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    USA, indice CFNAI febbraio migliora a +0,18 punti

    (Teleborsa) – Segnali positivi per la crescita dell’attività economica americana. L’indice FED Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) è pari a +0,18 punti a febbraio 2025 rispetto ai -0,08 punti di gennaio (rivisto da un preliminare di -0,03). La media mobile a tre mesi, sempre a febbraio, si è portata a +0,15 punti rispetto ai +0,07 precedenti.L’indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell’attività economica nazionale.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Iren, Bufo: nel 2025 atteso EBITDA in ulteriore crescita a 1,34-1,36 miliardi di euro

    (Teleborsa) – “Approviamo oggi un EBITDA pari a oltre 1,27 miliardi, superiore alla Guidance, e in crescita del 6,5% rispetto allo scorso anno. Questo conferma la traiettoria di sviluppo tracciata dal piano industriale e la capacità di Iren di adattarsi ai differenti contesti di mercato grazie soprattutto al proprio modello multibusiness”. Lo ha affermato Gianluca Bufo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren, commentando i risultati 2024.”L’incremento di redditività, supportato dal recupero di marginalità della business unit Reti e dall’attività di vendita di commodity e servizi, ha consentito di ridurre il livello di indebitamento al 3,2x – ha aggiunto – Supportati dai risultati conseguiti, guardiamo al futuro per rendere Iren ancora più solida, attraverso una maggiore disciplina e selettività degli investimenti, che ci consentiranno di continuare a crescere prevalentemente nelle attività regolate e nell’incremento della qualità del servizio ai territori”. “Un futuro concreto già nel 2025 dove ci attendiamo un’EBITDA in ulteriore crescita compreso tra gli 1.340-1.360 milioni di euro – ha sottolineato – Infine, nei prossimi mesi lavoreremo con tutte le oltre 11 mila persone del gruppo e con il nuovo consiglio di amministrazione per definire un nuovo piano strategico per Iren che consolidi il ruolo della società come player di riferimento”. LEGGI TUTTO

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    Federmoda: l’Italia perde ogni giorno 18 negozi e i saldi chiudono con un -5,5%

    (Teleborsa) – Le sfide che dovrà affrontare il retail della moda – dopo un 2024 chiuso con un calo medio del 4,2% rispetto al 2023, registrando un saldo nati-mortalità negativo di -6.459 punti vendita, pur rimanendo un fondamentale pilastro dell’economia e del PIL nazionale contando 164.369 punti vendita che occupano 299.793 addetti – sono state al centro della riunione del Consiglio nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio svoltasi a Courmayeur, in Val d’Aosta.I saldi invernali 2025 – fa sapere Federmoda – hanno confermato un trend negativo dei consumi, segnando un -5,5%, con 6 imprese su 10 che hanno risposto al questionario che hanno indicato una diminuzione delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2024.”La sfida per il retail della moda parte da qui, con un incontro ad alta quota sulla Skyway Monte Bianco a significare – commenta il presidente di Federazione Moda Italia, Giulio Felloni – l’aspirazione del retail della moda di raggiungere la vetta della ripresa attraverso uno spirito imprenditoriale che si affida all’innovazione, alla resilienza e allo shopping tourism che, grazie all’abbassamento della soglia del tax free shopping da 154,96 euro a 70 euro operata dal Ministero del Turismo a anche a seguito delle richieste di Federazione Moda Italia con Confcommercio che, in questo primo anno dall’entrata in vigore del 1 febbraio 2024, ha rappresentato un volano per il retail locale registrando – secondo i dati di Global Blue – un incremento del 54% delle transazioni e del 12% della spesa, con 500mila nuovi shopper per acquisti esclusivi nella fascia di spesa 70-155 euro che hanno fatto crescere le vendite oltre alle quattro città di Milano, Roma, Firenze e Venezia, anche a Catania (+ 73%); Como (+ 69%); Amalfi (+ 65%); Napoli (+ 63%); San Gimignano (+ 63%); Verona (+ 61%); Bellagio (+ 58%); Assisi (+ 54%) e Bologna (+ 50%). Uno spirito sempre positivo messo a dura prova, però, dal ridimensionamento di oltre il 10% dei consumi di moda delle famiglie italiane negli ultimi 5 anni ed anche da disinvolte politiche commerciali dei nostri stessi fornitori, attraverso e-commerce, outlet, sample sale e family & friends che non seguono il principio dello “stesso mercato, stesse regole. È evidente il rischio di desertificazione commerciale che corre il nostro Paese se si pensa che solo nell’ultimo anno, il commercio al dettaglio del settore moda ha perso ogni giorno in Italia 18 negozi, un dato che desta ulteriori preoccupazioni vista la perdita media degli ultimi 5 anni di 13 negozi al giorno con 23.322 negozi in meno e oltre 35mila posti di lavoro persi. Se i consumi interni languono e i negozi chiudono, ci si deve chiedere quali imprenditori potranno effettuare nuovi ordinativi per la produzione Made in Italy e quali saranno le ricadute sull’intera filiera”.”Per affrontare questa crisi – conclude Felloni – chiede un Patto etico di filiera con i fornitori e ha proposto misure concrete al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, come una detrazione d’imposta per l’acquisto di prodotti sostenibili e un’aliquota IVA agevolata, per il rilancio dei consumi di moda e una cedolare secca sugli affitti commerciali con riduzione concordata dei canoni, un contributo per lo smaltimento dei magazzini e detrazioni per l’innovazione e l’ammodernamento del retail, oltre a detrazioni per chi si insedia in negozi sfitti”. LEGGI TUTTO

