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    Caterpillar paga dazio per un downgrade

    (Teleborsa) – Si muove verso il basso Caterpillar, con una flessione del 2,51% dopo aver incassato un downgrade.Gli analisti di Morgan Stanley hanno visto al ribasso il giudizio sul titolo della società industriale portandolo a “underweight” da un precedente “equalweight”. Limato anche il targe price da 349 a 332 dollari ad azione. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice Dow Jones, evidenzia un rallentamento del trend del gigante delle macchine movimento terra rispetto all’indice americano, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.Lo status tecnico di Caterpillar è in rafforzamento nel breve periodo, con area di resistenza vista a 394,6 USD, mentre il primo supporto è stimato a 388,1. Le implicazioni tecniche propendono per un ampliamento della performance in senso rialzista, con resistenza vista a quota 401,1. LEGGI TUTTO

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    Imprese familiari italiane, Cerved Rating Agency: “Più solide e meno rischiose soprattutto se sostenibili e dedite all’export”

    (Teleborsa) – Le imprese familiari italiane mostrano una solidità patrimoniale e una sostenibilità finanziaria migliore rispetto alle non familiari, a fronte di una marginalità e di una propensione a investire molto simili, sono meno rischiose (la probabilità di default media è del 5,78% contro il 6,3%, con una differenza dell’8%), soprattutto quelle che esportano di più. In compenso, dovrebbero lavorare sugli aspetti legati alla sostenibilità, in particolare nella governance, anche perché a una più alta classe di sostenibilità corrisponde un minor rischio di credito. È quanto emerge da uno studio condotto su dati di giugno 2024 da Cerved Rating Agency, l’agenzia di rating italiana specializzata nel merito creditizio delle imprese e nella misurazione delle performance ESG, presentato durante il webinar “ESG Connect Insight Series – Merito creditizio e profilo di sostenibilità delle imprese familiari”.”Oltre 4 imprese su 5 in Italia sono espressione del capitalismo familiare e quando la dimensione di impresa aumenta il fenomeno rimane significativo, con oltre il 40% delle imprese grandi che risultano di proprietà di famiglie – afferma Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency –. Per questo motivo abbiamo avviato uno specifico ambito di ricerca sul tema, dal quale emergono alcune evidenze interessanti. Le imprese familiari tendono ad essere meno rischiose di quasi il 10% e mostrano inoltre come la predisposizione verso i mercati internazionali possa essere un elemento di resilienza. Tuttavia, emerge un gap di sostenibilità nella componente che riguarda la governance”.Secondo i dati Istat, il sistema produttivo italiano è costituito per circa l’81% da imprese a controllo familiare (dall’83,3% delle microimprese al 41,6% delle grandi, soprattutto nei servizi turistici, nelle costruzioni, nel commercio, nel tessile e abbigliamento) che dunque rappresentano una fetta cospicua del nostro tessuto economico. Da qui l’interesse ad analizzarle sotto una duplice lente, quella creditizia e quella legata alla sostenibilità. Per farlo sono state individuate, nell’ambito delle oltre 14mila imprese che a giugno detenevano un rating valido emesso da CRA, le oltre 7mila a carattere familiare, che occupano più di 940mila addetti e generano un fatturato complessivo di 400 miliardi di euro.Comparando le performance di bilancio delle imprese familiari con quelle non familiari, entrambe fornite di rating creditizio, emerge come le prime abbiano una solidità patrimoniale maggiore (patrimonio netto/attivo 32,8% contro 29,6%), una migliore capacità di sostenere gli oneri finanziari tramite il proprio risultato operativo (ebit interest coverage 6.9x contro 5.3x), una marginalità simile (ebitda margin 8,2% contro 8,0%) e una propensione agli investimenti equivalente (capex su ricavi 2.1% contro 2.2%). Unico neo la minor crescita dei ricavi, come mostra l’analisi dei bilanci degli ultimi 3 anni disponibili.Ampliando l’analisi al merito creditizio, emerge come le imprese familiari risultino meno rischiose, in tutte le dimensioni aziendali tranne le microimprese e in tutti i settori tranne l’energy: a giugno 2024, la probabilità di default media era infatti di 5,78% contro 6,3%, con una maggior quota di aziende investment-grade, cioè con rating minimo pari a B1.2. Questo è tanto più vero quanto più le imprese familiari mostrano una propensione ai mercati esteri, come si evince combinando i rating creditizi con uno specifico export score elaborato da Cerved. Il fenomeno è evidente soprattutto per le grandi imprese (le esportatrici hanno una probabilità di default di 2,9% contro il 4% delle altre) e le medie imprese (5,1% contro 5,9%). Il fenomeno trova conferma anche considerando i due gruppi negli ultimi 4 anni: il differenziale di probabilità di default va da 1,75 punti percentuali del 2021 a 1,96 di giugno 2024.Le imprese familiari e la sostenibilitàLa seconda area che lo studio ha indagato riguarda il profilo di sostenibilità: sfruttando un campione di oltre 2mila imprese con valutazione ESG effettuata da Cerved Rating Agency e analizzando le tre componenti E, S e G, emerge che riguardo al fattore “environment” le imprese familiari italiane presentano una valutazione media leggermente superiore a quella delle non familiari (46 contro 45,3), mentre è di poco inferiore nel “social” (61,2 contro 62,2). Dove le imprese familiari potrebbero migliorare, avviando percorsi virtuosi di crescita in chiave sostenibile, invece, è sotto l’aspetto della “governance”, che mostra il gap più significativo (51,6 contro 55,7). Infine, è stata prodotta un’analisi di correlazione fra rischio di credito e classe di sostenibilità da cui si evince che la probabilità di default è più bassa per le imprese familiari con sostenibilità alta, maggiormente presenti al Nord: 49% del totale delle aziende esaminate, contro il 34% del Centro e il 29% del Sud, dove si riscontra il gap maggiore (dal 5,48% di rischio delle imprese virtuose all’8,35% di quelle meno sostenibili). LEGGI TUTTO

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    Wall Street debole. Occhi su dati e utili

    (Teleborsa) – Avvio poco mosso per la borsa di Wall Street, in una settimana ricca di dati e di utili, che vede il mercato obbligazionario chiuso per il Columbus day. Nel frattempo, gli investitori si chiedono sulla tempistica del prossimo taglio dei tassi di interesse: le attese per una riduzione del costo del denaro di 50 punti base, da parte della Federal Reserve, a novembre, sono state ridimensionate le attese dopo una serie di dati sul mercato del lavoro, ma restano le scommesse su un taglio di 25 punti base.Intanto, il governo cinese ha annunciato nel weekend una serie di misure volte a rafforzare il settore immobiliare e a dare impulso all’economia.Prosegue, negli Stati Uniti, la stagione delle trimestrali dopo la prima ondata di guadagni delle grandi banche diffusi in settimana, tra cui JPMorgan Chase, Wells Fargo e BlackRock. Questa settimana sono attesi i risultati di Bank Of America, Citigroup, Johnson & Johnson e Netflix. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones mostra un leggero calo dello 0,26%, mentre, al contrario, piccolo scatto in avanti per l’S&P-500, che arriva a 5.830 punti. Leggermente positivo il Nasdaq 100 (+0,55%); con analoga direzione, in frazionale progresso l’S&P 100 (+0,37%). LEGGI TUTTO

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    ABTG, Integrae SIM lima target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Integrae SIM ha abbassato a 7,00 euro per azione (da 7,20 euro) il prezzo obiettivo su Alfio Bardolla Training Group (ABTG), società quotata su Euronext Growth Milan e operante nel settore della formazione finanziaria personale non formale, confermando il giudizio sul titolo a “Buy” visto l’upside potenziale del 159%.Alla luce dei risultati pubblicati nella relazione semestrale per il primo semestre del 2024, gli analisti modificano le stime sia per l’anno in corso sia per i prossimi anni. In particolare, stimano un valore della produzione FY24 pari a 26 milioni di euro e un EBITDA pari a 4,45 milioni di euro, corrispondente a una marginalità del 17,1%.Per gli anni successivi, si aspettano che il calore della produzione possa aumentare fino a 34 milioni di euro (CAGR 23-26: 20,4%) nel FY26, con EBITDA pari a 7,50 milioni di euro (corrispondente a una marginalità del 22,2%), in crescita ,rispetto a 3,35 milioni di euro del FY23 (corrispondente a un EBITDA margin del 17,2%). A livello patrimoniale stimano un valore di NFP cash positive per il FY24 pari a 2,79 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    SVIMEZ, per politica coesione applicare metodo PNRR

    (Teleborsa) – “L’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione ha portato a risultati insoddisfacenti. È necessario subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi precisi, seguendo il metodo PNRR”. Lo afferma in una nota l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno nell’ultima pubblicazione de I Quaderni SVIMEZ, curata da Luca Bianchi e Ferdinando Ferrara. “La programmazione attuale, basata su obiettivi tematici generali, non risponde adeguatamente alle specifiche necessità dei territori”, si legge nel testo. “Questo approccio di semplice rendicontazione della spesa e non legato al raggiungimento di obiettivi di crescita o di riduzione dei divari, ha portato a risultati limitati. Ne è prova il fatto che l’Italia pur collocandosi al secondo posto in termini di risorse ricevute, non abbia riportato risultati eclatanti in termini di coesione. L’analisi della Programmazione 2014-2020, fatta nello studio SVIMEZ, evidenzia un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito di infrastrutture essenziali. Le conseguenze sono chiare: una riduzione di investimenti fondamentali in settori strategici come ambiente, ICT, mobilità e servizi sociali”. Svimez sostiene quindi che per affrontare le criticità del ciclo di Programmazione 2021-2027, è fondamentale un potenziamento della capacità amministrativa e un coordinamento più incisivo. Tuttavia, è necessario andare oltre le misure attuali, abbracciando un nuovo paradigma basato sull’approccio performance-based del metodo PNRR subordinando l’erogazione delle rate al raggiungimento di obiettivi mirati.L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno è convinta che questa sia “una proposta di riforma concretamente percorribile nell’attuale quadro dell’Unione Europea, in grado di condurre a un sostanziale miglioramento dell’efficacia di queste politiche. Implementando il metodo PNRR, non sarà più possibile spostare risorse dei programmi europei sui cosiddetti “programmi complementari” o su progetti funzionali al solo raggiungimento dei target di spesa, garantendo così che i fondi siano destinati a progetti realmente in grado di ridurre i divari territoriali”. “Affinché questa proposta possa essere efficacemente integrata nel dibattito europeo, è essenziale che rispetti i principi delineati dalle Istituzioni UE”. La Svimez propone, infatti, un “Accordo di partenariato che stabilisca obiettivi quantitativi chiari e milestone territoriali, assicurando che i finanziamenti siano legati a risultati concreti. “Ma la governance macroeconomica europea non può essere esclusa da questo progetto di riforma: solo un approccio integrato e coerente – conclude – può garantire che la politica di coesione non rimanga isolata, ma contribuisca attivamente alla riduzione dei divari e al progresso dell’Unione” LEGGI TUTTO

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    Consiglio UE esorta Commissione ad agire per combattere desertificazione

    (Teleborsa) – Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato conclusioni che affrontano le urgenti sfide poste dalla desertificazione, dal degrado del suolo e dalla siccità (desertification, land degradation, and drought, DLDD), sottolineando la necessità critica di un approccio coeso e integrato alla gestione ambientale in tutta l’UE. Evidenziando la crescente frequenza e gravità delle siccità, insieme all’esacerbazione della desertificazione e del degrado del suolo sia a livello globale che in Europa, il Consiglio esorta la Commissione europea a proporre un piano d’azione completo a livello di UE volto a combattere la DLDD, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza alla siccità e raggiungere la neutralità del degrado del suolo (Land Degradation Neutrality, LDN) entro il 2030.FinanziamentiLe conclusioni riconoscono la necessità di strategie di finanziamento coerenti per supportare la gestione e il ripristino sostenibili del territorio. Il Consiglio chiede una revisione degli strumenti di finanziamento esistenti e l’esplorazione di fonti di finanziamento alternative private e miste, in particolare per rendere operative le azioni DLDD e implementare azioni di ripristino degli ecosistemi attraverso soluzioni basate sulla natura.Trasformazione dei sistemi agricoli e alimentariPer raggiungere LDN entro il 2030, il Consiglio sottolinea la necessità di trasformare i sistemi agricoli e alimentari verso la sostenibilità, la resilienza alla siccità e le pratiche intelligenti dal punto di vista climatico. Questa trasformazione dovrebbe essere guidata dai 13 principi dell’agroecologia come definiti dal Gruppo di esperti di alto livello della FAO sulla sicurezza alimentare e la nutrizione. LEGGI TUTTO

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    ESPE, Integrae SIM alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Integrae SIM ha incrementato a 4,40 euro per azione (da 4,15 euro) il prezzo obiettivo su ESPE, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore delle energie rinnovabili, confermando il giudizio sul titolo a “Buy” visto l’upside potenziale del 52%.Alla luce dei risultati pubblicati nel bilancio intermedio per il primo semestre del 2024, gli analisti hanno aggiustato prudenzialmente le stime sia per l’anno in corso sia per i prossimi anni. In particolare, stimano un valore della produzione FY24 pari a 70 milioni di euro e un EBITDA pari a 7 milioni di euro, corrispondente ad una marginalità del 10%. Per gli anni successivi, si aspettano che il valore della produzione possa aumentare fino a 111,5 milioni di euro nel FY26, con un EBITDA pari a 13,95 milioni di euro (corrispondente a una marginalità del 12,5%), in crescita rispetto a 4,16 milioni di euro del FY23 (corrispondente a un EBITDA Margin del 7%).(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Casta Diva, ValueTrack conferma fair value: costi M&A pesano su margini

    (Teleborsa) – ValueTrack ha confermato a 2,55 euro per azione il fair value sul titolo Casta Diva Group (CDG), società quotata su Euronext Growth Milan e attiva a livello internazionale nel settore dei contenuti digitali e dal vivo, dopo risultati del primo semestre 2024 un po’ inferiori alle stime ma che hanno mostrato una continua crescita a due cifre.In termini di sviluppi aziendali e commerciali, gli analisti evidenziano che: (i) il 24 settembre, CDG ha nominato Alessandro Scattolin a capo della sua nuova divisione Pharma e ha firmato una lettera di intenti per acquisire un’azienda specializzata in eventi medici e scientifici con 7,4 milioni di euro di ricavi nel 2023 (l’accordo dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno); (ii) il 1° ottobre, la controllata di CDG Genius Progetti ha firmato un contratto triennale da 70 milioni di euro con Ferrari Auto, che copre l’organizzazione di eventi ed esperienze di lusso in tutta Europa, con 27 milioni di euro stanziati per il 2025.Con i ricavi del primo semestre in linea con le proiezioni, ValueTrack ha rifinito le stime 2024-26 a causa dei costi correlati a fusioni e acquisizioni che hanno un impatto sui margini (150 bps di downgrade nell’EBITDA del 2024) e delle pressioni NWC, nonostante l’EBITDA Adj. stabile. e un EBIT rettificato FY24-25 più elevato grazie alla riduzione degli oneri di ammortamento e ristrutturazione.Pertanto, nel 2024-26, ValueTrack prevede ora: VoP che si avvicinerà a 136,7 milioni di euro entro il 2026 (CAGR del 7% su 3 anni); EBITDA e margine EBIT (su VoP) al 10,5% e al 7,1% entro il 2026; cassa netta a circa 2 milioni di euro entro la fine del 2026.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO