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    Governo portoghese rilancia privatizzazione di Tap

    (Teleborsa) – Il governo portoghese intende rilanciare il piano per la privatizzazione della compagnia aerea nazionale Tap, che dovrebbe culminare con la cessione del 49,9% entro il 2026. Secondo quando riferito dal primo ministro portoghese Luís Montenegro, il 5% della quota dovrebbe andare ai dipendenti di Tap Air Portugal. Manifestazioni di interesse sono state già espresso da tempo dai gruppi Lufthansa, Air France-Klm e Iag.Tap, che conta circa 8.000 dipendenti e nel 2914 ha trasportato oltre 16 milioni di passeggeri, dispone di una flotta di 99 aeromobili impiegati nei voli di linea e altri 19 assegnati alla sua divisione regionale Tap Express. Il punto di forza di Tap è rappresentato dalle rotte verso il Brasile. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Giorgetti: risponderemo con il Tar, si tratta di sicurezza

    (Teleborsa) – “Risponderemo semplicemente riprendendo la sentenza del Tar che ci soddisfa e riconosce un principio, che la sicurezza economica è parte della sicurezza nazionale”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, replica alla Commissione Europea che ha avvertito che il Dpcm rischia la revoca perché contrario al diritto europeo, nella missiva sui rilievi del Golden Power applicato a UniCredit-Banco BPM. “E’ legittimo che le banche puntino a fare profitto”. Ma lo Stato non fa profitto e “deve garantire la sicurezza nazionale”. Perché “secondo noi non ci sono solo aspetti della concorrenza, ma anche e soprattutto quelli della sicurezza nazionale”, ribadisce Giorgetti intervistato nel corso di un collegamento con l’evento di festeggiamenti dei 165 anni del quotidiano marchigiano Corriere Adriatico. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, fumata nera: nuovo incontro il 31 luglio

    (Teleborsa) – Si è concluso l’incontro al ministero delle Imprese sull’ex Ilva: è stato sottoscritto un verbale che rinvia al 31 luglio la decisione finale e istituisce una commissione tecnica finalizzata a dare maggiori elementi a tutte le opzioni come previsto nella proposta formulata dal Mimit in data odierna. È quanto si apprende dal Mimit. La nuova data è stata fissata perché il 30 luglio si terrà il primo incontro del consiglio comunale di Taranto. Quindi è stata accolta la richiesta del sindaco Piero Bitetti di spostare la decisione finale al giorno seguente il consiglio comunale e con l’occasione di approfondire la questione dei gas. Sarebbe intanto confermata, secondo quanto si apprende, la convocazione della conferenza dei servizi per il rilascio della nuova Aia per giovedì 17 al ministero dell’Ambiente, nonostante non sia stato firmato l’accordo interistituzionale.Al tavolo per l’ex Ilva al ministero delle Imprese è stato preso “un impegno formale a garantire l’occupazione dei lavoratori ex Ilva eventualmente in esubero attraverso misure di politica attiva del lavoro o attraverso un intervento normativo finalizzato allo scopo”.È stato inoltre istituito un comitato tecnico per l’ex Ilva di Taranto chiamato a individuare entro il 28 luglio una soluzione in grado di assicurare l’approvvigionamento di gas in modo sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico e valuterà anche la possibilità di realizzare fino a quattro impianti di Dri necessari a coprire il fabbisogno del preridotto per la produzione nazionale di acciaio. Il comitato tecnico sarà composto dagli enti che partecipano all’accordo interistituzionale e da Snam. Dovrà valutare se è percorribile la proposta della Regione Puglia di arrivare all’accordo sul polo Dri senza nave rigassificatrice.”C’è l’impegno di tutti, credo che questo impegno sarà mantenuto da tutti gli attori istituzionali”, ha risposto così Urso, alla domanda se si troverà l’accordo interistituzionale per salvare l’ex Ilva d Taranto al prossimo incontro, fissato per il 31 luglio che osserva “siamo sulla strada giusta”. LEGGI TUTTO

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    Amplifon, buyback da oltre 8,5 milioni di euro

    (Teleborsa) – Amplifon, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 7 e l’11 luglio 2025, complessivamente 435.206 azioni ordinarie, pari allo 0,192% del capitale sociale, al prezzo medio unitario di 19,620 euro per azione, per un controvalore pari a 8.538.592,07 euro.All’11 luglio, Amplifon ha in portafoglio 5.044.374 azioni proprie, pari al 2,228% dell’attuale capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, modesto guadagno per la società leader nelle soluzioni uditive, che avanza di poco a +0,36%. LEGGI TUTTO

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    FS: in crescita il business internazionale, passeggeri e merci

    (Teleborsa) – Il Gruppo FS è oggi sempre più impegnato in un ruolo strategico nel settore del trasporto integrato. È quanto ha affemao l’ad del Gruppo Stefano Antonio Donnarumma durante l’evento di Confindustria “Economia del Mare: il motore blu della competitività italiana”. Una pianificazione che coinvolge non solo il trasporto ferroviario, ma anche il potenziamento della logistica intermodale.FS punta a costruire una rete logistica integrata, capace di connettere il sistema dei porti italiani ai grandi nodi europei. “I porti sono fondamentali perché, grazie alla posizione geografica dell’Italia, la collegano al resto del mondo, in particolare per il trasporto delle merci” ha detto Donnarumma. Su oltre 16 miliardi di euro di fatturato annuo del Gruppo, il comparto merci pesa circa un miliardo, con una quota crescente di business internazionale. “Tutto il business internazionale, passeggeri e merci, – ha sottolineato l’ad – vale circa tre miliardi dei sedici totali”. Un impegno, quello di FS, che si estende anche all’estero, con una presenza importante in Germania e una recente partecipazione in un terminal di Anversa. Infatti, l’Italia, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo e i collegamenti ai principali corridoi europei, rappresenta un nodo fondamentale nella logistica internazionale.In questo scenario, anche la decarbonizzazione è una priorità. “Solo nel 2023, il trasporto merci su rotaia ha permesso di risparmiare circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2. Un risultato significativo, soprattutto se si considera che un singolo treno equivale a togliere circa 30 camion dalle strade – ha detto Donnarumma –. L’obiettivo è ridurre le emissioni e favorire soluzioni intermodali, lasciando al trasporto elettrico su gomma l’ultimo miglio”. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: infrastrutture, energia e innovazione per accelerare la competitività

    (Teleborsa) – Il ruolo delle infrastrutture, della transizione energetica e dell’innovazione come fattori chiave per la competitività del Regno Unito e dell’Europa è stato al centro della conferenza “Infrastructure and Growth Opportunities for Europe and the UK: Focus on the UK Infrastructure Strategy”, tenutasi a Londra e organizzata dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo.L’incontro – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale,finanziario e accademico per analizzare il nuovo Piano decennale per le infrastrutture del Regno Unito (2025-2035) e discutere delle opportunità connesse e delle iniziative utili per attrarre investimenti tra i diversi paesi.”Siamo convinti – ha commentato Mauro Micillo, chief della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo – che un dialogo costruttivo tra settore pubblico e privato sia la chiave per accelerare progetti che rafforzano la competitività del Regno Unito e dell’Europa. Ilfinanziamento delle infrastrutture sostenibili, oltre a supportare la cosiddetta twin transition (green e digital), continuerà a rappresentare un pilastro chiave della strategia della Divisione IMI CIB, per la distintiva capacità di mobilitare capitali di mercato a favore dell’economia reale e per le competenze tecniche e specialistiche di advisory e di strutturazione nel project e public financing. In questo ambito, nel 2024 i volumi del mercato Project Finance a livello globale hanno superato i 300 miliardi di euro, di cui 45 miliardi – pari a circa il 15% del mercato complessivo – hanno riguardato operazioni che hanno coinvolto la nostra Divisione. A conferma, siamo impegnati, con un ruolo dicatalizzatori, nel sostenere gli investimenti, accanto a istituzioni, aziende, fondi e investitori per supportare i progetti chiave del nuovo piano decennale per le infrastrutture del Regno Unito, collaborando per creare sinergie e opportunità di business, con l’obiettivo di migliorare la competitività, promuovendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile”.Grandi operazioni strategiche a supporto della transizione e dell’innovazioneLa Divisione IMI CIB ha partecipato dal 2023 a oggi a diverse operazioni internazionali originate nel Regno Unito, con il coinvolgimento di partner e investitori globali, per un controvalore complessivo di circa 11 miliardi di euro, consolidando la propria presenza a supporto di progetti strategici nei settori infrastrutture, energia, telecomunicazioni e transizione digitale. Tra questi, a titolo di esempio, il progetto di trasporto e stoccaggio di CO2 Liverpool Bay T&S (T&S), il perfezionamento dell’acquisizione di National Grid Transmission da parte di Macquarie AM, e operazioni nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica a fianco di TRIG e SEEIT. “Queste iniziative – si legge nella nota – confermano l’impegno del Gruppo Intesa Sanpaolo, guidato dal CEO Carlo Messina, nell’affiancare la trasformazione sostenibile e digitale, favorendo la nascita di nuovi modelli di crescita in linea con gli obiettivi del Piano d’Impresa 2022-2025”.L’evento a Londra su Infrastrutture e Strategie di crescitaIl Piano decennale per le infrastrutture varato recentemente dal Governo del Regno Unito prevede investimenti pari a 725 miliardi di sterline (oltre 846 miliardi di euro) per stimolare lo sviluppo economico, modernizzare i servizi pubblici, accelerare il percorsoverso una economia low-carbon. Con un forte accento sul valore sociale, il piano mira ad affrontare le sfide di rilancio a lungo termine, stimolare la crescita economica del Regno Unito, attrarre nuovi talenti, adottare tecnologie all’avanguardia e migliorare lacompetitività globale. Il piano si articola su tre direttrici principali: opere infrastrutturali, transizione energetica e potenziamento delle strutture sociali e ambientali, con focus su mobilità urbana, edilizia residenziale, fonti rinnovabili, sanità e istruzione. Sulla scia della recente approvazione, la Divisione IMI CIB ha riunito a Londra aziende corporate, fondi infrastrutturali, investitori istituzionali provenienti da Italia, Regno Unito e Middle East per analizzare le opportunità offerte dal piano, sottolineando la crescente necessità di investimenti che vedano la partnership tra pubblico e privato e offrendo spunti sulle iniziative utili per supportare una crescita sostenibile in Europa e in UK.L’incontro si è aperto con l’intervento di Mauro Micillo, seguito dai Keynote Speech di John Edwards, Director e COO of the Office for Investment UK Government, di Enrico Letta, già Primo Ministro italiano, e di Alan Morrison, Intesa Sanpaolo Professor of Business, Ethics and Finance presso la Saïd Business School dell’Università di Oxford. La tavola rotonda ha poi riunito esponenti di IKIGAI Capital, ENI UK, Masdar, Macquarie AM, Ofgem, SSE Renewables e della Divisione IMI CIB.Presenza storica nel Regno UnitoLa branch di Londra della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, divenuta filiale nel 1981, rappresenta oggi una delle principali realtà del network internazionale, nonché hub di riferimento per le attività nella Regione UK & MEA, che include anche le sedi di Dubai, Abu Dhabi, Doha e Istanbul. Il volume di finanziamenti a clienti corporate e financial institutions ammonta a circa 8,5 miliardi di euro (dato al 31/12/2024). Nella regione operano circa 310 professionisti per la gestione delle relazioni commerciali con oltre 600 Gruppi tra Regno Unito e Medio Oriente, tra cui grandi multinazionali attive nei settori infrastrutture, energia, telecomunicazioni, real estate, principali financial sponsor, fondi sovrani e investitori istituzionali. A queste si aggiungono circa 400 filiali locali di importanti gruppi italiani e globali.Scambi commerciali tra il Regno Unito, l’UE e il Medio OrienteIl Regno Unito, l’Unione Europea (UE) e il Medio Oriente hanno forti relazioni commerciali, ben consolidate nel tempo, con ulteriori prospettive di sviluppo nel prossimo futuro. Queste tre geografie, unite, rappresentano oltre il 30% del PIL mondiale.Regno Unito – UE: l’UE è un importante partner commerciale per il Regno Unito: nel 2024, le esportazioni britanniche di beni e servizi verso l’UE ammontavano a 358 mld di sterline (41% di tutte le esportazioni del Regno Unito). Le importazioni dall’UE sono state pari a 454 mld di sterline (51% del totale del Regno Unito). Nel 2024, le esportazioni di servizi dal Regno Unito verso l’UE sono state superiori del 19% rispetto ai livelli del 2019 in termini reali.Regno Unito – Medio Oriente: il commercio del Regno Unito con il Gulf Cooperation Council (GCC)3 ammonta a circa 59 mld di sterline all’anno, rappresentando il settimo mercato d’esportazione per il Regno Unito. I singoli stati del Golfo perseguono specifici partenariati con il Regno Unito, e i fondi sovrani dei paesi del Golfo, tra cui quelli dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, sono alcuni dei maggiori investitori stranieri nel Regno Unito.UE – Medio Oriente: l’UE è il secondo partner commerciale del GCC, rappresentando l’11,7% degli scambi totali di merci del GCC con il mondo nel 2024, pari a 161,7 mld di euro. LEGGI TUTTO

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    OPS MPS su Mediobanca, 2.080 adesioni nel secondo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 15 luglio 2025 sono state presentate 2.080 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 3.008, pari allo 0,0004% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata, ieri 14 luglio 2025 e terminerà l’8 settembre 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    OPA Bialetti, le adesioni superano il 25,8%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da NUO su Bialetti, società quotata su Euronext Milan e specializzata nella produzione di caffettiere, piccoli elettrodomestici e strumenti di cottura, risulta che oggi 15 luglio 2025 sono state presentate 7.634.896 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 8.530.901, pari al 25,843% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 7 luglio 2025 e terminerà il 25 luglio 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Bialetti acquistate sul mercato nei giorni 24 e 25 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO