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    OPA Beghelli, adesioni oltre il 19,3%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria, promossa sulle azioni ordinarie di Beghelli, azienda quotata su Euronext Milan e attiva settore elettronico e della sicurezza, risulta che oggi 31 marzo 2025 sono state presentate 637.218 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 6.141.882, pari al 19,38% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 17 marzo 2025 e terminerà il 4 aprile 2025.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Beghelli acquistate sul mercato nei giorni 3 e 4 aprile 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    OPA Anima, adesioni oltre il 37,6%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria sulle azioni di Anima, gestore patrimoniale italiano quotato su Euronext Milan, promossa da Banco BPM, risulta che oggi 31 marzo 2025 sono state presentate 8.129.982 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 95.542.816, pari al 37,65% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 17 marzo 2025 e terminerà il 4 aprile 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Anima acquistate sul mercato nei giorni 3 e 4 aprile 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Emergenza abitativa, Invimit: “Recuperare patrimonio immobiliare residenziale pubblico in modo efficiente”

    (Teleborsa) – “Siamo al lavoro sull’emergenza abitativa, sulla base delle indicazioni della Cabina di regia istituita al Mef per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Riteniamo innanzitutto utile ricordare che sul tema dell’housing, quando si parla di domanda e offerta, la domanda è frammentata mentre l’offerta è pressoché monolitica. Differenziare la domanda per tipo aiuta a individuare in quali ambiti concentrare l’intervento pubblico e in quali, invece, può intervenire il capitale paziente. Questo è il primo punto di cui tener conto nel cercare soluzioni al problema”. È questo il contributo portato da Invimit, nel corso dell’incontro con un numero ristretto di stakeholder promosso da Irene Tinagli, presidente della Commissione sull’emergenza abitativa del Parlamento Europeo e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, tenutosi questa mattina al Palazzo delle Esposizioni a Roma e che ha preceduto l’avvio dei lavori della conferenza internazionale “All you need is home” promossa da Roma Capitale sul tema dell’emergenza abitativa.”C’è poi un altro tema, che riguarda la sequenza degli interventi da attuare: bisogna partire dal settore non a mercato (ERP e social housing, intesa in modo restrittivo) – prosegue Invimit – per evitare che gli altri segmenti di mercato non trovino soluzioni. Ultima questione: esiste una ingente quantità di patrimonio immobiliare residenziale pubblico da recuperare in modo efficiente. E, in funzione del tipo di domanda, su cui attirare gli investimenti pubblici o privati. Occorre partire da lì”.(Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Prove di recupero a Wall Street. Occhi sul 2 aprile

    (Teleborsa) – A metà seduta la Borsa di Wall Street conferma la debolezza dell’avvio, con i riflettori che restano puntati su mercoledì 2 aprile. In quello che l’amministrazione di Donald Trump è arrivata a definire Liberation Day, entreranno, infatti, in vigore i nuovi dazi del 25% sull’export di merci in USA.Intanto, Goldman Sachs ha alzato dal 20% al 35% la probabilità di una recessione per Washington nei prossimi 12 mesi. L’istituto newyorkese ha citato il “deciso recente deterioramento della fiducia delle famiglie e delle imprese e le dichiarazioni dei funzionari della Casa Bianca che indicano una maggiore disponibilità a tollerare la debolezza economica nel breve termine per perseguire le loro politiche”. Gli economisti di Goldman hanno anche alzato al 3,5% annuo la previsione del Core Pce Price Index (la metrica privilegiata dalla Federal Reserve per l’inflazione), contro il 2,8% registrato in febbraio.Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones sale dello 0,27% a 41.698 punti, mentre, al contrario, cede alle vendite l’S&P-500, che retrocede a 5.564 punti. Negativo il Nasdaq 100 (-1,01%); sulla stessa tendenza, in lieve ribasso l’S&P 100 (-0,44%).Risultato positivo nel paniere S&P 500 per i settori energia (+1,50%), beni di consumo per l’ufficio (+1,15%) e utilities (+0,54%). Nella parte bassa della classifica del paniere S&P 500, sensibili ribassi si manifestano nei comparti informatica (-1,20%), beni di consumo secondari (-1,18%) e telecomunicazioni (-0,46%).Tra i protagonisti del Dow Jones, Wal-Mart (+1,74%), United Health (+1,54%), IBM (+1,53%) e Coca Cola (+1,53%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Amazon, che prosegue le contrattazioni a -2,22%.Preda dei venditori Intel, con un decremento del 2,11%.Si concentrano le vendite su Microsoft, che soffre un calo dell’1,86%.Sottotono Salesforce che mostra una limatura dell’1,44%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Dollar Tree (+2,57%), Diamondback Energy (+1,96%), Copart (+1,87%) e Exelon (+1,86%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Moderna, che continua la seduta con -7,98%.Sensibili perdite per Zscaler, in calo del 4,80%.In apnea MercadoLibre, che arretra del 4,68%. LEGGI TUTTO

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    Istat, calo delle nascite in Italia: fecondità ai minimi storici

    (Teleborsa) – Ulteriore calo della fecondità in Italia. Con 1,18 figli per donna nel 2024 viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526mila bambini a fronte dei 370mila del 2024 (-2,6% rispetto al 2023). È quanto emerge dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi. Calano anche i decessi (651mila), il 3,1% in meno sul 2023, dato più in linea con i livelli pre-pandemici che con quelli del triennio 2020-22. Il saldo naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi, è quindi ancora fortemente negativo (-281mila). In calo la popolazione residente soprattutto nelle aree interne. Rilevante crescita della speranza di vita in Italia che nel 2024 è pari a 83,4 anni, quasi 5 mesi di vita in più rispetto al 2023. Al 31 dicembre 2024 la popolazione residente conta 58 milioni 934mila individui (dati provvisori), in calo di 37mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente. La diminuzione della popolazione prosegue ininterrottamente dal 2014 e il decremento registrato nel 2024 (-0,6 per mille) è in linea con quanto osservato negli anni precedenti (-0,4 per mille del 2023 e -0,6 per mille nel 2022). Il calo di popolazione non coinvolge in modo generalizzato tutte le aree del Paese. Mentre nel Nord la popolazione aumenta dell’1,6 per mille, il Centro e il Mezzogiorno registrano variazioni negative rispettivamente pari a -0,6 per mille e a -3,8 per mille. Nelle aree interne del Paese si osserva una perdita di popolazione più intensa rispetto ai centri. A livello regionale, la popolazione risulta in aumento soprattutto in Trentino-Alto Adige (+3,1 per mille), in Emilia-Romagna (+3,1 per mille) e in Lombardia (+2,3 per mille). Le regioni in cui si riscontrano le maggiori perdite sono invece la Basilicata (-6,3 per mille) e la Sardegna (-5,8 per mille). Boom delle emigrazioni per l’estero: sono 191mila nel 2024 (+20,5% sul 2023), delle quali ben 156mila riguardano cittadini italiani che espatriano (+36,5%). Aumentano i neo-cittadini italiani: sono 217mila le acquisizioni di cittadinanza italiana concesse a cittadini stranieri residenti in Italia, superato il precedente massimo di 214mila raggiunto nel 2023. Al 1 gennaio 2025 la popolazione residente di cittadinanza straniera è composta da 5 milioni e 422mila unità, in aumento di 169mila individui (+3,2%) sull’anno precedente, con un’incidenza sulla popolazione totale del 9,2%. Diminuisce ancora la popolazione di cittadinanza italiana (53 milioni 512mila unità), 206mila in meno rispetto al 1 gennaio 2024 (-3,8 per mille). La variazione negativa, che si osserva in tutte le ripartizioni, raggiunge il massimo nel Mezzogiorno, con 131mila italiani residenti in meno (-6,9 per mille).Famiglie sempre più ristrette in Italia. Oltre una su tre è formata da una sola persona. Le famiglie in Italia, nel biennio 2023-2024, sono poco più di 26 milioni e 300mila, oltre 4 milioni in più rispetto all’inizio degli anni Duemila. La crescita del numero di famiglie – viene spiegato – dipende soprattutto dalla progressiva semplificazione delle strutture familiari, sia nella dimensione sia nella composizione. La principale causa di questo processo è l’aumento delle famiglie unipersonali, attualmente la forma familiare più diffusa. Oggi oltre un terzo delle famiglie è formato da una sola persona (il 36,2%), mentre 20 anni fa questa tipologia rappresentava appena un quarto delle famiglie (25,5%). Le famiglie composte da almeno un nucleo, in cui cioè è presente almeno una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio, sono il 61,3% (ANSA). YF1-TZ 31-MAR-25 10:37 NNNAccanto alla riduzione della fecondità, nel 2024 continua a crescere l’età media al parto, che si attesta a 32,6 anni (+0,1 in decimi di anno sul 2023). È quanto emerge dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi. Il fenomeno della posticipazione delle nascite è di significativo impatto sulla riduzione generale della fecondità – viene sottolineato – poiché più si ritardano le scelte di maternità più si riduce l’arco temporale a disposizione delle potenziali madri per la realizzazione dei progetti familiari. L’aumento dell’età media al parto si registra in tutto il territorio nazionale, con il Nord e il Centro che continuano a registrare il valore più elevato: rispettivamente 32,7 e 33,0 anni, contro 32,3 anni del Mezzogiorno. Diminuiscono anche i matrimoni che, ormai da tempo, non rappresentano più un passaggio preliminare alla nascita di un figlio. Il Lazio è la regione con l’età media al parto più alta in Italia. Si tratta di 33,3 anni contro una media nazionale di 32,6 anni. Anche il tasso di fecondità è al di sotto del dato italiano con 1,12 figli a donna contro l’1,18. Il Lazio è, invece, al secondo posto per la più alta quota di popolazione in età attiva (64,2%), preceduto dalla Campania (65,3%). LEGGI TUTTO

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    Borse europee in rosso spaventate dai dazi

    (Teleborsa) – Giornata complessivamente negativa per le borse di Eurolandia, che terminano con il segno meno, zavorrate da Piazza Affari che fa decisamente peggio. Bilancio negativo per la borsa americana, dove l’S&P-500 segna un calo dello 0,37%. Sui mercati torna il clima negativo, sulla scia delle politiche protezionistiche avviate dall’Amministrazione Trump, mentre si guarda all’impatto sull’economia di una guerra commerciale. Sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,08. Segno più per l’oro, che mostra un aumento dell’1,06%. Giornata di forti guadagni per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), in rialzo del 2,82%.Piccolo passo verso l’alto dello spread, che raggiunge quota +109 punti base, mostrando un aumento di 2 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 3,79%.Nello scenario borsistico europeo seduta negativa per Francoforte, che mostra una perdita dell’1,33%, sotto pressione Londra, che accusa un calo dello 0,88%, e tonfo di Parigi, che mostra una caduta dell’1,58%. Pioggia di vendite sul listino milanese, che termina con una pesante flessione dell’1,77%; sulla stessa linea, si abbattono le vendite sul FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 40.267 punti, in forte calo dell’1,76%.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Terna (+0,58%) e Snam (+0,52%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Buzzi, che ha archiviato la seduta a -5,47%.Lettera su Iveco, che registra un importante calo del 4,86%.Scende Prysmian, con un ribasso del 4,80%.Crolla Banca MPS, con una flessione del 4,57%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, GVS (+4,85%), Fincantieri (+3,20%), RCS (+2,85%) e El.En (+2,63%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Ariston Holding, che ha chiuso a -4,99%.Vendite a piene mani su Webuild, che soffre un decremento del 4,98%.Pessima performance per TXT E-solutions, che registra un ribasso del 4,98%. LEGGI TUTTO

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    Yum! Brands saluta il CEO Gibbs, andrà in pensione il prossimo anno

    (Teleborsa) – David Gibbs, il CEO di Yum! Brands, andrà in pensione il prossimo anno. Il Board del gruppo della ristorazione ha istituito un comitato per la nomina di un suo successore.Il titolo gruppo della ristorazione scambia di poco sopra la parità mettendo a segno un rialzo dello 0,34%.A livello comparativo su base settimanale, il trend del gruppo di fast food americano evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline dell’S&P-500. Ciò dimostra la maggiore propensione all’acquisto da parte degli investitori verso Yum! Brands rispetto all’indice.L’analisi di medio periodo conferma la tendenza positiva di Yum! Brands, mentre se si analizza il grafico a breve, viene evidenziato un indebolimento delle quotazioni al test della resistenza 157,2 USD. Primo supporto visto a 154,5. Tecnicamente, si attende nel breve periodo, un’evoluzione in senso negativo della curva verso il bottom visto a 152,7. LEGGI TUTTO

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    USA, peggiora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas, nel mese di marzo, secondo quanto segnalato dai dirigenti aziendali che hanno risposto al Texas Manifacturing Outlook Survey. L’indice generale manifatturiero, elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, si è portato a -16,3 punti rispetto ai -8,3 del mese precedente. Bisogna ricordare che quando le aziende che segnalano un aumento supera il numero di quelle che segnalano una diminuzione, l’indice sarà maggiore di zero e viceversa.L’indice di produzione, una misura chiave delle condizioni di produzione dello Stato, è salito di 15 punti a 6, mentre i nuovi ordini sono cresciuti di 3 punti e si portano a 0. L’indice della capacità di utilizzo rimane negativa e si porta a -2,3 mentre l’indice delle consegne resta positivo a +6,1.(Foto: R K su Unsplash) LEGGI TUTTO