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    Commercialisti: redditi in crescita e divari in calo

    (Teleborsa) – In sedici anni, dal 2007 al 2022, il reddito medio dei Commercialisti è cresciuto in misura superiore al valore aggiunto per occupato: +22,4% contro +21,2% Nell’intero periodo analizzato, che coincide con l’Albo unico tra Dottori Commercialisti e Ragionieri, i divari reddituali tra donne e uomini, giovani e professionisti in carriera e tra Sud e Nord sono diminuiti anche se in alcuni casi restano ancora molto elevati. Sono i dati che emergono da una ricerca della Fondazione nazionale dei commercialisti che ricostruisce sedici anni di statistiche reddituali dei Commercialisti analizzando in che modo le crisi economiche del periodo hanno impattato sulla redditività della professione. Come dimostra anche il divario tra il reddito mediano e il reddito medio, che negli ultimi anni si è ridotto, anche se di poco (0,7 punti percentuali tra 2018 e 2022), la distribuzione dei redditi tende a migliorare con un ritmo, però, ancora troppo lento.In particolare, si evidenzia la riduzione del divario Sud- Nord di ben 6 punti percentuali e quella tra under 40 e over 60 di ben 17 punti percentuali, mentre il divario di genere si è ridotto solo di 1,6 punti percentuali. Il dato più significativo è la crescita del reddito medio al Sud pari a +40,5% contro quella del Nord pari a +21% e la crescita del reddito medio degli under 40 pari a +23,1% contro il crollo di quella degli over 60 pari a -16,8%, mentre il reddito medio delle donne è cresciuto del 26,6% contro il 23,1% degli uomini.Ciononostante, i divari restano comunque elevati: 42,3% per le donne rispetto agli uomini, 47,8% per i giovani rispetto agli over 60 e 56,3% per il Sud rispetto al Nord (42,3% rispetto alla media nazionale).L’aumento del reddito medio, però, deve fare i conti con l’inflazione. Sempre dal 2007 al 2022, il tasso di inflazione (indice armonizzato IPCA) è aumentato del 30,8%. Questo fa sì che il reddito medio deflazionato sia diminuito del 6,4%.L’analisi dei ricercatori Fondazione nazionale si focalizza anche sulla discontinuità tra il periodo antecedente il Covid, che va dal 2007 al 2019 e il periodo post-Covid, che va dal 2021 al 2023. Similmente a quanto avvenuto anche per altre libere professioni, dopo la crisi Covid, dal 2021 in poi, c’è stata una netta ripresa, che ha battuto anche l’inflazione che, come è noto, è stata particolarmente vivace durante il Covid. Altro spunto che emerge dall’analisi Fondazione è la resilienza dei Commercialisti nel periodo di crisi che li ha portati a resistere meglio di altre libere professioni all’afflusso massiccio di nuovi iscritti e alle crisi economiche che si sono succedute.”Questa ricerca – afferma il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Elbano de Nuccio – nasce dalla volontà del Consiglio nazionale di avere una fotografia costantemente aggiornata della situazione reale della categoria. Da questa analisi emerge il quadro di una professione resiliente e in salute, grazie soprattutto al grande recupero che c’è stato dopo il Covid. È un’indicazione importante che incoraggia l’azione del Consiglio Nazionale protesa al rilancio della professione su più fronti. Una professione che, evidentemente, svolge un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo dell’economia nazionale con una funzione essenziale proprio nei momenti di maggiore crisi per il Paese. La diminuzione dei divari reddituali, in particolare quelli relativi ai giovani e alle donne – aggiunge – è un segnale molto positivo. È impressionante, infine, il grande recupero del reddito medio dei Commercialisti del Sud rispetto a quelli del Nord, favorito in modo particolare dalla crisi Covid, ma in atto già da prima. La distanza è ancora grande, ma la tendenza lascia ben sperare. Siamo fiduciosi che questo trend possa consolidarsi ulteriormente nelle prossime rilevazioni, come emerge da alcune anticipazioni sui dati reddituali relativi al 2023. Di sicuro questo Consiglio Nazionale proseguirà nella sua azione a favore della categoria avviata tre anni fa, affinché si rafforzino opportunità e occasioni di crescita”. LEGGI TUTTO

