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    Il Sole 24 ORE, Giornalisti Associati ha una partecipazione del 5%

    (Teleborsa) – Giornalisti Associati Srl, società editoriale che edita Monitorimmobiliare.it, ha una partecipazione pari al 5,003% ne Il Sole 24 ORE, gruppo editoriale quotato su Euronext Milan.È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 27 febbraio 2025. LEGGI TUTTO

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    Forvia, S&P declassa il rating a “BB-” per lento deleveraging

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha declassato il rating di Forvia, il produttore europeo di componenti per auto nato dall’acquisizione da parte di Faurecia della rivale tedesca Hella, da “BB” a “BB-“. L’outlook è stabile.Il margine EBITDA rettificato da S&P Global Ratings di Forvia è sceso al 7,3% nel 2024 dal 7,9% nel 2023 a causa del calo della produzione automobilistica in Europa e Nord America, nonché dell’aumento dei costi di ristrutturazione e una tantum. Di conseguenza, il funds from operations (FFO)-to-debt ratio ha raggiunto il 12,0% nel 2024, rimanendo sostanzialmente al di sotto della soglia di downside del 15% per il terzo anno consecutivo dopo l’acquisizione di Hella nel 2022.L’agenzia di rating prevede che la crescita moderata della produzione automobilistica globale, i costi di ristrutturazione ancora elevati e le cessioni di attività più lente del previsto probabilmente limiteranno una rapida ripresa della redditività e del deleveraging nel 2025. LEGGI TUTTO

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    Suez conferma di non avere intenzione di cedere la quota in Acea

    (Teleborsa) – Suez, gruppo francese attivo nella gestione delle acque e dei rifiuti, “conferma di non avere intenzione di cedere la sua quota” in Acea, multi-utility romana quotata su Euronext Milan. Lo si legge in una breve nota che fa riferimento al fatto che “circolano voci sul ritiro di Suez da Acea”.Oggi MF ha scritto che Suez starebbe valutando una riorganizzazione delle attività internazionali, che potrebbe includere la valorizzazione degli asset italiani, tra cui la partecipazione del 23,3% nella multiutility romana. La quota, prima del calo odierno in scia alle indiscrezioni, valeva circa 850 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Franco Stevanato: impatto dazi sarà mitigato, vogliamo essere autonomi in ogni regione

    (Teleborsa) – Dopo un 2024 in cui è stato costretto a ridurre più volta la guidance, Stevanato Group ha motivi per essere ottimista. Il gruppo italiano, quotato a Wall Street e attivo nella produzione di soluzioni per il contenimento e la somministrazione di farmaci, ha più visibilità sul ritorno a una crescita dei ricavi a doppia cifra e a un margine EBITDA del 30%, grazie alla fine del destocking da parte dei clienti e al proprio aumento di capacità.”Siamo ottimisti sul fatto che il 2025 darà dei segnali positivi, perché uno dei venti contrari nel 2024 è stato il fenomeno delle case farmaceutiche che hanno ordinato meno flaconi dopo aver accumulato molto stock durante il Covid, mentre ora vediamo una normalizzazione; il secondo aspetto è la costruzione di due grosse fabbriche a Latina in Italia e a Fishers negli Stati Uniti, per cui abbiamo investito circa 1 miliardo di euro e che ogni anno aggiungono capacità – saranno a regime nel 2028 – e ci aiutano a generare più fatturato e più margine”, dice a Teleborsa Franco Stevanato, amministratore delegato e presidente della società.Stevanato non è spaventato dall’incertezza che sta causando la nuova amministrazione statunitense, con annunci erratici sui dazi. “Abbiamo 18 stabilimenti in 9 paesi diversi, quindi l’impatto sarà molto mitigato – spiega l’AD – Stiamo capendo con i nostri clienti come gestire le produzioni. Per esempio, un nostro grande cliente può comprare dallo stabilimento di italiano, da quello slovacco, da quello cinese, da quello messicano, da quello americano; insomma stiamo monitorando cosa succede per rivedere e distribuire la supply chain assieme ai clienti”. “Ci saranno probabilmente degli impatti, ma saranno minori – precisa Stevanato – Abbiamo dei contratti che regolano molto bene cosa succede se ci sono delle deviazioni in termini di materia prima, energia, costi di trasporto, però rivedremo insieme al cliente la supply chian”.Nessun ripensamento sulle opportunità offerte dagli Stati Uniti, visto anche l’imponente investimento per la fabbrica in Indiana. “Lo stabilimento che abbiamo avviato a Fishers nel 2021 è un investimento da più di 500 milioni di euro, che continua a crescere ed è nato proprio per servire meglio i nostri clienti americani. L’obiettivo di Stevanato è essere completamente autonomo in ogni regione per ogni tipo di prodotto e lo stabilimento a Fishers va esattamente in questa direzione. Da quando ci siamo quotati a New York, e abbiamo fatto questo grosso investimento con i provenienti dalla quotazione, abbiamo avuto una reazione dei nostri clienti molto positiva, ovvero ci hanno assegnato contratti più grossi”.Nessuno interesse per l’M&A al momento, con il focus che è tutto sul portare a regime i nuovi stabilimenti, così come non sono in vista altri collocamenti di azioni per raccogliere capitale. “Ci siamo quotati con una logica di lungo periodo – sottolinea l’AD – Abbiamo quotato un 12% come prima tranche, lo scorso anno abbiamo immesso sul mercato un altro 4%, adesso abbiamo sufficiente liquidità – tra quella che abbiamo raccolto e la leva con le banche – e abbiamo ben pianificato i prossimi 18 mesi. Se nei prossimi anni ci saranno eventi significativi o bisognerà fare altri grandi investimenti, la famiglia è predisposta a vendere altre quote, sapendo però che l’obiettivo della famiglia è rimanere l’anchor shareholder nei prossimi decenni”.Nessun deterioramento nel rapporto con gli investitori è arrivato dalle diverse revisioni al ribasso della guidance – “il 2024 è stato un fenomeno comune a tutto il comparto e tutti i peers hanno rivisto le stime per il problema del destocking”, dice l’AD – ma anzi l’avventura a Wall Street sta migliorando l’approccio di tutto il gruppo al raggiungimento delle performance: “Abbiamo un portafoglio di investitori, quelli che chiamiamo long-only growth, molto dedicati e il rapporto è davvero buono. Hanno cominciato a conoscerci, piace il nostro modello di business, ma soprattutto piace lo spazio in cui operiamo. Lato nostro, stiamo imparando molto, perchè il confronto con i competitor, con i clienti e col mercato finanziario aiuta a dare sempre il massimo”. “Gli investitori hanno monitorato e compreso quello che è successo lo scorso anno, ovvero un fenomeno di tutto il mercato, e adesso sta a noi nel corso del 2025 portare a casa bene le trimestrali e tornare ad essere attraenti”, conclude l’AD. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso gennaio +0,8% m/m, vendite -1,3% m/m

    (Teleborsa) – Sono aumentate più delle attese le scorte di magazzino negli StatiUniti. Nel mese di gennaio 2025, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un incremento dello 0,8% a 906,2 miliardi di dollari, contro il +0,7% atteso, rispetto al +0,7% del mese precedente. Su base annua si registra un aumento dell’1,2%. Nello stesso periodo le vendite sono scese dell’1,3% su base mensile a 680 miliardi di dollari dopo il +1,4% registrato a dicembre. Su anno si è registrato un aumento dello 3,5%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,33 contro l’1,36 di un anno prima.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Apertura cauta per Wall Street, regna l’incertezza

    (Teleborsa) – Prevale la cautela a Wall Street, con il Dow Jones che continua la seduta con un leggero calo dello 0,28%; sulla stessa linea, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 5.804 punti.In ribasso il Nasdaq 100 (-1,01%); come pure, in lieve ribasso l’S&P 100 (-0,67%).Scivolano sul listino americano S&P 500 tutti i settori. Tra i peggiori della lista dell’S&P 500, in maggior calo i comparti utilities (-1,42%), beni di consumo secondari (-1,31%) e finanziario (-0,89%).La decisione dell’amministrazione Trump di concedere un’esenzione al settore auto sui dazi per l’importazione da Messico e Canada ha da un lato suggerito la possibilità che si possano aprire nuovi negoziati per altri beni, dall’altro ha però aumentato l’incertezza per le imprese americane che cercano di pianificare il loro futuro.Sul fronte macroeconomico, sono stati pubblicati i dati sulle nuove domande per i sussidi di disoccupazione, in calo più del previsto la scorsa settimana (-21.000 unità rispetto alla settimana precedente) a 221.000.Intanto il presidente della Federal Reserve di Philadelphia, Patrick Harker, ha avvertito che che potrebbero profilarsi problemi per l’economia statunitense nonostante la buona forma di cui sta godendo in questo periodo. Secondo Harker ci sono infatti i primi segnali di stress nel settore dei consumi e sono presenti rischi per le prospettive di inflazione. LEGGI TUTTO

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    BCE, Lagarde: saremo più che mai dipendenti dai dati, c’è incertezza ovunque

