvisio. Diversa la valutazione del massimo di attenzione che dobbiamo avere sui prezzi perché è chiaro che tutto questo determina una riduzione dei quantitativi in Europa e nel mercato spot a breve con alcuni rischi di speculazione, che secondo alcuni analisti abbiamo scontati negli ultimi mesi”, ha aggiunto Pichetto”Credo che a questo punto l’Unione europea dovrebbe rinnovare, e lo abbiamo chiesto, l’eventuale price cap, non a 180 euro come il precedente, ma a 50-60 euro e significa porre un freno a operazioni puramente finanziarie e che non c’entrano nulla con la materia prima”. LEGGI TUTTO

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    Gas, Goldman Sachs: freddo è fattore più forte dell’interruzione dei flussi in Ucraina

    (Teleborsa) – I prezzi del gas europeo sono aumentati del 14% nelle ultime due settimane, raggiungendo i 50 EUR/MWh questa settimana, il livello più alto in oltre un anno. Mentre il titolo principale di questa settimana nel gas naturale è stato l’interruzione dei flussi residui di gas russo attraverso l’Ucraina, il principale fattore di restringimento dei fondamentali del gas europeo nord-occidentale questo inverno è il clima più freddo della media attualmente previsto per le prossime due settimane, aiutato dalla bassa energia eolica e dalle interruzioni della produzione norvegese osservate a dicembre. Lo affermano gli analisti di Goldman Sachs in una ricerca sul tema.Se questa previsione fredda si realizzasse senza altre compensazioni, la banca d’affari vede rischi significativi che i prezzi TTF raggiungano un livello in cui diventa conveniente passare al petrolio in un intervallo di 63-84 EUR/MWh nei prossimi mesi, ben al di sopra del caso base TTF 2025 di 40 EUR/MWh in condizioni meteorologiche medie, per aiutare a gestire lo stoccaggio del gas europeo.Viene fatto notare che l’interruzione dei flussi di gas russo da 42 mcm/giorno a zero dal 1° gennaio rappresenta un netto restringimento dei bilanci del gas dell’Europa nord-occidentale nell’ordine di 16 mcm/giorno (il 2,7% della domanda prevista per il 2025 nella regione). “Per essere chiari, mentre l’Europa nord-occidentale non stava ricevendo nulla di quel gas, ci aspettiamo che l’Austria faccia affidamento sulle importazioni tramite gasdotto dalla Germania per coprire la sua domanda di gas e potenzialmente su ulteriori flussi marginali per integrare le esigenze della Slovacchia”, si legge nel documento.Secondo Goldman Sachs, un “fattore di restringimento più significativo e sorprendente dei bilanci del gas di gennaio sono le temperature molto più fredde della media attualmente previste per l’Europa nord-occidentale per le prossime due settimane, oltre 4 °C al di sotto della media decennale. Se si realizzassero, stimiamo che temperature così basse aumenterebbero la domanda di gas dell’Europa nord-occidentale di oltre 100 mcm/giorno a gennaio”.In ogni caso, gli analisti valutano i rischi di un esaurimento delle scorte come “molto bassi”, anche con una previsione meteorologica così fredda. La sfida principale per l’Europa è che più bassi sono i livelli di stoccaggio di fine marzo, più difficile sarà per la regione rifornirsi prima del prossimo inverno. In particolare, nello scenario più freddo della media attualmente previsto e ipotizzando che non ci siano compensazioni altrove nel bilancio, Goldman Sachs stima che i livelli di inventario di fine marzo 2025 scenderanno al 30% (rispetto al 35% in condizioni meteorologiche medie). Ciò porterebbe i livelli di stoccaggio di fine ottobre 2025 a un livello low 80s (rispetto a high 80s% in condizioni meteorologiche medie), ben al di sotto del requisito UE del 90%. Più specificamente, viene stimato che questo scenario creerebbe un deficit di 21 mcm/d nel mercato durante l’estate del 2025 (rispetto all’obiettivo UE del 90% di stoccaggio pieno). Considerando che i prezzi del gas europeo sono già ampiamente superiori ai costi di generazione del carbone, la prossima fonte di sostituzione della domanda è il passaggio da gas a petrolio (G2O), in un intervallo compreso tra 60 EUR/MWh (olio combustibile) e 78 EUR/MWh (combustibile distillato). Durante la crisi energetica europea del 2022, il passaggio da G2O nelle applicazioni industriali ha raggiunto il picco di 24 mcm/giorno. In questo scenario TTF più elevato, l’attesa è che venga consegnato GNL incrementale all’Europa (in competizione con l’Asia). Oltre a ulteriori cambiamenti nelle previsioni meteorologiche europee, i principali fattori trainanti da tenere d’occhio includono le previsioni meteorologiche per l’Asia nord-orientale e l’aumento delle imminenti aggiunte di capacità di liquefazione negli Stati Uniti. LEGGI TUTTO

