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    Pallini: nel 2024 fatturato +12,5%, venduti 3 milioni di litri

    (Teleborsa) – Cresce del 12,5%, da 20 a 24,5 milioni di euro, il fatturato della storica distilleria romana Pallini che lo scorso anno ha venduto oltre 3 milioni di litri di prodotti (+4% sul 2023) registrando un’espansione sui mercati esteri e un aumento delle vendite. L’azienda, che compie 150 anni e vanta un portafoglio di 100 prodotti principalmente liquori e distillati, sottolinea inoltre di essere presente in 70 mercati, 12 in più nel 2024. Tra le nuove aggiunte, Repubblica Ceca e Serbia, ma anche diversi stati dell’America Latina (come Messico, Brasile, Argentina, Paraguay e Cile), fino a India e alle Filippine. Dall’estero arriva oramai la fetta maggiore di introiti, con l’export che costituisce il 78% del suo fatturato (+14% nel 2024).”In generale, il 2024 si è confermato un anno di grande crescita, con una presenza capillare in sempre più mercati, e che ha visto il nostro Limoncello diventare il più venduto al mondo, sia in termini di volume sia di valore – commenta Micaela Pallini, presidente e amministratore delegato di Pallini –. Ora, in questo 2025 che segna un secolo e mezzo di storia dell’azienda, il nostro sguardo è puntato saldamente anche al futuro: la strada sarà quella di potenziarci ancor più con nuove idee e acquisizioni”. LEGGI TUTTO

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    Generali, Consob ufficializza il 4,1% UniCredit

    (Teleborsa) – La Consob ufficializza la quota di UniCredit in Generali. Dal 2 febbraio, secondo emerge dalle comunicazioni di Consob sulle partecipazioni rilevanti, la banca di Piazza Gae Aulenti risulta detenere il 4,09% del Leone (diretta proprietà pegno e indiretta proprietà), di cui lo 0,036% in mano a UniCredit BANK GMBH.Il 2 febbraio, in risposta alle indiscrezioni di stampa emerse il giorno precedente, UniCredit aveva comunicato di detenere il 4,1% circa di Generali, spiegando che la quota è “un puro investimento finanziario della banca” che “non ha un interesse strategico in Generali”, rimanendo “pienamente concentrata sull’esecuzione del piano UniCredit Unlocked, sull’offerta di scambio in corso su Banco BPM e sull’investimento in Commerzbank”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo FS: “Rinvenuti reperti archeologici lungo la nuova linea av/ac Napoli – Bari”

    (Teleborsa) – Un villaggio dell’età del Rame in località Gaudello; un tratto di basolato dell’antica via Appia nel comune di Maddaloni; un santuario di epoca ellenistico-romana, ricco di materiale votivo, a Ponte. Sono solo alcuni dei ritrovamenti archeologici, presentati oggi nella stazione di Napoli Afragola, rinvenuti durante i lavori effettuati lungo le tratte Napoli-Cancello, Cancello-Frasso e Telese-Vitulano. Con la realizzazione della nuova linea AV/AC Napoli-Bari, infatti, il Gruppo FS restituisce alla cittadinanza un patrimonio culturale inedito, dove sviluppoinfrastrutturale e archeologia convivono in armonia. Si tratta della prima tappa di un percorso che proseguirà sul territorio nazionale, con l’obiettivo di mostrare come i cantieri delle grandi opere infrastrutturali ferroviarie possano trasformarsi in unafinestra sul passato, unendo progresso e radici storiche.Tra gli altri reperti portati alla luce e presentati oggi, alla presenza di rappresentanti del Gruppo FS e delle Soprintendenze sia dell’area metropolitana di Napoli sia delle province di Caserta e Benevento, anche una villa romana esposta nella sua interezza riemersa nel comune di Solopaca e numerose sepolture di cultura campana con ricchi corredi funerari, oltre a monete, oggetti in terracotta e statuine in bronzo.Presenti Mariano Di Maio, Responsabile Ambiente e Territorio RFI; Massimo Comedini, Responsabile Ambiente, Architettura e Territorio Italferr; Mariano Nuzzo, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e Dirigente delegato per la Soprintendenza Abap per le province di Caserta e Benevento; Ilaria Maggiorotti, Presidente Archeolog Ente del Terzo Settore.Attraverso un approccio proattivo e collaborativo, il Gruppo FS – spiega una nota – è costantemente impegnato nella promozione dell’archeologia preventiva per garantire che la realizzazione di nuove linee ferroviarie avvenga in modo sostenibile, senza compromettere la ricchezza storica dei territori attraversati.Le azioni di tutela prevedono un iter di approfondimento dei contesti archeologici, con la realizzazione di studi territoriali, indagini e scavi in estensione, fino ad arrivare alla valorizzazione attraverso ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e musealizzazioni. Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Anas fanno parte di Archeolog, Ente del Terzo settore del Gruppo che, in sinergia con le Soprintendenze del Ministero della Cultura, ha lo scopo di contribuire al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione dei preziosi reperti archeologici venuti alla luce durante la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie italiane.LA NUOVA LINEA AV/AC NAPOLI BARI Il progetto prevede il potenziamento e la velocizzazione dell’itinerario Napoli-Bari, che consentirà di integrare l’infrastruttura ferroviaria del Sud del Paese con il Core Corridor “Scandinavia – Mediterraneo”. L’opera strategica – fa sapere il Gruppo FS in una nota – migliorerà l’accessibilità nelle aree attraversate per servizi nazionali,per quelli di lunga percorrenza e per il servizio regionale e merci. l termine dei lavori, il collegamento Napoli-Bari sarà percorso in 2 ore, contro le circa 4 attuali, mentre quello fra Roma e Bari in 3 ore, con un risparmio di circa due ore rispetto ad oggi. L’opera, dal costo complessivo di oltre 6 miliardi di euro, rappresenta anche un volano per la creazione di posti di lavoro: nel progetto sono impegnate oltre 7mila persone tra ingegneri, tecnici e operai. LEGGI TUTTO

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    USA, a dicembre calano le offerte di posti di lavoro

    (Teleborsa) – Il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è sceso a 7,6 milioni, nell’ultimo giorno lavorativo di dicembre 2024, in calo dagli 8,156 milioni del mese precedente e, inferiore agli 8 milioni attesi dagli analisti.È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e altre metriche del mercato del lavoro.Tale dato anticipa quelli di venerdì sull’occupazione americana. LEGGI TUTTO

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    Carbon Farming, Osservatorio Smart Agrifood PoliMi: opportunità per ridurre le emissioni

    (Teleborsa) – Il Carbon Farming può rappresentare un’opportunità per migliorare le condizioni economiche del comparto agricolo, permettendo una riduzione delle emissioni e il sequestro del carbonio attraverso nuove pratiche agronomiche: per questo motivo, nel 2021 la Commissione EU ha adottato la Comunicazione sui cicli del carbonio sostenibili e a novembre 2024 il Consiglio ha dato il via libera finale al Regolamento che istituisce il primo quadro di certificazione dell’UE per gli assorbimenti permanenti di carbonio, la carboniocoltura e lo stoccaggio del carbonio nei prodotti.L’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia ha presentato questa mattina in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, alla presenza di Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della XIII Commissione (Agricoltura), una ricerca sullo stato dell’arte dei progetti di carbon farming nel settore agricolo e agroalimentare a livello internazionale, sul mercato volontario dei crediti di carbonio e sui trend dell’innovazione digitale a supporto della “filiera” del carbon farming (in particolare attraverso l’analisi delle startup).Dall’analisi di 435 progetti internazionali di carbon farming nel comparto agroalimentare, emerge che il 39% si concentra in Nord America, il 33% in Asia e il 18% in Europa, mentre il restante 10% in Centro-Sud America, Africa e Oceania. Considerando il numero di crediti erogati, il primato è della Cina (43%), seguita dagli Stati Uniti (40%).Tra i settori produttivi specifici che hanno erogato il maggior numero di crediti in testa c’è la zootecnia, in particolare il comparto lattiero-caseario e la produzione di carne, a seguire, il settore cerealicolo. Coerentemente, l’analisi delle pratiche maggiormente diffuse nei progetti sui mercati del carbonio vede in cima l’utilizzo di impianti di digestione anaerobica (biogas e biometano) e la gestione integrata del bestiame e delle deiezioni. Questo perché oggi, fuori dall’UE, viene data la possibilità alle realtà del settore zootecnico che riducono le emissioni o producono combustibili a basse emissioni di carbonio di generare e vendere crediti di carbonio. In Unione Europea, invece, si sta ancora valutando circa l’inclusione delle riduzioni delle emissioni del bestiame.Dall’analisi del volume di crediti generati e venduti nell’ambito dei progetti, emerge la differenza di prezzo rispetto al singolo credito, che può oscillare da una media di 7 dollari per credito a 55 dollari per credito. La differenza riscontrata nei prezzi dei crediti di carbonio evidenzia la complessità del mercato. I valori sono infatti determinati da una serie di variabili, tra cui la qualità dei progetti, la credibilità dei soggetti promotori e la contrattazione tra domanda e offerta. Questo fa sì che sia complesso, oggi, stimare con precisione il rendimento per l’agricoltore. Ciò non toglie l’importanza delle pratiche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e le opportunità economiche che si possono generare per gli agricoltori.Le innovazioni digitali e, in particolare, le soluzioni di Agricoltura 4.0 possono giocare un ruolo rilevante per lo sviluppo del Carbon Farming, supportando i progetti in ogni fase, dalla pianificazione e implementazione delle pratiche, alla misurazione e validazione dei volumi di carbonio sequestrati fino alla compravendita dei crediti di carbonio.A guidare l’innovazione nel settore contribuiscono le startup digitali, che propongono soluzioni per supportare soprattutto le operazioni di monitoraggio e verifica del carbonio stoccato nei suoli, ma anche lo scambio dei crediti di carbonio. Tra le soluzioni maggiormente proposte, ci sono quelle di analisi di dati e big data (45%), i sistemi di mappatura basati su immagini e dati satellitari (40%) e le soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale e Machine Learning (25%).Le startup con offerta digitale attive sul tema del carbon farming sono il 5% del totale delle startup globali con offerta digitale nel settore agroalimentare e raccolgono il 5% del totale dei finanziamenti. L’Europa ospita la maggioranza delle startup operanti nel carbon farming, mentre il Nord America conta più di metà dei finanziamenti mondiali destinati al settore. LEGGI TUTTO

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    USA, ordini industria dicembre peggio di attese

    (Teleborsa) – Calano più del previsto gli ordinativi all’industria statunitensi. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di dicembre, gli ordini hanno evidenziato una discesa dello 0,9% dopo il -0,8% di novembre e contro il -0,7% stimato dal consensus.Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono cresciuti dello 0,3% come a novembre, mentre al netto del settore difesa sono crollati del 2,4% (come il mese precedente). LEGGI TUTTO

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    CNH: Marx, per decisioni serve visibilità più lungo periodo

    (Teleborsa) – I livelli produttivi, nel 2025, resteranno abbastanza bassi per il tutto il primo trimestre. Lo ha detto Gerrit Marx, Amministratore Delegato di CNH, durante la call sui risultati del quarto trimestre e dell’intero 2024 e, in merito al possibile impatto delle tensioni geopolitiche e commerciali a livello globale, ha sottolineato che, grazie alla presenza mondiale del Gruppo, può “fare fronte a qualunque scenario si dovesse verificare”. “Stiamo valutando tutti gli scenari possibili e abbiamo alcune idee, ha detto ancora il top manager. Quanto a un eventuale spostamento della produzione, ha detto: “Alcune decisioni possono essere prese velocemente, altre richiedono tempo, per esempio se bisogna spostare dei macchinari o delle fabbriche in un altro posto”. Nei prossimi mesi “valuteremo la situazione che sta emergendo sul fronte commerciale, la domanda è capire cosa succederà non domani, ma nei prossimi 18 mesi”. Per prendere decisioni solide, ha concluso, “bisogna avere visibilità più lunga”. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, Messina: “Non faremo M&A. Target utile 2025 più che sostenibile”

    (Teleborsa) – “Nel corso del 2024 abbiamo più che conseguito i nostri obiettivi mentre entriamo nel nostro ultimo anno del Piano di impresa 2025”. Lo ha sottolineato il Ceo di Intesa SanpaoloCarlo Messina, aprendo la conference call con gli analisti e ricordando “abbiamo conseguito il miglior risultato netto di sempre”.I risultati eccellenti raggiunti nel 2024 – ha evidenziato il manager – hanno già superato i target del Piano d’impresa 2022-2025 in termini di utile (8,7 miliardi rispetto ai 6,5 miliardi del piano) e di cost-income (42,7% contro 46,4%)Messina ha aggiunto “la performance eccellente ci consente di remunerare azionisti con dividendi cash per 6,1 miliardi di euro” ed “”a giugno lanceremo un nuovo piano riacquisto azioni proprie da 2 miliardi di euro”.Grazie ai risultati record del 2024, Intesa ha migliorato la guidance 2025, indicando un risultato netto 2025 ben superiore ai 9 miliardi di euro. Un livello che il management considera “più che sostenibile nei prossimi anni”.”Stiamo generando sinergie significative, sfruttando il potenziale interno e senza quindi aver bisogno di fare acquisizioni”, ha precisato il Ceo di Intesa, aggiungendo “non abbiamo bisogno di fare acquisizioni così da evitare i rischi di esecuzione correlati, quali l’assorbimento del tempo del management ed i ritardi collegati alla necessità di fondere le relative piattaforme”. Rispondendo ad una domanda sulla possibilità di partecipare alla fase di consolidamento del settore bancario in Italia, il Ceo ha ribadito “non faremo alcuna fusione o acquisizione in Italia, stiamo lontani da questa confusione”.Ribadendo la posizione di leadership della banca, Messina ha anche affermato “continueremo ad essere leader e siamo pronti a vincere contro gli sfidanti del fintech”. Parlando dell’esposizione alla Russia, Messina ha sottolineato che “e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo’ e che ‘i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2”. Messina ha posto l’accento sul “significativo capitale in eccesso” che la Banca “genera di anno in anno” e che consente di “garantire una certa flessibilità”. “Continueremo ad avere un business model con basso assorbimento di capitale”, ha spiegato il Ceo, aggiungendo che in base al capitale in eccesso “definiremo quanto ammontare può essere distribuito ai soci” e questo è il modo giusto per procedere. “Penso che con queste cifre abbiamo dimostrato che Intesa Sanpaolo ha un modello unico in Europa. Continueremo ad avere una crescita significativa nel 2025”, ha concluso Messina chiudendo la call. LEGGI TUTTO