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    Concordato preventivo, Leo chiude a proroga termini: “non si può fare”

    (Teleborsa) – La proroga dei termini del concordato preventivo non si può fare. La data resta il 31 ottobre. Lo ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, interpellato a margine dell’evento economico di Fdi a Milano. Ieri i commercialisti hanno chiesto un intervento urgente per riconoscere a tutti i soggetti interessati dal concordato preventivo biennale un differimento sia del termine del 31 ottobre per l’accettazione della proposta sia di quello di presentazione delle dichiarazioni.”Il ministero, l’Agenzia delle entrate e Sogei hanno fatto una operazione molto importante perché il giorno 14 verrà messa a disposizione di tutti i contribuenti, nella loro cassetta fiscale, la ricostruzione di tutti i redditi, di tutto quello che dovrebbero loro pagare”, ha spiegato Leo. “La proroga dei termini non si può fare perché si deve approvare la legge di bilancio e occorre avere tutti i dati certi e chiari entro il 31 ottobre. Questo il motivo per cui tecnicamente la proroga non si può fare, perché – ha concluso Leo – tutto è legato ai tempi della presentazione al Cdm della legge di bilancio e all’approvazione poi nelle fasi parlamentari, questo è il motivo per cui quella data purtroppo deve rimanere ferma”.Su tagli enti locali – “Sicuramente ci sarà un dialogo, perché il ministro Giorgetti e il governo hanno sempre dialogato sia con i ministeri, dove i tagli saranno valutati anche con loro, sia con gli enti locali. È sempre un discorso che si dovrà fare ma con una forma collaborativa e di dialogo”. LEGGI TUTTO

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    USA, prezzi alla produzione stabili a settembre

    (Teleborsa) – Frenano a settembre i prezzi alla produzione. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione hanno registrato una variazione nulla, su base mensile, dopo il +0,2% del mese precedente e contro il +0,1% stimato dagli analisti. Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento dell’1,8%, sopra il +1,8% del consensus e rispetto al +1,9% del mese precedente.I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano una salita dello 0,2% (+0,3% il mese precedente e +0,2% atteso), mentre su anno registrano un +2,8% dopo il +2,6% precedente (+2,7% atteso). LEGGI TUTTO

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    Concordato, Sogei: predisposto apposito strumento di calcolo, nel cassetto fiscale da lunedì

    (Teleborsa) – Sogei ha annunciato l’introduzione di un apposito strumento di calcolo che sarà attivo da lunedì nel cosiddetto “cassettofiscale’ dei contribuenti con partita Iva che sono sottoposti agli Isa, gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale, in vista della nuova possibilità prevista per l’istituto del Concordato Preventivo Biennale (CPB) mediante la definizione di una forma di ravvedimento speciale per i periodi di imposta dal 2018 al 2022.”Al fine di rendere più immediata la comprensione della norma e i suoi vantaggi l’Agenzia delle Entrate e Sogei hanno predisposto un’apposita integrazione della Scheda di sintesi, già messa a disposizione nel Cassetto Fiscale dei contribuenti, con una tabella contenente gli elementi informativi utili del contribuente nonché il calcolo dell’imposta sostitutiva da versare per l’eventuale adesione all’opzione di ravvedimento – ha spiegato Sogei in una nota –. All’interno della stessa funzionalità del Cassetto Fiscale i medesimi dati verranno resi disponibili in formato elaborabile (.csv) in modo che il contribuente (o il suo intermediario abilitato) potrà scaricarli anche nel suo PC per utilizzarli”. LEGGI TUTTO

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    Eurizon: prospettive azionario ancora favorevoli, bond restano interessanti

    (Teleborsa) – Le prospettive dei mercati azionari sono “ancora favorevoli”, mentre i mercati obbligazionari sono “ancora interessanti”. Lo afferma Eurizon Capital (divisione asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo) in un punto sui mercati finanziari.AzionarioLe azioni sono sostenute dalla prosecuzione del ciclo economico globale, con inflazione in stabilizzazione e tagli dei tassi da parte delle banche centrali. Le valutazioni risultano in linea con le medie storiche, quindi non eccessive.Le prospettive delle Borse appaiono ancora favorevoli in un contesto di utili in crescita per quest’anno e il prossimo nello scenario centrale che vede la prosecuzione del ciclo economico espansivo.ObbligazionarioI titoli governativi scontano in larga parte i futuri tagli dei tassi da parte delle banche centrali, ma rimangono interessanti grazie al flusso cedolare e al ruolo difensivo. Il comparto delle obbligazioni corporate in euro beneficia di una qualità del credito ancora buona, nonostante le difficoltà dell’industria europea, ed è supportato dal calo dei tassi ufficiale e dello spread.Il comparto delle obbligazioni dei Paesi emergenti beneficia dell’atteso deprezzamento del dollaro e delle politiche monetarie più espansive sia nell’area dollaro che in quella euro.Dollaro Il cambio del dollaro rimane sottoposto a due tendenze che si compensano. Da un lato, la forza dell’economia USA è elemento di sostegno alla valuta americana; dall’altro, la prosecuzione del ciclo economico globale e la conseguente riduzione dell’incertezza tendono solitamente a favorire le valute diverse dal dollaro e potrebbero alimentare un recupero dell’euro, complice anche il taglio dei tassi Fed. LEGGI TUTTO

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    Non profit, ISTAT: “Numero delle istituzioni pressoché stabile, ancora in crescita i dipendenti”

    (Teleborsa) – Al 31 dicembre 2022 le istituzioni non profit attive in Italia sono 360.061 e, complessivamente, impiegano 919.431dipendenti. Tra il 2021 e il 2022 le istituzioni diminuiscono lievemente (-0,2%) mentre i dipendenti aumentano del 2,9% mantenendo il trend di crescita riscontrato nell’anno precedente. Nel 2022 le istituzioni crescono più al Sud (+2,0%) e nelle Isole (+1,1%) e sono in lieve flessione nel Nord-est (-1,2%), Nord-Ovest (-1,0%) e al Centro (-0,3%). Le regioni con gli incrementi maggiori sono Campania (+3,7%), Calabria (+3,3%), e Sicilia (+2,3%), mentre quelle con decrementi più elevati sono la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (-7,2%), il Molise (-6,1%) e la Basilicata (-3,4%). È quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat “Struttura e profili del settore non profit” riferita al 2022, presentata oggi.Le istituzioni non profit, benché a partire dal 2018 siano aumentate di più nelle regioni del Mezzogiorno, presentano ancora una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: circa il 50% è attivo al Nord, il 22,1% al Centro, il 18,5% e il 9,5% rispettivamente al Sud e nelle Isole.Tra il 2022 e il 2021, i dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit aumentano di più al Sud (+6,9%), nelle Isole (+4,2%) e nel Nord-ovest (+2,9%). L’incremento dei dipendenti è maggiore in Basilicata (+14,0%) e Campania (+12,0%), dovuto perlopiù alla crescita dimensionale delle cooperative sociali, e in Liguria (+8,7%). Il personale dipendente diminuisce soltanto in Molise (-8,2%). La distribuzione territoriale dei dipendenti rimane notevolmente concentrata, il 56,4% èimpiegato nelle regioni del Nord mentre solo il 21,3% lavora nelle istituzioni non profit del Mezzogiorno.Aumenta la concentrazione dei dipendenti nelle istituzioni non profit che impiegano più personaleNel 2022 l’85,2% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, il 6,1% ne impiega fino a 2 e il 4,8% tra 3 e 9 mentre la quota di istituzioni con almeno 10 dipendenti è pari al 3,9%. Queste ultime, oltre ad impiegare l’87,0% dei dipendenti, sono quelle in cui talepersonale è cresciuto di più (+3,2%) rispetto all’anno precedente.Associazioni stabili, fondazioni in aumento e ancora in calo le cooperative socialiTra il 2021 e il 2022 la diminuzione delle istituzione non profit ha interessato principalmente le istituzioni con altra forma giuridica (-2,0%), e le cooperative sociali (-1,6%) il cui numero è in calo dal 2018 . Le associazioni sono pressoché stabili (+0,1%) mentre le fondazioni mostrano l’aumento maggiore (+1,7%). L’associazione continua ad essere la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,0%), seguono quelle con altra forma giuridica(8,5%), le cooperative sociali (4,1%) e le fondazioni (2,4%). La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica è piuttosto eterogenea, con il 53,5% impiegato dalle cooperative sociali e quote che si attestano al 18,6% nelle associazioni e al 15,6% nelle istituzioni non profit con altra forma giuridica. Rispetto al 2021, l’aumento dei dipendenti si attesta intorno al 2,9% per tutte le forme giuridiche.Religione e istruzione e ricerca i settori con i cali più sostenutiRispetto al 2021 le istituzioni non profit crescono nei settori della filantropia e della promozione del volontariato (+7,4%), delle attività ricreative e di socializzazione (+5,2%), della tutela dei diritti e attività politica (+1,6%) e delle attività sportive (+0,6%) mentre diminuiscono nei restanti settori di attività e in particolare in quelli della religione (-6,8%) e dell’istruzione e ricerca (-4,2%). Il settore dello sport raccoglie il numero di istituzioni non profit più alto (34,0%), seguito da quelli delle attività culturali e artistiche (15,1%), delle attività ricreative e di socializzazione (14,8%), dell’assistenza sociale e protezione civile (9,7%). I dipendenti crescono in tutti i settori di attività e in particolare in quelli della filantropia e promozione del volontariato (16,6%), delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+12,0%), dell’ambiente (5,7%), delle attività culturali e artistiche e della cooperazione e solidarietà internazionale (+5,5%). La distribuzione del personale dipendente è concentrata in pochi settori quali assistenza sociale e protezione civile (49,0%), istruzione e ricerca (14,5%), sviluppo economico e coesione sociale (11,4%) e sanità (10,8%).Minore l’impiego di dipendenti nei settori delle attività sportive, ricreative e di socializzazioneLe istituzioni che operano senza impiegare lavoratori dipendenti si concentrano nei settori delle attività sportive (95,2%), della attività ricreative e di socializzazione (94,0%), dell’ambiente (92,9%) e delle attività culturali e artistiche (91,5%). Al contrario, il ricorso al personale dipendente è maggiore nei settori e dello sviluppo economico e coesione sociale (71,9%) e dell’istruzione e ricerca (60,5%), dove circa un’istituzione su quattro impiega almeno 10 lavoratori.Più associazioni di promozione sociale, meno organizzazioni di volontariato e OnlusRispetto al 2021 le associazioni di promozione sociale aumentano significativamente (+66,7%) mentre è contenuta la crescita delle imprese sociali (+0,6). Le organizzazioni di volontariato diminuiscono (-3,2%) presumibilmente per effetto dei procedimenti e operazioni di trasmigrazione nel RUNTS. È maggiore la contrazione delle Onlus (-8,3%) che con l’abrogazione del Decreto legislativo istitutivo cessano di esistere o più verosimilmente acquisiscono una nuova qualifica fra quelle previste dalla Riforma del terzo settore. Si attesta al -5% la variazione delle istituzioni non profit che non possiedono nessuna delle qualifiche considerateIl 10,5% delle istituzioni non profit è rappresentato da associazioni di promozione sociale, il 9,6% da organizzazioni di volontariato, il 4,6% da imprese sociali, il 3,3% da Onlus e il 72,0% da altre istituzioni non profit. Il peso delle forme organizzative muta significativamente considerando i dipendenti impiegati: le imprese sociali occupano oltre la meta dei dipendenti (55,1%), seguono le altre istituzioni non profit (30,4%), le Onlus (9,4%), le organizzazioni di volontariato (3,4%) e le associazioni di promozione sociale (1,7%). Rispetto al 2021, i dipendenti crescono in modo significativo tra le associazioni di promozione sociale (+24,4%), che oltre a quelle in precedenza iscritte nei Registri regionali includono anche circoli e affiliazioni delle reti associative di promozione sociale, ma anche tra le organizzazioni di volontariato (+11,7%), le imprese sociali (+3,7%) e le Onlus (+2,3%). Considerando i principali profili organizzativi delle istituzioni non profit emergono alcune differenze territoriali. Le associazioni di promozione sociale sono relativamente più diffuse nel Nord-est (13,7%) e meno presenti nelle Isole (6,6%). La quota di imprese sociali è più elevata nelle Isole (8,3%) e al Sud (6,9%) ed inferiore al 4% nel resto del Paese. Rispetto al territorio, la distribuzione delle organizzazioni di volontariato e delle Onlus è più omogenea. Le organizzazioni di volontariato sono più presenti nel Nord-est (10,4%) mentre le Onlus risultano leggermente più diffuse nelle regioni del Nord-ovest (4,1%). Infine, la percentuale di istituzioni non profit con altra forma organizzativa oscilla tra il 70,8% del Nord-est e il 74,7% del Nord-ovest. Le principali forme organizzative delle istituzioni non profit si diversificano anche rispetto alle attività svolte. Le organizzazioni di volontariato sono attive prevalentemente nei settori di intervento tradizionali: assistenza sociale e protezione civile (41,1%) e sanità (26,0%). Le Onlus sono più presenti nel campo della cooperazione e solidarietà internazionale (16,6%)oltre che nel settore dell’assistenza sociale e protezione civile (43,5%). Le imprese sociali operano principalmente nei settori dell’assistenza sociale e protezione civile (47,8%) e sviluppo economico e coesione sociale (31,1%), sebbene non sia trascurabile la quota di imprese attive nel campo dell’istruzione e ricerca (10,6%). Le associazioni di promozione sociale svolgono prevalentemente attività ricreative e di socializzazione (47,2%) e culturali e artistiche (28,1%). Infine, gli ambiti di attività che caratterizzano le altre istituzioni non profit sono le attività sportive (45,6%) e gli altri settori (17,4%).In calo le scelte dei contribuenti destinate alle istituzioni non profit attraverso il 5 per milleNel 2022 sono 69.381 le istituzioni non profit iscritte nell’elenco degli enti destinatari del cinque per mille (19,3% del totale). Nell’anno di dichiarazione dei redditi 2022 l’importo ricevuto dalle istituzioni non profit è di circa 446,4 milioni di euro mentre le scelte espresse dai contribuenti al momento della dichiarazione si attestano su 11,1 milioni, in diminuzione rispetto al 2021 (-6,3%). Sebbene alcune reti associative optino per raccogliere il contributo del cinque per mille attraverso la sede nazionale e non per singolo circolo e/o articolazione territoriale, è interessante considerare la distribuzione delle preferenze espresse dai contribuenti, e dei relativi importi, in base alla ripartizione geografica delle istituzioni non profit beneficiarie. Le istituzioni del Nord-ovest, che rappresentano il 28,7% delle beneficiare del contributo del cinque per mille, raccolgono oltre il 40% delle scelte espresse dai contribuenti, quota che sale al 46,1% considerando gli importi, Il 29,6% delle scelte espresse dai contribuenti è destinata alle istituzioni non profit attive nelle regioni del Centro. Le istituzioni delle altre ripartizioni geografiche ricevono una quota minore di scelte espresse dai contribuenti in rapporto al loro peso relativo tra gli enti beneficiari del cinque per mille. Il confronto tra la distribuzione delle istituzioni ammesse al contributo del cinque per mille e quella delle scelte operate dai contribuenti consente anche di individuare i settori di attività maggiormente premiati dai cittadini (Prospetto 9). I settori di attività in cui la quota di scelte espresse da contribuenti è superiore al peso relativo delle istituzioni che vi operano sono: istruzione e ricerca (19,5% contro 4,5%), sanità (14,4% contro 8,8%) e cooperazione e solidarietà internazionale (9,8% contro 4,7%). All’opposto, La quota di scelte è minore nei settori delle attività sportive, culturali e artistiche, ricreative e di socializzazione. Per quanto riguarda la forma organizzativa, le scelte compiute dai contribuenti attraverso il cinque per mille hanno interessato principalmente le Onlus (31,9%) e le organizzazioni di volontariato (26,9%), in misura minore le imprese sociali (3,5%). La distribuzione degli importi del cinque per mille rispetto alle diverse forme organizzative è molto simile a quella del numero di scel LEGGI TUTTO

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    Polestar, consegne sotto le attese. Lancia revisione di strategia e operazioni

    (Teleborsa) – Polestar, marchio svedese di auto elettriche, ha consegnato circa 11.900 auto nel terzo trimestre (circa il 15% in meno rispetto all’anno precedente e al di sotto delle stime degli analisti), portando le consegne totali per i primi nove mesi dell’anno a 32.300 (vs 41.844 nello stesso periodo del 2023).”Polestar ha una solida base su cui costruire, con accesso alla migliore tecnologia EV, una capacità produttiva globale e un forte supporto da parte di Geely – ha detto il CEO Michael Lohscheller – Insieme al management team, stiamo conducendo una revisione della nostra strategia e delle nostre operazioni, per definire un percorso chiaro per lo sviluppo di Polestar”.”Una chiave per il nostro successo futuro sarà lo sviluppo delle nostre capacità commerciali: passare dalla presentazione alla vendita attiva di auto – ha aggiunto – L’adozione di un modello di vendita più attivo sta già supportando le nostre ambizioni, poiché i primi mercati a implementarlo stanno mostrando un solido apporto di ordini”.Con le attuali condizioni di mercato e i dazi all’importazione annunciati che hanno un impatto sul settore automobilistico, Polestar prevede che i ricavi nel 2024 saranno simili al 2023 e che raggiungerà un margine di profitto lordo positivo nel quarto trimestre. La società ribadisce il suo obiettivo di raggiungere il pareggio del flusso di cassa verso la fine del 2025, a un volume inferiore rispetto a quanto precedentemente previsto.Date le condizioni di mercato e le prestazioni previste della società nel 2024, Polestar, insieme a Geely, è impegnata in un dialogo costruttivo con i suoi finanziatori in merito ai suoi patti di prestito. LEGGI TUTTO

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    Omer, Intermonte abbassa target price e conferma Outperform

