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    Delfin, nessuna decisione su cessione quota UniCredit. Fiducia a Orcel

    (Teleborsa) – Fonti vicine a Delfin, citate dall’ANSA, esprimono “soddisfazione per i risultati conseguiti da UniCredit” e sottolineano “la piena fiducia nella leadership di Andrea Orcel”. Viene anche segnalato che al momento non è stata presa alcuna decisione relativa alla dismissione della quota del 2,7% detenuta in UniCredit.Stamattina il Corriere della Sera ha scritto che Delfin starebbe valutando una possibile cessione della quota, citando tra le possibili opzioni operative una procedura di accelerated book building.Il CEO di UniCredit, Andrea Orcel, in un’intervista con CNBC in mattinata, ha descritto Delfin come un “eccellente” investitore a lungo termine nella banca, “nella buona e nella cattiva sorte”. “Rispetto la loro decisione. Il mio compito è di farla diventare la decisione sbagliata ex post se stanno davvero pensando di vendere, perché finora non l’hanno fatto”, ha detto Orcel. LEGGI TUTTO

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    S&P Global, trimestrale sopra le attese. Utile rettificato annuale a 4,9 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – S&P Global, colosso statunitense attivo nel campo dei dati finanziari e dei rating, ha riportato un fatturato del quarto trimestre 2024 di 3,592 miliardi di dollari, in aumento del 14% rispetto al quarto trimestre 2023. L’utile netto è aumentato del 52% a 880 milioni di dollari e gli utili per azione sono aumentati del 56% a 2,85 dollari, trainati principalmente dalla forte crescita dei rating. L’utile netto rettificato è aumentato del 18% a 1,163 miliardi di dollari e gli utili rettificati per azione sono aumentati del 20% a 3,77 dollari (superando le aspettative degli analisti). Per l’intero anno 2024, i ricavi sono aumentati del 14% anno su anno a 14,208 miliardi di dollari. Escludendo l’impatto di Engineering Solutions (ceduta nel 2023), la crescita dei ricavi sarebbe stata del 15% anno su anno. L’utile netto è aumentato del 47% a 3,852 miliardi di dollari e gli utili per azione sono aumentati del 50% a 12,35 dollari, trainati principalmente dalla crescita dei ricavi e dell’utile operativo nella divisione Ratings. L’utile netto rettificato è aumentato del 22% a 4,898 miliardi di dollari e gli utili rettificati per azione sono aumentati del 25% a 15,70 dollari.”Sono lieta che S&P Global abbia registrato un anno eccezionale nel 2024 – ha commentato la CEO Martina Cheung – Abbiamo registrato una crescita dei ricavi in ??tutti i segmenti, nonché una forte espansione del margine operativo e una crescita dell’EPS per la società, superando la nostra guidance finanziaria consolidata sia su base GAAP che rettificata”.S&P Global ha restituito più di 4,4 miliardi di dollari agli azionisti nel 2024, inclusi 1,1 miliardi di dollari in dividendi e 3,3 miliardi di dollari in riacquisti di azioni. Le previsioni per il 2025 prevedono una crescita dei ricavi del 5,0% – 7,0%, un EPS compreso tra 14,20 e 14,45 dollari e un EPS rettificato compreso tra 17,00 e 17,25 dollari (superiore alle stime degli analisti di 16,92 dollari, secondo i dati compilati da LSEG). LEGGI TUTTO

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    Milleproroghe, nuovo rinvio. Opposizioni: “Ritirare rottamazione”

    (Teleborsa) – Continua a slittare l’avvio dei lavori sul dl milleproroghe in commissione Affari costituzionali del Senato. La seduta, prevista per le 18, è iniziata ma è stata subito riconvocata per le 20. Nel frattempo si è svolta una riunione tra il governo, presente il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, la maggioranza e le opposizioni per decidere come procedere. Sarebbero arrivati alcuni pareri del Mef, ma non ancora tutti e non si è trovato l’accordo per iniziare a votare da stasera. In serata è stato, dunque, annunciato un nuovo rinvio dell’avvio delle votazioni degli emendamenti al decreto Milleproroghe in Commissione Affari costituzionali del Senato che si è aggiornata a domani alle 12. Le opposizioni hanno chiesto unitariamente il ritiro dell’emendamento dei relatori che prevede la riammissione alla rottamazione quater per i contribuenti che non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate e che posticipa di due mesi, al 30 settembre 2025, il termine per l’adesione al concordato preventivo. “Ci hanno presentato senza relazione tecnica e senza bollinatura un emendamento che introduce un nuovo concordato e riapre la rottamazione, non è serio” ha detto il capogruppo dem in I CommissioneAndrea Giorgis al termine di una riunione col governo.Sul tavolo c’è, infatti, la riapertura della possibilità di usufruire della rottazione quater delle cartelle fiscali per quei contribuenti che avevano già aderito ma che poi sono decaduti perché non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate. La misura è contenuto in un emendamento dei relatori al decreto milleproroghe, presentato in Commissione affari costituzionali delo Senato. Secondo l’emendamento, i contribuenti interessati sono riammessi alla rottamazione presentando una nuova dichiarazione entro il 30 aprile 2025 e versando le somme dovute, con gli interessi del 2% annuo, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 oppure fino ad un massimo di dieci rate consecutive. Sono interessati alla riammissione alla rottamazione delle cartelle fiscali i contribuenti che alla data del 31 dicembre 2024 sono decaduti dai benefici per mancato o tardivo versamento delle somme dovute. Per coloro che presentano la nuova dichiarazione, vengono riammesso e scelgono di versare a rate, di pari importo, fino ad una massimo di dieci, le scadenze sono, rispettivamente: le prime due, il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive, il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027.Si va verso il posticipo di due mesi, dal 31 luglio 2025 al 30 settembre 2025, del termine per l’adesione al concordato preventivo per il biennio 2025-2026. La misura è contenuta in un emednamento dei relatori al decreto milleproroghe all’esame della Commissione affari costituzionali del Senato. Nei confronti dei contribuenti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, il termine è differito all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. Il differimento, spiega la relazione illustrativa, “è finalizzato a distribuire in modo più razionale gli adempimenti fiscali considerato il necessario periodo di avviamento correlato al nuovo istituto del concordato preventivo biennale”. Secondo il senatore del Pd, Daniele Manda, il rinvio del termine sarebbe funzionale a consentire l’adesione al concordato anche a quei contribuenti che potranno prima regolarizzare la loro posizione usufruendo della riammissione alla rottamazione quater delle cartelle prevista in un altro emendamento dei relatori al decreto milleproroghe. Arriva la possibilità anche per il 2025 di ricorrere ai contratti per “prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato” introdotti per il 2023-24 in sostituzione dei voucher. E’ quanto prevede un emendamento dei relatori al decreto Milleproroghe depositato in Commissione affari costituzionali del Senato. La norma stabilisce la proroga di questa forma contrattuale nel settore agricolo fino a fine 2025 per prestazioni di natura stagionale per una durata non superiore a 45 giornate annue per lavoratore. LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, Nagel: OPS MPS innaturale anche per gli investitori

    (Teleborsa) – “Quello che il consiglio ha detto dell’offerta è il sentiment che abbiamo raccolto: l’offerta è innaturale”. “E’ vista da più soggetti come innaturale per la carenza di contenuti finanziari e industriali”. Così l’AD di Mediobanca,Alberto Nagel ha risposto a una domanda sull’atteggiamento degli investitori istituzionali, soci della banca, rispetto all’OPS di MPS, durante la call con le agenzie sui risultati di piazzetta Cuccia nel primo semestre 2024-2025.”Noi continueremo a parlare con i nostri investitori che spesso sono gli stessi dell’offerente e quindi avremo un feedback più strutturato”, ha aggiunto. “Però posso assicurare che, come viene anche evidenziato dai corsi di Borsa, questo è il feedback”, ha concluso Nagel. LEGGI TUTTO

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    Generali, Nagel (Mediobanca): provvederemo ad agire con nostra lista per CdA

    (Teleborsa) – “E’ verosimile che noi dovremo presentare una lista” per il rinnovo del CdA di Generali. Lo ha indicato l’AD di Mediobanca, Alberto Nagel in una call con i giornalisti ricordando gli obiettivi della banca, il primo dei quali è “tutelare il nostro investimento”. Ma “guardiamo con interessa a presentare una lista anche per un secondo motivo, perché se non siamo rappresentanti nel CdA non possiamo consolidare il risultato di Generali ad equity”, ha spiegato il top manager. “Avremmo preferito che avesse potuto farlo il CdA della compagnia: succede in tutto il mondo, da noi no. Ce ne rammarichiamo”. LEGGI TUTTO

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    Campari, buyback per oltre 2,4 milioni di euro

    (Teleborsa) – Campari, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, dal 3 al 7 febbraio 2025, complessivamente 450.556 azioni proprie al prezzo medio di 5,3401 euro per azione per un controvalore pari a 2.406.023,03 euro.A fronte di un numero massimo di azioni Campari pari a 8.000.000 da acquistare in esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie annunciato in data 29 Ottobre 2024, la Società comunica che al 7 febbraio sono state acquistate complessivamente 2.403.578 azioni proprie.A Milano, oggi, lieve ribasso per l’Azienda attiva nel settore beverage, che chiude in flessione dell’1,31%. LEGGI TUTTO

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    Mondadori, rilevate 52.500 azioni proprie

    (Teleborsa) – Arnoldo Mondadori Editore, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 3 e il 7 febbraio 2025, complessivamente 52.500 azioni ordinarie (pari allo 0,020% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 2,17845 euro per un controvalore pari a 114.371,16 euro.A seguito delle operazioni finora effettuate, il gruppo editoriale detiene 1.075.924 azioni proprie pari allo 0,4115% del capitale sociale.Sul listino milanese, oggi, chiusura in rosso per Mondadori, che termina la seduta segnando un calo dell’1,63%. LEGGI TUTTO

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    BPER-Sondrio, Scope Ratings: OPS vantaggiosa per entrambi, mossa difensiva per creare gruppo più forte

    (Teleborsa) – L’offerta di acquisto di BPER Banca su Banca Popolare di Sondrio “potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le banche, sebbene i rischi di alleanze non ottimali stiano aumentando nell’attuale contesto di mercato”. Lo scrive Scope Ratings. “L’offerta di UniCredit per Banco BPM ha innescato una reazione a catena nel settore bancario italiano, spiega Alessandro Boratti CFA, Senior analyst – Financial institutions Scope Group. Gli operatori di medie dimensioni si stanno ora affrettando a garantire accordi non solo per espandere le loro operazioni, ma anche per difendere le loro posizioni di mercato”.Secondo Scope Ratings, una fusione tra BPER, la quarta banca italiana per prestiti alla clientela con una quota di mercato di circa il 5%, e Banca Popolare di Sondrio (BPSO) è stata a lungo vociferata e “l’offerta ha buone probabilità di successo per diverse ragioni”. In primo luogo, entrambe le banche hanno un azionista comune in Unipol, che detiene quasi il 25% di BPER e il 20% di BPSO. “Ciò faciliterà le discussioni”. In secondo luogo, “i loro modelli di business sono complementari, poiché entrambe gestiscono modelli di banca commerciale simili e condividono un passato comune come banche cooperative”. In terzo luogo, “BPSO è tre volte più piccola di BPER, il che rende più gestibile per BPER l’esecuzione dell’operazione”.L’offerta di BPER di 1,45 azioni di nuova emissione per ogni azione BPSO esistente (un premio del 6% sul prezzo di chiusura di BPSO del 5 febbraio e un premio del 10,3% sulla sua media ponderata trimestrale) è in linea con i recenti annunci di operazioni bancarie italiane sia nella struttura che nel premio, si sottolinea nell’analisi. Per ottenere il controllo di BPSO, BPER ha bisogno solo dell’accettazione del 35% del capitale azionario di BPSO in aggiunta alla quota di Unipol.In caso di successo, “questa transazione sarebbe positiva per i creditori BPSO, poiché il gruppo diventerebbe parte di un’organizzazione più resiliente, grazie anche a una maggiore diversificazione dei ricavi e a una più ampia presenza regionale in Italia”. Il nuovo gruppo deterrebbe attività totali per quasi 200 miliardi di euro, ricavi superiori a 7 miliardi di euro, un rapporto costi/ricavi inferiore al 50% e un utile netto superiore a 2 miliardi di euro. BPER dovrebbe mantenere adeguati buffer di capitale, con un rapporto pro-forma CET1% del 15,3% e una solida posizione di liquidità: un rapporto pro-forma Liquidity Coverage del 169% e un rapporto Net Stable Funding del 134%.Nel frattempo, la comprovata esperienza di acquisizioni di BPER, tra cui le acquisizioni di Unipol Banca (2019), 620 filiali e punti vendita Intesa (2020) e Banca Carige (2022), “dovrebbe aiutare a mitigare i rischi di integrazione”. BPER e BPSO – si legge ancora nell’analisi – “condividono gli stessi partner nella gestione patrimoniale, nella bancassurance e nel leasing, il che dovrebbe anche aiutare il processo di integrazione. Infine, la sovrapposizione limitata delle due reti di filiali dovrebbe ridurre chiusure e licenziamenti, riducendo il rischio di confronto con i sindacati”.Tuttavia, prosegue Scope Ratings, “se da un lato crediamo che il consolidamento nazionale sia generalmente favorevole ai profili di credito delle banche, in quanto consente di ottenere maggiori economie di scala, potere di mercato e performance finanziarie nel medio termine, dall’altro comporta anche dei rischi”. Pagare un prezzo eccessivo per un obiettivo o entrare in alleanze non ottimali diventa più probabile quando il posizionamento competitivo e le considerazioni sulla quota di mercato sono i principali fattori trainanti del consolidamento.”L’accelerazione dell’attività di M&A in Italia è stata in parte innescata dalla paura di perdersi l’ondata di consolidamento in corso”. Per sua stessa ammissione, BPER ha dovuto accelerare sul fronte M&A per “proteggere il suo posizionamento in Italia”. Tuttavia, il 10 febbraio, le azioni BPER erano scambiate al 10% in meno, “riflettendo forse i dubbi degli investitori sul potenziale di creazione di valore dell’offerta”.Infine, Scope Ratings ribadisce di aver già segnalato come l’offerta ostile di MPS su Mediobanca “presenti un elevato rischio di esecuzione, sottolineando le più ampie preoccupazioni circa la complessità dell’operazione, dati i diversi modelli di business e le sfide nel raggiungimento di sinergie sostenibili”. LEGGI TUTTO