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    USA: creati 228 mila nuovi posti di lavoro a marzo, più delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano e più delle attese, i non-farm payrolls, a marzo, un indicatore molto osservato per comprendere lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, rispetto al 4,1% del mese precedente e atteso dal consensus. Sono stati aggiunti 228 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a febbraio erano state create 117 mila buste paga (dato rivisto da 151 mila). Il dato sugli occupati, più osservato del tasso di disoccupazione, è migliore delle attese del mercato che indicavano un aumento di 137 mila di posti di lavoro.Il dato è superiore alle aspettative anche nel settore privato: sono stati creati 209 mila posti di lavoro, contro i 116 mila rivisti di febbraio e i 127 mila attesi dal mercato.Gli occupati del settore manifatturiero sono aumentati di 1000 unità, contro una salita di 4 mila unità stimate dal consensus e si confrontano con i +8 mila rivisti del mese precedente.Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 34,2 dollari, registrando un aumento dello 0,3% su mese e del 3,8% su anno (contro attese per un +0,3 m/m e +3,9% a/a) dopo il +0,2% mensile e il +4% tendenziale registrato a febbraio. Le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.(Foto: Julien Gaud / Unsplash) LEGGI TUTTO

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    ESMA, consultazioni sui formati semplificati per insider list ai sensi del Listing Act

    (Teleborsa) – L’ESMA, l’autorità di regolamentazione e supervisione dei mercati finanziari dell’Unione europea, ha lanciato un documento di consultazione proponendo modifiche al formato per la stesura e l’aggiornamento dell’insider list (elenchi delle persone che hanno accesso a informazioni privilegiate), come parte delle modifiche del Listing Act allla Market Abuse Regulation (MAR).Il Listing Act impone all’ESMA di rivedere gli standard tecnici di attuazione sull’insider list per estendere il formato semplificato, attualmente utilizzato dagli emittenti sui Growth Market per le piccole e medie imprese (PMI), a tutti gli emittenti.Le modifiche proposte mirano a ridurre l’onere amministrativo per gli emittenti tenuti a redigere e mantenere insider list ai sensi del MAR.La consultazione rimarrà aperta fino al 3 giugno 2025. Sulla base del feedback ricevuto, l’ESMA finalizzerà gli standard tecnici di attuazione e li presenterà alla Commissione europea nel quarto trimestre del 2025. LEGGI TUTTO

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    Vinitaly, Intesa Sanpaolo: Italia prima nella produzione mondiale di vino, seconda per export

