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    Domino’s Pizza paga dazio con la trimestrale, titolo in calo

    (Teleborsa) – Perde terreno il titolo Domino’s Pizza mostrando un ribasso del 3,21%.La catena di ristoranti ha chiuso il quarto trimestre con vendite negli USA (a perimetro costante) in crescita dello 0,4%, ma inferiore a quanto atteso dagli analisti (+1,63%).Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice Nasdaq 100, evidenzia un rallentamento del trend di Domino’s Pizza rispetto all’indice dei titoli tecnologici USA, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.L’analisi di medio periodo conferma la tendenza positiva di Domino’s Pizza. Sebbene il breve periodo mette in risalto un allentamento della linea rialzista al test del top 453,3 USD. Primo supporto visto a 436,3. Tecnicamente si prevede uno sviluppo negativo in tempi brevi verso il supporto 425,2. LEGGI TUTTO

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    Lollobrigida: Ue lavori per evitare nuovi dazi USA

    (Teleborsa) – “Gli Stati Uniti sono un alleato strategico e invitiamo la Commissione a lavorare per evitare l’imposizione di nuovi dazi, soprattutto nel settore agroalimentare, che non gioverebbero nemmeno all’economia statunitense, che non può produrre molte delle eccellenze europee, realizzate con metodologie che ne garantiscono la qualità”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso del proprio intervento della sessione pubblica del consiglio Agrifish in corso a Bruxelles. Il Ministro ha anche mostrato preoccupazione riguardo l’ipotesi di spacchettamento dei fondi europei per l’agricoltura: “crediamo che l’agricoltura abbia la necessità di stabilizzare le risorse sia per quanto riguarda l’aspetto della produzione di cibo sia per quanto riguarda quello della custodia del territorio dove è indispensabile il ruolo degli agricoltori”.”Condivido – ha poi aggiunto il ministro – le preoccupazioni sull’utilizzo dell’acqua: credo sia necessario un piano strategico Europeo infrastrutturale con fondi ulteriori”. Lollobrigida ha poi sottolineato le “parole importanti” pronunciate oggi e durante la presentazione del piano europeo per una nuova visione dell’agricoltura sulla “necessità di ricercare la sovranità alimentare europea con una presa di responsabilità sui vari ambiti strategici come la competitività del settore agricolo, il giusto posizionamento dei prodotti di qualità, la difesa dai prodotti standardizzati di aree che non rispettano i nostri criteri e l’attrattività per le generazioni future”. LEGGI TUTTO

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    Acea partecipa all’Italy-UAE Business Forum

    (Teleborsa) – Si è tenuto oggi l'”Italy – UAE Business Forum”, l’evento promosso con l’obiettivo di favorire e rafforzare i legami economici e industriali tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti, con un focus su networking, partnership innovative e opportunità di investimento. Ai lavori hanno partecipato esperti, rappresentanti istituzionali dei Paesi e delle imprese. ACEA, intervenuta con una delegazione guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo, ha preso parte alla sessione dedicata alle infrastrutture, in cui si è discusso del posizionamento strategico dell’Italia e degli Emirati Arabi Uniti nello sviluppo di progetti di livello mondiale. Nel corso del panel – sottolinea ACEA in una nota – è stata evidenziata la necessità di realizzare investimenti nel settore idrico a tutela della risorsa, ormai considerata di priorità strategica a livello globale, anche attraverso partnership che consentano di fare sistema in ambito internazionale. In questo quadro si inserisce il Memorandum d’Intesa (MOU), firmato oggi nel corso dell’evento, tra ACEA e Metito Utilities con cui si intende esplorare opportunità di collaborazione nel settore idrico a livello internazionale, con particolare focus su Africa e Medio Oriente. L’accordo formalizza una partnership strategica tra ACEA, Gruppo industriale leader nel settore idrico e tra i primi operatori dell’ambiente e dell’energia, e Metito Utilities, investitore, sviluppatore e operatore di soluzioni per una gestione sostenibile dell’acqua e di assets idrici resilienti ai cambiamenti climatici a livello globale. La collaborazione è finalizzata allo sviluppo di soluzioni innovative per la sicurezza idrica, facendo leva sull’expertise di entrambe le società nella gestione di infrastrutture e nella sostenibilità.Nell’ambito del MOU, entrambe le società valuteranno possibili collaborazioni nelle seguenti aree: finanziamento, progettazione, costruzione, gestione e manutenzione di impianti di trattamento delle acque e delle acque reflue, di impianti di desalinizzazione, di reti di approvvigionamento e distribuzione nonché di sistemi di trattamento, smaltimento e riutilizzo dei fanghi. L’accordo prevede, altresì, opportunità nei servizi tecnici e commerciali per il settore idrico.”Questo accordo – si legge nella nota – rappresenta un’opportunità strategica per ACEA di espandere la propria presenza all’estero ed è coerente con la propria partecipazione alla cabina di regia del Piano Mattei che la vede impegnata nella ricerca e nello sviluppo di progetti per la gestione della risorsa idrica in Africa. La collaborazione con Metito Utilities, leader mondiale nella realizzazione di soluzioni idriche sostenibili, sottolinea l’impegno delle due aziende per lo sviluppo di infrastrutture e per una gestione efficiente della risorsa al fine di affrontare le sfide future”. LEGGI TUTTO

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    USA, Fed Dallas: peggiora il settore manifatturiero a febbraio

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas, nel mese di febbraio, secondo quanto segnalato dai dirigenti aziendali che hanno risposto al Texas Manifacturing Outlook Survey. L’indice generale manifatturiero, elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, si è portato a -8,3 punti rispetto ai +14,1 del mese precedente. Bisogna ricordare che quando le aziende che segnalano un aumento supera il numero di quelle che segnalano una diminuzione, l’indice sarà maggiore di zero e viceversa.L’indice di produzione, una misura chiave delle condizioni di produzione dello Stato, è calato di 21 punti a -9, mentre i nuovi ordini sono scesi di 11 punti a -3,5. L’indice della capacità di utilizzo si è portato a -8,7 mentre l’indice delle consegne resta positivo ma cala a +5,6. LEGGI TUTTO

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    Unrae, il mercato dell’auto usata cresce anche a dicembre (+7,3%)

    (Teleborsa) – Con 454.429 trasferimenti di proprietà (dati in attesa di consolidamento), il mercato delle auto usate a dicembre 2024 segna una crescita del 7,3% rispetto ai 423.350 di dicembre 2023. In particolare, i trasferimenti netti segnano un +7,7% e le minivolture un +6,9%. L’anno chiude in aumento del 7,4%, con 5.410.612 passaggi complessivi rispetto ai 5.037.355 del 2023. Rispetto al 2019, invece, si registra un livello inferiore del 6,2% nel mese e del 3,6% nell’intero anno. È quando rileva l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae) nel report relativo al Mercato delle autovetture usate di Dicembre 2024. Trasferimenti netti: AlimentazioniIn dicembre il diesel mantiene la leadership fra le motorizzazioni, ma continua a ridurre il suo peso, scendendo al 43,4% di quota e portando al 44,8% l’intero 2024; al secondo posto il benzina, con una quota in leggero calo al 38,1% nel mese (-0,3 p.p.) e al 38,6% nel cumulato. Le ibride occupano una terza posizione molto distanziata, con il 9,4% nel mese e il 7,8% nel cumulato; segue il Gpl, al 4,8 in dicembre e nell’intero 2024. Il metano si posiziona al 2,1% nel mese e nell’anno, BEV e plug-in salgono rispettivamente a 1,0% e 1,2% del totale (0,8% e 1,0% nel 2024).Trasferimenti netti: ContraentiSi mantiene stabile anche in dicembre il quadro dei trasferimenti per contraente: gli scambi tra privati/aziende, che rimangono largamente predominanti, nel mese cedono 0,1 punti di quota e rappresentano il 56,8% di tutti i passaggi di proprietà (56,1% nel cumulato). Cedono 0,3 punti quelli da operatore a cliente finale, al 38,1% nel mese (39,4% nell’anno). In crescita gli scambi provenienti da auto-immatricolazioni (4,1%), mentre cedono quelli provenienti dal noleggio (1,0% complessivo nel mese e 0,8% nell’anno). Trasferimenti netti: Analisi per RegioneL’analisi per regione conferma inalterati tutti i ranking nel mese e nell’anno. Lombardia al primo posto, stabile al 15,8% nel mese (15,9% nell’anno, +0,4 p.p.), Lazio al secondo, stabile al 9,6% (9,8% nell’anno, in calo di 0,1 p.p.). Campania in terza posizione con l’8,8% nel mese e il 9,1% nell’anno. Veneto quarto nel mese (8,4%) ma solo quinto nell’anno con l’8,0% dopo la Sicilia (8,3%).Trasferimenti netti: AnzianitàIn dicembre la quota dei trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità scende dal 48,4% degli 11 mesi precedenti al 47,1%, 1,9 punti in meno rispetto al 2023, portando al 48,3% il cumulato annuo. La quota di auto da 4 a 6 anni nel mese vale il 12,1%, in calo di 0,1 punti rispetto agli 11 mesi precedenti e di 0,8 punti rispetto a dicembre 2023, al 12,2% nell’anno (-0,3 p.p.). La quota di auto da 6 a 10 anni vale il 17,0% (+0,9 p.p. rispetto al 2023), al 17,0% anche nell’anno; 12,2% quella di auto da 2 a 4 anni, 0,8 punti più alta del 2023 (11,8% nell’anno) e 4,6% la quota delle auto da 1 a 2 anni, 0,8 punti più alta di dicembre 2023 (4,3% nell’anno). Le vetture fino a 1 anno pesano il 7,0% nel mese (+0,1 p.p. su dicembre 2023) e il 6,5% nell’anno. Nel complesso, i trasferimenti di vetture fino a 4 anni di anzianità coprono il 23,8% a dicembre, +1,7 p.p. sullo stesso mese 2023.Minivolture: ContraentiSul fronte delle minivolture, in dicembre perde 3,2 punti la quota di privati o altre società che permutano la propria vettura, in calo al 57,4% (56,8% nell’anno), e recupera 0,6 punti la quota dei ritiri di autovetture da parte degli operatori, al 25,9% nel mese e 26,7% nell’anno. Guadagnano 1,9 punti le auto provenienti dal Noleggio a Lungo Termine (all’11,0% in dicembre e 10,7% nei 12 mesi), e 0,8 punti quelle provenienti dal Noleggio a Breve Termine (al 3,7% nel mese, 3,8% nell’anno), stabili al 2,1% quelle provenienti da auto-immatricolazioni (2,0% nell’anno).Minivolture: AlimentazioniAnche fra le minivolture, le auto diesel confermano la leadership nel mese, seppur in calo di 5,3 punti, al 44,2% (47,8% nell’intero 2024), il benzina guadagna 1 p.p. al 33,2% (31,7% nell’anno). Il Gpl scende di 0,2 punti (al 5,2%), in calo il metano (al 2,0%). In sostenuta crescita le minivolture di auto ibride: 12,3% di share nel mese (10,4% nell’anno). Le plug-in e le auto BEV si posizionano rispettivamente all’1,8% e all’1,4% di quota nel mese, all’1,6% e all’1,2% nell’annoMinivolture: AnzianitàAnche fra le minivolture si contrae la quota delle autovetture con più di 10 anni, al 33,7% del totale nel mese (35,9% nell’anno). In calo di 1,6 p.p. la fascia da 4 a 6 anni (12,7% nel mese, 14,3% nell’anno). Cede 0,6 p.p. la fascia da 1 a 2 anni, al 5,6% nel mese e 5,7% nell’anno. Stabile, invece, la fascia da 6 a 10 anni (18,7% nel mese e 19,8% nell’anno), ed in crescita quella da 2 a 4 anni (17,1% nel mese e 16,4% nell’anno) e in modo sostenuto quella fino a 1 anno (12,2% nel mese e 7,9% nell’anno).Usato / Nuovo – 12 mesi 2024 vs 2023Sul mercato italiano nel 2024 sono state acquistate complessivamente 3,096 milioni di autovetture usate e 1,578 autovetture nuove (per un totale di 4.673.960 unità, +4,7% rispetto allo stesso periodo 2023), con un rapporto usato/nuovo in crescita: per ogni auto nuova ne sono state acquistate 2,0 usate (1,8 in gennaio-dicembre 2023).Usato 12 mesi 2024 vs Circolante al 31.12.2023 per anzianitàIn Italia al 31 dicembre 2023 circolavano oltre 40 milioni di autovetture, il 57,9% delle quali con un’anzianità superiore ai 10 anni. Nel complesso, ogni 100 auto circolanti a inizio 2024, nel corso dell’anno ne sono state acquistate 7,7 usate, mentre tale rapporto scende a 6,4 per la fascia con anzianità superiore ai 10 anni.Usato 12 mesi 2024 vs Circolante al 31.12.2023 per Classe EuroIl 37,5% delle auto circolanti al 31 dicembre 2023 rispondeva alla Direttiva Euro 6, il 16,9% alla Direttiva Euro 5 e il 22,4% a quella Euro 4. Nel corso del 2024 i trasferimenti di auto Euro 6 sono stati il 48,2% del totale (quasi 1 trasferimento di proprietà netto ogni 10 auto circolanti), quelli di auto Euro 5 il 18,4% e quelli di auto Euro 4 il 22,1%. Quote molto più basse di trasferimenti rispetto al circolante (da 1 a 3,8 ogni 100 vetture) si registrano per le auto da Euro 0 a Euro 2.Usato 12 mesi 2024 vs Circolante al 31.12.2023 per AlimentazioneIl 42,6% delle auto circolanti al 31 dicembre 2023 era composto da auto a benzina, in linea con il 42,2% di auto diesel. A fronte di ciò, nell’anno 2024 i trasferimenti di auto a benzina sono stati il 38,6% del totale e quelli di auto diesel il 44,8%. I trasferimenti di vetture ibride coprono una quota del 7,8% a fronte di una share del 5,3% sul circolante al 31 dicembre 2023. Le nuove alimentazioni (BEV, PHEV, HEV) hanno la più alta incidenza del numero di trasferimenti netti rapportati al circolante: rispettivamente 11,2-12,9-11,4 ogni 100 unità. LEGGI TUTTO

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    BPER in rally, assist da analisti

    (Teleborsa) – Modesto guadagno per BPER, che avanza di poco a +1,29%.A dare linfa alle azioni contribuisce la promozione giunta dagli analisti di KBW. L’ufficio studi ha confermato il giudizio “Outperform” e rivisto al rialzo il target price a 8,75 euro dai 7,35 indicati in precedenza. Comparando l’andamento del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, si nota che l’istituto di credito emiliano mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +7,76%, rispetto a +0,74% del principale indice della Borsa di Milano).Le implicazioni di breve periodo di BPER sottolineano l’evoluzione della fase positiva al test dell’area di resistenza 7,011 Euro. Possibile una discesa fino al bottom 6,765. Ci si attende un rafforzamento della curva al test di nuovi target 7,257. LEGGI TUTTO

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    Positiva la Borsa di New York. Focus su Nvidia e inflazione PCE

    (Teleborsa) – Partenza al rialzo per la borsa di Wall Street, dopo i forti cali di venerdì, sui timori degli investitori per l’inflazione in scia ai dazi americani che preoccupano anche la Federal Reserve. Nel frattempo prosegue la stagione delle trimestrali: attesi i conti di Nvidia in calendario mercoledì. Sul fronte macroeconomico, gli addetti ai lavori guardano al dato, in agenda venerdì, sull’inflazione PCE, la misura preferita dalla Fed per valutare l’andamento dei prezzi.Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones sale dello 0,41% a 43.605 punti; sulla stessa linea, lieve aumento per l’S&P-500, che si porta a 6.040 punti. Poco sopra la parità il Nasdaq 100 (+0,38%); come pure, guadagni frazionali per l’S&P 100 (+0,56%). LEGGI TUTTO

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    Crescita e sostenibilità, Istat: “Calano i flussi fisici, aumenta la spesa in protezione ambientale”

    (Teleborsa) – Nel biennio 2022-2023 i principali indicatori fisici forniti dai conti satellite ambientali sono in flessione a fronte della crescita del Pil in termini reali. Nel 2023 il disaccoppiamento risulta assoluto poiché a fronte di una crescita del Pil, pari a +0,7%, decrescono tutti i principali indicatori fisici: il Consumo di energia diminuisce del 4,1%, le Emissioni di gas climalteranti si riducono del 5,3% e il Consumo materiale interno flette del 6,4%. Lo comunica l’Istat nel report “Economia e ambiente: principali indicatori anni 2021-2023”.Nel 2022, la crescita del Pil (+4,7%) si accompagna a una decrescita rilevante per il solo Consumo di energia (-3,1%), mentre il disaccoppiamento del Consumo materiale interno (+1,3%) è stato solo relativo, come per le Emissioni di gas climalteranti, rimaste stazionarie. Nel 2022 il valore dei beni e servizi per la tutela ambientale è in forte espansione: 79,9 miliardi (+40,6% rispetto all’anno precedente). La Spesa per la protezione dell’ambiente si posiziona a 51,4 miliardi (+9,4%), mentre il gettito delle imposte ambientali cala a 45,4 miliardi (-18,9%) per poi recuperare nel 2023.L’aumento del gettito delle imposte ambientali nel 2023 è pari al +19,4% (con un’incidenza sul Pil pari a 2,5% nel 2023). Sono 54,0 le tonnellate di CO2 emesse per ogni terajoule di energia consumato nel 2023: l’indicatore, in calo dal 2012 al 2020, torna a scendere nel 2023 (-2,4%) dopo due anni di crescita. Sono, infine, 250 e tonnellate di materia utilizzate nell’economia italiana per milione di euro di Pil nel 2023: prosegue nel 2022 e nel 2023 la tendenza alla riduzione dell’intensità materiale. LEGGI TUTTO