    (Teleborsa) – Intermonte ha abbassato il target price (a 5,00 euro per azione da 5,20 euro) e confermato la raccomandazione (Outperform) sul titolo Omer, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore della componentistica e arredi interni per mezzi di trasporto ferroviario.Gli analisti scrivono che Omer ha messo a segno un primo semestre 2024 forte e in linea con le aspettative, con una crescita sostenuta da maggiori volumi di produzione negli stabilimenti italiani e statunitensi, solo in parte compensati dalla revisione dei prezzi e dall’inflazione dei costi.In termini di fatturato, il broker ha confermato l’ipotesi di 75 milioni di euro per l’anno con una crescita dei volumi simile, seppur più lenta, nel 2H rispetto al 1H (+5% rispetto al +19%). Ciò è dovuto a una base di confronto più dura negli Stati Uniti (il 1H23 era vicino allo zero mentre la produzione è ripresa nel 2H23) e a una normalizzazione della crescita negli stabilimenti italiani, in particolare da parte di Alstom, dopo la spinta del 1H in vista delle Olimpiadi. Inoltre, prevede che i prezzi mostreranno tendenze simili con revisioni inferiori riconosciute rispetto allo scorso anno. In particolare, prevede che l’EBITDA mostrerà comunque una crescita positiva per l’anno al +2% anno su anno a 15,5 milioni di euro, sebbene inferiore a quanto previsto in precedenza (16,8 milioni di euro prec.) in mezzo a un’inflazione dei costi generale più elevata. Nel complesso, abbassa la stima dell’EPS del -7% a causa delle tendenze appena menzionate, solo in parte compensate dal miglior reddito finanziario netto consentito dal minor ricorso al factoring. LEGGI TUTTO

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    Senza direzione Milano e gli altri mercati europei, male Stellantis

    (Teleborsa) – Si muove all’insegna della prudenza la seduta delle principali borse europee. Anche la borsa di Milano si allinea alla cautela che regna in Europa, e scambia sulla linea di parità. Sul fronte macroeconomico, in Germania la lettura finale dell’inflazione di settembre ha confermato le variazioni di +0% m/m e +1,6% a/a. Nel Regno Unito ad agosto il deficit commerciale di beni si è ridotto, mentre la produzione industriale ha sorpreso al rialzo, con una crescita di +0,5% m/m rispetto a +0,2% atteso e -0,7% precedente. Oggi negli Stati Uniti saranno resi noti il PPI di settembre e l’indice preliminare dell’Università del Michigan di ottobre.Intanto, negli Stati Uniti è iniziata la stagione delle trimestrali con le prime grandi banche: JPMorgan ha registrato un terzo trimestre sopra le attese ma ha aumentato gli accantonamenti su crediti; Wells Fargo ha segnalato un utile del terzo trimestre in calo con minori proventi da interessi; BlackRock ha comunicato un AUM record a 11,5 trilioni di dollari con un terzo trimestre sopra le attese.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,093. Lieve aumento dell’oro, che sale a 2.639 dollari l’oncia. Sessione debole per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scambia con un calo dello 0,79%.Sui livelli della vigilia lo spread, che si mantiene a +129 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,59%.Nello scenario borsistico europeo resta vicino alla parità Francoforte (+0,14%), piatta Londra, che tiene la parità, e senza spunti Parigi, che non evidenzia significative variazioni sui prezzi.Sosta sulla parità la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che si attesta a 34.104 punti; sulla stessa linea, incolore il FTSE Italia All-Share, che continua la seduta a 36.247 punti, sui livelli della vigilia.In moderato rialzo il FTSE Italia Mid Cap (+0,44%); consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Star (+0,19%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, ben comprata A2A, che segna un forte rialzo del 2,67%. Banca MPS avanza del 2,28%. Piccolo passo in avanti per Ferrari, che mostra un progresso dell’1,30% (upgrade di JPMorgan). Composta BPER, che cresce di un modesto +1,18% (le banche d’affari alzano i target price dopo il piano).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Stellantis, che prosegue le contrattazioni a -3,69% (cambiamenti ai vertici). Vendite su Telecom Italia, che registra un ribasso del 3,28%. Si muove sotto la parità STMicroelectronics, evidenziando un decremento dell’1,19%. Contrazione moderata per Leonardo, che soffre un calo dell’1,13%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, LU-VE Group (+5,00%), Brembo (+3,89%), El.En (+2,60%) e Moltiply Group (+2,39%).Le peggiori performance, invece, si registrano su MARR, che ottiene -1,26%. Sottotono D’Amico che mostra una limatura dell’1,17%. Deludente Ariston Holding, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. Fiacca OVS, che mostra un piccolo decremento dello 0,76%. LEGGI TUTTO