    (Teleborsa) – Nel 2024 l’Italia ha riconquistato il primo posto a livello mondiale nella produzione di vino, con 41 milioni di ettolitri (fonte OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino). In termini di export, l’Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Francia che in valore ha una quota di mercato del 34,5% (Italia al 22%) mentre in quantità veniamo superati di poco dalla Spagna (21,7% vs. 22%). Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di esportazioni di vino italiano, +5,5% rispetto al 2023. È quanto emerge da una ricerca del Research Department di Intesa Sanpaolo preparata in occasione di Vinitaly.La vendemmia 2024 ha mostrato un buon recupero rispetto all’anno precedente, (+7%) pur collocandosi al di sotto del 14% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. La vendemmia del 2023, infatti, era stata particolarmente scarsa (con circa un 20% in meno in termini di quantità prodotte) a causa degli effetti del cambiamento climatico (siccità, alluvioni) che avevano favorito la diffusione di un fungo, la peronospera, che aveva letteralmente decimato i raccolti in particolare nel centro-sud. Bene anche i distretti del vino italiani, che nel complesso crescono del 4% tendenziale, in particolare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese, che hanno registrato crescite tra il 7 e il 10%.Ma è soprattutto in termini di biodiversità che l’Italia surclassa tutti. Secondo uno studio dell’OIV, il 75% del vitigno nazionale è infatti coperto da ben 80 vitigni autoctoni, secondo il Portogallo con 40 vitigni, mentre Francia e Spagna si fermano a 15. Questa biodiversità si traduce in un altro primato per l’Italia, che è il Paese europeo con il maggior numero di certificazioni DOP/IGP: 528, mentre la Francia si ferma a 442. Sono tanti i punti di forza, ma ci sono anche alcuni punti di attenzione, tra cui in primis la frammentazione e la difficoltà a fare sistema. I produttori vitivinicoli italiani sono di più piccole dimensioni rispetto ai nostri competitors, il 35% delle aziende vitivinicole italiane ha meno di 5 ettari, in Francia sono solo il 7%. A ciò si aggiungono alcune minacce: la concorrenza dei principali competitors, i consumi in calo e quindi la necessità di intercettare o stimolare nuove fasce di consumatori. Infine il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei paesi produttori di vino, spostandosi sempre più verso nord, mentre i territori del sud sono a rischio desertificazione.”È necessario investire in innovazione, nella selezione dei vitigni più resistenti ma anche nelle opportunità che derivano dalla digitalizzazione e dalla robotica. Le opportunità maggiori – sottolinea Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo – potranno venire ancora dai mercati esteri, ma anche dalla capacità di fare sistema per valorizzare la grande qualità del vino italiano”. LEGGI TUTTO

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    Inwit, Marina Natale rinuncia alla candidatura per la nomina in CdA

    (Teleborsa) – Inwit, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, ha comunicato che Marina Natale, candidata per la carica di componente del Consiglio di Amministrazione nella lista presentata da un gruppo di società di gestione del risparmio e investitori unitamente a Amber Capital, in vista dell’assemblea degli azionisti del 15 aprile 2025, ha comunicato la rinuncia alla propria candidatura a causa di motivazioni personali sopravvenute.La lista è pertanto composta da: Francesco Valsecchi, Carlo Bozzoli e Antonella Odero Ambriola. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, rendimenti su 2 anni italiano e tedesco ai minimi da autunno 2022

    (Teleborsa) – Il timore di recessione, in prima battuta negli Stati Uniti ma anche a livello globale, condiziona i movimenti sul debito sovrano. Sui mercati europei si registra una caduta dei rendimenti sui titoli di Stato che porta il titolo due anni italiano al 2,098% (-19 punti base rispetti alla chiusura di ieri) e il titolo due anni tedesco all’1,767% (-17 punti base rispetti alla chiusura di ieri), entrambi ai minimi dall’autunno 2022. Inoltre, salgono le scommesse sui tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea (BCE).Guardando al decennale, il rendimento del Bund è crollato di 15 punti base al 2,497%, il calo giornaliero più grande da giugno 2023 e un livello visto l’ultima volta prima che il nuovo governo svelasse i piani per spendere centinaia di miliardi di euro in difesa e infrastrutture. Il decennale italiano è al 3,705% (-6 punti base).Il clima di avversione al rischio è aumentato dopo che la Cina ha annunciato che imporrà una tariffa del 34% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti a partire dal 10 aprile, eguagliando il livello delle cosiddette “tariffe reciproche” annunciate dal presidente statunitense Donald Trump due giorni fa. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti, Tiby: “Da casse di previdenza e fondi pensione spinta per ridare liquidità alle imprese”

    (Teleborsa) – “Esiste un nuovo approccio alla finanza, in cui protagonisti sono le casse di previdenza e i fondi pensione, i quali possono destinare fino al 10% dei propri patrimoni a investimenti in attività economiche. Il nostro obiettivo è sensibilizzare gli istituti affinché prendano in considerazione queste forme di finanza alternativa. Non esistono solo gli istituti di credito e gli strumenti finanziari tradizionali, ma anche valide opportunità che meritano attenzione e non devono essere sottovalutate”. Lo ha dichiarato Vincenzo Tiby, consigliere delegato dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso del convegno “Strumenti di investimento alternativi. Il ruolo dei fondi pensione e delle Casse di previdenza per lo sviluppo del Paese”, promosso dall’Odcec partenopeo, presieduto da Eraldo Turi.”Il ruolo dei fondi pensione e delle casse di previdenza – ha detto Gianfranco Tortorano, presidente della Commissione risparmio gestito dell’ordine napoletano – è un tema per noi molto caro ripreso anche da Mario Draghi in un suo intervento al Parlamento europeo. Tutta la filiera dei capitali deve prendere parte a un processo di crescita. Gli investimenti alternativi rappresentano ancora una percentuale molto bassa del totale, non è solo con investimenti tradizionali che si possono raggiungere rendimenti soddisfacenti. Bisogna intraprendere nuovi percorsi di crescita effettuando investimenti in start up, nei fondi chiusi di Cdp e dal mondo del private banking con percentuali piccole che garantiscono ritorni importanti”.”Parliamo di un ruolo rilevantissimo in termini potenziali. Consideriamo che – ha affermato Achille Coppola, già segretario nazionale dei commercialisti italiani – solo le casse hanno un patrimonio di circa 140 mld di euro e con i fondi pensione arriviamo a oltre 350 mld. Queste masse hanno come finalità ultima quella dell’erogazione delle pensioni ma nel frattempo queste risorse devono essere ben impiegate indirizzandole a sostenere in primis i bacini previdenziali e in secondo luogo le imprese dei territori”.Al fourm, introdotto da Carlo Fiorentino (delegato della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti), sono intervenuti anche Alessandro Scortecci (chief Investment officer, Direct Investments CDP Venture Capital) che ha parlato dell’infrastruttura del Venture Capital italiano e del ruolo dei Fondi Pensione e delle Casse di Previdenza per lo sviluppo del paese; Mario Romano (amministratore delegato Sella SGR), che si è soffermato sui capitali pazienti per pianificare il domani e Giuseppe Chianese (tesoriere Assoprevidenza) che ha evidenziato la ricerca dell’equilibrio tra Investimenti nei mercati quotati e alternativi nella politica d’investimento dei Fondi Pensione. LEGGI TUTTO

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    Misitano & Stracuzzi, Intermonte taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intermonte ha abbassato il target price (a 4,50 euro per azione dai precedenti 5,40 euro) e confermato la raccomandazione (Buy) sul titolo Misitano & Stracuzzi, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo delle essenze agrumarie.Gli analisti scrivono che la top line ha superato le attese nel 2024. Affrontando forti sfide operative dovute ai vincoli di strutture datate, Misitano & Stracuzzi ha colto l’opportunità di aumentare la sua quota di portafoglio tra i clienti chiave al fine di posizionare la società come un fornitore sempre più affidabile prima dell’apertura di nuove strutture quest’anno. Ciò, unito a un notevole deterioramento dell’ambiente dei prezzi delle materie prime e prezzi ampiamente stabili con i clienti finali, è avvenuto a scapito del margine lordo, sebbene nonostante la diluizione la società abbia comunque soddisfatto le aspettative di EBITDA. La forte pressione sui prezzi delle materie prime (in particolare del terpene arancione, con prezzi in aumento di circa il 400%) dovrebbe continuare anche nel 2025, poiché la malattia del greening in tutto il mondo sta provocando uno dei peggiori raccolti di agrumi della storia, unita all’impatto dell’introduzione di nuovi dazi, che si applicheranno a circa il 20/25% delle vendite (Intermonte ipotizza che circa il 50% del 44% delle vendite esposte alle Americhe nel 2024 provenga dagli Stati Uniti).(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO