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    I mercati europei peggiorano mentre si valutano gli effetti della presidenza Trump

    (Teleborsa) – Giornata difficile per Piazza Affari, che scambia in pesante ribasso, assieme agli altri Eurolistini, mentre gli investitori hanno digerito la vittoria netta di Donald Trump contro la sua rivale democratica Kamala Harris alle elezioni presidenziali statunitensi. Ottime le performance dell’S&P-500 in USA, con le azioni statunitensi che sono balzate all’apertura grazie alla rapida conclusione delle elezioni presidenziali.”L’esito più positivo per le azioni statunitensi è un Red Sweep, l’esito più negativo per le azioni UE, in termini relativi, è Trump e un congresso diviso”, hanno affermato gli analisti di Barclays, segnalando che un’elezione contestata o qualsiasi incertezza elettorale persistente erano state la preoccupazione principale per gli investitori. Gli analisti hanno identificato i dazi commerciali come un “rischio chiave per l’Europa”, con una maggiore probabilità di attuazione sotto un’amministrazione Trump. “Riteniamo quindi che le azioni UE probabilmente continueranno a sottoperformare rispetto alle azioni USA su base relativa”, si legge in una nota.Pioggia di vendite sull’Euro / Dollaro USA, che scambia con una pesante flessione dell’1,90%. Ha sofferto di parecchie vendite l’oro, che continua gli scambi a 2.664,9 dollari l’oncia. Prevale la cautela sul mercato petrolifero, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che continua la seduta con un leggero calo dello 0,30%.Sale molto lo spread, raggiungendo +132 punti base, con un deciso aumento di 8 punti base, mentre il BTP con scadenza 10 anni riporta un rendimento del 3,73%.Tra le principali Borse europee Francoforte scende dell’1,08%, piatta Londra, che tiene la parità, e sostanzialmente debole Parigi, che registra una flessione dello 0,65%.Pioggia di vendite sul listino milanese, che scambia con una pesante flessione dell’1,65%, proseguendo la serie di tre ribassi consecutivi, iniziata lunedì scorso; sulla stessa linea, si abbattono le vendite sul FTSE Italia All-Share, che continua la giornata a 35.982 punti, in forte calo dell’1,58%. In lieve ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,68%); sulla stessa tendenza, variazioni negative per il FTSE Italia Star (-0,8%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Tenaris (+5,69%), DiaSorin (+5,22%), Leonardo (+3,54%) e Brunello Cucinelli (+1,56%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Inwit, che prosegue le contrattazioni a -6,08%. In perdita Campari, che scende del 4,75%. Pesante ERG, che segna una discesa di ben -4,64 punti percentuali. Calo deciso per Unicredit, che segna un -4,34%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Credem (+5,81%), Digital Value (+5,32%), Buzzi (+4,22%) e Technoprobe (+2,35%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Ariston Holding, che prosegue le contrattazioni a -6,43%. Seduta negativa per Zignago Vetro, che scende del 6,20%. Sensibili perdite per De’ Longhi, in calo del 4,36%. In apnea Alerion Clean Power, che arretra del 4,11%. LEGGI TUTTO

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    Lagarde (BCE): banche “veramente europee” possono diversificare i rischi

    (Teleborsa) – “Nonostante i grandi shock che hanno colpito l’area euro negli ultimi anni, il nostro settore bancario è resiliente. Il coefficiente aggregato Common Equity Tier 1 (CET1) è salito dal 12,7% nel 2015 al 15,8% a metà del 2024, mentre il coefficiente di copertura della liquidità è aumentato dal 138% al 159% nello stesso periodo”. Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde, intervenendo al decimo anniversario del Single Supervisory Mechanism.”I principali rischi che affrontiamo oggi non derivano più dalle banche stesse, ma da un ambiente esterno sempre più volatile – ha aggiunto – E la supervisione unica ci consente di affrontare questi rischi attraverso un approccio comune e lungimirante. Secondo Lagarde, “una supervisione più rigorosa e uniforme ha rafforzato la fiducia del pubblico, garantendo che i depositi bancari siano considerati ugualmente sicuri in tutta l’area euro, preservando così l’integrità della nostra unione monetaria. Dall’inizio della supervisione unica, i depositi transfrontalieri delle famiglie sono più che raddoppiati, raggiungendo oggi i 151 miliardi di euro”.La numero uno della BCE ha posto l’accento sul fatto che, attualmente, solo due banche dell’area euro si classificano tra le dieci banche più grandi al mondo, occupando l’ottava e la decima posizione. Inoltre, in media, l’esposizione transfrontaliera delle banche dell’area euro è più di un terzo più alta al di fuori dell’area euro che al suo interno. “Questa frammentazione rende più difficile per le nostre banche servire efficacemente l’economia europea – ha detto – E gli ostacoli all’attività bancaria transfrontaliera sono sostanziali”.”Le banche veramente europee possono diversificare efficacemente i loro rischi tra settori e regioni – ha sostenuto Lagarde – Hanno la capacità di prestare di più su larga scala e quindi gestire progetti di finanziamento transfrontalieri che le banche più piccole focalizzate localmente non possono”. Inoltre, “le banche più integrate possono anche svolgere un ruolo fondamentale come principali market maker dei capitali” e “le banche più integrate hanno la massa critica per attrarre aziende in tutta l’area euro per quotazioni in borsa, collocamenti di titoli di debito, transazioni di private equity, fusioni e acquisizioni e supporto alla crescita internazionale”. LEGGI TUTTO

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    Banca di Credito Popolare, utile 9 mesi sale a 7,2 milioni di euro. Chiude 8 filiali

    (Teleborsa) – Banca di Credito Popolare (BCP), istituto di credito di Torre del Greco, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile netto di 7,2 milioni di euro, con una variazione percentuale positiva del +61% rispetto all’utile di 4,5 milioni registrato nei primi nove mesi del 2023. Lo scorso maggio Bankitalia ha imposto due commissari per ripristinare una sana e prudente gestione.Il risultato netto dell’area finanza e delle attività di negoziazione è negativo per 11,4 milioni di euro, ma in miglioramento rispetto ai -16,5 milioni del 30 settembre 2023. Tale risultato è imputabile alle minusvalenze sul portafoglio contabile delle attività finanziarie valutate al fair value con variazioni a conto economico e alle maggiori rettifiche su un titolo all’interno del portafoglio delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato.Il margine di interesse si attesta a 58,4 milioni di euro segnando un +3,1% anno su anno, trainato principalmente dalla favorevole dinamica dei tassi di interesse. Il margine da servizi si attesta a 29,2 milioni di euro, in decremento di 2 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2023. Le masse intermediate, pari a 5 miliardi di euro, rimangono sostanzialmente stabili rispetto al dato di metà anno, ma in lieve diminuzione (-1,6%) rispetto al 31 dicembre 2023. In particolare, la raccolta diretta, pari a 2,502 miliardi di euro, diminuisce del 3% (- 76,1 milioni) rispetto al 31/12/2023, mentre cresce, grazie alle dinamiche relative alla componente amministrata, la raccolta indiretta di 61 milioni (+7,4% rispetto al 31/12/2023), portandosi a 888 milioni di euro al 30 settembre 2024.Gli impieghi alla clientela registrano una flessione del 4%, attestandosi a 1,652 miliardi a fronte di 1,721 miliardi di fine 2023. L’NPE ratio lordo risulta pari al 9,12% mentre l’NPE ratio netto è pari al 5,93%.Per aumentare l’efficienza operativa e concentrare investimenti e risorse, BCP ha in corso una razionalizzazione della rete delle 64 filiali. Entro fine anno, le attività di 8 filiali saranno trasferite e integrate in altre filiali vicine. Questa operazione non avrà impatti sull’organico, si legge in una nota.”I risultati di questo terzo trimestre appaiono in linea con le previsioni del forecast 2024, posto alla base del piano industriale 2024-2028 in via di definizione. Ci stiamo dedicando con impegno ad un progetto di rafforzamento anche patrimoniale, continuando a essere banca di territorio”, ha affermato Mario Crosta, Direttore Generale di BCP. LEGGI TUTTO

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    Kruso Kapital, utile adjusted 9 mesi sale a 2,98 milioni di euro

    (Teleborsa) – Kruso Kapital, società quotata su Euronext Growth Milan e parte del Gruppo Banca Sistema, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile netto adjusted pari a 2,98 milioni di euro, in aumento a/a del 27%. L’utile netto contabile, che include le componenti non ricorrenti (spese derivanti principalmente dall’IPO e dall’acquisizione in corso in Portogallo, complessivamente pari a 130 mila netto tasse in buona parte registrato già nel 1Q24) è pari a 2,85 milioni di euro.Al 30 settembre 2024, sono circa 76 mila le polizze di credito su pegno in Italia sottostanti i 128,3 milioni di impieghi totali (117,3 milioni al 30 settembre 2023 e 121,4 milioni al 31.12.2023), in aumento a/a. La crescita a/a degli impieghi è stata guidata sostanzialmente dai volumi originati dalla rete in Italia. Nell’ambito del credito su pegno in Italia, sono state realizzate 39 aste, per i beni rivenienti dal pegno (30 nello stesso periodo del 2023).Il margine di intermediazione aumenta a/a del 24,6% (17,6 milioni vs 14,1 milioni al 30.9.2023), principalmente per il contributo del credito su pegno in Italia, a seguito dei maggior impieghi e della più alta marginalità. Il business delle aste di opere d’arte e oggetti da collezione rappresenta meno del 2% del totale margine di intermediazione al 30.9.2024 (4,6% dell’intero 2023), in calo a/a e caratterizzato da un terzo trimestre in cui tipicamente avvengono poche aste.La crescita degli interessi attivi e commissioni attive del credito su pegno (pari al 22% ai 9M 2024, in linea con il 1H 2024) ha più che compensato l’aumento del costo del funding, che dal secondo trimestre del 2024 ha iniziato a registrare segnali di stabilizzazione, grazie ad una marginalità in crescita a/a. L’aumento del 16% a/a delle commissioni nette è guidato dai maggior impieghi e dal maggior contributo delle aste del pegno in Italia. LEGGI TUTTO

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    Mese dell’Educazione Finanziaria, Intesa Sanpaolo: le iniziative del Museo del Risparmio

    (Teleborsa) – Il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo, il primo al mondo dedicato all’educazione finanziaria, ha organizzato anche a novembre, Mese dell’Educazione Finanziaria, numerose iniziative rivolte agli adulti e alle scuole di ogni ordine e grado, sempre a ingresso libero e partecipazione gratuita. “Nell’ultimo anno – dichiara Giovanna Paladino, direttrice e curatrice del Museo del Risparmio – abbiamo esplorato nuove contaminazioni con discipline, materie e linguaggi apparentemente lontani dall’economia e dalla finanza, ma capaci di attrarre l’attenzione di bambini, ragazzi e adulti, trasmettendo loro concetti complessi in modo creativo e coinvolgente. L’educazione finanziaria si presta bene a queste ibridazioni, poiché possiede molte connessioni con ambiti molto diversi. Sconfinare in terreni artistici, umanistici e scientifici ci offre preziose occasioni di arricchimento. Con l’inaugurazione del nuovo exhibit ‘Ammirare’, protagonista di uno dei numerosi incontri che abbiamo organizzato per il Mese dell’Educazione Finanziaria, i visitatori hanno l’opportunità di riflettere su concetti fondamentali come consumo, risparmio, ricchezza, investimento, crisi, mercato e contabilità attraverso l’immersione nell’arte. Numerose attività e iniziative che realizziamo sono rivolte alle giovani generazioni e i nostri percorsi formativi hanno raggiunto l’anno scorso oltre 50mila studenti, di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di raggiungerne 20mila in più in questo anno scolastico”.Gli appuntamenti del Museo del Risparmio per il Mese dell’Educazione FinanziariaMercoledì 6 novembre, alle ore 10, è in programma l’incontro online rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I grado “Cosa farò da grande” per riflettere su come decidere del proprio futuro e raggiungere i propri sogni in un mondo del lavoro in continuo cambiamento. Il World Economic Forum stima che circa un quarto dei posti di lavoro saranno destinati a cambiare nei prossimi anni, tra la scomparsa di mestieri tradizionali e la diffusione di professioni completamente nuove. Professioni legate all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità, al sociale: tra innovazione, digitalizzazione e nuovi scenari, come riusciranno i ragazzi ad orientarsi e a capire come investire sullo sviluppo del loro capitale umano? Con le testimonianze di Laura Li Puma, rresponsabile Laboratorio Intelligenza Artificiale Innovation Center Intesa Sanpaolo, Luca Streri, Fondatore Movimento Mezzopieno e co-fondatore Arbor Foundation e Jacopo Agrimi, ricercatore Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova.Giovedì 14 novembre, alle ore 11, è in programma un originale appuntamento per gli studenti delle scuole secondarie di II grado, pensato in particolare per i Licei artistici e Istituti d’arte, in presenza e online dal titolo “In viaggio tra economia e arte attraverso alcuni capolavori”. Capire come nasce e si sviluppa il valore economico di un’opera d’arte è complesso. Molti fattori entrano in gioco: artisti, case d’asta, collezionisti, lo Stato, critici ed esperti, con un mercato che varia per periodi e generi. Valutare un’opera è il risultato di elementi culturali, sociali ed economici, spesso imprevedibili. Al Museo del Risparmio, però, l’approccio sarà diverso: si userà l’arte per spiegare l’economia. Dal febbraio 2024, infatti, la sala Ammirare offre un’esperienza immersiva in VR, dove alcune opere d’arte si animano per illustrare i concetti fondamentali di economia e finanza. E saranno proprio alcune opere presenti al museo a essere analizzate per comprendere il loro messaggio economico.Sempre giovedì 14 novembre, alle ore 17.45, presso il Museo del Risparmio (via San Francesco d’Assisi 8/a, Torino) e online si terrà l’evento “AMMIRARE: l’arte racconta l’economia”, un viaggio nell’arte e nella storia che avvicina il visitatore a temi economici e di educazione finanziaria in maniera originale e coinvolgente. Sotto la guida esperta del vicedirettore delle Gallerie d’Italia – Milano, Giovanni Morale, si imparerà a leggere tra le righe delle opere di artisti del calibro di Peter Paul Rubens, Édouard Manet, Edward Hopper, Pieter Brueghel, Pierre Bonnard, virtualmente presenti nella Sala Ammirare, scoprendo un nuovo modo di apprendere concetti di educazione finanziaria, in maniera semplice e divertente.Il 19 e 20 novembre è in programma la nona edizione de “Il Mio Posto nel Mondo”, il festival rivolto agli studenti delle scuole secondarie di II grado organizzato dal Museo del Risparmio con la partecipazione straordinaria di STEP FuturAbility District, che quest’anno intende esplorare il ruolo della bellezza come forza rigeneratrice attraverso testimonianze che abbracciano sia le scienze umane che quelle scientifiche. L’obiettivo è dar vita a un dialogo stimolante e produttivo tra diverse discipline nella tradizione di uso della contaminazione del Museo del Risparmio. I ragazzi delle scuole secondarie di II grado avranno così l’opportunità di scoprire come la bellezza possa ispirare, educare e creare un futuro ricco di possibilità. Prenderanno parte all’evento Antonio Presti, Mecenate, ideatore e presidente Fondazione Antonio Presti; Giovanni Morale, vicedirettore Gallerie d’Italia, Milano; Annalisa Banzi PhD, storica dell’arte, consulente e ricercatrice presso il CESPEB e Antonella Senese, professore associato di Geografia fisica e Geomorfologia e Dottore di ricerca in Scienze Naturali e Ambientali, Università degli Studi di Milano.Martedì 19 novembre alle ore 18 è in programma l’evento online “Crash point. Un’analisi filosofica e pratica per capire le crisi finanziarie”. Parlare di crisi finanziarie spesso significa analizzare processi economici, situazioni geopolitiche, mercati finanziari. Ma per capire meglio cos’è il crash point di un sistema finanziario, come anticiparlo, che strumenti abbiamo per capirne le caratteristiche e come affrontarlo, possiamo guardare alle crisi finanziarie da un punto di vista inedito: quello filosofico. L’incontro vedrà la partecipazione di Emiliano Ippoliti, professore di Logica e Filosofia presso l’Università La Sapienza e autore del libro che ispira il dibattito con la partecipazione di Riccardo de Bonis, capo servizio Educazione finanziaria Banca d’Italia, e Sergio Caprara, professore Dipartimento di Fisica, Università La Sapienza. Modera l’incontro Giovanna Paladino, direttore e curatore del Museo del Risparmio.Nell’ambito della ricca programmazione rivolta alle scuole primarie mercoledì 20 novembre, alle ore 11, è in programma l’evento online “Quanto costano i desideri!” nel quale i bambini cominceranno a interrogarsi sul loro atteggiamento nei confronti del denaro e a riflettere sull’importanza dell’indipendenza economica per realizzare i propri sogni.Infine, il 28 novembre alle ore 18, in presenza al Museo del Risparmio e online, si terrà l’evento “Niente sconti. Stop alla violenza economica” per affrontare il fenomeno della violenza economica ai danni delle donne da una prospettiva diversa. Non sarà il solito dibattito: l’incontro si aprirà con una narrazione teatrale dedicata alla violenza economica, seguita da un confronto con la partecipazione anche maschile, perché per cambiare una cultura dominante è essenziale il coinvolgimento di tutti. Con la partecipazione di Stefania Rosso della compagnia teatrale Liberipensatori, Marta Albini, responsabile Centro Studi WeWorld e di un rappresentante di un centro che promuove il cambiamento del maschile. Modera l’incontro Paladino.Creato nel 2012 su iniziativa di Intesa Sanpaolo, il Museo del Risparmio rappresenta da sempre uno spazio in cui è possibile avvicinarsi ai concetti di risparmio e investimento con linguaggio chiaro e semplice, al fine di migliorare il proprio livello di alfabetizzazione finanziaria. Il Museo si rivolge a un pubblico diversificato – adulti, adolescenti e bambini – e vuole stimolare la partecipazione attiva dei suoi visitatori. Non è un museo tradizionale, ma un progetto di “edutainment” unico nel suo genere, dove tecnologia e interattività sono usate per sorprendere i visitatori. LEGGI TUTTO

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    Wall Street festeggia la vittoria di Trump. Balzo delle small cap

    (Teleborsa) – Tutti gli indici di Wall Street sono in rally, con le borse statunitensi che festeggiano la vittoria di Donald Trump. Fa meglio di tutti l’indice Russell 2000, che replica 2000 titoli azionari statunitensi a bassa capitalizzazione, che si prevede possano beneficiare della conquista della Casa Bianca da parte del candidato repubblicano.Dopo i dubbi della vigilia che davano alcuni sondaggi più recenti a favore di Kamala Harris, l’esito elettorale ha segnato una vittoria su tutta la linea, vista la maggioranza nel voto popolare e nel Senato. Resta incerta la Camera ma le proiezioni al momento danno in vantaggio i Repubblicani.La reazione dei mercati, con il cosiddetto “Trump Trade”, non si limita all’azionario. Nelle ultime ore sono saliti significativamente anche i rendimenti dei Treasury e il dollaro. Il biglietto verde corre, contro le principali valute, per una molteplicità di motivi legati alle possibili scelte di politica commerciale di Trump (che si prevede sia inflazionistica) e per le possibili conseguenze che potrebbe avere sulle scelte di politica monetaria della Fed.Domani sera proprio la banca centrale americana dovrà decidere se tagliare i tassi di 25 punti base, come si attende il mercato; sempre nella giornata di domani si esprimerà anche la Bank of England; anche in questo caso le attese sono per una sforbiciata di 25 punti base.Sul fronte macroeconomico, sono state in netta diminuzione le domande di mutuo negli Stati Uniti nell’ultima settimana, con i tassi sui mutui trentennali che sono aumentati al 6,81% dal 6,73% precedente.Rally per il titolo Tesla, dopo che il fondatore e CEO Elon Musk si è speso molto in questa campagna elettorale per Trump, salendo anche sul palco nel discorso post-vittoria.Guardando ai principali indici di Wall Street, scambia in deciso rialzo il Dow Jones (+3,01%), che raggiunge i 43.495 punti; sulla stessa linea, balzo dell’S&P-500, che continua la giornata a 5.904 punti. Effervescente il Nasdaq 100 (+1,9%); con analoga direzione, ottima la prestazione dell’S&P 100 (+2,05%). LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, utile adjusted 9 mesi +25%. Distribuzione 2024 sopra la guidance

    (Teleborsa) – Banco BPM ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un risultato netto di periodo positivo pari a 1.695,8 milioni di euro (943,4 milioni al 30 settembre 2023). Il risultato netto adjusted del periodo è pari a 1.244,8 milioni di euro, (+25,1%). Nella nuova voce del conto economico riclassificato denominata impatto monetica, al netto delle imposte, sono rilevati gli effetti positivi e pari a complessivi 493,1 milioni, riconducibili alle operazioni perfezionate in data 30 settembre per la riorganizzazione del comparto dei sistemi di pagamento.Il margine di interesse si attesta a 2.584,7 milioni di euro, in crescita del 6,7% rispetto al dato dei primi nove mesi 2023, principalmente grazie all’incremento dello spread commerciale, conseguente al rialzo dei tassi di interesse e al limitato impatto sul costo dei depositi. Le commissioni nette ammontano a 1.509,5 milioni di euro, in crescita del 3,9% per effetto della performance registrata nel comparto dei prodotti di risparmio (+9,5%).Il cost income ratio del periodo è pari al 46,7%, inferiore sia rispetto al 48,4% dei primi nove mesi del 2023 che al dato relativo all’intero 2023 (48,1%). Il Common Equity Tier 1 ratio è pari al 15,48% rispetto al 14,16% del 31 dicembre 2023, raggiungendo il livello più alto dalla costituzione di Banco BPM nel 2017.Gli impieghi netti verso la clientela ammontano al 30 settembre 2024 a 101,4 miliardi di euro, in calo di 4,1 miliardi rispetto al dato del 31 dicembre 2023. Le esposizioni nette deteriorate ammontano al 30 settembre 2024 a 1,7 miliardi. L’incidenza delle esposizioni deteriorate rispetto al totale degli impieghi al lordo delle rettifiche di valore è pari al 3,1%, in calo rispetto al 3,5% del 31 dicembre e del 30 settembre 2023.Banco BPM afferma che la solidità dei risultati raggiunti e la resilienza degli stessi pur in un contesto di tassi in discesa, porta a confidare nel raggiungimento della previsione di EPS di 95 centesimi di euro (1,15 euro considerando le componenti one-off allo stato ipotizzabili) e nel suo possibile superamento.Si confermano tutti gli obiettivi di utile e patrimonializzazione annunciati nell’ultimo Piano mentre, con riferimento al payout, l’approvazione da parte del CdA della proposta di corrispondere un acconto dividendo di 40 centesimi per azione, avvenuta in data odierna, permette di assicurare agli azionisti una distribuzione complessiva pari a 1.450 milioni di euro nel corso dell’anno solare 2024, superiore di 150 milioni rispetto a quella suo tempo ipotizzata nel Piano Strategico, rafforzando la fiducia nella possibilità di superare l’obiettivo di remunerazione complessiva degli azionisti pari a 4 miliardi di euro cumulati nel periodo 2023-2026. LEGGI TUTTO

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    Distribuzione automatica: inflazione e smart working frenano crescita, fatturato -1,7%

    (Teleborsa) – Dopo due anni consecutivi positivi il settore della distribuzione automatica – per cui il nostro Paese è leader a livello internazionale – da gennaio a settembre del 2024 registra la prima frenata sia di fatturato (-1,77%,) sia di consumazioni (-3,41%): in termini assoluti, il ricavato si attesta a 1,19 mld di euro mentre le vendite a 2,9 mld. È quanto emerge dalle anticipazioni sullo Studio sul settore della distribuzione automatica realizzato da Ipsos per CONFIDA,Associazione Italiana Distribuzione Automatica, l’unica associazione di categoria che rappresenta a livello nazionale il comparto. Il calo dei consumi: inflazione e smart workingSecondo recenti studi emerge che, contrariamente al percepito, il lavoro da remoto in Italia nel 2024 non ha subito una battuta d’arresto ma è anzi stabile con oltre 3,55 milioni di lavoratori che lo praticano, e con stime di crescita per il 2025. Questo influisce negativamente sul comparto dato che le vending machine si trovano principalmente nelle pubbliche amministrazioni, negli uffici, oltre che nelle scuole e negli ospedali. Inoltre, nonostante la distribuzione automatica sia tra i settori che ha aumentato di meno i prezzi al consumo, i gestori si sono ritrovati ad affrontare da un lato la crescita dei prezzi delle materie prime (specialmente del caffè che rappresenta il 57% delle consumazioni del settore), e dall’altro il ridursi delle consumazioni a causa della contrazione del potere d’acquisto degli italiani per via dell’inflazione. Specchio di questa situazione l’andamento dei consumi nei primi nove mesi del 2024: il caffè, da sempre re delle consumazioni alle vending machine, perde il -2,92% rispetto al medesimo periodo del 2023. Male anche le bevande fredde (acqua minerale naturale e altre bevande fredde) che registrano un calo del 3,65%, gli snack (-2,81%) e i gelati (-34,35%). I prodotti a registrare un andamento positivo sono gli energy drink (+0,89%), le bevande a base di frutta con bassa (+8,95%) o alta (+3,12%) concentrazione di frutta, gli snack dolci (+4,77%) e salati (+0,52%), e il confectionery (+5,21%). Transizione 5.0: CONFIDA chiede una semplificazione al MinisteroLa riduzione dei consumi, insieme all’aumento dei costi delle materie prime e dei prodotti e alla diminuzione degli incentivi dell’Industria 4.0, ha ridotto anche la vendita delle vending machine (-20,9% nei primi 6 mesi del 2024) che sono fabbricate in Italia ed esportate in tutto il mondo. “Pertanto, – rileva CONFIDA – l’accesso ai nuovi incentivi del piano Transizione 5.0 rappresenterebbe un’importante occasione per il settore del vending. Purtroppo, però, quest’ultimo contiene delle difficoltà burocratiche e interpretative che ad oggi rende impossibile per le aziende del settore accedere agli incentivi. Tutto questo nonostante il fatto che da anni, la distribuzione automatica sta vivendo una vera e propria rivoluzione digitale: il 30% delle oltre 830mila vending machine d’Italia è dotato di app di pagamento; molte delle macchine di nuova generazione sono dotate di schermi touch (+ 20% solo nell’ultimo anno), sono interconnesse con l’azienda di gestione e in grado di ridurre i consumi energetici sia attraverso l’utilizzo di gas più sostenibili sia con una migliore coibentazione della macchina”.”Le imprese di gestione del vending sono state inserite a pieno titolo tra i beneficiari del Piano di Transizione 4.0 – commenta Massimo Trapletti, presidente di CONFIDA –. Oggi però, pur avendo tutte le caratteristiche per rientrare anche nella Transizione 5.0, comprese quelle di risparmio energetico, non vi possono accedere a causa di alcune disposizioni fortemente restrittive e di difficoltà interpretative. Chiediamo pertanto al Ministero delle Imprese una semplificazione per salvaguardare una produzione importante del nostro Paese che è un simbolo di eccellenza anche all’estero, qual è quella delle vending machine e per rilanciare l’innovazione in un canale distributivo alimentare che conta più di 3.000 imprese e oltre 33mila occupati in tutta Italia”.”La distribuzione automatica non è più soltanto una questione di ‘pausa caffè’. Il vending oggi è competenza, innovazione e sostenibilità e sta sempre più andando verso “un vending 5.0″, competitivo, moderno e responsabile – dichiara Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio –. Certo l’accesso all’innovazione non è sempre privo di ostacoli. Penso al Piano Transizione 5.0, che è uno strumento di grande potenzialità. Talvolta, però, le imprese della distribuzione automatica, a causa delle loro specificità e delle complessità burocratiche del piano, incontrano delle difficoltà nell’accedere ai benefici. È fondamentale, quindi, lavorare insieme per superare queste barriere e creare un sistema di supporto che faciliti l’accesso ai finanziamenti e alle agevolazioni”.Mancanza di competenze: CONFIDA lancia con Randstad un progetto di recruiting e formazione In un contesto di mercato già complesso, si aggiunge anche la cronica mancanza di personale specializzato nel settore e in particolare di due figure professionali che rappresentano circa il 70% delle risorse umane impiegate in un’impresa di gestione del vending: gli addetti al rifornimento e i tecnici manutentori dei distributori automatici. Da un recente studio condotto da CONFIDA in collaborazione con l’agenzia per il lavoro Randstad è emerso che la maggior parte di queste figure (56%) si ricercano al Nord e che le prime cinque regioni con maggior necessità di collaboratori sono a Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Veneto, il Piemonte e il Lazio. Per cercare di risolvere questa problematica, CONFIDA insieme a Randstad ha dato vita ad una campagna di recruiting in tutta Italia, seguita poi dall’organizzazione di corsi di formazione gratuiti finanziati dal Fondo Formatemp. In uno scenario caratterizzato da un tasso di disoccupazione basso (6,8%) e un numero di occupati in crescita, il progetto contempla anche alcuni aspetti sociali molto rilevanti, quali iniziative di mobilità territoriale (favorire il trasferimento dei lavoratori dalle zone in cui c’è più offerta di lavoro a quelle in cui c’è più domanda), di recruiting e formazione di personale proveniente da Paesi extra europei oltre a opportunità per ex detenuti. LEGGI TUTTO