More stories

  • in

    Generali, Mediobanca presenta lista per CdA: confermati Donnet-Sironi al vertice

    (Teleborsa) – Mediobanca ha presentato una lista di 12 candidati per il nuovo Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali, la cui nomina è all’ordine del giorno dell’Assemblea degli Azionisti convocata per il 23 e 24 aprile 2025.Il 29 gennaio scorso il Consiglio di Amministrazione di Generali aveva comunicato “di non procedere alla presentazione di una lista per il rinnovo dell’organo di gestione della Compagnia, alla luce della circostanza che il quadro normativo di riferimento non risulta ancora completo ed i tempi allo stato non sarebbero compatibili con l’iter di autorizzazione ed approvazione delle modifiche dello statuto necessarie”. Perciò Mediobanca ha avviato un processo, condotto con il supporto di un advisor specializzato, addivenendo alla predisposizione di una lista di candidati amministratori per il triennio 2025/27. La lista prevede la conferma di 9 su 10 consiglieri in carica tratti dalla lista presentata dal Consiglio uscente nel 2022, risultata la più votata con ampio supporto degli investitori istituzionali. In particolare, sono confermate le figure di leadership (Presidente e Amministratore Delegato) che, con il team di gestione e il supporto del Consiglio, hanno guidato il gruppo raggiungendo risultati superiori agli obiettivi di Piano 2022-24: utili in crescita a doppia cifra (EPS CAGR dell’11,3% contro un obiettivo del 6%-8%), dividendi complessivamente distribuiti pari a 5,5 mld. (contro un range di 5,2-5,6 mld.) cui si aggiunge 1 mld. di buyback, crescita del Total Shareholder Return superiore al 100% nell’ultimo triennio (il più alto tra i principali peers). La lista è composta da Andrea Sironi (candidato Presidente), Clemente Rebecchini, Philippe Donnet (candidato Amministratore Delegato), Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Frances Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci, Alessia Falsarone, Elena Vasco e Giorgio Valerio. La lista riflette le raccomandazioni espresse dal Consiglio di Amministrazione di Generali nel Parere di orientamento agli azionisti sulla composizione quantitativa e qualitativa del Consiglio di Amministrazione da nominare per il triennio 2025-27. Mediobanca ringrazia Diva Moriani, amministratore indipendente nei trascorsi 9 anni, per il prezioso contributo ed il costante impegno profusi nel Consiglio e nei Comitati di Assicurazioni Generali. LEGGI TUTTO

  • in

    A picco Wall Street con timori per effetto dazi su inflazione

    (Teleborsa) – Sessione da dimenticare a Wall Street, con gli investitori preoccupati per l’effetto dei dazi di Trump sull’economia e sulle aziende statunitensi, mentre gli ultimi dati macroeconomici hanno mostrato che le pressioni sui prezzi sottostanti sono aumentate più del previsto il mese scorso.Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, il PCE price index core – una misura dell’inflazione che esclude voci volatili come cibo ed energia – è aumentato del 2,8% su base annua a febbraio, più delle previsioni di un aumento del 2,7%, mentre la spesa dei consumatori è rimbalzata dopo essere scesa a gennaio.Sempre sotto osservazione i titoli del comparto automotive, dopo la decisione di Trump di andare avanti con una tariffa del 25% sulle importazioni, che entrerà in vigore la prossima settimana, scatenando la reazione negativa dei legislatori e dei leader del settore in tutto il mondo. Trump ha anche promesso punizioni più severe per l’UE e il Canada se unissero le forze contro gli Stati Uniti.L’incertezza economica come conseguenza dei dazi sta anche costringendo diverse aziende ad abbassare le previsioni annuali, con Lululemon Athletica come ultima a farlo.Sul fronte della banca centrale, Susan Collins della Federal Reserve di Boston ha affermato che è inevitabile che l’inflazione aumenterà a causa dei dazi, ma non è chiaro quanto durerà. Thomas Barkin della Fed di Richmond ha affermato che le aziende potrebbero essere “on hold” data l’incertezza politica e che anche la Fed dovrebbe esserlo.Guardando ai principali indici di Wall Street, il Dow Jones sta lasciando sul terreno l’1,73%, continuando sulla scia ribassista rappresentata da tre cali consecutivi, in essere da mercoledì scorso; sulla stessa linea, viene venduto parecchio l’S&P-500, che continua la seduta a 5.579 punti. Pesante il Nasdaq 100 (-2,62%); sulla stessa linea, depresso l’S&P 100 (-2,19%).In buona evidenza nell’S&P 500 il comparto utilities. Nel listino, i settori telecomunicazioni (-3,36%), beni di consumo secondari (-3,26%) e informatica (-2,62%) sono tra i più venduti.Tra i protagonisti del Dow Jones, Merck (+2,16%), United Health (+0,71%), Amgen (+0,56%) e Johnson & Johnson (+0,56%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Amazon, che prosegue le contrattazioni a -4,00%. Preda dei venditori Intel, con un decremento del 3,60%. Si concentrano le vendite su Boeing, che soffre un calo del 3,15%. Vendite su Nike, che registra un ribasso del 3,09%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Astrazeneca (+1,51%), American Electric Power Company (+1,15%), Xcel Energy (+1,13%) e Coca-Cola Europacific Partners (+0,98%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Lululemon Athletica, che continua la seduta con -14,54%. Scende ON Semiconductor, con un ribasso del 5,19%. Crolla Sirius XM Radio, con una flessione del 4,85%. Vendite a piene mani su Paypal, che soffre un decremento del 4,82%. LEGGI TUTTO

  • in

    Fisco, emendamento lega per correggere acconti Irpef

    (Teleborsa) – Con un emendamento la Lega chiede di intervenire sugli acconti Irpef per rimediare al problema del mancato allineamento al taglio delle aliquote. L’emendamento, a prima firma del presidente della commissione Attività produttive, Alberto Gusmeroli, è stato presentato al Dl sulla Pubblica amministrazione, all’esame delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera. “Al fine di non penalizzare i lavoratori dipendenti e pensionati, con particolare riguardo al settore del pubblico impiego, – si legge nella proposta di modifica – a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, gli acconti Irpef per il 2025 sono calcolati sulla base dei dati reddituali e di imposta riferiti all’anno solare 2024”. La Cgil aveva denunciato che, nonostante il passaggio a tre aliquote Irpef, quest’anno si sarebbero comunque dovuto pagare gli acconti con il vecchio regime a quattro scaglioni, “nettamente superiori agli attuali”. LEGGI TUTTO

  • in

    Aumento dei costi orari del lavoro nell’UE e nell’area dell’euro nel 2024

    (Teleborsa) – Nel 2024, i costi orari medi del lavoro nell’intera economia sono stati stimati in 33,5 euro nell’UE e 37,3 euro nell’area dell’euro, in aumento rispetto ai 31,9 euro e 35,7 euro, rispettivamente, nel 2023. Queste stime provengono dai dati sui livelli dei costi del lavoro pubblicati oggi da Eurostat. I costi orari del lavoro più bassi in Bulgaria, i più alti in LussemburgoI costi orari medi del lavoro mostrano divari significativi tra i paesi dell’UE, con i costi orari del lavoro più bassi registrati in Bulgaria (10,6 euro), Romania (12,5 euro) e Ungheria (14,1 euro) mentre i più alti in Lussemburgo (55,2 euro), Danimarca (50,1 euro) e Belgio (48,2 euro).I costi medi orari del lavoro nell’industria erano di 33,9 euro nell’UE e di 39,8 euro nell’area dell’euro. Nelle costruzioni, erano rispettivamente di 30 euro e 33,4 euro. Nei servizi, i costi orari del lavoro variavano tra 33,3 euro nell’UE e 36,4 euro nell’area dell’euro. Nell’economia prevalentemente non commerciale (esclusa la pubblica amministrazione) erano rispettivamente di 34,2 euro e 37,5 euro.Le due componenti principali dei costi del lavoro sono salari e stipendi e costi non salariali (ad esempio, contributi sociali dei datori di lavoro). La quota di costi non salariali nei costi del lavoro totali per l’intera economia era del 24,7% nell’UE e del 25,5% nell’area dell’euro. Le quote più basse di costi non salariali nell’UE sono state registrate in Romania (4,8%), Lituania (5,4%) e Malta (5,8%) e le più alte in Francia (32,2%) e Svezia (31,6%).I costi orari del lavoro sono aumentati del 5% nell’UE tra il 2023 e il 2024Nel 2024, rispetto al 2023, i costi orari del lavoro a livello dell’intera economia espressi in euro sono aumentati del 5,0% nell’UE e del 4,5% nell’area dell’euro.All’interno dell’area dell’euro, i costi orari del lavoro sono aumentati in tutti i paesi. Gli aumenti maggiori sono stati registrati in Croazia (+14,2%), Lettonia (+12,1%) e Lituania (+10,8%) e il più basso in Repubblica Ceca (+1,3%), seguito da Finlandia (+1,8%) e Lussemburgo (+2,1%).Per i paesi dell’UE al di fuori dell’area dell’euro, i costi orari del lavoro espressi in valuta nazionale sono aumentati nel 2024 in tutti i paesi, con gli aumenti maggiori registrati in Romania (+14,2%), Bulgaria (+13,9%), Ungheria (+13,6%) e Polonia (+12,8%). Sono aumentati meno in Svezia (+3,6%).(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    OPA Anima, adesioni oltre il 34,4%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria sulle azioni di Anima, gestore patrimoniale italiano quotato su Euronext Milan, promossa da Banco BPM, risulta che oggi 28 marzo 2025 sono state presentate 38.726.202 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 87.412.834, pari al 34,448% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 17 marzo 2025 e terminerà il 4 aprile 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Anima acquistate sul mercato nei giorni 3 e 4 aprile 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

