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    Smart Capital incrementa partecipazione in ALA al 4,542%

    (Teleborsa) – Smart Capital, holding di partecipazioni industriali di tipo “permanent capital” quotata su EGM PRO e specializzata in investimenti di Private Equity e di Private Investments in Public Equity, ha incrementato la propria partecipazione nel capitale sociale di Smart Ala, società veicolo di club deal, acquisendo l’intera quota detenuta dai soci di minoranza. Il controvalore pattuito è di circa 2,5 milioni di euro. A seguito dell’operazione Smart Capital detiene il 100% di Smart Ala, rispetto al precedente 67,07%.Smart Ala è stato il primo club deal promosso da Smart Capital nel 2021, grazie al contributo di 4 importanti famiglie italiane, con l’obiettivo di supportare la quotazione in Borsa di ALA, società quotata da luglio 2021 su Euronext Growth Milan e attiva nella logistica integrata e nella distribuzione di prodotti e componentistica per l’industria aeronautica e aerospaziale. L’operazione consente a Smart Capital di rafforzare la propria esposizione nel capitale della azienda italiana, venendo a detenere complessivamente una partecipazione del 4,542% del capitale sociale di ALA, con l’obiettivo di proseguire il proprio percorso di accompagnamento alla crescita del gruppo con un orizzonte di lungo periodo. Successivamente all’operazione è intenzione di Smart Capital procedere ad una semplificazione dell’attuale struttura societaria con riferimento a Smart Ala. “Con questa operazione consolidiamo significativamente la nostra posizione diretta in ALA, confermando il pieno supporto di lungo periodo alle famiglie Genna e Scannapieco oltreché all’eccellente management team della società in un ambizioso progetto di crescita di un campione italiano con vocazione globale”, hanno commentato Andrea Costantini, Presidente e Amministratore Delegato di Smart Capital, e Andrea Faraggiana, Managing Partner e Direttore Generale di Smart Capital. LEGGI TUTTO

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    ESI perfeziona acquisto di società veicolo per impianto fotovoltaico a Viterbo

    (Teleborsa) – ESI, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel mercato delle energie rinnovabili, ha perfezionato l’acquisto della società veicolo (SPV) detentrice dei diritti e delle autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio di un impianto fotovoltaico da 3 MWp nel Comune di Monterosi, Provincia di Viterbo, Lazio. L’investimento stimato per la realizzazione dell’impianto, incluso l’acquisto del terreno, è pari a circa 3 milioni di euro.Con questa operazione ESI avvia la realizzazione del primo impianto di una pipeline triennale che prevede un totale di almeno 20 MW di nuova capacità fotovoltaica di proprietà.”Questa acquisizione rappresenta una pietra miliare nella nostra strategia di crescita – ha detto l’AD Riccardo Di Pietrogiacomo – Insieme ai risultati economico-finanziari positivi ottenuti nel 2024, questa operazione rafforza la nostra posizione nel settore delle energie rinnovabili. Siamo entusiasti di contribuire attivamente alla transizione energetica, offrendo benefici concreti alle comunità locali e contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente”.Il completamento dell’impianto da 3 MWp è previsto entro la fine del 2025, con l’inizio della costruzione fissato per aprile 2025.(Foto: Zbynek Burival on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    MAIRE, Azzurra Capital acquista l’8% di NEXTCHEM per 110 milioni di euro

    (Teleborsa) – MAIRE, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nella trasformazione delle risorse naturali, ha comunicato che Azzurra Capital, operatore di private equity promosso da Stefano Marsaglia, ha firmato un accordo per l’acquisizione di una quota strategica di circa l’8% nel capitale sociale di NEXTCHEM da Maire Investments (MI). NEXTCHEM è la controllata di MAIRE a capo della business unit Sustainable Technology Solutions.Il corrispettivo totale per la partecipazione è di circa 110 milioni di euro, che corrispondono a una valutazione implicita di NEXTCHEM di 1,4 miliardi di euro.A seguito dell’operazione, MAIRE deterrà circa l’82% del capitale sociale di NEXTCHEM (invariato, a seguito della delibera del Consiglio di Amministrazione di MAIRE di rinunciare al diritto di prelazione), Azzurra Capital circa l’8%, Yousef Al Nowais il 5% e MI circa il 5%. I termini concordati della transazione, il cui closing è previsto entro maggio 2025, sono sostanzialmente in linea con quelli di Al Nowais.”Questo accordo è un altro passo importante nel percorso di valorizzazione di NEXTCHEM – ha commentato Alessandro Bernini, CEO di MAIRE – L’azienda ha attirato un grande interesse da parte di player internazionali di primo piano, con valutazioni di mercato significative. L’investimento di un partner con un forte track record come Azzurra Capital è un’ulteriore conferma dell’efficacia della strategia e del posizionamento di NEXTCHEM come player tecnologico di rilievo nella transizione energetica”.”Siamo molto orgogliosi di essere diventati un investitore strategico in NEXTCHEM, che si inserisce perfettamente nella nostra strategia di investimento in aziende imprenditoriali leader nel loro settore di attività, che hanno avuto risultati positivi per molti anni e che hanno un reale potenziale di ulteriore crescita – ha detto Stefano Marsaglia, fondatore e CEO di Azzurra Capital – Inoltre, abbiamo un rapporto di lunga data con Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire e imprenditore di grande successo con il quale siamo perfettamente allineati in termini di obiettivi, strategia e valori. Siamo convinti che Azzurra Capital possa portare un contributo significativo per incrementare ulteriormente la creazione di valore per tutti gli azionisti di NEXTCHEM, e ci impegneremo a fondo per farlo”. LEGGI TUTTO

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    Zest approva piano al 2029: investimenti per 15 milioni ed exit per 22,5 milioni di euro

    (Teleborsa) – Il CdA di Zest, società quotata su Euronext Milan e nata dalla fusione di Digital Magics e LVenture Group, ha approvato le nuove linee strategiche e il Piano Industriale 2025-2029.Linee strategicheIl Piano prevede investimenti tra nuove operazioni e follow-on, con l’obiettivo di massimizzare il valore del portafoglio e le exit, anche attraverso creazione di fondi dedicati e Joint-venture. Le linee guida strategiche prevedono un forte sviluppo delle attività di advisory e dei programmi di Open Innovation e formazione, nonché un’espansione verso i mercati internazionali con crescita di ricavi per l’intero gruppo.Contestualmente, il management ha avviato una profonda strategia di ottimizzazione della struttura interna attraverso la riorganizzazione funzionale e semplificazione dei processi con l’obiettivo di ridurre i costi e valorizzare gli asset.Risultati previsti al 2029Gli investimenti previsti tra il 2025 e il 2029 ammontano a 15 milioni di euro, mentre le exit ammontano a 22,5 milioni di euro, portando il valore del portafoglio ad una crescita del 49% pari a 82 milioni di euro nel 2029, al netto delle exit previste in arco di piano, dagli attuali 55 milioni di euro.Il fatturato stimato di gruppo è pari a 14,4 milioni di euro nel 2029, con una crescita del 58% e con un EBITDA positivo e pari a 0,7 milioni di euro, con un incremento di 3,2 milioni di euro nel periodo di piano, grazie alle azioni di efficientamento che consentiranno una riduzione dei costi di struttura per 1 milione per anno.I commenti dei vertici”Vogliamo continuare a contribuire – insieme ai nostri principali soci, Tamburi Investment Partners, Luiss e a tutto il team di Zest – all’accelerazione della trasformazione tecnologica del Paese grazie al binomio vincente e sinergico rappresentato dagli investimenti in startup innovative e dalla collaborazione con corporate e PMI per far crescere l’innovazione in chiave industriale – ha affermato Marco Gay, Presidente Esecutivo di Zest – Il mercato dell’innovazione offre enormi opportunità, a partire dall’Intelligenza Artificiale, dove il posizionamento di Zest nel proprio segmento è di primo livello, con oltre il 25% del portafoglio attivo su questa frontiera tecnologica e partnership industriali e strategiche, che ne accelereranno lo sviluppo. Con questo piano industriale Zest è pronta a cogliere queste opportunità, guidando il settore con ambizione e concretezza”.”Con l’approvazione del nuovo Piano Industriale 2025- 2029, poniamo le basi per una crescita strutturata e sostenibile consolidando il ruolo di leader di mercato di Zest – ha dichiarato Luigi Capello, Amministratore Delegato di Zest – La riorganizzazione interna e l’ottimizzazione dei processi portano Zest a un EBITDA sostanzialmente in pareggio nel 2025 e positivo negli esercizi successivi. I principali obiettivi strategici sono: avviare nuovi fondi e joint venture di investimento e massimizzare la valorizzazione del portafoglio di startup al fine di realizzare crescenti opportunità di exit. Ci poniamo un obiettivo chiaro: generare valore per azionisti e partner. Siamo pronti a capitalizzare le opportunità di mercato, con un piano ambizioso che punta nel periodo a una crescita del portafoglio del 49% e a un aumento del fatturato del 58%”. LEGGI TUTTO

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    Europa, emissioni green bond record nel 2024. In calo social e sustainability linked

    (Teleborsa) – L’emissione di obbligazioni e prestiti ESG ha totalizzato 689 miliardi di euro nel 2024 in Europa, con un aumento del 12,6% rispetto al 2023 (612 miliardi di euro), secondo i dati dell’Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME). Ciò è stato determinato principalmente dall’emissione di obbligazioni ESG (387 miliardi di euro), che tuttavia si è attestata al di sotto del record del 2021 di 406 miliardi di euro. Le obbligazioni e i prestiti ESG includono obbligazioni con etichetta ESG (basate sui proventi), sustainability-linked bond, transition bond, green loan e sustainability-linked loan.I sustainability linked e green Loan hanno generato 278 miliardi di euro di proventi nel 2024, segnando un aumento del 26% rispetto all’anno precedente. Anche le obbligazioni ESG hanno registrato una crescita annuale delle emissioni del 6%, accumulando 387 miliardi di euro di proventi nel 2024. Le obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione hanno accumulato 23 miliardi di euro nel 2024, registrando un calo del 17% rispetto al 2023.La crescita del 6% nell’emissione di obbligazioni ESG va di pari passo con una crescita più ampia dell’offerta di titoli a reddito fisso europei nel 2024, sottolinea AFME, poiché l’emissione totale di obbligazioni (ESG e non ESG) è cresciuta dell’8% nel 2024.Nel 2024, gli emittenti francesi hanno guidato l’origination totale di prestiti e obbligazioni con 126 miliardi di euro, seguiti dagli emittenti tedeschi con 119 miliardi di euro. In particolare, l’Italia è stata il maggiore contributore alle obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione, originando il 40,5% del totale.I green bondNel 2024, l’emissione di obbligazioni green ha raggiunto un massimo storico di 300 miliardi di euro di emissioni, segnando un aumento dell’8,3% anno su anno e continuando il trend di crescita osservato dal 2016.Nel 2024, l’emissione di obbligazioni sociali e di obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione ha continuato il suo trend discendente, totalizzando rispettivamente 54 miliardi di euro e 23 miliardi di euro. Ciò ha rappresentato un calo dell’1,8% e del 17,9% rispetto al 2023. L’emissione di obbligazioni sostenibili, al contrario, è rimasta costante a 33 miliardi di euro, il 20% in meno rispetto al picco raggiunto nel 2021 (41 miliardi di euro).Le entità sovraneLe entità sovrane e sovranazionali continuano a contribuire in modo significativo alla crescita dei mercati primari green e sostenibili.Nel 2024, il governo italiano ha emesso il più grande green bond singolo dell’anno. Questo green bond governativo è stato emesso a maggio, con scadenza nel 2037, e ha accumulato 9 miliardi di euro di proventi. L’Italia è stata seguita dalla Repubblica di Francia, che ha emesso 7,7 miliardi di euro in un nuovo OAT verde a gennaio, seguita dall’Unione Europea con 6,9 miliardi di euro. La Banca europea per gli investimenti è al quarto posto con 6 miliardi di euro in un’unica emissione verde.La Caisse d’Amortissement de la Dette Sociale (CADES) francese mantiene la sua posizione di leader di mercato per i social bond.Prestiti green e legati alla sostenibilitàNel 2024, i prestiti green e legati alla sostenibilità europei hanno generato proventi per 278 miliardi di euro, attestandosi a 58 miliardi di euro (o il 26%) in più rispetto all’emissione del 2023. La crescita delle emissioni è stata osservata principalmente nel primo e nel terzo trimestre, registrando un aumento del 65% e del 41% rispetto al 2023.Quota di obbligazioni ESGL’emissione di obbligazioni ESG ha rappresentato il 12,8% dell’emissione obbligazionaria europea totale nel 2024, tra cui il 9,9% di obbligazioni green, l’1,8% di obbligazioni sociali, l’1,1% di obbligazioni sostenibili e lo 0,1% di obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione. Ciò ha rappresentato una percentuale inferiore rispetto al 13,3% del 2023 e al 17,2% del 2022.L’emissione di prestiti legati alla sostenibilità e prestiti green ha rappresentato il 19,3% dell’origination totale di prestiti sindacati europei nel 2024, ben al di sotto del valore registrato nel 2021 (25,1%). LEGGI TUTTO

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    Mutui, Bce prepara il quinto taglio consecutivo: vicino il riequilibrio tra tasso fisso e variabile

    (Teleborsa) – Nella seconda riunione di politica monetaria dell’anno, in programma il prossimo 6 marzo, la Banca Centrale Europea sembra essere avviata a proseguire sulla strada dell’allentamento intrapresa nella seconda metà del 2024. Si attende dunque la decisione di un ulteriore taglio del costo del denaro, il quinto consecutivo e il sesto a partire da giugno 2024, che con ogni probabilità sarà di un quarto di punto. Secondo le previsioni degli analisti, questo dovrebbe essere il primo dei due tagli attesi entro giugno, a seguito dei quali Francoforte valuterà come agire nel secondo semestre dell’anno in base ai dati relativi alla crescita economica e all’inflazione. È quanto emerge da un’analisi di MutuiOnline.Oltre a questi due fattori, sarà poi fondamentale capire come si muoveranno la Federal Reserve negli Stati Uniti e la Bank of England nel Regno Unito, che nelle riunioni in programma rispettivamente il 19 e il 20 marzo sono entrambe avviate verso la decisione di lasciare inalterati i tassi d’interesse, almeno per il momento. Se da un lato l’indipendenza della Bce rispetto alle altre banche centrali – si legge nell’analisi – può giovare l’economia dell’Eurozona, divergenze in tema di politica monetaria potrebbero portare a un indebolimento dell’euro rispetto a dollaro e sterlina, aumentando il costo delle esportazioni e minando l’economia dei mercati europei. L’Euribor continua la discesa, vicino il riequilibrio con l’IRS Il taglio previsto nella riunione di giovedì prossimo – prosegue MutuiOnline – permetterà agli indici Euribor, ovvero i tassi di riferimento sui quali viene calcolato il TAN dei mutui a tasso variabile, di abbassarsi ulteriormente nelle prossime settimane, dopo che il cambio di rotta di Francoforte in tema di politica monetaria dello scorso anno ha portato a un calo di oltre 100 punti base negli ultimi 12 mesi. Attualmente, gli indici Euribor a 1 e 3 mesi si attestano entrambi al 2,46% (erano attorno al 3,87% a inizio febbraio 2024), valori che sono molto vicini a quelli dell’IRS a 20 anni – uno dei tassi di riferimento per i mutui a tasso fisso – che nelle rilevazioni del 28 febbraio è al 2,39%, mentre l’Euris a 30 anni si mantiene ancora più basso al 2,22%. Dando uno sguardo al prossimo futuro, secondo i forward l’Euribor potrebbe scendere a quota 2% nella seconda metà del 2025: il riequilibrio con l’IRS sembra essere dunque molto vicino.Il tasso fisso per ora rimane più conveniente, ma grazie ai tagli nella seconda metà del 2025 la situazione potrebbe cambiare a favore del variabileCon il quinto taglio consecutivo del costo del denaro, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni passerebbe dal valore attuale del 3,69% al 3,44%, con le migliori offerte che dal 3,18% scenderebbero sotto quota 3%, attestandosi al 2,93%. Se si considera un mutuo a 20 anni dell’importo di 150mila euro, in entrambi i casi per coloro che hanno scelto – o sceglieranno – questo tipo di finanziamento il risparmio sulla rata mensile potrà arrivare fino a 19 euro rispetto a oggi (da 884 euro a 865 euro per la rata media, da 845 euro a 826 euro per le migliori offerte), mentre sull’intera durata del mutuo la spesa totale sarà di oltre 4.500 euro in meno. Nonostante il taglio atteso, il tasso fisso rimarrà per il momento la soluzione più conveniente, con il TAN medio che a febbraio si attesta al 2,87%, mentre le migliori offerte scendono al 2,40%. Per lo stesso tipo di finanziamento considerato in precedenza ciò si traduce in una rata media di 822 euro, ovvero più leggera di 43 euro rispetto al variabile, e un risparmio su tutta la durata del mutuo di 10.350 euro, mentre per le migliori offerte il risparmio è di 39 euro al mese, con la rata che in questo caso si attesta sui 787 euro, e un risparmio totale di 9.380 euro.La convenienza del tasso fisso potrebbe durare ancora per pochi mesi nel caso di ulteriori tagli al costo del denaro. Se, come da previsioni, entro giugno la Bce deciderà per un’altra sforbiciata dello 0,25%, il TAN medio del variabile potrebbe scendere al 2,94%, molto vicino all’attuale tasso medio del fisso, mentre le migliori offerte potrebbero scendere a quota 2,68%. (Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    MEF, a febbraio fabbisogno di 18,7 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Nel mese di febbraio 2025 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 18.700 milioni di euro, a fronte di un febbraio 2024 che si era chiuso con un fabbisogno di 16.147 milioni di euro. Lo comunica il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). LEGGI TUTTO