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    Assoreti: raccolta netta delle reti a 4,9 miliardi (+95,4%)

    (Teleborsa) – A novembre la raccolta netta delle Reti di consulenza ha raggiunto i 4,9 miliardi di euro, segnando un aumento del 95,4% su base annua. Per il settimo mese consecutivo si registrano dinamiche di crescita tendenziale che hanno assunto maggiore incisività tra ottobre e novembre, con volumi pressoché raddoppiati rispetto all’anno precedente. Le risorse nette destinate ai prodotti del risparmio gestito, con un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro, risultano più che quadruplicate rispetto a quanto realizzato a novembre 2023 e si conferma l’interesse prevalente per i fondi obbligazionari. È quanto fa sapere Assoreti, l’Associazione delle Società per la Consulenza agli Investimenti, in merito ai dati di raccolta di novembre 2024. Il comparto amministrato segna una crescita su base annuale del 15%, con 2,2 miliardi di euro; il saldo delle movimentazioni in strumenti finanziari è negativo per 231 milioni, principalmente per effetto dei deflussi di risorse riscontrato sui titoli di Stato, mentre la liquidità cresce di 2,4 miliardi. Il bilancio da inizio anno – sottolinea Assoreti – è, quindi, positivo per 45,3 miliardi, con una crescita del 18,8% nel confronto con l’anno precedente; le risorse nette investite in soluzioni gestite risultano pari a quasi 21 miliardi, mentre 24,3 miliardi di euro gravitano nel comparto amministrato tra strumenti finanziari (18,5 miliardi) e conti correnti e depositi (5,8 miliardi).La raccolta netta associata al servizio di consulenza con fee specifica (fee only/fee on top) si attesta, a novembre, a 581 milioni di euro; il bilancio da inizio anno risulta pari a 10,5 miliardi.”Anche a novembre le Reti ottengono un risultato importante, consolidando la crescita dell’industria grazie a verificati modelli di prestazione di consulenza qualificata. Prosegue inoltre la rimodulazione delle scelte di investimento, con più risorse destinate a soluzionigestite, un calo di interesse per i titoli di Stato e, di recente, un ritorno alla liquidità” dichiara Marco Tofanelli, segretario generale dell’Associazione.Risparmio gestitoLa crescita tendenziale del comparto coinvolge tutte le macro famiglie di prodotto con dinamiche assimilabili. La distribuzione diretta di quote di fondi comuni di investimento determina volumi di raccolta netta per 1,2 miliardi di euro (+339% a/a), tra gestioni collettivedi diritto estero (1 miliardo) e di diritto italiano (236 milioni). Le scelte di investimento continuano a privilegiare i fondi obbligazionari (1,1 miliardi) e, a seguire, i fondi flessibili (386 milioni) e monetari (130 milioni); si conferma il bilancio negativo della categoriaazionaria (-325 milioni) e di quella bilanciata (-117 milioni).I versamenti netti realizzati sui prodotti assicurativi/previdenziali ammontano, nel complesso, a 920 milioni di euro (+372% a/a); i premi netti in unit linked valgono 305 milioni, quelli destinati a prodotti multiramo e polizze vita tradizionali risultano rispettivamente paria 242 milioni e 220 milioni, mentre la raccolta netta in prodotti strettamente previdenziali raggiunge i 154 milioni di euro.La raccolta netta in gestioni patrimoniali individuali si attesta a 529 milioni di euro (+335% a/a); prevale l’investimento in Gpm sulle quali confluiscono risorse nette per 290 milioni di euro.Nel mese di novembre, quindi, il contributo complessivo delle Reti al sistema degli Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è positivo per circa 2,1 miliardi di euro, un risultato che compensa i deflussi realizzati dagli altri canali e determina la chiusurain pareggio per l’intero sistema (15 milioni). Medesima dinamica si osserva nella valutazione da inizio anno; l’apporto delle Reti risulta pari a quasi 17 miliardi di euro e porta in positivo il bilancio dell’intera industria dei fondi aperti (4,7 miliardi).Risparmio amministratoIl saldo complessivo delle movimentazioni che coinvolgono gli strumenti finanziari amministrati è negativo per 231 milioni. I deflussi di risorse coinvolgono in particolare i titoli di Stato (-856 milioni), i certificate (-112 milioni) e gli strumenti del mercato monetario(-53 milioni). Per i titoli azionari si riscontra la prevalenza degli acquisti sulle vendite per 377 milioni di euro; positivo anche il bilancio degli exchange traded product (309 milioni) e delle obbligazioni corporate (177 milioni). LEGGI TUTTO