  • in

    First Capital, utile 2024 quasi azzerato. Dividendo in contanti e azioni

    (Teleborsa) – First Capital, holding finanziaria specializzata in investimenti di Private Investments in Public Equity e di Private Equity quotata su Euronext Growth Milan, ha chiuso l’esercizio 2024 con un utile netto consolidato di 0,21 milioni di euro (3,43 milioni di euro nel 2023).Il Risultato Netto della Gestione Finanziaria si attesta a 2,71 milioni di euro (6,26 milioni nel 2023), riconducibile prevalentemente al risultato netto dei titoli in portafoglio valutati al fair value durante l’esercizio, pari a 1,12 milioni (5,80 milioni nel 2023). Tale ultimo risultato è determinato prevalentemente dall’incremento di valore di Borsa nel 2024 delle partecipate Generalfinance, ALA, Next Geosolutions e TPS, nonché dalla variazione positiva del fair value delle partecipazioni non quotate in portafoglio; variazioni parzialmente assorbite dal decremento di valore di Borsa, in particolare, delle partecipate Orsero, Cy4Gate ed Intred. Concorrono alla formazione del Risultato Netto della Gestione Finanziaria anche dividendi da partecipate per euro 1,83 (1,46 milioni nel 2023) e altre voci minori.Il Totale Attivo ammonta a 109,5 milioni di euro (114,4 milioni al 31 dicembre 2023). La posizione finanziaria netta è rappresentata da debito netto per 14,7 milioni di euro (6,9 milioni al 31 dicembre 2023).”Il 2024 è stato un anno di nuovi importanti passi strategici per First Capital, con il completamento del piano di riorganizzazione del Gruppo che getta le basi per affermarsi come protagonista nell’offerta di soluzioni complete per le PMI sul mercato dei capitali – ha commentato Stefano Di Meo, Direttore Generale di First Capital – Parallelamente, per quello che riguarda il nostro core business, siamo convinti che First Capital poggi su basi solide, grazie ad un portafoglio composto da società con una forte di leadership di mercato, elevata redditività e solidità patrimoniale. Anche nel 2024, infatti, le nostre partecipate hanno registrato risultati positivi, rafforzando la loro posizione nei rispettivi mercati di riferimento; un segnale che ci suggerisce una prospettiva positiva anche per il 2025. Restiamo fermamente convinti che, soprattutto in questi periodi di forte incertezza, il nostro capitale permanente paziente, la rigorosa disciplina ed un approccio attivo costituiscano un vantaggio competitivo determinante per massimizzare i risultati nel lungo termine.Il Consiglio di Amministrazione propone all’Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo in parte in contanti ed in parte attraverso l’assegnazione di azioni proprie rivenienti da un aumento di capitale gratuito, secondo le modalità di seguito indicate: per la parte in denaro: 0,35 euro per ogni azione ordinaria in circolazione (escluse le azioni proprie); per la parte in azioni: l’assegnazione di azioni First Capital, rivenienti da un aumento di capitale a titolo gratuito, nel rapporto di n. 1 azione di nuova emissione ogni n. 50 azioni ordinarie First Capital detenute.Considerando il prezzo di chiusura dell’azione First Capital alla data del 27 marzo 2025, pari a 17,60 euro, la componente di dividendo costituita dall’assegnazione di azioni è pari a 0,34 euro per azione. Il dividendo complessivo di 0,69 euro per azione, con riferimento al prezzo di Borsa di cui sopra, corrisponde ad un dividend yield del 4% circa. La proposta di distribuzione del dividendo sia per la parte in denaro sia per quella in azioni prevede il seguente calendario: data di stacco 26 maggio 2025; data di legittimazione al pagamento 27 maggio 2025 (record date); data di pagamento 28 maggio 2025.(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO

  • in

    Borse europee in rosso zavorrate da comparto auto. In controtendenza Ferrari

    (Teleborsa) – Le Borse europee, Piazza Affari compresa, chiudono in rosso l’ultima seduta della settimana, zavorrate ancora ai titoli del comparto Auto e componentistica in vista dei nuovi dazi che dovrebbero scattare dal 3 aprile negli Stati Uniti. I listini peggiorano nel pomeriggio in tandem con Wall Street, dopo che una misura dell’inflazione statunitense si è dimostrata ancora forte: il dato core PCE (personal consumption expenditures price index), la misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, è aumentato più delle attese a febbraio.Sempre sul fronte macroeconomico, in Germania a marzo il tasso di disoccupazione è salito marginalmente a 6,3%. Nello stesso mese in Italia l’indagine Istat di marzo ha evidenziato un calo della fiducia sia delle imprese (86 da 86,9) sia dei consumatori (95 da 98,8), con rischi al ribasso per la ripresa riconducibili all’elevata incertezza geopolitica.Leggera crescita dell’Euro / Dollaro USA, che sale a quota 1,082. L’Oro continua la sessione in rialzo e avanza a quota 3.081,8 dollari l’oncia. Perde terreno il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scambia a 69,28 dollari per barile, con un calo dello 0,91%.Sulla parità lo spread, che rimane a quota +107 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,77%.Nello scenario borsistico europeo scivola Francoforte, con un netto svantaggio dello 0,96%, sostanzialmente invariato Londra, che riporta un moderato -0,08%, e in rosso Parigi, che evidenzia un deciso ribasso dello 0,93%.Sessione negativa per Piazza Affari, con il FTSE MIB che lascia sul parterre lo 0,92%; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share ha perso lo 0,90%, terminando la seduta a 40.987 punti.Sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap, che mostra un calo dello 0,65%; sulla stessa tendenza, negativo il FTSE Italia Star (-1,1%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, bilancio decisamente positivo per Ferrari, che vanta un progresso del 2,58%. Buona performance per Snam, che cresce del 2,40%. Sostenuta Inwit, con un discreto guadagno del 2,24%. Buoni spunti su Enel, che mostra un ampio vantaggio del 2,22%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Iveco, che ha archiviato la seduta a -4,00%. Pessima performance per Stellantis, che registra un ribasso del 3,94%. Spicca la prestazione negativa di STMicroelectronics, che scende del 3,71%. Unipol scende del 3,54%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, El.En (+3,65%), SOL (+2,32%), ENAV (+2,10%) e IREN (+2,06%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su TXT E-solutions, che ha archiviato la seduta a -4,74%. Sessione nera per Danieli, che lascia sul tappeto una perdita del 4,71%. Calo deciso per Banco di Desio e della Brianza, che segna un -4,64%. In perdita Ferragamo, che scende del 4,35%. LEGGI TUTTO

  • in

    Disabilità a scuola, Istat: “Migliora offerta di insegnanti di sostegno ma ancora ritardi per l’inclusione”

    (Teleborsa) – Aumentano gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane di ogni ordine e grado: quasi 359mila nell’anno scolastico 2023-2024, il 4,5% del totale degli iscritti (+6% rispetto al precedente anno scolastico), 75mila in più negli ultimi cinque anni (+26%). Cresce la quota di docenti per il sostegno con una formazione specifica: dal 63% al 73% in quattro anni, ma sono ancora molti gli insegnanti non specializzati (27%, nel Nord 38%) e l’11% viene assegnato in ritardo. Elevata la discontinuità nella didattica: più di un alunno su due (il 57% degli alunni con disabilità) ha cambiato insegnante per il sostegno da un anno all’altro, l’8,4% nel corso dello stesso anno scolastico.È quanto rileva l’Istat nel report “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – Anno scolastico 2023-2024”.Ancora in aumento gli alunni con disabilità: più 75mila in cinque anniNell’anno scolastico 2023/2024 sono quasi 359mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado (il 4,5% degli iscritti, fonte MIM), circa 21mila in più rispetto all’anno precedente (+6%). La quota di alunni con disabilità è più alta nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dove si attesta al 5,5%, mentre diminuisce nella scuola dell’infanzia e nella secondaria di secondo grado (rispettivamente il 3,2% e il 3,5%). L’aumento degli alunni con disabilità nelle scuole italiane è particolarmente evidente se si va poco più indietro nel tempo. Rispetto all’anno scolastico 2018/2019 l’incremento è stato del 26%, circa 75mila in più.Notevoli le differenze in termini di genere: gli alunni con disabilità sono prevalentemente maschi, 228 ogni 100 femmine. Tale evidenza è in linea con le statistiche epidemiologiche che da tempo evidenziano sensibili differenze di genere in vari disturbi dello sviluppo neurologico, tra cui i disturbi dello spettro autistico e i disturbi del comportamento e dell’attenzione.Il problema più diffuso è la disabilità intellettiva, che riguarda il 40% degli studenti con disabilità, quota che cresce nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, attestandosi rispettivamente al 46% e al 52%; seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (35% degli studenti), questi ultimi più frequenti nella scuola primaria (39%) e nella scuola dell’infanzia (63%). I disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione riguardano quasi un quinto degli alunni con disabilità; entrambi sono più diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado (rispettivamente il 24% e il 20% degli alunni). Meno frequenti invece sono le problematiche relative alla disabilità motoria (9%) e alla disabilità visiva o uditiva (circa 7%), con differenze poco rilevanti tra gli ordini scolastici. Il 37% degli alunni con disabilità presenta più tipologie di problema; in particolare, la condizione di pluri-disabilità è più frequente tra gli alunni con disabilità intellettiva (53% dei casi). Più di un quarto degli studenti (28%) ha un problema di autonomia, legato alla difficoltà nello spostarsi all’interno dell’edificio, nel mangiare, nell’andare in bagno o nel comunicare; la difficoltà più diffusa riguarda la comunicazione (21%) o l’andare in bagno (19%); meno frequenti appaiono le difficoltà nello spostarsi o nel mangiare (rispettivamente 13% e 8%). Tra gli studenti con problemi di autonomia, uno su cinque non è in grado di svolgere autonomamente nessuna delle quattro attività.Quasi tutti gli alunni presentano una certificazione di disabilità o di invalidità (98%) che permette l’attivazione del sostegno scolastico. Inoltre, una quota marginale di alunni (1,3%) usufruisce del sostegno didattico pur non disponendo di una certificazione; si tratta spesso di alunni in attesa di certificazione o con problematiche borderline a cui la scuola decide di dedicare una parte delle risorse disponibili. LEGGI TUTTO