(Teleborsa) – “La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l’organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni. Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale. Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto”. Ad affermarlo è il Presidente del CNEL Tiziano Treu in occasione dell’uscita del nuovo numero del Notiziario su Mercato del lavoro e contrattazione che dedica ampio spazio al tema del lavoro agile.
In Italia, prima che l’emergenza sanitaria costringesse al lockdown, lavoravano da remoto circa 500mila lavoratori, mentre nelle settimane di isolamento imposto da Covid-19 si stima che i lavoratori a distanza abbiano raggiunto gli 8 milioni.
La gran parte degli smart workers – l’82% – ha iniziato a lavorare da casa solo a seguito dell’emergenza sanitaria. Nel 37% dei casi, lo smart working è stato attivato in modo concordato con il datore di lavoro, nel 36% dei casi in modo unilaterale dal datore di lavoro e solo nel 27% dei casi l’attivazione è stata preceduta da una negoziazione alla quale ha partecipato il sindacato, come emerge dal sondaggio CGIL – Fondazione Di Vittorio.