    (Teleborsa) – “Abbiamo cambiato le parole del nostro statement e non è un piccolo cambiamento, ma ha un significato. Prima avevano detto che avremmo mantenuto la politica restrittiva finché necessario, cioè era uno valutazione statica. Ora sta diventano meno restrittiva, con un approccio più evolutivo. Abbiamo preso in considerazione il percorso fatto e quindi abbiamo detto che la politica monetaria sta diventando sensibilmente meno restrittiva”. Lo ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), nella conferenza stampa che ha seguito la riunione del Consiglio direttivo, in cui i tassi sono stati tagliati di 25 punti base. Si tratta del sesto abbassamento del costo del denaro in nove mesi.La numero della BCE ha detto che il Consiglio direttivo non ha preso in considerazione esattamente tutti gli annunci delle ultime ore, ma ha discusso degli annunci dell’Unione europea e della Germania sull’aumento della spesa per difesa e infrastrutture. “Non abbiamo definito l’impatto sull’economia perchè ci sono tante cosa che non sappiamo, come la timeline o il tipo di finanziamento, anche perchè sono scelte politiche. Ma una cosa che è stata chiara al Consiglio è che queste misure “supportano in generale la crescita europea e saranno un boost della crescita”. “Siamo quindi molto attenti agli ulteriori sviluppi che arrivano da Bruxelles e Berlino per considerare gli impatti sull’economia”, ha aggiunto.Rispetto al fatto che i rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso, Lagarde ha detto che “un’escalation delle tensioni commerciali abbasserebbe la crescita dell’area euro, frenando le esportazioni e indebolendo l’economia globale. L’incertezza in corso sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare verso il basso gli investimenti”. Allo stesso tempo, “la crescita potrebbe essere più elevata se condizioni di finanziamento più facili e un’inflazione in calo consentissero ai consumi e agli investimenti interni di riprendersi più rapidamente. Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anche contribuire alla crescita”.Per quanto riguarda i prezzi, “un’escalation generale delle tensioni commerciali potrebbe vedere l’euro deprezzarsi e i costi delle importazioni aumentare, il che eserciterebbe una pressione al rialzo sull’inflazione. Allo stesso tempo, una minore domanda di esportazioni dell’area euro a seguito di tariffe più elevate e un reindirizzamento delle esportazioni nell’area euro da paesi con sovracapacità eserciterebbe una pressione al ribasso sull’inflazione”. “Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anche aumentare l’inflazione attraverso il suo effetto sulla domanda aggregata – ha aggiunto – Ma l’inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se la politica monetaria frenasse la domanda più del previsto”. Lagarde ha sostenuto che la volatilità dei prezzi dell’energia farà sì che l’obiettivo del 2% sarà raggiunto solo all’inizio del 2026, più tardi di quanto previsto in precedenza.”Ci saranno governatori che prenderanno una posizione” sulla velocità della politica monetaria, “ma sarà la loro posizione, in quanto come Consiglio non siamo impegnati su un particolare percorso dei tassi e siamo dipendenti dai dati”. Lagarde ha puntualizzato che la decisione è stata preso per consensus e nessuno si è opposto alla decisione odierna, mentre il governatore austriaco Robert Holzmann si è astenuto. “Non ci siamo impegnando in alcun percorso, siamo più dipendenti dai dati di quanto siamo mai stati e decideremo riunione per riunione – ha ribadito – Qualcuno lo riterrà frustrante, ma nelle condizione in cui siamo non sarebbe responsabile fare altro, perchè da un giorno all’altra le cose cambiano sensibilmente”. Lagarde ha detto che c’è stato un dibattito su come qualificare l’incertezza, se è enorme o fenomenale, lei ha specificato: “Basta dire che è dappertutto”. “Dovremmo essere agili per rispondere ai dati – ha spiegato Lagarde – Se i dati indicheranno che serve un taglio, allora lo faremo, se la decisione più appropriata sarà una pausa, allora ci prenderemo una pausa”.A una domanda su quanto sta accadendo sul mercato obbligazionario, ha risposto: “Guardiamo a tutti gli sviluppi del mercato e siamo molto attenti. Chiaramente c’è stata una grande reazione nelle ultime 24 ore, ma non cambieremo la posizione di politica monetaria in base alla reazione del mercato nelle ultime 24 ore. Se guardi agli spread, c’è stata poca variazione, nonostante i significativi movimenti dei tassi”. LEGGI TUTTO

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    USA, costo unitario del lavoro 4° trimestre +2,2%, produttività +1,5%

    (Teleborsa) – Nel 4° trimestre del 2024 la produttività del settore non agricolo in USA è salita dell’1,5%, rispetto al +2,2% del trimestre precedente, più di quanto stimato dagli analisti che prevedevano una crescita dell’1,2%. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, il costo per unità di lavoro (escluso il settore agricolo) è aumentato del 2,2%, dopo il +0,8% del terzo trimestre e rispetto al +3% del consensus.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO