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    Lista del CdA, Assogestioni: proporzionale puro sia appannaggio dell’autonomia statutaria

    (Teleborsa) – La previsione di un premio di maggioranza per la lista che ottiene più voti “appare non adeguata rispetto all’esigenza di garantire governabilità all’impresa e unitarietà della gestione aziendale da parte del consiglio”. Lo afferma Assogestioni (associazione italiana delle società di gestione del risparmio) nella consultazione dell’autorità sulla nuova normativa riguarda la lista del CdA introdotta con la Legge Capitali.Secondo l’associazione, infatti, può dirsi garantita la governabilità qualora il CdA sia messo nelle condizioni di poter esercitare stabilmente le proprie prerogative di gestione e di indirizzo strategico dell’azienda, in tutte le delibere che questi è chiamato ad assumere. La previsione di default di un meccanismo proporzionale con un premio di maggioranza minimo non è sufficiente: potrebbe infatti non permettere al board di assumere una delibera cruciale, ovvero quella sulla propria riproposizione attraverso la presentazione della lista del CdA uscente – delibera che, a esito della legge capitali, deve essere assunta con il voto favorevole dei 2/3 dei componenti. Alla luce di ciò, in ottica di garantire la più adeguata governabilità all’impresa, il numero di posti che dovrebbe essere riservato alla listadel CdA risultata prima in via di default dovrebbe essere almeno i 2/3 dei membri del CdA.Inoltre, viene osservato come gli stessi investitori istituzionali/azionisti di minoranza, proprio ai fini di preservare il più possibile l’equilibrio tra indirizzo e gestione da parte della maggioranza ed engagement e monitoraggio da parte delle minoranze istituzionali, in ottemperanza alle proprie prerogative di stewardship, di norma limitano la presentazione di candidati per l’elezione nei board ai posti riservati alle minoranze.Secondo Assogestioni, andrebbe chiarito che il criterio proporzionale di ripartizione dei posti in consiglio previsto dalla norma primaria non riguarda l’intero board (come invece attualmente previsto dall’articolato, sebbene con il correttivo del premio di minoranza), bensì solo la quota dei seggi “di competenza” della minoranza sulla base delle indicazioni statutarie. Tale quota, sulla base delle indicazioni della normativa primaria, non potrà essere inferiore al 20% dei componenti da eleggere. Coerentemente ai principi di flessibilità, proporzionalità e governabilità delle aziende, l’eventuale graduazione di ulteriori posti da assegnare alle liste di minoranza (ovvero la previsione, eventuale, di un sistema proporzionale puro) dovrebbe essere appannaggio dell’autonomia statutaria e non derivare dall’applicazione di meccanismi ex lege/regolamentari. LEGGI TUTTO

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    Banche, Banca d’Italia: da valutare nuovo diritto per imprese a ottenere un conto di pagamento

    (Teleborsa) – La Vice Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, IdaMercanti, ha dichiarato che l’istituto di via Nazionale condivide la finalità di “inclusione finanziaria” perseguita dalla proposta di legge in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente. Mercanti ha però notare che emergono “profili di attenzione” e “criticità” che andrebbero approfonditi per evitare di “pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo” e per giungere ad un “adeguato bilanciamento tra le istanze di inclusione della clientela, sana e prudente gestione delle banche, contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo e libertà d’iniziativa economica delle imprese”. La dirigente della Banca d’Italia è stata ascoltata in audizione in commissione Finanze alla Camera sulla proposta di legge. In particolare, ha spiegato Mercanti, nella formulazione attuale, “l’introduzione in via generalizzata dell’obbligo legale a contrarre e del divieto di recesso potrebbero risultare in contrasto con alcuni principi fondamentali dell’ordinamento domestico ed europeo. Si fa riferimento alla libertà di iniziativa economica, al divieto d’imposizione di vincoli obbligatori perpetui e alla libera prestazione di servizi”.Secondo la Banca d’Italia potrebbe essere valutata l’ipotesi di “affiancare al vigente conto di base, un nuovo diritto a ottenere un conto di pagamento” da parte di imprese. In particolare, “tale diritto potrebbe applicarsi a categorie di professionisti o imprese maggiormente esposte al rischio di esclusione finanziaria e potrebbe prevedere l’accesso a una gamma di servizi limitata, escludendo ad esempio quelli che implicano un finanziamento, come carte di credito e fidi”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Orsini: Ue agisca con coraggio e visione di lungo termine

    (Teleborsa) – “È saltato un paradigma: serve coraggio e serve agire subito con una visione di lungo termine. L’Europa deve mettere al centro la competitività del sistema industriale e quindi la crescita sociale”. all’indomani dell’annuncio dei dazi sull’Ue da parte dell’amministrazione Trump, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ribadisce la necessità di agire.”La preoccupazione è innegabile. È un cambio di paradigma impensabile e tutti noi imprenditori europei confidavamo che non accadesse – ha spiegato Orsini che oggi ha ospitato al Consiglio Generale, il Presidente di BusinessEurope, Fredrik Persson -. Abbiamo solo una possibilità: cambiare subito con misure straordinarie per un momento straordinario”. “Con BusinessEurope stiamo costruendo un percorso che coinvolgerà le confindustrie europee. Siamo tutti europeisti, ma – ha aggiunto Orsini – quello che è uscito ieri da Bruxelles, sul pacchetto Omnibus e sul Clean Industrial Deal sono misure insufficienti. I tempi sono cambiati e le azioni dell’Europa devono sterzare decisamente per tutelare le imprese e le famiglie. Le democrazie occidentali si basano sul patto tra impresa e lavoro: mettiamoli finalmente al centro con azioni decise”.”Costo dell’energia, sburocratizzazione, transizione ambientale e credito sono aree su cui si deve intervenire – ha concluso il presidente di Confindustria – Chiediamo alle forze politiche e alle parti sociali un patto bipartisan per il Paese e per l’Europa. USA, Cina, India, si sono date una visione e la perseguono. Serve che l’Europa faccia lo stesso, subito” LEGGI TUTTO

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    CNP Assurances, utile 2024 in leggera crescita a 1,58 miliardi di euro

    (Teleborsa) – CNP Assurances, tra i principali gruppi assicurativi europei, ha chiuso il 2204 con un raccolta premi pari a 37,4 miliardi di euro (+6% cc rispetto al 31 dicembre 2023), un risultato netto pari a 1.582 milioni di euro (+2%), un Solvency Cover Ratio (SCR) pari al 237% (-16 punti).”CNP Assurances registra un’eccellente performance finanziaria ed extra-finanziaria nel 2024, che riflette il successo del nostro modello multi-partner – ha commentato Marie-Aude Thépaut, Direttrice Generale di CNP Assurances – Inoltre, l’attività con La Banque Postale rappresenta una parte significativa del fatturato del Gruppo. Complessivamente, la raccolta è in crescita in tutte le aree geografiche e abbiamo continuato attivamente la nostra strategia di espansione”. LEGGI TUTTO

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    Lista del CdA, Assonime: ripartizione proporzionale solo per le minoranze

    (Teleborsa) – La proposta per cui la ripartizione dei seggi in consiglio non può seguire un criterio di proporzionalità pura, ma deve rispettare un principio maggioritario, è “una posizione assolutamente condivisibile che crea un equilibrio ottimale tra rappresentanza dei soci in consiglio e necessaria unità di indirizzo dell’organo gestorio”. Lo afferma Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni) nella consultazione dell’autorità sulla nuova normativa riguarda la lista del CdA introdotta con la Legge Capitali.La questione centrale nella disciplina sul voto di lista del consiglio è quella dei criteri di ripartizione dei posti in consiglio tra le liste, nell’ipotesi in cui la lista del consiglio abbia ottenuto il maggior numero di voti e le prime due liste di minoranza abbiano raccolto voti in misura superiore al 20%.Assonime afferma che il tenore testuale del Regolamento potrebbe essere reso più aderente alla norma primaria, che, nell’articolo 147-ter.1, comma 3, lettera b), n. 2, riferisce il criterio di ripartizione proporzionale ai componenti del nuovo Consiglio di amministrazione di competenza delle minoranze, e non a tutte le liste, come previsto nella formulazione proposta.In considerazione di ciò, si potrebbe valutare di riformulare il testo nel seguente modo: “b) nel caso previsto dall’articolo 147-ter.1, comma 3, lettera b), n. 2, con riferimento ai componenti del nuovo consiglio di amministrazione di competenza delle minoranze, la ripartizione dei posti (cancellando le parole “fra tutte le liste”) avviene in misura proporzionale ai voti conseguiti da ciascuna lista che abbia conseguito una percentuale di voti non inferiore al tre per cento, fermo restando che la maggioranza degli amministratori da eleggere è tratta dalla lista del consiglio di amministrazione”.(Foto: Benjamin Child on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    BFF Bank selezionata come banca depositaria di una SICAF gestita da Polis SGR

    (Teleborsa) – BFF Bank, società attiva nella finanza specializzata e quotata su Euronext Milan, è stata selezionata per il servizio di depositario da Polis SGR, società parte del Gruppo LBO France specializzata nella creazione e nella gestione di veicoli d’investimento immobiliare. Nello specifico, il servizio sarà dedicato alla SICAF Creami, incentrata sullo sviluppo immobiliare di due aree del centro di Milano.”Attraverso i propri servizi, BFF mette a disposizione di Polis SGR la lunga esperienza sviluppata nel settore dei fondi immobiliari – ha detto Enrico Tadiotto, VP Transaction Services, BFF Bank – Siamo lieti di rafforzare il rapporto con questa società, che si dedica in modo particolare a progetti di sviluppo e di riqualificazione di aree storiche di Milano”. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -261 BCF

    (Teleborsa) – Scendono meno delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 21 febbraio 2025 sono risultati in diminuzione di 261 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela inferiore al consensus (-276 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 196 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.840 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 23,4% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.401) e dell’11,5% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.078 BCF. LEGGI TUTTO

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    Lista del CdA, AMF Italia: esprima fino a 2/3 dei consiglieri se risultata prima

    (Teleborsa) – È “apprezzabile e condivisibile” la scelta di CONSOB nel tenere fermo il principio secondo il quale, a tutela della governabilità della società, la maggioranza degli amministratori da eleggere debba essere tratta dalla lista del consiglio di amministrazione risultata prima per numero di voti”, ma “la governabilità necessaria per l’operatività delle società quotate può essere assicurata solo con una maggioranza qualificata dei consiglieri tratti dalla lista più votata, sia essa stata proposta dal consiglio uscente o da altri soggetti”. Lo afferma AMF Italia (Associazione Intermediari Mercati Finanziari) nella consultazione dell’autorità sulla nuova normativa riguarda la lista del CdA introdotta con la Legge Capitali.AMF Italia fa infatti notare che gli statuti di molte società quotate prevedono una soglia qualificata per l’approvazione in consiglio di delibere quali acquisizione o cessione di rami di azienda e altre operazioni straordinarie, nomina o revoca del consigliere delegato, sostituzione dei consiglieri cessati mediante cooptazione, nomina e revoca del dirigente preposto, nonché molte delle delibere attinenti ad attivi di rilevanza strategica.Per garantire quindi la piena governabilità e l’unicità di indirizzo aziendale, anche sul piano dei rapporti interni ed endoconsiliari, AMF Italia propone che la regola di default prevista a livello secondario chiarisca che la lista del consiglio di amministrazione, se risultata prima in ordine di preferenze, esprime sino a 2/3 dei consiglieri da nominare, ovvero un numero ritenuto sufficiente ai fini suddetti, naturalmente fermo restando – come richiesto dalla legge – che una percentuale superiore al 20% sia comunque riservata alle minoranze (salvo diverse previsioni statutarie). LEGGI TUTTO