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    Next Re torna in utile nel 2024. Dividendo di 0,06 euro e nuovo piano

    (Teleborsa) – Next Re SIIQ, società immobiliare quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2024 con un utile consolidato pari a 1,61 milioni di euro (rispetto alla perdita pari a 9,44 milioni al 31 dicembre 2023), che riflette la variazione del fair value degli asset in portafoglio negativa per complessivi -10,65 milioni e il risultato netto della gestione finanziaria pari a 10,30 milioni (a seguito della rilevazione del provento, per un importo pari a 11,53 milioni, connesso allo stralcio del finanziamento sottoscritto a gennaio 2021 con CPI Property Group).L’EBITDA consolidato per l’esercizio 2024 è pari a 2,06 milioni di euro, rispetto a quello negativo e pari a -0,64 milioni al 31 dicembre 2023. Il totale indebitamento finanziario consolidato è pari a 1,35 milioni di euro, rispetto a 57,08 milioni al 31 dicembre 2023.Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre la distribuzione di un dividendo ordinario di 0,06 euro (al lordo delle eventuali ritenute di legge) per ciascuna azione ordinaria in circolazione. La proposta di distribuzione del dividendo da parte del Consiglio di Amministrazione prevede che lo stacco della cedola numero 4 avverrà il 5 maggio 2025, con record date il 6 maggio 2025 e pagamento il 7 maggio 2025.Il CdA ha inoltre approvato il Piano Industriale 2025-2029 che prevede una significativa crescita dimensionale del portafoglio immobiliare – valutata maggiormente sostenibile rispetto a quanto previsto dal precedente piano industriale 2024-2028 – da realizzarsi mediante aumenti di capitale in natura che, unitamente al significativo taglio dell’indebitamento finanziario realizzato a fine 2024, consentirà ragionevolmente a Next Re di presentarsi al termine del periodo di Piano con economics, condizioni dimensionali e di profittabilità tali da renderla uno strumento in grado di generare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders. LEGGI TUTTO

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    Cereali, Anacer: nel 2024 cresce import in termini di quantità (+11,9%) ma cala il valore (-6,9%)

    (Teleborsa) – Sono aumentate nelle quantità nell’intero 2024 in Italia le importazioni nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche, arrivate a quota 2.735.000 tonnellate (+11,9%), mentre sono diminuite nei valori di 652,6 milioni di euro (-6,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i dati elaborati da Anacer sulla base delle rilevazioni Istat. Le importazioni in Italia di cereali in granella aumentano complessivamente di 1,87 milioni di tonnellate (+12%) con un controvalore in diminuzione di 504,7 milioni di euro (-10% rispetto al 2023): l’incremento è dovuto soprattutto al granotenero (+1,19 mil/t, pari a +22%) ed al mais (+905.000 t, pari a +14%), quest’ultimo registra valori in calo di 172 milioni di euro (-9,4%). Tra gli altri cereali in granella risulta aumentare l’import di orzo (+23.700 t nelle quantità e -44,0 milioni di euro nei valori), di avena (+17.500 t) e di sorgo (+66.000 t), mentre per il grano duro l’anno si chiude con arrivi dall’estero in diminuzione del 10,6% (-332.000 tonnellate) ed un controvalore pure in calo del 25% (-315,8 milioni di euro). Le importazioni di riso aumentano di 14.000 t (+4,7% considerando nel complesso risone, riso semigreggio, lavorato e rotture). Tra gli altri prodotti presi in esame, destinati prevalentemente all’alimentazione animale, si mette in evidenza l’incremento dell’import dei prodotti trasformati/sostitutivi (+218.000 t, pari a +18%), dei mangimi a base cereali (+60.000 t, pari a +15%) e la riduzione della crusca (-33.000 t, pari a -33%). LEGGI TUTTO

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    OPA Piovan, adesioni al 12/03/2025

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa sulle azioni ordinarie di Piovan, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nello sviluppo e produzione di sistemi di automazione dei processi produttivi per lo stoccaggio, risulta che oggi 12 marzo 2025 sono state presentate 366.708 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 1.056.109, pari allo 0,83% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 3 marzo 2025 e terminerà il 21 marzo 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Piovan acquistate sul mercato nei giorni 20 e 21 marzo 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    REVO Insurance, utile adjusted 2024 sale a 23 milioni di euro. Alza il dividendo

    (Teleborsa) – REVO Insurance, società assicurativa quotata su Euronext STAR Milan e attiva nei rami danni con particolare riguardo ai rischi speciali e ai rischi parametrici, ha chiuso il 2024 con premi lordi contabilizzati pari a 308,8 milioni di euro, in aumento del 42,8% rispetto all’esercizio precedente (pari a 216,2 milioni di euro). La società segnala una ulteriore crescita profittevole del ramo Cauzioni (30,8% del totale premi, con una progressione del +11,6%) e contestuale maggiore esposizione verso tutte le altre linee di business (+63,1% rispetto al 2023).L’utile netto consolidato è pari a 18,6 milioni di euro (in aumento del 75,8%) e l’utile netto adjusted è pari a 22,6 milioni di euro (+52,9%). Solidità patrimoniale confermata a livelli di eccellenza, con un Solvency II ratio di Gruppo al 236,7%, calcolato tramite l’utilizzo dei parametri specifici USP.”Il 2024 ha rappresentato un punto di svolta: abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi prefissati e, con un anno di anticipo, i target di raccolta premi previsti per il 2025, registrando una crescita eccezionale nei principali indicatori di performance, nel pieno rispetto della solidità patrimoniale – ha commentato l’AD Alberto Minali – Questo risultato conferma la bontà del nostro progetto e il valore della squadra manageriale”. “Al tempo stesso, rafforza il nostro impegno nell’innovazione con l’implementazione – già dallo scorso anno – delle prime iniziative in ambito Intelligenza Artificiale, pilastro strategico per lo sviluppo futuro della Compagnia – ha agggiunto – Gli investimenti in tecnologia, a supporto del capitale umano, proseguiranno in modo mirato ed efficiente, garantendo equilibrio tra innovazione e profittabilità tecnica, con l’obiettivo di generare valore in modo sostenibile per i nostri stakeholder”.Alla prossima Assemblea degli Azionisti verrà proposto un dividendo pari a 0,22 euro per azione, con un dividend yield pari all’1,8% rispetto al prezzo di chiusura del titolo REVO al 31 dicembre 2024. Il dividendo sarà pagabile a partire dal 21 maggio 2025 e le azioni saranno negoziate prive del diritto al dividendo a partire dal 19 maggio 2025, con data di legittimazione al 20 maggio 2025. LEGGI TUTTO

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    Cy4Gate riduce la perdita a 5,6 milioni di euro nel 2024. Nuovo CFO

    (Teleborsa) – Cy4Gate, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel mercato cyber intelligence e security, ha chiuso il 2024 con un valore della produzione pari a 75,1 milioni di euro, con un incremento del 10% circa rispetto al 31 dicembre 2023. I ricavi sono pari a 72,4 milioni di euro, con un incremento del 9%. Tale incremento è riconducibile alle ottime performance registrate nei settori Defence, Forensic Italia e corporate trainato dall’M&A.L’EBITDA è pari a 12 milioni di euro (12,1 milioni) ed evidenzia un EBITDA Margin pari al 16% (18%). La marginalità sconta gli effetti dei minori ricavi nel segmento Forensic Intelligence estero, business ad alta profittabilità, compensati solo parzialmente dalle vendite relative alla Decision Intelligence, cyber security e Forensic Italia. L’EBIT è negativo per 9,5 milioni di euro (negativo per 4,7 milioni). Tale decremento è attribuibile essenzialmente alla crescita del 28% circa delle D&A dovuta all’ammortamento di software specialistici e alle attività di sviluppo su RCS, oltre agli investimenti necessari per sostenere il business.In ragione di quanto precede, la perdita d’esercizio è pari a 5,6 milioni di euro (perdita di esercizio per 8,9 milioni) in virtù di un impatto fiscale positivo. La Perdita Adjusted risulta pari a 1,9 milioni di euro, escludendo gli effetti della PPA e le relative tasse nonché i costi straordinari (perdita Adjusted per 2,9 milioni).La PFN presenta una cassa negativa per 26,7 milioni di euro (negativa 7,9 milioni). Gli ordini acquisiti nel corso dell’intero esercizio 2024 sono stati pari a 84 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto al portafoglio ordini del 2023. Il backlog al 31 dicembre 2024 ammonta a 36 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto all’esercizio precedente. Nei primi mesi dell’anno il Gruppo ha ottenuto nuove aggiudicazioni pari a 22 milioni.”I risultati approvati dal Consiglio di Amministrazione confermano un trend di crescita dell’azienda sia organica che connessa all’M&A – ha commentato il CEO Emanuele Galtieri – Il 2024 è stato un anno di sviluppo e consolidamento, che ha visto un incremento del 15% degli ordini e un backlog in forte crescita (+40%), segnali concreti della validità della nostra strategia e della fiducia dei clienti nelle nostre soluzioni. Guardando al 2025, ci aspettiamo ricavi tra gli 84 e gli 87 milioni di euro, con una importante visibilità sulla pipeline commerciale e con ricavi attesi da ordini e attività ricorrenti di circa 67 milioni di euro (circa +25% rispetto a marzo 2024)”.Il Consiglio di Amministrazione, a seguito della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con Marco Latini – CFO, Dirigente Preposto e Investor Relator della Società – con efficacia dal 13 marzo 2025, ha nominato: Arianna Ciccolella quale Chief Financial Officer e Dirigente Preposto; e Alessia Pisoni nel ruolo di Investor Relator del Gruppo.Arianna Ciccolella ha iniziato la propria carriera nella revisione contabile rivestendo poi il ruolo di Controller in importanti realtà italiane; da ultimo nominata da e-GEOS (Agenzia Spaziale Italiana / Telespazio), leader globale nella geoinformazione, applicazioni e servizi satellitari quale Chief Financial Officer con riporto diretto all’Amministratore Delegato. Alessia Pisoni, già Head of FP&A del Gruppo e Investor Relations Coordinator a supporto del CFO dopo 17 anni di esperienza in una multinazionale americana, ha conseguito nel 2024 la certificazione di Investor relator presso l’Academy Euronext. LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari maglia rosa in Europa, corrono Saipem e Prysmian

    (Teleborsa) – Le Borse europee hanno chiuso la seduta odierna vicine ai massimi di seduta, toccati dopo il dato rassicurante sull’inflazione americana. A febbraio le variazioni dei prezzi al consumo sono state inferiori alle attese di un decimo su entrambi gli orizzonti temporali e su ambedue le misure: su base mensile sia la misura headline che la misura core sono salite di +0,2%, mentre su base annua la prima è aumentata di +2,8% e la seconda di +3,1%.Rimane comunque l’incertezza legata alla imprevedibile politica commerciale di Trump, con la guerra dei dazi che entra nel vivo nei confronti di Canada e Unione europea. In particolare, il Canada ha annunciato nuovi dazi del 25% su circa 30 miliardi di dollari canadesi (20,8 miliardi di dollari) di prodotti realizzati negli Stati Uniti, tra cui acciaio e alluminio, dopo che l’amministrazione Trump ha proceduto con imposte globali sulle importazioni di questi due materiali. L’UE ha annunciato l’applicazione di tariffe su beni americani per un valore di circa 26 miliardi di euro.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,091. Lieve aumento per l’oro, che mostra un rialzo dello 0,61%. Giornata di forti guadagni per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), in rialzo del 2,11%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +108 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,94%.Tra le principali Borse europee ottima performance per Francoforte, che registra un progresso dell’1,56%, Londra avanza dello 0,53%, e si muove in modesto rialzo Parigi, evidenziando un incremento dello 0,59%.Chiusura in forte rialzo per la Borsa milanese, con il FTSE MIB, che mette a segno un guadagno dell’1,61%, spezzando la serie negativa iniziata venerdì scorso; sulla stessa linea, chiude in corsa il FTSE Italia All-Share, che termina gli scambi a 40.543 punti. In denaro il FTSE Italia Mid Cap (+1,29%); sulla stessa tendenza, buona la prestazione del FTSE Italia Star (+1,2%).A Piazza Affari il controvalore degli scambi nell’ultima seduta è stato pari a 3,52 miliardi di euro, in calo del 9,32%, rispetto ai 3,88 miliardi della vigilia; per quanto concerne i volumi, questi si sono attestati a 0,49 miliardi di azioni, rispetto ai 0,64 miliardi precedenti.Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, exploit di Saipem, che mostra un rialzo del 5,85%. Su di giri Prysmian (+5,83%). Acquisti a piene mani su Banca MPS, che vanta un incremento del 4,19%. Ben impostata Unicredit, che mostra un incremento del 3,08%.Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su ERG, che ha terminato le contrattazioni a -7,08%. Scivola Amplifon, con un netto svantaggio dell’1,69%. In rosso Campari, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,66%. Deludente Italgas, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, D’Amico (+8,28%), Ariston Holding (+6,58%), Buzzi (+5,74%) e GVS (+5,47%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su OVS, che ha archiviato la seduta a -4,96%. Spicca la prestazione negativa di Ferragamo, che scende del 3,64%. Pharmanutra scende del 3,05%. Calo deciso per Alerion Clean Power, che segna un -2,7%. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Giorgetti: nessuno sa quello che ci aspetta ma non dimentichiamo danni della globalizzazione

    (Teleborsa) – “Se fossi in grado di dirimere l’incertezza che in questo momento grava in termini geoeconomici e geopolitici mi candiderei a diventare santo subito”. Così il ministro dell’Economia, GiancarloGiorgetti, nel corso di un question time alla Camera ha risposto ad una domanda sui dazi Usa. “Nessuno sa oggettivamente quello che ci aspetta”, ha aggiunto. “È innegabile che la politica di introduzione di dazi annunciata dall’amministrazione americana potrebbe danneggiare l’economia italiana come quella europea e con effetto a catena il commercio globale”, ha proseguito il ministro. “Però una cosa in questo momento secondo me va ribadita, di cui forse ci dimentichiamo: arriviamo da decenni di concorrenza totale a livello globale, la mitica globalizzazione, senza regole spesso – ha sottolineato –. Oggi abbiamo l’incertezza di quelle che potrebbero essere le ricadute sull’economia dei dazi americani, ma ci dimentichiamo danni effettivi che ha subito l’economia italiana e tante imprese e imprenditori scomparsi grazie alla concorrenza sleale rispetto a una teoria del free trade che in qualche modo si considerava ineluttabile”.Quanto alle vicende legate alle offerte offerte lanciate da Unicredit su BPM e da MPS su Mediobanca il ministro ha spiegato che le valutazioni “saranno evidentemente effettuate in conformità con quanto previsto dalla legge e quindi in modo proporzionato, ragionevole e nel rispetto del principio di non discriminazione”. Anche nel caso di esercizio di poteri di golden power – ha aggiunto –, il veto alle operazioni esiste “solo come estrema ratio”. “Ogni decisione – ha spiegato Giorgetti – viene presa a seguito di approfondita istruttoria che coinvolge le imprese interessate e che anche in caso di determinazioni finali concernenti l’esercizio dei poteri la gamma di possibili soluzioni, che vede il veto alle operazioni solo come estrema ratio, consente l’adozione di misure di monitoraggio e prescrittive pienamente idonee a contemperare gli interessi in gioco”.Il ministro ha poi ribadito la posizione del governo italiano sul tema del finanziamento della difesa che “non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”. LEGGI TUTTO

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    OPEC, confermata la crescita della domanda di petrolio per 2025 e 2026

    (Teleborsa) – L’Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio (OPEC) afferma che crescita della domanda globale di petrolio prevista per il 2025 rimane invariata rispetto all’ultima stima, a 1,4 mb/g. Si prevede che la domanda di petrolio nell’OCSE crescerà di circa 0,1 mb/g, con le Americhe a guidare la crescita, con ulteriore supporto da OCSE Europa e Asia Pacifico. Nei paesi non OCSE, si prevede che la domanda di petrolio registrerà una sana crescita di 1,3 mb/g anno su anno, guidata da Cina, Altri paesi asiatici e India e sostenuta da Medio Oriente e America Latina. È quanto emerge dall’odierno Monthly Oil Market Report (MOMR), il documento mensile che analizza i trend di mercato.L’OPEC prevede che la domanda mondiale totale di petrolio raggiungerà una media di 105,2 mb/g nel 2025, sostenuta da una forte domanda di viaggi aerei e da una sana mobilità stradale, inclusi diesel e autotrasporti su strada, nonché da sane attività industriali, edilizie e agricole nei paesi non OCSE. Allo stesso modo, si prevede che le aggiunte di capacità e i margini petrolchimici nei paesi non-OCSE, principalmente in Cina e Medio Oriente, contribuiranno alla crescita della domanda di petrolio.La previsione di crescita della domanda globale di petrolio nel 2026 mostra anche una solida crescita di 1,4 mb/d, anno su anno, invariata rispetto all’ultima valutazione MOMR. Si prevede che l’OCSE crescerà di 0,1 mb/d, anno su anno, mentre la domanda nei paesi non-OCSE dovrebbe aumentare di circa 1,3 mb/d.L’OPEC prevede che l’offerta di liquidi non-DoC (ovvero l’offerta di liquidi dai paesi che non partecipano alla Dichiarazione di cooperazione) crescerà di 1,0 mb/d, anno su anno, nel 2025, invariata rispetto alla valutazione del mese scorso. Si prevede che i principali motori della crescita saranno Stati Uniti, Brasile, Canada e Norvegia. Anche la crescita dell’offerta di liquidi non-DoC nel 2026 rimane invariata a 1,0 mb/d, principalmente guidata da Stati Uniti, Brasile e Canada. Nel frattempo, si prevede che i liquidi di gas naturale (NGL) e i liquidi non convenzionali provenienti dai paesi partecipanti al DoC cresceranno di 0,1 mb/d, anno su anno, nel 2025, fino a una media di 8,4 mb/d, seguiti da un aumento di circa 0,1 mb/d, anno su anno, nel 2026, fino a una media di 8,5 mb/d. La produzione di petrolio greggio dei paesi partecipanti al DoC è aumentata di 363 tb/d a febbraio, mese su mese, con una media di circa 41,01 mb/d, come riportato dalle fonti secondarie disponibili. LEGGI TUTTO