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    Irce, utile 9 mesi sale a 7,1 milioni di euro. Fatturato -1,7%

    (Teleborsa) – Irce, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e operatore nel settore dei conduttori per avvolgimento di macchine elettriche e nel settore dei cavi elettrici, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un fatturato consolidato di 306,04 milioni di euro, in calo dell’1,7% rispetto ai 311,31 milioni dei primi nove mesi 2023; riduzione dovuta principalmente ai minori volumi venduti solo in parte compensata dall’aumento del prezzo del rame (la quotazione media LME in Euro dei primi nove mesi 2024 è stata del 6,0% superiore a quella dello stesso periodo 2023).L’EBITDA è stato di 18,64 milioni di euro, in aumento di 3 milioni rispetto allo stesso periodo del 2023. L’utile di periodo è stato di 7,11 milioni di euro (+560 mila euro).La posizione finanziaria netta al 30 settembre 2024 ammonta a 50,35 milioni di euro, in aumento rispetto a 25,65 milioni del 31 dicembre 2023, dovuto principalmente agli investimenti realizzati nel periodo, pari a 25,90 milioni, che riguardano in larga parte il progetto in Repubblica Ceca.Alla luce dell’attuale debolezza dell’economia in generale si prevedono per il quarto trimestre ulteriori rallentamenti della domanda del mercato in particolare nel settore dei conduttori per avvolgimenti mentre nei cavi l’attuale portafoglio ordini, composto anche da commesse pluriennali, consente di contenere la riduzione delle vendite nei mercati tradizionali. In questo difficile contesto per il 2024, Irce prevede comunque di raggiungere risultati in linea con il 2023. LEGGI TUTTO

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    Manovra, D’Amico: “Apprezzamenti per supporto alle MPMI”

    (Teleborsa) – Il disegno di legge di bilancio per il 2024 è stato al centro di un incontro, svoltosi oggi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra il Governo e le principali organizzazioni sindacali datoriali. Il presidente di Confimprese Italia, Guido D’Amico ha espresso apprezzamento per l’attenzione rivolta ai conti pubblici e agli sforzi concreti destinati al supporto delle micro, piccole e medie imprese (MPMI), sottolineando in particolare i seguenti punti salienti: il taglio del cuneo fiscale, con l’obiettivo di alleggerire il carico sulle imprese e i lavoratori; l’accorpamento delle aliquote IRPEF, destinato a semplificare il sistema fiscale; i vantaggi previsti per le nuove assunzioni, con misure mirate a stimolare l’occupazione; irifinanziamenti del credito d’imposta, che costituiscono un supporto importante per le imprese in crescita.Nel corso dell’incontro, D’Amico ha ribadito l’importanza di includere nella manovra ulteriori misure per stimolare l’economia, come facilitazioni per l’accesso al credito, incentivi per le micro imprese nel settore turistico, agevolazioni per l’espansione verso nuovi mercati internazionali, e l’estensione della programmazione negoziata a regioni strategiche come il Basso Lazio. Inoltre, ha sollecitato una riconsiderazione della Legge 180/2011, conosciuta come lo “Statuto delle Imprese”.Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha focalizzato l’attenzione sulla crisi di Stellantis e del settore automotive, proponendo soluzioni per il rilancio del comparto. Urso ha anche anticipato l’imminente pubblicazione del “Libro Verde Made in Italy 2030”, destinato a riaccendere il dibattito sulla politica industriale del Paese. Infine, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha approfondito il tema del codice unico degli incentivi e della legge annuale per le PMI, evidenziando l’importanza di misure strutturate per il supporto alle piccole e medie imprese italiane. LEGGI TUTTO

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    Iccrea Banca sale al 20% di Pitagora. Banca di Asti resta socio di controllo

    (Teleborsa) – Iccrea Banca ha perfezionato l’acquisto di una ulteriore partecipazione pari al 10,10% del capitale sociale di Pitagora, attiva nel credito al consumo, per effetto dell’esercizio della opzione di acquisto concessa a Iccrea Banca nel contesto del più ampio accordo di partnership di lungo termine siglato tra Iccrea Banca e Pitagora il 23 dicembre 2020, operativo dai primi mesi del 2021, e dell’ingresso di Iccrea Banca nell’azionariato di Pitagora.In seguito all’esercizio dell’opzione call, la partecipazione di Iccrea Banca in Pitagora è pari al 20% e gli accordi commerciali e di funding tra Pitagora e BCC Credito Consumo, società del Gruppo BCC Iccrea specializzata nell’offerta di finanziamenti personalizzati dedicati alle famiglie, sono estesi automaticamente fino al 31 dicembre 2028.Banca di Asti resta il socio di controllo di Pitagora con una partecipazione pari al 56,5% del capitale della stessa mentre il restante 23,5% è in capo al Management di Pitagora.”Siamo soddisfatti della finalizzazione di questa operazione che incrementa la nostra partecipazione in una delle società più importanti nel settore della cessione del quinto dello stipendio in Italia – ha commentato Mauro Pastore, Direttore Generale del Gruppo BCC Iccrea – L’estensione degli accordi commerciali e di funding con Pitagora fino al 2028 permetterà alle nostre 114 BCC di continuare a servire la clientela con professionalità qualificate e consolidare le relazioni di fiducia anche in un business specialistico come quello della cessione del quinto”.Nell’esercizio 2023, Pitagora ha realizzato un volume d’affari complessivo pari a 851 milioni di euro, segnando un incremento del 16,5% rispetto ai risultati dell’anno precedente con oltre 38 mila operazioni di finanziamento. Pitagora ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile superiore ai 7 milioni di euro, un Cet 1 del 14,8%, un Rorac del 31,9%, un Roe del 11,2% e un Cost/Income del 39,9% rispetto al 42,6% del 2023. LEGGI TUTTO

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    Wall Street in stand-by. Focus su dati macro e dichiarazioni Fed

    (Teleborsa) – Seduta poco mossa a Wall Street, con gli investitori che analizzato i dati macroeconomici e le dichiarazioni dei banchieri centrali per avere indizi sulla possibilità di un nuovo taglio ai tassi di interesse da parte della Fed il mese prossimo. È importante “continuare a prestare attenzione a entrambi i lati del nostro mandato”, ha detto Adriana Kugler, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve.Prima della campanella è emerso che l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato leggermente più delle attese a ottobre. Inoltre, le domande di sussidi di disoccupazione statunitensi sono scese al livello più basso da maggio la scorsa settimana.Sul fronte politico, i media statunitensi hanno assegnato il controllo della Camera dei rappresentanti ai repubblicani (il conteggio in alcuni Stati era proseguito per i margini sottili tra gli sfidanti), anche se con un margine sottile. La vittoria dei repubblicani alla Casa Bianca e al Congresso conferisce al presidente Donald Trump un potere significativo per attuare il suo programma.Per quanto riguarda le trimestrali, Disney ha riportato entrate e utili migliori del previsto nel quarto trimestre, rafforzati in particolare dalla buona prestazione dello streaming.Sul fronte dell’M&A, Tapestry e Capri hanno annullato la loro fusione dopo che l’accordo è stato bloccato dalla Federal Trade Commission. General Mills ha stipulato un accordo per acquisire l’attività di alimentazione per gatti e trattamento per animali domestici in Nord America di Whitebridge Pet Brands in una transazione valutata 1,45 miliardi di dollari.Guardando ai principali indici del listino USA, il Dow Jones si attesta sui valori della vigilia a 43.983 punti; sulla stessa linea, si muove intorno alla parità l’S&P-500, che continua la giornata a 5.985 punti. Senza direzione il Nasdaq 100 (+0,04%); sulla stessa linea, pressoché invariato l’S&P 100 (+0,1%). LEGGI TUTTO

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    Tavolo Stellantis, Urso: industria auto al collasso, aumenteremo risorse in manovra

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, AdolfoUrso, ha dichiarato che l’industria automobilistica europea è “al collasso” e ha sostenuto la necessità di intervenire “subito”. Questo il quadro proposto dal ministro nel corso del tavolo Stellantis al Mimit. Il ministro ha fatto riferimento agli annunci degli ultimi mesi di Volkswagen che prevede la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, al caso della fabbrica Audi di Bruxelles che interromperà le attività a febbraio e alla situazione di importanti aziende della componentistica europea che cesseranno le proprie attività, con il relativo licenziamento di decine di migliaia di dipendenti. “È il momento delle scelte, altrimenti nei prossimi mesi, senza un cambio di rotta in Europa, dopo gli agricoltori anche gli operai bloccheranno le capitali europee e imporranno un cambio di rotta”, ha avvertito. Secondo Urso “il problema non è Trump e non è nemmeno la Cina. Biden ha alzato i dazi alle auto cinesi al 100%. E la Cina ha investito sul green deal europeo. Il problema è l’Europa. Noi non possiamo decidere sulle scelte degli Usa, quello spetta agli elettori americani. Noi possiamo decidere sulle scelte dell’Europa e siamo obbligati a farlo, tenendo conto della realtà”.”Dobbiamo cambiare da subito la politica industriale nel settore delle auto in Europa. Non possiamo aspettare la revisione prevista alla fine del 2026. Tra due anni non avremo più una industria automobilistica”, ha proseguito. Il ministro ha annunciato che venerdì prossimo sarà a Parigi, alla trilaterale Italia-Francia-Germania delle associazioni nazionali di impresa, e affronterà il tema anche con il ministro e vicecancelliere tedesco Habeck e il nuovo ministro dell’industria francese Ferracci. “Mi appello ai sindacati italiani, a Confindustria e all’Anfia affinché facciano fronte comune con le associazioni europee. È il momento delle scelte. Dobbiamo fare squadra”, ha esortato il ministro. Urso ha definito “follia” le multe previste dall’Unione europea a partire dal 2025 per le case che non rispetteranno i limiti sulle emissioni: “è il motivo principale che sta portando alla chiusura degli stabilimenti”, ha detto Urso durante l’incontro.Il ministro ha confermato che non verranno introdotti di nuovo gli ecobonus per l’acquisto di auto nuove. “Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese – ha aggiunto – soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive. E proponiamo nel nostro ‘non paper’ un piano automotive Ue con incentivi alla domanda, stabili e duraturi nel tempo, con risorse comuni destinate ai consumatori europei”.Il ministro ha quindi chiesto a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell’auto italiana e di presentare “un vero, significativo e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento degli investimenti nel nostro Paese”. “Questa è la posizione del sistema Italia non solo del governo”, ha sostenuto facendo riferimento alle mozioni parlamentari e allo sciopero dei sindacati delle scorse settimane.”Stellantis ha un piano per l’Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership. Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla elettrificazione e l’Italia è un Paese esportatore”, ha risposto Daniela Poggio, vicepresidente communication & public affairs di Stellantis Italia, in occasione della riunione al Mimit. “In questo momento di transizione le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi decisi nella legislazione europea 2014-2019 – ha aggiunto Poggio -. Modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi perché l’industria automobilistica opera su tempi molto lunghi”. Giuseppe Manca, responsabile risorse umane di Stellantis Italia, nel suo intervento al tavolo ha assicurato invece che il Gruppo “non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi. Stellantis ha un piano per l’Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”. LEGGI TUTTO

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    Fincantieri migliora guidance su ricavi e debito dopo 9 mesi in crescita

    (Teleborsa) – Fincantieri, colosso italiano a controllo pubblico attivo nel settore della cantieristica navale, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con ricavi in crescita a 5.583 milioni di euro (+4% vs 9M 2023) ed EBITDA a 328 milioni di euro, in aumento del 19% rispetto ai 9M 2023 (276 milioni), trainato dalla forte performance nell’Offshore (+47%) e nel business Sistemi, Componenti e Infrastrutture (EBITDA triplicato rispetto ai 9M 2023).Margine EBITDA al 5,9%, in accelerazione rispetto al 5,1% dei 9M 2023 e al 5,2% di fine 2023, grazie a efficienza operativa nei segmenti Shipbuilding e Offshore e agli effetti del turnaround del business Infrastrutture del segmento Sistemi, Componenti e Infrastrutture.Posizione finanziaria netta (PFN) negativa per 2.059 milioni di euro, in ulteriore miglioramento, anche grazie all’effetto temporaneo dall’aumento di capitale completato a luglio 2024. Al netto di tale componente, la PFN è negativa per 2.440 milioni, e comunque in miglioramento rispetto ai 9M 2023 (2.705 milioni).Carico di lavoro complessivo (backlog totale) a 40,1 miliardi di euro, circa 5,2 volte i ricavi realizzati nel corso del 2023. Nuovi ordini acquisiti pari a 8,5 miliardi, più del doppio degli ordini acquisiti nei 9M 2023 (4 miliardi), con un book to bill pari a 1,5x.”I risultati dei primi nove mesi sono una prova tangibile della solidità e della pianificazione strategica, che non solo confermano la visione sottostante il nostro Piano Industriale ma permettono di migliorare ulteriormente le previsioni di crescita per fine anno – ha commentato l’AD Pierroberto Folgiero – Il livello del portafoglio ordini, raggiunto in tutti i segmenti, rappresenta il riconoscimento del nostro ruolo distintivo e della competitività della nostra offerta, in un mercato globale sempre più articolato”Fincantieri migliora la guidance 2024 su ricavi e rapporto di indebitamento, confermando il target di EBITDA margin. Si aspetta ricavi in aumento a oltre euro 8 miliardi, marginalità intorno al 6% e in crescita di un punto percentuale rispetto al 2023, rapporto di indebitamento (PFN/EBITDA) tra il 4,5x e il 5,0x escluso l’effetto temporaneo dell’aumento di capitale, in ulteriore miglioramento rispetto alla precedente guidance 2024 tra il 4,5x e il 5,5x. LEGGI TUTTO

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    Mimit, convocati i tavoli Priolo, Versalis e della Chimica

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel confermare il Tavolo sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo per giovedì 21 novembre, ha inoltre dato indicazione di convocare il Tavolo Versalis per martedì 3 dicembre e il Tavolo sull’industria della Chimica per giovedì 5 dicembre. I tavoli – fa sapere il Mimit in una nota – avranno l’obiettivo di salvaguardare e rilanciare l’industria della Chimica italiana, settore strategico per il sistema industriale del Paese.Il tavolo Priolo – spiega la nota – è stato convocato d’urgenza alla luce delle recenti decisioni del Tribunale del Riesame di Roma in merito all’ordinanza del Tribunale di Siracusa, che hanno di fatto bloccato la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. (Industria Acqua Siracusana) di Priolo Gargallo, compromettendo le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol. Una minaccia che va subito sventata, perché rischia di pregiudicare il lavoro di decine di migliaia di persone e della stessa chimica nazionale.Il tavolo Versalis è stato convocato per consentire all’azienda di illustrare in sede istituzionale con tutte le parti sociali il piano industriale che dovrà confermare gli impegni di investimento funzionali alla salvaguardia dei livelli occupazionali e a una presenza più qualificata e sostenibile dell’industria chimica italiana nel mercato europeo e mondiale.Nel Tavolo sull’industria della Chimica, infine, verrà delineata la politica strategica del settore, sia in ambito nazionale che europeo, in linea con le indicazioni del libro verde di politica industriale “Made in Italy 2030” ora sottoposto a consultazione pubblica. LEGGI TUTTO

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    Borse europee, valore IPO terzo trimestre al minimo dal 2009. Cresce l’M&A

    (Teleborsa) – La raccolta di capitale azionario sulle borse europee ha totalizzato 82,7 miliardi di euro nei primi tre trimestri del 2024, con un aumento dell’8,4% rispetto ai 76,3 miliardi di euro emessi nei primi tre trimestri del 2023, sulla scia di un moderato aumento delle offerte azionarie secondarie (9% YtD) e di un ampio aumento annuale delle IPO (87% YtD). È quanto emerge dal consueto report dell’Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME).La raccolta di capitaleLe offerte secondarie hanno contribuito maggiormente al capitale totale raccolto, con 65,8 miliardi di euro emessi YtD che rappresentano il 79,6% dell’emissione complessiva dei primi tre trimestri dell’anno. Dopo una prima metà dell’anno solida, le IPO hanno accumulato 11,7 miliardi di euro YtD, un aumento dell’87,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, le IPO hanno totalizzato solo 0,15 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2024, l’importo più basso dal terzo trimestre del 2009.L’emissione di azioni sui cosiddetti Junior exchanges ha accumulato 2,9 miliardi di euro YtD, un calo del 6,5% rispetto ai primi tre trimestri del 2023. Il calo è stato determinato sia da minori emissioni di IPO che da offerte secondarie. Le borse “Junior” sono sedi con requisiti di quotazione meno onerosi che facilitano la raccolta di capitale azionario da parte di piccole e medie imprese e aziende più giovani.Il mercato principale della LSE ha guidato la sottoscrizione azionaria totale accumulando un totale di 23,2 miliardi di euro durante i primi tre trimestri dell’anno, seguito da Frankfurt Prime (8,7 miliardi di euro) ed Euronext Paris (7,9 miliardi di euro).Le IPONei primi tre trimestri del 2024, sono state completate 63 operazioni di IPO sulle borse europee, leggermente meno delle 68 operazioni completate nello stesso periodo del 2023. Tuttavia, il capitale totale raccolto nei primi tre trimestri del 2024 (11,7 miliardi di euro) ha riflesso un aumento dell’87,2% rispetto all’importo raccolto nei primi tre trimestri del 2023 (6,23 miliardi di euro).Non sono state effettuate emissioni di IPO supportate da PE nel terzo trimestre del 2024, a seguito del forte importo di 6,4 miliardi di euro di proventi accumulati nella prima metà dell’anno.A partire dal terzo trimestre del 2024, un totale di 6.811 società nazionali erano quotate sulle borse europee (UE, Regno Unito e Svizzera). Ciò rappresenta un calo rispetto alle 7.487 società quotate a settembre 2023.L’M&ALe operazioni di M&A europee completate hanno totalizzato 531 miliardi di euro di valore dell’operazione nei primi tre trimestri del 2024, con un aumento del 3,7% rispetto al valore dell’operazione nello stesso periodo del 2023 (512 miliardi di euro).Le operazioni di sponsorizzazione supportate da PE hanno accumulato 201 miliardi di euro di valore dell’operazione YtD (37,9% del totale), con un calo dello 0,9% rispetto ai 203 miliardi di euro emessi nello stesso periodo del 2023 (39,6% del totale).Nei primi tre trimestri dell’anno, le operazioni di M&A annunciate hanno totalizzato 627 miliardi di euro, un aumento del 25% rispetto ai 501 miliardi di euro accumulati nello stesso periodo del 2023, riflettendo una significativa ripresa rispetto alla cifra contenuta osservata nel 2023.Il mercato secondarioNel terzo trimestre del 2024, il turnover dei prodotti azionari negoziati in Europa è aumentato del 34% anno su anno. Ciò include il trading indirizzabile su tutte le sedi, anche gli OTC.Il turnover ratio, calcolato come valore del turnover annualizzato rispetto alla capitalizzazione di mercato, è aumentato al 111% nel terzo trimestre del 2024 dopo un minimo record del 100% osservato nella seconda metà del 2023. Per la tendenza a lungo termine, i dati di mercato mostrano un marcato deterioramento della liquidità di mercato misurata dal turnover ratio con un calo da circa il 150% nel 2018 al 100-120% osservato negli ultimi 12 mesi.La capitalizzazione di mercato delle azioni quotate in Europa (UE, Regno Unito e Svizzera) è rimasta pressoché invariata nel terzo trimestre del 2024 a 17.000 miliardi di euro, senza registrare variazioni significative rispetto al trimestre precedente. LEGGI TUTTO