(Teleborsa) – Il primo semestre 2020 si è chiuso con un valore aggregato di transazioni M&A effettuate su target italiane pari a circa 9,3 miliardi di euro (ove disponibile il valore di acquisizione).
Il dato risulta minore non solo rispetto al periodo 2015-2018 di elevata attività M&A, ma fin dalla crisi finanziaria del 2009, e sconta l’effetto dei mesi di lockdown imposto in Italia e nelle principali economie a livello mondiale da marzo a maggio 2020, a seguito del propagarsi del Covid-19. Significativa anche la minima incidenza di sole tre operazioni di grandi dimensioni (con valore di acquisizione superiore a un miliardo di euro).
È il quadro che emerge da uno studio condotto da EY in merito al comportamento delle aziende nel corso e dopo una crisi economica. Da un’analisi delle transazioni realizzate tra il 2008 e il 2010, ossia immediatamente dopo la crisi finanziaria globale, è emerso però che le aziende early-mover, che hanno fatto scelte coraggiose in merito a operazioni di M&A e trasformazione del proprio portafoglio, hanno visto un aumento del rendimento nel decennio successivo, rispetto agli altri operatori del mercato.
In particolare, le aziende che in quella fase hanno effettuato acquisizioni hanno registrato un rendimento totale degli azionisti (total shareholder return) più elevato del 26%, mentre le aziende che hanno ridefinito gli asset in portafoglio tramite disinvestimenti hanno ottenuto in seguito rendimenti più alti del 24%. Inoltre, la ricerca ha rilevato che queste aziende hanno registrato rendimenti due o tre volte superiori rispetto a quelle che hanno adottato un approccio più prudente.
“In qualsiasi tempesta la reazione istintiva è quella di correre ai ripari e aspettare, ma l’evidenza dimostra che restare fermi non è un’opzione percorribile – ha commentato Andrea Guerzoni, EY Global Vice Chair dell’area Strategy and Transactions, commenta – Come ci insegna la crisi finanziaria del 2008, in queste fasi straordinarie il mercato consente alle aziende di effettuare acquisizioni strategiche, in grado di sostenere poi una crescita più rapida nel periodo di ripresa. Allo stesso tempo, la crescita organica attraverso piani d’investimento mirati è altrettanto cruciale.”.
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