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    Iren, l’utile 2024 sale a 268,5 milioni di euro. Dividendo di 12,83 centesimi

    (Teleborsa) – Iren, multiservizi quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati pari a 6.043,1 milioni di euro, in diminuzione del 6,9% rispetto ai 6.490,4 milioni di euro dell’esercizio 2023. I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per oltre 300 milioni di euro dalla riduzione dei prezzi delle commodities e per circa 338 milioni dalla riduzione delle attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche degli edifici.Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) ammonta a 1.274,1 milioni di euro, in aumento del 6,5% rispetto ai 1.196,9 milioni di euro dell’esercizio 2023. L’incremento è supportato dalla crescita dei business regolati ed in particolare delle Reti, dal contributo positivo dell’attività di vendita (Mercato) e dall’ampliamento del perimetro di consolidamento alle società Acquaenna e Sienambiente. L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 268,5 milioni di euro, in aumento (+5,4%) rispetto al risultato dell’esercizio 2023.L’Indebitamento Finanziario Netto si attesta a 4.083 milioni al 31 dicembre 2024, in incremento (+4%) rispetto al dato del 31 dicembre 2023. Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 942 milioni di euro, in crescita (+0,9%) rispetto al 2023, di cui 830 milioni di euro di investimenti tecnici e 112 milioni di euro di investimenti finanziari riconducibili all’acquisizione della quota di minoranza di Egea (87 milioni di euro), al consolidamento di Sienambiente (19 milioni di euro) e all’acquisto delle autorizzazioni per la costruzione del nuovo impianto agrivoltaico di Rovigo (5 milioni di euro).Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, che si terrà il 24 aprile 2024, il pagamento di un dividendo pari a 12,83 centesimi di euro per azione, in crescita del 8% rispetto allo scorso anno (pay-out del 61%, in linea con le previsioni di Piano Industriale). Data stacco della cedola il 23 giugno 2025, record date il 24 giugno 2025 e data di pagamento il 25 giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    Europa, fino a 119 miliardi di dollari in fondi ESG con cambio norme su investimenti in armi

    (Teleborsa) – Un allentamento completo di tutte le restrizioni agli investimenti in armamenti per i fondi SFDR articolo 9 e 8 (le due principali categorie di fondi ESG dell’Unione Europea) avrebbe il potenziale di guidare 53-119 miliardi di dollari di flussi verso il settore aerospaziale e della difesa A&D in Europa, che rappresenterebbe una crescita di 6-12 volte rispetto all’esposizione attuale. Lo si legge in una ricerca di Morgan Stanley sul tema.Gli ultimi dati disponibili mostrano che in media questi fondi hanno attualmente 10 miliardi di dollari di esposizione in dollari al settore A&D europeo, pari al 2% dell’esposizione della capitalizzazione di mercato A&D.”Qualsiasi potenziale allentamento delle esclusioni sembrerebbe probabilmente concentrarsi sulle armi convenzionali e nucleari – viene sottolineato – Un allentamento su vasta scala delle esclusioni potrebbe generare un flusso significativo, ma cambiare le esclusioni richiederebbe tempo. Un allentamento su vasta scala è improbabile poiché la ratifica nazionale dei trattati internazionali limita le “armi controverse”. LEGGI TUTTO

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    Clearlake Capital acquista Dun & Bradstreet in accordo da 7,7 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Clearlake Capital Group ha stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione di Dun & Bradstreet Holdings, fornitore statunitense di dati e analisi decisionali aziendali, in una transazione valutata 7,7 miliardi di dollari, incluso il debito in essere, con un equity value di 4,1 miliardi di dollari.In base ai termini dell’accordo, che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione di Dun & Bradstreet, gli azionisti di Dun & Bradstreet riceveranno 9,15 dollari in contanti per ogni azione ordinaria posseduta.”Abbiamo intrapreso un percorso strategico negli ultimi sei anni, eseguendo una trasformazione importante che ha rafforzato i nostri risultati aziendali e finanziari – ha affermato Anthony Jabbour, CEO di Dun & Bradstreet – Abbiamo aumentato i ricavi di circa il 40%, l’EBITDA del 60%, ampliato i margini di quasi 600 punti base e la leva finanziaria è scesa da 9 a 3,6 volte, il tutto ampliando il nostro vantaggio in termini di ampiezza, profondità e qualità dei dati. Siamo lieti di collaborare con Clearlake in questa nuova tappa di questo percorso. Con il loro supporto, il nostro team non vede l’ora di evolvere e far crescere l’azienda con nuovi modi per mettere a frutto i nostri asset di dati affidabili, proprietari e mission-critical per i nostri clienti”.La transazione dovrebbe concludersi nel terzo trimestre del 2025, subordinatamente all’approvazione degli azionisti di Dun & Bradstreet, alle autorizzazioni normative e ad altre consuete condizioni di chiusura. Il consiglio di amministrazione di Dun & Bradstreet raccomanda all’unanimità che gli azionisti votino per approvare la fusione in una prossima assemblea speciale degli azionisti. Una volta completata la transazione, Dun & Bradstreet diventerà una società privata e le azioni ordinarie di Dun & Bradstreet non saranno più quotate su alcun mercato pubblico. LEGGI TUTTO

