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    Mercato immobiliare UE, S&P: “Moderato aumento dei prezzi nominali delle abitazioni nel periodo 2024-2027”

    (Teleborsa) – S&P ha rivisto al rialzo le proprie previsioni sui prezzi delle abitazioni per il 2024, soprattutto per Belgio, Portogallo e Spagna. Questo perché i prezzi delle abitazioni sono stati più resilienti alla fine del 2023 rispetto a quanto previsto, mentre i prestiti immobiliari si sono ripresi più velocemente rispetto ai cicli precedenti. È quanto emerge da un nuovo report di S&P Global Ratings (S&P) sul mercato immobiliare residenziale europeo. Secondo S&P, la ripresa dei prestiti immobiliari più rapida del previsto è dovuta principalmente al forte mercato del lavoro europeo. Detto ciò, i costi unitari del lavoro sono alti rispetto agli standard storici e il mercato del lavoro si sta raffreddando.Sebbene l’agenzia di rating ritenga che i mercati immobiliari nella maggior parte dei Paesi europei abbiano toccato i minimi, continua a prevedere un moderato aumento dei prezzi nominali delle abitazioni nel periodo 2024-2027. Dopo il taglio dei tassi, i fattori strutturali continueranno a guidare la domanda di abitazioni, mentre l’allentamento dei vincoli sull’offerta impedirà bruschi aumenti dei prezzi.”Continuiamo a prevedere – scrive S&P nel report – un moderato rimbalzo dei prezzi delle case nell’orizzonte di previsione. I tassi ipotecari probabilmente continueranno a scendere man mano che le banche centrali taglieranno i tassi, ma rimarranno più altitermini reali rispetto a prima della pandemia. I salari reali sono destinati ad aumentare ulteriormente rispetto alle previsioniorizzonte, ma prevediamo una minore creazione di posti di lavoro. Ci vorrà quindi del tempo affinché la relazione tra i prezzi delle case e il reddito delle famiglie si normalizzi, dopo il doppio shock della pandemia e della crisi energetica. Prezzi relativi ancora elevati, tassi di interesse reali positivi e la prospettiva di una crescita più lenta dei posti di lavoro hanno controbilanciato i benefici della caduta dei tassi nominali e dell’aumento del potere d’acquisto. Insieme, questi fattori in Europa si tradurranno in una domanda di acquisto di case contenuta, anche se in miglioramento nei prossimi 12 mesi”. Esiste, infatti, – rileva S&P – una domanda strutturale di alloggi. Nella maggior parte dei paesi trattati in questa pubblicazione, la quota di famiglie che vivono in immobili sovraffollati è aumentata negli ultimi dieci anni. Inoltre, normative sempre più severe in materia di edilizia termica continueranno a spostare la domanda verso nuove case. Tutto ciò suggerisce che la domanda immobiliare aumenterà moderatamente. Sul lato dell’offerta, i costi di costruzione sono diminuiti in modo significativo, rispetto al picco raggiunto nel 2022, ma rimangono più elevati rispetto a prima della pandemia, principalmente a causa della carenza di personale. Noi ci aspettiamo che la combinazione di questi fattori di domanda e offerta porti a un moderato rimbalzo prezzi”. (Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    BCE, Lagarde: “Decisioni dipendono da dati. Su settembre siamo aperti”

    (Teleborsa) – Le prospettive di inflazione per il medio termine parlano di un progressivo rientro verso il target del 2%, previsto per la seconda metà del 2025, quindi la BCE, manterrà una impostazione della politica monetaria tendenzialmente restrittiva ed ancorata ai dati in arrivo. Lo ha confermato la Presidnte Christine Lagarde nella conferenza stampa seguita alla riunione del Board, che ha deciso di lasciare tutti e tre i tassi di interesse invariati e confermato la graduale riduzione degli acquisti di asset. “Le informazioni in arrivo confermano le aspettative per le prospettive di inflazione di medio termine” ed una “tendenza alla stabilità o ad un leggero calo”, ha spiegato la numero uno dell’Eurotower, indicando che il Board intende “mantenere i tre tassi su livelli restrittivi”, ritenendo che “l’inflazione si mantenga oltre il target anche il prossimo anno”. “Siamo determinati a riportare l’inflazione al 2% nel più breve tempo possibile”, ha ribadito la Presidente, aggiungendo che “i tassi resteranno su livelli restrittivi in modo da assicurare il rientro nel target del 2%” e che le decisioni del Board saranno “dipendenti dai dati in arrivo”, seguendo un “approccio riunione per riunione”. E sull’ipotesi di un altro taglio a settembre, Lagarde ha ammesso “siamo aperti”.Lagarde ha confermato che “l’economia dell’Area euro ha continuato a crescere nel primo trimestre, seppur ad un tasso più lento del quarto trimestre”, mentre “il mercato del lavoro è rimasto resiliente”. I rischi sull’economia puntano al ribasso, per l possibilità di una escalation dei conflitti in Medioriente e in Ucraina e per le incertezze derivanti dalla crisi geopolitica. L’inflazione giugno è scesa al 2,5% – ha ricordato Lagarde – poiché l’impatto dei salari nominali più elevati è stato assorbito da un aumento dei margini di redditività delle imprese. L’inflazione dovrebbe continuare a fluttuare per il resto dell’anno ed è atteso che scenda al di sotto del target per la seconda metà del prossimo anno. Se i dati delle prossime settimane e mesi confermeranno il processo disinflazionistico in corso questo rafforzerà la nostra fiducia” , ha ammesso.”Le politiche fiscali, nazionali e strutturali – ha ribadito – dovrebbero tendere a garantire una economia più produttiva e competitiva ed a ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine. La corretta implementazione delle programma Next Generation EU, i progressi nell’unione dei mercato dei capitali ed il completamento dell’unione bancaria possono rafforzare io mercato unico, stimolare l’innovazione e gli investimenti e favorire la doppia transizione energetica e digitale. La Presidente si è anche espressa favorevolmente sulla nuova governance europea e sulla posizione espressa dall’Eurogruppo per il 2025. “L’implementazione piena e senza ritardi della governance europea – ha ricordato – metterà i deficit ed i debiti pubblici su un percorso sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Social media, Politecnico di Milano: “Ecco come gli algoritmi influenzano la campagna elettorale”

    (Teleborsa) – Un nuovo studio pubblicato sulla rivista PNAS Nexus rivela come gli algoritmi dei social media favoriscano il contenuto politico sponsorizzato da determinati partiti a parità di budget investito. La ricerca, frutto di una collaborazione tra il Politecnico di Milano, la LMU – Ludwig Maximilians Universität di Monaco e l’istituto CENTAI di Torino, ha analizzato oltre 80mila inserzioni politiche su Facebook e Instagram prima delle elezioni federali tedesche del 2021. Gli annunci sono stati inseriti da partiti di tutto lo spettro politico e hanno generato più di 1,1 miliardi di impressioni durante un’elezione con più di 60 milioni di elettori idonei.Investigando le disuguaglianze nelle campagne online, sono emerse discrepanze significative nell’efficacia della pubblicità e nell’intensità con cui gli annunci hanno raggiunto i loro obiettivi premiando i gruppi più estremisti. Utilizzando i dati raccolti, è emerso che oltre il 70% dei partiti ha utilizzato la profilazione degli utenti negli annunci. Inoltre calcolando le variazioni dei costi per la pubblicità (impressioni per euro speso) risulta che non tutti i partiti hanno ottenuto risultati uguali a parità di budget. L’estrema destra dell’AFD è risultata la più efficace con annunci quasi sei volte più performanti rispetto ai competitor che avevano investito lo stesso budget. I Verdi sono stati il partito con minor efficacia di costo. “Il maggiore successo della loro pubblicità potrebbe essere spiegato dal fatto che le questioni politiche incendiarie promosse dai partiti populisti tendono ad attirare molta attenzione sui social media. Di conseguenza, gli algoritmi favorirebbero annunci di campagne con tali contenuti” spiega Francesco Pierri, ricercatore del gruppo di ricerca Data Science del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano che ha co-guidato il lavoro.Un’altra scoperta dello studio sono state le discrepanze per tutti i partiti tra il pubblico mirato e quello effettivo. Mentre la maggior parte dei partiti tendeva a raggiungere un pubblico più giovane di quello previsto, il contrario è avvenuto per l’estrema destra. Pierri e i suoi colleghi ipotizzano che il bias algoritmico nella distribuzione degli annunci sia basato sul comportamento degli elettori già noto.”Vediamo un bias sistematico nel modo in cui vengono distribuiti gli annunci politici dei diversi partiti. Se mirano ad un pubblico specifico o inviano messaggi contraddittori su questioni politiche a diversi gruppi, ciò può limitare la partecipazione politica dei gruppi svantaggiati – continua Pierri –. Ancora peggio, gli algoritmi utilizzati dalle piattaforme non permettono di verificare se comportino dei bias nella distribuzione degli annunci. Se, per esempio, alcuni partiti pagano sistematicamente prezzi più alti di altri per annunci simili, ciò danneggia la competizione politica. Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza da parte delle piattaforme in relazione alla pubblicità politica per garantire elezioni eque e non compromesse”. Non sorprende, quindi, – conclude lo studio – che la pubblicità politica mirata sui social media abbia suscitato seri dubbi tra attori politici, ricercatori e la società in generale. Le richieste di migliorare il monitoraggio di questa forma di pubblicità elettorale per salvaguardare l’integrità democratica si fanno sempre più forti. La pressione pubblica e gli sforzi normativi (ad esempio, il Digital Services Act nell’UE) hanno spinto le piattaforme di social media a fornire accesso pubblico agli annunci politici e sociali, permettendo ai ricercatori di studiarli su larga scala. LEGGI TUTTO

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    Commissione Ue, von der Leyen rieletta Presidente: “Non lascerò che estremismi distruggano Ue”

    (Teleborsa) – “Altri 5 anni. Non so come esprimere quanto sono grata per la fiducia di tutti gli eurodeputati che hanno votato per me”, lo ha scritto Ursula von der Leyen su X dopo aver portato a casa il bis, non senza fatica e complicazioni. Con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti e 7 schede nulle, il Parlamento europeo ha rieletto Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea. I votanti sono stati 707. La maggioranza minima richiesta per l’elezione era 360.Voto contrario degli europarlamentari di Fdi hanno votato contro. “Le scelte fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi hanno reso impossibile il nostro sostegno a riconferma della presidente Ursula von der Leyen”, ha detto il capodelegazione di Fdi all’Eurocamera Carlo Fidanza sottolineando che con la rielezione “non viene dato seguito al forte messaggio di cambiamento uscito dalle urne del 9 giugno”. “Questo non pregiudica il nostro rapporto di lavoro istituzionale che siamo certi possa portare alla definizione di un ruolo adeguato in seno alla prossima commissione che l’Italia merita”, ha aggiunto. “Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora. L’Europa è davanti ad una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo nel prossimo quinquennio. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia”, ha detto Ursula von der Leyen nel suo discorso di candidatura alla presidenza della Commissione alla Plenaria dell’Eurocamera sottolineando la necessità di una scelta per una “Europa forte”. Von der Leyen annuncia un “vicepresidente per l’implementazione, la semplificazione e le relazioni interistituzionali” tra le deleghe del prossimo esecutivo Ue. “Dobbiamo rendere le imprese più facili e veloci in Europa. Metterò velocità, coerenza e semplificazione tra le principali priorità politiche”, sottolinea von der Leyen nelle sue linee guida politiche.”Sono convinta che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Ue della storia. Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie distruggano il nostro stile di vita europeo”, ha detto ancora von der Leyen, pronunciando il discorso al Parlamento europeo di Strasburgo per la riconferma alla guida delle Commissione Nei prossimi anni “il Next Generation Eu finirà, mentre le nostre esigenze di investimento no”, ha detto Ursula von der Leyen nel suo discorso di candidatura al bis davanti alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. “Per sfruttare gli investimenti privati abbiamo bisogno anche di finanziamenti pubblici”, ha evidenziato. “Congratulazioni von der Leyen! Fieri del grande lavoro di squadra del Ppe per sostenere la tua conferma alla guida della Commissione europea – ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Conta sempre su Forza Italia per costruire un’Europa più competitiva, più sicura e portatrice di pace”. Per il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, la rielezione di Ursula von der Leyen è “un chiaro segno della nostra capacità di agire” nell’Ue. LEGGI TUTTO

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    BPER Banca, Simone Marcucci nominato CFO

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di BPER Banca ha nominato Simone Marcucci Chief Financial Officer della banca, con decorrenza dal 19 luglio 2024.Marcucci prende il posto di Gian Luca Santi, attuale Chief Financial Officer e Vice Direttore Generale, che cesserà dagli incarichi in tale data per perseguire nuove opportunità professionali fuori dal Gruppo BPER.Simone Marcucci ha ricoperto diverse posizioni apicali, sia in Italia che in Europa, in qualità di Chief Financial Officer e di responsabile di pianificazione e controllo presso UniCredit. LEGGI TUTTO

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    Abbott alza le previsioni di profitto annuale

    (Teleborsa) – Abbott Laboratories, colosso statunitense della farmaceutica, ha registrato vendite del secondo trimestre 2024 pari a 10,4 miliardi di dollari, in crescita del 9,3% su base organica per l’attività di base sottostante. Le vendite reported sono aumentate del 4,0%. L’utile per azione rettificato di Abbott è stato di 1,14 dollari, sopra le attese degli analisti per 1,10 dollari (l’EPS reported è stato di 0,74 dollari).”Abbiamo ottenuto un altro trimestre di forte crescita nelle nostre attività di base – ha affermato Robert B. Ford, presidente e amministratore delegato di Abbott – Abbiamo un grande slancio positivo verso la seconda metà dell’anno e stiamo alzando la nostra guidance per l’intero anno”.Sulla base delle ottime prestazioni ottenute dall’azienda finora quest’anno, Abbott ha aumentato l’intervallo di previsione dell’EPS per l’intero anno 2024: prevede un utile per l’intero anno compreso tra 3,30 e 3,40 dollari e un utile rettificato compreso tra 4,61 e 4,71 dollari.Abbott ha ristretto l’intervallo delle previsioni di crescita organica delle vendite per l’intero anno 2024, escluse le vendite correlate ai test COVID-19, dal 9,5% al ??10,0%, che rappresenta un aumento nella parte centrale dell’intervallo. LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed luglio migliora a 13,9 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A luglio 2024, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) si è portato a 13,9 punti dagli 1,3 di giugno. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di 2,7 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 20,7 punti da -2,2 punti, quello sulle condizioni di business è salito a 38,7 punti da 13,8 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è sceso a 7,40 da 12,1, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a 15,2 da -2,5 punti e quello sui prezzi a 19,8 da 22,5 punti. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione aumentano a 243 mila unità

    (Teleborsa) – Aumentano le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 13 luglio, i “claims” sono risultati pari a 243 mila unità, in aumento di 20 mila unità rispetto ai 223 mila della settimana precedente (rivisto da un preliminare di 222.000 unità) e ai 229 mila stimati dagli analisti. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 234.750 unità, in aumento di 1.000 unità rispetto al dato della settimana precedente (233.750). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 6 luglio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.867.000, in aumento di 20.000 mila unità rispetto alle 1.847.000 unità della settimana precedente (dato rivisto da un preliminare di 1.852.000 mila). Gli analisti si aspettavano un valore pari a 1.860.000. LEGGI TUTTO