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    USA, deficit commerciale gennaio sale a 131,4 miliardi

    (Teleborsa) – Aumenta il deficit commerciale americano. Nel mese di gennaio, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 131,4 miliardi di dollari, in salita rispetto al passivo di 98,1 miliardi di dollari di novembre (dato rivisto da -98,4 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, risulta anche peggiore alle stime degli analisti (-128,3 miliardi). Le esportazioni sono salite a 269,8 miliardi, mentre le importazioni sono aumentate a 401,2 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    Trasporto marittimo green: un mercato da miliardi di dollari che rischia di restare in porto

    (Teleborsa) – Il futuro del trasporto marittimo sostenibile si trova a un bivio: da un lato, un’opportunita` di mercato stimata di 10 miliardi di dollari entro il 2030, dall’altro, un settore che rallenta in attesa di regolamentazioni chiare. Mentre l’International Maritime Organization (IMO) si prepara a introdurre nuove linee guida nel 2027, gli esperti avvertono: chi attende potrebbe perdere terreno. Ma gli operatori del comparto sono disposti a pagare di piu` per un trasporto marittimo a emissioni ridotte? A questa domanda risponde l’ultima indagine “The $10 Billion Opportunity in Green Shipping” di Boston Consulting Group (BCG), secondo cui i proprietari di merci sono disposti a pagare (willingness to pay – WTP) un prezzo piu` alto per il trasporto ecologico, ma non come prima. Il 2024 ha visto una riduzione del sovrapprezzo che i cargo owner sono disposti a pagare. Sovrapprezzo che e` aumentato solo dello 0,5% contro la crescita annuale dell’1% registrata tra 2021 e 2023. “Lo shipping sostenibile rappresenta un’opportunita` da 10 miliardi di dollari per il settore: il nostro studio mostra come l’80% dei cargo owner sia disposto a pagare in media un 4,5% in piu` per il trasporto a emissioni ridotte. Tuttavia, stiamo assistendo a un rallentamento del comparto dovuto a tensioni geopolitiche, incertezza normativa e perplessita` su trasparenza, tracciabilita` e affidabilita` dei provider – afferma Gabriele Ferri, managing director e Partner di BCG –. Per cogliere a pieno l’opportunita`, gli operatori del trasporto marittimo devono agire rapidamente sviluppando competenze tecniche e commerciali sui carburanti alternativi, costruendo strategie competitive di approvvigionamento e gestione di questo tipo di carburanti, infine, commercializzando in modo efficace i prodotti green”. Nonostante i proprietari di navi cargo siano disposti a pagare un premio di prezzo per il trasporto marittimo sostenibile, le esitazioni rimangono forti per alcuni di loro. Per analizzare il loro approccio al tema, l’analisi ha segmentato gli operatori del comparto, dividendoli in tre categorie principali: Laggard (ritardatari), scettici, poco inclini a investire nella transizione verde senza un obbligo normativo. Piu` del 60% di loro non ha impegni di riduzione delle emissioni sullo Scope 3 e solo un’azienda su nove ha stanziato budget per affrontare il problema; Follower (seguaci), pronti ad adattarsi, ma solo con regole chiare e incentivi economici. Circa il 76% di questo gruppo ha impegni sullo Scope 3, ma solo il 60% ha previsto investimenti coerenti, Frontrunner (pionieri), aziende che vedono nello shipping sostenibile un vantaggio competitivo e sono disposte a investire subito. Oltre il 90% di loro ha impegni sullo Scope 3 e il 75% ha stanziato budget adeguati alla transizione. I frontrunner, in particolare, hanno aumentato la loro WTP di 4 punti percentuali nel 2024, consolidando il valore del segmento e accaparrandosi le migliori opportunita` di mercato. L’Europa guida la transizione, ma non basta – Il cuore dell’interesse per lo shipping sostenibile si trova in Europa, dove le normative piu` stringenti e una maggiore consapevolezza ambientale trainano la domanda. Le grandi aziende con ricavi superiori ai 500 milioni di dollari guidano la transizione, soprattutto nei settori come moda, beauty, food & beverage e healthcare, che sono i piu` attivi sul tema. Nonostante il grande interesse di molti comparti, la crescita globale dello shipping – rileva l’analisi – va a rilento soprattutto per i colli di bottiglia in tema di trasparenza, tracciabilita` dei combustibili sostenibili, nonche´ di frammentazione normativa. Inoltre, il 20% dei frontrunner non utilizza ancora soluzioni di trasporto a emissioni ridotte e ancora due su tre affermano di non aver mai ricevuto offerte concrete dai propri fornitori di servizi marittimi. Un’opportunita` ancora non sfruttata per le compagnie, che si affacciano su un 2025 cruciale per il settore: l’IMO e` chiamata a delineare le misure di medio termine per la decarbonizzazione dello shipping. Tra le proposte in discussione ci sono gli standard progressivi per la riduzione dell’intensita` delle emissioni di gas serra dei combustibili marini e i meccanismi di pricing per la CO2, sull’esempio del sistema ETS dell’Unione Europea. Le mosse strategiche per cogliere l’opportunita` green – BCG suggerisce tre azioni chiave per i vettori marittimi che vogliono cogliere le opportunita` aperte oggi, prima che le normative ridisegnino gli standard del trasporto marittimo: costruire competenze tecniche e commerciali sui carburanti alternativi, adattandosi rapidamente alle evoluzioni tecnologiche e normative; sviluppare una strategia competitiva di approvvigionamento di carburanti verdi, per garantire accesso alle risorse necessarie e mantenere la sostenibilita` economica. Oggi, il costo dei combustibili alternativi e` ancora il principale freno all’adozione su larga scala; commercializzare i prodotti green con maggiore chiarezza e trasparenza, fornendo informazioni dettagliate su benefici e condizioni economiche per assicurare trasparenza e conquistare la fiducia degli operatori. Il 65% dei laggard e dei follower indica proprio la mancanza di chiarezza nei prezzi tra le principali barriere alla scelta del trasporto sostenibile. L’assenza di un’offerta chiara e strutturata si rivela un problema anche per i pionieri dello shipping verde: il 20% di loro non utilizza ancora servizi a emissioni ridotte, principalmente perche´ i provider non hanno mai proposto loro soluzioni concrete. “L’armonizzazione tra le politiche globali e i regolamenti regionali – conclude il report – sara` decisiva per sbloccare il potenziale di crescita dello shipping sostenibile. Tuttavia, il messaggio che emerge dallo studio e` chiaro: il momento di agire e` adesso”. LEGGI TUTTO

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    IGD, utile netto ricorrente 2024 scende a 35,6 milioni. Torna il dividendo con 0,10 euro

    (Teleborsa) – IGD SIIQ, uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare retail e società quotata su Euronext STAR Milan, ha chiuso il 2024 il Net rental income è pari a 113,7 milioni di euro, in decremento del -4,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per effetto della cessione del portafoglio di asset completata ad aprile 2024; a perimetro omogeneo il dato risulta in incremento del +4,6%. L’Ebitda della gestione caratteristica è pari a 102,0 milioni di euro e registra una variazione a perimetro omogeneo pari al +4,1% rispetto al dato di fine 2023, con un margine pari al 71,3%. La gestione finanziaria complessiva è pari a -67,1 milioni di euro (+38,0%); il dato, depurato da partite contabili relative a IFRS 16 e oneri non ricorrenti, è pari a -55,9 milioni di euro, in peggioramento del 30,8% rispetto al 31 dicembre 2023. Tale incremento è dovuto all’impatto negativo del bond e degli altri strumenti di finanziamento ottenuti nel 2023.L’Utile netto ricorrente (FFO) è pari a 35,6 milioni di euro, in decremento del -35,7% rispetto al 2023, per effetto dei maggiori oneri finanziari e della cessione perfezionata ad aprile. Tale risultato è superiore alla guidance comunicata al mercato in data 27 febbraio 2024 (+4,8%), che prevedeva un FFO a fine anno pari a circa 34 milioni di euro. Il Gruppo chiude l’anno con una perdita netta contabile pari a -30,1 milioni di euro, in forte rispetto a dicembre 2023 (-81,7 milioni di euro).”I dati del 2024 riflettono il nuovo approccio e mostrano un Net Rental Income in crescita e un FFO superiore alla guidance dichiarata al mercato lo scorso anno, mentre il valore del portafoglio core si è mantenuto in linea con il 2023 – ha commentato l’AD Roberto Zoia – A febbraio 2025, inoltre, a un mese dall’entrata in vigore del Piano Industriale 2025-2027, abbiamo conseguito due importanti risultati: ristrutturazione delle scadenze del debito e cessione del primo asset del portafoglio rumeno. Inoltre, grazie al finanziamento ottenuto abbiamo potuto rimborsare integralmente i prestiti obbligazionari in essere, fatto che ci consente di affermare con orgoglio che IGD tornerà a distribuire un dividendo ai suoi azionisti. Facendo ricorso alle riserve liberatesi con la cessione di asset finalizzata nel 2024 proporremo all’Assemblea un dividendo pari a 0,10 euro per azione. Non intendiamo, però, sederci sugli allori e continueremo a lavorare per ridurre ulteriormente il costo del debito, valutando attentamente le migliori opportunità che si presenteranno”.IGD stima risultati operativi in crescita anche nel 2025, nonché un miglioramento della gestione finanziaria in virtù dell’operazione di rifinanziamento conclusa a febbraio 2025. Per tali ragioni, e sulla base dell’attuale scenario macroeconomico e operativo, l’Utile netto ricorrente (FFO) 2025 è atteso a circa 38 milioni di euro, in crescita del +6,7% rispetto al dato di fine 2024. LEGGI TUTTO

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    Farmacosmo, Integrae SIM subentra a MIT SIM come Specialist

    (Teleborsa) – Farmacosmo, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore Health, Pharma & Beauty, ha comunicato di aver conferito l’incarico di Specialist a Integrae SIM, che subentrerà nel suddetto ruolo a MIT SIM, con decorrenza dal 11 marzo 2025. MIT SIM proseguirà nell’incarico di Specialist fino al 10 marzo 2025. LEGGI TUTTO

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    Tinexta, utile in calo nel 2024. Dividendo di 0,30 euro

    (Teleborsa) – Tinexta, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nei servizi Digital Trust, Cybersecurity e Innovation & Marketing, ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 455 milioni di euro (+15%), mentre l’EBITDA Adjusted si è attestato a 110,8 milioni di euro (+7,7%) e l’Utile Netto delle continuing operations a 24,9 milioni di euro (-26,5%). Indebitamento Finanziario Netto a 321,8 milioni (vs 102,0 milioni al 31 dicembre 2023) con un rapporto di indebitamento (PFN/EBITDA Adj.) pari a 2,79x (pro forma).”Il 2024 è stato per Tinexta un ulteriore anno di crescita attraverso il completamento dell’acquisizione di Defence Tech e l’acquisizione della francese ABF, proseguendo l’ampliamento dimensionale del Gruppo – ha detto l’AD Pier Andrea Chevallard – Complessivamente l’anno si chiude con ricavi ed EBITDA in crescita rispetto all’esercizio precedente. Molto positiva la performance della BU Digital Trust, mentre il quadro normativo in Italia, con particolare riferimento a Industria 5.0, e quello politico in Francia hanno limitato la performance della BU Business Innovation. La BU Cyber ha completato l’integrazione delle sue attività, con l’obiettivo di rafforzare il proprio posizionamento come polo di competenze nel mercato domestico. L’outlook 2025 è focalizzato sul continuo potenziamento dell’offerta in tutti gli ambiti di attività, su un ulteriore crescita dei ricavi nonchè sul miglioramento della leva operativa”.Il gruppo prevede per il 2025 che i ricavi consolidati, che includono Defence Tech e Lenovys per 12 mesi, crescano tra l’11% ed il 13% rispetto al 2024 (7-9% su base organica), con un EBITDA Adjusted in crescita tra il 15% ed il 17% (10-12% su base organica). Il rapporto di indebitamento (PFN/EBITDA Adjusted) è atteso attestarsi a fine 2025 tra 2,2x e 2,4x dopo aver distribuito i dividendi proposti in data odierna dal Consiglio di Amministrazione, nonché beneficiando della sopracitata crescita dell’EBITDA Adjusted, di investimenti operativi significativamente inferiori al picco registrato nel 2024 e imposte versate in contrazione.Il consiglio di amministrazione ha approvato la proposta di distribuire un dividendo pari a 0,30 euro per ognuna delle azioni in circolazione, escluse quindi le azioni proprie, pari a complessivi 13,8 milioni di euro sulla base delle azioni in circolazione alla data del presente consiglio di amministrazione con un incremento del payout ratio pari ora al 55%. LEGGI TUTTO

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    TXT e-solutions prosegue il buyback e acquista azioni per oltre 168 mila euro

    (Teleborsa) – TXT e-solutions ha comunicato che, dal 19 al 28 febbraio 2025, ha acquistato 4.341 azioni proprie per un controvalore pari a 168.591,15 euro, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie.Al 28 febbraio, la società attiva nella fornitura di prodotti software e soluzioni strategiche detiene 191.619 azioni proprie, pari all’1,4733% del capitale sociale.Intanto, a Piazza Affari, appiattita la performance di TXT e-solutions con i prezzi allineati a 39,4 euro. LEGGI TUTTO

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    BCE taglia i tassi di 25 punti base e alza stima inflazione 2025 per prezzi energia

    (Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, come atteso dagli analisti. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.Francoforte afferma che “il processo disinflazionistico è ben avviato” e che “l’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. “La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”, viene sottolineato. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione.”La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera – si legge nello statement – Al tempo stesso, l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto. “L’economia fronteggia perduranti difficoltà” e gli esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 “riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale”. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo.”Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza”, la BCE definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.I portafogli del PAA e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. LEGGI TUTTO

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    A2A inaugura il depuratore di Calvisano: pilastro di un maxi-piano da 81 milioni per l’acqua

    (Teleborsa) – Il nuovo depuratore è già operativo. Entro l’anno sarà avviato l’esercizio dell’acquedotto e, successivamente, sarà completata l’intera rete fognaria. Per Calvisano, comune bresciano di 8mila abitanti finora privo di queste infrastrutture, si tratta di un cambiamento storico, reso possibile dall’impegno congiunto dell’amministrazione comunale e di A2A, che ha avviato un piano per la cura dell’acqua del valore di oltre 81 milioni di euro. L’impianto è stato inaugurato oggi alla presenza dell’ad di A2A Renato Mazzoncini, del sindaco Angelo Formentini, del presidente della Provincia di Brescia Emanuele Moraschini, dell’ad di A2A Ciclo Idrico Tullio Montagnoli e dei vertici dell’Ufficio d’Ambito di Brescia, il presidente Paolo Bonardi e il direttore Marco Zemello.Le criticità nell’articolazione delle reti fognarie e dei sistemi di depurazione che caratterizzano il nostro Paese – spiega A2A in una nota – hanno determinato per l’Italia negli ultimi 20 anni l’attivazione di 4 procedure di infrazione per mancata conformità al diritto dell’Unione Europea. Il depuratore di Calvisano pone le basi per superare il procedimento avviato nel 2014 e garantire il rispetto delle normative comunitarie sul trattamento delle acque reflue, consentendo di evitare sanzioni da parte dell’UE. Questa nuova infrastruttura ha richiesto un investimento di 6,5 milioni di euro, di cui 6 finanziati dal PNRR. Il Piano per il Comune bresciano prevede inoltre 21,5 milioni di euro per la realizzazione dell’acquedotto e altri 53,6 milioni per la rete fognaria. Ad oggi, sono stati già impiegati 57,5 milioni di euro.”L’Italia investe ancora troppo poco nel ciclo idrico. Nel 2023 la spesa media è stata di 65 euro ad abitante, ben al di sotto degli 82 euro europei – ha spiegato Mazzoncini –. Nello stesso anno A2A ha investito 130 euro ad abitante, a dimostrazione di quanto la gestione dell’acqua e l’efficienza delle infrastrutture siano per noi una priorità. Lavoriamo per ridurre le perdite idriche, che a livello nazionale registrano un tasso di dispersione media del 42%, e puntiamo su impianti di depurazione avanzati. Oggi i depuratori non sono solo sistemi di trattamento, ma strumenti di economia circolare: trasformano i reflui in acqua riutilizzabile, ad esempio in agricoltura, e i fanghi in energia e calore. Negli ultimi anni abbiamo investito 120 milioni di euro per superare le infrazioni europee e, nel nostro Piano Industriale al 2035, prevediamo 500 milioni di investimenti nel ciclo idrico per il territorio bresciano, di cui 80 milioni per risolvere le restanti procedure. Calvisano è un esempio concreto di ciò che possiamo realizzare in sinergia con le amministrazioni locali”.”Con questo intervento il Comune di Calvisano si avvia ad uscire dall’elenco dei Comuni italiani privi di depurazione dei reflui fognari ma in Italia ci sono ancora 1,3 milioni di cittadini non serviti dalla depurazione e per il 30% della popolazione italiana la depurazione delle acque reflue non è adeguata – ha aggiunto Montagnoli –. Negli ultimi anni abbiamo realizzato sul territorio bresciano 8 depuratori e per 3 sono in corso lavori, senza contare le centinaia di chilometri di collettori e reti fognarie. Progetti resi possibili grazie alle tecnologie innovative impiegate e al know how dei nostri tecnici, sostenuti da un Gruppo che ritiene prioritario impiegare le risorse a beneficio delle comunità in cui opera. Con i nuovi impianti in corso o in fase di progettazione, puntiamo a superare tutte le procedure di infrazione nei Comuni che gestiamo entro il 2028″. LEGGI TUTTO