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    Asset digitali, afflussi record dopo il taglio della Fed

    (Teleborsa) – Gli asset digitali hanno registrato la seconda settimana consecutiva di afflussi, per un totale di 1,9 miliardi di dollari. Dopo mesi dispeculazioni, spiega James Butterfill, Head of Research di CoinShares, la Federal Reserve statunitense ha tagliato i tassi di interesse la scorsa settimana. Sebbene gli investitori abbiano inizialmente reagito con cautela al cosiddetto “taglio restrittivo”, gli afflussi sono ripresi più avanti nella settimana, con 746 milioni di dollari entrati tra giovedì e venerdì, man mano che i mercati iniziavano ad assorbire gli effetti delladecisione sugli asset digitali. Il totale degli asset in gestione (AuM) è salito a un nuovo massimo da inizio anno di 40,4 miliardi di dollari, mettendo il mercato sulla buona strada per eguagliare o addirittura superare gli afflussi dello scorso anno, pari a 48,6 miliardi di dollari.A livello geografico, gli Stati Uniti hanno guidato con afflussi pari a 1,8 miliardi di dollari, seguiti da Germania ($51,6 milioni), Svizzera ($47,3 milioni) e Brasile ($9,3 milioni). Il sentiment è stato generalmente positivo, anche se Hong Kong ha registrato deflussi marginali per $3,1 milioni. Bitcoin ha attratto la quota maggiore di afflussi con 977 milioni di dollari la scorsa settimana. Lo short-Bitcoin ha invece continuato a soffrire, con deflussi per $3,5 milioni che hanno portato il totale degli AuM a un minimo pluriennale di $83 milioni.Anche Ethereum ne ha beneficiato, con afflussi per 772 milioni di dollari. Gli afflussi da inizio anno sulla criptovaluta hanno raggiunto il record di $12,6 miliardi, portando il totale degli AuM a un massimo storico di $40,3 miliardi. Altri afflussi significativi sono arrivati da Solana (127,3 milioni di dollari) e XRP ($69,4 milioni).(Foto: © traviswolfe / 123RF) LEGGI TUTTO

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    The ODP Corporation sarà acquisita da Atlas Holdings per 1 miliardo di dollari

    (Teleborsa) – Corre sul Nasdaq lunedì The ODP Corporation, proprietaria della catena di negozi al dettaglio Office Depot, dopo che la società ha annunciato di avere stipulato un accordo definitivo per essere acquisita del private equity Atlas Holdings per un corrispettivo di 28 dollari per azione in contanti. Il prezzo di acquisto rappresenta un premio del 34% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni di The ODP Corporation del 19 settembre 2025, con una valutazione di ODP di circa 1 miliardo di dollari. Al completamento dell’operazione, ODP diventerà una società a capitale privato e le azioni ordinarie non saranno più quotate sul NASDAQ.”Questa transazione, pienamente supportata dal nostro Consiglio di Amministrazione, offre un premio sostanziale agli azionisti di The ODP Corporation e migliorerà la posizione dell’azienda per la prossima fase di crescita”, ha dichiarato Gerry P. Smith, Amministratore Delegato di The ODP Corporation. “Atlas porta con sé una profonda conoscenza del nostro settore, unitamente a competenze operative, risorse e una comprovata esperienza nel supportare le sue aziende, che accelereranno le nostre iniziative di crescita B2B e rafforzeranno la nostra posizione di partner affidabile per i nostri clienti. L’impegno di Atlas dimostra la loro fiducia nel nostro futuro e il forte slancio che abbiamo raggiunto grazie alla nostra attenzione all’eccellenza operativa e all’esecuzione disciplinata. Siamo entusiasti del nostro percorso per il futuro.”(Foto: © Andreistanescu | Dreamstime.com) LEGGI TUTTO

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    Opening Bell stonata per Wall Street dopo i nuovi record

    (Teleborsa) – La borsa di Wall Street avvia la prima seduta della settimana all’insegna delle debolezza dopo un’ottava positiva per gli indici americani che hanno aggiunto i massimi storici. L’attenzione degli investitori resta concentrato sulle banche centrali: oggi pomeriggio sono in programma gli interventi di alcuni funzionari della Fed parleranno in eventi separati, tra cui i membri votanti John Williams (New York) e Alberto Musalem (St. Louis), nonché il nuovo membro del board Stephen Miran, che ha votato a favore di un taglio di mezzo punto nell’ultima riunione.Sul fronte macroeconomico, sono giunti segnali di miglioramento per la crescita dell’attività economica americana, rappresentata dall’indice Fed di Chicago (CFNAI.). Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones lima lo 0,49%; resta piatto l’S&P-500 con le quotazioni che si posizionano a 6.653 punti. Sui livelli della vigilia il Nasdaq 100 (-0,08%); sulla stessa tendenza, consolida i livelli della vigilia l’S&P 100 (-0,11%). LEGGI TUTTO

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    Manovra, Orsini: con Governo stiamo lavorando in modo concreto

    (Teleborsa) – “Stiamo lavorando in modo concreto” con il Governo sulla manovra e ora occorre “capire quante sono le risorse rimaste dal PNRR e la capacità di rimodularle”. Le imprese continueranno a fare la propria parte, come si è dimostrato con il modello Zes che “ha funzionato: 4,8 miliardi, 28 miliardi di investimento al Sud, 35.000 assunzioni, quello ha fatto sì che l’Italia, comunque il Sud del Mezzogiorno abbiano fatto da traino al Nord. Quindi questo è un capitolo che spiega come quando siamo sollecitati ci siamo per migliorarci””. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al Cersaie di Bologna. “Bisogna mettere l’industria al centro” con “un piano industriale di 3 anni” perché “le aziende che rappresentiamo esportano 626 miliardi e l’obiettivo dei 700 miliardi è raggiungibile, ma dobbiamo rendere le nostre imprese competitive”, ha detto il numero uno degli Industriali commentando il miglioramento del rating sovrano dell’Italia da BBB a BBB+ deciso da Fitch. “Abbiamo lavorato tanto a questo. Bene il fatto che il rating sia migliorato, perché dai conti che abbiamo fatto noi c’è già un risparmio di circa 7 miliardi – ha spiegato Orsini -. Il vero tema è che oggi bisogna mettere l’industria al centro. Quello che stiamo chiedendo da tempo è che ci sia un piano industriale di 3 anni e che non sia una visione solo al breve”. L’Italia “ce la può fare – ha aggiunto – : le aziende che rappresentiamo esportano 626 miliardi, l’obiettivo dei 700 miliardi è raggiungibile, ma per fare questo dobbiamo rendere le nostre imprese competitive”. Secondo il presidente di Confindustria “le misure” a sostegno delle imprese “stanno scadendo: industria 4.0 scade, 5.0 scade, la Zes scade, ricerca e sviluppo così com’è concepita non funziona perché è minima”. Quindi “dobbiamo puntare sulla ricerca e sviluppo e dividere: per le piccole e medie imprese servono misure automatiche facili e concrete tipo modello 4.0; per le grandi imprese contratti di sviluppo con modifica agli incentivi perché così com’è la misura è troppo lenta””Per aumentare i salari bisogna fare una cosa semplice” ovvero “contratti che vanno verso la produttività” ma “per fare questo servono incentivi e investimenti” perché “dall’altra parte del mondo sono rapidi, veloci e investono. E noi da soli non ce la possiamo fare”, ha spiegato ancora Orsini -. Noi non entriamo nella parte politica, ma entriamo nel fatto che comunque se c’è uno sviluppo c’è anche capacità di distribuzione. Spesso si parla di salari bassi e per aumentare i salari bisogna fare una cosa semplice: stiamo dialogando con il sindacato, abbiamo già avuto diversi incontri, ne avremo un altro il 30 settembre. Si possono fare contratti che vanno verso la produttività, incrementare la produttività delle nostre imprese, ma per fare questo servono incentivi e investimenti. Non ci dobbiamo dimenticare che dall’altra parte del mondo sono rapidi, veloci e investono. E noi da soli non ce la possiamo fare”. Il presidente di Confindustria ha concluso auspicando che “l’Europa si ridimensioni e pensi di mettere al centro l’industria”.”Mi auguro che almeno a fine settembre, i primi giorni di ottobre si veda una misura sull’energia” perché “oggi è troppa la differenza tra noi e altri Paesi europei”, anche se il disaccoppiamento “finalmente è entrato nel vocabolario italiano”. LEGGI TUTTO

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    Agens, Anav, Asstra: Manovra di Bilancio 2026 – “Urgono misure a sostegno del TPL”

    (Teleborsa) – “Urgono misure idonee ad assicurare l’equilibrio economico-finanziario del sistema di trasporto pubblico locale e regionale”. È quanto segnalato da Agens, Anav e Asstra, le associazioni che rappresentano le imprese pubbliche e private del settore, con una nota trasmessa all’attenzione dei Ministri dei trasporti e dell’Economia e alla Conferenza delle Regioni, in vista della impostazione della manovra di Bilancio per il 2026, in cui si sollecita un confronto sulle principali questioni aperte.Nel dare atto al Governo dell’importante ruolo svolto per favorire il rinnovo del CCNL di settore, tramite la copertura dei relativi oneri, le associazioni ribadiscono “l’urgenza di misure che garantiscano i rimborsi anche alle aziende operanti nelle Autonomie speciali cui compete il maggior gettito derivante dalle variazioni delle accise sui carburanti, ma soprattutto delle aziende operanti in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia, Regioni che compartecipano in maniera limitata o nulla a tale gettito”.Permane poi il tema dell’adeguamento inflattivo del Fondo TPL, la cui dotazione annua sconta una mancata indicizzazione per oltre 800 milioni di euro. In questo contesto – segnalano le associazioni – è imprescindibile un intervento che renda strutturali i 120 milioni di euro stanziati una tantum sul Fondo per il solo 2025, scongiurando perdite rilevanti di risorse per diversi territori che, in assenza, discenderebbero dalla applicazione delle nuove modalità di riparto normativamente previste. Per il medesimo fine – affermano le associazioni del TPL – occorre coniugare la prevista riforma in materia di federalismo fiscale con la garanzia di certezza e adeguatezza delle risorse stanziate per il settore, salvaguardandone il vincolo di destinazione e qualificando il TPL come “spesa essenziale”.Infine, il tema degli investimenti su cui urge individuare nuovi meccanismi di sostegno che, esauriti i fondi del PNRR, consentano la prosecuzione del processo di ammodernamento infrastrutturale e rinnovo del materiale rotabile funzionale al raggiungimento degli sfidanti obiettivi di transizione energetica e sostenibilità ambientale sui quali il Paese è impegnato. LEGGI TUTTO

