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Stati generali, Conte chiude i lavori. Si dovrà ripartire dalla scuola

(Teleborsa) – “Per una settimana ci si è riuniti a Villa Pamphilij sugli Stati Generali. Abbiamo inviato dei documenti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e anche al presidente del Cnel per indicare quali sono le priorità. E devo dire che, finalmente, si comincia a smuovere qualcosa per la scuola, per il Paese e per le famiglie italiane. A conclusione degli Stati Generali il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha, infatti, ricordato che bisogna investire fortemente su scuola e istruzione; il Parlamento si appresta a votare una risoluzione dove si impegna a destinare dal 10 al 20% delle somme del Recovery Fund a scuola, università e ricerca, e il ministro Lucia Azzolina ha dichiarato che i soldi dell’Europa serviranno per eliminare le classi pollaio“. Questo il bilancio tracciato al termine degli Stati Generali dal presidente Anief-Udir Marcello Pacifico.

Nel dettaglio particolare soddisfazione è stata espressa da Pacifico in seguito all’annuncio del ministro dell’Istruzione. “Avere aderito alla nostra proposta – afferma il sindacalista commentando le parole di Azzolina – dà merito a questo Governo sull’apertura al confronto reale con le parti sociali e i rappresentanti dei lavoratori. Quello che noi abbiamo indicato, del resto, non è altro che una disposizione che si sta attuando in tutta Europa, dove la parola chiave è distanziamento e le classi sono oggi formate da 10 alunni, come in Belgio, fino a non oltre 15, come nel Regno Unito. Noi abbiamo detto quindi di adeguarci a queste disposizioni, né più né meno. E utilizzare i fondi che la stessa Europa ci metterà a disposizione”.

“Se quanto promesso si tradurrà in realtà – sottolinea Pacifico – è responsabilità politica di chi ci amministra, quindi non più dei consulenti e dei sindacati. Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo indicato delle vie chiare. Questa è una settimana molto importante perché il Parlamento si accinge a chiudere in Commissione Bilancio gli ultimi emendamenti sul decreto Rilancio e se il Governo non interviene in quella sede sulla scuola si dovrà aspettare un altro decreto ad hoc. È una settimana decisiva anche per chi vuole aderire ai ricorsi per non essere escluso dai concorsi per il personale docente. Questo perché gli atti amministrativi si impugnano entro 60 giorni e nonostante i concorsi si faranno ad autunno inoltrato le domande si stanno già facendo ora”.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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