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    Leonteq, FINMA confisca 9,3 milioni di franchi per violazioni nella distribuzione prodotti

    (Teleborsa) – Il gruppo finanziario svizzero Leonteq, specializzato nei certificati d’investimento, ha “violato in modo grave i suoi obblighi in materia di gestione del rischio e di irreprensibilità in relazione con la distribuzione dei suoi prodotti finanziari da parte di alcuni distributori all’estero”. È quanto ha constatato l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nel quadro di un procedimento di enforcement.A seguito di segnalazioni esterne, comunicati stampa e comunicazioni della stessa Leonteq, nel 2023 la FINMA aveva avviato un procedimento.Il gruppo finanziario vende prodotti d’investimento strutturati di emissione propria o emessi dai suoi partner. La distribuzione dei prodotti propri avviene innanzitutto indirettamente attraverso distributori esterni. Dall’inchiesta della FINMA è emerso che Leonteq ha monitorato in misura insufficiente la sua catena di distribuzione. Inoltre, in alcuni casi il gruppo finanziario ha collaborato con distributori dubbi e non regolamentati.La FINMA ha ora ordinato misure per il ripristino della situazione conforme. In conformità alla decisione della FINMA, il gruppo finanziario può collaborare solo con distributori esteri che sottostanno a una regolamentazione comparabile a quella svizzera. La FINMA nominerà un incaricato della verifica per controllare la corretta attuazione delle misure. Inoltre, la FINMA ordina la confisca degli utili pari a 9,3 milioni di franchi (l’utile è stato conseguito con due distributori non regolamentati violando gravemente il diritto in materia di vigilanza).Negli scorsi anni Leonteq aveva già adottato di propria iniziativa ampie misure procedurali e organizzative; fra le altre cose ha ampliato la sua compliance e i controlli sulla distribuzione e interrotto la collaborazione con distributori sospetti.”Le carenze nella nostra gestione del rischio di fronte alla rapida crescita non avrebbero dovuto verificarsi – ha affermato Lukas Ruflin, CEO di Leonteq – Ci rammarichiamo delle carenze identificate e continueremo a rafforzare ulteriormente il nostro sistema di controllo interno”.Tenendo conto della restituzione degli utili pari a CHF 9,3 milioni, Leonteq rivede le sue guidance e ora prevede che l’utile prima delle imposte per l’intero anno 2024 si attesterà su una cifra “single digit” in milioni.(Foto: Marco Pregnolato su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, a novembre prezzi alla produzione in aumento oltre attese

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese a novembre i prezzi alla produzione. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione hanno registrato una salita dello 0,4% su base mensile, dopo il +0,3% del mese precedente e contro il +0,2% stimato dagli analisti. Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 3%, superiore al consensus (+2,6%) e al +2,6% del mese precedente.I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano una salita dello 0,2% su base mensile (+0,3% il mese precedente e +0,2% atteso), mentre su anno registrano un +3,4% come il mese precedente (+3,2% atteso). LEGGI TUTTO

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    Lavoro, INPS: nel 2023 in Italia 26,6 milioni di lavoratori (+1,2% rispetto al 2022)

    (Teleborsa) – Nel 2023 il numero totale di lavoratori in Italia ha raggiunto i 26,6 milioni, segnando un incremento dell’1,2% rispetto al 2022 e un incremento ancora più significativo (del 4,2%) rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. Sono alcuni dei dati contenuti nell’Osservatorio su lavoratori dipendenti e indipendenti pubblicato dall’INPS. L’Osservatorio integra i dati di tutti gli assicurati presso le diverse gestioni previdenziali INPS, coprendo circa il 95% degli occupati regolari in Italia. Le uniche eccezioni riguardano i professionisti iscritti alle Casse previdenziali degli ordini e alcune categorie di lavoro autonomo occasionale esentate dalla contribuzione.Rispetto al 2022 si è registrato quindi un incremento di circa 316.000 unità. Il numero medio di settimane lavorate nel 2023 si attesta a 43,2 settimane, leggermente superiore rispetto al 2019 (42,9 settimane). In crescita del 2,9% anche il reddito medio annuo da lavoro che supera così i 25.000 euro.A livello territoriale, il 29,2% (7,8 milioni) dei lavoratori si trova nel Nord Ovest, il 22,7% (6 milioni) nel Nord Est, il 21,2% (più di 5,6 milioni) al Centro, il 18,5% (circa 5 milioni) al Sud e l’8,4% (2,2 milioni) sulle Isole.Nel 2023, 737.496 lavoratori (il 2,8% del totale) sono pensionati che continuano a lavorare. Tra questi, l’incidenza è massima tra i lavoratori iscritti alla gestione separata.”Questi dati evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano e la continua crescita del numero di lavoratori, che si traduce in maggiore stabilità economica e opportunità professionali”, sottolinea l’Inps in una nota. LEGGI TUTTO

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    BCE, cambia lo statement: tolti riferimenti a livelli restrittivi e ritorno inflazione al target

    (Teleborsa) – Nessuna sorpresa dalla Banca centrale europea (BCE), che taglia i tassi di 25 punti base e non fornisce una forward guidance. Lo statement diffuso al termine del Consiglio direttivo odierno è tuttavia diverso da quello del meeting del 17 ottobre 2024 per quanto riguarda i riferimenti a impostazioni di politica restrittive e al ritorno dell’inflazione al target.Oggi Francoforte ha dichiarato: “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.Due mesi fa aveva detto: “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”. LEGGI TUTTO

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    La BCE taglia le stime per inflazione e crescita. PIL a +1,1% nel 2025

    (Teleborsa) – Oltre ad aver abbassato i tassi di 25 punti base (centrale le attese del mercato), la Banca centrale europea (BCE) ha rivisto le proprie aspettative su inflazione e crescita economica fino a 2026, introducendo stime anche per il 2027.Secondo gli esperti di Francoforte, l’inflazione complessiva si collocherà in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’UE. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027.In occasione della riunione del 12 settembre 2024, gli esperti della BCE prevedevano un’inflazione complessiva in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. L’inflazione di fondo era indicata al 2,9% quest’anno, al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.Le proiezioni degli esperti diffuse oggi indicano una crescita economica dello 0,7% nel 2024, dell’1,1% nel 2025, dell’1,4% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027. La ripresa prevista è riconducibile principalmente all’incremento dei redditi reali, grazie al quale le famiglie dovrebbero poter effettuare maggiori consumi, e all’aumento degli investimenti delle imprese. Nel corso del tempo, il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere una crescita della domanda interna.Nella riunione di settembre, le proiezioni degli esperti della BCE indicavano un tasso di crescita economica dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno.(Foto: Mika Baumeister on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    La BCE abbassa i tassi di 25 punti base. Non c’è forward guidance

    (Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, centrando le attese del mercato e attuando il quarto abbassamento del costo denaro in questo ciclo di allentamento (ogni riunione da giugno a parte quella con i tassi fermi a luglio) Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,00%, al 3,15% e al 3,40%, con effetto dal 18 dicembre 2024.Invariata l’assenza della forward guidance. “Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione – si legge nello statement – In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.La BCE afferma che “il processo disinflazionistico è ben avviato”. Secondo gli esperti della banca centrale, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’UE. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027.Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna ha registrato una flessione ma resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo.”Pur allentandosi a seguito delle recenti riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo, che rendono i nuovi prestiti a imprese e famiglie gradualmente meno onerosi, le condizioni di finanziamento restano stringenti, in quanto la politica monetaria permane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo alle consistenze dei crediti in essere”, viene sottolineato.Inoltre, gli esperti si attendono ora una ripresa economica più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre. Nonostante l’aumento della crescita registrato nel terzo trimestre di quest’anno, gli indicatori basati sulle indagini congiunturali segnalano una contrazione nell’attuale trimestre. Le proiezioni degli esperti indicano una crescita economica dello 0,7% nel 2024, dell’1,1% nel 2025, dell’1,4% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027. La ripresa prevista è riconducibile principalmente all’incremento dei redditi reali, grazie al quale le famiglie dovrebbero poter effettuare maggiori consumi, e all’aumento degli investimenti delle imprese. Nel corso del tempo, il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere una crescita della domanda interna.Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo terminerà i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024.In questo mese, con il rimborso dei restanti importi ricevuti dalle banche nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, si conclude questa fase del processo di normalizzazione del bilancio. LEGGI TUTTO

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    Innovatec, Intesa Sanpaolo taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha tagliato a 1,40 euro per azione (dai precedenti 1,80 euro) il target price su Innovatec, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nei settori dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, confermando la raccomandazione sul titolo a “Buy” visto l’upside potenziale del 55%.Gli analisti scrivono che, nonostante alcuni progressi nel primo semestre del 2024, il Consiglio ha riconosciuto le diverse dinamiche di mercato e le limitate sinergie operative tra le due principali unità aziendali del gruppo, approvando il processo di scissione di Haiki+ e la successiva quotazione su EGM, con l’obiettivo di ottenere maggiore flessibilità e risorse per sviluppare le energie rinnovabili.I nuovi piani industriali 2025-27 hanno confermato la buona traiettoria di crescita di Haiki+, ripristinando al contempo la base per l’unità aziendale Energy Efficiency & Renewables, che si concentrerà principalmente sulle opportunità nel mercato fotovoltaico.Sulla base dei risultati del primo semestre e considerando le nuove linee guida del management per il 2024 e le prospettive delineate nei Business Plan 2025-27, Intesa ha rivisto la stima dei ricavi 2024-26 di una media del 13%, introducendo la stima dei ricavi 2027, ampiamente in linea con i nuovi obiettivi del management. Inoltre, ha ridotto la stima sull’EBITDA 2024 del 16%, lasciando sostanzialmente invariate le stime per gli anni successivi. LEGGI TUTTO

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    ESMA avvia consultazione su novità Listing Act per MAR e MiFID II

    (Teleborsa) – L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), autorità di regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari dell’UE, ha avviato una consultazione per raccogliere feedback in seguito alle modifiche al Regolamento sugli abusi di mercato (MAR) e alla Direttiva II sul mercato degli strumenti finanziari (MiFID II) introdotte dal Listing Act.Per quanto riguarda il MAR, ESMA sta invitando a inviare feedback su: un elenco non esaustivo del processo prolungato e del momento rilevante di divulgazione delle informazioni privilegiate rilevanti (insieme ad alcuni principi per identificare il momento di divulgazione per i processi prolungati non quotati); un elenco non esaustivo di esempi in cui vi è un contrasto tra le informazioni privilegiate da ritardare e l’ultimo annuncio pubblico da parte dell’emittente; una metodologia e risultati preliminari per identificare sedi di negoziazione con una significativa dimensione transfrontaliera, allo scopo di stabilire un meccanismo di Cross Market Order Book.Per quanto riguarda la MiFID II, le proposte dell’ESMA riguardano: una revisione sistematica delle disposizioni pertinenti del regolamento delegato della Commissione 2017/565 per garantire che un sistema di negoziazione multilaterale (MTF) (o un suo segmento) da registrare come mercato di crescita per le piccole e medie imprese (SME GM) sia conforme ai requisiti pertinenti della MiFID II rivista; alcune condizioni per soddisfare i requisiti di registrazione per un segmento di un MTF, come specificato nella MiFID II rivista.La consulenza tecnica dell’ESMA “mira a garantire che il quadro normativo dell’UE promuova un migliore accesso ai mercati dei capitali pubblici per le società dell’Unione europea, in particolare le PMI, riducendo l’onere amministrativo per le società quotate o per le società che cercano una quotazione, garantendo al contempo integrità e fiducia nei mercati dei capitali”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO