Agenda 2030, UN Global Compact: il 59% delle aziende europee integra gli SDGs nelle strategie, ma solo un terzo misura i progressi
(Teleborsa) – Il 70% delle aziende europee dichiara di avere una conoscenza approfondita degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dall’Agenda 2030, e il 60% di esse li integra attivamente all’interno delle proprie strategie aziendali, con un focus particolare su parità di genere, lavoro dignitoso e contrasto al cambiamento climatico. È quanto emerge dal rapporto “European Private Sector SDG Stocktake 2024”, realizzato dal Network europei del Global Compact delle Nazioni Unite e presentato durante la Settimana dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Il rapporto ha coinvolto 1.422 aziende con sede in dieci Paesi europei, tra cui Italia, Francia, Spagna e Regno Unito, per misurare l’impegno delle imprese nell’integrare i Global Goals nelle loro operazioni.Le aziende europee si dimostrano consapevoli del ruolo cruciale degli SDG non solo per migliorare la sostenibilità aziendale, ma anche per affrontare le normative sempre più stringenti a livello europeo, come la nuova direttiva Corporate Sustainability Reporting Direttiva (CSRD). L’87% delle aziende soggette alla CSRD afferma che farà riferimento esplicito agli SDGs nei propri report di sostenibilità. Tuttavia, il rapporto mette in luce un punto critico: nonostante l’impegno diffuso, solo il 39% delle imprese europee ha integrato gli SDG nei propri processi operativi, e meno di un terzo ha stabilito obiettivi specifici, misurabili e vincolati nel tempo per monitorare i propri progressi in maniera sistematica.In Italia, l’88% delle aziende afferma di avere una buona conoscenza degli SDG, e tra coloro che hanno sviluppato una strategia di sostenibilità, il 72% ha già integrato i Global Goals nel proprio piano. Gli obiettivi su cui si concentra la maggior parte delle imprese italiane includono l’SDG 15 (vita sulla terra), l’SDG 3 (salute e benessere per tutti) e l’SDG 16 (pace, giustizia e istituzioni solide). La maggior parte delle imprese italiane ha accolto con favore l’introduzione del decreto di accoglienza della CSRD, con l’83% che prevede di includere riferimenti agli SDG nei propri rapporti di sostenibilità.Tuttavia, come nel resto d’Europa, anche in Italia permane una certa difficoltà nella misurazione del contributo delle aziende agli SDG: solo il 43% delle imprese utilizza indicatori di performance specifici e misurabili, mentre il 46% si limita a semplici KPI privi di obiettivi temporali definiti. Inoltre, il 22% delle imprese italiane dichiara di aver già raggiunto i propri obiettivi, ma il 70% ritiene di essere ancora in fase di avanzamento.Per migliorare ulteriormente l’integrazione degli SDG nel settore privato, le reti europee del Global Compact delle Nazioni Unite hanno formulato cinque raccomandazioni chiave. Queste includono l’integrazione degli SDG nei processi aziendali, la definizione di indicatori di misurazione dei progressi, la promozione di partnership strategiche con altri attori per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, la formazione dei fornitori sui temi della sostenibilità e lo sviluppo di una connessione più forte tra gli SDGs e gli investimenti finanziari.Il report, realizzato con il supporto di PwC France & Maghreb, rappresenta un passo importante nella valutazione del ruolo del settore privato nella promozione dello sviluppo sostenibile in Europa, evidenziando l’importanza di rafforzare le azioni e di sviluppare metodi di misurazione più efficaci per garantire che gli SDGs sono non solo un impegno di principio, ma una realtà operativa nelle imprese europee. LEGGI TUTTO