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    WIIT, TP ICAP Midcap: potenziale impatto favorevole da scenario dazi

    (Teleborsa) – WIIT, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel mercato del Cloud Computing, potrebbe beneficiare del nuovo scenario commerciale globale contraddistinto dai dazi statunitensi. Lo scrivono gli analisti di TP ICAP Midcap in un report in cui analizzato l’impatto dei dazi USA sui titoli nella loro copertura, sottolineando comunque che resta difficile valutare appieno l’impatto della politica di Donald Trump, perché questi dazi potrebbero essere modificati o revocati a discrezione dell’amministrazione e in base alle risposte di altri paesi.Viene fatto notare che WIIT non ha una presenza negli Stati Uniti e trae vantaggio dalla sua forte esposizione europea (100% dei ricavi). Con i dazi sulle apparecchiature dei data center provenienti da Cina, Taiwan e Corea del Sud, è probabile che i fornitori statunitensi vedano costi più elevati, limitando potenzialmente l’espansione dell’IA e delle infrastrutture cloud negli Stati Uniti.I player europei come WIIT potrebbero trarre vantaggio da una migliore competitività. Inoltre, l’aumento dei costi di costruzione dei data center negli Stati Uniti potrebbe indurre le aziende multinazionali a investire di più in Europa. WIIT trae vantaggio anche dall’esposizione in Germania, dove sono previsti 600 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni in difesa e infrastrutture, rendendo i data center sempre più strategici. LEGGI TUTTO

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    Vinitaly, inaugurata la 57esima edizione: attesi 30mila operatori esteri da 140 paesi

    (Teleborsa) – Inaugurata oggi la 57esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati in programma fino al 9 aprile a Veronafiere. Con oltre 4mila aziende espositrici da ogni regione d’Italia e il quartiere fieristico al completo, Vinitaly si conferma la principale piattaforma di promozione e internazionalizzazione per il comparto enologico nazionale. Dal business alle tendenze, dai mercati alla politica, Vinitaly 2025 riafferma il ruolo di acceleratore per il vino italiano nel mondo, con uno sguardo concreto al futuro oltre le tensioni geoeconomiche. I dazi reciproci del 20% al vino italiano ed europeo annunciati da Donald Trump non hanno fermato, infatti, gli operatori Usa in partenza per Verona. Su oltre 30mila gli operatori esteri da 140 Paesi attesi a Verona, i buyer americani confermati sono oltre 3mila. Un risultato non scontato che replica il primato dell’anno scorso.”Dobbiamo proteggere e promuovere la qualità delle nostre produzioni – è il messaggio lanciato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida –. Dobbiamo lavorare insieme per superare ogni difficoltà, dobbiamo proteggere i nostri prodotti, li dobbiamo promuovere e dobbiamo rendere sempre più agevole la produzione delle nostre eccellenze. Produzione, protezione e promozione sono i tre elementi sui quali puntiamo, con azioni che già abbiamo cominciato a mettere in campo”.”La presenza degli operatori statunitensi è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly – commenta Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere –. Si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”.Nella delegazione complessiva dei 3mila operatori Usa a Vinitaly, sono presenti anche i 120 top buyer statunitensi (10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e ICE, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York. Sul fronte del programma, oltre agli incontri b2b in fiera, gli operatori americani saranno protagonisti di una serata di networking a loro dedicata (martedì 8 aprile, Palazzo della Gran Guardia) in cui sarà presentata anche la prossima edizione di Vinitaly.USA (Chicago, 5-6 ottobre 2025).”Nell’ottica di dare alle aziende un valore sempre crescente, – sottolinea Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – continuiamo a intensificare il sistema delle relazioni, aggregando intorno a Vinitaly tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nella promozione del vino italiano. Anche in questo momento di particolare incertezza, siamo al fianco delle istituzioni per potenziare il presidio negli Stati Uniti. Per questo, nelle prossime settimane, saremo parte di un evento ospitato dalla nostra Ambasciata a Washington che coinvolge membri del Congresso USA del comitato italoamericano e la National Italian American Foundation, per valorizzare l’eccellenza e l’unicità delle nostre produzioni, che vogliamo continuare a esportare sul mercato statunitense. Si tratta di una importante tappa di avvicinamento verso la seconda edizione di Vinitaly.USA a Chicago, in calendario il 5 e 6 ottobre prossimo”.Non solo Stati Uniti, l’internazionalizzazione, sempre in chiave bidirezionale da Verona al mondo e viceversa, è stato l’obiettivo del piano di incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione con Agenzia ICE. Sono infatti 1.200 i top buyer da 71 Nazioni (6 in più rispetto al 2024) selezionati, invitati e ospitati a Verona per Vinitaly 2025. Tra le delegazioni più numerose dei super operatori selezionati dall’area extra Ue, quelle da Usa e Canada, seguite da Cina, Regno Unito, Brasile ma anche da India, Singapore, Giappone e Corea del Sud. Mentre, per il Continente europeo, primeggiano Germania, Svizzera, Nord Europa e l’area balcanica.All’inaugurazione del 57esimo Vinitaly sono intervenuti anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente della Provincia, Flavio Massimo Pasini, la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, la presidente del Ceev, Marzia Varvaglione, il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Presenti in sala anche l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, e il direttore generale Rebughini e l’amministratore delegato e direttore generale di SIMEST, Regina Corradini D’Arienzo. LEGGI TUTTO

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    UK, i prezzi delle case scendono ancora a marzo

    (Teleborsa) – I prezzi delle case nel Regno Unito sono scesi dello 0,5% a marzo 2025 (rispetto allo -0,2% di febbraio e al +0,2% atteso dagli analisti), secondo l’Halifax House Price Index. Il prezzo medio degli immobili è ora di 296.699 sterline (rispetto alle 298.274 sterline del mese precedente). La crescita annuale rimane al +2,8%, invariata rispetto a febbraio.”I prezzi delle case sono aumentati a gennaio, poiché gli acquirenti si sono affrettati a battere la scadenza della stamp duty di marzo – ha detto Amanda Bryden, responsabile dei mutui di Halifax – Tuttavia, con la conclusione di tali accordi, la domanda sta tornando alla normalità e le nuove domande stanno rallentando. I nostri clienti hanno completato più vendite di case a marzo che a gennaio e febbraio messi insieme, incluso il giorno più intenso mai registrato. Dopo questa esplosione di attività, i prezzi delle case, che rimangono vicini ai massimi storici, sono non sorprendentemente scesi il mese scorso”.”Guardando al futuro, i potenziali acquirenti devono ancora affrontare le sfide della nuova normalità di costi di prestito più elevati, una fornitura limitata di proprietà disponibili tra cui scegliere e una prospettiva economica incerta – ha aggiunto – Tuttavia, con ulteriori tagli del tasso di base previsti insieme a una crescita positiva dei salari, l’accessibilità ai mutui dovrebbe continuare a migliorare gradualmente e pertanto prevediamo ancora un modesto aumento dei prezzi delle case quest’anno”.(Foto: Mirko Kaminski / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Germania, produzione industriale scende più delle attese a febbraio

    (Teleborsa) – Scende più delle attese la produzione industriale tedesca a febbraio 2025. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, la produzione industriale ha evidenziato un decremento mensile dell’1,3%, dopo il +2% di gennaio. Le stime degli analisti erano per un decremento dello 0,9%. Su base annua si evidenzia un calo del 4% dal -1,6% del mese precedente. Il dato che esclude l’energia e le costruzioni registra un decremento dello 0,5% su base mensile. La produzione di energia è scesa del 3,3%. LEGGI TUTTO

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    Germania, surplus bilancia commerciale sale a 17,7 miliardi a febbraio

    (Teleborsa) – In aumento il surplus della bilancia commerciale tedesca. Nel mese di febbraio 2025 si è registrato un surplus, corretto dagli effetti del calendario, pari a 17,7 miliardi di euro, rispetto all’attivo di 16,2 miliardi di gennaio. Il dato è inferiore alle stime degli analisti che erano per un avanzo in salita fino a 18,4 miliardi.Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), le esportazioni sono salite dell’1,8% su base mensile, dopo il +0% registrato a gennaio, mentre le importazioni hanno registrato un incremento dello 0,7% contro il +5% precedente. LEGGI TUTTO

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    Borse asiatiche, continuano i forti cali in scia ai dazi. Hong Kong crolla dell’11%

    (Teleborsa) – I mercati azionari asiatici estendono il sell-off nella seduta odierna, con gli operatori di Borsa in Giappone e Taiwan che hanno dovuto sospendere brevemente le negoziazioni per mettere fine al panic selling (innescando il cosiddetto circuit breaker). Non si placano i timori per una crescente guerra commerciale globale innescata dall’annuncio dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump la scorsa settimana.La Cina ora deve affrontare tariffe combinate del 54%, con i dazi del 20% già in vigore. Venerdì, a mercati asiatici chiusi, Pechino ha reagito con una tariffa del 34% su un’ampia fascia di importazioni statunitensi, tra cui prodotti agricoli, materie prime energetiche e componenti tecnologiche chiave.A Tokyo, forte calo del Nikkei 225 (-6,63%): il principale indice azionario giapponese prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata giovedì scorso, di tre ribassi consecutivi; sulla stessa linea, profondo rosso per Shenzhen, in netto calo dell’8,76%. Shanghai scende dell’8,09%.In netto peggioramento Hong Kong (-11,56%); sulla stessa linea, pessimo il mercato di Seul (-5,11%). In forte calo Mumbai (-3,73%); sulla stessa linea, pesante la Borsa di Sydney (-3,84%).Appiattita la performance dell’Euro contro la valuta nipponica, che tratta con un modesto -0,1%. Apprezzabile rialzo per l’Euro nei confronti della divisa cinese, in guadagno dell’1,23% sui valori precedenti. Rialzo marcato per l’Euro contro il Dollaro hongkonghese, che tratta in utile dell’1,13% sui valori precedenti.Il rendimento per l’obbligazione decennale giapponese è pari 1,12%, mentre il rendimento del titolo di Stato decennale cinese tratta 1,63%. LEGGI TUTTO

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    Antares Vision, Mazzantini: priorità sono cambiate e si concentrano su sviluppo top line

    (Teleborsa) – “Nel primo anno di piano sotto la gestione del nuovo management, il Gruppo si è focalizzato sull’efficientamento, con l’obiettivo di aumentare la marginalità, e sulla generazione di cassa, per riportare il rapporto Net Debt/EBITDA al minimo di 3,3x. Nel 2024 entrambi questi target sono stati superati, con un EBITDA margin del 15,3% contro il 6,2% del 2023 e un rapporto di indebitamento su EBITDA di 2,6x rispetto a 7,8x di fine 2023″. Lo ha affermato Gianluca Mazzantini, CEO di Antares Vision Group, commentando il Piano Industriale 2025-2027.”Per il nuovo Piano Industriale 2025-2027 le priorità sono cambiate e si concentrano sullo sviluppo della top line sfruttando l’effetto leva positivo generato dal controllo sui costi totali – ha spiegato – La strategia di sviluppo sarà attuata seguendo tre strategic pillars: 1) accelerare la crescita con un programma di eccellenza commerciale; 2) continuare a porre attenzione nell’efficientamento dei costi diretti e indiretti; 3) mantenere il focus sulla generazione di cassa”. “In particolare, per quanto riguarda l’accelerazione della crescita, abbiamo introdotto recentemente nell’organizzazione la nuova figura del CRO (Chief Revenue Officer), che aiuterà, supportato da tutta l’organizzazione, il coordinamento dei processi, garantendo una generazione dei ricavi allineata al processo previsionale di Gruppo”, ha aggiunto.”Dopo aver identificato la strategia di sviluppo per i prossimi tre anni (2025-2027), il Gruppo si aspetta quindi un CAGR di crescita dei ricavi del +7/9%, superiore rispetto a quello dei mercati di riferimento, combinato con un EBITDA CAGR del 18/21% – ha concluso Mazzantini – L’importante incremento della profittabilità permetterà nel 2027 di raggiungere un rapporto Net Debt/EBITDA inferiore a 1,0x”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Meloni: Ue riveda le normative ideologiche del Green Deal

    (Teleborsa) – La presidente del Consiglio, GiorgiaMeloni, ha dichiarato che il governo è pronto “a mettere in campo tutti gli strumenti – negoziali ed economici – necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati” dai dazi imposti dagli Stati Uniti. Parlando al Congresso della Lega di Firenze è tornata inoltre a chiedere all’Unione europea “di rivedere le normative ideologiche del Green Deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni”. Nel frattempo, i ministri della task force stanno preparando un report sui segmenti di esportazioni più esposti, evitando, si ragiona nell’esecutivo, “letture generaliste” e “allarmismi”. La riunione è prevista per le 17.30 di oggi. Si collegherà da Lussemburgo anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che nelle prossime ore al consiglio Affari Esteri in formato Commercio incontrerà per la quarta volta in pochi giorni il commissario Ue, Maroš Šefcovic. “Non facciamoci prendere dal panico” ha dichiarato intanto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, secondo cui bisogna “dialogare con gli Stati Uniti ed è l’Europa tutta insieme che deve negoziare”, ad esempio “sulle Big Tech e sull’acquisto del gas”. Le categorie imprenditoriali sono attese domani a Palazzo Chigi: si parlerà soprattutto di soluzioni interne, con le imprese che premono anche per lo spostamento di risorse dal Piano Transizione 5.0 ai contratti di sviluppo. LEGGI TUTTO