(Teleborsa) – Non si arresta il calo demografico in atto dal 2015 in Italia che anzi al 31 dicembre 2019 ha visto un calo di quasi 189mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%), portando a una diminuzione di quasi 551mila residenti in cinque anni.
Sono i dati che emergono dal bilancio demografico redatto dall’Istat che registra anche il nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia: nel 2019 gli iscritti all’anagrafe per nascita sono stati appena 420.170, con una diminuzione di oltre 19mila unità sul 2018 – pari al -4,5% – e un tasso di natalità pari al 7,0 per mille.
Leggero aumento nel numero dei decessi che nel 2019 ammontano a 634 mila unità, con un aumento rispetto al 2018 decisamente contenuto (appena 1.300 in più).
I numeri, rileva l’Istat, confermano la dinamica naturale negativa della popolazione, che ancora una volta fa registrare un saldo naturale (la differenza tra nati e morti) in negativo con -214 mila unità nel 2019.
Il calo di popolazione residente – sottolinea Istat – è dovuto ai cittadini italiani, che al 31 dicembre ammontano a 54 milioni 938 mila unità, 236mila in meno dall’inizio dell’anno (-0,4%) e circa 844 mila in meno in cinque anni: una perdita consistente, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come Genova o Venezia.
Nello stesso periodo, al contrario, la popolazione residente di cittadinanza straniera è aumentata di oltre 292mila unità attenuando in tal modo la flessione del dato complessivo di popolazione residente, ma il ritmo di incremento della popolazione straniera si va affievolendo.
Al 31 dicembre 2019 sono stati 5.306.548 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe, l’8,8% del totale della popolazione residente, con un aumento, rispetto all’inizio dell’anno, di sole 47 mila unità (+0,9%).
Anche il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo (-8,6%), mentre prosegue l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani (+8,1%).
L’Italia è infine sempre più un Paese multietnico: secondo Istat, al 31 dicembre 2019 si contano 194 differenti cittadinanze, quasi 50 con almeno 10 mila residenti.
La graduatoria delle prime cinque cittadinanze resta stabile nel tempo, con le cittadinanze romena (1 milione 208 mila), albanese (441 mila), marocchina (432 mila), cinese (305 mila) e ucraina (240 mila) a rappresentare da sole quasi il 50% del totale degli stranieri residenti.