(Teleborsa) – Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha presentato un nuovo pacchetto di proposte sul piano europeo di rilancio post crisi pandemica, in cui conferma a 750 miliardi di euro la mole del Recovery fund e propone di “mantenerne il bilanciamento”. La proposta Michel fissa poi a 1.074 miliardi di euro il bilancio pluriennale UE.
“E’ importante essere chiari” sul mantenimento della parte più rilevante del Recovery fund UE sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto (grants) “perchè in alcuni Paesi dell’UE l’alto livello del debito è un problema per loro ma anche per il mercato unico”, ha affermato Michel, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo pacchetto di proposte sul piano di rilancio europeo. “Dobbiamo evitare l’allargarsi di divergenze tra Paesi”. Secondo la proposta sul tavolo, i 750 miliardi del Recovery fund verrebbero riportati in 500 miliardi di grants e 250 miliardi di prestiti a ungo termine.
Nelle condizionalità per accedere al fondo di rilancio europeo “penso che sia importante – ha osservato il presidente del Consiglio europeo, – mettere sul tavolo cosa sia stato raccomandato dalla Commissione europea ai Paesi (anche) negli anni precedenti”, che riguarda riforme strutturali, oltre alle raccomandazioni 2020 che riguardano prevalentemente interventi di spesa anticrisi pandemica. Michel, che rispondeva a una domanda specifica sul tema, e ha affermato che la questione di quali siano le raccomandazioni da considerare “è pertinente”.
L’approvazione dei piani di investimento e di riforme nazionali che saranno presentati dagli Stati membri (“Recovery and Resilience plans”) sarà proposta dalla Commissione e sottoposta al voto a maggioranza qualificata in Consiglio UE: è una delle più importanti modifiche suggerite da Michel, nella sua proposta di compromesso per il pacchetto di rilancio economico post pandemico da presentare ai Capi di Stato e di Governo al vertice del 17 e 18 luglio. Il pacchetto presentato dalla Commissione prevedeva invece che la decisione sui piani nazionali sia sottoposta a procedura di approvazione secondo la cosiddetta “comitologia”, in cui solo con una maggioranza qualificata contraria degli Stati membri può bocciare la proposta di approvazione dell’Esecutivo comunitario.
La nuova proposta è una concessione ai Paesi cosiddetti “frugali” (Austra, Olanda, Svezia e Danimarca), che chiedevano addirittura l’unanimità in Consiglio (ovvero il diritto di veto) per approvare i piani nazionali di spesa. I piani nazionali dovranno precisare come si intende attuare le “raccomandazioni specifiche per paese” che sono indirizzate a tutti gli Stati membri durante il “semestre europeo” riguardante la sorveglianza e il coordinamento delle politiche di bilancio.