(Teleborsa) – La pandemia di Covid-19 ha avuto effetti devastanti sull’economia del Regno Unito, per registra un crollo del PIL per il secondo trimestre consecutivo, cadendo in recessione “tecnica”. Il PIL del 2° trimestre infatti ha fatto segnare un -20,4%, che segue il -2,2% accusato nei primi tre mesi dell’anno, appesantiti dalle incertezze legate alla Brexit. Il dato era ampiamente atteso ed anzi risulta leggermente migliore del -20,5% del consensus.
Secondo i dati dell’ONS (Office for National Statistics), che ha fornito la stima preliminare, la variazione tendenziale è indicata a -21,7%, non paragonabile con il -1,7% precedente, ma poco sopra il -22,4% del consensus.
La pesante frenata dell’economia britannica è da attribuire al crollo degli investimenti (-31,4%), ben oltre ogni più pesismistica aspettativa (-2,5% il consensus).
Segnali di ripresa a giugno ma gap pre-Covid è enorme
Nel solo mese di giugno, l’ONS rileva un balzo del PIL dell’8,7%, superiore alle attese (8%), dopo il +1,8% di maggio, ma il valore del Prodotto Interno Lordo segna ancora una pesante contrazione del 17,2% rispetto ai livelli del febbraio scorso, prima che dilagasse la pandemia.
Produzione dà segni di recupero
L’ufficio statistico ha pubblicato oggi anche i dati della produzione industriale di giugno, che fa segnare un +9,3% su base mensile dopo il +6,2% del mese precedente (rivisto da +6%), superando le attese (+9,2%). Il dato tendenziale registra ancora un calo del 12,5%, che si confronta con il -20% del mese precedente ed il -12,8% indicato dalle stime degli analisti.
Su anche la produzione manifatturiera, che su base mensile registra un aumento dell’11%, superiore al 10% atteso, dopo il +8,3% di maggio (rivisto da +8,4%). La variazione annua registra un -14,6% da -23,1% e si confronta con il -15% del consensus.