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    Telsy: nasce il “Futuring Technology Center” per verificare cybersicurezza delle infrastrutture critiche

    (Teleborsa) – È operativo il “Futuring Technology Center” di Telsy, il nuovo Laboratorio di Prova (LAP) accreditato per l’area Software e Network dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che contribuirà a potenziare le capacità di difesa contro le minacce informatiche. Il Centro, che segue le determinazioni tecniche e le metodologie definite da ACN, realizza rigorosi test per la valutazione di prodotti software e hardware destinati a infrastrutture e servizi essenziali per la sicurezza del Paese che devono essere protetti da minacce e rischi informatici con soluzioni specifiche preventivamente sottoposte a valutazioni di sicurezza.Le attività del Laboratorio sono svolte da un team di esperti altamente specializzato che, su delega del Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN) dell’ACN, opera con le più avanzate tecnologie di analisi. In particolare, le attività spaziano dalla valutazione della corretta implementazione delle funzionalità di sicurezza dei prodotti, all’esecuzione di test di intrusione, compresa l’analisi del firmware, per individuare vulnerabilità sfruttabili, note o emergenti.Il Futuring Technology Center di Telsy entra così a far parte della ristretta rete di LAP selezionati dall’agenzia governativa e contribuirà alle attività relative alla protezione delle infrastrutture critiche che rientrano nel Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (PSNC).”Il riconoscimento da parte di ACN – sottolinea TIM in una nota – conferma quindi le competenze e l’impegno del Gruppo TIM che attraverso Telsy – centro di competenza in crittografia, cybersecurity e cyber resilience che opera nell’ambito di TIM Enterprise – intende accrescere il livello della sicurezza in Italia in linea con le direttive nazionali ed europee, e rappresenta un passo ulteriore nella strategia del Gruppo che vuole essere un partner sempre più affidabile per la trasformazione digitale del Paese”. (Foto: © gonewiththewind/123RF) LEGGI TUTTO

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    Immsi, margine Ebitda 2024 record con ricavi in calo. Bene Intermarine

    (Teleborsa) – Immsi, holding italiana quotata su Euronext Milan e controllata dalla famiglia Colaninno, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati pari a 1.748,4 milioni di euro (2.011,6 milioni di euro nel 2023; -13,1%). Spicca il risultato della controllata Intermarine, che al 31 dicembre 2024 ha registrato ricavi consolidati pari a 44,3 milioni di euro (quasi raddoppiati rispetto ai 22,5 milioni del 2023). “Il mutevole scenario macroeconomico e geopolitico sta portando una forte spinta al rafforzamento del settore della difesa a livello globale – commenta la società – Intermarine, grazie a un portafoglio ordini di circa 1,2 miliardi di euro che garantisce profitti crescenti per i prossimi anni, si rafforza come leader mondiale nello specifico settore di Unità di Contromisure Mine e di Sea Bed Warfare”.L’Ebitda (risultato operativo ante ammortamenti) consolidato del Gruppo Immsi è pari a 271,1 milioni di euro (307,8 milioni di euro nel 2023; -11,9%). L’Ebitda margin è pari al 15,5%, il risultato più alto di sempre (15,3% nel 2023). Il risultato netto è positivo per 29,6 milioni di euro (54,9 milioni di euro nel 2023; -46,1%) ed è inclusivo della quota dei minorities pari a 23,5 (35,8 milioni di euro a fine 2023; -34,2%).L’indebitamento finanziario netto (PFN) del Gruppo Immsi al 31 dicembre 2024 risulta pari a 947,3 milioni di euro (827,4 milioni di euro registrati al 31 dicembre 2023). L’incremento riflette la temporanea riduzione del debito commerciale e l’andamento degli investimenti in particolare nel settore industriale. Nel 2024 il Gruppo Immsi ha consuntivato investimenti per 204,8 milioni di euro (+16% rispetto ai 176,6 milioni di euro del 2023).Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti di distribuire un saldo sul dividendo di 1,2 centesimi di euro, lordo da imposte, per ciascuna azione ordinaria avente diritto (in aggiunta all’acconto di 1 centesimo di euro pagato il 20.11.2024, data stacco cedola 18.11.2024), per un dividendo totale dell’esercizio 2024 di 2,2 centesimi di euro, pari a complessivi euro 7.491.660. La data di stacco della cedola n. 18 è il giorno 19.05.2025, record date 20.05.2025 e data di pagamento 21.05.2025. LEGGI TUTTO