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    Wall Street poco mossa, dubbi su stato di salute del settore manifatturiero

    (Teleborsa) – Dopo una partenza positiva, perde slancio Wall Street nella prima seduta di marzo. Gli investitori monitorano l’imminente scadenza del 4 marzo per l’imposizione di nuovi dazi, con potenziali tariffe del 25% su Canada e Messico e un ulteriore 10% sulla Cina.Sul fronte macroeconomico, il PMI manifatturiero di febbraio è stato rivisto al rialzo a 52,7 punti, mentre l’ISM manifatturiero di febbraio è sceso più delle attese a 50,3 punti. È diminuita leggermente più delle attese la spesa per costruzioni in USA a gennaio.Guardando ai principali indici, Wall Street riporta una variazione pari a -0,15% sul Dow Jones; sulla stessa linea, rimane ai nastri di partenza l’S&P-500 (New York), che si posiziona a 5.945 punti, in prossimità dei livelli precedenti. Senza direzione il Nasdaq 100 (-0,08%); in frazionale calo l’S&P 100 (-0,44%).In buona evidenza nell’S&P 500 i comparti sanitario (+0,73%) e beni di consumo per l’ufficio (+0,60%). Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori informatica (-1,12%) e energia (-0,49%).Al top tra i giganti di Wall Street, Intel (+3,46%), Honeywell International (+1,05%), Johnson & Johnson (+1,04%) e Amgen (+0,89%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Dow, che continua la seduta con -2,32%. Soffre Amazon, che evidenzia una perdita dell’1,64%. Si muove sotto la parità Caterpillar, evidenziando un decremento dell’1,05%. Contrazione moderata per United Health, che soffre un calo dello 0,96%.Tra i best performers del Nasdaq 100, Intel (+3,46%), Tesla Motors (+3,16%), AirBnb (+3,08%) e NXP Semiconductors (+2,83%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Nvidia, che continua la seduta con -4,56%. Preda dei venditori Constellation Energy, con un decremento del 3,33%. Si concentrano le vendite su Dollar Tree, che soffre un calo del 2,55%. Vendite su Walgreens Boots Alliance, che registra un ribasso del 2,34%. LEGGI TUTTO