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    Rottamazione cartelle, Governo verso proroga al 15 settembre

    (Teleborsa) – Scade il prossimo 31 luglio il termine per saldare la prossima rata della Definizione Agevolata 2024 delle cartelle esattoriali. Ma il governo starebbe valutando una riapertura dei termini per i contribuenti che, dopo aver aderito, sono fuoriusciti dalla definizione agevolata negli scorsi mesi, e forse anche una nuova, quinta, rottamazione su tutte le cartelle esattoriali 2023. Il pagamento – secondo i rumor, slitterebbe così al 15 settembre. In assenza di una conferma di una proroga, il pagamento per la terza rata 2024 della Rottamazione quater è considerato valido – calcolando i cinque giorni di tolleranza – se effettuato entro lunedì 5 agosto. Termine oltre il quale in caso di mancato o tardivo pagamento scatterà l’automatica perdita dei benefici della definizione agevolata.”Il rinvio della scadenza del 31 luglio della rottamazione delle cartelle esattoriali è indispensabile, ma occorre anche riscrivere le regole della procedura, per fare in modo che la singola rata che non ecceda il quinto del reddito del contribuente o dell’impresa”. È larichiesta che avanza Confedercontribuenti, sottolineando che il rinvio a metà settembre – a cui il governo starebbe lavorando – servirà a dare “una boccata d’ossigeno”. Ma il vero problema – evidenzia Confedercontribuenti – resta il carico fiscale insostenibile a cui vengono sottoposti la maggior parte dei contribuenti. “Queste persone e queste imprese – commenta Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione – vivono con l’incubo costante di subire un pignoramento o di vedersi ipotecare la casa. Perché, anche se riescono a fatica a pagare una rata, non sanno cosa succederà con la successiva”.Confedercontribuenti ricorda oltretutto che si è creata una situazione paradossale per le aziende che hanno eseguito i lavori del Superbonus. “Queste imprese – prosegue Finocchiaro – hanno in pancia crediti per milioni di euro. Con le restrizioni alla circolazione dei crediti, però, hanno difficoltà a convertire i crediti, oppure sono costrette a accettare condizioni a dir poco vessatorie. In altre parole, in teoria queste aziende sarebbero perfettamente capienti, ma di fatto rischiano di fallire. Siamo stanchi di sentire gli esponenti del governo che ribadiscono che le tasse vengono abbassate – sottolinea ancora il presidente di Confedercontribuenti –. Non solo perché è una beffa,visto che l’imposizione fiscale è aumentata. Ma anche perché nessun governo che alimenti uno stillicidio simile di ipoteche e pignoramenti può sostenere di essere vicino ai cittadini”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali calano di 3,7 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono scese più delle attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stock di greggio, negli ultimi sette giorni al 19 luglio 2024, sono diminuiti di circa 3,7 milioni di barili a 436,5 MBG, contro attese per un decremento di 2,6 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 2,8 milioni, arrivando a 125,3 MBG, mentre le scorte di benzine hanno registrato un decremento di 5,6 milioni a quota 227,4 MBG.Le riserve strategiche di petrolio sono aumentate di 0,7 milioni a 374,4 MBG.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Sicurezza alimentare e nutrizione, ONU: “Nel mondo 733 milioni di persone soffrono la fame”

    (Teleborsa) – Nel mondo, 1 persona ogni 11 soffre la fame. È quanto mostra il Rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (SOFI), pubblicato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite (ONU): l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma Alimentare Mondiale (PAM), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF). Globalmente, sono 733 milioni le persone che nel 2023 hanno sofferto la fame, una cifra che rappresenta la media tra i 713 e i 757 milioni di persone stimate dal SOFI. Da un lato, quindi, i dati relativamente stabili degli ultimi tre anni mostrano che si è esaurita la vertiginosa crescita dei numeri legata alla pandemia di COVID e all’inasprirsi dei conflitti e del cambiamento climatico; dall’altro rimane un numero inaccettabile che non ha ancora ripreso il trend decrescente vissuto tra il 1990 e il 2015 e che evidenzia il gravissimo ritardo della comunità internazionale rispetto all’obiettivo Fame Zero entro il 2030.La fame – rileva il rapporto – sta aumentando in modo allarmante in Africa, dove coinvolge 1 persona su 5 e la prevalenza di insicurezza alimentare moderata o grave nel continente è quasi doppia rispetto alla media globale. Le regioni caraibiche e dell’America Latina hanno registrato progressi, mentre in Asia la fame è rimasta relativamente invariata.Il tema del rapporto SOFI di quest’anno, “Finanziamenti per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme”, evidenzia la drammatica inadeguatezza dei finanziamenti forniti dalla comunità internazionale per l’assistenza alla fame. La sicurezza alimentare e la nutrizione rappresentano meno di un quarto dei finanziamenti totali per l’aiuto pubblico allo sviluppo; si stima in diversi trilioni di dollari il deficit finanziario rispetto ai finanziamenti necessari per compiere i progressi necessari a porre fine alla fame e alla malnutrizione. Le politiche necessarie per trasformare il sistema agroalimentare e affrontare le forze trainanti della fame sono state identificate, ma le grandi carenze di fondi ne impediscono l’attuazione su larga scala. E sono proprio i Paesi che sperimentano il più alto livello di insicurezza alimentare quelli che hanno il minor accesso ai finanziamenti.”Conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze croniche sono i principali fattori alla base dell’insicurezza alimentare. La buona notizia è che la comunità internazionale ha gli strumenti e le conoscenze per prevenire la fame per tutti, per sempre. Tuttavia, se non colmiamo il crescente divario tra i bisogni delle comunità e i finanziamenti disponibili, questa crisi evitabile continuerà”, ha dichiarato Simone Garroni, direttore esecutivo di Azione contro la Fame.Il tema del rapporto SOFI è in linea con le questioni affrontate nel rapporto “Hunger Funding Gap 2024″ di Azione contro la Fame, che ha evidenziato come il gap nei finanziamenti per i Paesi con i bisogni più urgenti sia aumentato del 23% dal 2022 al 2023.Nonostante il mondo produca cibo a sufficienza per tutti, ogni anno muoiono quasi 2,5 milioni di bambini malnutriti. Soddisfare le esigenze nutrizionali, soprattutto in giovane età, è fondamentale per lo sviluppo mentale e fisico. Una buona alimentazione è fondamentale anche per realizzare altre priorità globali, tra cui l’istruzione, la salute e la crescita economica.”I finanziamenti per i programmi di assistenza alla fame non dovrebbero essere considerati un costo, ma un investimento per la sicurezza a lungo termine della nostra comunità globale – ha affermato Garroni –. Il rapporto SOFI chiarisce che il nostro attuale sistema alimentare è insostenibile. Abbiamo bisogno di un afflusso rapido e sostenuto di fondi per programmi multidimensionali che affrontino il nesso tra fame, clima, conflitti e genere. Le persone più vulnerabili contano su di noi”. LEGGI TUTTO

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    USA, calano le vendite di case nuove a giugno

    (Teleborsa) – Calano ancora le vendite di case nuove negli Stati Uniti nel mese di giugno. Il dato ha evidenziato un decremento dello 0,6% a 617 mila unità rispetto alle 621 mila unità di maggio (dato rivisto da 619 mila) e contro le 639 mila unità stimate dal consensus. Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Rispetto alle 666 mila unità di giugno 2023 si registra un calo del 7,4%. LEGGI TUTTO

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    USA, frena l’attività manifatturiera a luglio. Bene il settore terziario

    (Teleborsa) – Frena ancora l’attività manifatturiera mentre sale quella dei servizi degli Stati Uniti, nel mese di luglio. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 49,5 punti, in discesa dai 51,6 punti di giugno e sotto i 51,7 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In salita, invece, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di luglio. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 56 punti, che si confronta con i 55,3 di giugno e con i 54,7 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 55 punti dai 54,7 precedenti. LEGGI TUTTO

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    IA, Rapporto Ital Communications-IISFA: “Italiani ottimisti e fiduciosi, ma impreparati”

    (Teleborsa) – L’Intelligenza Artificiale è ampiamente diffusa in diversi ambiti. Ma quali reazioni suscita negli italiani? Il 37% ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutrale, mentre il 21% esprime paura e diffidenza. È quanto emerge dal Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentato al Senato. L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori, ha evidenziato da parte delle persone intervistate ottimismo, preoccupazione e necessità di regolamentazione. Il panorama informativo e le nuove normative giocano un ruolo cruciale, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.Il 35% degli italiani – secondo quanto emerge dal report – associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica, mentre il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti come supporto alle attività umane. Tuttavia, il 14% esprime emozioni negative e l’8% riesce a concretizzare le proprie paure. Il 66% degli individui si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi di IA. Riguardo al proprio livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne qualcosa, solo il 6% di saperne molto. Uno su due ammette di saperne poco, il 6% di non saperne nulla. I giovani ne sanno decisamente più degli adulti (62% chi dichiara avere conoscenze in materia tra i 18-34enni, rispetto al 36% degli over 54). Per loro stessa ammissione, comunque, si tratta ancora di una conoscenza costruita in modo autodidatta.Come si evince dal Rapporto, il 69% utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani (83%), minore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54enni). Nel dettaglio delle tipologie, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa, citate da circa il 30% delle persone.Il 31% degli individui ha poi dichiarato di non avere ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Sono soprattutto gli over 54enni a essere oggi più distanti (il 43%).L’Intelligenza Artificiale Generativa divide a metà la popolazione. Secondo il Rapporto Ital Communications-IISFA, il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA, con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più confidenti (69% tra i 18 e i 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).Le fake news sono al centro della comunicazione: l’86% sostiene di fare un controllo prima di prendere le notizie per buone, ma si aspetta (l’86%) che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un Ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’IA.Il Parlamento europeo ha approvato la normativa AI Act, pubblicata il 12 luglio 2024. Non tutti gli italiani conoscono questo aspetto normativo, anche se quasi una persona su due dichiara di aver sentito la notizia. Il 78%, però, la considera un’iniziativa importante, se non assolutamente necessaria (29%), nell’auspicio di avere una garanzia in più nella protezione delle libertà individuali e dei diritti delle persone.”Il Governo ha promosso un disegno di legge sul tema dell’IA avviando un ampio dibattito in Senato. Colpisce – afferma Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e alla Transizione Digitale – il dato emerso dal Rapporto Ital Communications – IISFA, ovvero il timore degli over 50 relativo all’impatto dell’IA sull’occupazione. Non condivido, tuttavia, lo scenario distopico che viene spesso rappresentato. È evidente che cambieranno le competenze, pertanto dovremo operare in sinergia con tutti gli stakeholders nell’ottica di cambiare i profili di formazione. Questo Paese deve dotarsi di una politica industriale seria in materia di IA. Inoltre, attraverso lo sviluppo tecnologico potremo far progredire il mondo della scienza con ripercussioni importanti su settori determinanti come quello sanitario”.”Ci troviamo in un momento storico di passaggio in cui dobbiamo e possiamo fare delle scelte, non farlo ci condannerebbe a restare in uno stato di torpore. La mia preoccupazione rispetto all’IA – sottolinea il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni – è che quando ci risveglieremo non riusciremo a capire che questi processi non solo non sono irreversibili ma neanche distruttivi. Siamo di fronte a un fenomeno che sostituisce non tanto l’azione come avvenne durante la rivoluzione industriale, ma il pensiero, ossia la capacità di generare autonomamente. Sotto questo profilo occorre avere maggiore consapevolezza degli strumenti che abbiamo a disposizione per non rimanere degli osservatori, ma essere capaci di governare e dirigere i processi”. “L’IA presenta implicazioni notevoli e straordinariamente importanti per la nostra vita associata, pensiamo al tema della salute e della difesa. In questo senso, come ACN, – afferma il direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi – il nostro principale impegno sarà quello di studiare forme di IA attraverso le quali sapremo rispondere meglio alla minaccia che è rappresentata dall’uso di questo strumento come arma di offesa. Siamo appena agli albori di un processo che non sappiamo dove potrà arrivare. Il mio auspicio è che l’IA possa essere indirizzata verso obiettivi di pace e benessere”.”Dal Quarto Rapporto Ital Communications–IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia – dichiara Domenico Colotta, presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital Communications – emerge che gli italiani sono cautamente ottimisti e fiduciosi riguardo questa tecnologia, che purtroppo è strettamente collegata ai temi della disinformazione e delle fake news. Oggi è proprio l’Intelligenza Artificiale che rende più semplice la creazione e la diffusione su larga scala di contenuti falsi a un pubblico mirato. Purtuttavia, essa è in grado di offrire anche enormi opportunità in quanto consente di identificare e bloccare in modo efficace l’enorme mole di disinformazione pubblicata online con l’aiuto di algoritmi addestrati. Sullo sfondo, però, rimane la capacità di chi si informa nel saper attingere da una varietà di fonti informative servendosi del pensiero critico, vero e proprio antidoto contro ogni contenuto fuorviante”.”Gli italiani hanno trasmesso, in questo Rapporto, un equilibrio e una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale oltre le aspettative. Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi – afferma Gerardo Costabile, presidente IISFA – sono ben suddivisi nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari. La maggioranza degli italiani ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati. Le persone si fidano molto di più dell’Europa e dell’Italia su questi argomenti, nonostante la consapevolezza sulla minore padronanza tecnologica. Coerentemente con l’auspicio di questa parte degli italiani, mi auguro che l’Europa e l’Italia incentivino sempre di più lo sviluppo di tecnologie locali, con logiche che mettano sempre al centro l’uomo e l’etica”.”Grazie alla regolamentazione del settore – osserva l’europarlamentare Brando Benifei – si possono ridurre i rischi per il mercato europeo. Attraverso standard condivisi andiamo a verificare come evitare invasioni nella privacy del cittadino. È, inoltre, cruciale il tema della trasparenza sulla riconoscibilità dei contenuti generati dall’IA per evitare manipolazione dei dati. In Europa siamo stati i primi e sicuramente non saremo gli ultimi ad aver introdotto una disciplina di tale materia. Oltre alle regole, tuttavia, sono necessari anche investimenti per favorire la competitività”.”L’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione – dichiara il direttore generale 3-i Spa, Stefano Acanfora – è ovunque e ne abbiamo bisogno per migliorare tutti i processi. Occorre chiedersi quale influenza ha l’IA nel rapporto tra PA e cittadino, pensiamo ad esempio all’impatto sulla sanità. La preoccupazione maggiore riguarda l’IA Generativa. Oggi permangono dei limiti infrastrutturali, per cui occorrono investimenti nell’innovazione per ottimizzare tali processi. La differenza la faremo se saremo in grado di comprendere dove saremo fra due anni, in questo senso, dobbiamo avere la capacità di non perdere tale spirito innovativo”.”Si parla tanto di Intelligenza Artificiale. Gli italiani – afferma il presidente dell’Istituto Piepoli, Livio Gigliuto – la conoscono e hanno un atteggiamento positivo e ottimistico, soprattutto se orientato al futuro, nonostante si rilevino anche degli aspetti negativi. Il vero tema è che c’è scarsissima informazione e la maggior parte delle persone si informa da sola attraverso il web. Dal Rapporto Ital Communications-IISFA emerge dunque che la popolazione ha un atteggiamento verso l’IA ottimistico, ma prudente”.”Il binomio IA e cybersicurezza è importante e necessario. L’IA – rileva il consigliere del direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Alfonso Gallo Carrabba – impatta già nelle nostre vite e all’interno della società, per cui siamo abituati a gestirla in una dimensione cibernetica. In questo senso, è fondamentale darci regole condivise, che ci aiutino a superare uno dei principali punti che emerge dal Rapporto, ovvero il problema della controllabilità. Dobbiamo, inoltre, fare uno sforzo per favorire la formazione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei cittadini”.”L’IA può essere un grande alleato ma presenta anche numerosi rischi. Da un lato – afferma il vice presidente dell’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) Alessio Crisantemi – siamo in grado di intervenire per individuare il fenomeno delle fake news, dall’altro è più alta la possibilità di una loro diffusione. Il ruolo della politica e la consapevolezza del legislatore è fondamentale. Servono punti fermi e tempestività per prevenire conseguenze negative. L’editoria è un settore da tutelare e salvaguardare attraverso interventi seri e una grande responsabilità”.All’evento ha preso parte anche Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital SGR. LEGGI TUTTO

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    Wall Street debole. Soffrono Tesla e Alphabet dopo conti deludenti

    (Teleborsa) – Partenza al ribasso per la borsa di Wall Street alle prese con la stagione delle trimestrali entrata ormai nel vivo. Sono proprio i conti delle big tech, Tesla e Alphabet, considerati deludenti dagli investitori che contribuiscono alla pesante discesa dell’indice Nasdaq.A New York, si muove sotto la parità il Dow Jones, che scende a 40.221 punti, con uno scarto percentuale dello 0,34%; sulla stessa linea, vendite diffuse sull’S&P-500, che continua la giornata a 5.495 punti. Pessimo il Nasdaq 100 (-1,93%); sulla stessa tendenza, variazioni negative per l’S&P 100 (-1,48%).Gli addetti ai lavori guardano anche ai dati macroeconomici previsti nei prossimi giorni, in particolare il PIL del secondo trimestre e l’inflazione PCE di giugno. Quest’ultima servirà alla Federal Reserve per decidere le prossime mosse sui tassi d’interesse; gli investitori, ormai, sono convinti che la Banca centrale americana taglierà i tassi entro settembre. LEGGI TUTTO

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    doValue, controllata doValue Greece raggiunge target di 2,7 miliardi di nuovi contratti di servicing

    (Teleborsa) – doValue Greece, controllata di doValue, ha ottenuto mandati per il servicing di quattro portafogli. I contratti sono stati stipulati con investitori di primario livello e riguardano l’onboarding, la gestione ed il recupero di un portafoglio aggregato composto da circa 174.000 crediti performing e non-performing (NPL) con ammontare totale dovuto pari a circa 5,6 miliardi ed un Gross Book Value (GBV) di circa 2,7 miliardi, coinvolgendo oltre 131.000 debitori (sia retail che corporate).Tutti questi portafogli erano già gestiti da doValue Greece in virtù di distinti Service Level Agreement (SLA) e sono stati trasferiti dai precedenti proprietari a nuovi investitori che manterranno doValue Greece come servicer. Come di consueto nelle operazioni secondarie, doValue contribuirà a garantire l’esecuzione dei Business Plan per i precedenti proprietari e allo stesso tempo maturerà commissioni dalla cessione dei crediti ai nuovi investitori. Inoltre, in base ai nuovi contratti di servicing stipulati, doValue avrà diritto a ricevere dai nuovi investitori le commissioni per il servicing dei crediti residui. Queste transazioni testimoniano la qualità del servizio offerto da doValue Greece ed amplieranno ulteriormente la sua base di clienti.doValue Greece, dopo aver completato con successo tutte le procedure necessarie, ha iniziato attivamente la gestione di questi portafogli, mettendo in atto un’ampia gamma di azioni ed iniziative.Grazie a questi mandati, spiega una nota, doValue ha acquisito o è impegnata nella stipula di nuovi contratti per oltre 5,1 miliardi (GBV) da inizio anno ad oggi. Ciò consente alla Società di avvicinarsi, dopo sette mesi, all’obiettivo annuale di 6 miliardi (GBV) per nuovi mandati, come previsto nel Business Plan 2024-2026. LEGGI TUTTO