More stories

  • in

    MEF, il 30 gennaio in asta BTP e CCTeu fino a 9 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Il ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha annunciato l’emissione di fino a 9 miliardi di euro di BTP e CCTeu. I titoli vanno in asta giovedì 30 gennaio 2025. La data di regolamento è lunedì 3 febbraio 2025.In particolare, saranno offerti: tra 2,5 e 2,75 miliardi di BTP 5 Anni con scadenza 01/10/2029 e cedola annuale al 3,00%; tra 1,5 e 2 miliardi di BTP 10 Anni con scadenza 01/02/2035 e cedola annuale al 3,85%; tra 1 e 1,5 miliardi di BTP 15 Anni con scadenza 01/03/2035 e cedola annuale al 3,35%; tra 2,2 e 2,75 miliardi di CCTeu 7 Anni con scadenza 15/04/2033. LEGGI TUTTO

  • in

    Yolo accelera attuazione del piano con nuovi accordi a inizio 2025

    (Teleborsa) – Yolo Group, operatore insurtech italiano quotato su Euronext Growth Milan, ha iniziato l’anno accelerando l’attuazione del Piano Strategico 2025-2027, approvato nel novembre scorso.In particolare, è stato definito un accordo con GNP Seguros, storico gruppo assicurativo messicano (fondato nel 1901), seconda compagnia del Paese per dimensioni: GNP Seguros utilizzerà la tecnologia di Yolo per abilitare il collocamento digitale dei propri prodotti nei diversi canali (banche, grande distribuzione, diretto). Inoltre, Yolo ha esteso l’ambito territoriale della partnership, stabilita nel 2024, con CNP Santander Insurance (CNPSI), joint venture tra CNP Assurance e Banco Santander: oggetto della partnership è lo sviluppo di una piattaforma digitale per la distribuzione di soluzioni assicurative, in diversi Paesi europei, e ora l’accordo di collaborazione è stato esteso per includere ulteriori soluzioni di distribuzione digitale in Polonia e Germania.Nel mercato domestico, Yolo ha: sottoscritto un accordo con Confcommercio Professioni; si è aggiudicata, in associazione temporanea d’impresa con Covercare, la selezione indetta dalla multiutility Iren per l’individuazione del partner che, dal prossimo marzo, offrirà un prodotto assicurativo all’interno di una nuova offerta energy per i clienti di Iren Luce Gas e Servizi; sempre in marzo, diventerà operativa la partnership con Jakala per integrare l’offerta con soluzioni assicurative.Con l’inizio dell’anno, infine, Yolo ha rafforzato la struttura manageriale: Riccardo Porta, manager con una solida esperienza nei settori fintech e insurtech, assumerà dal prossimo 3 febbraio il ruolo di Chief Business Officer. LEGGI TUTTO

  • in

    Duferco, Antitrust non avvia istruttoria su acquisto Comal

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di non avviare l’istruttoria sull’operazione che consiste nell’acquisizione del controllo esclusivo di Comal da parte di Duferco Italia Holding, attraverso la società Duferco Solar Projects (di cui DIH detiene il controllo esclusivo).Duferco Italia Holding è la holding italiana del gruppo Duferco, un gruppo internazionale tradizionalmente attivo nel settore siderurgico che ha diversificato le proprie attività nella produzione e commercializzazione di energia elettrica, nella logistica e nei trasporti e nei servizi ambientali. Il gruppo Duferco è in ultima analisi controllato dalla società di diritto lussemburghese GIA Finance.Comal, quotata su Euronext Growth Milan, è una società italiana attiva (direttamente e tramite la controllata Tirreno Impianti) nella progettazione, costruzione, installazione, collaudo, commissioning e manutenzione e gestione di impianti fotovoltaici – in particolare di impianti fotovoltaici installati a terra utility scale – mediante la formula contrattuale EPC-M (Engineering, Purchase, Construction and Management), nonché nella produzione e commercializzazione di sun tracker (strutture mobili di supporto dei moduli fotovoltaici) e nella manutenzione di centrali elettriche convenzionali.L’Antitrust ritiene che l’operazione non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.Tramite la propria controllata Duferco Energia, il gruppo Duferco gestisce in Italia alcune centrali idroelettriche e impianti fotovoltaici per una produzione annua complessiva superiore a 30 GWh di energia elettrica, inferiore all’1% della produzione nazionale di energia elettrica, si legge nel provvedimento dell’AGCM. In particolare, il gruppo è proprietario di impianti fotovoltaici siti nelle macroaree Nord, Sud e Sicilia e di centrali idroelettriche site nelle macroaree Nord e Sud; complessivamente, in ciascuna delle macroaree in cui il gruppo è attivo le rispettive quote di mercato sono largamente inferiori al 5%.A fronte della quota marginale detenuta dal gruppo Duferco in questo mercato e di quella detenuta da Comal nel mercato a monte della realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici, il gruppo Duferco non appare dotato né della capacità né dell’incentivo a escludere i propri concorrenti nel mercato all’ingrosso dell’energia elettrica dall’accesso ai servizi forniti da Comal.(Foto: Zbynek Burival on Unsplash ) LEGGI TUTTO

  • in

    USA, EIA prevede aumento dei prezzi dell’energia elettrica nel 2025

    (Teleborsa) – I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica negli Stati Uniti saranno in media leggermente più alti nel 2025 nella maggior parte delle regioni degli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per il Texas e il Nord-ovest. Lo afferma l’U.S. Energy Information Administration (EIA).L’agenzia prevede che gli 11 prezzi all’ingrosso monitorati saranno in media di 40 dollari per megawattora (MWh) nel 2025 (ponderati in base alla domanda), in aumento del 7% rispetto al 2024. Inoltre, viene previsto che il prezzo medio dell’elettricità residenziale negli Stati Uniti nel 2025 sarà superiore del 2% rispetto alla media del 2024; dopo aver tenuto conto dell’inflazione, la previsione per i prezzi residenziali negli Stati Uniti rimane relativamente invariata rispetto al 2024.I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sono un indicatore del costo di produzione di energia e sono generalmente creati su base oraria o giornaliera negli Stati Uniti. Questi prezzi riflettono i costi operativi e di carburante dell’unità più costosa necessaria per soddisfare la domanda di elettricità in un dato momento in un punto di prezzo definito all’interno della rete elettrica, insieme a tutti i costi associati alla congestione della trasmissione in quell’area. Il costo del gas naturale è un fattore primario dei prezzi all’ingrosso in molte regioni perché il generatore marginale è spesso alimentato a gas naturale, spiega l’EIA. L’aspettativa è che il costo del gas naturale consegnato ai generatori di energia degli Stati Uniti sarà in media di 3,37 dollari per milione di unità termiche britanniche nel 2025, in aumento del 24% rispetto alla media dell’anno scorso, ma è più o meno lo stesso prezzo del 2023.EIA si aspetta che i prezzi medi all’ingrosso dell’energia oscilleranno da circa 30 dollari al MWh nella parte del Texas in cui la rete è gestita dall’Electric Reliability Council of Texas (ERCOT) a 55 dollari al MWh nella regione nord-occidentale. Queste due regioni sono le uniche in cui si attendono prezzi all’ingrosso più bassi quest’anno. La regione del Nord-ovest sta ancora vivendo condizioni di siccità, ma le condizioni dovrebbero migliorare leggermente quest’anno con il 20% in più di produzione di energia idroelettrica. L’aumento della produzione da progetti di energia solare sta contribuendo a ridurre i prezzi all’ingrosso in ERCOT. LEGGI TUTTO

  • in

    Mondadori, acquistate azioni proprie per 105 mila di euro

    (Teleborsa) – Arnoldo Mondadori Editore, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 20 e il 24 gennaio 2025, complessivamente 49.640 azioni ordinarie (pari allo 0,0189% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 2,116313658 euro per un controvalore pari a 105.053,81 euro.A seguito delle operazioni finora effettuate, il gruppo editoriale detiene 970.924 azioni proprie pari allo 0,371% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, sostanzialmente invariata la seduta per Mondadori, che chiude le contrattazioni sui valori della vigilia. LEGGI TUTTO

  • in

    PMI italiane, aumentano operazioni di M&A all’estero. Spagna e Regno Unito principali target

    (Teleborsa) – Il 2024 si è chiuso con 48 operazioni di M&A effettuate dalle PMI italiane verso l’estero, segnando una forte crescita (+40%) rispetto al 2023, facendo emergere che le PMI italiane continuano a puntare sulle operazioni M&A come leva strategica per l’espansione internazionale. Lo sostiene una ricerca condotta da Grant Thornton insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore.Dallo studio – che si propone di analizzare il ruolo dell’M&A nel supportare i processi di internazionalizzazione delle PMI italiane (con esclusione specifica delle grandi imprese) attraverso le operazioni verso l’estero – emerge un chiaro orientamento nei confronti dei mercati europei che va di pari passo ad un interesse crescente verso i Paesi emergenti.Spagna e Regno Unito si confermano i paesi target principali, contando ciascuno 8 operazioni totali. In particolare, il Regno Unito risulta anche quest’anno il paese di destinazione favorito dall’Italia (ora insieme alla Spagna), grazie soprattutto al fenomeno della Brexit che ha generato impatti positivi sulle dinamiche economiche e commerciali con il nostro paese, da cui deriva un aumento delle operazioni M&A nei confronti delle aziende britanniche. La novità di quest’anno è la Spagna che, a pari livello con il Regno Unito, è la seconda destinazione di preferenza dell’Italia, grazie a diversi fattori che la rendono particolarmente “attrattiva” per le nostre PMI: in primis la vicinanza culturale, ma anche la presenza di settori industriali strategici, il contesto normativo-fiscale favorevole e il dinamismo economico post pandemia. Non da ultimo, la posizione privilegiata che la caratterizza rendendola un “ponte” con l’America Latina e il Nord Africa.Gli altri Paesi europei con il maggior numero di operazioni di M&A sono Francia (7 operazioni) e Germania (6 operazioni), dati riconducibili alla tendenza di espandersi in mercati geograficamente e culturalmente vicini, e che quindi prevedono un percorso più facile di integrazione. Gli Stati Uniti (5 operazioni) si confermano il primo Paese extra UE in cui le PMI italiane hanno effettuato operazioni di M&A. Le destinazioni coinvolte in misura minore, come Paesi Bassi, Bulgaria, Cile, Marocco e Singapore, caratterizzate da un numero limitato di operazioni, sono tuttavia “indicative nel mostrare una crescente attenzione delle aziende italiane verso mercati emergenti o di nicchia”, viene evidenziato nel rapporto.Per quanto riguarda i settori, da sottolineare un “forte ritorno ai mercati tradizionali”. Anche in questa edizione dell’analisi risulta che i settori di appartenenza delle imprese target equivalgono a quelli delle imprese acquirenti, suggerendo che le PMI proseguono il loro processo di consolidamento e aumento delle quote di mercato. Il comparto dei macchinari (macchine e utensili, meccanica di precisione) è caratterizzato dal maggior numero di operazioni, nel 2024 pari a 11 totali, che conferma la tradizione italiana di eccellenza in questo ambito e il consolidamento della leadership tecnologica e produttiva. Seguono, con 7 operazioni, i servizi alle imprese, che riflettono un crescente interesse verso le attività non industriali e la volontà di supportare le attività B2B attraverso soluzioni innovative e scalabili. “Prevediamo che il fenomeno di crescita delle operazioni M&A verso l’estero a cui abbiamo assistito nel 2024 sarà mantenuto nel 2025 – commenta Sante Maiolica, CEO di Grant Thornton Financial Advisory Services – grazie ad un processo di internazionalizzazione che ricopre un ruolo sempre più centrale anche per le PMI italiane. Ci aspettiamo che questo trend proseguirà nei prossimi anni, spinto dalla crescente esplorazione dei mercati emergenti che riflette la maggiore apertura verso nuove opportunità di crescita”. LEGGI TUTTO

  • in

    Borse europee deboli reagiscono a DeepSeek. Crollano ASML e Siemens Energy

    (Teleborsa) – Seduta debole per le Borse europee, dove spiccano i consistenti ribassi del comparto Tecnologico e dei semiconduttori. A sorprendere il settore è il nuovo protagonista cinese DeepSeek, che ha messo a punto un modello di intelligenza artificiale generativa a basso costo (in particolare, ha lanciato un assistente gratuito che utilizza chip meno cari), che potrebbe mettere a rischio concorrenza e investimenti sia in Europa che negli Stati Uniti.Tra i titoli che mostrano i maggiori ribassi ci sono ASML Holding (-7%), che produce macchine che progettano chip, Siemens Energy (-20%), che fornisce energia ai data center che addestrano i modelli, e Schneider Electric (-8%), che fornisce apparecchiature elettriche e altre infrastrutture dietro i data center, è scesa di circa l’8%Sul fronte macroeconomico, in Germania l’indice di fiducia delle imprese IFO è salito a 85,1 punti a gennaio da 84,7, trainato dal secondo miglioramento consecutivo della valutazione della situazione corrente e a fronte del terzo calo mensile delle aspettative.Sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,05. Vendite diffuse sull’oro, che continua la giornata a 2.739,5 dollari l’oncia. Profondo rosso per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 73,06 dollari per barile, in netto calo del 2,15%.Invariato lo spread, che si posiziona a +112 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 3,63%.Tra i listini europei contrazione moderata per Francoforte, che soffre un calo dello 0,53%, poco mosso Londra, che mostra un +0,02%, e sottotono Parigi che mostra una limatura dello 0,27%.Chiusura sulla parità per la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che si attesta a 36.191 punti; sulla stessa linea, rimane intorno alla linea di parità il FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 38.401 punti. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,21%); con analoga direzione, poco sotto la parità il FTSE Italia Star (-0,54%).Dai dati di chiusura di Borsa Italiana, risulta che il controvalore degli scambi nella seduta del 27/01/2025 è stato pari a 3,39 miliardi di euro, in calo del 14,21%, rispetto ai 3,95 miliardi della vigilia; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,61 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,53 miliardi.Tra i best performers di Milano, in evidenza Hera (+3,79%), Inwit (+1,92%), Generali Assicurazioni (+1,92%) e Stellantis (+1,47%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Prysmian, che ha terminato le contrattazioni a -8,75%. Si concentrano le vendite su Banca MPS, che soffre un calo del 2,00%. Vendite su Buzzi, che registra un ribasso dell’1,61%. Deludente Saipem, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Banco di Desio e della Brianza (+5,15%), Fincantieri (+3,09%), ERG (+2,11%) e Lottomatica (+2,07%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Technoprobe, che ha terminato le contrattazioni a -3,63%. Seduta negativa per LU-VE Group, che mostra una perdita del 2,94%. Sotto pressione Cementir, che accusa un calo del 2,56%. Scivola Maire, con un netto svantaggio del 2,49%. LEGGI TUTTO

  • in

    Novamarine, TP ICAP Midcap alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – TP ICAP Midcap ha incrementato a 6 euro per azione (dai precedenti 5,7 euro) il target price sul titolo Novamarine, società attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di imbarcazioni da diporto ad elevate prestazioni nel segmento pleasure e nel segmento professional, confermando il giudizio “Buy” visto l’upside potenziale del 68%.La revisione è arrivata dopo che Novamarine ha pubblicato i suoi ricavi preliminari per il 2024, insieme al suo portafoglio ordini per il 2025. L’azienda dovrebbe concludere il suo primo anno in borsa con una crescita del 11,3% dei ricavi derivanti dalla vendita di imbarcazioni, raggiungendo così i 26,1 milioni di euro.Sulla base di questi risultati, gli analisti hanno modificato leggermente le previsioni di ricavi. Con un portafoglio ordini di 22 milioni di euro all’inizio del 2024, l’azienda dovrebbe nel 2025 registrare un aumento del 18% dei ricavi derivanti dalla vendita di imbarcazioni. Hanno adattato quindi la prospettiva di crescita a medio termine, tenendo conto di questa performance e del rapporto portafoglio ordini/ricavi. Al contempo, hanno aggiornato le ipotesi di mercato nel modello, con una riduzione del tasso privo di rischio, precedentemente fissato al 4%, ora abbassato al 3,7%. LEGGI TUTTO