(Teleborsa) – Dopo Sicilia, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise e Piemonte, da domani, 1 agosto, nel rispetto dell’indirizzo della Conferenza delle Regioni inizieranno i saldi nel resto d’Italia. Una stagione partita in ritardo e che risentirà dell’onda della crisi sanitaria. Se l’inizio delle vendite di fine stagione ricalca l’andamento riscontrato nel mese di luglio, con qualche “affare” concluso, i consumi secondo quanto emerge dalle prime e provvisorie rilevazioni di Federazione Moda Italia-Confcommercio – rimangono in linea con le previsioni di un calo della spesa tra il 40% ed il 50% rispetto ai periodi di normalità economica.
Tra i prodotti più ricercati figurano t-shirt, pantaloni, abitini, bermuda, camicie, costumi da bagno, scarpe donna e sandali. Su capispalla e maglieria gli sconti più importanti per il rientro a settembre.
Nell’attuale scenario pesa l’eccessivo utilizzo dello smart working, della cassa integrazione, l’assenza del turismo internazionale e la limitata capacità di spesa degli italiani, nonché il ricorso al risparmio privato. Tutti fattori che, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, portano ad una previsione di spesa media nei saldi di 135 euro da parte delle famiglie italiane e di 58 euro a persona.
“Sono saldi anomali, ma pur sempre saldi che generano gioia, soddisfazione e buonumore per le persone a caccia degli affari. Per i commercianti – commenta Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio – rappresentano un momento per tirare le somme di una stagione subito mozzata, ma che può ancora riservare qualche sorpresa. Un po’ di liquidità aiuta, ma non servirà certo a compensare le perdite e le risicate marginalità della ripartenza. Spiace aver perso l’opportunità dell’impatto mediatico della data unica nazionale per l’improvvisa scelta di qualche territorio che non ha tenuto conto dell’effetto pubblicitario sui consumatori e delle ovvie ripercussioni operative di un avvio scaglionato per gli esercizi commerciali. Ma quello che importa è che i consumatori continuino a sostenere con i loro acquisti, oggi ancora più convenienti, i negozi di prossimità anche per riconoscere, non solo idealmente, ma anche concretamente il valore che le nostre attività danno al territorio in termini di offerta, qualità, servizio, professionalità, vivacità, illuminazione, sicurezza e decoro”.
Quest’anno l’acquisto degli articoli in saldo dovrà avvenire nel rispetto delle norme per il contenimento dell’epidemia da Covid-19. Tra le misure ricordate da Federazione Moda Italia e Confcommercio figurano: il distanziamento sociale con l’obbligo di mantenere la distanza di almeno un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio (salvo eventuali ulteriori prescrizioni regionali); la disinfezione delle mani attraverso le soluzioni igienizzanti messe a disposizione degli esercenti prima di toccare i prodotti; e l’obbligo della mascherina all’interno dei negozi. Prima di effettuare la prova dei capi vanno disinfettate le mani e, durante la prova dei prodotti, va sempre indossata la mascherina anche nei camerini. Per quanto riguarda eventuali cambi, tale possibilità è lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (artt. 130 e ss. d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.