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    Thyssenkrupp Steel ridurrà forza lavoro di 11 mila unità entro 2030

    (Teleborsa) – thyssenkrupp Steel, la divisione acciaio del colosso tedesco thyssenkrupp, ha annunciato un piano che prevede il taglio di circa 5.000 posti di lavoro entro il 2030 tramite adeguamenti nella produzione e nell’amministrazione, mentre un’ulteriore tranche di 6.000 posti di lavoro verrà trasferita a fornitori di servizi esterni o eliminata tramite la vendita di attività commerciali.”Questa è la risposta dell’azienda all’ulteriore consolidamento dei cambiamenti fondamentali e strutturali nel mercato siderurgico europeo e nei mercati chiave dei clienti e dei target – si legge in una nota – Sempre più spesso, la sovracapacità e il conseguente aumento delle importazioni a basso costo, in particolare dall’Asia, stanno mettendo a dura prova la competitività”.Sono quindi necessarie “misure urgenti per migliorare la produttività e l’efficienza operativa” di thyssenkrupp Steel e per raggiungere un livello di costi competitivo. thyssenkrupp AG ed EP Group, che detiene una quota del 20 percento in thyssenkrupp Steel, supportano il piano.thyssenkrupp Steel prevede la riduzione delle capacità produttive dagli attuali 11,5 milioni di tonnellate metriche a un futuro livello di distribuzione target di 8,7-9 milioni di tonnellate metriche in linea con le condizioni di mercato, adattando così le capacità alle future aspettative del mercato.”Un’ottimizzazione e una razionalizzazione complete della nostra rete e dei nostri processi di produzione sono necessarie per renderci adatti al futuro – afferma il CEO Dennis Grimm – Siamo consapevoli che questo percorso richiederà molto a molte persone, soprattutto perché dovremo tagliare un gran numero di posti di lavoro nei prossimi anni per diventare più competitivi. Ecco perché ora è ancora più importante che tutti i soggetti coinvolti si assumano la responsabilità insieme per far progredire Steel”.Parallelamente all’implementazione del piano, thyssenkrupp AG sta continuando il processo di indipendenza del business Steel. In una prima fase, il 20% delle azioni di thyssenkrupp Steel è già stato venduto al gruppo ceco EP con l’obiettivo di aumentare la quota al 50%. LEGGI TUTTO

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    Giornata internazionale eliminazione violenza contro le donne. Enav illumina di rosso la torre di controllo di Fiumicino

    (Teleborsa) – A partire dalla serata di oggi, la Torre di controllo d’aeroporto di Roma Fiumicino di ENAV, la Società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, sarà illuminata di rosso in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.Per il secondo anno consecutivo, la Società guidata dall’Amministratore Delegato Pasqualino Monti prosegue nella sua campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere utilizzando anche questa modalità visiva d’impatto.Alessandra Bruni – Presidente di ENAV – ha dichiarato: “Secondo i dati ISTAT quasi una donna su tre in Italia dichiara di aver subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita. Di fronte a questo fenomeno, un’azienda ha l’obbligo morale di rappresentare un luogo sicuro e di supporto per le donne in difficoltà. Per questo motivo, il nostro Gruppo ha aderito all’iniziativa SupportHer, al fine di sensibilizzare le colleghe e i colleghi sul tema della violenza di genere, non solo attraverso momenti di informazione ma anche grazie ad un vero e proprio network di dipendenti: donne e uomini che, dopo un percorso di formazione, saranno in grado riconoscere, gestire e orientare le colleghe in difficoltà”.L’iniziativa SupportHer è realizzata in collaborazione con la Consigliera di Fiducia ENAV, una figura presente in azienda dal 2021. Un interlocutore a cui le persone della Società possono rivolgersi ogni volta che si ritiene di essere vittime di discriminazioni, molestie o abusi sul luogo di lavoro.Queste azioni si inseriscono in una più ampia politica relativa ai temi della Diversity, Equity and Inclusion che il Gruppo ENAV promuove nei confronti delle proprie persone, un impegno che ha portato ENAV, nel luglio di quest’anno, al conseguimento della certificazione di parità di genere LEGGI TUTTO

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    Automotive, Bosch annuncia licenziamenti: saranno 5.500, la maggior parte in Germania

    (Teleborsa) – Bosch, il più grande fornitore di ricambi per auto, detto annunciato che prevede di tagliare fino a 5.550 posti di lavoro nei prossimi anni, la maggior parte dei quali in Germania. Iniziano a manifestarsi quindi gli effetti a cascata che si temevano per l’industria automobilistica tedesca a seguito delle difficoltà che stanno affrontando le case tedesche: Volkswagen ha già fatto sapere che servirà tagliare i costi di 5 miliardi di euro e ha confermato che esiste la possibilità che a chiudere siano tre stabilimenti in Germania. Mercedes-Benz dopo il crollo degli utili registrati nell’ultimo trimeste ha apertamente parlato di un piano di riduzione dei costi da implementare nei prossimi anni.Bosch ha dettagliato le divisioni gli stabilimenti che saranno coinvolti dal piano. Entro la fine del 2027 saranno 3.500 i licenziamenti nella divisione dedicato soluzioni informatiche cross-domain. Metà di questi riguarderanno le fabbriche in Germania. L’azienda tedesca ha spiegato tale decisione con la debole domanda di sistemi di assistenza alla guida intelligente e soluzioni per la guida automatizzata. Circa 750 posti di lavoro saranno tagliati entro il 2032 nel suo stabilimento tedesco di Hildesheim: 600 di questi licenziamenti arriveranno entro la fine del 2026. Infine, annunciati tagli al personale – fino a 1.300 posizioni tra il 2027 e il 2030 – della divisione di sistemi di sterzo nella fabbrica di Schwaebisch Gmuend, vicino a Stoccarda. Immediata la reazione dei rappresentanti dei lavoratori. Il consiglio di fabbrica di Bosch e il sindacato IG Metall hanno affidato la loro opposizione ai licenziamenti ad una nota. “Ora organizzeremo la nostra resistenza a questi piani a tutti i livelli”, ha detto Frank Sell, vice capo del consiglio di fabbrica.(Foto: © Birgit Reitz-Hofmann/123RF) LEGGI TUTTO

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    Gap in rally su aspettative di vendita ottimistiche

    (Teleborsa) – Brillante rialzo per GAP, che lievita in modo prepotente, con un guadagno del 10,66%.Il gruppo d’abbigliamento prevede un incremento delle vendite annuali compreso tra l’1,5% ed il 2%.A livello comparativo su base settimanale, il trend di GAP evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline dell’S&P-500. Ciò dimostra la maggiore propensione all’acquisto da parte degli investitori verso GAP rispetto all’indice.Le implicazioni di breve periodo di GAP sottolineano l’evoluzione della fase positiva al test dell’area di resistenza 25,77 USD. Possibile una discesa fino al bottom 23,13. Ci si attende un rafforzamento della curva al test di nuovi target 28,41. LEGGI TUTTO

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    Sanlorenzo, buyback per oltre 1,77 milioni di euro

    (Teleborsa) – Sanlorenzo, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, ha comunicato che, tra il 18 e il 22 novembre 2024, ha acquistato complessivamente 56.234 azioni ordinarie al prezzo medio di 31,55 euro per azione, per un controvalore complessivo di 1.774.417,80 euro.A seguito delle operazioni finora effettuate, al 22 novembre Sanlorenzo detiene 358.546 azioni proprie.A Milano discesa moderata per l’Azienda leader nel settore della nautica di lusso, che chiude la giornata del 22 novembre con una variazione percentuale negativa dello 0,48% rispetto alla seduta precedente. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, incremento depositi a termine più rilevante per banche digitali con rialzo tassi

    (Teleborsa) – Le banche con clientela altamente digitalenon hanno registrato una movimentazione dei depositi a vista troppo differente da quella degli istituti tradizionali durante la fase di aumento dei tassi di interesse attuata dalla BCE negli ultimi anni. È quanto emerge da un focus del secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024 della Banca d’Italia. Via Nazionale fa notare che di recente, anche in seguito agli episodi di crisi bancaria osservati all’estero nella primavera del 2023, si è sviluppato un dibattito sulla relazione tra stabilità della raccolta degli intermediari e propensione dei clienti a utilizzare i canali digitali. Con la diffusione dell’accesso ai servizi bancari da remoto (da PC o smartphone), la clientela può movimentare infatti i propri depositi in modo più agevole e più veloce che in passato. In fasi di tensione o in caso di shock ciò potrebbe rendere più rapido il deflusso dei depositi stessi. “L’evidenza empirica su questa tematica è scarsa – viene sottolineato – sono disponibili solo alcuni lavori relativi agli Stati Uniti, che non hanno raggiunto risultati tra loro coerenti”.Per indagare la rilevanza del fenomeno la Banca d’Italia ha analizzato le conseguenze dell’aumento dei tassi connesso con la restrizione monetaria iniziata a luglio del 2022 sull’ammontare dei depositi delle banche italiane (a vista e a termine, di famiglie e imprese) e sui relativi tassi di interesse nel periodo gennaio 2021-dicembre 2023. Gli intermediari italiani sono stati distinti in base a un indicatore che approssima la propensione della clientela a utilizzare il canale online per i trasferimenti di denaro. In particolare, sono definite “banche con clientela altamente digitale” quelle che nei quattro trimestri precedenti l’avvio della restrizione presentavano una quota consistente di bonifici disposti online dai clienti (oltre l’89 per cento del totale, corrispondente al quintile più alto della distribuzione).L’analisi indica che, a parità di altre condizioni, per questa categoria di banche il rialzo dei tassi ufficiali si è associato in media a una riduzione dei depositi a vista di famiglie e imprese di entità simile a quella osservata per gli altri intermediari; anche per i tassi di interesse su questi depositi non emergono differenze significative. I depositi a termine delle famiglie sono invece cresciuti per tutti gli intermediari, ma l’incremento è stato in media più rilevante per quelli delle banche con clientela altamente digitale; queste ultime hanno anche aumentato in misura più elevata i tassi sui nuovi depositi riconducibili a tale categoria.Una possibile interpretazione di questa evidenza, scrive la Banca d’Italia, è che le banche con clientela altamente digitale abbiano in media sfruttato la fase di rialzo dei tassi ufficiali per ribilanciare la propria raccolta, orientandola verso una forma più stabile (i depositi a termine delle famiglie). D’altra parte è anche possibile che questi intermediari, consapevoli di rivolgersi a una clientela più attenta alle condizioni applicate, possano aver deciso di modificare più rapidamente i tassi di interesse offerti sui depositi a termine, sia per attenuare potenziali deflussi sia per attrarre nuovi clienti.(Foto: Joshua Mayo su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Faro di Bankitalia sui certificates: strumenti rischiosi, cresce peso in portafoglio famiglie

    (Teleborsa) – L’ammontare di certificates detenuti dalle famiglie italiane è ulteriormente cresciuto, raggiungendo i 56 miliardi di euro a giugno 2024 (erano 44 miliardi alla metà del 2023). È quanto emerge nella secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024d della Banca d’Italia. Dopo i titoli di Stato nazionali, questi rappresentano in aggregato la categoria di titoli di debito più rilevante nel portafoglio delle famiglie. “Si tratta di strumenti complessi che in alcuni casi possono essere soggetti ad ampie variazioni di prezzo ed esporre quindi i detentori a perdite elevate qualora si verificasse uno scenario avverso”, osserva la Banca d’Italia.Viene osservato che nel corso dell’anno si è rilevata un’ulteriore significativa crescita dei collocamenti di certificates, acquistati prevalentemente dalle famiglie. La Banca d’Italia “sta segnalando da tempo tale fenomeno e continua a monitorarne l’evoluzione”.La presenza di questi strumenti, “complessi e relativamente rischiosi”, è cresciuta in modo significativo nel portafoglio delle famiglie a partire dal 2022, arrivando a rappresentare a giugno del 2024 quasi il 12 per cento dei titoli di debito detenuti. Sulla base dell’Indagine congiunturale sulle famiglie italiane (ICF), circa il 10 per cento dei nuclei, per lo più in buone condizioni reddituali e finanziarie, investe in certificates. LEGGI TUTTO

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    Fondi, Bankitalia: aumenta esposizione verso mercati obbligazionari italiani

    (Teleborsa) – I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall’attività dei fondi comuni italiani “si confermano nel complesso contenuti”. Lo afferma la Banca d’Italia nel secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024.Nel secondo e nel terzo trimestre del 2024 il patrimonio dei fondi comuni aperti gestiti da società e gruppi italiani ha raggiunto 629 miliardi di euro, anche grazie a una raccolta netta positiva (circa 3,5 miliardi). Le sottoscrizioni nette nel comparto dei fondi obbligazionari, iniziate con il rialzo dei rendimenti di mercato, hanno più che compensato i deflussi netti negli altri segmenti. La raccolta netta ha continuato a essere negativa per i fondi che rispettano criteri di sostenibilità sotto i profili ambientale, sociale e di governo societario (environmental, social and governance, ESG).Nella prima metà dell’anno è aumentata l’esposizione complessiva dei fondi italiani e dell’area dell’euro verso i mercati obbligazionari italiani; gli investimenti del comparto svolgono un ruolo rilevante soprattutto nel segmento delle società non finanziarie, di cui detengono circa un terzo delle obbligazioni in circolazione. La quota nel mercato di titoli di Stato è invece circa un decimo.Tra gennaio e agosto il rischio di liquidità derivante da richieste di rimborso particolarmente elevate si è mantenuto stabile per i comparti non azionari; all’interno di questi il patrimonio dei fondi vulnerabili rimane su livelli bassi (1,9 per cento del totale). Un’analisi delle prove di stress di liquidità condotte dai gestori di un campione di fondi vulnerabili ha fatto emergere ambiti di miglioramento su modelli e scenari utilizzati, viene sottolineato.A giugno del 2024 il patrimonio gestito dai fondi di investimento alternativi (FIA) mobiliari italiani ha superato i 50 miliardi (circa il 12 per cento del patrimonio dei fondi italiani), soprattutto grazie alla crescita del segmento dei fondi che investono nel capitale di rischio di imprese non quotate (private equity) cui è riconducibile pressoché la metà degli attivi. Gli investitori nei nuovi FIA mobiliari istituiti in questo periodo sono quasi esclusivamente italiani, principalmente assicurazioni e fondi pensione.I rischi derivanti dal ricorso alla leva finanziaria da parte dei FIA mobiliari italiani si mantengono contenuti: la leva rimane su livelli bassi (108 per cento) e inferiori alla media dell’area dell’euro (122 per cento). La leva indiretta dei fondi di private equity, riconducibile all’indebitamento delle società controllate, è lievemente diminuita (al 53 per cento del patrimonio netto del comparto). Anche i rischi di liquidità restano limitati. LEGGI TUTTO