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    Wall Street torna a correre, apertura positiva dopo allontanamento pericolo shutdown

    (Teleborsa) – A Wall Street, il Dow Jones apre la giornata con un aumento dello 0,96%, a 41.206 punti, spezzando la serie negativa iniziata lunedì scorso; sulla stessa linea, l’S&P-500 che registra un aumento dell’1,34%.Effervescente il Nasdaq 100 (+1,78%); sulla stessa tendenza, positivo l’S&P 100 (+1,35%).Nell’S&P 500, buona la performance dei comparti informatica (+2,13%), beni di consumo secondari (+1,60%) e finanziario (+1,39%).Apertura positiva favorita dalla fiducia dalle notizie provenienti dai segnali provenienti dalla politica americana che sembrano aver scongiurato il rischio shutdown. Nella serata di ieri il leader democratico del Senato Chuck Schumer ha infatti annunciato il sostegno al disegno di legge sui finanziamenti provvisori elaborato dai repubblicani per impedire la chiusura del governo, nonostante le riserve all’interno del suo partito.Scenario economico dominato ancora dalla politica commerciale del presidente Trump che ha ulteriormente inasprito le tensioni con l’Ue minacciando di imporre un dazio del 200% sulle bevande alcoliche europee, tra cui vini e champagne, come rappresaglia per la decisione dell’Unione Europea di imporre un dazio del 50% sul whisky americano. Sono tornati a salire intanto i prezzi del petrolio dopo le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin che ha rimandato la decisione sulla proposta statunitense di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina in attesa di un confronto con il presidente Trump. LEGGI TUTTO

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    Ross (Esma): serve mercato unico senza barriere, frammentazioni e complessità

    (Teleborsa) – “Oggi è chiara l’importanza di connettere i significativi risparmi degli europei con i bisogni degli investimenti. Ci serve un unico mercato europeo, senza barriere, frammentazioni e complessità che ancora vediamo in Europa. Tutto questo serve per creare l’abilità di attirare investitori e investire per il lungo termine, migliorare gli investimenti nelle imprese e il sistema di supervisione, in ultima istanza per migliorare le condizioni di mercato”. Lo ha affermato Verena Ross, Chair dell’European Securities and Markets Authority (ESMA), all’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.”Dobbiamo demistificare alcune cose e mettere in guardia che se in alcune aree non ci muoviamo insieme saremo deboli – ha continuato – Il ruolo di ESMA dipenderà dal mandato che otterremo, ma siamo pronti per rispettare questi mandati. Siamo un supervisore credibile e in alcune aree possiamo aumentare l’efficienza”.”Siamo pronti per fare la nostra parte per far progredire l’Unione del Risparmio e degli Investimenti, ma ci serve un accordo a livello europeo e la collaborazione tra pubblico e privato”, ha sottolineato Ross. LEGGI TUTTO

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    Berrigan (DG FISMA): servono decisione coraggiose su Unione del Risparmio e degli Investimenti

    (Teleborsa) – “Sappiamo, dal passato, che alcuni temi della Unione del Risparmio e degli Investimenti sono molto sensibili. Ma ora ci servono decisione coraggiose, dobbiamo superare interessi pregressi e pratiche sedimentate nel tempo”. Lo ha affermato John Berrigan, DG FISMA presso la Commissione europea, all’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.”Il momento è adesso per sviluppare l’autonomia strategica in campo finanziario, così come in altri come la difesa”, ha sottolineato.In merito alla presentazione dell’Unione del Risparmio e degli Investimenti (in inglese Savings and Investment Union – SIU) nei prossimi giorni, Berrigan ha detto: “La presidente (Ursula Von der Leyen, ndr) è convinta, ed è convincente quando si attiva, quindi sono ottimista”.”Per lungo tempo c’è stato un gap tra la retorica e le azioni sull’Unione dei mercati dei capitali, è positivo che adesso cerchiamo di far convergere le cose”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Enrico Letta: ottimista su Unione del Risparmio e degli Investimenti, c’è allineamento di pianeti

    (Teleborsa) – “Oggi sono ottimista sulla Savings and Investment Union (SIU) perchè vedo per la prima volta il legame di questa missione con qualcosa totalmente differente. La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen lo ha citato nel rapporto sulla difesa, vuol dire che andiamo nella stessa direzione. Stiamo cercando di recuperare la debolezza dell’Europa rispetto agli USA, che sono in grado di mobilitare grandi somme di capitale di captale privato, un fattore che ci ha fatto rimanere indietro negli ultimi 10 anni”. Lo ha affermato Enrico Letta, Presidente del Jacques Delors Institute, all’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.”Spero che la presidente della Commissione sarà in grado di convincere gli Stati membri a muoversi – ha aggiunto – Se pochi Stati non sono d’accordo su alcuni punti, gli altri devono prendersi la responsabilità di muoversi”.”Da molti anni stiamo seguendo il tema della Savings and Investment Union – ha sottolineato – Oggi forse siamo a un punto di svolta, per molte ragioni. C’è un allineamento di pianeti che dobbiamo sfruttare”.Secondo Letta, “c’è un problema nell’atteggiamento degli Stati membri. Abbiamo l’idea che anche quando siamo 22-23-24 paesi d’accordo, non procediamo perchè non vogliamo creare tensioni o divisioni. Ci sono tanti atteggiamenti così, che stanno creando un grande problema, perchè pensiamo di dover essere consensus-driven. Se applichiamo questo metodo la prossima settimana, sarà un disastro. Dobbiamo applicare le regole esistenti: non sto proponendo alcuna modifica ai trattati e dobbiamo applicare le regole, perchè non dobbiamo applicare l’unanimità anche quando non c’è questa regola”. LEGGI TUTTO

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    Lista del CdA, Calvosa: auspicabile una riduzione del livello di dettaglio delle norme

    (Teleborsa) – Le Legge Capitali ha causato un “incremento del tasso di complessità della disciplina della Lista del CdA, con il rischio di contrapposizione tra norme legislative e regolamentari, anche se in effetti esisteva una norma di disciplina al riguardo, ovvero la disciplina statutaria”. Lo ha affermato Lucia Calvosa, professore ordinario di diritto commerciale nell’Università di Pisa, all’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.”C’è da chiedersi se i tempi erano maturi per un intervento del genere sulla Lista del CdA, forse si poteva aspettare lo sviluppo di questa prassi, per essere successivamente recepita”.Secondo Calvosa, “è auspicabile una riduzione del livello di dettaglio, data l’ampiezza della delega al governo, per realizzare l’obiettivo espresso della semplificazione del quadro normativo, anche tenendo conto delle regole previste dai codici di corporate governance, che lasciano più spazio”. LEGGI TUTTO

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    Consob, Nava: sulle revolving doors abbiamo completamente esagerato

    (Teleborsa) – Guardando alla Commissione della Consob, “i quattro commissari più il presidente, quindi cinque, non sono divisi per area, ma fanno tutti la stessa cosa, che diventa non necessariamente efficiente”. Lo ha affermato Mario Nava, oggi in Commissione europea e in passato presidente della Consob, all’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.”E non è chiarissimo, se si vuole accompagnare le società al mercato, perchè avere cinque persone che intervengono – ha aggiunto – Sarebbe utile snellire. La diminuzione dei commissari va nella direzione della razionalizzazione dell’autorità.Un altro punto critico, secondo Nava, è che “sulle revolving doors abbiamo completamente esagerato”. Si tratta del fenomeno della “porta girevole”, ovvero il flusso tra il mondo dei controllati e quello dei controllori.”I commissari attuali hanno un cap sui salari e poi due anni di cooling-off, cosa che non attira competenze ma gente di buona volontà – ha detto – Sarebbe bello entrare in ottica di mercato e attirare la gente e quindi ci deve essere un meccanismo strutturato di revolving doors per passare dal mercato all’autorità. Ci sono mdi per evitare i conflitti di interesse, ma ci deve essere più legame tra Autorità e mercato”. LEGGI TUTTO

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    Debito pubblico sale a 2.980 miliardi euro ma resta sotto massimi novembre

    (Teleborsa) – Cresce il debito pubblico italiano a gennaio 2025, facendo segnare un incremento di 14,8 miliardi rispetto al mese precedente e risultando pari complessivamente a 2.980,5 miliardi. Questo livello, pur risultando in aumento rispetto al mese di dicembre, si ocnferma però al di sotto dei 3.000 miliardi superati nel mese di novembre. E’ qanto emerge dagli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia.L’aumento – si sottolinea – riflette l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (+12,3 miliardi a 49,9 miliarid di euro) ed il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (+2,9 miliardi). In senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (per una variazione complessiva pari a -0,5 miliardi). Più in dettaglio, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è aumentato di 14,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali si è ridotto marginalmente, di 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è pressoché invariato. La vita media residua del debito risulta stabile a 7,9 anni. “Per motivi tecnici, la pubblicazione di “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” della Banca d’Italia, questo mese, “non riporta i dati delle entrate tributarie contabilizzate nel Bilancio dello Stato”, in quanto, come anticiato dal MEF, “i dati di quel mese non sono ancora disponibili”. LEGGI TUTTO

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    Freni (MEF): ingresso in TIM di Poste è importante, qualsiasi cosa tocca diventa oro

    (Teleborsa) – Con riferimento all’azionariato di TIM, “il dialogo con Vivendi mi sembra avviato su una certa linea ormai. Vivendi non è mai stato un partner industriale in TIM”. Lo ha affermato Federico Freni, Sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), a margine dell’evento “I cinquant’anni della Consob: tra presente e futuro” in Bocconi.A una domande se Poste Italiane possa prendere il posto del gruppo francese, ha detto: “L’auspicio è che TIM possa prendere una strada tracciata e solida, come è giusto che ci sia per un operatore come TIM. Chi poi sarà parte di questa strada staremo a vedere. L’ingresso di Poste è certamente un ingresso importante, che da solidità all’asset, anche perchè nella storia recente qualsiasi cosa Poste tocca diventa oro, quindi siamo tutti felici”.”Poste può essere un partner importantissimo, a cavallo tra industriale e finanziario, con un management capacissimo che negli anni lo ha dimostrato”, ha sottolineato.Sulla possibile tranche di privatizzazione di Poste, “quando sarà il momento giusto ci sarà”, ha detto Freni. “La privatizzazione di MPS è stata fatta nei momenti giusti, per il mercato e le condizioni esterne – ha spiegato – Privatizzazione non vuol dire svendere o dismettere, ma razionalizzare la partecipazione cedendo piccoli slot a mercato nel momento più giusto per massimizzare l’entrata per lo Stato”. LEGGI TUTTO