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    Si muovono in territorio negativo gli Eurolistini, male Stellantis

    (Teleborsa) – Giornata negativa per Piazza Affari e le altre principali Borse europee, nell’ultima seduta di una settimana corta e senza grandi spunti per via delle festività di Capodanno. Sul fronte macroeconomico, il numero di disoccupati in Germania è aumentato meno del previsto a dicembre, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio federale del lavoro. A Milano spicca la performance negativa di Stellantis, dopo che ieri sera sono stati diffusi i dati sulle immatricolazioni di dicembre (calo del 18,1% con una quota di mercato del 23,3%).Leggera crescita dell’Euro / Dollaro USA, che sale a quota 1,03. Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 2.656,9 dollari l’oncia. Nessuna variazione significativa per il mercato petrolifero, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che si attesta sui valori della vigilia a 73,01 dollari per barile.Sale lo spread, attestandosi a +116 punti base, con un incremento di 3 punti base, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,55%.Tra i mercati del Vecchio Continente sottotono Francoforte che mostra una limatura dello 0,40%, ferma Londra, che segna un quasi nulla di fatto, e scivola Parigi, con un netto svantaggio dello 0,85%.Il listino milanese continua la seduta sotto la parità, con il FTSE MIB che lima lo 0,42%, troncando così la scia rialzista sostenuta da tre guadagni consecutivi, iniziata venerdì scorso; sulla stessa linea, cede alle vendite il FTSE Italia All-Share, che retrocede a 36.445 punti. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,25%); sulla stessa linea, poco sotto la parità il FTSE Italia Star (-0,28%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, seduta senza slancio per Saipem, che riflette un moderato aumento dell’1,31%. Piccolo passo in avanti per Mediobanca, che mostra un progresso dello 0,60%. Composta Nexi, che cresce di un modesto +0,59%. Performance modesta per Enel, che mostra un moderato rialzo dello 0,53%.I più forti ribassi, invece, si verificano su Stellantis, che continua la seduta con -3,31%. In rosso Campari, che evidenzia un deciso ribasso del 2,85%. Spicca la prestazione negativa di STMicroelectronics, che scende dell’1,72%. Iveco scende dell’1,70%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Alerion Clean Power (+2,05%), Maire (+1,25%), Sanlorenzo (+0,91%) e ERG (+0,88%).I più forti ribassi, invece, si verificano su El.En, che continua la seduta con -2,43%. Calo deciso per Ferragamo, che segna un -2,36%. Sotto pressione Brembo, con un forte ribasso dell’1,69%. Deludente Credem, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. LEGGI TUTTO