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    Titoli di Stato italiani, liquidità del secondario resta elevata. Quota famiglie italiane al 13%

    (Teleborsa) – Le condizioni sui mercati finanziari italiani rimangono “nel complesso distese, beneficiando della prospettiva di un allentamento della politica monetaria”. Dallo scorso aprile il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è ridotto, portandosi sui valori della fine del 2021; anche sul mercato dei credit default swaps (CDS) lo spread e l’ISDA basis sono diminuiti. Lo afferma la Banca d’Italia all’interno del secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024.La liquidità sul mercato secondario dei titoli governativi resta “elevata” in presenza di un’offerta consistente sul mercato primario e della progressiva contrazione dei reinvestimenti da parte dell’Eurosistema. La volatilità si è mantenuta su livelli contenuti, pur mostrando temporanei ampliamenti in concomitanza con l’instabilità politica verificatasi in Francia successivamente alle elezioni europee di giugno e con le turbolenze sul mercato azionario avvenute in agosto. “La capacità del mercato di assorbire ordini di ammontare cospicuo senza produrre un impatto significativo sui prezzi è rimasta consistente”, viene sottolineato.Nella prima metà del 2024 la quota dei titoli di Stato detenuta dalle famiglie italiane ha quasi raggiunto il 13 per cento, anche grazie alle emissioni dedicate agli investitori al dettaglio. Quella degli investitori esteri è salita a oltre il 23 per cento a seguito di un sensibile incremento degli acquisti. Sono diminuite ancora le quote della Banca d’Italia e dell’Eurosistema, così come quelle delle banche e delle assicurazioni residenti. Le analisi della Banca d’Italia e della Bundesbank mostrano che la rilevanza e le caratteristiche delle diverse tipologie di investitori sono fattori che possono influire sulle condizioni di liquidità – e quindi sulla solidità – dei mercati dei titoli di Stato. In Italia la quota relativamente elevata di investitori domestici, caratterizzati per lo più dall’adozione di strategie di investimento a lungo termine (buy and hold), tende a favorire la stabilità, attenuando i possibili impatti connessi con cambiamenti delle modalità di gestione dei portafogli da parte di investitori istituzionali esteri. D’altro canto, una presenza particolarmente cospicua di detentori domestici determina un maggiore livello di interconnessione all’interno di un’economia.Il collocamento dei titoli di Stato è proseguito con regolarità, con quantitativi in rialzo per quelli a medio e a lungo termine e rendimenti medi all’emissione in calo rispetto al picco dello scorso maggio.Il costo medio dello stock dei titoli di Stato in circolazione ha raggiunto il 2,8 per cento, 80 punti base in più rispetto al minimo osservato a marzo del 2022; il trend di crescita ha rallentato per effetto della riduzione del costo delle nuove emissioni. La vita residua è di poco inferiore ai sette anni. LEGGI TUTTO

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    Italia, contesto macrofinanziario stabile. Rischi amplificati da alto debito pubblico

    (Teleborsa) – In Italia, pur in un contesto macrofinanziario che si mantiene complessivamente stabile dalla scorsa primavera, rimangono rischi connessi con le rilevanti tensioni geopolitiche internazionali e con la fragilità del quadro macroeconomico. L’esposizione a questi rischi, prevalentemente di natura esogena, è amplificata dall’elevato debito pubblico e dalla scarsa crescita dell’economia italiana. In prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse potrà fornire un impulso positivo all’economia. Lo afferma la Banca d’Italia nel secondo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024.Le condizioni sui mercati finanziari nazionali rimangono “nell’insieme favorevoli”. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi ha continuato a ridursi e le condizioni di liquidità del mercato restano distese. La volatilità si è mantenuta bassa, nonostante i temporanei aumenti osservati in concomitanza con le turbolenze dei mercati internazionali nei mesi estivi.I prezzi delle abitazioni hanno continuato a crescere in termini reali, pur restando inferiori ai livelli pre-pandemici; quelli degli immobili commerciali si sono invece stabilizzati. Nel complesso gli sviluppi sul mercato immobiliare continuano a rappresentare un basso rischio per la stabilità finanziaria in Italia.Per il settore delle famiglie i “rischi rimangono contenuti, a seguito del miglioramento della situazione reddituale e dell’incremento della ricchezza finanziaria”. La ricomposizione del risparmio verso i titoli pubblici è proseguita e sono ripresi gli investimenti in strumenti del risparmio gestito e in azioni.Dopo un lungo periodo di crescita, interrottosi solo durante la pandemia, la redditività delle imprese ha mostrato segni di peggioramento. La debolezza del quadro macroeconomico e gli elevati costi di finanziamento potrebbero incidere sui profitti delleaziende più indebitate. La capacità delle imprese di rimborsare i debiti resta tuttavia complessivamente buona e il tasso di deterioramento dei prestiti bancari si conferma contenuta.Le condizioni del sistema bancario si mantengono favorevoli. Nel primo semestre la redditività è ulteriormente cresciuta e si prevede che essa rimanga alta anche per l’intero 2024. Il riassorbimento da parte dell’Eurosistema dell’abbondante liquidità in eccesso sta procedendo senza difficoltà. “In prospettiva, la riduzione del margine di interesse e le maggiori rettifiche attese sui prestiti potrebbero incidere negativamente sulla redditività degli intermediari – si legge nel rapporto – La patrimonializzazione è aumentata e per le banche significative è superiore a quella media degli intermediari dei paesi partecipanti al Meccanismo di vigilanza unico (SSM). L’esposizione ai rischi cibernetici e operativi richiede forte attenzione”.Nel comparto assicurativo la patrimonializzazione, pur rimanendo elevata, si è ridotta lievemente nel primo semestre dell’anno. La redditività è nell’insieme migliorata, ma è ancora negativa nel ramo vita a causa delle minusvalenze sul portafoglio di investimenti. La posizione di liquidità si è mantenuta buona, beneficiando anche di una ripresa della raccolta nel comparto vita.La raccolta netta dei fondi comuni italiani è tornata positiva: l’andamento favorevole del settore obbligazionario ha più che compensato i deflussi osservati negli altri comparti. I rischi restano nel complesso contenuti. LEGGI TUTTO

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    Borse europee toniche aspettando la BCE

    (Teleborsa) – Bilancio positivo a fine giornata per i mercati finanziari del Vecchio Continente. Gli acquisti diffusi interessano anche Piazza Affari, che chiude sulla stessa onda rialzista degli altri listini di Eurolandia. Sulla borsa Newyorkese, si muove vicino alla parità l’S&P-500.Sul fronte macroeconomico, hanno deluso i dati PMI dell’Eurozona per il mese di novembre, con l’attività che è riscesa in contrazione per la seconda volta in tre mesi. Il nuovo calo della produzione è dovuto al declino dell’attività economica terziaria, che per la prima volta in dieci mesi ha raggiunto il manifatturiero in zona contrazione, che ha a sua volta segnato un tasso di calo accelerato.Ciò ha fatto scendere le quotazioni dell’euro (ai minimi degli ultimi due anni contro il dollaro) e diminuire i rendimenti dei titoli di Stato della zona euro, perché sono aumentate le scommesse di taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea. Per quanto riguarda l’Italia, in serata arriverà il verdetto di Moody’s sul rating sovrano, attualmente “Baa3” con outlook stabile.Segno meno per l’Euro / Dollaro USA, in una sessione caratterizzata da ampie vendite (-0,72%). Seduta positiva per l’oro, che sta portando a casa un guadagno dell’1,30%. Seduta positiva per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mostra un guadagno dello 0,95%.Avanza di poco lo spread, che si porta a +123 punti base, evidenziando un aumento di 2 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 3,50%.Nello scenario borsistico europeo ben impostata Francoforte, che mostra un incremento dello 0,92%, tonica Londra che evidenzia un bel vantaggio dell’1,38%, e piccoli passi in avanti per Parigi, che segna un incremento marginale dello 0,58%. Lieve aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,60%; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share avanza in maniera frazionale, arrivando a 35.646 punti.Il controvalore degli scambi nella seduta del 22/11/2024 a Piazza Affari è stato pari a 2,78 miliardi di euro, con un incremento di ben 573,9 milioni di euro, pari al 25,97%, rispetto ai precedenti 2,21 miliardi; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,48 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,53 miliardi.Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, in evidenza Brunello Cucinelli, che mostra un forte incremento del 3,80%.In luce DiaSorin, con un ampio progresso del 3,22%.Andamento positivo per Recordati, che avanza di un discreto +2,86%.Ben comprata Stellantis, che segna un forte rialzo del 2,83%.Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Unicredit, che ha chiuso a -1,87%.Preda dei venditori BPER, con un decremento dell’1,52%.Tentenna Banco BPM, con un modesto ribasso dell’1,28%.Giornata fiacca per Banca MPS, che segna un calo dell’1,03%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Moltiply Group (+3,92%), OVS (+3,82%), Ferragamo (+3,38%) e Carel Industries (+3,06%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Reply, che ha chiuso a -3,04%.Si concentrano le vendite su Digital Value, che soffre un calo del 2,04%.Vendite su MFE A, che registra un ribasso dell’1,58%.Piccola perdita per Comer Industries, che scambia con un -1,34%. LEGGI TUTTO

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    Pomodoro da industria: chiusa campagna 2024 con 5,3 milioni di tonnellate di prodotto trasformato

    (Teleborsa) – La campagna di trasformazione del pomodoro 2024 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate, in leggera riduzione (-2,5%) rispetto al 2023 ma con una sostanziale flessione rispetto alle programmazioni fatte, in particolare nel bacino Nord, nonostante un maggiore investimento in ettari a livello nazionale (+11% sul 2023). Una campagna molto complessa con siccità a Sud e sovrabbondanza di piogge al Nord che hanno causato frequenti fermi fabbrica e allungato il periodo di lavorazione fino ad inizio novembre. È quanto rileva l’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali(Anicav) in una nota. Andando ad analizzare nel dettaglio, al Centro Sud sono state trasformate 2,87 milioni di tonnellate (+10% rispetto al 2023) mentre nel bacino Nord il trasformato finale è stato di 2,4 milioni di tonnellate (-14% rispetto allo scorso anno). Tutto ciò nonostante l’incremento delle aree trapiantate rispetto alla scorsa campagna di trasformazione.Si è registrato un peggioramento delle rese agricole, in maniera più marcata al Nord, e delle rese industriali, in entrambi i bacini produttivi, stante la necessità di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire gli elevati standard qualitativi che, da sempre, caratterizzano le nostre produzioni, con un significativo impatto sui costi di produzione.L’Italia si conferma il terzo paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale, dopo la Cina (che registra un incremento del 31% rispetto al 2023 e del 68% sul 2022) e gli USA (in calo del 14% sulla scorsa campagna).”L’incremento produttivo della Cina – sottolinea l’Anicav – rappresenta un’importante fonte di preoccupazione per l’Industria italiana della trasformazione del pomodoro: pur non riguardando direttamente le nostre produzioni – ricordiamo che l’Italia è il primo esportatore al mondo di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale – l’aumento delle esportazioni in ambito UE da parte di Paesi che producono sotto le soglie minime di sostenibilità ambientale e sociale rischia di incidere sulle dinamiche commerciali interne danneggiando lavoratori, consumatori e ambiente. Per questo motivo, a tutela della filiera, l’Anicav ritiene necessario porre in essere una serie di iniziative in sede UE finalizzate, da un lato, ad introdurre il principio di reciprocità per cui tutti devono avere e rispettare le stesse regole e, dall’altro ad estendere a livello europeo la norma, già vigente in Italia, in base alla quale la passata deve essere ottenuta solo da pomodoro fresco e riportare in etichetta lo Stato di produzione del pomodoro e, qualora il ciclo produttivo lo consenta, anche la zona dove il pomodoro è stato coltivato”.”Quella appena conclusa è stata una campagna molto complicata – dichiara Marco Serafini, presidente di Anicav –. Le problematiche legate alla gestione delle risorse idriche, in particolare, hanno avuto un importante impatto sull’andamento della campagna e, se non si correrà ai ripari, la situazione sia al Nord che al Sud potrebbe, nei prossimi anni, diventare insostenibile. C’è bisogno, quindi, di interventi infrastrutturali finalizzati all’efficientamento della filiera e a scongiurare i rischi legati all’emergenza idrica: la costruzione della diga di Vetto nel bacino Nord e la creazione di un’opera infrastrutturale di collegamento tra la diga di Occhito, in provincia di Foggia, e quella del Liscione, in provincia di Campobasso, rappresenterebbero una prima importante risposta per il nostro settore”.Oltre alla variabile climatica a pesare sulle aziende rimane sempre il prezzo della materia prima che continua ad essere il più alto al mondo anche a causa dei costi elevati cui la parte agricola deve far fronte. “Per restare competitivi sarà prioritario, in un contesto sempre più globalizzato come quello in cui le nostre imprese operano, cominciare a lavorare, sia al Nord che al Sud, per un riequilibrio dei prezzi del pomodoro – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav –. A tal fine non è più procrastinabile adoperarsi per trovare soluzioni innovative che possano portare ad un efficientamento produttivo puntando, ancor più e meglio, sulla ricerca varietale, sull’evoluzione delle tecniche produttive e ripensando l’organizzazione ed il livello dimensionale delle imprese agricole, sempre salvaguardando la qualità e la sicurezza delle produzioni e il rispetto dei lavoratori”.Su queste tematiche di grande importanza e attualità per il settore si discuterà nel corso dell’Assemblea pubblica di ANICAV, Il Filo Rosso del Pomodoro. Tra infrastrutture strategiche e tutela del Made in Italy – in programma a Parma, presso l’Auditorium Paganini, il prossimo 3 dicembre – alla quale interverranno rappresentanti delle istituzioni e del Governo e i principali player del comparto della trasformazione delpomodoro e della rappresentanza professionale agricola. LEGGI TUTTO

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    DHH, ricavi e margini in aumento nei primi 9 mesi

    (Teleborsa) – DHH archivia i primi 9 mesi del 2024 con ricavi pari a 27,4 milioni nei primi nove mesi rispetto ai 25,6 milioni nello stesso periododel 2023, con una crescita del 7%. L’EBITDA si attesta a 8,7 milioni, in crescita rispetto a €7,3 milioni del 2023 (+20%), con un EBITDA margin del 33%. L’EBT (Utile prima delle imposte): €4,4 milioni, in aumento rispetto a €2,7 milioni del 2023 (+62%).L’Utile netto di €3 milioni si confronta con gli 1,4 milioni del 2023, con un incremento del 108%.La Posizione finanziaria netta è migliorata a €2,9 milioni di indebitamento netto rispetto a €6,6 milioni di fine 2023, grazie alla generazione di cassa e alla gestione efficace della liquidità. LEGGI TUTTO

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    USA, Università Michigan: fiducia consumatori novembre sotto attese

    (Teleborsa) – Rivisto al ribasso l’indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di novembre, l’indice sul consumer sentiment si è attestato a 71,8 punti dai 73 della lettura preliminare e del mese precedente. Rivista al ribasso anche la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 76,9 punti da 78,5 di ottobre e della lettura preliminare, mentre quella sulla condizione attuale è stata ritoccata a 63,9 punti dal preliminare di 64,4 punti e del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    “Pari. Insieme contro la violenza di genere”, Italgas e Saipem entrano nel progetto

    (Teleborsa) – Prosegue il progetto “Pari. Insieme contro la violenza di genere” con l’ingresso di due nuove aziende: Italgas, la Network Tech Company, leader nei settori gas, idrico, efficienza energetica e IT, primo operatore in Europa, con una forte presenza in Italia e in Grecia, e Saipem, leader globale nell’ingegneria e nella costruzione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture, sia offshore che onshore. Con queste nuove adesioni, il numero delle organizzazioni coinvolte sale a undici: AstraZeneca e Alexion, ATM, Fastweb, Generali Italia, Gruppo Feltrinelli, Italgas, Kering Foundation, Prysmian, Saipem, Snam, Trenord. Un’importante rete di realtà diverse, con il coordinamento di Feltrinelli Education, unite dall’obiettivo comune di sviluppare un nuovo modello che affronti la violenza di genere nel mondo del lavoro. Le aziende, in quanto attori sociali ed economici, hanno un ruolo fondamentale nel promuovere cambiamenti culturali e sociali, grazie alle politiche che adottano e ai modelli che propongono, con un impatto positivo sulla società nel suo complesso.La ricerca realizzata da JOINTLYDopo l’evento di fine settembre che ha coinvolto figure di spicco del panorama culturale italiano per analizzare la portata del problema attraverso le scienze sociali, l’arte, il diritto e la psicologia, il progetto è continuato con la ricerca realizzata da JOINTLY, prima B Corp italiana specializzata in soluzioni di welfare e corporate wellbeing, focalizzata sulla violenza di genere e sui modelli di intervento delleaziende: la prima indagine che ha esplorato in modo specifico le azioni che le aziende mettono in campo per contrastare la violenza di genere.Gli uomini sottovalutano le micro-aggressioni – In particolare, è emersa la diversa percezione della violenza di genere tra uomini e donne. La ricerca ha infatti rilevato che, all’interno dell’ambiente lavorativo, mentre le donne riconoscono più facilmente le micro-aggressioni (battute sessiste, sminuire una persona, sessismo benevolo) e altre forme di violenza sottile, gli uomini tendono a sottovalutarle, e questo avviene indipendentemente dall’età. La differenza di percezione è meno marcata quando si tratta di condannare in linea teorica la gravità di tali comportamenti. Sebbene aziende ed esperti suggeriscono che i giovani siano più sensibili a questi temi, questa sensibilità non emerge chiaramente dalla ricerca.Sottovalutare le micro-aggressioni non è una questione generazionale – Se da un lato si parla spesso di una maggiore consapevolezza negli uomini delle generazioni più giovani, inferiori ai 40 anni, i dati indicano che questi ultimi, pur riconoscendo il problema, sembrano non considerare rilevanti o non riconoscere comportamenti come il controllo coercitivo e le micro-aggressioni. Inoltre, nonostante i giovani in generale siano più consapevoli del problema, si trovano spesso esposti a nuove forme di violenza, soprattutto nel mondo digitale, con fenomeni come il cyberbullismo, il revenge porn e le molestie online.Le aziende possono fare di più – I risultati hanno dimostrato che mancano ancora alle aziende strumenti efficaci per contrastare la violenza di genere: le politiche aziendali spesso sono solo di tipo normativo (come policy o regolamenti) o informativo, con campagne di sensibilizzazione rivolte a tutta la popolazione aziendale, senza distinzioni di genere o ruolo. A mancare è un approccio sistematico che preveda canali dedicati e personale adeguatamente formato per gestire i casi di violenza e molestie di genere. Un ulteriore elemento emerso dalla ricerca riguarda un disallineamento tra le azioni che i dipendenti ritengono necessarie e quelle effettivamente adottate dalle aziende. Le risposte dei partecipanti indicano che le azioni prioritarie da mettere in campo dovrebbero essere: policy aziendali e regolamenti (55%), seguite da incontri informativi sulla violenza (50%) e progetti educativi nelle scuole (45%). Inoltre, i risultati sottolineano che manchi un canale interno specifico e competente per la segnalazione di situazioni di violenza. Tuttavia, dalle interviste alle aziende è emerso che proprio policy aziendali e incontri di sensibilizzazione sono le azioni più adottate per il contrasto alla violenza di genere. Questo risultato, quindi, suggerisce che le aziende debbano potenziare le azioni che già mettono in campo, adottando approcci più mirati e concreti.Gli strumenti delle aziende contro la violenza di genere – Tra gli spunti di riflessione che la ricerca offre emerge, innanzitutto, la necessità di creare canali di segnalazione sicuri per la denuncia, per esempio inserendo la figura della “Consigliera di Fiducia”, in grado di offrire un supporto riservato e competente per chi subisce violenza. Inoltre, i programmi di sensibilizzazione e formazione dovrebbero essere mirati e differenziati in base al genere, alla generazione e al ruolo professionale dei partecipanti, con particolare attenzione ai manager, che devono essere formati per riconoscere e prevenire la violenza di genere tra i dipendenti. È essenziale, poi, raccogliere dati strutturati sull’incidenza e la percezione del fenomeno, per sviluppare politiche aziendali specifiche sulla violenza di genere – da non confondere con la parità di genere e la DE&I – e monitorarne l’efficacia degli interventi. Le aziende possono anche offrire supporti pratici alle vittime di violenza, come permessi speciali, cambi di turno o accesso a servizi psicologici, per aiutare le persone a superare il trauma e reintegrarsi nel contesto lavorativo. Infine, è cruciale coinvolgere le nuove generazioni, utilizzando i canali digitali per sensibilizzare i giovani sui rischi della violenza, in particolare quella online, e sull’importanza di costruire relazioni sane e rispettose.La ricerca di JOINTLY all’interno del progetto Pari. Insieme contro la violenza di genere – La ricerca è stata strutturata in due fasi: la prima, da luglio a settembre 2024, ha avuto un’impostazione qualitativa, con l’obiettivo di raccogliere dati, informazioni e testimonianze sul fenomeno della violenza di genere. In questa fase sono statecondotte 8 interviste ad esperti del settore, per comprendere meglio le radici culturali e sociali del problema e le dinamiche relazionali alla base della violenza. Sono stati interpellati: Lara Benetti, avvocata penalista, mediatrice familiare, counselor, coordinatore familiare, curatore speciale del minore, consigliera di fiducia, formatrice e docente; Luca Capone, partner dello studio legale Freshfield e partner tecnico del progetto; Silvia Fornari, prof.ssa ordinaria Sociologia Generale, Università di Perugia, docente di Sociologia della violenza di genere; Costanza Hermanin, policy analyst, public affairs specialist, EU and anti discrimination Expert, founder and president EquALL; Alessandra Kustermann, direttore Ginecologia e Ostetricia dell’U.O.C. di Pronto Soccorso ed Accettazione Ostetrico – Ginecologico, Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD) e Consultorio Familiare della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico; Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione); Luca Milani, prof. ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Cattolica di Milano, docente di Psicologia della violenza di genere; Claudia Strasserra, chief reputation officer e impact manager di Bureau Veritas Italia. In parallelo, sono stati intervistati 11 rappresentanti delle aziende del network Pari, per esplorare le iniziative e le politiche aziendali già adottate per prevenire e contrastare la violenza di genere.La seconda fase della ricerca, svoltasi nei mesi di settembre e ottobre 2024, ha coinvolto un sondaggio quantitativo tramite survey online, divulgato all’interno delle aziende del network e sui principali canali social, con un totale di 1.244 risposte. Questo ha permesso di raccogliere dati più ampi e di analizzare la percezione del fenomeno e le azioni concrete adottate dalle aziende per affrontarlo.I prossimi step del progetto: i tavoli di lavoro e il manifestoLa ricerca fornisce una panoramica sul fenomeno della violenza di genere e su quello che le aziende già fanno come punto di partenza per aprire la discussione su alcuni temi chiave, che saranno affrontati nei tavoli di lavoro del progetto Pari. Insieme contro la violenza di genere. Questi tavoli, a cui parteciperanno i rappresentanti delle aziende del network, avranno il compito di definire linee guida e priorità per contrastare la violenza di genere nei contesti lavorativi. Il processo culminerà con la stesura di un manifesto che testimoni l’impegno delle aziende e orienti le future azioni concrete, dentro e fuori dal network. Se attuate in modo strutturato e continuo, queste azioni possono contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri, inclusivi e consapevoli nel contrasto alla violenza di genere e nel cambiamento culturale profondo che comporta. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI Manifatturiero in aumento a novembre. Bene i Servizi

    (Teleborsa) – Cresce l’attività manifatturiera degli Stati Uniti, così come quella dei servizi, nel mese di novembre. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 48,8 punti, in salita dai 48,5 punti di ottobre e in linea con le stime degli analisti. L’indicatore si conferma tuttavia sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In salita, anche, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di novembre. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 57 punti, che si confronta con i 55 di ottobre e con i 55,2 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 55,3 punti dai 54,1 precedenti. LEGGI TUTTO