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    Mutares tratta la vendita della controllata Clecim a Foure Lagadec (SNEF)

    (Teleborsa) – Mutares, holding tedesca che acquisisce imprese di medie dimensioni in situazioni di turnaround, ha ricevuto un’offerta irrevocabile da Fouré Lagadec, una controllata di SNEF, per l’acquisto di una società nel suo portafoglio, Clecim. Le parti avvieranno ora un processo di consultazione con i comitati aziendali competenti. Si prevede che l’operazione sarà completata nel quarto trimestre del 2025, dopo la consultazione, e soggetta alle consuete condizioni.Clecim è un fornitore di linee di lavorazione per acciaio al carbonio e acciaio inossidabile, laminatoi per acciaio inossidabile, nonché di prodotti meccatronici e servizi metallurgici, al servizio di acciaierie in tutto il mondo da oltre 100 anni. L’azienda genera un fatturato di circa 55 milioni di euro e conta circa 200 dipendenti.”La vendita mirata di Clecim convalida l’approccio strategico di Mutares volto a generare valore per le aziende in portafoglio – ha detto Johannes Laumann, CIO di Mutares – Negli ultimi quattro anni, abbiamo riposizionato con successo Clecim come azienda indipendente, pronta per un’ulteriore espansione globale, sfruttando la nostra conoscenza specialistica del settore siderurgico. Questa uscita a un acquirente strategico dimostrerebbe la capacità del nostro team di far crescere e stabilizzare le aziende, creando al contempo valore sostenibile per Mutares e le aziende in portafoglio”.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    T-Mobile, COO Srini Gopalan nominato Ad dal 1° novembre

    (Teleborsa) – T-Mobile US ha annunciato lunedì di aver nominato l’attuale Chief Operating Officer Srini Gopalan come prossimo Amministratore Delegato di T-Mobile, a partire dal 1° novembre 2025. Gopalan sostituirà Mike Sievert, che è stato nominato Vicepresidente in una nuova posizione manageriale presso T-Mobile.In qualità di Vicepresidente, Sievert continuerà a ricoprire un ruolo manageriale e a far parte del Consiglio di Amministrazione, supportando il CEO e il team dirigenziale di T-Mobile, fornendo consulenza su questioni di strategia a lungo termine, innovazione, sviluppo dei talenti e relazioni esterne. LEGGI TUTTO

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    Bayer annuncia progressi in terapie sperimentali cellulari e geniche contro morbo di Parkinson

    (Teleborsa) – Bayer ha annunciato lunedì i progressi di due potenziali terapie contro il morbo di Parkinson (MP). Un primo partecipante ha ricevuto un trattamento randomizzato nello studio clinico di Fase III, exPDite-2, su bemdaneprocel, una terapia cellulare sperimentale per il MP. Allo stesso tempo, i primi partecipanti europei sono stati randomizzati in REGENERATE-PD, uno studio clinico di Fase II su AB-1005, una terapia genica sperimentale. Entrambe le terapie sono focalizzate sul trattamento del MP in stadio moderato e sono in fase di sviluppo in collaborazione con le società controllate interamente di Bayer e gestite in modo indipendente, rispettivamente BlueRock Therapeutics (bemdaneprocel) e AskBio. (AB-1005).”Il nostro duplice approccio nell’affrontare il morbo di Parkinson attraverso terapie cellulari e geniche esemplifica la nostra visione strategica e massimizza le nostre possibilità di offrire una nuova speranza ai pazienti affetti da Parkinson che attendono nuove terapie da troppo tempo”, ha affermato Christian Rommel, Responsabile Globale Ricerca e Sviluppo della Divisione Farmaceutica di Bayer. “Siamo motivati ??dall’essere in prima linea nello sviluppo di terapie modificatrici del decorso della malattia che hanno il potenziale per avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti affetti da Parkinson”. LEGGI TUTTO