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    Panetta (Bankitalia): da dazi USA -0,5 punti su PIL eurozona, ma Italia e Germania peggio

    (Teleborsa) – “Il commercio internazionale viene sempre più utilizzato come leva strategica, soprattutto nella competizione tecnologica”. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.”In questo contesto si inserisce la strategia della nuova amministrazione statunitense, che prevede nuovi e più elevati dazi sulle importazioni – ha aggiunto – Particolare attenzione viene rivolta ai partner con un ampio avanzo commerciale verso gli Stati Uniti. Il surplus della Cina verso l’economia americana ammontava nel 2024 a circa 300 miliardi di dollari, circa un terzo dell’avanzo commerciale complessivo cinese e un quarto del disavanzo degli Stati Uniti”.”Secondo le nostre stime, se i dazi annunciati in fase pre-elettorale fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del PIL globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali – ha detto il Governatore – Per l’economia statunitense l’impatto supererebbe i 2 punti. Per l’area dell’euro le conseguenze sarebbero più contenute, intorno a mezzo punto percentuale, con effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro”.”L’esperienza storica mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano – ha spiegato – I dazi non garantiscono una riduzione del disavanzo delle partite correnti. Se lo facessero, comporterebbero anche un minore afflusso netto di capitali verso il paese che li ha imposti, con conseguenti aggiustamenti attraverso un aumento del risparmio dei residenti o una riduzione degli investimenti”.Secondo Panetta, “è possibile che l’amministrazione statunitense stia utilizzando gli annunci sui dazi come leva negoziale per ridefinire i rapporti economici e politici con altre aree del mondo. Tuttavia, in un contesto già segnato da tensioni geopolitiche, commerciali e belliche, questa strategia potrebbe sfuggire al controllo, generando effetti ben oltre quelli desiderati, aggravando i dissidi esistenti e aprendo nuove fratture. Soluzioni negoziali basate sulla cooperazione non solo rappresentano un’alternativa preferibile, ma sono necessarie per evitare una spirale di conflitti che minaccerebbe la stabilità globale”. LEGGI TUTTO

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    Panetta (Bankitalia): esito concentrazioni banche affidato a dinamiche di mercato e scelte azionisti

    (Teleborsa) – Le operazioni di concentrazione che interessano il sistema finanziario italiano – che coinvolgono banche di varie dimensioni, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio e intermediari esteri – “sono favorite in primo luogo dall’abbondanza di capitale in eccesso nel settore bancario. Inoltre, la prospettiva di un restringimento dei margini sull’attività di prestito, legata alla diminuzione dei tassi di interesse, spinge gli intermediari a ricercare economie di scala o sinergie produttive”. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.”Le operazioni annunciate ridurrebbero il divario dimensionale tra i principali intermediari italiani e i concorrenti europei. In Italia il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volte inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi – ha aggiunto – Sebbene in generale nel settore bancario le grandi dimensioni comportino sia vantaggi sia alcune criticità ben note, queste operazioni possono essere inquadrate in una prospettiva di integrazione e consolidamento del mercato europeo”.Il Governatore ha sottolineato che “i procedimenti autorizzativi coinvolgono la Banca d’Italia sia in autonomia sia in collaborazione con diverse autorità nazionali ed europee. L’iter si avvia dopo la notifica delle operazioni da parte dei soggetti promotori, che non sono tenuti a informare preventivamente le autorità”.”La Vigilanza verifica la conformità alle normative italiane ed europee, valutando la capacità di ciascuna operazione di dar vita a intermediari solidi, efficienti e capaci di operare secondo principi di sana e prudente gestione al servizio dell’economia reale e senza compromettere la stabilità finanziaria – ha aggiunto – Nel rispetto di questi criteri, l’esito delle operazioni è affidato alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti”. LEGGI TUTTO

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    Panetta (Bankitalia): rischio che crypto siano emesse da big tech, banche perderebbero funzioni

    (Teleborsa) – “La diffusione delle criptoattività richiede attenzione da parte delle autorità, anche per il loro esteso utilizzo a fini illeciti. Finora, le irregolarità e i fallimenti che hanno coinvolto operatori e mercati delle criptoattività hanno avuto impatti limitati sul sistema finanziario, grazie alla separazione tra i due ambiti. Tuttavia, la situazione sta evolvendo in modo diverso nei vari paesi, sollevando questioni complesse”. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.Il Governatore ha fatto notare che “negli Stati Uniti, in assenza di una legislazione specifica, le autorità di supervisione dei mercati negli anni scorsi sono intervenute per limitare gli sviluppi più rischiosi, pur lasciando aperta la possibilità di integrare le criptoattività nel sistema finanziario. La nuova amministrazione è invece orientata a sostenere la diffusione delle criptoattività”.”Le divergenze normative tra Stati Uniti ed Europa andranno attentamente valutate, una volta che gli orientamenti delle autorità americane saranno definiti, per comprenderne gli effetti a livello internazionale – ha aggiunto – In questo campo gli arbitraggi normativi possono risultare particolarmente insidiosi e difficili da contrastare: alcuni operatori potrebbero sfruttare le differenze regolamentari per adottare pratiche opache o altamente rischiose, con possibili conseguenze sui risparmiatori e sull’integrità del sistema finanziario.Ma i rischi legati alle criptoattività “non derivano soltanto dalle divergenze normative – ha detto Panetta – Non si può escludere che una o più criptoattività, incluse quelle con caratteristiche di moneta elettronica, vengano emesse da giganti tecnologici e inizino a diffondersi in Europa”. “Se questi mezzi di pagamento privati, facilmente integrabili in piattaforme commerciali con miliardi di utenti, dovessero diffondersi ampiamente, le conseguenze potrebbero essere rilevanti – ha spiegato – Le banche commerciali rischierebbero di perdere una parte importante delle loro funzioni. Nel dibattito pubblico si sostiene a volte che l’introduzione dell’euro digitale comporterebbe questo rischio, ignorando che la vera minaccia proviene dalle criptoattività, per le quali – a differenza dell’euro digitale – non sono previsti limiti alla detenzione da parte dei risparmiatori”.Infine, “le banche centrali, responsabili del buon funzionamento del sistema dei pagamenti, si troverebbero a operare in un contesto in cui pochi soggetti privati, magari esteri, avrebbero un ruolo così rilevante da compromettere la stabilità del sistema in caso di incidenti. I rischi per il sistema dei pagamenti e i mercati finanziari sarebbero dunque considerevoli”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Panetta (Bankitalia): rientro inflazione al target quasi completo, normalizzazione va continuata

    (Teleborsa) – “Il rientro dell’inflazione nell’area dell’euro all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine è quasi completo. I rialzi degli ultimi mesi – fino al 2,5 per cento a gennaio – erano previsti e sono dovuti in parte a effetti di base legati all’evoluzione passata dei prezzi dell’energia. L’inflazione di fondo si è mantenuta al 2,7 per cento, ma la sua dinamica sui tre mesi – più rappresentativa delle tendenze recenti – evidenzia un calo pressoché continuo dall’inizio dello scorso anno ed era pari al 2 per cento a gennaio”. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.”I prezzi dei servizi continuano a crescere a un ritmo relativamente sostenuto, pari al 3,9 per cento – ha aggiunto – Questo andamento riflette in parte il lento e graduale adeguamento dei prezzi dei servizi all’inflazione passata, ed è quindi destinato ad attenuarsi per effetto del calo dell’inflazione totale”.Dall’inversione della rotta sui tassi, sono stati ridotti cinque volte, portando quello di riferimento della BCE – il tasso sui depositi presso labanca centrale – al 2,75 per cento. “Tuttavia il percorso di normalizzazione della politica monetaria non è concluso”, ha sottolineato Panetta.Secondo il Governatore, “il tasso di riferimento rimane superiore alle stime del tasso neutrale, ossia il livello compatibile con l’assenza di pressioni inflazionistiche e con la crescita potenziale dell’economia. Di conseguenza, la politica monetaria continua a esercitare una pressione al ribasso sull’attività produttiva e sulla dinamica dei prezzi al consumo, un effetto sempre meno necessario in un contesto in cui l’inflazione è vicina all’obiettivo e la domanda interna resta debole. Da qui in avanti, peraltro, il concetto di tasso neutrale perderà progressivamente rilevanza. Le stime del suo valore, infatti, sono altamente imprecise, e forniscono solo un’indicazione approssimativa sull’orientamento della politica monetaria, diventando sempre meno utili a mano a mano che i tassi ufficiali si avvicinano al livello stimato del tasso neutrale”.Nella sua analisi dei rischi per l’inflazione, ha affermato che “attualmente il principale rischio al ribasso per l’inflazione è la debolezza dell’attività economica. A questo si aggiungono “i rischi derivanti dall’aumento dei rendimenti a lungo termine. Questo fenomeno è dovuto in primo luogo all’incremento dei tassi a lungo termine in dollari, che si è propagato sui mercati finanziari europei, determinando una sorta di “importazione” dagli Stati Uniti di una restrizione monetaria non giustificata dalla situazione economica dell’area. Inoltre, il rialzo dei tassi in yen sta inducendo gli investitori giapponesi a ridurre la loro esposizione in titoli esteri – compresi quelli europei – a favore dei titoli domestici, esercitando una pressione al rialzo sui tassi a lungo termine in euro”.Secondo il Governatore, “un aumento dei dazi statunitensi sulle esportazioni europee non avrebbe presumibilmente effetti significativi sull’inflazione. I dazi potrebbero generare pressioni al rialzo legate a un deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e a eventuali misure di ritorsione da parte della UE. Tuttavia, questi effetti verrebbero compensati da un rallentamento dell’economia globale e dal dirottamento verso i mercati europei delle merci cinesi colpite da dazi elevati. Secondo nostre stime, l’effetto netto dei dazi sull’inflazione sarebbe perciò contenuto, se non leggermente negativo”.”I rischi più insidiosi per l’inflazione provengono dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas”, ha fatto notare.”Nel complesso, gli indicatori disponibili sembrano suggerire che il rischio prevalente sia ancora quello di un’inflazione inferiore al 2 per cento nel medio termine – ha detto Panetta – Questa conclusione è coerente sia con le aspettative di inflazione implicite nei contratti finanziari, sia con le valutazioni degli analisti. Il processo di normalizzazione della politica monetaria va quindi continuato, accompagnando le decisioni con una comunicazione orientata alle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione nel medio termine. In questa fase, un’eccessiva attenzione ai dati di volta in volta disponibili rischia di generare incertezza e volatilità nei mercati, riducendo l’efficacia della politica monetaria”. LEGGI TUTTO

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    Gros-Pietro (Intesa): Italia è mercato bancario più vivace e aperto alla concorrenza dell’Eurozona

    (Teleborsa) – “Se oggi guardiamo la classifica delle banche dell’Eurozona in termini di capitalizzazione di Borsa, ai primi cinque posti troviamo la prevalenza di ex PIGS: due banche italiane, due spagnole, una sola banca francese, nessuna banca tedesca, né olandese, né di alcun paese tra quelli che si autodefiniscono frugali”. Lo ha affermato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.”In Italia, oltre alle due banche italiane che fanno parte dei primi cinque posti, sono presenti in forze – con varie controllate locali – anche due grandi banche francesi e le maggiori banche di Spagna di Germania. È una situazione che non si presenta in nessun altro dei grandi paesi dell’Eurozona”, ha sottolineato.”É l’Italia a mio avviso il mercato bancario più vivace e più aperto alla concorrenza – ha affermato Gros-Pietro – Le barche e l’industria finanziaria italiane hanno saputo uscire da una crisi finanziaria devastante, hanno superato il trauma della pandemia e affrontato con efficacia le conseguenze della guerra di cocaina. Oggi l’Italia e l’Europa devono fare un nuovo passo avanti. E noi operatori della finanza possiamo dare un supporto sostanziale a realizzare gli investimenti necessari per superare la transizione e per affrontare le emergenze”. LEGGI TUTTO

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    Mocio (Assiom Forex): banche in eccellenti condizioni, definitivamente alle spalle eredità GCF

    (Teleborsa) – Uno dei motivi per essere ottimisti in Europa “sono le eccellenti condizioni del sistema bancario”. Lo ha affermato Massimo Mocio, presidente dell’Assiom Forex, al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, aggiungendo che “ormai da almeno un paio di anni, le banche non sono più il problema, ma la soluzione del problema. Oggi, sono un presupposto stabile e un fattore di sviluppo per l’economia europea”.”In assenza di un mercato unico dei capitali, gli istituti finanziari europei sono il maggior finanziatore di famiglie e imprese, nonché i principali custodi dell’ingente mole di risparmio dei cittadini europei – ha detto Mocio – Dopo anni di tassi negativi e di accantonamenti per ridurre i “Non Performing Loans”, i bilanci sono solidi, i livelli di capitale e liquidità elevati e – anche grazie al rialzo repentino dei tassi di interesse a breve termine – la redditività è in forte miglioramento”.”Possiamo dire che ci siamo lasciati, definitivamente, alle spalle le eredità della Grande Crisi Finanziaria – ha spiegato – A conferma della percezione di una maggiore solidità del settore, le banche italiane sono tornate a quotare almeno il loro valore di libro, dopo essere scese fino a un quarto di tale valore. In questo scenario ottimistico, è comunque essenziale tenere ben presenti quelli che sono dei rischi intrinseci dell’attività bancaria, tra cui quelli: di carattere congiunturale, regolamentare, e, non ultimo, di struttura del mercato del credito”.Secondo il presidente dell’Assiom Forex, “in primo luogo, l’attuale fase di riduzione dei tassi e di debolezza del contesto economico comporteranno il contrarsi dei margini di interesse e, ceteris paribus, un potenziale aumento delle sofferenze. Emergeranno gli istituti che si dimostreranno capaci di accelerare la transizione digitale e diversificare il business per preservare competitività e redditività. Ma al contempo, la riduzione del costo del capitale, incrementerà la componente commissionale, legata alle attività di capital markets, investment banking ed asset management”.Quanto al rischio di Regolamentazione, “è fondamentale sfruttare una maggiore flessibilità nell’implementazione del pacchetto finale di regole di Basilea III, per evitare svantaggi competitivi alle nostre banche. Il Regno Unito ha già optato per posticipare a gennaio 2027. Al contempo, le dichiarazioni dell’amministrazione Trump sembrano indicare una riduzione significativa dei requisiti regolamentari per le banche americane. Il campo non sarà più “livellato”: in mancanza di un adeguamento anche in Europa, si rischia di avere un impatto competitivo negativo e sproporzionato per gli istituti del Vecchio continente”. LEGGI TUTTO

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    Mocio (Assiom Forex): serve cultura dell’Equity, mercati non abbastanza profondi e liquidi

    (Teleborsa) – “Nel vecchio continente prevale una sorta di pessimismo “cosmico” economico. Inoltre, è cresciuta la consapevolezza che, senza interventi adeguati, questo divario è destinato a crescere ulteriormente. E soprattutto il risparmio dei cittadini europei migra e migrerà alla ricerca dei migliori rischi/rendimenti, andando a finanziare la crescita delle borse e del debito pubblico americano. È questo, ora, il vero “Doom loop”, la spirale del pessimismo dell’Europa. Lo ha affermato Massimo Mocio, presidente dell’Assiom Forex, al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari.”Questo a maggior ragione perché i mercati Europei dei capitali non sono integrati, e spesso non sono abbastanza profondi e liquidi – ha spiegato – Negli ultimi 25 anni, il valore della capitalizzazione delle borse mondiali è quadruplicato, raggiungendo gli 80 trilioni di dollari. Ebbene le borse americane rappresentano oggi i due terzi del totale. Le borse europee un misero 15%. Nel vecchio continente, osserviamo una tendenza lenta, ma inesorabile: acquisizioni e fusioni di aziende quotate e un continuo susseguirsi di delisting, sono di gran lunga superiori ai nuovi collocamenti”.Secondo Mocio, “l’Italia e l’Europa avrebbero bisogno di più “Equity” o, meglio, di più “cultura dell’Equity”. Che ci piaccia o no siamo un'”economia del debito”. Ecco perché abbiamo impiegato 15 anni per uscire dalla grande crisi finanziaria. Manca una cultura che ponga il capitale di rischio al centro di ogni progetto di sviluppo, di ogni azienda di successo, di ogni iniziativa infrastrutturale. È questa “cultura dell’Equity”, del capitale di rischio che ha fatto sì che negli Stati Uniti tutte le “Magnifiche 7″, le società leader dei settori tecnologici – che oggi pesano per un terzo della capitalizzazione USA – siano state finanziate, fin dalla loro nascita, da capitali privati”.Il presidente dell’Assiom Forex ha sostenuto che ci sono elementi di ottimismo sulla creazione di un mercato unico dei capitali in Europa: “Il primo: l’Europa ha già posto le basi per un titolo di debito comune privo di rischio. Parliamo, per la precisione, dei bond dell’Unione Europea emessi per finanziare i programmi SURE e Next Generation EU (NGEU) per circa 1 trilione di euro, dotati di una buona infrastruttura di mercato secondario, che garantisce agli investitori liquidità e spessore. Sono a tutti gli effetti titoli dell’Unione, garantiti dal bilancio europeo, con la partecipazione solidale di tutti gli Stati membri. Questo li rende, in prospettiva, potenzialmente equiparabili ai titoli di debito pubblico americano. Che cosa li penalizza? 1) Il programma termina nel 2026; 2) il mercato non gli attribuisce ancora un merito di credito adeguato al loro rating, sebbene tali titoli soddisfino la maggior parte dei criteri per essere considerati un’attività sicura”.Mocio ha fatto notare che “questi titoli vengono scambiati a sconto rispetto al Bund, ma quest’ultimo non può essere considerato un titolo privo di rischio. Il mercato se ne è reso conto nell’ultimo anno. Infatti, il movimento del Bund verso il tasso swap – che è definitivamente il vero tasso privo di rischio – testimonia un peggioramento importante del merito creditizio della Germania. Anche il movimento positivo del differenziale tra titoli italiani e tedeschi – che pensiamo possa continuare – è dovuto, in primis, ad un peggioramento relativo del rischio di credito tedesco. Analogo discorso vale per l’altro grande paese, la Francia”.Secondo il presidente dell’Assiom Forex, “di fronte al deterioramento del merito creditizio nei singoli Paesi dell’Unione, risulta “inevitabilmente” conveniente per tutti, rendere strutturale l’emissione di un titolo di debito comune, definendo esplicitamente quali spese comuni finanziare: settori quali quello della difesa, della transizione energetica, dello sviluppo digitale. Gli americani hanno appena stanziato 500 miliardi per il programma di Artificial Intelligence denominato “Stargate”. Il mercato apprezzerebbe grandemente un “safe asset” europeo, con un programma duraturo, anziché transitorio, riconoscendogli un elevato merito di credito”. LEGGI TUTTO

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    Pastore (BCC Iccrea): finito percorso aggregativo che era stato determinato all’inizio del gruppo

    (Teleborsa) – “Migliorano tutti gli indicatori. Abbiamo un Total Capital Ratio ormai al 24%. Abbiamo indicatori di liquidità quasi doppi di quanto è richiesto dalle normative, quindi abbiamo abbiamo forza da dare al nostro territorio e la stiamo dando”. Lo ha affermato il Direttore Generale del Gruppo Bcc Iccrea, Mauro Pastore, a margine del 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.A una domanda sulla necessità di ulteriore consolidamento tra associate, ha detto: “Ormai le banche sono tutte in buona salute, per cui di non c’è più necessità di fare queste aggregazioni. Può accadere che in qualche territorio decidono di rafforzarsi se ne sentono il bisogno, ma le banche stanno bene e quindi lato nostro abbiamo finito il percorso aggregativo che era stato determinato all’inizio, prevalentemente dal dover sistemare delle banche che al momento della costituzione del gruppo avevano delle difficoltà e talune sono rimaste, mentre altre hanno intrapreso un percorso di crescita virtuosa e sono migliorate”. LEGGI TUTTO