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    Geox, perdita semestrale aumenta a 15,4 milioni di euro. Ricavi -9,4%

    (Teleborsa) – Geox, società quotata su Euronext Milan e tra i leader nel settore delle calzature classiche e casual, ha comunicato che i ricavi consolidati dei primi sei mesi 2024 si attestano a 320,4 milioni di euro, in decremento del 9,4% rispetto all’esercizio precedente (-8,0% a cambi costanti). Tale flessione è imputabile principalmente alle performance negative del canale Multimarca e dei punti vendita Franchising solo parzialmente mitigata dall’andamento positivo del canale DOS Digital.Il risultato operativo lordo (EBITDA) si attesa a 29,1 milioni di euro (9,1% dei ricavi) rispetto a 40,2 milioni del primo semestre 2023 (11,4%). L’EBITDA prima dell’applicazione dei principi contabili IFRS 16 risulta pari a 4 milioni di euro (13,9 milioni nel primo semestre 2023). Gli oneri e proventi finanziari netti ammontano a complessivi euro -6,5 milioni con un significativo decremento rispetto al primo semestre 2023 (euro -13,3 milioni). La perdita netta è di 15,4 milioni di euro, in crescita rispetto ai 9,6 milioni di euro del primo trimestre 2023.”Il primo semestre dell’esercizio 2024, coerentemente con quanto osservato nei primi mesi dell’esercizio, si è confermato estremamente sfidante a causa del perdurare di condizioni di mercato complesse”, ha commentato l’AD Enrico Mistron.”Nel corso dei primi sei mesi dell’esercizio abbiamo implementato specifiche azioni volte alla riduzione della base dei costi, con l’obiettivo di renderla adeguata al mutato contesto – ha aggiunto – Grazie all’adozione di queste azioni, fondamentali anche in chiave prospettica, la performance complessiva del periodo a livello di EBIT risulta contenuta e pari ad euro -5,5 milioni. Come già annunciato, il management sta lavorando alla predisposizione del nuovo piano strategico 2025-2027 che sarà presentato nel corso dell’esercizio”. La posizione finanziaria netta a fine giugno si è attestata (ante IFRS 16 e dopo il fair value dei contratti derivati) a euro – 109,0 milioni (euro -93,1 milioni a dicembre 2023 e euro -89,5 milioni a giugno 2023). Il debito netto vs banche, in aumento di euro 22,6 milioni, si attesta a euro -112,7 milioni (euro -90,1 milioni a dicembre 2023 euro -100,5 milioni a giugno 20 23). Tale incremento è principalmente riferibile all’assorbimento dicassa derivante della gestione operativa.Geox prevede ricavi per l’intero esercizio 2024 in riduzione mid-single digit rispetto all’esercizio 2023 ed una marginalità operativa in aumento di 50 bps (sull’intero esercizio).(Foto: © tang90246 / 123RF) LEGGI TUTTO

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    OPA Civitanavi, adesioni al 96,54%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Honeywell su Civitanavi Systems, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nel campo dei sistemi di navigazione e stabilizzazione inerziali, risulta che oggi 31 luglio 2024 sono state presentate 1.240 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 29.696.194, pari al 96,542% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 27 maggio 2024 e terminerà il 9 agosto 2024, come prorogato. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Civitanavi Systems acquistate sul mercato nei giorni 8 e 9 agosto 2024 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Borse europee contrastate. Milano in ribasso appesantita da banche

    (Teleborsa) – Le Borse europee chiudono la seduta in territorio contrastato: Londra avanza più di tutti, seguita da Parigi e Francoforte, mentre gli indici periferici di Madrid e Milano terminano la giornata in territorio negativo, appesantiti dalle prese di profitto sui titoli bancari. Sul fronte macroeconomico, il CPI dell’Eurozona ha sorpreso al rialzo: l’indice headline è rimasto invariato su base mensile (contro attese di un calo dello 0,1% m/m e un risultato di giugno pari a +0,2%) e ha registrato un incremento del 2,6% a/a (contro il 2,5% atteso e precedente), mentre quello core ha segnato una crescita del 2,9% a/a (come a giugno ma contro previsioni pari al 2,8%).In attesa delle ultime due riunioni delle banche centrali, Fed stasera e BoE domani, stamattina è arrivata l’inattesa decisione della Bank of Japan di rialzare i tassi allo 0,25%.L’Euro / Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a +0,11%. Lieve aumento dell’oro, che sale a 2.423,5 dollari l’oncia. Forte rialzo per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mette a segno un guadagno del 3,43%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +137 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,65%.Tra gli indici di Eurolandia guadagno moderato per Francoforte, che avanza dello 0,53%, bilancio decisamente positivo per Londra, che vanta un progresso dell’1,13%, e buona performance per Parigi, che cresce dello 0,76%.Chiusura in ribasso per Piazza Affari, con il FTSE MIB che lascia sul parterre lo 0,43%; sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che archivia la giornata sotto la parità a 35.962 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,39%); in moderato rialzo il FTSE Italia Star (+0,4%).Dai dati di chiusura di Milano, il controvalore degli scambi nella seduta del 31/07/2024 risulta essere stato pari a 2,57 miliardi di euro, in ribasso (-3,24%), rispetto ai precedenti 2,66 miliardi; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,5 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,48 miliardi.Tra i best performers di Milano, in evidenza Amplifon (+4,37%), Recordati (+3,13%), Iveco (+2,81%) e DiaSorin (+2,68%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Banca Popolare di Sondrio, che ha terminato le contrattazioni a -3,16%. Soffre Leonardo, che evidenzia una perdita del 2,78%. Preda dei venditori Fineco, con un decremento del 2,73%. Si concentrano le vendite su BPER, che soffre un calo dell’1,78%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Caltagirone SpA (+3,33%), Danieli (+2,71%), D’Amico (+2,19%) e MARR (+1,59%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Maire Tecnimont, che ha archiviato la seduta a -4,18%. Vendite su De’ Longhi, che registra un ribasso del 2,08%. Seduta negativa per Acea, che mostra una perdita dell’1,78%. Sotto pressione Comer Industries, che accusa un calo dell’1,76%. LEGGI TUTTO

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    Valtecne, CFO SIM conferma Buy: 2024 è anno di consolidamento

    (Teleborsa) – CFO SIM ha confermato il target price (7,50 euro per azione) e la raccomandazione (Buy) sul titolo Valtecne, società quotata su Euronext Growth Milan che opera nel settore della meccanica di alta precisione per dispositivi medicali e applicazioni industriali, visto il potenziale upside del 25%.Gli analisti scrivono che Valtecne ha riportato ricavi sostanzialmente invariati su base annua e abbastanza in linea con le aspettative per l’esercizio, pur comprendendo un diverso mix di ricavi. In effetti, la divisione più redditizia dei dispositivi medici ha mostrato “un’impressionante crescita” a doppia cifra su base annua, quasi interamente compensata dal continuo rallentamento della domanda che colpisce la divisione industriale, “probabilmente più profondo di quanto previsto all’inizio dell’anno”.In attesa di ulteriori dettagli sulla redditività e sulla generazione di CF dopo la pubblicazione dei risultati completi sul primo semestre, il 23 settembre, CFO SIM ha lasciato invariate le stime.”Il 2024 rappresenta, come previsto, un anno di consolidamento per Valtecne, anche se la divisione Medical Devices continua a fornire risultati impressionanti – si legge nella ricerca – Nel primo semestre 2024 Valtecne ha arricchito la propria offerta di prodotti entrando nel segmento Trauma e ha rafforzato le proprie attività commerciali partecipando a fiere ad hoc MedTech. Per quanto riguarda l’M&A, l’approccio rimane opportunistico, con il management che sta attualmente esplorando diverse opportunità in segmenti del mercato dell’ortopedia in cui l’azienda ha ancora una presenza limitata”.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Energia, iniziativa BEI-Deutsche Bank: 1 miliardo di garanzie bancarie per i parchi eolici dell’Ue

    (Teleborsa) – La Banca europea per gli investimenti (BEI) sta attivando un’iniziativa da 5 miliardi di euro per sostenere i produttori di apparecchiature per l’energia eolica in Europa estendendo una controgaranzia da 500 milioni di euro a Deutsche Bank. La transazione consentirà a Deutsche Bank di creare un portafoglio fino a 1 miliardo di euro di garanziebancarie per nuovi investimenti nei parchi eolici nell’UE.L’accordo rappresenta la prima operazione nell’ambito del piano della BEI del dicembre 2023 per fornire 5 miliardi di euro per rafforzare la fornitura di garanzie bancarie commerciali per le imprese di tutto l’industria eolica europea. L’iniziativa, parte di un pacchetto di energia eolica dell’UE presentato dalla Commissione europea nell’ottobre 2023 per mantenere una catena di approvvigionamento di energia eolica sana e competitiva in tutta l’Unione. Previe contro-garanze ai principali istituti di credito del settore, tra cui Deutsche Bank.”Un rapido accumulo di energia eolica è fondamentale per decarbonizzare l’economia”, ha affermato il vicepresidente della BEI Nicola Beer –. Insieme a Deutsche Bank, stiamo promuovendo l’espansione delle energie rinnovabili in Europa e in questo modo abbassando il prezzo dell’energia sostenibile. Il rispettivo progetto contribuirà anche a salvaguardare e creare posti di lavoro in un’industria europea sostenibile e competitiva”.Le controgaranzie della BEI nell’ambito della sua iniziativa da 5 miliardi di euro sono progettate per condividere i rischi di credito che le banche commerciali devono affrontare quando hanno a che fare con gli attori dell’industria eolica. Lo strumento facilita l’accesso alle linee di pagamento anticipato e di garanzia delle prestazioni, a vantaggio sia delle banche che dell’industria. Si stima che lo strumento di garanzia BEI-Deutsche Bank da 1 miliardo di euro avvierà investimenti privati fino a 8 miliardi di euro.“L’accelerazione e l’entità complessiva della transizione energetica richiedono investimenti massicci, ma anche requisiti di garanzia e garanzia. Il nostro accordo con la BEI fornisce volumi di garanzia aggiuntivi tangibili per i produttori eolici per vincere ed eseguire i progetti di quantità sostanziale”, ha affermato Alexander von zur Muehlen, a Deutsche Bank CEO di Asia Pacifico, Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) e Germania e membro del consiglio di amministrazione –. Questi partenariati tra gli attori pubblici e il settore privato saranno una pietra angolare per finanziare il successo della trasformazione digitale e sostenibile”, ha affermato von zur Muehlen.“Non ci può essere una transizione energetica pulita di successo senza un forte settore manifatturiero di tecnologie pulite nell’UE. Questa iniziativa aiuterà il settore eolico europeo ad avere accesso al necessario sostegno finanziario di cui ha bisogno per continuare a prosperare in patria e sulla scena globale”, ha affermato Maroš Šefcovic, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e la previsione.“L’energia eolica è la chiave per l’Europa per raggiungere il suo ambizioso obiettivo di energia rinnovabile. Perché ciò accada, dobbiamo continuare a sostenere i nostri produttori di attrezzature in modo che l’Europa possa far progredire la transizione verde rimanendo competitiva e garantendo posti di lavoro verdi. Questa tempestiva iniziativa con la BEI è un importante risultato nell’ambito del pacchetto europeo per l’energia eolica per sbloccare gli investimenti e dare una spinta al settore eolico”, ha affermato Kadri Simson, commissario per l’energia. LEGGI TUTTO

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    Aste BTP, forte interesse da specialisti in riaperture

    (Teleborsa) – Forte interesse per i collocamenti supplementari di titoli di Stato, riservati agli operatori specialisti, svolti nella giornata del 31 luglio 2024.Per quanto riguarda il BTP 4,10% 5 anni 01-02-2029, il Tesoro ha assegnato 300 milioni di euro, ovvero l’importo massimo, a fronte di una domanda per 1,145 miliardi di euro.Per quanto riguarda il BTP 3,35% 5 anni 01-07-2029, il Tesoro ha assegnato 350 milioni di euro, ovvero l’importo massimo, a fronte di una domanda per 1,141 miliardi di euro.Per quanto riguarda il BTP 3,85% 10 anni 01-02-2035, il Tesoro ha assegnato 1.350 milioni di euro, ovvero l’importo massimo, a fronte di una domanda per 3,338 miliardi di euro.Per quanto riguarda il CCTeu T.V. 8 anni 15-04-2032, il Tesoro ha assegnato appena 5,2 milioni di euro, a fronte di una offerta per 225 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    BCP lavora a rafforzamento patrimoniale. Utile 1° semestre di 4 milioni

    (Teleborsa) – Banca di Credito Popolare (BCP) ha chiuso il primo semestre 2024 con un utile netto di 4 milioni di euro, rispetto alla perdita di 874 mila euro dello stesso periodo del 2023. Rispetto a fine 2023, la raccolta diretta si mantiene stabile a 2,54 miliardi di euro, mentre la raccolta indiretta cresce del 6,7%, grazie prevalentemente a quella amministrata, portandosi a 881 milioni di euro. I prestiti netti alla clientela si attestano a 1,68 miliardi di euro (segnando un -2,4% rispetto ai 1,72 miliardi di fine 2023). Gli interessi attivi e i proventi assimilati sono pari a 61 milioni di euro, in crescita rispetto ai circa 51 milioni dello stesso periodo del 2023 (+19,6%), trainati principalmente dalla favorevole dinamica dei tassi.L’indicatore NPL ratio lordo che si attesta al 8,75% rispetto al 9,08% di fine 2023 e l’NPL ratio netto pari al 5,68% rispetto al 5,96% di fine 2023. L’indice di copertura complessivo dei crediti deteriorati fa registrare un aumento di 57 punti base, attestandosi al 37,78% contro il 37,21% di fine 2023. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 4,7 milioni, con un costo del rischio di credito annualizzato dello 0,55%, in miglioramento rispetto all’1,86% di dicembre 2023.Gli indicatori di solidità patrimoniale CET 1 capital ratio, TIER 1 capital ratio e Total Capital Ratio si attestano al 13,73%, senza computare l’utile di periodo, migliorando di 242 punti base rispetto all’11,31% registrato a fine 2023, principalmente per l’attività di derisking sul portafoglio titoli di proprietà. Tali indicatori risultano in linea con il requisito minimo vincolante attualmente fissato da Banca d’Italia (13,65%).Il Consiglio di Amministrazione ha definito e approvato le nuove linee guida del Piano Industriale relativo al periodo 2025-2028, che si pone obiettivi di sviluppo per dare nuovo slancio al progetto dell’istituto. Il Piano Industriale complessivo, sostenuto da un piano di rafforzamento patrimoniale in via di elaborazione, sarà specificamente definito entro la fine del quarto trimestre 2024 e traccerà un percorso di crescita ed espansione che porterà ad avere più robuste basi patrimoniali, volte anche ad assolvere i nuovi requisiti imposti dalla disciplina prudenziale (i.e, systemic risk buffer), oltre che una più efficiente allocazione del capitale.”I risultati semestrali approvati dal CdA dimostrano l’impegno con cui ci stiamo dedicando al rilancio della Banca – ha dichiarato il presidente Mauro Ascione – In collaborazione con i Commissari in temporaneo affiancamento, Francesco Fioretto e Dino Donato Abate, abbiamo chiuso il semestre in utile, consentendo al tempo stesso la risalita dei coefficienti patrimoniali”. LEGGI TUTTO

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    Ficei, Visconti: “Sulla Zes poco coraggio del governo, servono più fondi”

    (Teleborsa) – “L’idea di eliminare tante micro-Zes a livello locale e creare un’unica Zes a livello interregionale, che riguardasse tutto il Sud Italia, sin dal primo momento ci ha trovato favorevoli. Ma la sua attuazione, col passare del tempo, ha mostrato notevoli criticità che, in più occasioni, la Ficei aveva già sottolineato, indicando al contempo anche alcuni rimedi. Adesso però, i nodi sono arrivati al pettine”. A dirlo è Antonio Visconti, numero uno della Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione e presidente dell’Asi di Salerno.”Più volte – ha proseguito Visconti – abbiamo spiegato come il budget a disposizione per il credito d’imposta, considerata l’enorme area di applicazione, fosse insufficiente. Da quanto emerso dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, si è appreso che a fronte del previsto 60% di credito d’imposta sull’investimento, verrà erogato solamente il 17%. Le risorse stanziate, quindi, sono assolutamente insufficienti e sicuramente inadeguate a garantire un impatto significativo. La percentuale di agevolazione, a conti fatti, risulta molto più bassa di quella attesa, ben il 50% in meno, e con una riduzione sostanziosa, addirittura, rispetto al credito d’imposta previsto prima dell’entrata in vigore della Zes unica che era del 45%. Tutto ciò rende praticamente nullo l’impatto sui conti degli imprenditori facendo perdere appeal alla misura”.Altra criticità, per Visconti, è rappresentata dal piano strategico. “Un documento fondamentale che avrebbe dovuto spiegare l’orientamento strategico della Zes con gli obiettivi che ci si pone. Invece – rileva il presidente della Ficei – sembra più una ricognizione di tanti pareri su quello che è lo stato attuale del Mezzogiorno. Prende spunto da tanti documenti preparati dalla Comunità europea, da altri importanti istituti, spiega il gap infrastrutturale tra Nord e Sud ma non indica le soluzioni. Indica invece gli assi di sviluppo su cui si dovrebbe intervenire e le filiere produttive da valorizzare ma poi rinvia ogni discorso a piani da stipulare con le singole regioni. Il Sud – chiosa Visconti – ha un profondo gap infrastrutturale e su questo, tranne in alcuni punti, il documento strategico non interviene. Non spiega se si vuol rafforzare i porti, i grandi collegamenti stradali, l’alta velocità. Non c’è una vera e propria riflessione o strategia. In sintesi non ci sono riferimenti agli interventi infrastrutturali strategici da effettuare”.I numeri della ZesLa Zes unica, dunque, continua a sollevare polemiche e attriti non solo in ambito “tecnico”, ma soprattutto tra governo e opposizione, tra ministero e categorie. Al centro dello scontro il credito d’imposta che, secondo i conti dell’Agenzia delle entrate, sarà appena del 17,66668% a fronte di un iniziale 60% previsto dalla squadra di Giorgia Meloni. A determinare questa cifra così bassa l’alto numero di domande pervenute. A fronte di uno stanziamento di 1,67 miliardi, sono già stati prenotati crediti d’imposta pari a 9,45 miliardi. Una cifra molto più alta del previsto al punto che Raffaele Fitto ha sottolineato il successo della misura e ha respinto gli attacchi sulla grandezza del contributo: “Il credito d’imposta Sud nasce nel 2016 con uno stanziamento di 617 milioni di euro all’anno, fino al 2020, prorogato per il 2021 con uno stanziamento di 1 miliardo di euro l’anno fino al 2022 e ulteriormente prorogato al 2023 con fondi per 1,4 miliardi di euro. Per l’anno 2024 il Governo Meloni ha tuttavia deciso di stanziare maggiori risorse, pari a 1,8 miliardi di euro, la cifra più alta in assoluto finora stanziata per incentivare gli investimenti al Sud” ha affermato Fitto. Il responsabile del dicastero si è detto comunque pronto a ulteriori provvedimenti sulla questione.La polemica dell’opposizionePer l’opposizione, però, “l’intervento di Fitto è in linea con il suo stile. Numeri e dati in sequenza per confondere le acque ed eludere il gravissimo problema esploso nelle ultime ore sull’assenza di risorse adeguate per supportare gli investimenti delle aziende nelle Zes con il credito di imposta. Nella versione precedente delle 8 regionali, il credito d’imposta valeva fino al 45% degli investimenti. Grazie allo “straordinario” lavoro di Fitto oggi la percentuale del credito d’imposta per investimenti nella nuova Zes unica è pari secondo i calcoli al 10% circa dell’investimento. Era ampiamente immaginabile questo disastro visto l’ampliamento del territorio di 500 volte. L’acronimo Zes equivale ormai a Zero Investimenti al Sud. Fitto si assumesse le proprie responsabilità e chieda scusa al Sud e alle imprese” ha attaccato Piero De Luca, deputato del Pd. Ma la premier Meloni, durante la presentazione del piano strategico ha difeso la scelta della Zes unica che non prevede solo il credito d’imposta ma anche semplificazioni amministrative, come l’autorizzazione unica e accelerata per gli investimenti in nove filiere strategiche, e la possibilità di istituire zone franche doganali. Nel piano il governo ha individuato i settori da rafforzare: agroindustria, turismo, elettronica & Ict, automotive, made in Italy di qualità, chimica & farmaceutica, navale & cantieristica, aerospazio e ferroviario. E indica inoltre quali tecnologie decisive quelle digitali, verdi e biotech. Bisognerà però vedere quanto di queste promesse sarà realizzabile. LEGGI TUTTO